Cherubino Gambardella, il sogno di Kurt da Lipari a Capri (tecnica mista su carta stampata, cm 90x90, Giugno 2014).
Cherubino Gambardella, Kurt's dream from Lipari to Capri (mixed technique on printed paper, cm 90x90, June 2014).
INDICE CONTENTS *** 7 PerchĂŠ questo libro Why this book
33 Cosa potrebbe essere successo a Capri tra il 1937 e il 1945 What may have happened in Capri between 1937 and 1945
41 L'ideatore e i suoi sodali The author and his associates
73 Dopo l'ideatore arrivano le interpretazioni After the author, the interpretations
93 Alle interpretazioni seguono le immagini ispirate alla casa After the interpretations, the images inspired by the house
141 Dalle immagini ispirate alla casa ai progetti impossibili sulla casa From the images inspired by the house to impossible designs about the house
179 Alla fine tutto esplode Everything blows up in the end
199 Note/Endnotes Bibliografia/Bibliography
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PERCHÉ QUESTO LIBRO Tutto comincia con un funerale immenso come quello di un faraone. È l'ultimo saluto di comunisti, democristiani, fascisti, letterati e tanti altri che affollano Roma il 19 luglio del 1957 per accomiatarsi dall'«uomo che aveva affrontato i dittatori»1. Nel silenzio glorioso di un giorno senza tempo Giuseppe Ungaretti firma, commosso, il libro dei saluti. La città eterna si affaccia alla finestra a farsi il segno della croce. Tra le tante cose lasciate dallo scomparso una sola diventa il suo simbolo indistruttibile, quello che lo fa «vivere a lungo anche dopo la sua morte»2, come il conio di una moneta per un imperatore. Ciò di cui vi sto parlando è una casa rossa sull'isola di Capri e del suo padrone, Curzio Malaparte, uno dei più noti intellettuali del Novecento. La sua vita è complessa, avventurosa, densa come l'inviluppo di un geroglifico misterioso. La trama della sua esistenza descrive bene un uomo nel quale abitano mille uomini. Forse non è mai stato coerente ma è proprio questo il tratto fascinoso della sua individualità. Malaparte è un genio della polifonia che concepì l'adorata architettura caprese come un film per piegare al proprio volere ricordi, contributi, suggestioni, disegni e consigli raccolti durante lo
WHY THIS BOOK Everything begins with a funeral as monumental as that of a pharaoh. It is the last tribute paid by Communists, Christian-Democrats, Fascists, men of letters and many others who crowd Rome on July 19, 1957 to pay homage "the man who had faced the dictators alone"1. In the glorious silence of a timeless day, an emotional Giuseppe Ungaretti signs his name in the funeral guest book. The eternal city looks from the window and makes the sign of the cross. Among the many things left by the departed only one becomes his indestructible symbol that makes him "live long after his death"2, like the image of an emperor portrayed on a coin. What I am talking about is a red house on the island of Capri and his owner, Curzio Malaparte, one of the most famous intellectuals of the twentieth century. His life is complex, adventurous, as dense as the web of a mysterious hieroglyph. The plot of his life effectively describes a man who encapsulated one thousand men. Perhaps Malaparte was never coherent but that is precisely the fascinating feature of his personality. He was a genius of polyphony who conceived his beloved architecture in Capri like a movie within which he willfully weaved memories, contributions, sugges- 7 -
Cherubino Gambardella, l'interno reinterpretato. Il corridoio con la porta binata (collage digitale da base fotografica in cui non è specificato l'autore, tratto da M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).
Cherubino Gambardella, new interpretation of the interior. The corridor with the twin doors (digital collage on a photographic base by unknown author, from M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).
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Cherubino Gambardella, l'interno reinterpretato. Evidenza della boiserie nella “stanza della favorita” (collage digitale da base fotografica in cui non è specificato l'autore, tratto da M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).
Cherubino Gambardella, new interpretation of the interior. The wooden paneling in the “room of the favorite” (digital collage on a photographic base by unknown author, from M. Tafuri, L'ascesi e il gioco, in “Gran Bazar” 15, 1981).
