Metamorfosi 04

Page 1


SOMMARIO CONTENTS 004

Editoriale / Editorial

INSTABILE, INSOLITO, INTRICATO UNSTABLE, UNUSUAL, CONVOLUTED Alessandra Muntoni

Tema monografico / Monographic theme

CONFINI SENSIBILI SENSITIVE LIMITS TSTUDIO, OPERE E PROGETTI 2010 / 2018 TSTUDIO, WORKS AND PROJECTS 2010 / 2018 a cura di /editor

Guendalina Salimei

CONTRIBUTI / CONTRIBUTIONS 011

ARCHITETTURE PER LE CITTÀ DI MARE ARCHITECTURES FOR SEASIDE CITIES

Rosario Pavia 015

I LIMITI COME SFIDA PROGETTUALE LIMITS AS A DESIGN CHALLENGE

Maria Vittoria Capitanucci 017

CONFINI SENSIBILI: ATTRAVERSAMENTI, VARIAZIONI E INTERPRETAZIONI SENSITIVE BORDERS: CROSSINGS, VARIATIONS AND INTERPRETATIONS

Guendalina Salimei


RUBRICHE / COLUMNS 098

KENGO KUMA E LA VOCAZIONE DEL PICCOLO KENGO KUMA AND THE VOCATION TO SMALLNESS AVANGUARDIE / AVANTGARDES

Leone Spita 104

BIOMIMESI E ROBOTICA NELLA NUOVA ARCHITETTURA BIOMIMETIC AND ROBOTIC IN ARCHITECTURE TERRITORI DIGITALI / DIGITAL

Rosalba Belibani 112

GRANDI ARCHITETTURE SOSTENIBILI E PICCOLI COSTRUTTORI GREAT SUSTAINABLE ARCHITECTURES AND SMALL BUILDERS INTERSEZIONI LINGUISTICHE LANGUAGES’ INTERSECTIONS

Roberta Lucente 116

ATELIER(S) ALFONSO FEMIA *AF517 TRA RECUPERO E INNOVAZIONE: I DOCKS DI MARSIGLIA ATELIER(S) ALFONSO FEMIA *AF517 BETWEEN REHABILITATION AND RENEWAL: THE MARSEILLE DOCKS TRASFORMAZIONI / TRANSFORMATIONS

Maurizio Petrangeli 122

SHIGERU BAN PROGETTARE DOPO LE CALAMITÀ SHIGERU BAN DISASTER RELIEF PROJECTS CATASTROFI / DISASTER OTHERWERE

Nicoletta Trasi


INSTABILE, INSOLITO, INTRICATO.

EDITORIALE

UNSTABLE, UNUSUAL, CONVOLUTED. di / by ALESSANDRA MUNTONI

Z

ygmunt Bauman ci ammonisce a non aver paura dell’incertezza, parola chiave, a suo avviso, del mondo contemporaneo schiavo della globalizzazione. Ma credo che noi, architetti italiani, di incertezza ce ne intendiamo abbastanza, e da lungo tempo. Basta ricordare il saggio di Francesco Dal Co e Mario Manieri Elia La generation de l’incertitude in «L’Architecture d’Aujourd’hui» n. 181, Septembre / Octobre 1975 dedicato all’architettura italiana degli anni del secondo dopoguerra. Ma poi, tornando indietro al secolo del Rinascimento – apparentemente così sicuro di sé, finché Eugenio Battisti col suo Antirinascimento (1962) e Manfredo Tafuri con Ricerca del Rinascimento (1992) ci dimostrano il contrario –, che dire di Lorenzo il Magnifico che nel Trionfo di Bacco e Arianna declamava: “Quanto è bella giovinezza che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto sia, del doman non v’è certezza”? E ricordiamo anche Bruno Zevi che fa l’elogio della crisi permanente, lievito del pensiero e capace di innescare nuove ipotesi per il futuro. Io stessa, nel seminario del 2005 organizzato da Franco Purini alla Facoltà di Architettura sul tema Generazioni e progetti culturali, avevo parlato del Il progetto instabile, ottenendo qualche critica per la verità, confrontando il tema della metamorfosi con la condizione dell’era elettronica, strutturata nel sistema impalpabile e continuamente mutevole delle reti telematiche. Per cui il progetto avrebbe dovuto essere capace di diventare di volta in volta “attrattore” o “interruttore” dello spazio-tempo contemporaneo, aggredendo gli ambiti metropolitani con modellazioni 4

METAMORFOSI 04

Z

ygmunt Bauman cautions us not to be afraid of uncertainty, in his opinion a keyword in the contemporary world enmeshed in globalization. I believe, though, that we Italian architects are quite cognizant about uncertainty, and have been for a while. The essay La génération de l’incertitude written by Francesco Dal Co and Mario Manieri Elia for «L’Architecture d’Aujourd’hui» n. 181, September / October 1975 about Italian architecture in the post-World War II years is an insightful take on this issue. Even going back to the century of Renaissance apparently an age of self-confidence until Eugenio Battisti’s Anti-Renaissance (1962) and Manfredo Tafuri’s Interpreting the Renaissance (1992) proved the opposite was true –, what about the ode Lorenzo the Magnificent declaimed in the Triumph of Bacchus and Ariadne: “Oh, how fair is youth, and yet how fleeting! Let yourself be joyous if you feel it: Of tomorrow there is no certainty”? We should not forget Bruno Zevi and his celebration of permanent crisis as the yeast of thought that can inspire new ideas for the future. In a 2005 seminar organized by Franco Purini at the Faculty of Architecture about Generations and cultural projects, I discussed about the Unstable project myself, as a matter of fact raising some criticism, by relating the theme of metamorphosis with the condition of the electronic age structured in the intangible, constantly changing system of telematic networks. In this context, the project should have been capable of becoming from time to time an “attractor” or a “disruptor” of contemporary space-time by confronting EDITORIAL


interconnesse o, per contro, ritraendosi nei “luoghi dell’altrove” con improvvise e anche bizzarre sconnessioni. La stessa parola metamorfosi, da noi scelta fin dalla metà degli anni Sessanta come orizzonte di ricerca – contro ogni certezza –, spiega la volontà di avvertire quasi fisicamente il transito della “freccia del tempo” come l’ha chiamata Prigogine. Nessun dubbio, d’altra parte, che il πάντα ῥεῖ (tutto scorre) col quale Eraclito sintetizzava il tema del divenire continuo, ne sia l’originario filone di riferimento che certo con la globalizzazione ha poco a che vedere. Si tratta invece della continuità del pensiero laico occidentale, interrotto soltanto allorché la teologia e la ricerca della verità assoluta ha contrastato la coscienza dell’instabilità permanente, costringendo le civiltà al rigore di una fede comune. Ma uscendo dal terreno appartato dell’architettura italiana e dando uno sguardo fuori dalle nostre porte, almeno verso l’Europa, ci accorgiamo che quella ricerca ha una sua forza e continua a produrre esiti consistenti. Guardiamo insieme tre opere recenti, realizzate tra il 2015 e il 2017: la stazione di Arnhem di UN-Studio, la Philharmonie di Parigi di Jean Nouvel e la Central European University di Budapest di O’Donnel + Tuomey. Un luogo di passaggio, un ricettore di risonanze artistiche, una centrale di ricerca e insegnamento: vale a dire tre nodi fondamentali della vita attiva che scorre. Ben van Berkel esplora da decenni l’anamorfosi, manipolando figure insolite della geometria finora usata dall’architettura, senza tuttavia perdere mai di vista la concreta pulsazione civile ed economica delle concentrazioni metropolitane. Iniziata l’ideazione nel 1996, e inaugurata nel dicembre 2015, la stazione di Arnhem rende plasticamente il concetto di snodo di transito e di nuove modalità di trasporto. Il padiglione d’entrata emerge come una sostanza fluida dal terreno per convogliare ai binari i passeggeri, mentre poi i treni scorrono per linee parallele ben visibili dalla città. Di notte assomigliano a una flotta di serpenti luminosi, con occhi aperti sulla schiena, simbolo di uno scivolamento silenzioso accanto ai ritmi quotidiani che restano indisturbati. Agli ingressi sono aboliti i pilastri e l’ing. Ove EDITORIALE

