Tensioni Urbane

Page 1

Michele Cerruti But, Agim Enver Kërçuku Giulia Setti, Ianira Vassallo

TENSIONI URBANE Ricerche sulla città che cambia con scritti di Cristina Bianchetti e Gabriele Pasqui


15 Collana Alleli / Research Comitato scientifico Edoardo Dotto Nicola Flora Antonella Greco Bruno Messina Stefano Munarin Giorgio Peghin I volumi pubblicati in questa collana vengono sottoposti a procedura di peer-review

ISBN 978-88-6242-274-1 Prima edizione Dicembre 2017 © LetteraVentidue Edizioni © Testi e immagini: rispettivi autori È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Nel caso in cui fosse stato commesso qualche errore o omissione riguardo ai copyrights delle illustrazioni saremo lieti di correggerlo nella prossima ristampa. Book design Agim Enver Kërçuku LetteraVentidue Edizioni Srl Corso Umberto I, 106 96100 Siracusa, Italy Web www.letteraventidue.com Facebook LetteraVentidue Edizioni Twitter @letteraventidue Instagram letteraventidue_edizioni


Michele Cerruti But Agim Enver Kërçuku Giulia Setti Ianira Vassallo

TENSIONI URBANE Ricerche sulla città che cambia



Prefazione 10

Il progetto dello spazio pubblico nella città contemporanea. Durata, temporalità e forme di cura Dialogo con Ilaria Valente

16

Verso un’idea di Urbanistica Debole Dialogo con Paola Viganò Introduzione

22

Tensioni, conflitti e progetto Michele Cerruti But, Agim Enver Kërçuku, Giulia Setti, Ianira Vassallo Tensioni urbane

42

Sovrapposizione. Produzione e città a Prato Michele Cerruti But

68

Fraintendimenti. Appropriazione e uso dello spazio pubblico a Milano Giulia Setti

90

La differenza di valore. Forme di resistenza e trasformazione nella città di Torino Ianira Vassallo

114

Contatto. Costa del Sol. Geografia di un paradiso Agim Enver Kërçuku Nuove visioni urbane

140

«È spesso preferibile far del proprio meglio con i mezzi a disposizione …» Note sulla ricerca in campo urbano Cristina Bianchetti

156

Attori, forze, spazio. Alcune osservazioni sulle tensioni urbane Gabriele Pasqui Apparati

166

Bibliografia

174

Biografia degli autori


IL PROGETTO DELLO SPAZIO PUBBLICO NELLA CITTÀ CONTEMPORANEA Durata, temporalità e forme di cura Dialogo con Ilaria Valente1

10

Ianira Vassallo, Michele Cerruti But, Agim Enver Kërçuku, Giulia Setti Vorremmo discutere con lei il significato del concetto di “tensione urbana” al centro delle ricerche e delle riflessioni trattate in questo volume; in particolare qual’è il suo punto di vista riguardo a questo tema e le possibili implicazioni che secondo lei assume nel campo del progetto architettonico e urbano? Alla luce delle ricerche che ha condotto sul tema dello “spazio pubblico” vorremmo, inoltre, chiederle quali mutamenti coglie nella definizione e nella costruzione di questo concetto e, dunque, quali tensioni il progetto dello spazio pubblico contemporaneo può generare? Ilaria Valente Il tema delle “tensioni urbane” è interessante perché mette in campo una condizione, propria del progetto, sospesa tra individuazione delle condizioni contestuali, nel senso più ampio, quindi spaziali, sociali, economiche, ecc., ed esiti prefigurabili. Sullo sfondo rimane, sempre, la questione delle “figure” consolidate dello spazio pubblico e della loro capacità di essere catalizzatrici della memoria collettiva e della rappresentazione della comunità in quanto tipi canonici 1

L’intervista a cura degli autori a Ilaria Valente, architetto, professore ordinario in Progettazione Architettonica e Preside della Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano, si è svolta a Milano in data 23.11.2017.