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Scala lungo gli argini dell'Arno con lavandaie a Firenze all'inizio del Novecento (ricerca web / autore non menzionato). Steps along the Arno river's embankments in Florence with washerwomen in the early twentieth century (web research / unidentified author).
L'IDEATORE E I SUOI SODALI Carteggi lunghissimi, meticolosamente costruiti, una vita messa in mostra come il romanzo di chi ha scritto tanti romanzi. La casa di Capri è un esito sacro e per nulla domestico. Non è abbraccio, non è patria e neppure rifugio. È fiera, sacra come una tomba, emblematica e indecifrabile come una pietra d'altare. Mi piace pensare che, attorno a lei, nella prima metà del secolo scorso ci sia stata una consorteria di menti versate in materie diverse. Non tutti si conoscono tra di loro o, almeno, non ne sono sicuro. Sono, però, abbastanza sicuro che Curzio Malaparte li conosca di persona o di fama, per tratti di vita spesi assieme o per simpatia. Non è la purezza di Zarathustra, è il culto dell'autobiografia come contributo a una bellezza mescolata e aperta. Casa come me ricorda l'eco del potere, della guerra, della sfida e del ricordo. Voci ascoltate dal letterato che, in una sala vuota, le dirigerà senza che si sentano dirette
THE AUTHOR AND HIS ASSOCIATES Endless, painstakingly constructed correspondences, a life exhibited as a novel by the author of so many novels. The house in Capri is a sacred, all but domestic, achievement. It is not an embrace, a homeland, not even a shelter. Malaparte e i suoi amici intellettuali davanti all'ingresso della dimora caprese (pubblicata in M. Bonuomo, Malaparte una proposta, De Luca Editore, Roma, 1982). Malaparte with a group of intellectual friends before the entrance to his Capri house (photo featured in M. Bonuomo, Malaparte una proposta, De Luca Editore, Rome, 1982).
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In alto: Paul Poiret sulla scala della passerella galleggiante all'Esposizione Universale di Parigi del 1925. In basso: veduta dei battelli galleggianti di Poiret nella stessa occasione (ricerca web / autore non menzionato). Above: Paul Poiret on the steps of the floating walkway at the 1925 Paris International Exposition. Below: view of the barges Poiret designed for the same Exposition (web search / unidentified author).
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PAUL POIRET Parigino, disegnatore di abiti, coutourier, sovrano di un mondo cosmopolita e ricco, raffigura il volto più spregiudicato di una ricerca eclettica sul mondo dell'abito. Disegna e inventa capi memorabili, costruisce ville lussuose dove ambientare serate di moda tra fiumi di nettare frizzante. È l'ambasciatore di una Europa che vuole sottrarsi agli orrori di un secolo durissimo e pieno di tristi presagi. Un uomo che prova a scacciare i fantasmi del futuro lontano dalle rive de La Senna con il suo sogno di bellezza espressiva e potente, orientale e mediterranea. Maschere, drappi, turbanti sono le forme che ama, un amore senza tempo e senza passato che lo porta ad opporsi alle intemperanze moderniste della giovane e brillante Coco Chanel. Paul Poiret costruisce un battello galleggiante per le sue sfilate all'Esposizione Internazionale di Parigi nel 192519. Si tratta di una passerella simile a una ziggurat e, il lunghissimo sistema di scale che portano al tetto piano, disegna un volume sospeso sull'acqua che in più punti somiglia alla dimora caprese del letterato. Mi piace pensare che l'onda della pedana di Poiret abbia influenzato lo scrittore e voglio immaginare che, ventottenne, ne abbia calcato le gradinate con una coppa di champagne nella mano. Born in Paris, Paul Poiret was a couturier, a fashion designer who reigned over a cosmopolitan and wealthy realm, as well as the most daring exponent of an eclectic research on the world of fashion. He designed and invented memorable garments, built luxurious villas where fashionable parties took place, awash in rivers of sparkling nectar. He was the ambassador of a certain Europe that wanted to escape the horrors of an implacable time and its dark omens. He tried to banish the ghosts of the future from the Seine embankments with his dream of an expressive and powerful Oriental and Mediterranean beauty. His timeless passion for masks, draperies, turbans led him to oppose the modernist intemperance of the young and brilliant Coco Chanel. Paul Poiret designed a barge for his fashions shows at the 1925 Paris International Exposition19 – a ziggurat-like walkway with a long stepped system linked to a flat roof. The volume suspended on water he designed has more than one similarity with Malaparte's house in Capri. I like to think that the wave of Poiret's platform influenced the writer and I want to imagine the 28-yeard old Malaparte ascending those very steps with a glass of champagne in his hand.
