METRONOMI
Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura Bando Nuove Opere
Addicted Serie TV e dipendenze © LiberAria 2017 LiberAria Editrice Prima edizione in METRONOMI ottobre 2017 Tutti i diritti riservati LiberAria Editrice s.r.l. Via Abate Gimma, 171 – 70122 Bari www.liberaria.it Illustrazioni e immagine di copertina: SoniaQQ ISBN 978-88-97089-71-1
METRONOMI —6—
Michele Casella • Jacopo Cirillo • Marika Di Maro Leonardo Gregorio • Carlotta Susca
ADDICTED Serie TV e dipendenze a cura di Carlotta Susca
DIPENDENZE I metronomi raccontano la società, la politica, la moda, la scienza, la famiglia, l’economia, la cultura, le relazioni. Misurano il ritmo della vita quotidiana, attraverso un’unità di misura particolare e molto contemporanea: il fattore D, ovvero l’istinto di dipendenza. Una dipendenza è il sintomo esteriore di un meccanismo molto più complesso che si instaura nella mente. Manifesta qualcosa e rivela qualcos’altro. L’idea alla base di questa collana è esattamente questa: un percorso nelle dipendenze quotidiane, nella routine dei pensieri e dei comportamenti da cui mai avremmo immaginato poter/voler e, in certi casi, dover dipendere. E invece, accade proprio così. E non sembra mica tanto male. La caratteristica di queste storie di dipendenza è la fusione di una materia nota con qualcosa che appare informe e personalissimo: il capovolgimento del punto di vista. Gli autori di questa collana raccontano una loro dipendenza, a volte è una deformazione professionale, altre volte è una ossessione pentecostale, per intercettare un immaginario comune. Una quotidiana possibilità di sguardo.
INTRODUZIONE
LA DIPENDENZA DALLE STORIE Chiedersi se le serie TV siano la nuova letteratura significa impostare la domanda non correttamente: la letteratura è fatta di sole parole scritte, mentre le narrazioni televisive hanno a disposizione anche l’immagine in movimento e il suono per indurre la dipendenza dalla storia che raccontano; i libri e la serialità televisiva sono fatti di materie diverse ma entrambi conquistano l’attenzione del pubblico e un posto nell’immaginario collettivo. Personaggi, trame e colpi di scena (sulla pagina e sullo schermo) diventano parte dell’enciclopedia di conoscenza di lettori e fruitori di storie immersi in un contesto in cui tutto viene narrativizzato proprio allo scopo di rispondere al più ancestrale bisogno dell’umanità. Nei discorsi sulla serialità televisiva, torna spesso il concetto di dipendenza; gli spettatori compulsano una puntata dopo l’altra in sessioni di binge watching, catturati dalla storia in vari modi: dal magnetismo dei suoi personaggi o da una trama ben congegnata, in cui i cliffhanger impongono di continuare la visione o di restare sospesi per una settimana o fino alla nuova stagione, in trepida attesa di conoscere il destino dei loro beniamini o di vedere sciolto il rompicapo di una trama particolarmente complessa – è il caso della straordinaria terza stagione di Twin Peaks. La vera dipendenza è dalle storie, e quella audiovisiva è solo la più recente modalità per raccontarle, dopo quelle 7
orale e scritta (ciascuna con caratteristiche distintive, al punto che il romanzo non sarebbe stato possibile nella forma in cui lo conosciamo senza la stampa a caratteri mobili). È solo grazie all’invenzione del cinematografo, alla conquista del sonoro e del colore e alla trasportabilità in ogni casa – e, oggi, su ogni schermo – dei prodotti audiovisivi che la serialità televisiva ha assunto le caratteristiche odierne, e ancora continuerà a mutare e a ibridarsi come già fa con la cross-medialità e l’interattività. Addicted è composto da cinque saggi i cui autori hanno interpretato in vario modo il rapporto fra serie TV e dipendenze: Leonardo Gregorio è partito dal legame con il cinema, bacino di storie da cui la serialità attinge con risultati variabili; la dipendenza analizzata da Michele Casella è interna alle serie TV ed è quella dal suono e dalla musica, componenti tutt’altro che accessorie e anzi spesso costitutive nel racconto televisivo così come in quello cinematografico. Nel suo saggio Marika Di Maro esamina le due modalità con cui una storia cattura l’attenzione dello spettatore: attraverso una trama ben congegnata (serie plot driven) o con personaggi magnetici (serie character driven); Jacopo Cirillo si interessa all’addiction sentimentale messa in scena, disegnando un continuum (dalla disforia all’euforia) in cui è possibile collocarsi idealmente. In chiusura si parla di finali e del bisogno di salutare i personaggi al termine delle loro vicende senza lasciarli per sempre appesi a una scogliera, ma questo non è sempre possibile a causa di contingenze produttive e necessità economiche (e poi ci sono i finali circolari e le narrazioni rizomatiche). L’addiction alla serialità televisiva genera molti testi: sul web gruppi di lettura si riuniscono virtualmente 8 6