dello spazio pubblico: la piazza, la strada, ma anche gli edifici pubblici nel loro costituirsi come capisaldi civili. Bisogna anche ricordarsi che il primo termine che è necessario porre in discussione è l’attributo “pubblico”, se riferito all’antinomia con “privato”. Nel corso degli anni Ottanta, il disegno dello spazio pubblico è parte integrante della fissazione del “paradigma” del progetto urbano; si pensi al caso di Barcellona o, in modo diverso, all’esperienza olandese. Il progetto delle grandi trasformazioni urbane che insistevano su aree industriali dismesse e terreni infrastrutturali aveva l’ambizione di “nominare” gli spazi pubblici in quanto tali, ricercando la definizione di una nuova forma della strada, di una nuova forma della piazza, o del parco e così via. La stagione del progetto urbano negli anni Ottanta ha dato vita a ricerche, studi, riflessioni e realizzazioni basate su questi principi. È oggi possibile valutare, ed è un tema che necessita di essere ulteriormente approfondito, gli effetti di quei progetti. Si è visto che in alcuni casi e contesti questi interventi hanno funzionato, in altri no. Le ragioni strutturali del funzionamento o del fallimento dei nuovi spazi pubblici realizzati a partire da quegli anni sono state le più varie, e sono dovute sia ai diversi modi e ruoli di attori pubblici e privati nel processo di progettazione e realizzazione delle trasformazioni urbane, alle differenti scale, sia alle discontinuità generate dalla crisi che ha segnato un mutamento radicale delle condizioni sociali e urbane. Dopo la stagione inaugurale degli anni Ottanta e Novanta, a ridosso della crisi che ha caratterizzato l’inizio del nuovo millennio, si è determinato un uso sempre più convenzionale del masterplan come strumento di disegno urbano, legato perlopiù alla disposizione di oggetti edilizi prominenti e alla determinazione di morfologie tissulari essenzialmente votate alla distribuzione quantitativa delle densità in gioco. Nel quadro di alcune grandi operazioni immobiliari, il disegno dello spazio pubblico è spesso ritornato ad essere marginale o convenzionale. È fondamentale, inoltre, considerare che il “tempo” di realizzazione dello spazio pubblico nei progetti urbani di ampia scala è estremamente dilazionato costituendone, quasi sempre, l’ultimo tassello. Questo è stato ben visibile anche a Milano, riguardo al completamento degli spazi aperti e pubblici sia di Porta Nuova che di CityLife. Dunque, c’è un problema che riguarda sia il tempo di realizzazione sia la “manutenzione” di questi luoghi, altrettanto decisiva per lo spazio pubblico contemporaneo.

11


VERSO UN‘IDEA DI URBANISTICA DEBOLE Dialogo con Paola Viganò1

16

Ianira Vassallo, Michele Cerruti But, Agim Enver Kërçuku, Giulia Setti Alla luce della sua lunga esperienza nel coordinamento di un dottorato (nello specifico quello dell’Università IUAV di Venezia, in Architettura, Design e Città nel curriculum di Urbanistica) può provare a raccontarci, in poche parole, come concepisce la Ricerca all’interno di un corso di Dottorato? Paola Viganò La mia idea è che l’urbanistica sia in sé uno strumento di ricerca2. È una disciplina che oggi ci appare indebolita, perfino frastornata, ma che può fare, di questo statuto debole, se interpretato ad esempio nei termini del “pensiero debole”, una risorsa. Debole l’urbanistica ci appare rispetto a ciò che è stata per lungo tempo, rispetto ad una visione tradizionale alla Benevolo e anche, in parte, nell’idea che ne aveva Bernardo Secchi. Ma è sicuramente una visione più appropriata al contesto attuale, con il quale ci confrontiamo. È 1 L’intervista a cura degli autori all’urbanista Paola Viganò si è svolta a Torino in data 13.10.2017 in occasione del seminario City&Production, con lezioni di Paola Viganò e Francesco Indovina. 2 Viganò P. (2014), L’urbanistica come strumento di ricerca, in Fabian L. (a cura di), New Urban Question. Ricerche sulla città contemporanea 2009-2014. Aracne, Roma, pp.140-155.


