La chiesa di San Tommaso in Terni

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Liceo Artistico “Orneore Metelli” Progetto Unesco Terni e le sue identità: conoscenza, valorizzazione e creatività

La chiesa di San Tommaso in Terni Ora Museo delle raccolte paleontologiche dell’Umbria meridionale

Classe V A Rilievo e catalogazione a.s. 2013-2014

Referente Prof.ssa Maria Cristina Marinozzi

La chiesa di San Tommaso in Terni


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Descrizione Il complesso, originariamente composto dalla chiesa, dal campanile a torre e dalla casa parrocchiale, è stato trasformato pesantemente tra i secoli XVI e XVIII, ma con i restauri del 1983 l’aula medievale è stata liberata dalle parti aggiunte e riportata alla fase di inizio Cinquecento. Attualmente l’aula della chiesa è utilizzata come Museo delle raccolte paleontologiche dell’Umbria meridionale -Paleolab. La muratura originaria, in blocchetti di pietra sponga, è visibile lungo i fianchi ed è databile fra l’XI e il XIV secolo, la facciata è settecentesca ed è costituita da un bugnato liscio realizzato in stucco. Sul fianco meridionale si rileggono i vani di due porte tamponate, una posta al centro, la seconda vicino alla zona absidale, che sono in asse con altri due passaggi tamponati presenti nella parete settentrionale su Vico Catina. Sul lato meridionale è visibile l’imposta di un arco, probabilmente l’arco di scarico delle volte della chiesa che si appoggiava alla casa esistente fino alla sua demolizione alla fine degli anni’50. Questa situazione è testimoniata da una foto del 1939 pubblicata nel contributo di Cinzia Perissinotto sulla chiesa e dal dipinto di Orneore Metelli, visibile nella copertina.

L’angolo sud-est della chiesa in una foto del 1939. E’ visibile il sovrappasso appoggiato al fianco della chiesa, come quello ancora conservato su Vico Catina. (da Perissinotto)

Nell’angolo nord-ovest della chiesa si trova il campanile, che in origine era a base quadrata con un’arcata a tutto sesto su ciascun lato, che poi è stato trasformato a pianta triangolare con una terminazione a vela. Sulla parete nord, tra l’angolo del campanile e il sovrappasso di Vico Catina, si trova un ballatoio in muratura di fattura medievale. Sotto al sovrappasso è murato un interessante bassorilievo della metà del XIII secolo con la rappresentazione dell’Incredulità di San Tommaso. All’interno della chiesa sono presenti affreschi di notevole pregio artistico, che vanno dalla fine del XII secolo al XV secolo.

Il sovrappasso di Vico Catina.

Il bassorilievo con l’Incredulità di San Tommaso.

La foto mostra una delle due finestre di dimensioni quadrate, realizzate in età barocca, che si sovrappone all’apertura originaria di forma rettangolare. A sinistra è visibile l’ imposta di un arco di scarico che si appoggiava alla casa antistante. La chiesa di San Tommaso in Terni


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Il restauro del Novecento ha conservato alcuni elementi decorativi dell’ultima fase dell’edificio, le cornici in stucco che contenevano le tele dei due altari laterali, quelle che delimitavano le finestre quadrate e quella che collegava tra di loro i capitelli delle paraste. Il profilo delle volte e delle paraste è mantenuto nella memoria dalla diversa lavorazione dell’intonaco. Nella zona absidale, leggermente sopraelevata rispetto al pavimento, un arco trionfale delimita lo spazio dell’altare maggiore ancora conservato, mentre a sinistra si apre il passaggio alla ex sacrestia, attualmente usata come deposito della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria, a destra è posto un piccolo vano, generato dalla ristrutturazione cinquecentesca, che corrisponde alla base del campanile medievale.

Il rilievo

La facciata

La facciata settecentesca con bugnato in stucco compreso tra le lesene e il timpano. A destra il sovrappasso che conduceva alla casa parrocchiale.

Il prospetto posteriore con la facciata della sacrestia seicentesca, il campanile a vela e il ballatoio. La chiesa di San Tommaso in Terni


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Il prospetto laterale sinistro

Il fianco sinistro mostra il corpo di fabbrica della chiesa medievale in blocchetti di pietra sponga, la sacrestia aggiunta nel Seicento, la facciata settecentesca e il campanile a vela.

La sezione trasversale

La sezione mostra la zona presbiteriale con al centro il vano dell’altare, a destra il piccolo vano corrispondente alla base del campanile e a sinistra l’ingresso alla ex sacrestia.

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Le vicende storiche La fase medievale La data della costruzione della chiesa di San Tommaso, come per la maggior parte degli edifici medievali di Terni, non è nota, ma le strutture architettoniche sono romaniche e presumibilmente dell’XI secolo. La chiesa risulta nell’elenco dei possedimenti dei canonici di San Giovanni in Laterano del 1227, citato nella storia dell’Ordine redatta dall’abate di San Giuliano di Spoleto nel 1624, ma è probabile che fosse già in loro possesso durante il papato di Alessandro II tra il 1061 e 1073, il primo pontefice ad essere eletto da un consesso di principi della chiesa senza l’intrusione del potere imperiale. (Lucioni, 2009) La presenza dei canonici lateranensi è confermata dal documento del 26 novembre 1361 con il quale il capitolo di San Giovanni in Laterano concede a Sabba de Tignosis di Roma il priorato della chiesa. La città nel 1174 viene distrutta a seguito della punizione imperiale attuata da Cristiano da Magonza, ma dopo pochi anni, nel 1191 il nuovo imperatore Enrico VI ne favorisce la ricostruzione ed è probabile che in questo momento venga avviato il primo intervento decorativo. Un ciclo di affreschi, che sarà completato agli inizi del 1200, viene dipinto sulle due pareti laterali. Ciò testimonia l’importanza che la chiesa doveva rivestire per la città, tanto che non essendo stato ancora costruito il palazzo comunale, l’edificio diventa il luogo destinato alle riunioni delle nuove istituzioni comunali. E’ a questo periodo che si riferisce la leggenda di Liberotto, un fabbro ternano che uccise l’esattore del ducato di Spoleto davanti alla chiesa di San Tommaso, in quanto esigeva il pagamento di un tributo che i cittadini non erano in grado di sostenere. (L’episodio è rappresentato nel dipinto di Orneore Metelli) Il suo gesto spinse i ternani a ribellarsi all’oppressione spoletina. In realtà nel 1198 la città, durante il pontificato di Innocenzo III, tornò ad essere sede di diocesi e libero comune. La tradizione vuole che nel 1241 nella chiesa venga decisa l’alleanza con Federico II e nel 1244 vi si stipuli il documento contenente il giuramento di fedeltà di 144 capi-famiglia del Castello di Perticara al Comune di Terni. Se questi eventi risultano incerti, è documentato invece, che nel 1245 in San Tommaso si decise l’accoglienza delle famiglie di Castel dell’isola, in quanto il castello, posto a ridosso della città, era stato distrutto dalle truppe imperiali. La chiesa compare anche nell’elenco degli edifici religiosi che pagavano le Decime negli anni tra il 1276 e il 1277 e successivamente nel Catasto dei luoghi Pii del XV secolo.

Le visite pastorali: le descrizioni della chiesa dal 1573 Dalla seconda metà del Cinquecento le notizie sulla chiesa si fanno più consistenti grazie alle descrizioni presenti nelle visite pastorali e negli inventari. La prima visita, del 5 Dicembre del 1573, effettuata dal Visitatore Apostolico, Vescovo Camaiani di Ascoli Piceno, testimonia che l’edificio è in uno stato conservativo accettabile, che vi sono tre altari di cui uno in pietra. Presumibilmente si tratta dell’altare maggiore, su cui il Visitatore ordina di collocare le reliquie oltre che di provvedere alla sua decorazione. La copertura della chiesa risulta a volta, ma richiede risarcimenti e decorazioni. Inoltre sia la chiesa che la casa parrocchiale devono essere imbiancate in quanto le pareti risultano umide, sporche e scrostate. Tra gli arredi viene descritta anche una “croce di legno e un crocifisso antico modellato argentato basso” che potrebbe essere la croce astile del Tesoro del Duomo di Terni. (Lucioni, 2009) La visita del 1584 decreta la demolizione di un altare, ma non indica né il titolo, né la posizione, potrebbe essere quello della cappella che era posta a destra della porta principale. Nel 1645 viene citato l’altare maggiore, la cappella di San Giuseppe e per la prima volta la sacrestia. Le vedute di Terni di questo periodo ne registrano la realizzazione a ridosso della zona presbiteriale e del campanile. Nell’inventario del 1651 vengono descritti gli arredi tra cui il dipinto di San Gerolamo nell’atto di comunicarsi, San Tommaso e il Cristo resuscitato e San Tommaso e Cristo nell’altare maggiore. Il parroco Don Giuseppe Ricciardi nel 1670 con l’autorizzazione del vescovo, costruisce a sue spese un altare dedicato a San Giuseppe, alla Vergine e a San Antonio. Una descrizione dettagliata della chiesa e della casa parrocchiale è data dall’inventario del 1726, redatto da Giuseppe Bernabei, rettore e priore della chiesa, con l’assistenza di Paolo Sforzini e Pietr’Antonio Talone, nel quale descrive la casa parrocchiale, conferma la presenza dei tre altari, di cui quello maggiore decorato con il dipinto di Giovan Battista Ricci da Novara datato 1606, inserito in una cornice in stucco dorato, il quale rappresenta San Tommaso che pone il dito nel costato del Cristo, sulla parete sinistra compare l’altare eretto da Giuseppe Ricciardi, decorato con una tela dedicata allo Sposalizio di San Giuseppe con Sant’Antonio da Padova e la Vergine con il Bambino, mentre sulla parete destra è posto l’altare appartenente alla famiglia Adami, con la tela di San Luca in atto di dipingere la Madonna, decorato con una cornice dipinta direttamente sulla parete. Le visite del vescovo Pongelli avvenute tra il 1729 e il 1735 non descrivono cambiamenti dell’edificio, si citano ancora una volta i tre altari, di cui uno dedicato a San Giuseppe.

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L’Inventario del 1726 redatto da Giuseppe Bernabei in cui si descrive l’edificio e la pala dell’altare maggiore.. (Archivio della Diocesi di Terni)

La chiesa nelle fonti iconografiche Le vedute Le prime immagini della chiesa si ricavano ricava dalle vedute della città di Terni realizzate tra i secoli XVII e XVIII . La veduta detta di Urbano VIII del 1637 mostra il corpo della chiesa con l’alto campanile a torre e nella parte posteriore il corpo di fabbrica della la sacrestia, sacrestia a questa data già costruita.

Veduta eduta di Terni, detta di Urbano VIII nel 1637 (da Secci)

Veduta di Terni di Domizio Gubernari pubblicata nel 1646 in la Storia di Terni di F. Angeloni (da Secci)

La veduta di Domizio Gubernari mostra sul fianco nord il sovrappasso che collega la chiesa all alla casa parrocchiale e sul tetto due cuspidi che alludono forse a due campanili. La chiesa di San Tommaso in Terni


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Nellaa veduta conservata alla Biblioteca Vaticana la chiesa appare come nella veduta del 1637, con il campanile a base quadrata, la sacrestia e l’arco di collegamento con la casa parrocchiale.

Veduta eduta di Terni di autore ignoto, contenuta nel Cod. Barb. Lat. 9901 della Biblioteca Apostolica Vaticana

Veduta di Terni, affresco del Vescovado del 1655 (da Secci)

Veduta di Terni di Joan Blaeu del 1663 (da Secci)

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Veduta di Terni di Pierre Mortier del 1705 (da Perissinotto Perissinotto)

Il Mortier mostra la chiesa isolata da altri edifici, disegna un ingresso laterale a sud dà enfasi al campanile

La mappa del Catasto Gregoriano Nel Catasto Gregoriano del 1819 la chiesa è indicata con la lettera I, il sovrappasso di collegamento alla casa del parroco con la L, la casa parrocchiale con la M. L’orto retrostante corrisponde alla particella 552,che viene venduta nel 1907 a Gaudioso Tazza T per costruirvi un nuovo fabbricato.

L’area di San Tommaso nel Catasto urbano del 1819, ( ASR, Catasto Gregoriano, Spoleto 1, Mappa Terni città, a. 1819) ( su concessione del MIBAC, ASR 16/2006 ) La chiesa di San Tommaso in Terni


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La chiesa di San Tommaso si affaccia sulla piazza omonima posta tra via di san Tommaso e via di Piazza Catina

Le vicende tra il 1703 e la prima metà del Novecento Il terremoto del 1703 arreca danni alla struttura dell’edificio e vengono iniziati i lavori di restauro che comportano anche rimaneggiamenti alla decorazione interna e la costruzione della nuova facciata. Nel corso del 1852, durante la rimozione di una parte di intonaco rigonfiato sulla parete nord, viene rinvenuto un affresco con la Vergine, venerata poi come Santa Maria del Rifugio a cui viene dedicata una zona recintata nell’angolo nord-est dell’edificio, visibile nella foto della Soprintendenza B.S.A.E. dell’Umbria. Successivamente l’affresco con l’immagine della Vergine è stata staccato e trasferito nella chiesa di San Cristoforo, dove è collocato sull’altare dell’edificio moderno. Una lapide conservata nella chiesa documenta un ulteriore restauro nel 1895, a seguito del quale la chiesa viene riconsacrata, presumibilmente si tratta di un intervento per rinnovare o rinfrescare le pitture interne, comprese quelle dell’altare maggiore e rifare il pavimento. Nei primi decenni del Novecento vengono eseguiti una serie di interventi di manutenzione e di ristrutturazione, nel 1915, con la partecipazione del Comune, vengono demoliti i fondelli della canonica che precedentemente era stata suddivisa in appartamenti per essere data in affitto e rifatto il manto di copertura della chiesa. Negli anni tra il 1914 e il 1944 si lavora nella sacrestia, che viene ampliata demolendo un muro divisorio sostituito con un’arcata. Inoltre viene rinnovato il solaio tra il piano terra e il primo piano e rifatto il pavimento. (Perissinotto, 2009)

La foto dell’Archivio fotografico della Soprintendenza B.S.A.E. dell’Umbria documenta lo stato dell’interno della chiesa negli anni ’50 del Novecento (da Perissinotto)

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Interno della chiesa negli anni 50 del Novecento. Archivio Fotografico della Soprintendenza B.S.A.E dell’Umbria.