the metropolitan sites with interconnected models or, on the contrary, by retracting in the “places of elsewhere” with sudden and even bizarre disconnections. The word metamorphosis itself that we chose since the mid-1960s as the guide for our research – against any certainty –, explains an intention to recognize the almost physical transit of the “arrow of time” as Prigogine called it. On the other side, there is no doubt that the constant becoming summarized by Heraclitus as πάντα ῥεῖ (everything flows) is its original frame of reference and has certainly very little in common with globalization. What is at stake is rather the continuity of Western lay thought that only theology and the pursuit of absolute truth interrupted by denying the awareness of permanent instability, and by submitting the civilizations to the rigor of a common faith. However, if we look beyond the secluded field of Italian architecture across our borders, at least towards Europe, we realize that research retains a power of its own and continues to produce remarkable results. Three recent works, built between 2015 and 2017, may exemplify just that: UN-Studio’s Arnhem Central Station, Jean Nouvel’s Philharmonie de Paris, and O’Donnel + Tuomey’s Central European University in Budapest. A place of transit, a receptor of artistic resonances, a hub of research and teaching – or three crucial cores of flowing active life. Ben van Berkel has explored anamorphosis for decades by manipulating geometrical figures unusual for architecture all while never losing sight of the actual civic and economic pulse of metropolitan settlements. The design process for his Arnhem Central Station, a building that sculpturally reflects the concept of transit hub and new transportation modes, started in 1996 and achieved completion with the inauguration in December 2015. The entrance pavilion emerges like a flowing substance from the ground to direct the passengers towards the platforms, while the trains themselves flow along parallel lines well visible from the city. At night, they look like a fleet of glowing snakes with their eyes open on the back, as the symbols of a silent sliding alongside daily rhythms that remain undisturbed. The Ove ALESSANDRA MUNTONI

5



ARCHITETTURE PER LE CITTÀ DI MARE

ARCHITECTURES FOR SEASIDE CITIES di / by ROSARIO PAVIA

runo Zevi negli anni del suo insegnamento a Roma ha contribuito a far radicare nella scuola l’unitarietà culturale del progetto di architettura e di urbanistica, coniando in proposito il termine urbarchitettura. Zevi è stato molto presente nella formazione degli architetti romani, non solo attraverso il suo ruolo accademico, ma anche, per molti anni, attraverso gli animati dibattiti dei Lunedì dell’Architettura presso lo storico palazzo Taverna. Molto prima dei teorici del Landscape Urbanism, Zevi parlò della dilatazione del progetto di architettura nel paesaggio (Paesaggistica e linguaggio grado dell’architettura). Perché ho bisogno di questo riferimento per introdurre una riflessione sui progetti urbani di Guendalina Salimei con cui ho avuto modo di lavorare in molte occasioni? Guendalina Salimei ha assimilato molti insegnamenti di Zevi e più in generale gli orientamenti propri della scuola di architettura di Roma. Si badi non voglio significare con il termine scuola una struttura unitaria di pensiero e di linguaggio, ma piuttosto una cultura del progetto che ha fatto del rapporto con la storia, la città, l’urbanistica, la stratificazione dei tessuti edilizi, lo studio del contesto e delle relazioni spaziali, l’interpretazione dell’esistente e del nuovo, il fondamento del processo ideativo. Sulla formazione di Guendalina Salimei ha contribuito non solo il mondo accademico e professionale impegnato nella facoltà di architettura di Roma, da Quaroni, a Fiorentino, a Sacripanti e Pellegrin, ma la città stessa con il suo potente repertorio di immagini, di forme e di figure. Tra queste senz’altro quelle legate alla stratificazione, alla permanenza di tracciati, al suolo che si apre e rivela il sotterraneo, all’innesto nel corpo della città di sistemi naturali, alla fluidità dell’architettura barocca, alla sua capacità di connessione delle parti urbane.

B

ARCHITETTURE PER LE CITTÀ DI MARE

uring the time he taught in Rome, Bruno Zevi helped establish the cultural unity of architectural and urban design, or urbarchitecture as he defined it, in the academic realm. Zevi was a key figure in the education of Roman architects, not just because of his academic role but also with the heated discussions of the Mondays of Architecture held for many years at the historical Palazzo Taverna. Long before the theorists of Landscape Urbanism, Zevi spoke of the expansion of architectural design within landscape (Paesaggistica e linguaggio grado dell’architettura). I rely on this particular reference to introduce my discussion of Guendalina Salimei – with whom I had the opportunity to work in many occasions – and her urban designs because she absorbed many of Zevi’s lessons and more in general the guidelines of the School of Architecture of Rome. In this case, the term “school” does not imply for me a unified structure of thinking and language but rather a design culture that develops its conceptual process from the relationship with history, the city, urban planning, the layering of built fabrics, the study of context and spatial relations, the interpretation of existing and new structures. Besides the academic and professional group that operated at the Faculty of Architecture of Rome – from Quaroni to Fiorentino, Sacripanti and Pellegrin – it was the city itself that contributed to Guendalina Salimei’s education with its powerful heritage of images, forms and figures. Some of these elements pertaining to the city certainly include those connected to the layering, the permanence of tracings, the ground that opens up to reveal the underground, the grafting of natural systems in the body of the city, the fluidity of Baroque architecture, its power of connecting different

D

ROSARIO PAVIA

11


Fondatori Giancarlo Fantilli, Roberto Grio, Maria Augusta Mainiero, Giovanni Pogliani, Renato Quadarella, Guendalina Salimei Senior Architects Luisella Pergolesi, Claudio Salimei Team Davide Marzo, Anna Chiara Giustizieri, Annalisa Pilati, Paola Perri, Riccardo Vescio, Federica Amore, Teodora M.M. Piccinno, Paola Quarta, Ilaria Eterno Consulenti Giovanni Bulian, Stefano Mavilio, Rosario Pavia Amministrazione & Comunicazione Francesca De Marchi, Giovanna Lo Re, Valentina Savelli, Angela Silvana Ladogana