un’urbanistica che non impone il proprio progetto, pur avendone uno e tuttavia mantiene un ruolo determinante nella costruzione di consapevolezza nei confronti delle enormi trasformazioni in corso, di responsabilità e visione nei confronti del futuro. L’urbanistica come strumento di ricerca si appoggia alla vasta collezione di strumenti, operazioni, esplorazioni messi a punto nel tempo per leggere ed interpretare la costruzione e produzione dello spazio urbano. Tra questi il progetto che attraversando diversi campi epistemologici produce una conoscenza originale3. La consapevolezza di un’urbanistica mutata e al contempo il suo poter essere intesa come uno strumento di ricerca mi sembrano due aspetti importanti e non trascurabili all’interno di un dottorato che troppo spesso cerca legittimazione scientifica al di fuori del modo di fare ricerca proprio della disciplina della quale si occupa. I metodi storici o della ricerca sociologica, superficialmente interpretati, si sostituiscono allo studio dello spazio, al suo ridisegno, all’esplorazione cartografica etc. In questo particolare momento storico è necessario tornare a riflettere e a fare ricerca sull’urbanistica, dare inizio ad una nuova stagione di studi. Purtroppo negli ultimi anni sono state prodotte poche tesi che si siano occupate di questo tema, in senso meta-disciplinare e con l’intento di riposizionare e ripensare criticamente ciò che abbiamo in mano e come lo usiamo. Su questo punto, non siamo sufficientemente attenti. Può aiutarci a capire meglio questa idea di un’Urbanistica Debole e quale ruolo ricopre all’interno di un dottorato di ricerca o nello specifico nella costruzione di una tesi di un dottorando? Il dottorato è un luogo privilegiato per immaginare un’urbanistica debole, strumento di lavoro, critica nei confronti del progetto moderno, ma non priva di memoria e di attenzione. Un percorso di ricerca all’interno dell’Università lascia la libertà, il tempo e qualche risorsa per condurre riflessioni che debbono avere l’ambizione di aggiungere qualcosa a ciò che già sappiamo. Nonostante ciò, spesso questa condizione non viene sfruttata al meglio. La scelta di questi anni, all’interno del nostro dottorato, è stata quella di permettere una scelta individuale del tema di ricerca, senza costringere 3

Viganò P. (2010), I territori dell’urbanistica. Il progetto come produttore di conoscenza, Officina, Roma.

17


PRODUZIONE E CITTÀ A PRATO Michele Cerruti But

42


Sovrapposizione

La tensione “per sovrapposizione” è caratterizzata da forze diverse che insistono sul medesimo spazio. Anche laddove non vi siano interazioni specifiche tra gli attori, né di tipo economico né di tipo sociale, il modo in cui essi abitano lo spazio produce trasformazioni della morfologia e degli usi che spesso non sono compatibili o prevedibili. La tensione si dà dunque nell’accostamento e nella sovrapposizione di usi, pratiche e forme e nel loro continuo riconfigurarsi e adattarsi in relazione a usi, pratiche e forme esercitate dalle altre forze in gioco. È a Prato, “caso esemplare dell’Italia dei distretti” (Becattini, 2000a), che possiamo osservare la tensione per sovrapposizione. Osserviamo il caso di Prato puntando l’attenzione soprattutto sul rapporto tra produzione e città, una lente tradizionale per leggere questo territorio, che ci permette tuttavia di approfondire come sia cambiato quel rapporto e come mostri, in modalità più o meno virtuose, forme complesse di tensioni per sovrapposizione.

