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Capitolo 2
2
La fine dell’Impero romano
1
L’Impero e i Barbari I confini dell’Impero romano in Europa al tempo di Marco Aurelio (161-180) Mare
Vallo di Adriano
del
Confini fortificati
Nord
B R ITA N N IA Londra Reno
Colonia
o
Magonza Treviri Strasburgo
G A LLI A
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capitolo
La fine dell’Impero romano
Limes germanicoretico
Ratisbona
AGRI DECUMATI Augusta
R E Z IA Windisch
Vienna
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Budapest Danubio
PA N NO N I A Lione Milano Narbona
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Mar Nero (Ponto Eusino)
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Dettaglio del Vallo di Adriano C a l e d o n i
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Vindomora Pons Aelius Ebchester Newcastle
Tra il I e il II secolo d.C., i Romani stabilirono le frontiere continentali dell’Impero lungo la linea dei fiumi Reno e Danubio. Con le popolazioni germaniche che vivevano oltre confine, iniziarono un rapporto di convivenza* basato sul principio dell’ospitalità, che prevedeva due soluzioni. Ospitalità dentro i confini. Con un atto di sottomissione, le tribù germaniche si dichiaravano soggette all’Impero, venivano ammesse dentro i confini e arruolate*. Questo sistema funzionò piuttosto bene, al punto che l’esercito finì per essere composto in buona parte da soldati di stirpe* barbarica. Ospitalità oltre i confini. Le tribù germaniche più indipendenti non venivano ammesse dentro i confini: si dichiaravano alleate dell’Impero e poste a
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Unità 1
Civiltà stanziale Civiltà sedentaria*, insediata in
un certo territorio sfruttato in modo sistematico. Tende a sviluppare organizzazioni sociali complesse e tradizioni culturali scritte. Il termine è contrapposto a nomade.
Dalla tarda antichità agli inizi del Medioevo
guardia delle frontiere, all’esterno. In cambio, il governo versava uno stipendio in denaro o in natura. I Germani non si sottomisero mai definitivamente alle regole dettate da Roma e si ribellarono periodicamente, senza successo fino alla metà del IV secolo d.C. I Romani descrissero il loro rapporto con i Germani come una lotta tra il mondo civile e il mondo barbaro. Noi invece tendiamo a vedere questo rapporto come il confronto tra una ricca civiltà stanziale e una civiltà nomade*, afflitta da una costante insufficienza di risorse. I Germani vivevano in realtà in una condizione seminomade. Essi praticavano l’allevamento del bestiame e l’agricoltura, esercitata secondo metodi arretrati. Esaurita in breve tempo la fertilità del suolo, si spostavano in cerca di nuove terre da sfruttare. Erano infatti convinti di soffrire di un’eccedenza* di popolazione, malgrado le loro tribù non fossero mai numerose.
DOMANDE PER CAPIRE
• • • •
Quali erano gli accordi con le popolazioni germaniche? Come differivano l’ospitalità dentro i confini e oltre i confini? Che cosa succedeva alle tribù germaniche ribelli? Perché i Germani si spostavano in continuazione?
p fig. 8 Grande semplicità e uso di materiali preziosi: queste fibule in bronzo, oro, smalto e pietre dure testimoniano la ricchezza e lo splendore dell’arte visigotica. fig. 9 Le corone votive sono lavori di oreficeria che i re visigoti offrivano a Dio per indicare la loro sottomissione; spesso venivano sospese sopra gli altari delle chiese tramite una catena. In questo esemplare, forgiato nel VII secolo, le lettere pendenti in oro formano la scritta “Il Re Recesvindo offre”.
Civiltà stanziali e nomadi a confronto
26
Civiltà stanziale
Civiltà nomade
Sfruttamento permanente delle risorse agricole di un territorio
Sfruttamento temporaneo delle risorse agricole di un territorio
Presenza di città; grande importanza dei centri abitati
Assenza di città; scarsa importanza dei centri abitati
Diffusione del commercio e dell’artigianato specializzato
Diffusione dell’allevamento e della pastorizia
Centralità della cultura scritta in un’organizzazione sociale complessa
Centralità della cultura orale in un’organizzazione sociale semplice
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La fine dell’Impero romano
2
Capitolo 2
Gli Unni La politica dell’ospitalità non portò mai a una convivenza pacifica, ma consentì ai Romani di soffocare a lungo le ribellioni dei Germani. La situazione precipitò in seguito all’invasione degli Unni, una popolazione mongolica che verso la metà del IV secolo lasciò le terre del Caucaso e si mosse verso occidente, invadendo le steppe allora abitate dai Germani. Caratterizzato da una grande mobilità e da feroci abitudini, il popolo degli Unni si presentava come un’orda: un insieme di uomini fortemente instabile e poco strutturato sul piano politico-sociale. Partendo dalle zone centrali dell’Asia, essi si diressero verso sud-est, in India, e verso ovest, in Europa. Man mano che avanzavano, gli Unni accorpavano al loro seguito le popolazioni sconfitte, rendendo schiacciante la loro forza numerica.
Oceano
S l a v i
Goti Popolazioni germaniche
Atlantic o
Ostrogoti
U n n i
Visigoti M
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Costantinopoli
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IMPERO SASSANIDE
IMPERO GUPTA (INDIA)
L’espansione del popolo unno verso l’Europa e in Oriente
Oceano I n d ia n o
La migrazione e lo stanziamento dei Goti Oc e a no
Angli Londra
Goti Sassoni Longobardi Franchi Svevi Vandali Treviri Alamanni Burgundi
Unni
Reno
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Visigoti M a r N ero
Ravenna
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Roma
Adrianopoli
Costantinopoli
Tangeri Efeso
Antiochia
Atene
Cartagine
Mare Mediterraneo
3 Dniestr Fiume dell’Europa orientale, che nasce dai Carpazi e scorre tra la Moldavia e l’Ucraina, gettandosi nel Mar Nero.