1994-2017 Cosimo Ambrogio, Beatrice Amodeo, Davide Andriola, Tommaso Angeletti, Ivo Astazi, Inga Atvirukas, Fabio Barilari, Alessandra Barnabei, Chiara Belcastro, Luca Bernardi, Vincenzo Bernardi, Monica Bertazzoni, Nicola Bissanti, Marco Bottoni, Valerio Bramucci, Maurizio Brilli, Maria Teresa Bruca, Flavio Buccella, Gianni Carletti, Tiziana Carlucci, Emanuele Carmignani, Giorgia Castellani, Emanuela Ceccarelli, Gabriele Chiaretti, Luca Ciliani, Emanuel Ciuffreda, Simone Colucci, Licia Comune, Francesca Contuzzi, Giovanni Croce, Greta Crola, Gianluca Daga, Francesco D’Ambrosio, Denise Damiani, Elisabetta Dattilo, Massimiliano Davì, Silvia De Angelis, Alessandra De Berardis, Marco De Francesco, Alejandro De La Rosa, Alessandro Della Polla, Ilaria Di Clemente, Alessandro Di Clemente, Valeria Di Cola, Lucilla di Paolo, Martina di Pardo, Silvia Di Siena, Valeria Di Toro, Claudia Di Virgilio, Monika Dinkel-Carina, Enza Donato, Anna Esposito, Katia Fabbri, Alessandra Faticanti, Romina Fava, Fabio Ferone, Silvia Frezza, Giuseppe Galante, Francesco Gentilucci, Lucilla Ghirga, Giulia Giampiccolo, Lucio Giecillo, Bruno Giuseppini, Ricardo Lorenzo Gomez, Egest Goxhaj, Andrea Greco, Pasquale Greco, Alberto Gurruchaga Pérez, Fabrizio Iacurci, Paolo Invidia, Aldona Maria Kriet, Andrea Laganà, Claudia Lahman, Marta La Pica, Nadia Leccese, Mathilde Loubry, Linda Mambrini, Andrea Mancuso, Camilla Manni, Mirko Mascioli, Sabrina Mastroianni, Martina Mattia, Elisabetta Mattiucci, Daniele Mecucci, Mario Mele, Giuseppe Mesoraca, Vanessa Mingozzi, Rosetta Mirabelli, Achille Molitierno, Marco Montagliani, Marika Moscatelli, Leon Giulio Niglia, Alessandro Orsini, Valerio Pallottino, Alessandro Pantanella, Maria Parducci, Sara Pascolini, Adelaide Pasetti, Vilma Pasiauraite, Andrea Pavia, Lucia Perrone, Veronica Piacentini, Valeria Piersanti, Claudia Pitolli, Dea Politano, Antonella Radicchi, Filippo Ratini, Elio Rava, Marta Reina, Alessandra Riccio, Fabrizio Romano, Paolo Rossi, Miguel ÁngelRuiz López, Francesco Ruperto, Michele Savino, Vincenzo Scarano, Carmen Pia Scarilli, Renata Schedler, Augusto Schiavi, Federica Scognamiglio, Maria Cristina Sorvillo, Francesco Tacconi, Giulia Testiccioli, Gabriel Thiellemen, Alice Trusiani, Nicoletta Valanzano, Giulia Vanni, Giuditta Vicari, Virgilio Vincis, Valerio Vincioni.


Tstudio, fondato da Guendalina Salimei con Giancarlo Fantilli, Roberto Grio, Mariaugusta Mainiero, Giovanni Pogliani e Renato Quadarella, ha sede principale a Roma e dal 2008 ad Hanoi (Vietnam). Sin dall’inizio, l’attività di ricerca dello studio trova uno specifico campo d’interesse nell’indagine delle relazioni complesse che si instaurano tra le metodologie progettuali e le modalità d’intervento nell’ambiente costruito e naturale, ponendo l’accento sugli aspetti della sostenibilità applicata a situazioni di degrado e disagio. Fondamentale è la dimensione storica, sociale ed economica delle aree oggetto di studio, quindi la consapevolezza che i nuovi approcci di progettazione architettonica non possano essere scollegati dalla conoscenza del territorio. Lo studio vince numerosi concorsi nazionali e internazionali e ottiene vari importanti riconoscimenti, tra i quali: XII e XIV Triennale di Architettura di Sofia, il Premio Pertica - Oscar della città di Roma, il Premio Selinunte,il Premio Urbanistica UrbanPromo e i premi ICONIC AWARDS 2018: Innovative Architecture –Cimitero di Frascati e Auditorium della Tecnica. Partecipa a numerose mostre, tra cui: VII, X XI XII XIII di Biennale di Venezia, cui nella XIII edizione ha curato il Padiglione Epicentro, la III Biennale di Architettura di Pechino, l’UIA di Tokyo e di Durban e in varie città del mondo, pubblica su riviste nazionali ed internazionali. Guendalina Salimei, docente alla Sapienza di Roma, tiene conferenze e partecipa a giurie e simposi in varie istituzioni anche straniere e dal 2017 è Direttore del Master Internazionale di II Livello in “Progettazione degli edifici per il culto” - Sapienza Università di Roma Tstudio, founded by Guendalina Salimei, Giancarlo Fantilli, Roberto Grio, Mariaugusta Mainiero, Giovanni Pogliani and Renato Quadarella, is based in Roma and, by 2008, in Hanoi (Vietnam). The research activities of the office focus on the investigation of the complex relationships between design methodology and ways of interventation in the built and natural environment, paying attention to the sustainability aspects, applied to situations of degradation and hardship. The historical, social andeconomic dimension of the areas, object of study is fundamental , therefore the awereness that the new architectural design approaches cannot be disconnected from the knowledge of territory. The office wins numerous national and international competitions and among main awards: the Rome Architecture Award in 2002, XII and XIV Architecture Triennale di Sofia, the Pertica Prize - Oscar of the City of Rome 2015 and the Prize for Urbanism of UrbanPromo in 2016 and ICONIC AWARDS 2018: Innovative Architecture – Winners for Cemetery of Frascati and Auditorium della Tecnica. The studio participates in numerous exhibitions, among which we mention: VII, X XI XII XIII Venice Biennale, the Beijing Architecture Biennale III, Tokyo UIA and the Epicenter Pavilion at the XIII Biennial Architecture of Venice. Guendalina Salimei, professor at the Sapienza University of Rome, lectures and participates in juries and symposia in various Institutions, including foreign ones, and since 2017 she is Director of the International Master's Degree in "Design of Religious Buildings " - Sapienza University of Rome

MEMORIA E INNOVAZIONE MEMORY AND INNOVATION MUSEO NELL'EX CHIESA DELL'ANNUNZIATA

24

AUDITORIUM DELLA TECNICA

28

SCUOLA AL CORVIALE

32

ALLESTIMENTO DELL’EX CASERMA COSENZ

36

UFFICI PRIVATI

38

CASA PRIVATA

40

LINEE D’ACQUA WATER LINES CENTRO SERVIZI AL PORTO DI TARANTO

42

PORTO MONUMENTALE DI NAPOLI

46

DAO VIET ECO-CITY

50

WATERFRONT MESSINA

54

MACCHINA DELL’ABITARE MACHINE FOR DWELLING CHILOMETRO VERDE AL CORVIALE

58

ALLOGGI SOSTENIBILI

62

SOCIAL HOUSING

66

QUARTIERE BIOSOSTENIBILE

68

GEOGRAFIE URBANE URBAN GEOGRAPHIES CAMPUS UNIVERSITARIO

72

COMPLESSO TURISTICO

76

CIMITERO DI FRASCATI

80

CHIESA S.IGNAZIO DA LACONI

84

INTERSEZIONI INTERSECTIONS CIMITERO PIANURA

88

SPAZI PUBBLICI E CENTRO SERVIZI

90

VIA SPARANO

92


AUDITORIUM DELLA TECNICA Roma, Italy

Programma/Program Riqualificazione Auditorium della Tecnica, Palazzo Confindustria Renovation “Auditorium della Tecnica”, Palazzo Confindustria Luogo/Location Roma, Italy Committente/Client Aedificatio s.p.a. Progetto/Project 2015, Primo Premio/ First Prize Realizzazione/ Construction 2016 realised Team Progettazione architettonica/ Architecture: Tstudio G.Salimei Progettazione strutturale/Structure: F.Trimarchi Progettazione impiantistica/MEP: P.Torelli Impresa esecutrice/ Contractor Sarep s.r.l., CLIMATER Direzione Lavori: D.Germanò; ufficio D.L.: G.Salimei con D.Marzo, F.Ferone e A.C.Giustizieri

