Monferrato oltre il confine

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monferrato oltre il confine Dal 21 maggio all’8 novembre 2015 Palazzo del Monferrato Alessandria, via San Lorenzo 21 www.palazzomonferrato.it Catalogo a cura di Maria Luisa Caffarelli e Rino Tacchella Immagine e progetto editoriale Giorgio Annone, LineLab Testi Maria Luisa Caffarelli Rino Tacchella Referenze fotografiche Giorgio Annone Enzo Bruno Archivio fotografico Museo Civico di Palazzo Mazzetti Trasporti Arterìa srl – Torino Assicurazioni Lloyd’s /AON S.p.A. Insurance & Reinsurance Brokers Coordinamento dell’accoglienza Unitre Alessandria Organizzazione Asperia – Azienda Speciale della Camera di Commercio di Alessandria LineLab di Giorgio Annone

Si ringraziano musei, istituzioni pubbliche e private e collezionisti per la gentile concessione delle opere Un particolare ringraziamento per la preziosa collaborazione a Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte Edith Gabrielli, Soprintendente Si ringraziano inoltre Don Giuseppe Gallo Parroco della Collegiata di San Secondo di Asti Andrea Rocco Direttore Fondazione Palazzo Mazzetti di Asti Alessandra Montanera Conservatore del Museo Civico di Casale Monferrato Maria Grazia Cacopardi Direttore della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza Maria Teresa Cairo, Daria Carmi, Memi Cavalli, Andrea Cerrato, Claudio Cerrato, Laurana Lajolo, Chiara Lanzi, Roberto Maestri, Vittoria Oneto, Lucia Pellegrini, Elena Varvelli e a quanti a vario titolo hanno contribuito alla realizzazione del progetto.

© 2015 – LineLab.edizioni Via Palestro, 24 15121 Alessandria info@linelab.com ISBN: 88-89038-54-3


In concomitanza con Expo 2015 e coerentemente con il tema a cui l’esposizione universale di Milano è dedicata: “Nutrire il pianeta: energia per la vita”, la Camera di Commercio di Alessandria organizza una seconda rassegna dedicata al Monferrato. Un territorio in cui si intrecciano cultura e alimentazione, arte e agricoltura, come ha evidenziato l’Unesco nel riconoscerne l’eccezionalità – con Langhe e Roero – e nel valorizzare la peculiarità degli infernot, i locali sotterranei scavati nella pietra di cantone, che da oltre un secolo sono utilizzati per conservare il vino imbottigliato. La mostra ha un taglio storico e unisce idealmente Alessandria e Asti in cui il Monferrato è racchiuso, ricomponendo all’interno di una visione culturale comune i vari campanilismi che in alcuni periodi hanno contrapposto le due province. Anche per questa ragione, la rassegna espositiva guarda “oltre il confine” geografico, evocando esperienze e avvenimenti che hanno proiettato il Monferrato e i suoi protagonisti in una dimensione nazionale e internazionale. Dunque, non una storia dell’arte “in” Monferrato, ma un percorso a ritroso, in cui la storia della cultura figurativa italiana emerge per confronti e rispecchiamenti tra quest’area geografica e il mondo che si trova “oltre il confine”. Ancora una volta mi piace poi sottolineare che palazzo del Monferrato, oltre che come accogliente sede espositiva, si propone come vera e propria “casa di tutto il territorio”, restando quindi fedele alla denominazione che consapevolmente gli era stata data e che per noi rappresenta un impegno da mantenere e un progetto da realizzare quotidianamente. “Monferrato oltre il confine” è frutto di un grande lavoro corale, per cui il capitolo dei ringraziamenti prenderebbe molto spazio. In questa sede voglio almeno ricordare, ringraziandoli uno per uno, i curatori del catalogo, gli enti patrocinatori, i prestatori delle opere sia pubblici sia privati, le aziende che hanno sponsorizzato l’evento e l'Unitre di Alessandria: in una parola chi ha reso possibile la mostra spendendosi in varie forme. Un grazie particolare, infine, alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Alessandria, e al suo presidente, che ha voluto essere della partita fin dall’inizio e che condivide con la nostra Camera di Commercio un più generale progetto di sviluppo e rilancio delle peculiarità e dei valori del Monferrato. Gian Paolo Coscia Presidente della Camera di Commercio di Alessandria



sommario 7 monferrato oltre il confine Maria Luisa Caffarelli - Rino Tacchella

15 una storia nell'arte 77 i contemporanei


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monferrato oltre il confine Maria Luisa Caffarelli Rino Tacchella

Possedevo una quota della vecchia casa di famiglia. Una villa costruita all'inizio del secolo, con un giardino, le vigne degradanti verso la valle, in cima al colle, una bella vista in tutte le direzioni. Quando ero giovane vi abitavamo per un mese l'anno, durante la vendemmia. Ho dei bellissimi ricordi dell'autunno. Vi ritorno raramente, in occasione di qualche funerale o per la Messa in cimitero nei giorni dei Morti. Le poche volte che passo in auto nelle vicinanze, il pensiero di quando la casa era vissuta mi stringe il cuore, sento un gran vuoto, nostalgia per un bene perduto non più ricuperabile. Giuseppe Panza, Ricordi di un collezionista, 2010

Nel mondo dell’arte molti personaggi legati al Monferrato sono andati “oltre il confine”, ma, certamente, nessuno come Giuseppe Panza di Biumo, forse il più importante collezionista italiano d’arte contemporanea del XX secolo, impersona il superamento dell’ideale limite di questo territorio. San Salvatore Monferrato è il paese di cui era originaria la sua famiglia e dove trascorreva le estati da bambino. Nel corso della sua vita ha raccolto una collezione così prestigiosa che – non accolta dal sistema museale italiano – fa oggi parte del Solomon Guggenheim di New York, mentre solo una sezione continua a essere ospitata nella magnifica Villa Panza di Varese, a cura del FAI. Giuseppe Panza rappresenta pertanto colui che incarna il senso stesso di questa mostra, quell’andare “oltre” che non comporta la perdita e la negazione delle proprie radici. Dopo la mostra Monferrato Mon Amour, progettata come ricerca di suggestioni legate all’arte e al territorio, abbiamo voluto con la rassegna Monferrato oltre il con-