Foto © Agnese Morganti


APPROPRIAZIONE E USI DELLO SPAZIO PUBBLICO A MILANO Giulia Setti


Fraintendimenti

La tensione per fraintendimento si determina a seguito di un fraintendimento (uno slittamento) intorno alla relazione tra spazio pubblico e proprietà privata nelle nuove “figure” di spazio aperto della città contemporanea. Tensioni che si generano e alimentano tra la proprietà individuale del suolo, i suoi usi collettivi e le forme di riappropriazione che i cittadini ne fanno. Lo spazio “pseudo pubblico” viene frainteso dalla compresenza di condizioni diverse e dalla necessità di legittimazione del privato. Osservando i progetti che stanno cambiando il volto della città di Milano possiamo cogliere l’espressione di una forma di tensione per fraintendimento. Attraverso lo studio dei casi di Porta Nuova, del complesso di City Life e della Fondazione Feltrinelli, verranno colti gli aspetti principali dei processi in corso e si aprirà un dialogo tra tensioni, attori e forze in campo. Il cuore delle recenti e potenti trasformazioni urbane in corso a Milano è, dunque, lo spazio pubblico, o meglio la sua risignificazione e la necessità di ridefinire gli usi, i valori e le pratiche espresse dalla città contemporanea; osservare Milano significa rimettere al centro del dibattito contemporaneo la tensione tra spazio pubblico e proprietà privata, nonché le forme di costruzione dei luoghi della condivisione.


FORME DI RESISTENZA E TRASFORMAZIONE NELLA CITTÀ DI TORINO Ianira Vassallo

90


La differenza di valore

La tensione per differenza di valore (sia essa latente o esplicita), si regge sulla presenza di due attori (o più) che esercitano forze differenti, in competizione, per la definizione di un diverso valore dello spazio. L’azione di queste forze costruisce un equilibrio precario, talvolta debole e con risvolti inusuali, in costante trasformazione. Talvolta queste forze confliggono, altre convergono e altre ancora si ignorano: ciò che conta è che l’una si regge sempre sulla distanza che prende dall’altra e che insieme definiscono la necessità di trovare nuovi termini per descrivere e agire in quel luogo. Il loro intreccio rivela un valore inatteso dello spazio: sia esso immobiliare, economico, sentimentale, architettonico, sociale. Mostrano una diversa consistenza dei luoghi, una nuova complessità, legittimando, se non richiedendo, una loro descrizione più articolata. A Torino, questa tensione si estende in modo capillare, ponendo i riflettori su diversi spazi della città. È una condizione che crea geografie inedite dei luoghi e pone nuove domande ai processi di sviluppo e trasformazione urbana. Permette una lettura alternativa di una città fortemente iconizzata rispetto ad alcuni concetti che ne hanno definito l’immagine negli ultimi decenni.

Fotografia dell’opera “Titani” dell’artista MP5 situata all’interno degli spazi del Bunker. © Archivio fotografico dell’Associazione Variante Bunker


COSTA DEL SOL GEOGRAFIA DI UN PARADISO Agim Enver Kërçuku

114


Contatto

La tensione per contatto si rivela quando spazi diversi si accostano senza mai sovrapporsi uno sull’altro: pertanto, dove vi è tensione per contatto si assiste auna sospensione e a un’interruzione dello spazio. Il limite e il confine fra gli spazi diventano palcoscenico di una forte contrapposizione, in cui, da un lato si erge lo spazio antropizzato e dall’altro rimane la natura. Nel caso della Costa del Sol, più che altrove, il carattere ipertrofico dello spazio ostenta con forza confini talvolta labili e talvolta definiti. Osservare la Costa del Sol attraverso la lente della tensione per contatto permette di descrivere un fenomeno per cui diverse popolazioni abitano in un equilibrio dinamico tra un territorio specializzato e iper-infrastrutturato – caratterizzata da una natura liscia e fertile e da un’infinita successione di enclave insediative – e un paesaggio brullo continuo.