per commentare le puntate della loro serie TV preferita e proporre teorie – più o meno astruse – nel tentativo di trarre senso e contribuendo così all’estensione delle storie, alla loro feconda crescita ed espansione nell’immaginario collettivo. Questo libro è un’altra conseguenza della serialità: la parola scritta consente di fermarsi e riflettere sulle proprie dipendenze per trarne senso. Carlotta Susca
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Leonardo Gregorio
LE ALTRE VITE DEL CINEMA La dipendenza delle serie TV dal grande schermo
Ash vs Evil Dead 6 Minority Report 6 Fargo 1. Il fruitore di storie (non) è sempre lui Prima, per secoli, millenni, era stato altro, decisamente: ascoltava storie, guardava tragedie e commedie, leggeva libri. In seguito è mutato, ed è diventato spettatore cinematografico, abitante di un luogo unico, la sala, e di un mondo che poteva prender vita solo lì: il film. Poi, in un movimento irreversibile, quel luogo deputato alla visione ha perso la sua assolutezza e si è diviso, integrato, evoluto, reincarnato e parcellizzato tante volte, in tante vite: ed ecco allora, progressivamente, che lo spettatore cinematografico è diventato anche spettatore televisivo, fruitore di home video, internauta, utente-autore del web e dei social network. Ma – e questo è il punto centrale, prima di tutto – ciò che in questo movimento irreversibile non è mai venuto meno, ed è restato dunque una costante imprescindibile, un elemento sempre presente tra nuovi codici e rivoluzioni, nuovi luoghi, modi e tempi di esistenza e diffusione, sviluppo, è la narrazione, perché se è vero che il cinema è stato l’occhio del Novecento, come 11
Michele Casella
IL RITMO DELLE STORIE Dal beat alla canzone, la costruzione di mondi seriali attraverso la musica
Twin Peaks 6 The Knick 6 Stranger Things Sense8 6 The Get Down 6 Vinyl 6 Gomorra «Life, like music, has a rhythm» (La Signora Ceppo, Twin Peaks, S01E7, The Last Evening)
In un’epoca in cui la trasmissione dei dati è permanente e permeante, la diffusione mediatica ha portato con sé un costante rumore di fondo a cui sembra impossibile sfuggire. Il nostro corpo subisce inarrestabili sollecitazioni, fungendo da cassa di risonanza per una molteplicità di onde sonore che ci attraversano e ci influenzano, effetto collaterale di un’ineffabile pervasività elettroacustica. In una realtà così composita dal punto di vista uditivo, il silenzio ha acquisito un peso specifico mai così importante, tanto anelato nella sua assolutezza sensoriale quanto inaccessibile, come ha dimostrato John Cage. Lo sanno bene i professionisti che compongono i trailer promozionali, perfettamente istruiti nel dosare eccessi rumoristici e improvvise assenze di suono, quando l’audio pare 35
Marika Di Maro
LA TRAMA E IL PERSONAGGIO Strategie narrative per alimentare la dipendenza dello spettatore
Pretty Little Liars 6 The Big Bang Theory 1. Dipendenti dalle storie Appartengo a quella parte dell’umanità – una minoranza su scala planetaria ma credo una maggioranza tra il mio pubblico – che passa gran parte delle sue ore di veglia in un mondo speciale, un mondo fatto di righe orizzontali dove le parole si susseguono una per volta, dove ogni frase e ogni capoverso occupano il loro posto stabilito […]. Quando mi stacco dal mondo scritto per ritrovare il mio posto nell’altro, in quello che usiamo chiamare il mondo, fatto di tre dimensioni, cinque sensi, popolato da miliardi di nostri simili, questo equivale per me ogni volta a ripetere il trauma della nascita, a dar forma di realtà intelligibile ad un insieme di sensazioni confuse, a scegliere una strategia per affrontare l’inaspettato senza essere distrutto. (Italo Calvino, Mondo scritto e mondo non scritto)
Siamo tutti, in un modo o nell’altro, dipendenti. Sentiamo un bisogno viscerale che ci spinge verso qualcosa o qualcuno; addirittura siamo dipendenti da 61
Carlotta Susca
THE END Finali alternativi, storie incompiute e riaperture
How I Met Your Mother 6 Sense8 6 Better Call Saul Gilmore Girls 6 Twin Peaks
1. La trama e il finale Il senso di un inizio […] in qualche importante modo deve essere determinato dal senso della fine. Potremmo dire che siamo capaci di leggere i momenti presenti – nella letteratura e, per estensione, nella vita – come dotati di significato narrativo solo perché li leggiamo anticipando il potere strutturante di quei finali che retrospettivamente daranno loro l’ordine e il significato di una trama1.