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fine introdurre una prospettiva storica, ripercorrendo gli avvenimenti artistici e culturali che si sono succeduti negli ultimi cento anni nei territori di Alessandria e Asti: dal 1915 – l’anno in cui inizia per l’Italia la prima guerra mondiale – al 2015 in cui si svolge a Milano l’Esposizione Universale. Solo in questi ultimi decenni il Monferrato ha visto crescere un processo identitario che è culminato nel 2014 con l’attribuzione di “patrimonio dell’umanità”. Per questo motivo l’attuale rassegna si apre con uno sguardo sul contemporaneo: in chiave multimediale viene raccontata la ragione che ha indotto l’Unesco a riconoscere l’eccezionalità dei territori del Monferrato, insieme a Langhe e Roero, come straordinario scenario di colline tutte comprese nella regione Piemonte. Per identificare e accomunare questi luoghi non a caso l’Unesco ha fatto ricorso all’espressione “paesaggio culturale”, evidenziando come componenti inscindibili la dimensione naturalistica di colline e vigneti, la storia e la cultura di cui queste terre sono state teatro. Nel video che apre il percorso si fa riferimento agli infernot – locali sotterranei scavati in una peculiare formazione geologica presente solo nel Basso Monferrato, la cosiddetta pietra da cantoni, utilizzati per la conservazione domestica del vino in bottiglia. Vere e proprie opere d’architettura popolare, gli infernot sono stati riconosciuti dall’Unesco come ideale connessione tra agricoltura e storia, tra cultura e architettura e quindi oggetto di una specifica segnalazione di tutela. Se negli infernot si condensano simbolicamente presente e passato, come manufatto che ha attraversato la storia nel silenzio delle cantine e ha atteso a lungo prima di essere riconosciuto nella sua eccezionalità da un organismo che opera “oltre il confine”, la mostra di cui questo catalogo è il documento segue un percorso per molti aspetti inverso. Si pone infatti l’obiettivo di andare a cercare – limitandosi a questi ultimi cento anni e concentrandosi sulla storia dell’arte – quelle esperienze e quelle figure che sono andate “oltre il confine” partendo da un legame biografico e ideale con il Monferrato. La scelta è stata quella di rivisitare questo secolo seguendo alcune direttrici intersecanti: da un lato le date della storia “ufficiale” – grandi eventi che fanno da sfondo e da riferimento – a fianco degli avvenimenti culturali delle due provincie di Alessandria e Asti in cui il Monferrato è racchiuso. Il tempo è conven-

zionalmente rappresentato come una linea orizzontale, una traccia da seguire, una sorta di spartito sul quale sono collocate didascalie e immagini corrispondenti a particolari momenti o fatti significativi. In ogni sala a grandi caratteri sono evidenziati alcuni fatti importanti della storia dell’arte italiana del ‘900 di cui alessandrini e astigiani sono stati protagonisti o partecipi. Dipinti, disegni, sculture, ceramiche documentano da un lato la costante presenza di artisti del Monferrato alle grandi mostre nazionali, dall’altro il sedimentare dello spirito delle avanguardie in manifestazioni minori a cui gli stessi “grandi” non hanno disdegnato di partecipare e che comunque hanno concorso ad aggiornare stilisticamente gli artisti più attenti delle due province. Accanto agli artisti legati al territorio del Monferrato compaiono opere di altri grandi protagonisti dei movimenti dell’epoca, fondamentali per istituire confronti e rimandi e raccontare il tessuto culturale in cui le varie esperienze devono essere collocate.Tutte le opere provengono da collezioni pubbliche di Alessandria, Asti e Casale o da collezioni private del territorio. Angelo Morbelli e Luigi Onetti, con cui si apre Monferrato oltre il confine, sono stati identificati come i simboli per eccellenza di una rappresentazione pittorica del Monferrato che nasce da una conoscenza personale, profonda e diretta dei luoghi in cui i due pittori sono nati e vissuti. Un’interpretazione che si coniuga con una sensibilità maturata nel corso di esperienze di vita svolte altrove, anche lontano da queste terre. L’opera è frutto quindi di un’emozione che si colloca in una zona a metà strada tra presenza e assenza, tra vissuto e nostalgia; tra presente e passato. Il Monferrato di Angelo Morbelli (1853 - 1919) è q u e l l a p o r z io n e d i te r r ito r io c h e s i s c o r g e d a lla c a s a d e lla C o l m a d i R o s i g n a n o , nei pressi di Casale Monferrato, in cui è cresciuto, nutrendosi di quelle variazioni cromatiche tipiche dello scorrere delle stagioni: dal pulviscolo dell’afa estiva alle immagini ovattate dalle nebbie autunnali, dall’esplosione di colori brillanti della primavera alle tonalità brune dell’autunno. Quasi che l’adesione al divisionismo, fondato proprio sullo studio e sulla scomposizione dei colori, sia stata mediata da quelle continue sollecitazioni visive del periodo giovanile. Nel dipinto Alba domenicale, che viene proposto in veste tecnologica, sembra infatti ritrovarsi accanto a un’applicazione rigorosa della tecnica divisionista, il tema del paesag-