28

METAMORFOSI 04

A

ll’EUR in un lotto adiacente al Palazzo della Civiltà del Lavoro si trova il palazzo di Confindustra costruito alla fine degli anni Sessanta dagli architetti Vincenzo e Edoardo Monaco. All’interno di questo, vi è l’Auditorium della Tecnica, un Centro Congressi dotato di un grande foyer e di una sala convegni di 800 posti. Gli interni furono progettati dall’architetto Pierluigi Spadolini tra il 1971 e il 1974 che realizzò un interessante progetto di design connotato da alcuni elementi espressivi: una sequenza di pilastri che, con una struttura simile ad alberi, si librano nello spazio a doppia altezza del foyer e una sala a forma circolare la cui spazialità è accentuata da un controsoffitto a raggiera. L’intervento di valorizzazione dell’Auditorium della Tecnica ha voluto ridare vita ad uno spazio di pregio, recentemente reinserito nel circuito dell’Architettura del moderno della città di Roma. Il progetto fornisce una nuova energia al complesso conservando il pregio e il valore della struttura esistente, ma modernizzando l’impianto sia dal lato tecnico, attraverso un adeguamento normativo che prevede l’impiego di materiali innovativi e di qualità, sia dell’immagine globale. Partendo dal foyer, viene reinterpretato il carattere spaziale a doppia altezza della “struttura” ad alberi ripetuti attraverso l’uso di un nuovo materiale: l’acciaio. Il nuovo materiale genera una variazione della percezione spaziale, trasformando uno spazio, prima percepito come cupo, in uno spazio luminoso e dinamico. Contribuiscono a questa percezione un’illuminazione interna innovativa e un nuovo effetto cromatico. La pavimentazione lapidea è in totale continuità con il rivestimento esterno in pietra, così da far sembrare questo spazio un interno urbano vivibile. La sala è stata oggetto di una profonda trasformazione: tutti i gradoni esistenti sono stati sostituiti da altri più ampi, il controsoffitto è caratterizzato con una nuova spazialità da lievi salti di quota concentrici che valorizzano lo spazio della sala, al centro della quale è stata reinterpretata, in chiave contemporanea, una grande lumiera circolare. La sala è dotata anche di un’alta efficienza acustica e di una tecnologia molto avanzata: un impianto di amplificazione professionale, schermo plurimo e un sistema di lighting evoluto e duttile.

A

t the EUR, in a lot adjacent to the Palazzo della Civiltà del Lavoro, is the Confindustra Palace, built in the late 1960s by architects Vincenzo and Edoardo Monaco. It contains an Industrial Science Auditorium, a Congress Center with a large foyer and an 800-capacity convention hall. The interior of the Congress Center was designed by architect Pierluigi Spadolini between 1971 and 1974. He created an interesting design project for this space, which featured some expressive elements: a series of pillars that, with a tree-like structure, hover in the space twice the height of the foyer, and a circular room whose spatiality is heightened by a radial ceiling. The enhancement of the Technical Auditorium is designed to restore life to a prestigious space that has recently been reinserted in the circuit of Modern Architecture in the city of Rome. The project aims to infuse new energy into the complex by preserving the value of the existing structure through an intervention whose objectives are respect for the original design and concept, and a complete modernization of the technical structure, both through the use of innovative quality materials, by means of a regulatory upgrade, and its overall image. Starting from the foyer, the intervention has involved a reinterpretation of the double-height spatial character of the repeated tree "structure" through the use of a new material, steel. Steel trees have generated a variation in spatial perception, transforming a space perceived before as gloomy into a luminous, dynamic one. An innovative concept of interior lighting and a new chromatic effect contribute to this perception. The stone pavement is in total continuity with the external stone cladding, so as to give this space the semblance of a bright, lively urban interior. The hall has undergone a profound transformation: all the existing steps have been dismantled to be replaced by larger steps. The false ceiling is conceived with a new spatiality characterized by slight concentric leaps in height to enhance the space of the room, at the center of which a large circular lumière has been reinterpreted in a contemporary key. The room is equipped with a high acoustic efficiency and a very advanced technology: a professional amplification system, multiple screen and an advanced, adaptable lighting system.

AUDITORIUM DELLA TECNICA


Vista dall’alto Building site Vista del foyer Foyer view Foto di Photo by Luigi Filetici ©.

AUDITORIUM DELLA TECNICA

MEMORIA E INNOVAZIONE

29


Vista della sala con la nuova lumiera View of the conference room with the new lighting element Vista della sala circolare View of the round conference room Foto di Photo by Luigi Filetici ©. 30

METAMORFOSI 04

AUDITORIUM DELLA TECNICA


Vista d'insieme del foyer Overall view of the foyer Foto di Photo by Luigi Filetici ©. Dettaglio degli alberi del foyer Detail of the pillars Foto di Photo by Luigi Filetici ©.

AUDITORIUM DELLA TECNICA

MEMORIA E INNOVAZIONE

31


CENTRO SERVIZI PORTO DI TARANTO MIXED-USE BUILDING ON TARANTO PIER Taranto, Italy

Programma/Program Centro Servizi Polivalente per usi portuali al molo San Cataldo del porto di Taranto Mixed-use building in San Cataldo Pier Luogo/Location Taranto, Italy Committente/Client Autorità Portuale di Taranto RUP D.Daraio Progetto/Project 2009- 2011 Primo Premio/ First Prize Realizzazione/ Construction 2016- in costruzione/ in progress Team Progettazione architettonica/ Architecture: Tstudio G.Salimei Progettazione urbanistica/Urban planning:R.Pavia, M.Di Venosa

I

l recupero del molo S. Cataldo come waterfront, si pone l’obiettivo di reintegrare la città di Taranto con il porto. Il Centro servizi polivalente è un edificio che si inserisce perfettamente nel contesto del molo, ponendosi come nuova “porta della città” sul mare. Il concept dell’edificio si fonda sull’idea di un’architettura che nasce dal suolo e si conforma come edificio percorso che permette l’articolazione in vari corpi di fabbrica. Sono due e sono pensati per creare un “paesaggio” nuovo, dinamico e percorribile; slittano e si sviluppano con un andamento sinuoso e organico, articolati attorno a degli spazi aperti attrezzati, un giardino mediterraneo e un hortus conclusus. L’insieme assume una forma fluida, un volume-percorso che protendendosi verso il mare coinvolge la parte terminale del molo con la statua di S. Cataldo, elemento emergente, inglobandola in un nuovo basamento a gradoni. L’integrazione tra il Molo e l’edificio si rende quindi concreta con un’architettura ricca di passeggiate belvedere, percorsi in quota e volumi che, come cannocchiali, inquadrano il paesaggio circostante, facendo in modo che il nuovo Centro Servizi Polivalente divenga un nuovo polo attrattivo non solo per la città di Taranto ma per tutto il Golfo. L’obiettivo del progetto è promuovere nuovi spazi d’incontro e nuove centralità e opportunità di riqualificazione e valorizzazione della città.