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Ritratto di Adalberto Libera, (foto Ghitta Kassel). Portrait of Adalberto Libera (photo Ghitta Kassel).
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ADALBERTO LIBERA Trentino, enigmatico come nella foto di Ghitta Kassel, animatore della fazione mediterranea e radicale dell'architettura italiana conosciuta come “Gruppo7”, razionalista classico studiatissimo, molto famoso durante il regime, altrettanto famoso, osteggiato e ingiustamente sbeffeggiato poi, mostra una carriera costellata di capolavori senza sbavature. Da ragazzo è a Roma per contendersi, con Mario Ridolfi, il ruolo di miglior studente di architettura. Da giovane progettista anima il dibattito culturale tra le due guerre immaginando straordinarie opere di regime e costruendo i più possenti allestimenti fascisti. Vince, mentre viene contattato da Malaparte per Capri, il Concorso per il Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi all'E42 di Roma. È un opera che, assieme alla villa del Massullo, stupirà il grande architetto americano John Hejduk per la sua natura enigmatica, il silenzio, i panorami aperti sulle rovine del potere fascista all'Eur di Roma e sugli orizzonti infiniti a Capri. La controversa commessa isolana è l'ultima opera di Libera prima della linea d'ombra: quel complicato discrimine della guerra che tanti e forse inutili sensi di colpa gli aveva procurato. Non bastò una intensa confessione su “La casa” diretta da Pio Montesi nel 1960 ad esorcizzare ombre e paure furtive che sembravano tornare – negli anni '50 – come in un romanzo noir di Giorgio Scerbanenco. Quando, da cattedratico, As Ghitta Kassel's portrait clearly conveys, Adalberto Libera was an enigmatic man. Born in the County of Tyrol (now Trentino), he was the leader of the Mediterranean and radical faction of Italian architecture known as “Gruppo7”. A classical and very cultivated rationalist, he was very famous during the regime, and just as famous, although harshly criticized and unfairly derided, after the war. Nonetheless, his career is studded with impeccable masterpieces. In Rome, he vied for the title of best architecture student with Mario Ridolfi. His extraordinary regime buildings and the powerful Fascist exhibitions he designed since a young age invigorated the cultural debate between the two world wars. At the time Malaparte consulted him about the Capri commission, he had just won the competition for the Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi (Palace of Congress) in Rome. This work, along with the villa at Capo Massullo, would particularly strike the great American architect John Hejduk for its enigmatic nature, the silence, the open views on the ruins of the Fascist power at the EUR district in Rome and on the endless horizons in Capri. The controversial commission for the house in Capri would be Libera's last work before the shadow-line – the complicated parenthesis of war that would cause him many, perhaps useless, feelings of guilt. An intense confession published by “La casa” edited by Pio Montesi in 1960 was not enough to exorcize the shadows and furtive fears that seemed to trouble him during the 1950s. - 53 -
Cherubino Gambardella, lettera di Malaparte ad Adolfo Amitrano (collage digitale da documento fotografico pubblicato in M. Talamona, Casa Malaparte, Clup, Milano, 1990).
Cherubino Gambardella, Malaparte's letter to Adolfo Amitrano (digital collage by Cherubino Gambardella after a photographic document featured in M. Talamona, Casa Malaparte, Clup, Milan, 1990).