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gio-stato d’animo: le prime luci dell’alba rischiarano l’avvio alla messa dei due anziani contadini. Indirettamente viene così proposta della vecchiaia una visione meno triste e avvilente di quella abitualmente fornita dal pittore attraverso le innumerevoli immagini di abbandono e di solitudine colte tra gli anziani nel Pio Albergo Trivulzio di Milano. Come a voler evidenziare una migliore qualità della vita per chi trascorre l’esistenza in collina, pur nel faticoso susseguirsi dei lavori nei campi. La stessa capacità di immergersi nel paesaggio ritorna nei dipinti realizzati in altri luoghi dove il pittore soggiornò: il mare di Albisola o la laguna veneta, le montagne lombarde o il lago Maggiore. Luigi Onetti (1876 - 1968), seppure più giovane di Morbelli, interpreta il paesaggio avvalendosi ancora di una pittura a impasto di matrice tardo ottocentesca che riesce, però, ad arricchire di suggestioni simboliste, di un’aura di mistero soprattutto quando il paesaggio è privo di presenze umane e la visione si perde in lontananza dissolvendosi in una fusione tra natura, terra e cielo, dominata spesso da un tramonto infuocato. La prima guerra mondiale è stata scelta come punto di partenza di uno specifico approfondimento storico artistico, ma la linea del tempo che scandisce il percorso espositivo ha inizio con una rapida carrellata degli eventi storici che la precedono, a partire dalla fondazione dei due comuni di Alessandria e Asti, lungo le vicende del Marchesato del Monferrato, prima in mano ai Paleologi, poi ai Gonzaga e infine ai Savoia. Nel 1915 alla Grande Guerra partecipano come arditi i pittori Pietro Morando e Giuseppe Manzone, i quali producono una serie di disegni come un diario quotidiano in presa diretta nelle trincee e in prima linea. I due pittori documentano con analoga partecipazione, seppure con diversi esiti espressivi, gli orrori della guerra, l’inutilità del conflitto, una tragedia collettiva di cui sono vittime soprattutto giovani proletari impreparati al combattimento. Appartengono alla stessa epoca i cinque scaldini plasmati in creta bianca, e poi fusi in bronzo da Leonardo Bistolfi «[…] da essere venduti all’asta per raccogliere fondi di soccorso per i profughi del Friuli» fuggiti dalle zone di guerra. Gli scaldini, come scrive Sandra Berresford (Bistolfi 1859-1933. Il percorso di uno scultore simbolista, Edizioni Piemme, Casale Monferrato, 1984)


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sono «eseguiti secondo una forma tradizionale e popolare (detta “maritò” in piemontese), sui quali rappresentò le 14 stazioni della via Crucis. […] Con queste raffigurazioni lo scultore volle paragonare il calvario di Cristo con il calvario subito dai soldati italiani e dai profughi durante la guerra. Per rafforzare questo concetto egli trasformò certe figure storiche in figure moderne» (pagg.121-122). Tra il 1916 e il 1917 una fortuita combinazione fa sì che l’alessandrino Carlo Carrà, esaurito con l’inizio della guerra lo slancio futurista, incontri sulla propria strada i pittori Giorgio De Chirico, Filippo de Pisis e Alberto Savinio come lui presenti nell’ospedale militare di Ferrara. Provenendo da strade diverse, i quattro artisti sono tutti interessati al recupero dei valori spirituali e intellettuali incarnati dai pittori del Quattrocento italiano: Giotto, Masaccio e Piero della Francesca. Nasce la pittura metafisica, di cui Carrà sarà anche il teorico, attraverso la pubblicazione del volume La pittura metafisica edito da Vallecchi a Firenze nel 1919. All’animazione del capolavoro di Carlo Carrà La musa metafisica (1917), sono affiancati alcuni lavori degli altri interpreti della corrente. Il dipinto scelto è stato realizzato nell’ospedale di Ferrara: la scena appare ambientata nella stanza in cui Carrà spesso colloca le sue composizioni, un cubo definito da linee di fuga e da una croce come fuoco prospettico. La popolano oggetti che fanno parte dell’immaginario dell’artista, tra cui la musa manichino con racchetta da tennis, memoria di un analogo fantoccio che Carrà aveva nella sua camera. L’associazione con gli altri oggetti crea un singolare effetto di enigma e inquietudine. Nel secondo decennio del secolo si concentrano alcuni degli eventi artistici più importanti a livello nazionale: il primo in ordine di tempo è la mostra di Novecento (1926), il movimento pittorico promosso da Margherita Sarfatti che recupera i valori della tradizione e delle origini della pittura italiana a cui fanno riferimento, oltre a Carlo Carrà, anche Mario Sironi, Achille Funi (artista presente in mostra con una straordinaria Maddalena appartenente alla collezione di Davide Lajolo). Di Carlo Carrà viene esposto un dipinto, Pagliai, datato 1930, entrato nelle collezioni della Pinacoteca Civica di Alessandria nel 1932, come acquisto del Comune nell’ambito della Mostra Provinciale d’Arte. L’opera appartiene alla fase di ricerca che Carrà stesso definì