Zonas urbanas

Aguas continentales

Bosques

Zonas de explotación minera, vertederos y de construcción

Zonas verdes artificiales, no agrícolas (Golf)

Zonas industriales, comerciales o en construcción

Zonas agrícolas heterogéneas Tierras de labor Cultivos permanentes

Praderas Espacios de vegetación arbustiva y/o herbácea Espacios abiertos con poca o sin vegetación Espacios abiertos con o sin vegetación

116

Costa del Sol. Elaborazione a cura dell’autore del saggio.


117

1. COSTA DEL SOL Il territorio della Costa del Sol, nella provincia di Malaga, è generalmente considerato come un territorio specializzato, una striscia di suolo che è diventata negli anni una “macchina urbana” per il turismo di massa e definita anche come ciudad del ocio (Pié i Ninot, Rosa Jiménez, 2013: 18). Oggi, osservando il territorio, possiamo vedere, in trasparenza, un progetto spaziale implicito (Dematteis, 1995), guidato dalla volontà di incentivare la presenza delle nuove comunità, anziane e giovani, ricostruendo un’offerta di spazi abitabili idonei. Sulla base di ragioni tanto economiche quanto politiche, ogni diffidenza nei confronti della trasformazione dello spazio e dell’adeguamento del territorio a tale progetto è svanita, rendendo visibile una forma, esibizionista e potente, di colonizzazione del territorio. Tale progetto ha trasformato radicalmente lo spazio attraverso un’imponente infrastrutturazione stradale, un’invasiva superfetazione edilizia e una sovrabbondante presenza di strutture per il loisir, nella logica dell’attrazione di popolazioni straniere (in particolare anziane) che qui cercano da decenni una forma raffinata di buen retiro, e


124

di stranieri sono state effettuate da popolazione straniera residente in Spagna, più precisamente 9.327. Questi dati raccontano come la Costa del Sol sia un luogo caratterizzato da un’alta percentuale di popolazione straniera, in gran parte anziana, che rappresenta uno degli attori principali di questa economia, ed è anche il contesto in cui sono avvenute un numero considerevole di transazioni immobiliari. L’oscillazione delle transazioni immobiliari permette di individuare le contrazioni del mercato spagnolo durante la crisi e dopo la crisi economica e come ciò abbia influenzato il territorio della Costa del Sol e la sua urbanizzazione dovuta al turismo8. Tra le attività immobiliari compiute dalla popolazione straniera, si può osservare come quelle compiute dalla popolazione inglese in questo momento di instabilità politica e legislativa siano in calo; mentre quelle compiute dal resto degli stranieri residenti in Costa del Sol mostrino un grande fermento, con transazioni che hanno raggiunto picchi superiori a quelli precedenti la crisi del 20089. Non si può dire lo stesso delle transazioni immobiliari realizzate da parte di cittadini spagnoli: è infatti possibile notare, come nel periodo di crescita ed espansione immobiliare, il peso del mercato interno fosse circa tre volte superiore a quellostraniero e abbia raggiunto picchi di 30.307 transazioni nel 2007, prima dell’avvento della crisi, per poi cadere vertiginosamente, fino a toccare il minimo di 11.234. In quest’ottica di lettura comparativa della crescita e delle transazioni immobiliari realizzate in Costa del Sol appare interessante valutare i diversi tempi di reazione del mercato straniero comparato a quello locale spagnolo: infatti il mercato straniero ha subìto un rallentamento tra il 2007 e il 2009, per poi riprendersi già nel 2010, mentre il mercato locale ha raggiunto il picco massimo di crescita prima della crisi, per poi veder ridotto il volume di affari in modo drammatico

8

9

In seguito verranno studiate e comparate le attività economiche e le transazioni immobiliari compiute in Costa del Sol sia dalla popolazione locale spagnola, sia dalla popolazione straniera che qua vive o trascorre parte del tempo di riposo e villeggiatura (i “resident tourists” di Simpson, 2015). Questa separazione tra “locali” e “stranieri” è utilizzata per studiare e mostrare le forme di modificazione dello spazio urbano a seconda delle categorie che compongono l’economia della Costa del Sol. Nel 2016 il numero di transazioni di residenti stranieri in Costa del Sol è stato di circa 12.725, un valore superiore perfino a quello precedente la crisi del 2008, che si aggirava intorno a 9.000.