Le foto documentano lo stato della chiesa nella fase precedente all’abbandono, con i caratteri acquisiti nel tempo, fino all’ intervento del 1895. Si notano le paraste che sorreggono le volte a crociera e scandiscono lo spazio in tre campate, le decorazioni in stucco e le tele dipinte descritte nelle visite pastorali. Nell’altare maggiore è ancora presente l’Incredulità di san Tommaso di Giovan Battista Ricci da Novara del 1606. La chiesa di San Tommaso in Terni


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Durante il 1927 la chiesa ospita i frati francescani, francescani poi dal 1935 la parrocchia di San Tommaso viene trasferita in quella di Sant’Antonio, la loro nuova chiesa. Il piano di risanamento del quartiere medievale di San Tommaso e Santa Caterina, stralcio del Piano Regolatore Bravetti- Lattes-Staderini,, approvato con la legge numero 608 del 30 marzo 1936, decreta lo smantellamento dell’intero quartiere per costruire il mercato coperto. L’isolamento della chiesa dalle case viene messo in atto più tardi con il Piano di Ricostruzione del dopoguerra. L’edificio L’edif viene acquistato dall’impresa impresa edile Marsili e Cavalletti, forse con la prospettiva di sfruttare l’area area per realizzarvi nuovi edifici, fortunatamente laa chiesa era stata vincolata, per cui non poteva essere modificata, quindi i proprietari ne fanno un deposito.

Progetto di risanamento del quartiere di Santa Caterina e di costruzione del mercato coperto, veduta prospettica, 1936(da Perissinotto)

Durante la seconda guerra mondiale l’edificio subisce gravi danni dai bombardamenti e, nonostante le sollecitazioni della Soprintendenza e del Comune di Terni rivolte ai proprietari affinché provvedessero al restauro restauro, viene lasciato in stato di abbandono per lungo tempo.

La chiesa e la zona absidale in una foto del 1983, durante i restauri promossi dal Comune di Terni.. Sono state già rimosse le paraste e parte degli intonaci, sulla parete sinistra si nota una porta tamponata. L’altare maggiore è privo del dipinto seicentesco. (Archivio Fotografico della Soprintendenza B.S.A.E. dell’Umbria dell’Umbria)

E’ in questi anni che scompaiono i dipinti degli altari e il rilievo raffigurante San Silvestro che ammansisce il drago che era collocato nella sacrestia, infatti nel carteggio conservato nell‘Archivio comunale è presente un lettera del presidente di Italia Nostra Pasquali Coluzzi del 5 novembre del 1970, indirizzata al Sindaco indaco Sotgiu e all’Assessore alla cultura Adorno, con la quale si sollecita l’acquisto dell’edificio da parte del Comune di Terni e si chiede conto del bassorilievo scomparso.

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I restauri della seconda metà del Novecento Il primo progetto di restauro risale al 1968 ed è stato commissionato all'architetto Sandro Giani dall’impresa Cavalletti e Marsili, proprietaria dell’edificio.. Nella relazione si specifica che il complesso si trova in pessimo stato di conservazione per la parte più antica, mentre i locali posteriori, la sacrestia, sono in una condizione migliore. L’intervento condiviso dall’architetto l’architetto Wolfang Frankl e dall’architetto Ridolfi,, che aveva elaborato il Piano Particolareggiato del quartiere in cui è posto l’edificio, prevede la “Restituzione all’antico aspetto e quindi la demolizione di tutte le sovrastrutture del secolo XVIII°, XVIII°, risanamento e restauro del paramento originario lasciando in sito, ove possibile, eventuali reperti di affreschi e graffiti su strati di intonaco che probabilmente esistono sotto a quello originale”. Di fatto il restauro degli anni Ottanta ha riproposto completamente l’idea dell’architetto Giani. L’impresa Cavalletti non realizzò il restauro dell’edificio,, nonostante i ripetuti solleciti ricevuti dal Comune e dalla Soprintendenza ad effettuare i lavori, e si limitò alle sole opere di messa in sicurezza con puntellature alle pareti. Dopo gli ulteriori danni subiti negli anni’ 80 a seguito di un terremoto, il 3 settembre 1982 l’edificio viene acquistato dal Comune di Terni con la clausola che i lavori sarebbero s stati eseguiti dall’impresa Cavalletti. L’Amministrazione comunale provvide immediatamente alla sistemazione della parete sinistra, sinistra che era fuori piombo piombo, e al rifacimento della copertura crollata. Il distacco di una delle paraste durante d il raddrizzamento della parete parete, permise il rinvenimento deglili affreschi sottostanti e l’avvio di una campagna di indagine, con saggi su tutte le pareti. L’operazione evidenziò la presenza di frammenti diffusi che convinsero la Soprintendenza B.A.A.A.S. dell’Umbria a mettere in atto un restauro di rilettura dell’edificio e all’eliminazione di tutti gli arredi, la demolizione delle volte, delle paraste, degli altari laterali e degli intonaci sotto i quali erano riemersi gli antichi e pregevoli affreschi medievali. Il 27.10.1983 vengono affidati i lavori di “scopritura e protezione degli affreschi”alla ditta C Coo.BE.C. di Spoleto che successivamente porterà a compimento il restauro di tutti gli affreschi. Dopo il completamento del restauro architettonico, nel 1986 viene avviato una primo intervento sugli affreschi, che nel frattempo erano stati coperti con un velatino di protezione. Successivamente, tra il 1986 e il 1990, un secondo intervento di restauro portò a compimento i lavori con il rifacimento degli intonaci della facciata e quelli interni che fanno da fondo neutro agli affreschi.

La chiesa come appariva nel 1990 (da Perissinotto)

Attualmente l’edificio è utilizzato come Museo delle raccolte paleontologiche dell'Umbria meridionale meridionale, chiamato Paleolab, costituito da un’aula didattica e una ricca raccolta di fossili e di resti di mammiferi rinvenuti nei depositi degli antichi corsi d'acqua, in particolare vi sono ricostruzioni a grandezza naturale di un daino, di una iena e di un felino dai denti enti a sciabola e uno scheletro completo di una femmina di daino. Le cornici degli altari laterali in stucco, che contenevano i dipinti, sono vuote e le tele disperse.. Nella macchina dell’altare maggiore nel 2012 è stata collocata una tela moderna con un soggetto ispirato alla nuova funzione della chiesa. La chiesa di San Tommaso in Terni


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La pala ritrovata L’Incredulità di san Tommaso di Giovan Battista Ricci da Novara Nell’ambito della ricerca sulla chiesa è stata rintracciata la pala dell’altare maggiore, l’Incredulità di san Tommaso di Giovan Battista Ricci da Novara. La tela è andata all’asta nel 2004, come risulta dal catalogo della Casa d’Aste Pandolfini di Firenze, ma non è stata venduta, quindi è tornata al collezionista faentino che ne è proprietario. Le alunne dopo il ritrovamento dell’opera, grazie all’immagine fornita dalla casa d’Aste, sulla base di un progetto di valorizzazione della ex chiesa hanno realizzato la copia del dipinto in dimensioni reali e la scheda OA, con la prospettiva di collocarla nella macchina d’altare sei-settecentesca ancora conservata. Dopo la presentazione del lavoro presso la ex chiesa, il 21 maggio 2014, la copia dell’Incredulità di San Tommaso è stata collocata sull’altare maggiore al posto della tela moderna.

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Il ciclo pittorico medievale Alla fine del XII secolo viene avviata un’importante campagna decorativa, sviluppatasi in stretto rapporto con gli avvenimenti storici e politici della città, che si concluderà nella prima metà del secolo successivo. Per l’obbedienza al pontefice in opposizione al tentativo di Federico I, il Barbarossa, di accorparla al ducato di Tuscolo, nel 1174 Terni, viene rasa al suolo da Cristiano di Magonza. Successivamente, l’imperatore Enrico VI, salito al trono dopo la morte del padre, promosse la ricostruzione della città nel 1191. Infine nel 1198, con la restituzione dei territori umbri al pontefice Innocenzo III da parte del duca Corrado, Terni esce dalla dipendenza politica spoletina come castaldato e diventa libero comune sotto l’egida papale. Il pontificato di Innocenzo III (1198 al 1216) si caratterizza per una particolare promozione del culto e dell’ornamentazione delle chiese, oltre che per l’azione moralizzatrice della Chiesa. San Tommaso può essere stata investita da questo nuovo clima, visto che tra l’altro dipendeva dai Canonici di San Giovanni in Laterano. Il ciclo di affreschi, che è un unicum nell’ambito della pittura ternana, può essere interpretato come un omaggio al ripristino dell’ordine papale reso evidente dalla raffigurazione dei massimi protettori della città, come la Madonna, Cristo e San Pietro della Déesis, e la serie di santi, prevalentemente disposti in gruppi, lungo le due pareti laterali. (Lucioni, 2009) La decorazione si sviluppa su tre fasce, dipinte dall’alto verso il basso. La prima, conservata in modo frammentario solo sulla parete sinistra, è databile alla fine del XII secolo, mentre quella centrale con il sottostante velario, che doveva scendere fino al livello del pavimento, sono collocabili nel secondo quarto del XIII secolo. Anche se la realizzazione si è svolta nell’arco di circa mezzo secolo il progetto generale, per l’organicità che presenta il ciclo, doveva essere già ideato all’inizio della campagna decorativa, soprattutto in riferimento alle fasce mediane e al velario nelle quali si esprime una precisa volontà di creare una decorazione unitaria raggiunta anche grazie alla presenza di un’unica mano. Cicli di questo tipo a cavallo tra la fine del XII e l’inizio del XIII sono riscontrabili nella sede papale di Anagni, luogo d’origine di papa Innocenzo III, che promosse probabilmente la decorazione dalla cattedrale e della cripta. Da questo cantiere derivano nella stessa zona, una serie di interventi pittorici in conventi e chiese, che ripetono i partiti decorativi, velari e sequenze di santi, come nella chiesa di San Pietro in vineis e la chiesa di San Silvestro Papa ad Alatri, simili a quelli di San Tommaso.

Anagni, Chiesa di San Pietro in vineis, partito decorativo con velario, particolare, XII secolo.

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Alatri, Chiesa di San Silvestro Papa, Annunciazione della Vergine e santi con velario, particolare, XIII secolo.

Terni, ex Chiesa di San Tommaso, decorazione con teorie di santi velario, prima metà del XIII secolo.

La disposizione a fasce è simile a quella del coevo ciclo dell’abbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo che però, dal punto di vista stilistico, è di ascendenza romana e quindi più aggiornato dal punto di vista stilistico, mentre quello di San Tommaso è di influenza spoletina e più legato agli stilemi bizantini.

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Ipotesi ricostruttiva del ciclo di affreschi fine XII secolo - secondo quarto XIII secolo

Parete sinistra

Parete destra

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Fine XII secolo: fascia superiore Parete sinistra I frammenti della fascia superiore, della fine XII secolo, non sono presenti sulle altre pareti, quindi non è possibile sapere se proseguissero in controfacciata e nella zona presbiteriale, modificata a partire dal XVI secolo. Gli autori di questa fascia sono due artisti che conoscono le opere spoletine realizzate a partire dalla metà dell’XI secolo ed applicano i caratteri di queste in modo più riduttivo. Mariella Lucioni, che ha studiato il ciclo, li definisce “équipe di Donna Beatrice”, facendo riferimento al nome che compare nella fascia bianca in corrispondenza della figura della donatrice rappresentata nella Deésis. L’opera, che costituisce la parte più rilevante della fascia, segna probabilmente l’inizio della campagna decorativa della chiesa. Nel gruppo si riconoscono un santo barbato, san Pietro, la Madonna, e la minuta Donna Beatrice. Ad una certa distanza da questo affresco, dopo una sequenza di frammenti non più leggibili, si conserva una Teoria di Santi con tre figure maschili non identificate. l soggetti sono inseriti in un fondo diviso in due zone, una superiore azzurra che rappresenta il cielo e una inferiore blu-verde che simula la terra. I due dipinti presentano alcune somiglianze soprattutto nella resa dei volti, nel profilo allungato delle mani e negli elementi decorativi delle vesti, mentre si riscontrano differenze nella resa delle pieghe delle vesti e nelle cornici verticali, che a sinistra della Déesis riproduce una colonna tortile e a destra della Teoria dei Santi è costituita da una fascia bianca con triangoli dentati rossi. La cornice orizzontale è unica e formata da una fascia bianca su cui sono scritti i nomi dei personaggi e una fascia rossa inferiore.

Cornice della Deèsis.

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Cornice della Teoria di Santi.