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ADOLFO AMITRANO Bravissimo mastro muratore caprese. Esperto in cavi, trafori, sbalzi, perfetto conoscitore del magico mix isolano di sabbia e cemento. Con la sua squadra gira in lungo e in largo per lo scoglio impervio e trasferisce al figlio Ciro un sapere antico e inventivo al tempo stesso. Non teme lo sfidare la roccia come un costruttore tiberiano, un lapicida della Roma imperiale. Adolfo Amitrano sente, con strumenti arcaici, le forze e le difficoltà del suolo, sembra uno sciamano. Viaggia col suo committente usando una road map labile che aggiusterà in corsa. Il capomastro accontenta e intima, protegge e rende possibile, porge liste di prezzi e telefona, scrive, telegrafa, si reca a Roma per esigere i pagamenti, forse incontra Libera, forse non vuole tra i piedi altri incomodi. Di sicuro vuol completare Casa come me, la vuole anche tappezzare, rifinire. Media su tutto e su tutto decide trasformandosi in una vera e propria protesi dello scrittore. Sottile, bruno e tenace come gli isolani di quei tempi, è il nuovo Masgaba, l'artefice dell'Imperatore22. A highly skilful master builder from Capri, Amitrano was an expert in excavations, drilling, overhangs, and a perfect connoisseur of the island's magical mix of sand and concrete. With his try-square, he would go around the impervious rock far and wide and transfer his ancient and at the same time inventive knowledge to his son Ciro. Like a builder of Tiber's age, a lapicide of imperial Rome, he was not afraid of challenging the rock. With his archaic tools, Adolfo Amitrano was like a shaman who could feel the ground's power and obstacles and walked alongside his client by using an ephemeral road map he would adjust during construction. The master builder satisfied and threatened, protected and facilitated, presented price lists and made phone calls, sent cable wires, traveled to Rome to collect his due, perhaps even met Libera, perhaps would rather not have any other nuisances in his hair. Certainly he wanted to complete the House like Me, he even wanted to take care of the wallpaper, the trims. He mediated over anything and decided about everything so much that he became an actual prosthesis of the writer. Thin, black-haired and tenacious like the islanders of the time, he was the new Masgaba, the architect of the Emperor22.
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Cherubino Gambardella, il salone di casa Malaparte come scavo con una piattaforma emersa (tecnica mista su carta stampata, cm. 30x40, Luglio 2013).
Cherubino Gambardella, the salon in casa Malaparte as an excavation with an emerged platform (mixed technique on printed paper, cm. 30x40, July 2013).
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ALLE INTERPRETAZIONI SEGUONO LE IMMAGINI ISPIRATE ALLA CASA Sulla Punta Massullo e sulle sue asperità dolomitiche abita un solido fisso, un profilo dalla geometria nitida che sorge come una forza tellurica, una improvvisa efflorescenza, da questa spelonca caprese30. È allora necessario lavorare sulla sovversione dei suoi fondamenti perché non rimanga uno specchio ipnotico e inanimato. Per evitare che la sua energia si spenga nella totale autonomia della sagoma, non è giusto lasciarla – direbbe Hans Sedlmayr – nella «tendenza alla elementarità delle forme, un ritorno cioè alle nobili forme originarie che costituiscono il mondo»31. L’edificio non deve poter dire: io sono così e non ti devo null’altro. Casa come me va alterata con irruzioni potenti, flash incisivi che ne spostino le focali immobili per costruire un atlante di immagini e di edifici in una continua partita di amplificazione segnica e simbolica. Quando, ispirata dall’oggetto dello scrittore, sorge un’altra architettura, il progetto diventa una sola immagine, non ha bisogno di disegni tecnici per essere capito: analogie e differenze si dichiarano in una singola figura trasportando il ricordo e l’innovazione.
AFTER THE INTERPRETATIONS, THE IMAGES INSPIRED BY THE HOUSE Punta Massullo and its Dolomitic cliffs are inhabited by a fixed solid, an outline with a clear-cut geometry that emerges from this Capri cavern like a telluric power, a sudden efflorescence30. To prevent it from remaining an hypnotic and lifeless mirror, and its energy from dying in the total independence of the shape, it is necessary to subvert its foundations. It would be unfair to leave it – as Hans Sedlmayr would say – prey of the “tendency toward the elemental forms, or a return to the noble primal forms on which the world is built”31. The building should not be expressing: This is what I am, I owe nothing else to you. A house like me should be altered by powerful incursions, sharp flashes that shift its motionless foci and build an atlas of images and buildings in a constant process of sign and symbolic expansion. When, inspired by the writer's object, the project becomes one image, it needs no technical drawings to be understood: analogies and differences become clear in one figure and carry memory and innovation. - 93 -
In alto: Michele Capobianco, metti un giorno un divo in piazzetta, collage 1978. A sinistra: Concetta Tavoletta, camino e terrazze a Capo Massullo, 2015.