T

he retrieval of the S. Cataldo Pier as waterfront has the goal of reintegrating the city of Taranto with its port. The multipuropose Service Center Building, in its integration with the pier structure, establishes itself as the new “city gate” onto the sea. The concept is based on the idea of an architecture that starts from the ground and takes shape as a building path that allows an articulation into two architectural bodies, designed to create a new, dynamic, transitable “landscape”; easing and developing with a sinuous, organic gait, articulated around the open, service-equipped spaces, a Mediterranean garden and a hortus conclusus. The whole takes on a liquid form, a volume-path that, stretching out towards the sea, engulfs the end of the pier with the Statue of San Cataldo, the main point of the site, incorporating it into a new terraced base. The integration of the pier and the building is made concrete with an architecture replete with panoramic walkways, sloped, volume-forming paths that, like telescopes, frame the surrounding landscape, making the new Multipurpose Service Centre into a new pole of attraction not only for the city of Taranto but for the entire Gulf. The project goal is to promote new meeting spaces and new centralities, and opportunities for redeveloping and enhancing the city.

Progettazione strutturale e impiantistica/Structure and MEP: COOP Progetti, V.Filippetti Impresa esecutrice/ Contractor CHRISTIAN COLOR S.r.l, Antonacci Termoidraulica S.r.l., Cardinale S.r.l. Direzione Lavori: G.Salimei; ufficio D.L.: E.Costa, M.Di Venosa, B.Nutile, G.Tonti

42

METAMORFOSI 04

MIXED-USE BUILDING ON TARANTO PIER


Fotoinserimento Architectural design mock-up Vista a volo d’ uccello del centro servizi Bird’s-eye view of the multifunctional centrems Schemi volumetrici Volumetric diagrams

CENTRO SERVIZI PORTO DI TARANTO

LINEE D’ACQUA

43


Il centro servizi visto dal mare The multifunctional centre, view from the sea Il centro servizi: l’ingresso The multifunctional centre: the entrance

44

METAMORFOSI 04

MIXED-USE BUILDING ON TARANTO PIER


Vista a volo d’ uccello del centro servizi Bird’s-eye view of the multifunctional centre

CENTRO SERVIZI PORTO DI TARANTO

LINEE D’ACQUA

45


DAO VIET ECO-CITY Ha Long Bay, Vietnam

Programma/Program Dao Viet Eco-city, Ha Long Bay Dao Viet eco-city, Ha Long Bay Luogo/Location Ha Long Bay, Vietnam Committente/Client Petrovietnam Premier Recreational (PVCR) JsC Progetto/Project 2012 Primo Premio / First Prize Team Progettazione architettonica/ Architecture: Tstudio G.Salimei Progettazione urbanistica/Urban planning: R.Pavia, Studio Ferrari Progettazione idraulica/ Hydraulic design: Majone& Partners S.r.l. Efficientamento energetico/Energy efficiency: Transsolar Klima Engineering Sostenibilità ambientale/Environmental sustainability: G.Pfeifer, Malearc Local partner: Ideas Co. Ltd

50

METAMORFOSI 04

L

e sfide del progetto di un insediamento sull’acqua situato di fronte a una delle baie più belle del mondo, Ha Long Bay, sono notevoli, non solo per la vasta area interessata ma anche per il “carattere speciale” dell’area. Le migliaia di isole sono riconosciute dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità ed hanno una posizione, dal punto di vista ambientale, molto delicata poiché qui tre fiumi, convergendo, sfociano in mare. Il paesaggio è quello della laguna e l’acqua è l’elemento dominante. La città deve esaltare le caratteristiche del paesaggio, confrontarsi con il rapporto tra costruzione e acqua e deve rispettare le tradizioni costruttive del luogo. Le strategie adottate dal progetto operano un’interessante sintesi tra il sistema del paesaggio originario, il terraforming e il sistema tipologico tradizionale reinterpretato in chiave contemporanea. Il primo, sintesi tra clima, spazio e figuratività del progetto lavora con la modellazione del paesaggio e i suoi elementi caratterizzanti, combina l’interpretazione geometrico-plastica della topografia locale e delle sue caratteristiche geomorfologiche (il carsismo), ibridandole con strutture urbane presenti nelle città vietnamite. Il secondo, invece, lavora sulla reinterpretazione tipologica dei tipi autoctoni, sia quelli le cui le soluzioni si sono evolute e affinate con il tempo come risposta ai problemi climatici, sia quelli le cui caratteristiche distributive si sono adattate ai modi di abitare e ai comportamenti sociali. Come suggestione è stata assunta Venezia, esempio straordinario di città interamente sull’acqua, perfettamente funzionante e di grande bellezza. Il parallelo tra il paesaggio vietnamita e quello veneziano è paesaggistico ma anche culturale. In entrambi i casi il rapporto tra paesaggio antropico e quello d’acqua forma uno stretto legame, condizionando i sistemi d’insediamento e le soluzioni architettoniche, fino a diventare un unicum al mondo. Anche la mobilità veneziana è un esempio unico alla scala della città, un modello funzionante senza automobili e precursore di scenari futuri di mobilità alternativa e di città sostenibile.

T

he challenges presented by the project are very important not only because of the very large area covered by the project, but also because of the extremely “special character” of the area. The thousand islands are a UNESCO World Heritage site and they occupy an environmentally critical position in a portion of the lagoon where three rivers converge and empty into the sea. The landscape is typical of lagoons and water dominates. The city must enhance the landscape features by respecting the aqueous water element and local building traditions. The design follows two strategic approaches: Terra-forming and Typological Transformation. Terraforming is a synthesis between climate, space and imagery of the project. Byorking with landscape modeling and its characteristic elements, it combines the geometric interpretation of the local- plastic topography with its geomorphological features (karst) to it to the urban structures of Vietnamese cities. Typological Transformation concerns typical local buildings and responds to the weather patterns but also to the distributive characteristics suitable to the way of life and social behaviour. By analogy, the city of Venice in Italy has been adopted as the design reference. Venice is an extraordinary example of a city living on water, perfectly functional and of great beauty. The parallel between Dao Viet and Venice is based not only on the similarity of the geographical features and sea & landscape (a lagoon at river deltas), but also on the many cultural similarities. The parallels between the two places suggest a very close relationship between the man-made landscape and the waterscape that shapes the systems of the human dwellings and their architectural solutions. In particular, what fits in comparison are the mobility and the extraordinary nature of the experience. The Venetian mobility model, working without automobiles, is a case that is at this time still the only one on such an urban scale: in this sense it is a precursor of future scenarios of alternative urban mobility.

DAO VIET ECO-CITY


Le isole della baia Ha Long / Islands in Ha Long bay Dao Viet - Volo d'uccello Bird’s eye view Dao Viet

DAO VIET ECO-CITY

LINEE D’ACQUA

51


“Terra - Forming” schemi concettuali e schema bioclimatico Conceptual schemes and bioclimatic scheme "Testa del "Drago" isola principale Bird’s eye view dragon’s head

52

METAMORFOSI 04

DAO VIET ECO-CITY


Le ali del Drago - isole Bird’s eye view wings of the dragon Volcano Hotel Schema del complesso ricettivo Volcano Hotel Scheme of the complex Gli isolotti The islands

DAO VIET ECO-CITY

LINEE D’ACQUA

53


COMPLESSO TURISTICO TOURIST COMPLEX

Jeddah, Arabia Saudita

Programma/Program Complesso turistico, Jeddah Tourist Complex, Jeddah Luogo/Location Jeddah, Arabia Saudita Committente/Client Ente governativo - Regno dell’Arabia Saudita Progetto/ Project 2011 Team Progettazione architettonica e urbana/ Architecture and Urban planning: Tstudio G.Salimei con A.De Berardis Progettazione Impiantistica/MEP: Interstudio, C.Ripanti