Finché una storia non si conclude, le speculazioni sul suo finale sono potenzialmente infinite, avendo come limiti solo quelli posti dallo svolgimento della trama fino a quel momento; le ultime pagine di un libro ne chiudono l’universo narrativo consegnandolo al suo pubblico perché ne tragga una morale. Il bisogno di 1. Peter Brooks, Reading for the Plot. Design and Intention in Narrative, Harvard University Press, Cambridge (Massachussets)-London, 1992 [1984], p. 94, traduzione nostra.
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GLI AUTORI MICHELE CASELLA è giornalista ed esperto di comunicazione. Ha scritto per «La Repubblica XL», «Alias», «Pagina99», «Il Manifesto», «Il Sole 24 Ore», «Il Corriere del Mezzogiorno», «Neural», «Rockerilla», «Sentireascoltare». È stato vicepresidente del Distretto Produttivo “Puglia Creativa”, dove ha coordinato il settore “multimedia e broadcast”. È direttore responsabile di «Pool» e di «Pool Academy», in partenariato con l’Università degli Studi di Bari e il Master in giornalismo della Regione Puglia. È Project Manager del festival del giornalismo “L.ink” e direttore artistico del “Loop Festival”. Tiene seminari e docenze per l’Università di Bari e per l’Ordine dei Giornalisti.
JACOPO CIRILLO (1982) è autore e collaboratore di «Topolino» e ghost writer di Paperinik sul blog ufficiale. Nel 2008 ha fondato il sito letterario Finzioni (www.finzionimagazine.it) e, da allora, scrive di libri, pallacanestro, serie TV e stand-up comedy su diverse testate online e cartacee tra cui «Linkiesta», «Pagina 99» e «Rivista Studio». Ha appena pubblicato un libro a metà tra saggio e memoir su Massimo Ranieri dal titolo Le rose non si usano più (add editore). Vive e lavora a Milano, dove organizza eventi culturali. 127 6
MARIKA Di Maro (1992), laureata in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, è dottoranda presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” dove lavora all’edizione critica e commentata de La cecala Napoletana (1674) di Giambattista Valentino. È tutor didattico per gli insegnamenti di Letteratura e lingua italiana presso il dipartimento FOR.PSI. COM dell’ateneo barese. I suoi interessi vertono sulla produzione poetica dei secoli Cinquecento e Seicento, sulla costruzione degli intrecci nelle narrazioni seriali televisive in continuità con l’epica.
LEONARDO GREGORIO nato a Bari nel 1985, è critico cinematografico e operatore culturale, autore di saggi e recensioni presenti in volumi collettanei e cataloghi festivalieri. Organizza rassegne e laboratori di cinema con scuole e associazioni. È redattore delle riviste on line «Spietati», «Uzak» e «Point Blank»; collabora inoltre con «Alias» (inserto culturale de «il Manifesto») e «il Ragazzo Selvaggio».
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CARLOTTA SUSCA (1984) è editor, ghost writer e consulente editoriale. Ha pubblicato la monografia David Foster Wallace nella Casa Stregata (Stilo 2012); è dottoranda all’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” con un progetto di ricerca sulle serie TV nell’ambito della Teoria della narrazione. È stata docente per tre anni del laboratorio di Editoria libraria e multimediale all’Università di Bari; tiene corsi di editoria e scrittura e scrive di serie TV e narrazione su «Letteratitudine» e su «Culture Future».
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INDICE Introduzione La dipendenza dalle storie 7 Leonardo Gregorio
LE ALTRE VITE DEL CINEMA La dipendenza delle serie TV dal grande schermo
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Michele Casella
IL RITMO DELLE STORIE Dal beat alla canzone, la costruzione di mondi seriali attraverso la musica
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Marika Di Maro
LA TRAMA E IL PERSONAGGIO Strategie narrative per alimentare la dipendenza dello spettatore
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Jacopo Cirillo
LOVE ADDICTED Cinque gradi di dipendenza affettiva nelle serie TV
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Carlotta Susca
THE END Finali alternativi, storie incompiute e riaperture
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Gli autori
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REDAZIONE Direttore Editoriale Giorgia Antonelli Ufficio Stampa e Comunicazione Francesca Fiorletta Amministrazione Elisabetta Stragapede Editing, progetto grafico e impaginazione Carlotta Susca Correzione di bozze Giorgia Fortunato Illustrazioni SoniaQQ