125

Mijas, 2016. © Agim Enver Kërçuku

e ritornare a consolidare la propria crescita soltanto a partire dal 20132014, riducendo la forbice che lo separava dal mercato straniero. La vitalità degli attori stranieri in Costa del Sol rafforza l’idea che questa categoria rappresenti gli attori più forti del mercato attuale, proprio perché è grazie a questi fruitori che il territorio ha potuto espandersi e crescere. Gli stranieri, seppur idealmente in bilico tra contraddizioni profonde sul senso della casa e sulla dicotomia tra abitare temporaneo (legato a periodi di vacanze o soggiorni brevi) e abitare permanente in questi luoghi hanno portato il numero di transazioni immobiliari compiute nel 2016 a raggiungere il 48% del mercato totale. Tramite lo sviluppo di strategie immobiliari in grado di incrementare il valore del suolo, favorire e incentivare il trasferimento di capitali, la popolazione straniera residente in Costa del Sol ha sviluppato una maggiore


128

Sant’Angelo Norte a Belnalmadena, 2017. © Agim Enver Kërçuku

destra da quello alla sua sinistra» (Secchi, 2013: 18). L’infrastruttura diventa, dunque, un dispositivo fisico e spaziale di esclusione entro due diverse declinazioni: sia a causa dei caratteri topografici del luogo dove la strada si inserisce e si incunea, sia a causa dei caratteri di costruzione del dispositivo stesso. Esistono esempi diversi delle complesse forme di integrazione tra infrastruttura e paesaggio, in alcuni casi l’infrastruttura si inserisce in contesti caratterizzati da una topografia molto movimentata, che rende complessa e faticosa la mobilità pedonale da parte della popolazione. In altri contesti, la strada si caratterizza per la presenza di percorsi pedonali dalla forte pendenza oppure per la presenza di scale; ciò trasforma l’infrastruttura in barriera (Secchi, 2013) che separa due parti di territorio, definendo due enclaves isolate.


129

Sant’Angelo Norte a Belnalmadena, 2017. © Agim Enver Kërçuku

La rigidità con cui sono costruite le strade, così come i recinti delle gated communities, rende impossibile la mobilità pedonale e rende difficili gli spostamenti a breve distanza in alcune porzioni di territorio studiato. L’infrastruttura e la rete della mobilità, oltre a permettere una connessione tra due punti o costituire un elemento di separazione, rappresentano soprattutto uno degli elementi ordinatori dello sviluppo urbano nel territorio della Costa del Sol. La CN-340 e l’Autostrada A-7, insieme al sistema montuoso, alla linea di costa e ai campi da golf, definiscono una delle molteplici cinte su cui si è accostata la graduale espansione del territorio andaluso. Le infrastrutture che punteggiano la linea costiera assumono dunque caratteri diversi nel corso del tempo, l’autostrada nazionale CN-340, che inizialmente era l’elemento di connessione tra i diversi nuclei urbani consolidati, è stata progressivamente colonizzata


Leggere la città in tutta la sua complessità è compito arduo che tuttavia permette sia di capire meglio la contemporaneità sia di immaginare il futuro. Questo volume e le sue ricerche provano a osservarla compiendo un’operazione inusuale: mettere a fuoco le tensioni che la caratterizzano. Si tratta di tensioni latenti o esplicite che riguardano popolazioni diverse, scenari di sviluppo divergenti, modelli alternativi del produrre e forme contrastanti dello spazio pubblico. Tensioni che sono in grado di raccontare in modo diverso lo spazio urbano, la sua società, le sue economie. E che consentono di immaginare per essi un campo d’azione per il progetto.

€ 18 ,00


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.