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“realismo mitico”, affine, nei presupposti e negli esiti, al clima di Novecento. Un luogo senza tempo, sintesi di idea e natura a cui l’assenza dell’uomo accentua, come scrisse l’artista, «la trasformazione del paesaggio in poema pieno di spazio e di sogno». Appartiene al terzo decennio del XX secolo anche il movimento appoggiato dal critico Edoardo Persico denominato chiarismo lombardo, dialettico rispetto a Novecento, a cui partecipa, già in una prima fase, l’alessandrino Cristoforo De Amicis, autore con Umberto Lilloni, Francesco De Rocchi, Adriano Spilimbergo e Angelo Del Bon di una pittura dai toni chiari, una luminosità recuperata anche attraverso la pittura en plen air, mossa da una scioltezza di tratto di matrice postimpressionista e da temi talvolta intimisti. Lo straordinario Ritratto del figlio (1936) di Cristoforo De Amicis appare sintesi di valori luministici antivolumetrici, memori della tradizione lombarda, ma aggiornati sugli esiti delle avanguardie. Al “ritorno all’ordine” si contrappone anche un nutrito gruppo di giovani artisti che si rifanno al primo futurismo, considerando non esaurita la sua spinta rivoluzionaria ed estendendo la ricerca, oltre che alla pittura e alla scultura, anche alla ceramica, all’architettura e all’arredamento. Nel 1930 ad Alessandria viene allestita, a cura del Sguf locale, l’unica mostra che la nostra città ha dedicato alla seconda stagione del futurismo, forte della presenza di Filippo Tommaso Marinetti alla serata inaugurale, avvenuta con grande eco sulla stampa locale. Tra gli artisti che vi partecipano lo scultore astigiano Mino Rosso, il ceramista ligure Tullio d’Albisola, l’architetto-pittore Nicolaj Diulgheroff, il pittore-ceramista Fillia e il pittore Gino Galli. La scultura di Mino Rosso (1931), attivo nel gruppo torinese del futurismo dal 1927 fino al 1938, appare vicina per soluzioni plastiche all’estetica boccioniana, non senza richiami alla sintesi cubista e alle forme primitive derivate dalla scultura africana. Tali molteplici suggestioni si fondono, però, in un codice espressivo dall’impronta molto personale. Sempre in Lombardia negli anni ‘30 matura la corrente dell’astrattismo italiano a cui concorrono due raggruppamenti di artisti operanti il primo a Como, in sintonia con le ricerche degli architetti razionalisti, il secondo a Milano sulla linea del Bauhaus e del costruttivismo russo. La galleria del Milione diventa il palcoscenico dell’astrattismo italiano a partire dal 1934. Già nel 1933


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era stata allestita la prima mostra del movimento allo studio Casorati di Torino a cui avevano partecipato Mario Radice, Mauro Reggiani, Luigi Veronesi, Attanasio Soldati, Mario Galli, Aligi Sassu, Fausto Melotti e l’alessandrino Cristoforo De Amicis, che condivide con Carlo Carrà una singolare capacità di cogliere sul loro nascere le novità in ambito artistico e di saperle interpretare con i propri stilemi: uno sperimentalismo coraggioso e non solo superficialmente eclettico. Va letto in questo senso il dipinto Composizione in rosso del 1934 - 1935, in cui l’astrazione viene declinata come sintesi grafica di sollecitazioni provenienti dal reale. Sulla linea del tempo vengono registrate, oltre alle vicende artistiche di respiro nazionale come il diffondersi di correnti e movimenti innovatori, anche quelle grandi occasioni espositive che periodicamente consentono a una gran parte degli artisti dell’epoca di partecipare e confrontarsi tra loro: la Biennale di Venezia, la Quadriennale di Roma, le Mostre Sindacali e la Promotrice alle Belle Arti di Torino. A tali manifestazioni presenziano in larga misura artisti alessandrini e astigiani; alcune delle opere esposte in quelle sedi sono riproposte in questa occasione in corrispondenza dell’anno in cui la mostra si è tenuta. Anche a livello locale, tra Alessandria e Asti, sulla linea del tempo sono registrate rassegne di arte contemporanea che documentano l’evolversi dei linguaggi espressivi lontano dai centri nevralgici come Milano, Torino o Roma. Al tempo stesso, nel percorso espositivo si è previsto di prendere in esame una serie di esposizioni anche postume dedicate ai grandi interpreti dell’arte del territorio, in taluni casi radunati attorno a uno specifico tema da un critico dell’epoca. Tra i primi omaggi significativi agli artisti del territorio nel primo dopoguerra ricordiamo ad Alessandria la Mostra provinciale di arte retrospettiva e contemporanea del 1921 che include tra gli altri Monteverde, Migliara, Pellizza, Morbelli, Giribaldi, Arri, Boccalatte, Goria e nell’anno successivo l’Esposizione Artistica piemontese-sarda. Nel 1968, nell’VIII centenario della Fondazione di Alessandria, viene organizzata la mostra Artisti nostri, mentre, ideata dal critico torinese Luigi Carluccio, viene allestita a palazzo Cuttica nel 1975 la celebre rassegna Uomini e cose del Monferrato. Tra le grandi esposizioni vanno annoverate anche le


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mostre postume dei protagonisti dell’arte del passato nell’ambito delle due province, come quella di Giovanni Migliara allestita nel 1937, a cui segue, tra le altre, Lorenzo Trotti Bentivoglio nel 1951, per arrivare a Giuseppe Pellizza da Volpedo (1980 - 1981) e Angelo Morbelli (1982) e, nel 1987, un omaggio a Gino Severini autore del mosaico sulla storia delle telecomunicazioni realizzato sulla facciata del palazzo delle poste di Alessandria nel 1940. Nel secondo dopoguerra ad Alessandria e ad Asti, come in molte altre città italiane, vengono istituiti pubblici premi per gli artisti che hanno consentito anche a piccole città di acquisire opere rivelatesi importanti negli anni a venire, che hanno in molti casi costituito il nucleo iniziale di grandi collezioni. È il caso del Premio Città di Alessandria istituito nel 1947 e dal Premio Alfieri nato ad Asti nel 1949 grazie ai quali entrarono nelle civiche raccolte, tra gli altri, Agenore Fabbri, Piero Dorazio, Aligi Sassu, Lucio Fontana, Cristoforo De Amicis, Giuseppe Zigaina, Luigi Spazzapan, Ernesto Treccani ad Alessandria; Afro, Mirko Basaldella, Enrico Paolucci, Renzo Vespignani, Carlo Levi, Mattia Moreni, Atanasio Soldati ad Asti. Si misurano su un tema dai molteplici risvolti gli artisti che a partire dal 1967 sono chiamati a realizzare in duplice versione il Palio di Asti. Una copia dello stendardo è assegnata al rione vincitore, una seconda copia va ad arricchire la collezione della Collegiata di San Secondo. Tra i numerosi, grandi artisti coinvolti nella realizzazione del palio ricordiamo Emanuele Luzzati, Giacomo Soffiantino, Floriano Bodini, Ernesto Treccani, Piero Ruggeri, Enrico Colombotto Rosso, Eugenio Guglielminetti, Ugo Nespolo, Nata Rampazzo. La mostra si conclude con una panoramica delle espressioni artistiche del nostro tempo, attraverso opere di medio formato realizzate da un nutrito gruppo di artisti che oggi operano tra Asti e Alessandria. Questa sezione non ha la pretesa di storicizzare tutto ciò che avviene nel campo della produzione artistica tra le due province in cui è racchiuso il Monferrato; è, sicuramente non esaustiva, una ricognizione “attorno al confine” di esperienze che in gran parte questo confine lo hanno superato.