I

l progetto prende vita nella parte a Nord della città di Jeddah, in un’area coinvolta da una recente espansione che si trova sulla costa poco lontana dalla strada principale, che collega il Mar Rosso alle città costiere. L’eccezionalità del sito, il rapporto di grande fascino tra mare e deserto, il suo legame con le tradizioni e la storia dell’Arabia Saudita sono stati elementi ispiratori del progetto che nasce dalla volontà di unire elementi primari, il mare e la terra, le rocce e l’acqua, in un insieme fortemente simbolico e rappresentativo, capace di procurare agli ospiti e ai visitatori un’esperienza unica e un’occasione di conoscenza della ricchezza della cultura e del paesaggio arabo. La compresenza di attività molteplici e la necessità di avere funzioni diverse hanno portato a pensare un complesso di edifici composto da una parte basamentale fortemente legata all’orizzontalità del paesaggio, in cui trovano posto gli spazi per i visitatori e le parti comuni, e una serie di elementi singoli che si poggiano su specchi d’acqua ora artificiali (le piscine) ora naturali (il mare) realizzando un gioco di specchi che moltiplica le superfici ed esalta le geometrie. Il centro turistico è composto da sette edifici a forma di roccia, in pianta hanno diametri e altezze diverse con un minimo di 2 piani a un massimo di 8. All’interno presentano corti verdi, “oasi” dotate di vegetazione autoctona, condizione che permette di ottenere situazioni differenti a seconda che l’affaccio sia verso l’esterno o verso l’interno. Tre ospitano prevalentemente camere, le restanti sono destinate a funzioni “d’eccellenza” quali il Centro Congressi, Ristoranti e una Sala per concerti. Gli ultimi piani sono caratterizzati da terrazze e belvederi, che ospitano funzioni ricreative.

T

he project is located in the northern part of Jeddah City, which lies along the seashore not far from the major road linking the Red Sea coast to different towns. The uniqueness of the project area as well as the fascinating relationship between desert and sea – tightly linked to Saudi Arabia’s traditions and history – have inspired and guided the design project. The design links, (more specifically merges) the sea with the land, the rocks and the water, in a highly representative and strongly symbolic architectural complex able to provide its guests and visitors with a unique experience and the chance for a firsthand encounter with the riches of the Arabic culture and landscape. The design proposal is, for this reason, made up of two different parts: a base – closely recalling the horizontal development of the surrounding landscape - to house the common spaces, and the visitor areas: a series of “stones” or stone-shaped buildings that “float” either on artificial water surfaces (the pools) or on natural ones (the sea). The play of reflections of each building on the water multiplies its surfaces and brings out its geometries and shapes. The seven “stones” are made up of two to eight levels with a circular floor plan of different diameters and heights. Inside are green courts, “oases” filled with lush indigenous vegetation, that provide different sights and spatial conditions, depending on whether the rooms give onto the exterior or the interior of the building. Three of the “stones” are for the mostly house hotel rooms and suites, while the remaining ones serve for prominent functions such as a Convention Hall, Restaurants, Concert Hall. The upper floor of the higher “stone” houses a “food court” with several different restaurants that offer an undisturbed view of the surrounding landscape. The top floors are characterized by terraces and belvederi, which host recreational functions.

Dettaglio texture del rivestimento della facciata Detail of the texture of the covering 76

METAMORFOSI 04

TOURIST COMPLEX


COMPLESSO TURISTICO

GEOGRAFIE URBANE

77


La pietra del territorio e la texture di progetto Traditional stone and texture of the covering Schemi progettuali Project Diagrams Il prospetto visto dalla baia Facade's view from the bay

78

METAMORFOSI 04

TOURIST COMPLEX


COMPLESSO TURISTICO

GEOGRAFIE URBANE

79


CIMITERO DI FRASCATI CEMETERY IN FRASCATI Frascati, Italy

Programma/Program Ampliamento del cimitero comunale di Frascati Cemetery expansion in Frascati Luogo/Location Frascati, Italy Committente/Client Comune di Frascati Tuscolania Srl Progetto/ Project 2009-2011 Primo Premio/ First Prize Realizzazione/ Construction 2016-2017 realizzato I° stralcio Team Progettazione architettonica/ Architecture: Tstudio G.Salimei Progettazione strutturale e impiantistica/ Structure and MEP: ERREGI s.r.l. Impresa esecutrice/ Contractor Cooperativa Costruzioni Soc. Coop, Tuscolania srl Direzione Lavori: G.Salimei con L.Pergolesi, F.Ferone e D.Marzo

80

METAMORFOSI 04

I

l progetto dell’ampliamento del nuovo cimitero di Frascati mira alla valorizzazione del carattere storico, architettonico ed estetico del sito nel tentativo di inserire il complesso cimiteriale in un sistema paesaggistico integrato con l’ambiente caratterizzato da terrazzamenti, tipico dei Castelli Romani. Reinterpretando il luogo originario, il progetto s’integra con l’ambiente naturale dando origine a una struttura che, percorribile su più livelli, si trasforma in un giardino dove la natura e l’artificio s’integrano fino a sovrapporsi e diluirsi l’uno nell’altro. Luogo non solo del rimpianto e del compianto, ma spazio che può rappresentare occasione di riflessione, tutte attività che richiedono uno spazio che sia altro rispetto al fragore urbano. Il cimitero che riprende l’idea delle sepolture semi-ipogee è organizzato attraverso corti che rappresentano la struttura di raccordo tra la traccia del nuovo impianto ed il cimitero esistente e sono tra loro morfologicamente diverse, tutte introverse. Esse rappresentano una sorta di filtro, un’area di mediazione che si adattano così al carattere del luogo ed alle motivazioni che inducono a visitarlo. Le corti del silenzio sono caratterizzate dalla presenza alternata di ulivi e cipressi e da un’architettura ipogea scavata stratificata, posta al di sotto del mondo superiore verde. All’interno di essa è stata prevista una scultura in pietra locale vulcanica, che racconti la storia del territorio. L’ossatura del progetto è una promenade paysagèe che si configura come una sorta di “percorso di pace”, dove la presenza delle sepolture si percepisce appena. La promenade attraversa il cimitero longitudinalmente e trasversalmente mettendo in comunicazione: i due giardini tematici, il giardino della memoria con quello della pace, l’ingresso principale e l’area delle cappelle. Al centro, lì dove s’incontrano i due percorsi, sorge “la piazza della preghiera”. Qui, attraverso ad una grande vasca d’acqua e alla cappella, si organizzano i servizi al pubblico, un’area di sosta e di meditazione per i visitatori.

T

he project aims at exploiting the historical, architectural and aesthetic characteristics of the location by inserting the cemetery complex into a landscape system, supplemented with the terraced environment of Castelli Romani, a center close to the city of Rome. The original location has been reinterpreted by supplementing the built environment with the natural environment, giving rise to a structure that, while viable on many levels, becomes a garden where nature and artifice mingle to the point superimposing and dissolving into each other. It is not only a place of grief and lament, but a space for reflection: all activities that require a space that is other than the urban hubbub. The courts are the connecting structure between the outline of the new layout and the existing cemetery, and are morphologically different, all introverted, as a sort of filter, an area of mediation, which therefore adapts itself to the character of the place and the motivations for visiting it. Called“courts of silence,” they are marked by the alternating presence of olive and cypress trees and by an architecture that reinterprets the stratified, excavated hypogean architecture, placed below the green upper world, and this is why they have been lined with a local volcanic stone that echoes the area’s history. The backbone of the project is a promenade paysagèe and is configured as a “path of peace,” punctuated by olive and cypress trees, where the graves are hardly noticed. The promenade crosses the cemetery longitudinally and crosswise, joining two thematic gardens: the garden of memory and the garden of peace, and the main entrance with the chapel area. In the center, where the two paths meet, is “the plaza of prayer.” Here, around a great tub of water and the chapel, public services take place, and area of quiet and meditation for visitors.