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Deésis

TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: Deésis COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, parete sinistra, fascia superiore, prima campata DATAZIONE: XII secolo, fine AUTORE: Primo Maestro di San Tommaso, “équipe di Donna Beatrice” DESCRIZIONE: Personaggi: Santo barbato, san Pietro, Madonna, Beatrice; Abbigliamento: (santo barbato): tunica bianca con decorazioni a reticoli e puntini rossi, dalmatica rossa con bordo bianco e decorazioni di croci, calze bianche, sandali neri; (san Pietro): tunica celeste, pallio rosa, calze bianche, sandali neri; (Madonna): veste rosa, mantello blu, calze bianche, sandali neri; (Beatrice): abito rosso con cerchi grigi riempiti di puntini bianchi, velo bianco con decori a reticolo; Oggetti: (santo barbato): libro aperto. (santi): aureole di colore rosso con perline bianche perimetrali. Cornici: (Inferiore): fascia bianca con iscrizione, fascia rossa; (laterale): due fascette con all’interno un motivo tortile. ISCRIZIONE: […] BEATRICE / SIMON PIETRO / S. MARIA. NOTIZIE STORICO CRITICHE: Il dipinto è stato realizzato dopo il 1174 dal Primo Maestro della “équipe di Donna Beatrice”, un artista di probabile origine spoletina che conosce la pittura della sua città realizzata nel secolo precedente nella cripta di Sant’Isacco, gli affreschi dipinti intorno al l 1146 nella chiesa di san Gregorio Maggiore, oltre che le opere di Alberto Sotio, in particolare Il Martirio dei santi Giovanni e Paolo proveniente dalla stessa chiesa. Ma la relazione più diretta può essere istituita con gli affreschi di San Paolo inter vineas del terzo quarto del XII secolo, dove i caratteri bizantini si schematizzano e le figure appaiono più eleganti e solenni. (Lucioni 2009) L’affresco, a seguito della ristrutturazione cinquecentesca della chiesa e della costruzione della volta, viene parzialmente distrutto e rimane coperto dall’imposta fino ai restauri del 1983, quando le strutture aggiunte nei secoli precedenti vengono rimosse e la chiesa è ricondotta alla sua forma originaria. Il dipinto manca della metà destra, dove doveva essere rappresentato il Cristo con altri santi al suo fianco, come fa ipotizzare il gesto della Vergine, ripetuto dalle altre due figure. Queste sono individuate dal nome scritto sotto, tranne la prima a sinistra in quanto l’iscrizione è andata perduta. San Pietro è rappresentato senza le chiavi e in basso tra i due santi è dipinta la donatrice Beatrice, inginocchiata e anche lei rivolta verso il Cristo. Questa figura si distingue per la ricchezza dell’abito e per il velo bianco che, come spiega la Lucioni, nel XIII secolo veniva probabilmente imposto alle donne per indicare lo stato di donna maritata. Le figure indossano calze bianche e sandali di foggia romana. Alcuni caratteri stilistici sono simili a quelli della Teoria di santi presente nella stessa fascia: gli occhi con le pupille grandi, il naso sottile evidenziato da pennellate bianche, le gote formate da pomelli allargati a forma di triangoli, le mani sottili e molto lunghe con pennellate bianche, gli elementi decorativi delle vesti (motivi a losanga con perline, La chiesa di San Tommaso in Terni


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reticoli e cerchietti con perline). Tuttavia si rilevano anche delle differenze come le calze rosse e un tratto più spigoloso e sommario nelle figure della Teoria dei santi.

La figura della committente Beatrice.

BIBLIOGRAFIA: Lucioni M., Le origini della pittura ternana, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 61-88 Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009. COMPILAZIONE: Balani Maria Chiara

Teoria di Santi

TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: Teoria dei Santi La chiesa di San Tommaso in Terni


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COLLOCAZIONE SPECIFICA: Ex chiesa di San Tommaso, parete sinistra, fascia superiore, seconda campata DATAZIONE: XII secolo, fine AUTORE: Primo Maestro di San Tommaso , ”équipe di Donna Beatrice” DESCRIZIONE: Personaggi: Figura di santo 1, santo barbuto, figura di santo 2; Abbigliamento: (figura di santo 1):tunica e pallio rossi, calze rosse, sandali neri; (santo barbuto): tunica bianca, veste rossa con decorazioni a reticolo e puntini bianchi, pallio rosso con collo bianco a V, calze rosse, sandali neri; (figura di santo 2): tunica bianca, veste rossa con decorazioni a reticolo e puntini, ai lati cerchietti bianchi con perline, calze rosse, sandali neri; Oggetti: aureole rosse con perline bianche perimetrali. Cornici: (Inferiore): fascia bianca con iscrizione, fascia rossa; (laterale): fascia bianca con triangoli dentati rossi. NOTIZIE STORICO CRITICHE: La Teoria dei Santi e la Deésis fanno parte della stessa campagna decorativa, infatti, si può parlare d’identità di mano della cosiddetta “èquipe di Donna Beatrice”, come la definisce Mariella Lucioni, per la figura della committente. La contemporaneità delle due opere è confermata dalla datazione assegnata dalla stessa studiosa che le colloca verso il 1174. Questa “équipe” conosce certamente quello che si era realizzanto a Spoleto, in particolare nella cripta di Sant’Isacco, in San Gregorio Maggiore e in San Paolo inter vineas. Le figure hanno delle ricche vesti medievali, ma i Santi che le indossano non sono stati ancora identificati. Il Santo barbuto della Teoria dei Santi e il San Pietro della Deésis presentano elementi comuni, cioè gli occhi con pupille grandi e fisse, il naso sottile e diritto, la bocca definita da una linea discendente e le gote rilevate da pomelli. Altre corrispondenze sono i motivi che ornano gli abiti a losanga riempiti da perline, come nel primo Santo e nel turbante di “Beatrice” nella Deésis. Leggere discontinuità, però, sono presenti nelle trame angolose degli abiti, nel manto dei Santi della Deésis e nel Santo barbuto caratterizzato da linee secche verticali, così come il colore delle calze, che nella Deésis sono bianche e nella Teoria dei santi sono rosse. Il verbale della Visita Apostolica del vescovo Camaiani del 1573 documenta che la chiesa era stata sottoposta a modifiche già prima di questa data e quindi una parte dell’affresco era stata distrutta e la restante coperta. Il dipinto è tornato alla luce durante i restauri promossi dal Comune di Terni nel 1983. BIBLIOGRAFIA: Lucioni M., Le origini della pittura ternana, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 61-88 Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009. COMPILAZIONE: Catini Helena

Spoleto, Pinacoteca, Alberto Sotio (attribuzione), Martirio dei santi Giovanni e Paolo, ante 1187, dalla Chiesa di San Gregorio Maggiore.

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Spoleto, Cripta di Sant’Isacco, Madonna in trono

Spoleto, Chiesa di San Gregorio Maggiore, controfacciata, 1146 ca., terzo quarto XI secolo

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Spoleto, Chiesa di San Gregorio Maggiore, abside, Teoria di Apostoli.

Spoleto, Chiesa di San Paolo inter vineas, Patriarchi e profeti, particolare, terzo quarto del XII secolo.

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Secondo quarto del XIII: fasce mediane e velario Gli affreschi del secondo quarto del XIII secolo, anche se frammentari, sono conservati su ambedue le fasce mediane delle pareti laterali e presentano una sequenza di santi con sottostante velario che si pone in diretta relazione con gli affreschi della fascia superiore del XII secolo. Questa seconda fase pittorica è ancora una volta legata ai cambiamenti che vive la città, infatti nel 1218 Terni, dopo essere stata per diversi secoli sotto il vescovo di Spoleto, torna ad essere sede episcopale, è lo stesso Papa Onorio III a comunicarlo al clero il 13 gennaio con l’elezione del vescovo Rainerio. Questa data segna quindi l’inizio di una nuova fase storico-artistica. I dipinti di San Tommaso presentano delle affinità con quelli della prima metà del Duecento conservati nella chiesa di Sant’Alò, in particolare la Crocifissione, e soprattutto con il san Paolo della chiesa di San Salvatore. Pertanto si può ipotizzare che l’autore del san Paolo sia il Secondo Maestro di San Tommaso, un artista o una bottega che, come lo definisce la Lucioni, esprime un clima culturale e artistico rinnovato, ma “non ancora definibile come linguaggio figurativo” che ha visto il suo avvio negli esemplari più antichi di San Tommaso. Le figure si dispongono in gruppi di due o più santi all’interno di riquadri definiti da una cornice costituita da una fascia rossa esterna ed una blu interna decorata con fuseruole bianche. Nella parete sinistra sono ancora visibili un san Leonardo accompagnato da un santo barbato, san Giorgio e il drago e in un riquadro molto frammentario san Francesco e sant’Alessio. Sulla parete destra rimangono, in mezzo a diversi frammenti non più leggibili, san Pietro e san Paolo e in prossimità dell’altare probabilmente una Ultima cena. Le parti meglio conservate sono quelle rimaste coperte dalle paraste tardo cinquecentesche rimosse nel restauro del 1983, le altre zone hanno subito i molteplici interventi a cui è stata sottoposta la chiesa e sono solo frammenti sparsi non più interpretabili. I santi sono posti su piano di colore ocra che nella parte superiore, a simulare il cielo, assume un colore azzurro cenere. Elemento comune di tutte le figure è la decorazione dell’aureola di colore ocra con una spessa linea nera di contorno e perline bianche.

Parete sinistra Santo barbato e San Leonardo TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: santo barbato e san Leonardo COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, parete sinistra, fascia mediana, prima campata DATAZIONE: XIII secolo, secondo quarto AUTORE: Secondo Maestro di San Tommaso DESCRIZIONE: l'affresco fa parte di un ciclo di affreschi che occupava tutta fascia mediana della parete sinistra, di cui rimangono solamente alcune parti. I due santi sono inseriti in una cornice che ricorre su tutto il registro ed è costituita da una fascia di colore blu con motivi a fuseruole bianche e una fascia di colore rosso posta all'esterno da cui scende un velario bianco con linee nere che simulano le pieghe di una stoffa. NOTIZIE STORICO CRITICHE: L’intero ciclo a cui appartiene l’affresco è stato datato dalla Lucioni al secondo quarto del XIII secolo, in relazione ai soggetti rappresentati e allo stile. I santi sembrano dialogare rivolgendosi al fedele. Il santo barbato, a sinistra, ha il palmo della mano aperta, san Leonardo, a destra, tiene nella mano sinistra, un libro e nella destra il suo attributo, la catena spezzata simbolo della fine della cattività. San Leonardo è infatti il protettore dei prigionieri e nelle rappresentazioni è in genere accompagnato da altri diaconi come san Lorenzo e santo Stefano. La presenza di questo soggetto all’inizio del ciclo della parete sinistra può voler sottolineare la riacquistata autonomia dalla diocesi di Spoleto nel 1218. L'intero soggetto è inserito in un fondo di due colori: l’azzurro cenere a simboleggiare il cielo e l’ocra la terra. L'affresco La chiesa di San Tommaso in Terni


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presenta delle somiglianze stilistiche con il san Paolo della chiesa di San Salvatore e alcuni dipinti della chiesa di Sant'Alò, in particolare con la Crocifissione posta sulla parete destra, caratterizzata da motivi a fuseruole nere su fondo bianco, lo sfondo azzurro cenere e ocra, l'aureola contornata da una linea nera con perle bianche e le linee scure parallele del panneggio delle vesti del santo. BIBLIOGRAFIA: Lucioni M., Le origini della pittura ternana, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 61-88 Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009. COMPILAZIONE: Balani Maria Chiara

San Giorgio e il drago TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: San Giorgio e il drago COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, parete sinistra, fascia mediana, prima campata DATAZIONE: XIII secolo, secondo quarto AUTORE: Secondo Maestro di San Tommaso DESCRIZIONE: santi: san Giorgio; abbigliamento (san Giorgio): mantello rosso; attributi (san Giorgio): lancia; animali: cavallo bianco, drago grigio con zampe rosse; cornice: fascia interna di colore blu con motivi a fuseruole bianche, fascia esterna di colore rosso. Non si conserva il sottostante velario. NOTIZIE STORICO CRITICHE: Dai pochi frammenti rimasti si individua il santo vestito con una tunica rossa, in sella al suo cavallo bianco (simbolo di purezza) impennato, con una lancia bianca in mano con la quale colpisce il drago nelle fauci. Il dipinto mostra una particolare resa grafica del cavallo - nella parte superiore del collo e nella testa - e del drago. La criniera è descritta con linee parallele ben definite, così come il ciuffo sulla testa. La superficie del collo è invece caratterizzata da un disegno di forma ovale che suggerisce una decorazione a squame più grande di quella che compare nel corpo del drago. Il culto del santo si afferma in occidente proprio nel corso del XIII secolo. Il soggetto può essere messo in relazione con gli eventi che hanno motivato la realizzazione del ciclo, la raggiunta autonomia della città di Terni dal ducato di Spoleto e il ripristino della sede episcopale, il drago rappresenta infatti il male sconfitto dal santo cavaliere. I caratteri stilistici sono simili a quelli dei dipinti dello stesso Maestro presenti nelle chiese di Sant’Alò e San Salvatore. Il dipinto può essere stato fonte di ispirazione per altri soggetti analoghi realizzati più tardi, nel XV secolo nel territorio, come quelli delle chiese di San Domenico e di San Francesco a Narni. BIBLIOGRAFIA: Lucioni M., Le origini della pittura ternana, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 61-88 COMPILAZIONE: Balani Maria Chiara

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San Francesco e sant’Alessio e frammenti TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco

SOGGETTO: san Francesco e sant'Alessio COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, parete sinistra, fascia mediana, prima campata DATAZIONE: XIII secolo, secondo quarto AUTORE: Secondo Maestro di San Tommaso DESCRIZIONE: santi: san Francesco, sant'Alessio; abbigliamento (san Francesco): scalzo con un saio azzurro cenere e il cordone, (sant'Alessio): veste azzurro cenere e un mantello rosso bordato di bianco; attributi (san Francesco): libro e cordone, (sant' Alessio): libro, (cornice): due fasce, una di colore rosso e l'altra di colore blu con motivi a fuseruole di colore chiaro. NOTIZIE STORICO CRITICHE: Il dipinto fa parte del ciclo di affreschi che occupava tutto il secondo registro della parete sinistra. La cornice è formata da una fascia di colore blu con motivi a fuseruole, e una fascia esterna di colore rosso da cui scendeva un velario bianco con linee nere che si allargavano verso il basso a simulare le pieghe di una stoffa. Il riquadro raffigurava un insieme di personaggi di cui sono riconoscibili solamente san Francesco e sant'Alessio. San Francesco è rappresentato scalzo, con il saio, il cordone e l’aureola e con entrambe le mani tiene un libro, mentre sant'Alessio con la mano sinistra tiene un libro e con la destra, aperta verso il fedele, sembra rivolgergli la parola, a presentare san Francesco, che come lui è mendicante ed assiste poveri e malati. Le figure sono inserite in un fondo di due colori: azzurro cenere a raffigurare il cielo e ocra a raffigurare la terra. Il ciclo in considerazione della presenza della figura di san Francesco, che fu canonizzato da papa Gregorio il 16 luglio 1228, deve essere di poco successivo a questa data. Anche la rappresentazione di san Francesco sembra far riferimento agli eventi vissuti dalla città, la liberazione dalla dipendenza spoletina e il ripristino della sede episcopale, per cui il santo aveva intercesso presso Onorio III. La Lucioni evidenzia delle somiglianze stilistiche con il san Paolo della chiesa di San Salvatore e la Crocifissione della chiesa di Sant'Alò posta sulla parete destra, caratterizzata da motivi analoghi, come le fuseruole della cornice, lo sfondo azzurro cenere e ocra e il tratto stilistico delle figure. BIBLIOGRAFIA: : Lucioni M., Le origini della pittura ternana, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 61-88 COMPILAZIONE: Silvia Cannarella

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Parete destra Ultima cena (?), frammenti

TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: Ultima cena (?) COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, parete destra, prima campata DATAZIONE: XIII secolo, secondo quarto AUTORE: Secondo Maestro di San Tommaso DESCRIZIONE: del dipinto rimangono solo dei frammenti. Sono visibili il volto del Cristo con l’aureola rossa crociata, un mantello marrone, delle mani e delle aureole, oltre ad alcuni tratti della cornice blu con le fuseruole bianche e di quella esterna rossa con zone di velario. NOTIZIE STORICO CRITICHE: La Lucioni interpreta i frammenti come un’Ultima cena, anche se il Cristo non è rappresentato al centro del riquadro, come nella tradizione iconografica. Il volto, conservato solo parzialmente, è incorniciato da un'aureola rossa crociata che è elemento distintivo della figura di Cristo, quelle dei santi sono infatti di colore giallo. Vicina a questa figura si intravede un'altra aureola, questa volta gialla, probabilmente di uno degli apostoli, forse Giovanni che solitamente siede accanto a Cristo. A destra è visibile un panneggio di vesti dal colore marrone, una tonalità anomala dato che tutte le vesti dei santi presenti nella fascia mediana delle due pareti, sono di colore azzurro e rosso, forse con questo colore si è voluto differenziare l’apostolo Giuda, il traditore. A sinistra due frammenti, fanno immaginare altre figure, uno raffigura un panneggio di vesti con un elemento sottile e argenteo che fa pensare ad una spada, l'altro lascia intravedere delle mani alzate, forse in segno di stupore. BIBLIOGRAFIA: Lucioni M., Le origini della pittura ternana, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 61-88 COMPILAZIONE: Silvia Cannarella

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San Pietro e San Paolo (?) e frammenti TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: San Pietro, San Paolo, Frammenti. COLLOCAZIONE SPECIFICA: Ex chiesa di San Tommaso, parete destra, prima campata DATAZIONE: XIII secolo, secondo quarto DESCRIZIONE: l’affresco presenta due personaggi, uno visibilmente San Pietro che tiene le chiavi nelle mani, e l’altro, più frammentario, probabilmente san Paolo, a sinistra frammenti non identificati. I santi hanno vesti azzurro cenere, mantelli rossi e sandali. Le aureole sono ocra e sono decorate con perline bianche lungo il perimetro nero. La cornice che racchiude l’opera è di colore blu scuro con fuseruole bianche e di colore rossa all’esterno, con sottostante velario. Ad una certa distanza, in basso a sinistra, in un frammento si legge una sorta di turbante, forse di un ipotetico committente, che ricorda quello di Donna Beatrice del registro superiore. NOTIZIE STORICO CRITICHE: Le figure sono disposte su un piano ocra con il fondo azzurro cenere, a simboleggiare la terra e il cielo. Come scrive la Lucioni, si riscontrano forti affinità tra questo dipinto e quello di san Paolo apostolo, affrescato nella chiesa di San Salvatore a Terni, tali da suggerire un identità di mano tra i due gruppi. Si riconoscono delle similitudini nelle cornici e nella maniera di trattare i panneggi delle vesti, in particolare nel dettaglio del mantello che sulla spalla sinistra crea una calotta che lascia libero il braccio. Nella sequenza di lettura si trovano dopo l’Ultima cena, ad indicare la loro azione in nome di Cristo. I due santi, infatti quando sono insieme rappresentano i fondatori della Chiesa, san Pietro della componente ebraica e san Paolo di quella pagana. BIBLIOGRAFIA: Lucioni M., Le origini della pittura ternana, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 61-88 COMPILAZIONE: Silvia Cannarella

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La decorazione pittorica dei secoli XIV e XV La decorazione pittorica medievale della chiesa di San Tommaso è stata studiata dalla Perissinotto e soprattutto dalla Lucioni che ne ha spiegato approfonditamente i caratteri e le iconografie. Scarsa è invece la bibliografia relativa ai dipinti che sono stati sovrapposti tra Trecento e Quattrocento. Nel periodo rinascimentale, in San Tommaso, così come nelle altre chiese medievali della città, Sant’Alò, San Salvatore e San Cristoforo, l’impianto decorativo e le sue funzioni cambiano nettamente rispetto a quello precedente. Infatti gli affreschi assumono funzioni prettamente devozionali e vengono eseguiti su committenza, di singoli devoti locali, per cui non formano più, tra loro, un impianto organico ed ordinato. Gli affreschi sono disposti in ordine sparso, anche a coprire senza scrupoli ampie parti di quelli medievali. Figure di santi, isolate o in gruppo, ed iconografie che si ripresentano più volte, come la Madonna in trono con il Bambino che si ripete in sei diverse rappresentazioni. Questa reiterazione iconografica potrebbe essere legata alla necessità di invocare la protezione contro le ricorrenti epidemie di peste. La Madonna in trono veniva dipinta anche in funzione di difesa contro questa malattia. Ad avvalorare tale ipotesi contribuisce la rappresentazione di san Sebastiano, che compare due volte, le cui frecce simboleggiano proprio la peste. Atro santo che ritorna più volte è sant’Ansano, che secondo la tradizione, portò il cristianesimo a Siena e ne evangelizzò la popolazione. Ricorrenti sono anche Santa Caterina e San Giovanni Battista. La maggior parte degli esecutori sono artisti locali che si esprimono con un linguaggio piuttosto semplice, tranne che per alcuni dipinti, dove si nota una mano più raffinata e un linguaggio aggiornato sulle opere realizzate a Foligno e sui modi di artisti, come Bartolomeo di Tommaso che lavora alla Cappella Paradisi della chiesa di San Francesco a Terni nel 1449. Nell’angolo tra la controfacciata e la parete destra si conservano i frammenti della decorazione di una cappella, commissionata a metà del XV secolo, nel periodo in cui si passa dagli affreschi votivi ai cicli, ossia dopo la peste del 1447 come afferma Fratini in La decorazione pittorica della chiesa di Sant’ Alò a Terni fra XIV E XV secolo, a seguire, nel primo registro, sono visibili gli affreschi raffiguranti san Leonardo e san Pietro, santa Caterina e sant’Antonio Abate. Sopra di essi, nel terzo registro, sono presenti gli affreschi Vergine con il libro, Santa Caterina con donatrice e bambino in fasce. Nella parte terminale della parete, in prossimità dell’altare, nel primo registro, vi sono sant’Ansano e santo martire ed un altro sant’Ansano e santo. Nel piccolo vano posto a destra dell’altare sono presenti interessanti affreschi quattrocenteschi. Entrando, nella parete centrale, sono visibili san Sebastiano e la Madonna in trono con Bambino. Sopra a questi è riconoscibile la parte inferiore di una Madonna in trono con sant’Antonio. Nella parete destra compaiono sant’Ansano, una Madonna con Bambino, e un Frammento di colonna. Al di sotto di questi vi sono delle cornici con tracce di disegno preparatorio. Nella parete sinistra del vano, vi è una Figura di santo, un elemento decorativo e vari frammenti. Nella parete della porta invece, ci sono solo frammenti, anche di cornici con tracce di disegno preparatorio. Agli angoli della parete che delimita la zona presbiteriale sono presenti delle finte colonne e delle specchiature in finto marmo, che sono parte della decorazione cinquecentesca. La parete sinistra presenta anch’essa diversi affreschi databili intorno al XIV e il XV secolo. Dall’entrata principale si individuano una Crocifissione e una figura della Vergine, alla sua destra, vicino la cornice si presenta l’affresco della Deposizione. Sotto la cornice vi sono una santa martire con palma e una natività e S. Francesco. Alla destra della cornice compare una Figura di santo, una Madonna in trono con tavoletta e una Madonna con Bambino e santi La stratigrafia dei dipinti della parete del vano dell’altare

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La stratigrafia dei dipinti della parete destra

La stratigrafia dei dipinti della parete sinistra

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Controfacciata Cappella, frammenti TIPO SCHEDA: OA

OGGETTO: affresco SOGGETTO: Crocifissione; Maria Maddalena e Cristo; Incredulità di San Tommaso; San Giovanni Battista COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, angolo tra la controfacciata e la parete destra DATAZIONE: XV secolo, prima metà DESCRIZIONE: Soggetti: Crocifissione (controfacciata): frammento del braccio di Cristo, Maddalena, angelo; Incredulità di san Tommaso (parete destra): Cristo; San Giovanni Battista (volta): frammento; Abbigliamento (Maddalena): tunica verde, mantello rosso; (Cristo): tunica rossa); (San Giovanni Battista): pelle di cammello, mantello rosso; architetture: cornici architettoniche, capitelli, motivi a girali. NOTIZIE STORICO CRITICHE: La cappella, posta tra la controfacciata e la parete destra, aveva una pianta rettangolare ed era coperta con una volta a botte impostata sulla parete destra. Attualmente rimangono solo alcuni frammenti degli affreschi che la decoravano. La cappella, viene commissionata a metà del XV secolo da un privato di cui non si ha notizie, ma certamente è nel periodo in cui si passa dagli affreschi votivi ai cicli, probabilmente dopo la peste del 1447. La cappella subito dopo la costruzione viene interamente affrescata con dipinti raffiguranti santi inseriti in finte architetture dipinte. La struttura viene demolita alla metà del XVI secolo, quando la chiesa subisce un totale rifacimento interno con l'inserimento di volte a botte, paraste e altari laterali (Perissinotto, 2009). Infatti la parte conservata è quella coincidente con la parasta posta ad angolo tra la controfacciata e la parete destra, che essendo stata solamente addossata alla parete, ha coperto i dipinti proteggendoli dagli interventi successivi, fino al loro ritrovamento dopo il restauro del 1983. I dipinti presentano un gusto tardo gotico particolarmente raffinato già proteso verso la solidità rinascimentale, non se ne conosce l’autore, ma deve essere un artista informato sulle opere di Gentile da Fabriano in Palazzo Trinci a Foligno, soprattutto per le decorazioni architettoniche che inquadrano i personaggi, che ricordano quelle della Loggia di Romolo e Remo. Maria Laura Moroni collega l’opera alla cerchia dei Salimbeni.

BIBLIOGRAFIA Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009, pp. 11-31 COMPILAZIONE: Balani Maria Chiara

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Parete destra Vergine Mater Sapientiae TIPO SCHEDA: Oa OGGETTO: affresco SOGGETTO: Vergine Maria con il Libro della Sapienza COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, parete destra, prima campata, in alto DATAZIONE: XV secolo, prima metà DESCRIZIONE: soggetti: Vergine; attributi: libro; oggetti: libro e trono; sfondo: color verde acqua con decorazioni a stampini; abbigliamento: tunica rossa con perline bianche nei bordi, mantello lungo, elegante, verde acqua, decorato con motivi floreali stilizzati NOTIZIE STORICO CRITICHE: Il dipinto rappresenta l'iconografia di origine bizantina della Maria come Sedes Sapientiae, con alcuni elementi differenti, nella tipologia tradizionale la Vergine tiene in braccio il Bambino e il libro, simbolo di sapienza, in questo caso non è presente il Bambino ma solamente il libro. Il dipinto si può collocare nella prima metà del XV secolo, infatti ha uno stile tardo gotico, reso evidente dall'eleganza delle vesti, delicatamente decorate con motivi floreali stilizzati, e dai tratti allungati degli occhi e delle mani. Sono riscontrabili delle analogie con le opere del Maestro di Eggi che è stato attivo fin oltre la metà del XV secolo, in particolare con i drappi dipinti come sfondo degli affreschi della chiesa di San Giovanni Battista a Rocca San Zenone, in particolare nella Madonna del Latte. Subito a destra del dipinto c'è una santa Caterina con in mano la palma e la ruota del martirio, un bambino in fasce senza l'aureola e una piccola figura di donatrice che si volge, in atteggiamento di preghiera, verso la Vergine Mater Sapientiae, questa figura forse è stata realizzata successivamente sopra la cornice unendo così le due opere. Si possono trovare delle somiglianze con un dipinto presente a Sant'Alò, posto sulla terza colonna della parete destra, dove la veste elegantissima della Madonna con il Bambino è decorata con fiori stilizzati quasi uguali a quelli dell'abito della Vergine di San Tommaso. In ambedue i dipinti le cornici sono semplici e la figura del Bambino è strettamente fasciato. Non ci sono dati storici documentati sul dipinto, c'è solamente il la Visita Apostolica del Camaiani avvenuta nel 1573, dove non viene menzionata alcuna decorazione ad affresco, quindi si deduce che già dalla metà del '500 la chiesa di San Tommaso era stata intonacata (Perissinotto 1990-2009)coprendo gli affreschi e nascondendoli per anni, fino al 1983, quando sono stati riportati alla luce. BIBLIOGRAFIA: Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104 Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 ,pp.11-31 COMPILAZIONE: Buconi Veronica

