Il piacere dell’italiano | 2 Gli italiani visti da fuori diventano italians Nel Volume A1 hai trovato una versione più semplice di questa canzone, scritta da Fabio Caon per il nostro manuale; adesso hai le conoscenze necessarie per poter leggere la versione completa della canzone, che trovi anche in video tra i materiali online nella sezione Canzoni. La canzone parla degli stereotipi sugli italiani. Leggi il testo insieme all’insegnante. Quando lo hai capito, ascolta la canzone: è un rap, quindi è veloce, difficile. Ma il difficile viene adesso: dopo aver ascoltato la canzone due o tre volte, cantala insieme a Fabio Caon!
Testo: Fabio Caon In Italia si sta bene, Musica: Fabio Caon, in Italia si sta male, Jean Charles Carbone, in Italia chissà come si sta. Francesco Sartori In Italia si fa la pizza, in Italia si fa la pasta: È sufficiente, bastano queste due cose (pizza e pasta) per descrivere l’Italia. per dire “Italia” basta già! Gli italiani e l’Italia, gli italiani e l’Italia, gli italiani e l’Italia, “Goombà”! È il modo in cui molti immigrati pronunciano compare, cioè “amico”, “compagno”, nell’italiano del Sud. C’è anche una canzone di Dean Martin, Mambo italiano, in cui si usa proprio questa parola.
Italiani tutti ladri, italiani tutti onesti. Parliamo al mondo con i gesti e ci capiamo solo noi! “Ma ch’ vvuoi!?”
“Ma che cosa vuoi?”, detto in napoletano spesso insieme a questo gesto.
Italiani “that’s ammore”, i figli “so’ piezz’e core”, l’taliano è mammone oppure fa il gran pappone.
Canzone di Dean Martin del 1954, sugli italiani latin lovers. Espressione napoletana: “pezzi di cuore”. “ Che ha bisogno della mamma” anche se è adulto. Persona che non lavora e si fa mantenere.
Movimenti delle mani che stanno al posto di alcune parole.
Gli italiani e l’Italia, gli italiani e l’Italia, gli italiani e l’Italia, “Sciuscià”. Film di Vittorio De Sica del 1946: è la pronuncia in dialetto napoletano di “shoe-shine”, che indica i lustrascarpe.
Gli italiani e l’Italia, gli italiani e l’Italia, gli italiani e l’Italia, “Paisà”. C’è un che di fragile, fragile, fragile nello sguardo rigido, rigido, rigido, nel cielo unico, unico, unico dello stereotipo.
Film di Roberto Rosselini del 1946. Significa “paesano”, “persona del mio paese”, “amico”: lo dicevano gli italiani ai soldati americani durante la guerra.
Nell’introduzione online trovi l’analisi di queste righe.
Da un altro angolo, angolo, angolo il mondo solido, solido, solido diventa liquido, liquido, liquido e tutto è in bilico tra sole e nuvole.
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