una storia nell'arte


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Luciano Boschetti @animatwitt #albadomenicale 2015, video animazione ispirata all’opera Alba domenicale di Angelo Morbelli (1915) di proprietà della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, Piacenza www.animatwitt.it


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Luigi Onetti (Lu Monferrato 1876 - Torino 1968) Tramonto sul Monferrato s.d., olio su tela, 90 x 146 cm Collezione privata


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Pietro Morando (Alessandria 1889 - 1980) Il ferito 1915, carboncino su carta, 46 x 52 cm Collezione privata

1915

Pietro Morando (Alessandria 1889 - 1980) La resa - San Gabriele 1917, carboncino su carta, 31 x 42 cm Collezione privata

1917


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Pietro Morando (Alessandria 1889 - 1980) Plava, 3 novembre 1915 1915, matita e acquerello su carta, 22 x 15,5 cm Collezione privata

Pietro Morando (Alessandria 1889 - 1980) S.M. Vittorio Emanuele II - Monte Corada 1915, matita su carta, 18,7 x 13,7 cm Collezione privata

Pietro Morando (Alessandria 1889 - 1980) Il coleroso - Monte Sabotino 1916, carboncino lumeggiato a gesso, 37 x 23 cm Collezione privata

Giuseppe Manzone (Asti 1887 - Torino 1983) Il IX reparto Arditi passa il Piave 1918, matita su carta, 16,8 x 25,7 cm Collezione privata


Pietro Morando (Alessandria 1889 - 1980) Giorno di bombardamento 1915, carboncino lumeggiato a gesso, 23 x 30 cm Collezione privata


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Leonardo Bistolfi (Casale Monferrato 1859 - La Loggia 1933) Via Crucis su cinque scaldini 1918, creta bianca, 12 x Ă˜ 15 cm Collezioni private


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Luciano Boschetti @animatwitt #metafisica 2015, video animazione ispirata all’opera La musa metafisica di Carlo Carrà (1917) www.animatwitt.it


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Giorgio De Chirico (Volo 1888 - Roma 1978) L’enigma dell’ora s.d., olio su tela, 20,5 x 29,5 cm Collezione privata

1919


Giorgio De Chirico (Volo 1888 - Roma 1978) Origine della via Lattea 1942, acquerello, guache, collage e matita su carta, 27,5 x 32 cm Collezione privata

1920

1921


Alberto Savinio (Atene 1891 - Roma 1952) I borghesi 1941, inchiostro acquerellato su carta, 35 x 27 cm Collezione privata

Angelico Pistarino (Alessandria, 1897 - Torino, 1960) Studio di figura anni ‘20, olio su tavola, 69 x 50 cm Collezione privata

Alberto Savinio (Atene 1891 - Roma 1952) Venere indica a Enea il suo destino 1938-1939, inchiostro acquerellato su carta, 33 x 25 cm Collezione privata

1922


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Materno Giribaldi (Asti 1870 - San Paolo del Brasile 1951) Busto femminile 1910 ca, marmo bianco scolpito, 45 x 40 x 32 cm Collezione Museo Civico di Palazzo Mazzetti, Asti

1923

Luigi Bistolfi (Acqui Terme 1860 - Roma 1919) Il fratellino curioso 1880, terracotta, 31 x 14 x 18 cm Collezione privata


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Paolo Arri (Asti 1868 - 1940) Le sorelle Anderlini 1931, olio su tela, 38 x 49 cm Collezione privata

Guglielmo Bezzo (Nanaimo 1892 - Asti 1977) Colline del Monferrato s.d., olio su tavola, 40 x 50 cm Collezione privata


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Pietro Morando (Alessandria 1889 - 1980) Paesaggio anni ‘20, olio su tela, 35 x 40 cm Collezione privata

Alberto Caffassi (Alessandria 1894 - 1973) Ritratto di bimba 1925, olio su tela, 63 x 70 cm Collezione privata

1925


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Pietro Morando (Alessandria 1889 - 1980) Paesaggio anni ‘20, olio su tela, 35 x 40 cm Collezione privata

Giuseppe Bottero (Asti 1846 - Torino 1930) Riva degli Schiavoni. Venezia s.d., olio su cartone, 23,3 x 35,5 cm Collezione privata


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Pietro Morando (Alessandria 1889 - 1980) Paese del Monferrato 1924, olio su tavola, 40 x 50 cm Collezione privata

Achille Funi (Ferrara 1890 - Appiano Gentile 1972) La Maddalena s.d., tecnica mista su carta, 222 x 140 cm Collezione Davide Lajolo

1926


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Mario Sironi (Tempio Pausania 1885 - Milano 1961) Paese su altopiano 1942, tempera su carta, 36 x 50 cm Collezione privata

1927


Carlo CarrĂ (Quargnento 1881 - Milano 1966) Pagliai 1930, olio su tela, 50 x 60 cm Collezione Pinacoteca Civica di Alessandria