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Santa Caterina d’Alessandria, Donatrice, Bambino in fasce TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: Affresco SOGGETTO: Santa Caterina d’Alessandria, Donatrice, Bambino in fasce COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa San Tommaso, prima campata, in alto DATAZIONE: XV secolo, prima metà DESCRIZIONE: soggetti: Santa Caterina, Donatrice e Bambino in fasce; attributi: (Santa Caterina): palma, ruota del martirio; sfondo: colore blu uniforme; abbigliamento: (Santa Caterina): veste semplice di colore rosso, Donatrice: mantello blu scuro. NOTIZIE STORICO CRITICHE: Il dipinto può essere datato intorno alla metà del XV secolo, quando gran parte della superficie delle pareti della chiesa di San Tommaso fu coperta di affreschi votivi. Santa Caterina tiene in mano la palma del martirio e una ruota dentata di piccole dimensioni. Si possono riscontrare affinità con il dipinto posto sulla sinistra, che raffigura la Vergine con in mano il Libro della Sapienza, che sembra realizzato da una stessa mano, infatti le mani e gli occhi allungati rispecchiano lo stesso stile tardo gotico. Confrontando la figura di santa Caterina con il Cristo redentore benedicente e angeli del Maestro di Eggi, che si trova nell'Abbazia di San Pietro in Valle, si possono trovare evidenti somiglianze, come il naso schiacciato, gli occhi allungati ed i capelli lisci che contornano perfettamente il viso tondo. Analogie ci sono anche nell'espressione degli occhi a mandorla e nelle sopracciglia lunghe e sottili della Madonna con il Bambino dello stesso autore, conservato nel Museo di Santo Stefano a Bologna. Quindi si può ipotizzare che l'autore possa appartenere all'ambito del Maestro di Eggi. Nella tradizione iconografica la Vergine con santa Caterina ed il Bambino vengono presentati sempre insieme nelle Nozze mistiche di santa Caterina. Il Bambino in fasce è di grandi dimensioni e sproporzionato rispetto alla santa, mentre la figura della donatrice è piccola è si rivolge in atteggiamento di preghiera alla Vergine. Sembra essere stata dipinta in un secondo momento, in quanto si sovrappone alla cornice che divide i due riquadri. Probabilmente si tratta di un ex voto per una grazia ricevuta. BIBLIOGRAFIA: Travaini L., Enciclopedia dell'arte medievale, Fondazione IBM Italia, 1997; Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104. Romano M., Postilla a La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 ,pp.33-35. COMPILAZIONE:Buconi Veronica La chiesa di San Tommaso in Terni


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Santa Caterina e Sant’Antonio abate TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: Affresco SOGGETTO: Santa Caterina e Sant’Antonio Abate COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa San Tommaso, parete destra, prima campata, in basso DATAZIONE: XV secolo DESCRIZIONE: soggetti: Santa Caterina e Sant'Antonio Abate; attributi: Santa Caterina: ruota di legno e palma del martirio; Sant'Antonio Abate: bastone da viaggio con un campanello legato e saio monastico; sfondo: verde chiaro nella parte superiore e marroncino nella parte inferiore; vestiti: Santa Caterina: veste rossa abbastanza raffinata ed elegante; Sant'Antonio Abate: veste marrone molto semplice. NOTIZIE STORICO CRITICHE: l'affresco con Santa Caterina e Sant'Antonio Abate si sovrappone al primo strato decorativo costituito dal velario del ciclo pittorico del XIII secolo. E’ un dipinto devozionale della prima metà del XV secolo. Si possono evidenziare delle analogie con alcuni affreschi della Chiesa di Sant'Alò come la Madonna con Bambino, Santa Caterina d'Alessandria, Santo con libro e iscrizione e le figure di Sante Martiri, tutte del XV secolo. Le

affinità si riscontrano nella resa delle mani della Santa e nella veste rossa. Altre somiglianze si possono rilevare in un dipinto della Chiesa di San Cristoforo, nel quale sia l'atteggiamento della santa che il vestito rosso con i ricami filiformi sullo scollo ricordano quelli di Santa Caterina. L’affresco si presenta frammentario, soprattutto nella figura di Sant’Antonio abate. Il dipinto scomparve alla vista intorno alla metà del XVI secolo, quando la chiesa subisce una profonda trasformazione e le pareti vengono imbiancate, tanto che nel 1573 il Visitatore Apostolico, vescovo Camaiani non menziona alcun genere di decorazione pittorica ad affresco. Il dipinto è stato riportato alla luce durante il restauro degli anni ’80. BIBLIOGRAFIA: Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104 Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 ,pp.11-31AA.VV., La chiesa di Sant’Alò in Terni, a cura di M.C. Marinozzi, Edizioni Thyrus, Arrone 2010 COMPILAZIONE: Veronica Buconi La chiesa di San Tommaso in Terni


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San Leonardo e san Pietro TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: San Leonardo e san Pietro COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex Chiesa di San Tommaso, parete destra, tra la prima e la seconda campata, in basso DATAZIONE: XV secolo, prima metà DESCRIZIONE: soggetti: san Leonardo, san Pietro; attributi: (san Leonardo)ceppi, libro; (san Pietro): chiavi, libro, barba bianca; abbigliamento: (san Leonardo) tunica bianca, dalmatica color ocra; (san Pietro): tunica color ocra, mantello rosso; aureole: gialle, con raggi incisi, linea di contorno nera con tre perline bianche che si ripetono lungo il perimetro. Fondo: blu intenso per il cielo e ocra per la terra; cornici: a fasce(bianca, gialla, bianca, rossa).

NOTIZIE STORICO CRITICHE: l’affresco è un’immagine votiva riferibile alla prima metà del XV secolo. Il dipinto mostra notevoli affinità con altri dipinti situati nella stessa chiesa, come per esempio il san Francesco della Natività che ha la medesima aureola ocra, cerchiata da una spessa linea nera decorata da perline bianche; anche la veste ha lo stesso stile ed identica è anche la cornice, composta da una due fasce bianche sottili che ne contengono una gialla e quella esterna rossa. Analogie si riscontrano anche con il san Leonardo della chiesa di Sant’Alò, anch’esso del XV secolo, in particolare gli elementi decorativi dell’aureola e il profilo dell’orecchio. Somiglianze si rilevano anche con alcune figure di santi presenti nella chiesa di San Cristoforo. Ciò testimonia la presenza a Terni di un artista o di una bottega impegnata a realizzare dipinti votivi nelle chiese medievali della città. Il dipinto scomparve alla vista intorno alla metà del XVI secolo, quando la chiesa subì una profonda trasformazione e le pareti vennero imbiancate, tanto che nel 1573 il Visitatore Apostolico, vescovo Camaiani non menziona alcun genere di decorazione pittorica. L’affresco è stata riportata alla luce durante il restauro di ripristino realizzato all’inizio degli anni Ottanta del Novecento. BIBLIOGRAFIA: Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104 Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 ,pp.11-31 COMPILAZIONE: Buconi Veronica La chiesa di San Tommaso in Terni


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Madonna in trono con Bambino, frammento

TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: Madonna in trono con Bambino COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex Chiesa di San Tommaso, parete destra, terza campata, in basso DATAZIONE: XV secolo, metà DESCRIZIONE: soggetti: Madonna, Bambino, santi(?); abbigliamento: (Madonna) tunica bianca, mantello blu; (Bambino) tunica gialla, bordo nero del polsino; aureola: bianca, tre incisioni concentriche, fascia esterna decorata con piccoli cerchi incisi; oggetti: drappo bianco; cornice: tre fasce (bianca, gialla, rossa). NOTIZIE STORICO CRITICHE: l’affresco è frammentario, quindi risulta difficile una sua interpretazione stilistica. Dai frammenti emerge un tratto piuttosto sommario. Si distingue dagli altri affreschi del XV secolo per l’aureola, che non è dipinta, ma incisa. Faceva parte della serie di affreschi votivi che dalla prima metà del XV secolo vengono realizzati sulle pareti laterali. Occupava lo spazio centrale della campata in prossimità dell’altare. BIBLIOGRAFIA: Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 ,pp.11-31 COMPILAZIONE: Buconi Veronica La chiesa di San Tommaso in Terni


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San Sebastiano TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: Affresco SOGGETTO: San Sebastiano COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa San Tommaso, parete destra, terza campata, in basso DATAZIONE: XV secolo, metà DESCRIZIONE: soggetto: San Sebastiano; attributo: frecce; sfondo: blu di Prussia, rosa antico, con striature a finto marmo, nella parte inferiore; aureola: ocra, linea di contorno rossa; cornice: a fasce (bianca, gialla, bianca, rossa). NOTIZIE STORICO CRITICHE: l’opera appare molto frammentaria a causa delle lacune, soprattutto nella parte inferiore, e per le spicchettature ampie ed estese. San Sebastiano è un santo romano di origine francese, venerato come Martire della chiesa cattolica e della chiesa ortodossa. L’opera si può attribuire al XV secolo per lo stile molto simile agli affreschi della parete sinistra, per la cromia e la capigliatura bionda e riccia. Il viso del santo è girato dalla parte opposta del corpo ciò determina un atteggiamento naturale. L’aureola semplice, di colore giallo ocra contornata da una linea sottile rossa, esce dal limite della prima cornice gialla. La cornice è molto simile a quella degli affreschi della chiesa di Sant’Alò in Terni, forse effettuati nello stesso periodo. BIBLIOGRAFIA: Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104 Lucioni M., Le origini della pittura ternana,, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Tern” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 61-88 Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 ,pp.11-31 AA.VV., La chiesa di Sant’Alò in Terni, a cura di M.C. Marinozzi, Edizioni Thyrus, Arrone 2010 COMPILAZIONE: Veronica Buconi

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Due figure di Sant’Ansano TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: due figure di Sant’Ansano COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex. Chiesa di San Tommaso, parete destra, al centro DATAZIONE: XV secolo, prima metà DESCRIZIONE: sono rappresentate due figure di Sant’Ansano, una porta nella mano destra la palma del martirio e nella sinistra la trachea e i polmoni, l’altra tiene nella mano destra lo stesso attributo. Le due figure si rivolgono l’una verso l’altra come se stessero dialogando. L’affresco presenta grandi lacune, soprattutto nella parte superiore, dove sono andati perduti i volti dei due santi, resta visibile soltanto una parte del mento e del corpo. Le vesti di entrambe sono di colore rosso-arancio e costituite da una tunica lunga fino al ginocchio raccolta in vita da una cinta marrone scuro decorata con tre perline bianche che si ripetono. Il panneggio è ricco ed elegante grazie anche alle lunghe maniche. Lo sfondo è di colore verde con raffinate decorazioni di fogliame di colore nero, mentre la cornice che lo delimita è molto semplice ed è composta da tre fasce, una rossa, una bianca e una giallo ocra. NOTIZIE STORICO CRITICHE: Il dipinto è databile al XV secolo per i tratti tardo gotici che lo caratterizzano, come le altre opere che sono intorno. Sant’Ansano, secondo la tradizione, portò il cristianesimo a Siena e ne evangelizzò la popolazione e ne divenne patrono. Lo stile tardo gotico è reso evidente dalle mani allungate dei santi, dall’abbigliamento elegante e dal decoro dello sfondo. Si può fare un confronto con un altro sant’Ansano situato nella stessa Chiesa, nel vano destro, databile alla metà del XV secolo. La posizione del corpo del Santo è molto simile, come anche la veste; si differenzia soltanto per la cintura, il risvolto delle maniche e il colore più aranciato. Inoltre si riscontrano analogie anche con alcuni affreschi presenti nelle chiese di Sant’Alò e di San Cristoforo. Nella Figura di santo di san Cristoforo sono simili lo stile, l’abbigliamento e il decoro floreale del fondo. BIBLIOGRAFIA: Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104 Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 COMPILAZIONE: Buconi Veronica

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Sant’Ansano e figura di santo TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: Sant’Ansano e Santo COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, parete destra, terza campata, in basso DATAZIONE: XV secolo, prima metà DESCRIZIONE: soggetti: Sant'Ansano e Santo diacono; attributi: (Sant'Ansano): trachea e polmoni; Santo Diacono: veste con colletto raffinato; sfondo: verde chiaro con raffinate decorazioni di colore nero; abbigliamento: (Sant'Ansano): tunica lunga fin sotto al ginocchio di colore rosso-arancio, raccolta in vita da una cinta nera decorata con perline bianche, panneggio ricco ed elegante grazie anche alle lunghe maniche; Santo diacono: veste marrone fino al ginocchio, panneggio ricco. NOTIZIE STORICO CRITICHE: Il dipinto è databile al XV secolo come le altre opere devozionali della stessa fascia, analoghe per lo stile elegante tardo gotico. L’opera è in cattivo stato di conservazione, presenta una grande lacuna nella parte superiore, dove sono andati perduti i volti dei santi, ed una nella parte inferiore destra, infatti rimangono visibili soltanto i corpi dei santi. Sant’Ansano secondo la tradizione, portò il cristianesimo a Siena e ne evangelizzò la popolazione. E’ una figura ricorrente in questa zona della chiesa. BIBLIOGRAFIA: Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104 Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 COMPILAZIONE: Veronica Buconi