CEMETERY IN FRASCATI


Le corti / The courtyards Schema volumetrico Drawing of the volume Vista dall’alto View from above Foto di Photo by Luigi Filetici ©.

CIMITERO DI FRASCATI

GEOGRAFIE URBANE

81


La corte del silenzio The courtyard of silence Le cappelle: dettaglio delle porte in lamiera di corten forata The chapels: detail of the drilled metal doors Sezione di progetto Project section Foto di Photo by Luigi Filetici Š.

82

METAMORFOSI 04

CEMETERY IN FRASCATI


Dettaglio della facciata della sala di meditazione Meditation room, detail of the facade. La promenade paysagée: un percorso di pace Promenade paysagée: the path of peace Foto di Photo by Luigi Filetici ©.

CIMITERO DI FRASCATI

GEOGRAFIE URBANE

83




Biomimesi e Robotica nella nuova architettura Biomimetic and robotic in architecture

L

TERRITORI DIGITALI DIGITAL a cura di / editor

Rosalba Belibani

a frontiera della ricerca sull’architettura e la sua costruzione ha incontrato negli ultimi anni algoritmi digitali e conseguenti progetti dalle geometrie complesse, realizzati da stampanti 3D, in un processo di costruzione che a sua volta informa e genera il processo progettuale. I nuovissimi prodotti di queste sperimentazioni spaziali sono la manifestazione più evidente di una sintesi pluridisciplinare, l’applicazione pratica di un joint programmatico tra progettazione architettonica, digitale, robotica, chimico-fisica. Oggi, come mai prima, il progetto e la costruzione contemporanei si riferiscono alla natura copiandola - così sembrerebbe a un primo sguardo. Strutture cellulari, coperture filamentose aracnoidi, morfologie granulari, geometrie frattali. In realtà, la mimesi non è forzosa, pur evidenziando ai più attenti una non malcelata volontà culturale tesa a un ritrovato rapporto con l’ecologia ambientale. Accade che il disegno del progetto favorito dalle tecnologie digitali, leggi pure dall’architettura parametrica, può simulare più naturalmente elementi vitali in una evoluzione dell’esperienza estetica e culturale in cui, nel modo dei neuroni a specchio, la mente si conforma al corpo, l’idea alla natura. Dall’altro canto la ricerca dei materiali e delle strutture più idonee trova nella natura modelli unici e campioni ispiranti. A scala del manufatto, anche la robotica dedicata alla costruzione, come le stampanti 3D che in Cina sono già utilizzate per costruire case, sembra trovare una naturale propensione nella tessitura logica di forme biomimetiche. Non si tratta più però di sole forme, ma di contenuti. Gli elementi ottenuti grazie a studi chimico-fisici sono materie e forme che interagendo con fattori naturali am-

I

n recent years the research frontier for architecture and its construction has encountered digital algorithms, which has resulted in projects having complex geometries that are realized with 3D printers in a construction process that informs and generates the design process. These new products of dimensional experiments are the most evident manifestation of a multidisciplinary synthesis, the practical application of a programmatic meeting point of architectural, digital, robotics and chemical-physical design. Today, as never before, contemporary design and construction refer to nature, copying it as it seems at first glance: cellular structures, arachnoid filamentous coverings, granular morphologies, fractal geometries. In reality, mimesis is not forced, while highlighting for those more attentive an ill-concealed cultural way will aim at a newfound relationship with environmental ecology. It happens that the project design enabled by the use of digital technologies, also understood as parametric architecture, can more naturally simulate vital elements in an evolution of aesthetic and cultural experience in which, like with mirror neurons, the mind conforms to the body and idea to nature. On the other hand, the search for the most suitable materials and structures finds in nature unique patterns and inspiring champions. On the scale of the artefact even the robotics dedicated to construction, like the 3D printers that are already used in China to build houses, seem to find a natural propensity towards the logical weaving of biomimetic forms.

ROSALBA BELIBANI


bientali quali l’acqua e il calore si modificano, divengono dinamici, sfruttando le caratteristiche intrinseche dei componenti dovute alla loro memoria di forma. I prodotti di queste ricerche ci avvicinano, allora, asintoticamente a quello spazio naturalmente domotico che, creando un miglior confort ambientale, asseconda spontaneamente le esigenze dell’uomo. Nel novembre 2012, un Padiglione in fibra di vetro e carbonio interamente realizzato da un robot è il primo importante risultato della ricerca operata da Achim Menges, dell’Istituto di Progettazione Computazionale ICD, Institute for Computational Design, con l’Istituto di Strutture Edilizie e Progetto di Strutture ITKE, Institute of Building Structures and Structural Design, dell’Università di Stoccarda. Il progetto interdisciplinare, condotto da ricercatori di architettura e di ingegneria di entrambi gli istituti con studenti della facoltà e in collaborazione con i biologi dell’Università di Tubinga, indaga le possibili interrelazioni tra le strategie di progettazione biomimetica e i nuovi processi di produzione robotica. La ricerca esplora un nuovo paradigma di costruzione in architettura il cui modello parte dallo studio di una vasta gamma di sottotipi di invertebrati, per

It is no longer just forms but contents. The elements obtained through physics-chemical studies are materials and forms that interact with natural environmental factors such as water and heat and change, become dynamic, exploiting the intrinsic characteristics of the components due to their shape memory. The products of these researches come to us then asymptotically so that naturally demotic space that, by creating a better environmental comfort, spontaneously supports the needs of man. In November 2012, a glass and carbon fibre Pavilion was built entirely by a robot. This was the first important result of the research carried out by Achim Menges, a professor of the ICD Institute of Computational Design, Institute for Computational Design, with the Institute of Building Structures and ITKE Structures Project, Institute of Building Structures and Structural Design, University of Stuttgart. The interdisciplinary project, conducted by architecture and engineering researchers from both institutions with faculty students and in collaboration with the University of Tubingen biologists, investigates the possible interrelations between the biomimetic design strategies and the new roICD/ITKE_Padiglione 2012, Fabbricazione con il robot / ICD/ITKE_Research Pavillon 2012, Fabrication Process with robot Per gentile concessione dell’ICD/ITKE / Courtesy of ICD/ITKE - ©ICD/ITKE Universität Stuttgart. ICD/ITKE_Padiglione 2012 / ICD/ITKE_Research Pavillon 2012 Per gentile concessione dell’ICD/ITKE / Courtesy of ICD/ITKE - ©ICD/ITKE Universität Stuttgart.