1928


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Umberto Lilloni (Milano 1898 - 1980) Primavera 1967, olio su tela, 50 x 70 cm Collezione privata

Cristoforo De Amicis (Alessandria 1902 - Milano 1987) Ritratto del figlio 1936, olio su tela, 130 x 97 cm Collezione privata

1929

1930


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Gino Galli (Roma 1883 - Firenze 1954) Composizione futurista anni ‘20, tempera su carta, 19 x 25 cm Collezione privata

Gino Galli (Roma 1883 - Firenze 1954) Composizione futurista anni ‘20, tempera su carta, 25 x 37 cm Collezione privata


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Nicolaj Diulgheroff (Kustendil 1901 - Torino 1982) Piattino e tazzina 1925 ca, ceramica smaltata, piattino Ă˜ 16, tazzina 5 x Ă˜ 10 cm Collezione privata

Nicolaj Diulgheroff (Kustendil 1901 - Torino 1982) Posacenere 1925 ca, ceramica smaltata, 16,5 x 14 cm Collezione privata

1930


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Giacomo Balla (Torino 1871 - Roma 1958) Ti Ta Tò. One step di Formoso 1918, serigrafia su carta, 34 x 24 cm Collezione privata

Mino Rosso (Castagnole Monferrato 1904 - Torino 1963) Architettura di uomo + macchina 1931, bronzo, 60 x 23 x 35 cm Collezione privata

Fillia (Luigi Colombo) (Revello 1904 - Torino 1936) Piatto 1930, ceramica smaltata, Ă˜ 32 cm Collezione privata


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Tullio d’Albisola (Albisola 1899 - 1971) Vaso futurista 1927, ceramica smaltata, 22,5 x Ø 21 cm Collezione privata

Tullio d’Albisola (Albisola 1899 - 1971) Bottiglia futurista 1929, ceramica smaltata, 17,5 x Ø 9 cm Collezione privata


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Giuseppe Manzone (Asti 1887 - Torino 1983) Nella stalla anni ‘30, olio su tela, 50 x 54 cm Collezione privata

1931


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Giuseppe Manzone (Asti 1887 - Torino 1983) Asti sotto la neve anni ‘30, olio su tela, 29 x 35 cm Collezione privata

Demetrio Corino (Asti 1903 - 1961) Ponte sulla strada ferrata 1940 ca, olio su tela, 55 x 61 cm Collezione Museo Civico di Palazzo Mazzetti, Asti


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Aligi Sassu (Milano 1912 - Pollenรงa 2000) Composizione astratta s.d., tempera su cartone, 35,4 x 47,3 cm Collezione privata

1932

Atanasio Soldati (Parma 1896 - 1953) Da sinistra a destra 1952, olio su tela, 20 x 20 cm Collezione privata

1933


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Fausto Melotti (Rovereto 1901 - Milano 1986) Senza titolo 1974 ca, tecnica mista su gesso, 33 x 23,2 cm Collezione privata

Cristoforo De Amicis (Alessandria 1902 - Milano 1987) Composizione in rosso 1934 -1935, olio su tela, 140 x 110 cm Collezione privata


42

Germano Buzzi (Bosco Marengo 1908 - Alessandria 1967) Il martire (bozzetto) 1935, bronzo, 41 x 25 x 12 cm Collezione privata

1934

Domenico Valinotti (Torino 1889 - Canelli 1962) Gelso 1925, olio su tavola, 29 x 35 cm Collezione privata

1935


43

Cristoforo De Amicis (Alessandria 1902 - Milano 1987) Paesaggio di Acqui s.d., olio su tela, 60 x 75 cm Collezione Pinacoteca Civica di Alessandria

Mino Rosso (Castagnole Monferrato 1904 - Torino 1963) Le portatrici 1936, bronzo, 70 x 35 x 20 cm Collezione privata

1936


44

Giovanni Migliara (Alessandria 1785 - Milano 1837) Interno di chiesa s.d., acquerello su carta, 35 x 50 cm Collezione privata

1937


Giovanni Migliara (Alessandria 1785 - Milano 1837) La lanterna di Genova 1833, olio su tela, 51,5 x 71,5 cm Collezione Pinacoteca Civica di Alessandria

Giovanni Migliara (Alessandria 1785 - Milano 1837) Atrio della chiesa di Sant’Ambrogio XIX secolo, tempera su carta applicata su cartoncino, 17 x 22 cm Collezione privata


46

Ugo Martinotti (Casale Monferrato 1905 - 1989) Lucerne 1959, olio su cartone, 50 x 60 cm Collezione Camera di Commercio di Alessandria

1938

Egle Pozzi Biginelli (Alessandria 1907 - Milano 2007) Ritratto di Pia 1938, ceramica smaltata, 36 x 22 x 14 cm Collezione privata


47

Giuseppe Manzone (Asti 1887 - Torino, 1983) Valle San Pietro (Asti) 1930, olio su tavola, 29,5 x 36,5 cm Collezione privata

1939


48

Claudia Formica (Nizza Monferrato 1903 - Torino 1987) Mia sorella 1940, terracotta, 55 x 47 x 22 cm Collezione privata

1940

1942


Dina Bellotti (Alessandria 1912 Roma 2003) Interno con composizione floreale 1958, tecnica mista su carta, 60 x 45 cm Collezione privata


50

Camillo Rho (Alessandria 1872 - Pecetto 1946) Alberi al vento anni ‘20, olio su cartone, 26 x 33 cm Collezione privata


51

Angelico Pistarino (Alessandria 1897 - Torino 1960) Paesaggio del Monferrato s.d., olio su tavola, 27 x 33 cm Collezione privata

Cino Bozzetti (Lecce 1876 - Borgoratto 1949) Tramonto dietro i gelsi s.d., olio su tavola, 35,5 x 25 cm Collezione privata