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Vano a destra dell’altare Madonna con il Bambino, san Sebastiano confortato da un angelo TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: Madonna con il Bambino e San Sebastiano confortato da un angelo COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, vano a destra dell’altare, parete centrale DATAZIONE: 1450 DESCRIZIONE: soggetti: Vergine con Bambino, san Sebastiano, angelo (santi); paesaggio: colline e foresta; attributi: (san Sebastiano) frecce; oggetti: (san Sebastiano) corda, colonna; (angelo) corona; (Madonna con il Bambino) drappo; abbigliamento: (san Sebastiano) perizoma; (Madonna col Bambino) veste signorile; aureole: (Madonna con il Bambino) color ocra con bordo bianco; (san Sebastiano) di colore bianco, incisa con raggi e perline; ISCRIZIONE: “hoc opus fecit fieri pietrus (…) f/t aluuini (…) IIII XXXXX” AUTORE: Niccolò di Liberatore detto l’Alunno(?) NOTIZIE STORICO CRITICHE: L'affresco è datato 1450 dall’iscrizione presente nella fascia bianca della cornice superiore, è inserito in un’unica cornice, ma ci sono elementi che fanno intuire il lavoro di più mani, infatti la Madonna con il Bambino appaiono stilisticamente differenti dal San Sebastiano. La Vergine ha gli occhi allungati, l'aureola dorata e le vesti eleganti che evidenziano caratteri di tipo tardo gotico, mentre san Sebastiano ha un'aureola bianca decorata con motivi a raggiera incisi nell’intonaco, con una fascia esterna a perline e una maggiore intensità plastica ed espressiva. L’angelo mostra al santo la corona del martirio e lo invita a pensare a Cristo indicando verso l’alto, tra i due si sta svolgendo un intenso dialogo. La figura di san Sebastiano appare infatti stilisticamente più avanzata e deve essere stata dipinta da un artista aggiornato sulle opere di Bartolomeo di Tommaso, il quale aveva lavorato nella Cappella Paradisi della chiesa di San Francesco, probabilmente nel 1449. Il volto del santo presenta una pronunciata caratterizzazione, tipica delle opere dell’artista folignate. ( Bruno Toscano 1987). L’iscrizione riporta sia il nome del committente, che è parzialmente leggibile, e probabilmente quello dell’autore, la cui trascrizione sembrerebbe “aluuini”, che potrebbe far pensare ad “alunni”, ovvero l’Alunno. Se così fosse, questa sarebbe la prima opera dell’artista. Particolare è anche la resa del paesaggio, oltre le rocce in primo piano c’è una distesa di alberi, una foresta stilizzata dipinta in monocromo. Vicino alla spalla sinistra di san Sebastiano, disegnata sul fondo scuro, compare una piccola figura di angelo con una luna subito sopra. Il drappo con eleganti racemi posto dietro la Vergine e il motivo a frange di colore verde, bianco e rosso del bordo superiore sono analoghi a quelli dei dipinti della chiesa di San Giovanni Battista a Rocca San Zenone attribuiti al Maestro di Eggi. BIBLIOGRAFIA: Toscano.B., Confini amministrativi e confini culturali, Atti del Convegno di Studi “Dall’Albornoz all’età dei Borgia, questioni di cultura figurativa nell’Umbria meridionale” (Amelia 1-2-3 ottobre 1987), Ediart Todi 1990, pp. 363-375.Treccani, Dizionario Biografico degli italiani, volume 78, 2013. Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104. COMPILAZIONE: Cheyenne Fabbri

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Madonna in trono e Sant’Antonio TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: Madonna in trono e Sant’Antonio COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, vano a destra dell’altare, parete centrale, in alto DATAZIONE: 1450 DESCRIZIONE: soggetti: Madonna in trono e Sant'Antonio; attributi: trono(Madonna), maiale (Sant'Antonio); abbigliamento: mantello (Madonna); fondo: ocra. ISCRIZIONE: “S.antonius” / "(…) fecit frater Jacobi Antoni prior rectore San Thome", NOTIZIE STORICO CRITICHE: L'affresco è in continuità con il dipinto sottostante del 1450 e deve essere stato realizzato nello stesso periodo. Le due figure della Madonna in trono e di sant'Antonio, appartenevano in origine alla serie di affreschi della parete di fondo, in prossimità dell'altare, poi racchiusi nel piccolo vano, costruito in occasione del riallestimento cinquecentesco della zona absidale. Del dipinto rimane solamente la parte inferiore a causa della realizzazione di un solaio. La Vergine occupa la gran parte dello spazio del riquadro, la figura di sant’Antonio è sulla destra ed è molto lacunosa, in basso a sinistra, sopra la cornice è dipinto il suo attributo, il maiale. La cromia, il panneggio e la cornice seguono lo stile del dipinto sottostante con la Madonna con il Bambino e san Sebastiano. La figura della Vergine mostra un abbigliamento elegante, con una tunica bianca e un mantello a due colori, all'esterno blu scuro e all'interno ocra brillante. Il trono è di colore rosa e i braccioli è sostenuti da due colonnine con capitello. Il fondo è di colore ocra e non presenta alcuna ambientazione o elemento naturalistico. La cornice è composta da due fasce, una bianca e una rossa, su cui sono presenti delle iscrizioni, la dedicazione a S.antonius e una più in basso con il nome del committente, priore e rettore della chiesa di San Tommaso, "(…) fecit frater Jacobi Antoni prior rectore San Thome", in caratteri gotici più grandi rispetto a quelli dell'iscrizione del dipinto sottostante. Lo stato di conservazione è buono, anche se presenta delle spicchettature e alcune zone lacunose. Nel 1573, il vescovo Camaiani, nella sua Visita Apostolica, non menziona decorazioni ad affresco, quindi già dalla metà del Cinquecento la chiesa era stata intonacata e imbiancata per la presenza di pareti sporche, umide e scrostate. (Perissinotto 1990-2009). Il dipinto è stato riportato alla luce nel 1983, insieme ai cicli di affreschi della chiesa, ed è stato restaurato nel 1986. BIBLIOGRAFIA: Toscano.B., Confini amministrativi e confini culturali, Atti del Convegno di Studi “Dall’Albornoz all’età dei Borgia, questioni di cultura figurativa nell’Umbria meridionale” (Amelia 1-2-3 ottobre 1987), Ediart Todi 1990 ,pp. 363-375. Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 ,pp.11-31. Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104. COMPILAZIONE: Cheyenne Fabbri

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Madonna con Bambino TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: Madonna con Bambino COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, vano destro, parete destra, in alto DATAZIONE: XV secolo DESCRIZIONE: soggetti: Madonna con il Bambino; sfondo: verde e ocra per il piano d’appoggio; abbigliamento: (Vergine) mantello ocra chiaro, tunica rossa priva di decorazioni; (Bambino): veste ocra chiara, capelli ricci e dorati; cornice: a fasce (bianca, rossa). NOTIZIE STORICO CRITICHE: la Madonna con il Bambino che apparteneva, in origine, alla serie di affreschi della parete destra, è visibile solo per metà, in quanto coperta dal muro costruito alla fine del Cinquecento per creare il vano dell’altare maggiore. L’ affresco presenta un’insolita iconografia, cioè una Madonna in posizione eretta con il Bambino in braccio. Quest’ultimo è quasi completamente coperto dalla parete di chiusura del vano, indossa una tunica di un colore ocra più intenso rispetto a quello della veste della Madonna e presenta capelli ricci e dorati simili a quelli della vicina figura datata 1450. La Madonna poggia su un piano di colore ocra mentre Il fondo verde è uniforme e non presenta alcuna ambientazione o elemento naturalistico. Lo stato di conservazione è lacunoso anche a causa di numerose spicchettature. Sopra la figura della Vergine, c'è una colonna di uno strato antecedente e con una datazione più antica rispetto alla Madonna con il Bambino, che potrebbe essere la base di un’arcata gotica. Nel 1573 il vescovo Camaiani, Visitatore Apostolico, non menziona decorazioni ad affresco, quindi probabilmente già dalla metà del' 500 la chiesa era stata intonacata (Perissinotto 1990-2009). Il dipinto fu riportato alla luce nel 1983 insieme ai cicli di affreschi della chiesa, che nel 1986 furono sottoposti al primo restauro. BIBLIOGRAFIA: Toscano.B., Confini amministrativi e confini culturali, Atti del Convegno di Studi “Dall’Albornoz all’età dei Borgia, questioni di cultura figurativa nell’Umbria meridionale” (Amelia 1-2-3 ottobre 1987), Ediart Todi 1990 ,pp. 363-375 Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 ,pp.11-31 Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104. COMPILAZIONE: Cheyenne Fabbri

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Frammento di colonna TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: Colonna COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, vano a destra dell’altare, parete destra, in alto DATAZIONE: XV secolo, inizio DESCRIZIONE: colonna: bianca, fondo: rosso e blu NOTIZIE STORICO CRITICHE: la colonna doveva completarsi con un’arcata che si intravede appena a ridosso del muro che la copre quasi completamente. Il capitello è costituito da un intreccio di elementi naturalistici stilizzati che denota uno stile tardo gotico. BIBLIOGRAFIA: Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 ,pp.11-31 Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91104. COMPILAZIONE: Cheyenne Fabbri

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Sant’Ansano TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: Sant’Ansano COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, vano a destra dell’altare, parete destra, in alto DATAZIONE: XV secolo, metà DESCRIZIONE: soggetti: Sant’Ansano; abbigliamento: tunica rossa con risvolti verdi nella veste e ocra nelle maniche; attributi: polmoni e trachea, palma del martirio; fondo: verde vescica; superficie d'appoggio: verde chiaro; cornice: due fasce, una bianca e una rossa. NOTIZIE STORICO CRITICHE: L' affresco con la figura di sant'Ansano è databile intorno alla metà del XV secolo perché i caratteri stilistici sono di tendenza tardo gotica. Il dipinto presenta delle analogie nelle pose, nell'abbigliamento e nella cromia con altri affreschi che rappresentano lo stesso santo, posti nella parete destra della chiesa, in prossimità del vano stesso. Un tempo tutte queste figure di sant'Ansano facevano parte del ciclo di affreschi della parete destra, poi in occasione del riallestimento della zona absidale, venne costruito il piccolo vano che le divise. La figura di sant'Ansano compare in diverse chiese medievali ternane e umbre, ciò mette in evidenza il forte legame con questo santo che portò il cristianesimo a Siena, allora Saena Julia, colonia romana, e ne evangelizzò e battezzò la popolazione, fu soggetto alle persecuzioni, che lo portarono a essere catturato e torturato, venne condannato al rogo e si salvò per miracolo dalle fiamme, ma fuori dalla città fu decapitato. Il culto lo vede come protettore delle vie respiratorie e per questo tiene in mano i polmoni e la trachea. A Terni, oltre che nella chiesa di San Tommaso, immagini di Sant'Ansano dello stesso periodo compaiono numerose nella chiesa di Sant'Alò e nella chiesa di San Cristoforo. L 'opera rimane nell'insieme ben leggibile, nonostante la figura del santo sia stata spicchettata e danneggiata da una grande lacuna, che ha fatto perdere gran parte del volto. Gli unici dati storici certi a cui si può fare riferimento sono le visite pastorali, a cominciare da quella del 1573, del vescovo Camaiani. Nella Visita Apostolica non vengono menzionati gli affreschi e si sottolinea che la chiesa era completamente imbiancata. (Perissinotto 1990-2009. Il dipinto è stato riportato alla luce nel 1983, insieme a tutti gli affreschi della chiesa, che ricevettero il primo restauro nel 1990. BIBLIOGRAFIA: Toscano.B., Confini amministrativi e confini culturali, Atti del Convegno di Studi “Dall’Albornoz all’età dei Borgia, questioni di cultura figurativa nell’Umbria meridionale” (Amelia 1-2-3 ottobre 1987), Ediart Todi 1990 ,pp. 363-375 Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 ,pp.11-31 Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104. COMPILAZIONE: Cheyenne Fabbri

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San Giovanni Battista, frammento TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: San Giovanni Battista COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, vano a destra dell’altare, parete sinistra DATAZIONE: XV secolo, prima metà DESCRIZIONE: soggetto: san Giovanni Battista, frammento; abbigliamento: pelle di cammello; sfondo: motivi geometrici stilizzati simili a ruote. NOTIZIE STORICO CRITICHE: la veste di peli di cammello tipica di san Giovanni Battista permette di identificare la figura di appartenenza nonostante la ridotta dimensione del frammento. I tratti stilistici sembrano tardo gotici, resi evidenti da un certo linearismo e dalle decorazioni geometriche stilizzate. Questo motivo fa da cornice anche ad altri affreschi della chiesa, come la Natività e san Francesco posti nella nicchia della parete sinistra e nel frammento di Crocifissione della stessa parete. La posizione della figura risulta incerta perché durante il restauro del 1990, il frammento è stato ricollocato rovesciato, quindi poteva essere anche in un punto diverso della chiesa. La decorazione dietro la figura, potrebbe essere un drappo, un tempo di colore rosso. Gli unici dati storici a cui fare riferimento, sono le visite pastorali, in particolare quella del vescovo Camaiani, avvenuta nel 1573, in cui non menziona opere ad affresco, ma evidenzia che l’edificio era completamente imbiancato. (Perissinotto, 2009). Nel 1983 vengono riportati alla luce tutti i dipinti della chiesa, quindi anche il frammento di san Giovanni Battista. BIBLIOGRAFIA: Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 ,pp.11-31 Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104.