Above: Michele Capobianco, imagine one day a movie star in the piazzetta, collage 1978. Left: Concetta Tavoletta, fireplace and terraces at Capo Massullo, 2015.
Nelle pagine seguenti In alto: Han TĂźmertekin, sequenza di sezioni trasversali di casa Malaparte come un tracciato elettrocardiografico, 2016. In basso: Luca Silenzi, la casa sbiancata. A fianco: Pippo Ciorra, casa Malaparte come base di un albero domestico immaginario, 2015.
Next pages Above: Han TĂźmertekin, sequence of casa Malaparte's cross-sections as an electrocardiogram, 2016. Below: Luca Silenzi, the bleached house. Right: Pippo Ciorra, casa Malaparte as the foundation of an imaginary domestic tree, 2015.
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Efisio Pitzalis, Savinio, Dali e Malaparte, 2015. Efisio Pitzalis, Savinio, Dali and Malaparte, 2015.
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Corrado Di Domenico, Petricor. Prima e dopo Malaparte. Archeologia d'oggi sul promontorio caprese, ovvero Punta Massullo 25.000 e 50.000 anni fa, 2015. Corrado Di Domenico, Petricor. Before and after Malaparte. Today's archaeology on Capri's promontory, or Punta Massullo 25,000 and 50,000 years ago, 2015.
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Cherubino Gambardella, schizzo della “Malaparte reinventata”, XIV Biennale di Architettura - Fundamentals, Venezia 2014.
Cherubino Gambardella, sketch for a “reinvented casa Malaparte”, XIV Architecture Biennale - Fundamentals, Venice 2014.
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DALLE IMMAGINI ISPIRATE ALLA CASA AI PROGETTI IMPOSSIBILI SULLA CASA Proprio non me l'aspettavo. Dopo le irruzioni è come se casa Malaparte avesse attivato il suo sistema nervoso con un ritmo sincopato, quello di un alieno di alabastro che, spinto giù dal suo piedistallo, fosse stato costretto a prendere vita, ad adattarsi, a fare appello ad una antica esperienza per calarsi nella molteplicità del mondo e delle sue insidie. La statua intoccabile, accovacciata sul promontorio, s'impossessa di una singolare vitalità, abbandona il congelamento dei capolavori e si spinge oltre le precedenti irruzioni autoriali che avevano prodotto immagini potenti su di lei o che da lei avevano generato altrove altre architetture. Ora che il vaso è definitivamente rotto, è pronta ad essere realmente stratificata38 in loco come oggetto di «esperienza personale», di lavorio artigiano basato su di una «paziente e continua applicazione», insomma, diventa «una pittura sulla pittura»39 tutt'altro che astratta e fatta per essere condivisa da tutti. Una casa compatta, di colpo, può sfrangiarsi, simile alla sua origine, quando era ancora un cantiere, colpita da una flottiglia di meteoriti caduti dall'alto «vicino a Capri. Sulla
AFTER THE INTERPRETATIONS, THE IMAGES INSPIRED BY THE HOUSE It was really a surprise. It felt like the incursions had activated a syncopated rhythm in casa Malaparte's nervous system, the rhythm of an alabaster alien that, pushed down from its pedestal, is forced to come alive, adapt, recall an old experience to become part of the world's multiplicity and dangers. Crouched on the cliff, the untouchable statue acquires an unusual liveliness. It sheds the frozen quality of masterpieces and sprints past previous authorial incursions that portrayed it in powerful images or used it to generate further architectures elsewhere. Now that the vase is definitely broken, it is ready to be really layered38 on site as an object of real “personal experience”, of artisan toiling based on a “patient and constant endeavor”. In other words, it becomes “a painting over a painting”39, all but abstract and made to be shared by all. A solid house may suddenly unravel, and revert to its origin, when it was still a construction site, hit by a fleet of meteors fallen from above “near Capri. On the southern - 141 -
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In queste pagine: laboratorio di progettazione della Seconda UniversitĂ di Napoli, docente Cherubino Gambardella, tutor Maria Gelvi, studente Roberto Di Fonzo, casa Malaparte a Capri, ostello come squalo martello. Disegni, foto del plastico e fotomontaggio, 2014.