1943


52

Giovanni Rovero (Mongardino 1885 - Noli 1971) Aratura 1925 ca, olio su cartone, 43 x 58 cm Collezione privata

1945

Pietro Morando (Alessandria 1889 - 1980) Pastore e pecore s.d., olio su tavola, 74 x 64 cm Collezione privata

1946

1947


53

Amelia Platone (Asti 1927 - 2004) Uomo di schiena s.d., terracotta, 26 x 18 x 10 cm Collezione Davide Lajolo


54

Pietro Morando (Alessandria 1889 - 1980) Mercato del bestiame s.d., olio su tela, 52 x 62 cm Collezione Camera di Commercio di Alessandria

1948

Nennele Formica (Nizza Monferrato 1918 - Torino 1990) Paesaggio anni '40, olio su tavola, 78,5 x 68,5 cm Collezione privata

1949


55

Lucio Fontana (Rosario 1899 - Varese 1968) Madonna con Bambino anni ‘50, ceramica smaltata, 42 x 14 x 13 cm Collezione privata

1950

1951

Agenore Fabbri (Barga 1911 - Albisola 1998) Cavaliere con lancia 1952, ceramica smaltata, 32 x 36 x 12 cm Collezione privata

1952


56

Piero Dorazio (Roma 1927 - Perugia 2005) Vedere Buongiorno 1957, olio su tela, 160 x 95 cm Collezione Pinacoteca Civica di Alessandria

1952


57

Afro Libio Basaldella (Udine 1912 - Zurigo 1976) Composizione 1949, tecnica mista su tela, 129 x 64 cm Collezione Museo Civico di Palazzo Mazzetti, Asti

Giuseppe Zigaina (Cervignano del Friuli 1924 - 2015) Erba ai conigli 1949, olio su compensato, 125 x 94 cm Collezione Pinacoteca Civica di Alessandria


Lorenzo Trotti (Milano 1874 - Alessandria 1930) Riflessi sull’Orba s.d., olio su tavola, 33 x 45 cm Collezione privata

1953

1954


59

Carlo Terzolo (Incisa Scapaccino 1904 - Torino 1975) Interno 1959, olio su tela, 100 x 75 cm cm Collezione privata

1955

1956

1959


60

Carlo CarrĂ (Quargnento 1881 - Milano 1966) Scorcio fluviale 1958, olio su tela, 30 x 40 cm Collezione privata

1960

1965


61

Eugenio Guglielminetti (Asti 1921 - 2006) Presepe 1980, legno e carta, 32 x 56 x 35 cm Collezione privata

1966

1967


62

Luigi Onetti (Lu Monferrato 1876 - Torino 1968) Vignale vista da Lu Monferrato 1905, olio su tela, 29 x 45 cm Collezione privata

1968


63

Angelo Morbelli (Alessandria 1853 - Milano 1919) Vasi di gerani 1919, olio su tavola, 29 x 39 cm Collezione Museo Civico e Gipsoteca Bistolfi Casale Monferrato

1972

1973


64

Mino Rosso (Castagnole Monferrato 1904 - Torino 1963) Monferrato s.d., olio su tela, 50 x 80 cm Collezione privata


65

Medardo Rosso (Torino 1858 - Milano 1928) Il bambino malato s.d., bronzo, 24 x 23 x 20 cm Collezione privata

1975

1979

1980


66

Gino Severini (Cortona 1883 - Parigi 1966) Composizione 1947 ca, acquerello su cartone, 14,3 x 21,5 cm Collezione privata

1984

1987

1990


67

Piero Ruggeri (Torino 1930 - Avigliana 2009) Stendardo 1993, tecnica mista su tela, 160 x 75 cm Collezione Confraternita di San Secondo Asti

1993

Ugo Nespolo (Mosso 1941) Stendardo 2000, tecnica mista su tela, 160 x 75 cm Collezione Confraternita di San Secondo Asti

Emanuele Luzzati (Genova 1921 - 2007) Stendardo 2005, tecnica mista su tela, 160 x 75 cm Collezione Confraternita di San Secondo Asti

Nata Rampazzo (Torino 1954) Stendardo 2009, tecnica mista su tela, 160 x 75 cm Collezione Confraternita di San Secondo Asti


68

Ernesto Ferrari (Alessandria 1894 - Acqui Terme 1973) Lo scoiattolo s.d., ferro battuto, 27 x 33 x 20 cm Collezione Camera di Commercio di Alessandria

Ernesto Ferrari (Alessandria 1894 - Acqui Terme 1973) La cagnara s.d., ferro battuto, 18 x 21 x 20 cm Collezione Camera di Commercio di Alessandria

1994


69

Angioletta Firpo (Alessandria 1947 - 1997) Anime 1995, struttura in ferro e olio su plexiglass, 20 x 20 x 20 cm Collezione privata

1995

1996


70

Carlo Pace (Alessandria 1937 - 2011) Senza titolo (particolare) 2004, tecnica mista su tela, 70 x 50 cm Collezione privata

2003

Pippo Pozzi (Pavone 1910 - Biella 1999) Toro ferito s.d., ceramica smaltata, 12 x 20 x 8 cm Collezione Camera di Commercio di Alessandria


71

Guido Botta (Alessandria 1921 - 2010) Vigneto in autunno s.d., olio su tela, 30 x 40 cm Collezione privata

2004

Pietro Villa (Milano 1920 - Alessandria 2001) Colline del Monferrato 1965, olio su tela, 40 x 50 cm Collezione privata

2005


72

Aldo Mondino (Torino 1938 - 2005) T’amo 2001, polimaterico su tavola, 30 x 60 cm Collezione privata

2006

2008


73

Enrico Colombotto Rosso (Torino 1925 - Casale Monferrato 2013) Recto s.d., china su carta, 41 x 29 cm Collezione privata