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Figura di santa TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: Figura di santa COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, vano a destra dell’altare, parete centrale, in alto DATAZIONE: XV secolo, prima metà DESCRIZIONE: soggetto: Santa; abbigliamento: tunica verde; attributi: drappo rosso con risvolto bianco e decorazioni a foglie; fondo: blu; architetture: arco trilobato gotico di colore rosso e pilastrino decorati con motivi a crocette blu di Prussia, che creano fasce modulari, bordo bianco che dà lo spessore, capitello di colore verde con accenno di volume. NOTIZIE STORICO CRITICHE: la figura di santa è visibile solo in minima parte, a causa del muro del vano dell’altare addossato all’affresco in occasione del riallestimento della zona absidale, e per la presenza di uno strato pittorico successivo che ne copre un’ampia zona. Pertanto non è possibile identificare la santa, ma la dimensione imponente e la posa regale della figura, inserita in un’arcata trilobata di gusto tardo gotico, potrebbe far pensare ad una santa Lucia o ad una santa Caterina d’Alessandria. Le decorazioni con motivi a crocette dell’arcata gotica e del pilastrino, sono riscontrabili anche in alcuni affreschi presenti nella chiesa di Sant’Alò, in particolare in alcuni sant’Ansano, e negli affreschi degli Sparapane a Norcia. Le cromie, verde, rosso e blu di Prussia, che danno all’opera un carattere distintivo, e il drappo rosso decorato con motivi a foglie stilizzate e il risvolto bianco, ritornano identici nell’affresco di san Bernardino da Siena della chiesa di Sant’Alò, datato al 1484 e recentemente attribuito a Bernardino Campilio. Sembra che l’artista che ha lavorato all’affresco di Sant’Alò si sia ispirato a quello di San Tommaso che è precedente al 1450, in quanto la cornice della Madonna in trono con il Bambino e san Sebastiano e angelo confortante, datata a questo anno, si sovrappone a quella blu di Prussia della figura di santa. Il dipinto dopo essere stato coperto da un successivo strato pittorico e dal muro cinquecentesco, è stato riportato alla luce nel 1983 e restaurato nel 1990, insieme agli altri di affreschi della chiesa. BIBLIOGRAFIA: Toscano.B., Confini amministrativi e confini culturali, Atti del Convegno di Studi “Dall’Albornoz all’età dei Borgia, questioni di cultura figurativa nell’Umbria meridionale” (Amelia 1-2-3 ottobre 1987), Ediart Todi 1990, pp. 363-375 Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 ,pp.11-31 Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104. AA.VV., La chiesa di Sant’Alò in Terni, a cura di M.C. Marinozzi, Edizioni Thyrus, Arrone 2010. COMPILAZIONE: Cheyenne Fabbri

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Parete sinistra

Madonna con Bambino e santi TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: Madonna con Bambino, due Santi e due angeli COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, parete sinistra, prima campata, angolo controfacciata, fascia mediana DATAZIONE: XIII secolo, seconda metà DESCRIZIONE: soggetti: Madonna in trono, Bambino, san Pietro(?), Figura di santo, due angeli; abbigliamento: (san Pietro) tunica rossa, pallio verde, sandali; aureole: ocra con bordo marrone; fondo: ocra e azzurro cenere; cornice: ampia fascia con motivo floreale tra due fasce rosse. NOTIZIE STORICO CRITICHE: Il dipinto si sovrappone alla fascia mediana del secondo quarto del XII secolo. I panneggi, in particolare in san Pietro, la figura meglio conservata, sono costruiti con linee morbide e sintetiche di colore nero. Le figure acquistano una certa monumentalità che ricorda quella degli Apostoli di San Pietro a Tuscania vicini al cosiddetto stile di San Clemente. Ciò testimonia una derivazione romana di questo dipinto, a differenza di quelli del primo quarto del XIII secolo che risentono dell’arte spoletina. (Lucioni, 2009) BIBLIOGRAFIA: Lucioni M., Le origini della pittura ternana, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 61-88 COMPILAZIONE: Cannarella Silvia La chiesa di San Tommaso in Terni


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Crocifissione, frammento TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: frammento di crocifissione COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, parete sinistra, prima campata, angolo controfacciata, in basso DATAZIONE: XV secolo, prima metà DESCRIZIONE: soggetti: Madonna, Cristo in croce. Sfondo: blu; cornice: a fasce (bianca, giallo ocra, bianca con decorazioni a ruota di colore marrone, rosso mattone); aureola: di colore bianco. NOTIZIE STORICO CRITICHE: l’affresco è andato perduto per oltre la sua metà e nella parte restante è in pessimo stato di conservazione a causa dell’umidità di risalita. La pellicola pittorica è quasi completamente caduta per gli effetti dei sali, ma si vede ancora il contorno della testa della Madonna e una parte del braccio di Cristo in croce. Il dipinto si sovrappone nella parte superiore alla Madonna con il Bambino, due Santi e due angeli del XIV secolo situata nella fascia mediana della parete, per cui è databile al XV secolo. Il motivo a ruota della cornice è presente in altri affreschi della chiesa, nel san Giovanni Battista del vano a destra dell’altare maggiore e nella Natività e san Francesco della stessa parete sinistra. BIBLIOGRAFIA: Toscano.B., Confini amministrativi e confini culturali, Atti del Convegno di Studi “Dall’Albornoz all’età dei Borgia, questioni di cultura figurativa nell’Umbria meridionale” (Amelia 1-2-3 ottobre 1987), Ediart Todi 1990 ,pp. 363-375. Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 ,pp.11-31. Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104. AA.VV., La chiesa di Sant’Alò in Terni, a cura di M.C. Marinozzi, Edizioni Thyrus, Arrone 2010. COMPILAZIONE: Buconi Veronica

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Madonna con Bambino TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: Madonna con bambino COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex Chiesa di San Tommaso, parete sinistra, seconda campata, in basso DATAZIONE: XV secolo (?) DESCRIZIONE: santi: Madonna, Gesù bambino; abbigliamento (Madonna): manto blu oltremare; oggetti: drappo ocra; cornice: a fasce (verde, bianca, rossa, verde) con tondi di colore verde; aureola: contorno nero. NOTIZIE STORICO CRITICHE: l'affresco è un frammento con estese cadute di pellicola pittorica causata dall’umidità di risalita. Pertanto è difficile darne una valutazione stilistica solo sulla base del disegno preparatorio. E’ databile al XV secolo in quanto la figura risulta sovrapposta all'affresco raffigurante san Francesco e sant'Alessio presente nella fascia mediana e presenta una cornice analoga a quella del catino absidale della chiesa di Sant’Alò. BIBLIOGRAFIA: Toscano.B., Confini amministrativi e confini culturali, Atti del Convegno di Studi “Dall’Albornoz all’età dei Borgia, questioni di cultura figurativa nell’Umbria meridionale” (Amelia 1-2-3 ottobre 1987), Ediart Todi 1990 ,pp. 363-375 Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104. COMPILAZIONE: Balani Maria Chiara

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Compianto su Cristo morto (?) TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: Compianto su Cristo morto COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso parete sinistra, seconda campata, fascia mediana, al centro DATAZIONE: secolo XV, seconda metà DESCRIZIONE: soggetti: Cristo, Giuseppe d’Arimatea, san Giovanni, Vergine, Nicodemo, Maria Maddalena; cornice: a fasce (rossa all’interno, blu all’esterno); aureole: ocra con spessa linea nera di contorno; cornice: a fasce (rossa e blu). NOTIZIE STORICO CRITICHE: Nonostante il pessimo stato di conservazione del dipinto, causato dalle lacune, dall'abrasione della pellicola pittorica e dalle spicchettature, è possibile riconoscervi la rappresentazione di un tipico Compianto su Cristo morto, un'iconografia formatasi nell’arte bizantina del XII secolo che si afferma in occidente nel secolo successivo. Cristo deposto è sostenuto da Giuseppe D'Arimatea, mentre in piedi, dietro ai due personaggi principali, si intravedono altre due figure con il capo reclinato verso Cristo, come da iconografia si tratta di san Giovanni e della Vergine, mentre sulla destra probabilmente ci sono Nicodemo e santa Maria Maddalena nell’atto di abbracciare i piedi di Cristo, anche se di questi due personaggi sono visibili solo alcuni tratti dei panneggi degli abiti. Dato il pessimo stato di conservazione è difficile valutare stilisticamente il dipinto. BIBLIOGRAFIA: Toscano.B., Confini amministrativi e confini culturali, Atti del Convegno di Studi “Dall’Albornoz all’età dei Borgia, questioni di cultura figurativa nell’Umbria meridionale” (Amelia 1-2-3 ottobre 1987), Ediart Todi 1990 ,pp. 363-375 Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104. COM PILAZIONE: Cannarella Silvia

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Santa Lucia TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: santa Lucia martire COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, parete sinistra, seconda campata, in basso DATAZIONE: XV secolo DESCRIZIONE: Soggetto: santa Lucia, attributi: calice, palma del martirio; abbigliamento: tunica bianca, manto rosso; cornice: a fasce (rossa, ampia di colore ocra con motivi geometrici, rossa); oggetti: balaustra, drappo verde. NOTIZIE STORICO CRITICHE: Il dipinto è un’opera devozionale di bassa qualità che presenta caratteri stilistici assegnabili al XV secolo, realizzata ad affresco, con alcune parti a tempera. La cornice superiore è ancora coperta da quella in stucco dell’altare laterale che vi è stato addossato in occasione della ristrutturazione tardo cinquecentesca. La santa è rappresentata a figura intera, frontalmente, con la testa leggermente piegata verso destra. Gli occhi grandi, il viso tondo e il naso grande danno alla figura un aspetto semplice e bonario. L’affresco è tornato alla luce dopo la rimozione dell’altare tardo cinquecentesco nel 1983 ed è stato restaurato nel 1986. BIBLIOGRAFIA: Toscano.B., Confini amministrativi e confini culturali, Atti del Convegno di Studi “Dall’Albornoz all’età dei Borgia, questioni di cultura figurativa nell’Umbria meridionale” (Amelia 1-2-3 ottobre 1987), Ediart Todi 1990 ,pp. 363-375 Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 ,pp.11-31 Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104. COMPILAZIONE: Catini Helena

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Natività e san Francesco

TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: Natività e san Francesco COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, parete sinistra, seconda campata, in basso DATAZIONE: XV secolo DESCRIZIONE: soggetti: Natività, san Francesco; attributi: (san Francesco) cordone; abbigliamento: (san Francesco) saio, (Vergine) tunica ocra, manto azzurro; cornice: a fasce, gialla, bianca con motivi a crocette alternati a motivi a ruota, rosso mattone; oggetti: (san Francesco) libro, croce; aureola: (san Francesco) ocra, bordo nero con perline bianche NOTIZIE STORICO CRITICHE: la Natività occupa la parte interna più ampia di una nicchia rettangolare, dove, sulla sinistra è posto san Francesco. Della figura della Madonna è visibile soltanto il volto, ma grazie agli altri frammenti si può intuire la posizione distesa del corpo. L’ipotesi che la scena sia una Natività è rafforzata dalla presenza di san Francesco, in considerazione del particolare legame del santo con la nascita di Gesù, tanto da realizzare il primo presepe vivente a Greccio. L’affresco è in cattivo stato di conservazione per cui non è possibile darne una precisa valutazione stilistica. Tuttavia, dai pochi elementi rimasti e soprattutto dal san Francesco, appare un dipinto devozionale simile a quelli presenti nella chiesa, in particolare la Crocifissione della stessa parete e il Frammento di san Giovanni Battista del vano a destra dell’altare, con il quali condivide il motivo a ruota della cornice, segno della presenza di una bottega locale specializzata nella realizzazione di dipinti devozionali. In occasione della ristrutturazione tardo cinquecentesca della chiesa la nicchia è stata coperta dall’altare laterale, il quale è stato rimosso nel corso dei restauri del 1983. BIBLIOGRAFIA: Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 ,pp.11-31 Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104. COMPILAZIONE: Catini Helena

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San Giovanni Battista TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: San Giovanni Battista COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, parete sinistra, seconda campata, in basso DATAZIONE: fine XIV - inizio XV secolo DESCRIZIONE: san Giovanni Battista indossa un mantello color ocra e una pelle di animale di colore grigio, tiene in mano una fascia bianca con l’iscrizione Ecce Agnus Dei NOTIZIE STORICO CRITICHE: L’affresco a causa degli spicchettamenti e delle lacune risulta molto danneggiato e di La chiesa di San Tommaso in Terni


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difficile lettura. La figura è mancante del volto, di parte del busto e degli arti inferiori. Le policromie e l’impostazione della figura fanno ipotizzare che sia stato realizzato tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XV. Il riquadro è delimitato da una cornice a fasce di colore rosso, giallo e verde. Nonostante la frammentarietà della figura sono riconoscibili le vesti tipiche del santo. L’iscrizione presente nella fascia rossa superiore è leggibile solo in parte e non è del tutto comprensibile: Inod. (…)RITA USS0(R) (..)AGINI, probabilmente è un’iscrizione dedicatoria. L’affresco mostra tratti stilistici simili al San Giovanni Battista che si trova nell’Avancoro della parete destra della vicina chiesa di Sant’Alò, datato fine XIV e inizio XV secolo. I due presentano la stessa impostazione della figura. Questi tratti rimandano all’opera del Maestro della Cappella Manassei, conservata nella chiesa di San Salvatore a Terni. L’affresco è tornato alla luce dopo la rimozione dell’altare tardo cinquecentesco nel 1983 ed è stato restaurato nel 1986. BIBLIOGRAFIA: Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 ,pp.11-31 Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104. AA.VV., La chiesa di Sant’Alò in Terni, a cura di M.C. Marinozzi, Edizioni Thyrus, Arrone 2010 COMPILAZIONE: Buconi Veronica

Madonna in trono con effige di santi TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: Affresco SOGGETTO: Madonna in trono con effige di santi COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, parete sinistra, tra la seconda e la terza campata, fascia mediana DATAZIONE: XV secolo DESCRIZIONE: la figura è seduta sul trono indossa un manto rosso con perline bianche e tiene sulle gambe una tavoletta con raffigurati due santi. La cornice è a fasce (rossa, gialla, ocra). Sullo schienale ci sono due drappi, uno di colore giallo con decori a motivi geometrici e uno verde chiaro con perline. Il fondo è come il manto della Vergine. NOTIZIE STORICO CRITICHE: l’affresco è posto tra la seconda e la terza campata, in corrispondenza della parasta che è stata addossata alla parete nell’ambito della ristrutturazione tardo cinquecentesca, in origine era più esteso, ma la parte al di fuori della parasta è andata perduta. Il dipinto si trova al centro tra il santo barbato e il san Giovanni Battista ed è databile alla prima metà del XV secolo. Nella fascia ocra posta in basso è presente un’iscrizione di colore rosso, scritta a pennello con caratteri grandi di cui si leggono soltanto alcune lettere: (..)mus. Pp (…). Particolare è l’iconografia della Madonna i ritratti dei due santi sulla tavoletta, una figura maschile e una femminile di difficile identificazione. Il dipinto è stato riportato alla luce nel 1983 e restaurato nel 1986. BIBLIOGRAFIA: Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 ,pp.11-31 Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104. COMPILAZIONE: Catini Helena