These pages: design workshop Second University of Naples, professor Cherubino Gambardella, tutor Maria Gelvi, student Roberto Di Fonzo, casa Malaparte in Capri, a hostel shaped like a hammerhead shark. Drawings, model photo and photomontage, 2014.
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In queste pagine: workshop PHD Università di Roma “La Sapienza”, direttore Cherubino Gambardella, tutor Concetta Tavoletta, dottorando Mickeal Milocco, Birdcage, fotomontaggi, 2015.
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Next pages: PhD workshop University of Rome “La Sapienza�, supervisor Cherubino Gambardella, tutor Concetta Tavoletta, graduate student Mickeal Milocco, Birdcage, photomontages, 2015.
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ALLA FINE TUTTO ESPLODE In un pomeriggio di un inverno qualsiasi, un aliscafo comandato da forze avverse e simile ad un aereo, esplode a Capri vicino a casa Malaparte, propagando le fiamme fino all'ultima bombola superstite lasciata dallo scrittore. In un attimo salta tutto in aria e il mito dell'architettura del Novecento scompare irrimediabilmente. L'autoritratto di pietra di un grande costruttore di idee fugge via nell'abisso dei ricordi perduti come nel film “Inside out”. Malaparte ha costruito pazientemente casa e autobiografia, è un indimenticabile e intelligentissimo snob, ogni cosa che da lui si propaga come un alone è irrimediabilmente architettata. Forse fin troppo architettata. Prima di lui anche Bernard Rudofsky era stato a Capri e l'aveva immaginata. Il geniale architetto apolide l'aveva disegnata come un paradosso per ricchi nullatenenti, i veri ricchi, quelli che non hanno bisogno del denaro, degli abiti, delle case e degli amici altolocati. A Positano, poco distante da Capri, Rudofsky, con Luigi Cosenza, aveva pensato una villa
EVERYTHING BLOWS UP IN THE END On an ordinary winter afternoon, an airplane-like hydroplane boat controlled by adverse powers exploded in Capri close to casa Malaparte, setting fire to all the gas cylinders left by the writer. In a moment the entire building blew up and the myth of twentieth century architecture irretrievably disappeared. The stone self-portrait of a great builder of ideas sank down in the abyss of lost memories just like in the movie “Inside out”. Malaparte patiently built his house and autobiography. Being an unforgettable and impossibly smart snob, anything coming from him could only be carefully designed. Perhaps even too carefully designed. Before him, Bernard Rudofsky had visited Capri and imagined the house. Pagina precedente: Cherubino Gambardella, “Massullo 2.0” schizzi di studio, Workshop internazionale di progettazione 2015, Seconda Università di Napoli, direttore Cherubino Gambardella. Previous page: Cherubino Gambardella, “Massullo 2.0” study sketches, International Design Workshop 2015, Second University of Naples, supervisor Cherubino Gambardella.
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In questa pagina: workshop internazionale di Progettazione Massullo 2.0 Seconda UniversitĂ di Napoli, direttore Cherubino Gambardella, tutor, Antonio Balsamo, Lorenzo de Rosa, Marco Pignetti, Salvatore Scandurra. Studenti, Armando Arena, Giovanni Canoro, Paolo De Cristofaro, Gianluca Delle Rose, Brigida Di Costanzo, Roberto Di Fonzo, Vincenzo Mangiacapra. Vista prospettica del nuovo insediamento da mare, 2016. This page: international design workshop Massullo 2.0 Second University of Naples, supervisor Cherubino Gambardella, tutors, Antonio Balsamo, Lorenzo de Rosa, Marco Pignetti, Salvatore Scandurra. Students, Armando Arena, Giovanni Canoro, Paolo De Cristofaro, Gianluca Delle Rose, Brigida Di Costanzo, Roberto Di Fonzo, Vincenzo Mangiacapra. Perspective view of the new settlement from the sea, 2016.
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