Enrico Colombotto Rosso (Torino 1925 - Casale Monferrato 2013) Verso s.d., china su carta, 41 x 29 cm Collezione privata

Maddalena Sisto (Alessandria 1951 - Milano 2000) Figura s.d., tecnica mista e collage su carta, 33 x 24 cm Collezione privata

2009


74

Aldo Coscia (Alessandria 1933 - Novi Ligure 2009) Vaso di fiori 1993, tempera su carta, 37 x 25 cm Collezione privata

Anselmo Carrea (Alice di Gavi 1928 - 2005) Senza titolo 1997, tecnica mista su tavola, 76 x 35 cm Collezione privata

2010

2012


75

Marco Nereo Rotelli (Venezia 1955) Untitled 1998, olio su tela, 80 x 110 cm Collezione privata

Sergio Vacchi (Castenaso 1925 - Bologna 2007) Classe 1912. Ritratto di Davide Lajolo ULISSE 1976, tecnica mista su carta, 27,5 x 21 cm Collezione Davide Lajolo

2014



i contemporanei


78

Mario Annone Ermanno Barovero Guido Bisagni Vito Boggeri Luciano Boschetti Alberto Boschi Gianni Buoso Carlo Cane Antonio De Luca Mario Fallini Marco Giacchero Paul Goodwin Carlo Lenti Mirco Marchelli Piero Mega Davide Minetti Alzek Misheff Nadir Montagnana Mario Moronti Sergio Omedè Massimo Orsi Gabriella Piccatto Patrizia Poli Marco Porta Tamara Repetto Giovanni Tamburelli Stefano Torrielli Vittorio Zitti


79

Mario Annone Collina 1994, olio su tela, 40 x 50 cm Collezione privata


80

Ermanno Barovero Dopo il temporale 2014, olio su faesite, 35 x 45 cm Collezione privata


81

Guido Bisagni Dalle pietre 2009, olio su tela, 50 x 40 cm Collezione privata


82

Vito Boggeri Campanili (mobili) monferrini 2015, tecnica mista su cartone, 27,5 x 27,5 cm Collezione privata


83

Luciano Boschetti Terracielo - paesaggio verticale 2015, acquerello su carta, 36 x 25 cm Collezione privata


84

Alberto Boschi I fumi delle sterpaglie 2011, olio su tavola, 60 x 60 cm Collezione privata


85

Gianni Buoso Paesaggio 2013, collage di tele antiche e tempera su tela, 32,3 x 44,5 cm Collezione privata


86

Carlo Cane Mutazioni 2014, olio su tela applicata su tavola, 30 x 50 cm Collezione privata


87

Antonio De Luca Trasparenze 2014, ceramica smaltata e graffita, 60 x 49 cm Collezione privata


88

Mario Fallini Questo non è un bel paese 2014, stampa a getto d’inchiostro e legno, 58,5 x 58,5 cm Collezione privata


89

Marco Giacchero Interno con figura 2012, pastelli su carta, 49,3 x 64 cm Collezione privata


90

Paul Goodwin Spazio nebbia verde 2005, olio su lino, 50 x 60 cm Collezione privata


91

Carlo Lenti Paesaggio invernale 2014, pittografia, 50 x 70 cm Collezione privata


92

Mirco Marchelli Un abbraccio, pertanto 2015, tecnica mista su tavola, 39 x 31 cm Collezione privata


93

Piero Mega Evil’s 2000, tecnica mista su tela, 21 x 30 cm Collezione privata


94

Davide Minetti Confine 2015, olio e pastelli su tela, 60 x 60 cm Collezione privata


95

Alzek Misheff Uva n. 2 2015, verderame e pigmenti di terre su tela, 35 x 50 cm Collezione privata


96

Nadir Montagnana Isola 2004, olio su tela, 51 x 54,5 cm Collezione privata


97

Mario Moronti Fusione astrale 2010, olio su tela, 60 x 60 cm Collezione privata


98

Sergio Omedè Yasirah 2013, disegno e tecnica mista su carta, 50 x 35 cm Collezione privata


99

Massimo Orsi Sull’informazione 2009, olio su tela, 30 x 50 cm Collezione privata


100

Gabriella Piccatto Donne di Monferrato 2014, acquerello su carta, 20 x 22,5 cm Collezione privata


101

Patrizia Poli ImmensitĂ 2014, acrilico su tela, 60 x 50 cm Collezione privata


102

Marco Porta Quando è il termine? 2006, collage e acquerello su cartone, 39 x 27 cm Collezione privata


103

Tamara Repetto Frattale 60 2015, matita su carta, 60 x 60 cm Collezione privata


104

Giovanni Tamburelli Lucertole 2015, bronzo, Ă˜ 60 cm Collezione privata


105

Stefano Torrielli h 4.35 AM - second thoughts (ripensamenti) 2015, tecnica mista su tela, 60 x 60 cm Collezione privata


106

Vittorio Zitti Territorio monferrino 2013, ceramica raku, 52 x 52 cm Collezione privata



Ego Bianchi (Castelboglione 1914 - Cuneo 1957) Ebbrezza s.d., ceramica smaltata, 104 x 54 x 8 cm Collezione privata


Di giugno i merci fanno manovra fra sponde alte di papaveri, il rumore dentro la luce di scirocco si sbianca. Avara estate mi porta laggiĂš nel crogiuolo del vento caduto da criniere scabre di colline. Questo è un incontro d’aria di confini, di marchesi aspri di ferro. I contadini vanno in bilico con la falce su rugginose biciclette, le gomme avranno riposo nel filo di frescura dei fossi dentro una voce densa di rane. Sarò un cartoccio vorticoso contro il muretto venato di sole senza memorie fra i paracarri della sera.

Giorgio Simonotti Manacorda, Marchesi aspri di ferro, da I banchi di Terranova, Torino, 1967


Finito di stampare nel mese di maggio 2015




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