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Figura di santo TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: affresco SOGGETTO: santo barbato COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, parete sinistra, terza campata, fascia mediana DATAZIONE: XV secolo, prima metà DESCRIZIONE: il soggetto dell'affresco è un santo barbato, posto in una nicchia centinata con una ricca cornice architettonica. Quest'ultima è composta da una fascia interna a finto marmo di colore ocra e blu, a cui è accostata una fascia più larga decorata a motivi geometrici a finto marmo e per ultimo, due fasce, una bianca e una arancione, che seguono l'andamento della nicchia. L'intera composizione è compresa all'interno di una fascia di colore rosso. Il santo è abbigliato con un manto rosso che scopre in parte una tunica sottostante di colore verde salvia, tiene un libro nella mano destra e con la sinistra un oggetto di cui non si legge più la forma. NOTIZIE STORICO CRITICHE: il dipinto è databile alla metà del XV secolo in quanto la figura ricorda i tratti stilistici degli affreschi della cappella della controfacciata a cui l’autore si deve essere ispirato. Analogo è infatti l’inserimento della figura in una struttura architettonica, simili sono anche lo sfondo azzurro cenere e blu, il panneggio delle vesti, morbido e con le stesse cromie. La resa della barba del santo è vicina a quella del Cristo della cappella. Il dipinto è confrontabile con le opere di Bartolomeo di Tommaso per la cornice architettonica e l’imponenza della figura, che ricorda i dipinti della Cappella Paradisi della chiesa di San Francesco a Terni. Il dipinto è stato riportato alla luce nel 1983 e restaurato nel 1986. BIBLIOGRAFIA: Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 ,pp.11-31 Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104. COMPILAZIONE: Balani Maria Chiara

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Madonna in trono con il Bambino TIPO SCHEDA: OA OGGETTO: Affresco SOGGETTO: Madonna in trono con il Bambino COLLOCAZIONE SPECIFICA: ex chiesa di San Tommaso, parete sinistra, terza campata, angolo parete absidale, fascia mediana DATAZIONE: XV secolo DESCRIZIONE: soggetti: Madonna, Bambino; abbigliamento: (Madonna) tunica rossa, manto azzurro; oggetti: trono, drappo; cornice: a fasce (bianca, giallo ocra con all’interno motivi geometrici rossi); sfondo: azzurro NOTIZIE STORICO CRITICHE: L’affresco, databile alla prima metà del XV secolo, probabilmente in origine si estendeva su una superficie più ampia, in quanto i piccoli frammenti posti a sinistra presentano una continuità cromatica che testimonia la loro appartenenza al dipinto. La presenza del Bambino sulle ginocchia della Vergine si intuisce dal panneggio posto sulla destra. A causa dello stato frammentario risulta difficile l’interpretazione stilistica del dipinto che sembra avere tratti tardo gotici per il profilo a cuspide dello schienale del trono e per il drappo che le fa da sfondo. L’apertura della finestrella degli olii santi ha determinato la perdita della parte inferiore della figura della Vergine. L’intervento probabilmente risale al Cinquecento, quando la chiesa è stata intonacata, come documenta la visita Apostolica del vescovo Camaiani del 1573. Dalla descrizione si evidenzia che la chiesa era stata sottoposta a modifiche già prima di questa data e quindi gli affreschi interamente coperti. Il dipinto è stato riportato alla luce nel 1983 e restaurato nel 1986. BIBLIOGRAFIA: Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 ,pp.11-31 Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104. AA.VV., La chiesa di Sant’Alò in Terni, a cura di M.C. Marinozzi, Edizioni Thyrus, Arrone 2010 COMPILAZIONE: Catini Helena

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Analisi degli elementi architettonici dei secoli XVI - XVIII In origine la chiesa si doveva presentare con una grande aula con copertura lignea, un campanile a torre e probabilmente un’abside semicircolare. L’accesso avveniva dalla porta principale sulla facciata e da due porte laterali. Il piano di calpestio doveva essere a circa un metro più in basso, come fanno supporre le architravi delle porte laterali. Tra il XVI e il XVIII secolo l’edificio è sottoposto a ripetute e importanti trasformazioni che hanno riguardato sia l’interno che la facciata. Le tracce degli elementi architettonici ancora conservati e le descrizioni delle visite pastorali, a cominciare da quella del Vescovo Camaiani del 5 dicembre del 1573, permettono di rileggere la successione degli interventi. I due peducci che si conservano sulla parete destra documentano la costruzione di volte con un’imposta piuttosto bassa rispetto a quelle tardo cinquecentesche e quindi con un profilo a sesto rialzato di stile gotico, come osserva la Perissinotto, che attribuisce questo intervento alla metà del XVI secolo. Il confronto tra le due pareti, evidenzia però una stratigrafia che farebbe anticipare la costruzione perlomeno al XIV secolo, in quanto in corrispondenza dei peducci, sulla parete sinistra non ci sono tracce analoghe, ma al contrario vi sono dipinti del XV secolo.

I due peducci potrebbero essere interpretati come l’avvio di un cantiere che poi è stato interrotto per realizzare un diverso allestimento con volte non più poggianti sulle pareti laterali, ma su autonomi pilastri, come quelle conservate fino all’ultimo restauro, ma è poco probabile, infatti l’esistenza di volte spingenti sulle pareti può essere confermata anche dagli agli archi esterni e dai sovrappassi che dovevano fungere da contrafforti.

Il sovrappasso di Vico Catina sul fianco destro della chiesa La chiesa di San Tommaso in Terni


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Questa fase gotica della chiesa presumibilmente riguardava la sola zona presbiteriale in quanto i dipinti della fascia mediana del XIII secolo non presentano discontinuità in corrispondenza delle imposte delle altre due campate e quelli della fascia superiore del XII secolo scendono al di sotto della quota del livello superiore dei peducci che coincide con le cornici in stucco tardo cinquecentesche.

L’area presbiteriale nella prima metà del Cinquecento deve aver ricevuto l’allestimento che conserva ancora, ed è costituito da un corpo avanzato verso la navata con tre vani aperti verso la navata, quello centrale più ampio, coperto da una volta a crociera e concluso con l’arco trionfale, contiene l’altare maggiore, mentre quelli laterali, più piccoli sono vani di risulta, quello di destra coincide con la base del campanile e quello di sinistra sarà utilizzato per collegare la chiesa alla sacrestia che all’epoca non c’era ancora. Agli estremi della parete si conservano alcuni frammenti di decorazione a finto marmo riferibili a questo periodo. Ulteriore conferma della datazione viene dalla stratigrafia dei dipinti a cui si appoggiano i nuovi muri, rilevabile nel vano di destra, che sono del Quattrocento. Il rilievo architettonico ha evidenziato che la parete rettilinea su cui è addossato l’altare è piuttosto sottile, come se fosse una tamponatura di un vano, che potrebbe essere quello dell’abside medievale eliminata proprio in occasione di questa ristrutturazione.

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I frammenti di decorazione a finto marmo posti agli estremi della parete si sono conservati grazie alle paraste sovrapposte successivamente. L’apparato decorativo era composto da finte colonne e specchiature a finto marmo.

Vano a destra dell’altare maggiore. Si nota a sinistra il muro del vano dell’altare che si addossa ai dipinti della parete di fondo. A destra si vede la parete trasversale che delimita la zona presbiteriale addossato ai dipinti della parete destra.

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La pianta mostra l’andamento irregolare dell’aula rispetto al vano dell’altare, il campanile e la scala della casa parrocchiale ricavata dietro l’altare, la cui parete di fondo appare molto sottile rispetto allo spessore delle murature perimetrali.

La parete dell’altare maggiore con i frammenti di decorazione cinquecentesca

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La controfacciata con i resti della cappella quattrocentesca sulla sinistra


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La presenza di una copertura a volta è documentata dalla visita apostolica del Vescovo Camaiani del 1573, che non dà ulteriori elementi. E’ probabile che si tratti di quella con profilo gotico posta a ridosso della zona presbiteriale.

A questa data nella chiesa erano presenti tre altari, di cui non si conosce né la posizione, né l’intitolazione. Il Visitatore Apostolico ordina di decorare quello “di pietra e privo di ornamenti”, presumibilmente l’altare maggiore, e di imbiancare le pareti perché risultavano sporche. Gli affreschi non vengono menzionati, probabilmente erano già stati coperti da precedenti imbiancature.

Nel 1584 il Vescovo Petroni, durante la sua visita pastorale, ordina la demolizione di un altare posto vicino alla porta della chiesa, è probabile che si tratti di quello della cappella costruita nel secolo precedente, i cui resti sono riemersi durante i restauri del 1983. Se l’altare fosse quello della cappella, che era coperta da una volta a botte e occupava l’angolo tra la controfacciata e la parete destra, a lato della porta d’ingresso, si daterebbe l’avvio della fase di ristrutturazione tardo cinquecentesca che ha portato ad una profonda trasformazione della chiesa con la realizzazione delle nuove volte sostenute da paraste che scandiscono l’aula in tre campate. I frammenti della decorazione pittorica della cappella si sono conservati proprio in La chiesa di San Tommaso in Terni


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corrispondenza della parasta d’angolo che li ha coperti e protetti dagli interventi successivi. L’intervento si deve essere poi concluso con il posizionamento sui tre altari, il maggiore e i due laterali, delle tele con i soggetti descritti dalla visita pastorale del 1651 San Gerolamo nell’atto di comunicarsi, San Tommaso e il Cristo resuscitato e San Tommaso e Cristo nell’altare maggiore. A seguito della trasformazione della zona absidale, è probabile che sia stata costruita, come prolungamento della stessa, anche la sacrestia, che fino al 1573 non esisteva e l’accesso alla casa parrocchiale avveniva dall’esterno tramite una scala malsicura che viene consolidata in seguito alle indicazioni del vescovo Camaiani. La prima citazione della sacrestia si trova nella visita pastorale del 1645. Negli anni successivi si attuano alcuni cambiamenti agli altari, nel 1670 viene costruito, da parte di Don Giuseppe Ricciardi, un altare dedicato a San Giuseppe, alla Vergine e a San Antonio, forse è una nuova titolazione di quello della parete sinistra. Si rimuove la tela precedente e si sostituisce con un’altra dedicata allo Sposalizio di San Giuseppe con Sant’Antonio da Padova e la Vergine con il Bambino, anche l’altare della parete destra, ora appartenente alla famiglia Adami, è decorato con San Luca in atto di dipingere la Madonna, una tela diversa da quella di inizio Seicento. Un nuovo e consistente intervento di ristrutturazione è stato realizzato a seguito del terremoto del 1703, quando si aggiunge la cornice a finto marmo e il timpano alla semplice cornice di stucco dorato dell’altare maggiore, si costruisce una facciata più monumentale con bugnato liscio in stucco e il timpano. E’ in questo momento che probabilmente si abbassa e si riduce a forma triangolare il campanile, forse danneggiato dal sisma.

La chiesa di San Tommaso in Terni


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Nota bibliografia Kaftal G., Iconography of the Saints, Firenze 1952. Angeloni F., Storia di Terni, “Terza parte dell’Historia di Terni” [Terni 1646], Arrone 1966. Toscano.B., Confini amministrativi e confini culturali, Atti del Convegno di Studi “Dall’Albornoz all’età dei Borgia, questioni di cultura figurativa nell’Umbria meridionale” (Amelia 1-2-3 ottobre 1987), Ediart Todi 1990 ,pp. 363-375 Sapori G., Di stanza o di passaggio. Pittori del Cinquecento in un’area umbra, in AA.VV., La pittura nell’Umbria meridionale dal Trecento al Novecento, Terni 1994. Lucioni M., Le origini della pittura ternana,, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Tern” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 61-88. Perissinotto C., La chiesa di San Tommaso in Terni, in “Storia, archeologia e arte nell’ Umbria meridionale”, Studi in memoria di Cinzia Perissinotto, a cura di Paolo Pellegrini, Terni 2009 ,pp. 11-31. Fratini C., La decorazione pittorica della chiesa di Sant’Alò a Terni fra il XIV e il XV secolo, Atti del Convegno di Studi “Sant’Alò nella storia e nella leggenda,” a cura del Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia di Terni” (Chiesa di Sant’Alò in Terni, 23 settembre 2005), Terni 2009, pp. 91-104. Moroni M. L., La nova basilica: arte e committenza a Terni nell’età della Controriforma, Edizioni Thyrus, Arrone 2009, pp. 103.160. AA.VV., La chiesa di Sant’Alò in Terni, a cura di M.C. Marinozzi, Edizioni Thyrus, Arrone 2010.

Fonti d’archivio ASR, Catasto Gregoriano, Mappa Terni, n. 1, prov. Spoleto Archivio Fotografico Soprintendenza B.S.A.E dell’Umbria ASDT, Sacre Visite, vescovo Camaiani ASDT, Sacre Visite, vescovo Onorati ASDT, Sacre Visite, vescovo Rapaccioli ASDT, Sacre Visite, vescovo Gentili ASDT, Inventario del 1726

Il gruppo di lavoro Marinozzi Maria Cristina Docente di storia dell’arte e Catalogazione Coordinatrice del Progetto multidisciplinare Curatrice dell’ e-book

Ferracci Gabriele Docente di Geometria descrittiva e rilievo architettonico

Montariello Ennio Docente di Rilievo plastico e pittorico

Balani Maria Chiara Buconi Veronica Cannarella Silvia Catini Helena Fabbri Cheyenne

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