DIGITAL

TERRITORI DIGITALI

105


ICD/ITKE_Padiglione 2013 / ICD/ITKE_Research Pavillon 2013 Per gentile concessione dell’ICD/ITKE / Courtesy of ICD/ITKE - ©ICD/ITKE Universität Stuttgart. ICD/ITKE_Padiglione 2013, Fabbricazione con l robot / ICD/ITKE_Research Pavillon 2013, Fabrication Process with robots Per gentile concessione dell’ICD/ITKE / Courtesy of ICD/ITKE - ©ICD/ITKE Universität Stuttgart.

ciò che concerne lo studio dell’anisotropia materiale e della morfologia funzionale degli artropodi. Nel caso in oggetto, a causa della differenziazione del materiale che lo compone, è stato analizzato in dettaglio e usato come modello biologico del progetto l’esoscheletro dell’astice (Homarus americanus). I principi biologici osservati sono stati analizzati e trasferiti nei principi di progettazione architettonica, mentre i principi morfologici dell’orientamento delle fibre hanno costituito la base astratta per la generazione della forma computazionale, la progettazione dei materiali e il processo di fabbricazione del padiglione. L’integrazione dei metodi di generazione della forma, le simulazioni computazionali e la produzione robotica, hanno permesso in particolare lo sviluppo di una struttura ad alte prestazioni: un guscio di laminato composito con uno spessore di quattro millimetri. Il trasferimento dei principi di progettazione biomimetica ha visto in parallelo lo sviluppo di un innovativo processo di fabbricazione robotica basato sull’avvolgimento del filamento di fibre di carbonio e di vetro e sui relativi strumenti di progettazione computazionale e metodi di simulazione. (vedi figure ICD-ITKE_RP12 e ICD-ITKE_RP13-14) 106

METAMORFOSI 04

botic production processes. The research explores a new paradigm of construction in architecture whose model starts from the study of a wide range of invertebrate subtypes, as regards the study of the material anisotropy and the functional morphology of arthropods. In the case in question, due to the differentiation of the material that composes it, the exoskeleton of the lobster (Homarus americanus) has been analysed in detail and used as a biological model of the project. The biological principles observed were analysed and transferred into the principles of architectural design, while the morphological principles of the orientation of the fibre constituted the abstract basis for the generation of the computational form, the design of the materials and the manufacturing process of the pavilion. The integration of form generation methods, computational simulations and robotic production have enabled the development of a high performance structure, of a composite laminate shell with a thickness of four millimetres. The transfer of the principles of biomimetic design has seen in parallel the development of an innovative robotic manufacturing process based on the winding of the carbon and glass fibre filament and on the ROSALBA BELIBANI


Nell’esperienza di Achim Menges, anche il mondo animale offre alla ricerca un campionario meraviglioso e l’IC/ITKE Research Pavilion elaborato nel 2014-15 mostra il potenziale architettonico di un modello strutturale ispirato alla costruzione del nido subacqueo del ragno acquatico (Argyroneta aquatica - Cybaeidae). Il ragno d’acqua, come dice il suo nome, trascorre la maggior parte della sua vita sott’acqua e per sopravvivervi costruisce una bolla d’aria resa più resistente grazie a una disposizione gerarchica di fibre. Il risultato è un nido stabile e sicuro in grado di resistere a sollecitazioni meccaniche, come le correnti d’acqua. Questo processo di produzione naturale mostra come le strategie di fabbricazione adattative possono essere utilizzate per creare strutture efficienti. Per il trasferimento di questa sequenza biologica nella costruzione di edifici, un robot industriale è stato collocato all’interDIGITAL

relative computational design tools and simulation methods. (see figures ICD-ITKE_RP12 and ICD-ITKE_RP13-14)

ICD/ITKE_Padiglione 2013, Processo progettuale / ICD/ITKE_Research Pavillon 2013, Design Process Per gentile concessione dell’ICD/ITKE / Courtesy of ICD/ITKE - ©ICD/ITKE Universität Stuttgart.

In the experience of Achim Menges, the animal world also offers the research a wonderful sample and the IC/ITKE Research Pavilion developed in 2014-15 shows the architectural potential of a structural model inspired by the construction of the underwater spider’s nest (Argyroneta aquatica - Cybaeidae). The spider of water, as its name implies, spends most of its life under water and to survive it builds an air bubble made more resistant thanks to a hierarchical arrangement of fibres. The result is a stable and safe nest able to withstand mechanical stresses, such as water currents. This natural production process shows how adaptive manufacturing strategies can be used to create efficient structures. For the transfer TERRITORI DIGITALI

107


ICD/ITKE_Padiglione 2017 / ICD/ITKE_Research Pavillon 2017. Per gentile concessione dell’ICD/ ITKE / Courtesy of ICD/ITKE - ©ICD/ITKE Universität Stuttgart.

110

METAMORFOSI 04

ROSALBA BELIBANI


trasferimento dei principi morfologici della fibra sono state identificate due falene (Lyonetia clerkella e Leucoptera erythrinella), le cui larve di seta si estendono su una foglia, tra i punti di connessione, come amache. Durante l’indagine altri concetti sono stati estratti dai modelli biologici e trasferiti a quelli strutturali nella fabbricazione ingegneristica. Per esempio, il guscio protettivo per le ali e l’addome dei coleotteri (Elytron) si è dimostrato per la morfologia geometrica della sua struttura leggera, basata su un sistema a doppio strato e sulle proprietà meccaniche del composito in fibra naturale, un modello adatto per la costruzione del materiale ad alta efficienza. (vedi figure ICD-ITKE_ RP16-17) L’ICD e l’ITKE dell’Università di Stoccarda hanno completato nel 2017 un nuovo padiglione di ricerca realizzato attraverso l’assemblaggio di manufatti in vetro e fibra di carbonio rinforzati. Il nuovo processo si basa sulle eccezionali caratteristiche delle fibre, materiali leggeri con un’elevata resistenza alla trazione che permettono un approccio radicalmente diverso alla fabbricazione, combinando macchine robot a basso carico e a lungo raggio industriale. Quest’ultimo progetto, anch’esso studiato e realizzato da studenti e ricercatori all’interno di un team interdisciplinare di architetti, ingegneri e biologi, porta avanti la ricerca fatta nei padiglioni precedenti sulla progettazione computazionale integrativa sull’ingegneria e sulla fabbricazione, esplorando possibili articolazioni e applicazioni. Questi nuovi processi di produzione sono stati utilizzati per creare strutture multistrato, sistemi funzionalmente integrati e elementi di grandi dimensioni anche se, la portata di queste prime indagini è stata limitata dallo spazio di lavoro dei bracci robotici industriali utilizzati. I prototipi di edifici realizzati esplorano con successo le potenzialità applicative della progettazione computazionale, della simulazione e dei processi di fabbricazione tecnologica in architettura e sono il risultato del trasferimento interdisciplinare di modelli comportamentali naturali. In un prossimo futuro l’obiettivo del team è sviluppare un nuovo processo di fabbricazione scalabile per testare scenari alternativi di applicazioni architettoniche.

DIGITAL

Ecology and the Department of Paleobiology of the University of Tübingen. For the transfer of the morphological principles of the fibre two moths have been identified (Lyonetia clerkella and Leucoptera erythrinella), whose silk larvae extend over a leaf, between the connecting points, like hammocks. During the survey, other concepts were extracted from biological models and transferred to structural models in engineering fabrication. For example, the protective shell for the wings and the abdomen of the beetles (Elytron) has proven itself for the geometric morphology of its light structure, based on a double layer system and on the mechanical properties of the natural fibre composite, a suitable model for the construction of high efficiency material. (see figures ICD-ITKE_RP16-17) The ICD and ITKE of the University of Stuttgart completed in 2017 a new research pavilion, realized through the assembly of reinforced glass and carbon fibre products. The new process is based on the exceptional characteristics of the fibres, lightweight materials with a high tensile strength that allow a radically different approach to manufacturing, combining low-load and long-range industrial robot machines. The latter project, also designed and realized by students and researchers within an interdisciplinary team of architects, engineers and biologists, carries out the research done in the previous pavilions on integrative computational engineering and manufacturing planning, exploring possible joints and applications. These new production processes were used to create multilayer structures, functionally integrated systems and large elements, although the scope of these initial investigations was limited by the working space of the industrial robotic arms used. The prototypes of buildings realized successfully explore the potential applications of computational design, simulation and technological manufacturing processes in architecture and are the result of the interdisciplinary transfer of natural behavioural models. In the near future, the team’s goal is to develop a new scalable manufacturing process to test alternative architectural application scenarios.

TERRITORI DIGITALI

111



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.