I Visigoti
Cirene Alessandria
Arrivati nelle pianure a nord del Mar Nero, gli Unni si scontrarono con le popolazioni germaniche che vi vivevano. Si trattava dei Goti, una popolazione di origine scandinava che, a causa dei rapporti difficili con Roma, si era stanziata lontano dalle frontiere imperiali. Collocandosi intorno al fiume Dniestr, si era divisa nei due gruppi degli Ostrogoti (Goti dell’est) e Visigoti (Goti dell’ovest).
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Unità 1
Dalla tarda antichità agli inizi del Medioevo
Nel 372 gli Ostrogoti si sottomisero agli Unni. I Visigoti fuggirono invece verso la frontiera imperiale sul Danubio, chiedendo di poterla oltrepassare. L’imperatore Valente accettò, ma pretese dai Visigoti una sottomissione che costoro si rifiutarono di dare; alla loro ribellione rispose con la guerra, ma ebbe la peggio. L’esercito romano fu sconfitto nel 378 ad Adrianopoli, nel corso di una disastrosa battaglia in cui morì lo stesso imperatore. Il mito dell’invincibilità militare di Roma era crollato per sempre. I Visigoti furono il primo popolo barbarico capace di conquistarsi con le armi il diritto di occupare una parte dell’Impero.
4
La divisione dell’Impero romano Impero romano d’Occidente Impero romano d’Oriente Angli BRITANNIA
Oc e a n o
Sassoni Longobardi Franchi Svevi Vandali Treviri Alamanni Burgundi GALLIA Reno
At la nt i c o
Londra
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ITALIA
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Ravenna
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Tarragona
Roma
DIOCESI DI ROMA
Cordoba Tangeri
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bioVisigoti
M a r Nero
DACIA TRACIA
Costantinopoli
PONTO
MACEDONIA ASIA Atene
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Efeso
Antiochia
AFRICA
Mare Mediterraneo Cirene
ORIENTE
Alessandria
EGITTO
La divisione dell’Impero romano nel IV secolo, sotto i successori di Teodosio
DOMANDE PER CAPIRE
• • • •
28
Da dove venivano gli Unni? Come si divisero i Goti? Che cosa fece Teodosio per riorganizzare l’Impero? Quali conseguenze ebbe questa divisione?
La sconfitta di Adrianopoli obbligò il successore di Valente, l’imperatore Teodosio, a riprendere la politica religiosa di Costantino. Avendo bisogno dell’aiuto della Chiesa per sostenere in vita l’Impero, egli dichiarò il cristianesimo religione di Stato. Teodosio introdusse una nuova suddivisione dell’Impero, ormai troppo vasto per essere governato da un solo imperatore. Venne così diviso in due parti, assegnate alla morte di Teodosio, nel 395, ai suoi due figli. Ad Arcadio andò la metà orientale, con capitale Costantinopoli; ad Onorio la metà occidentale, con capitale Milano. Roma perse il suo ruolo di residenza imperiale e di capitale. A lungo andare, questa divisione ebbe conseguenze negative, poiché finì per indebolire l’Impero. Tra la metà orientale e la metà occidentale si scatenò la rivalità*: davanti alle minacce esterne, ciascuno dei due imperatori fu portato a pensare prima di tutto alla propria salvezza. Scoppiata una nuova rivolta dei Visigoti, infatti, Arcadio invitò il loro re Alarico a stanziarsi nei Balcani. Giunti sull’Adriatico, i Visigoti videro aperta la via per l’Italia e decisero di invaderla.
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La fine dell’Impero romano
5
I Barbari travolgono le frontiere Pitti
Sassoni Longobardi Franchi
Reno
A tl antic o
Burgundi
Vandali
• • •
la Popoli S
vi Unni
Bulgari
Visigoti M a r Nero Costantinopoli
Roma
L’insediamento* dei popoli barbarici nei territori dell’Impero d’Occidente
Chi guidò l’esercito romano contro i Visigoti? Come si concluse la guerra? Che cosa accadde sul Reno? A che cosa diede inizio tale avvenimento? Con quale capitale?
i
Ostrogoti
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Cartagine
•
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Svevi Danubio
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Britanni
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Scoti
DOMANDE PER CAPIRE
Capitolo 2
Atene
Antiochia
Mare Mediterraneo Cirene Alessandria
Di fronte alla minaccia dei Visigoti, l’Impero d’Occidente affidò il comando dell’esercito a Stilicone, un generale di origine germanica. I Visigoti furono sconfitti in due grandi battaglie, a Pollenzo nel 402 e a Verona nel 403. Ma a questo punto sopraggiunse un fatto imprevisto. Stilicone aveva dovuto richiamare in Italia le truppe dislocate* in Europa. La frontiera del Reno rimase sguarnita* e fu facile per le tribù germaniche attraversarla in massa nell’inverno del 406, camminando sul fiume ghiacciato. Si aprì così l’epoca delle invasioni barbariche. Molti dei popoli penetrati nell’Europa occidentale migrarono a lungo, prima di trovare uno stanziamento definitivo. Tra gli invasori più violenti ricordiamo i Vandali, che con le loro razzie* percorsero tutta l’Europa, stabilendosi in Spagna (nella regione da loro chiamata “Vandalusia”, poi Andalusia) e nell’Africa del Nord. I Burgundi si insediarono tra le Alpi e la Provenza, lungo i fiumi Saona e Rodano. Alamanni e Marcomanni occuparono la regione del Reno, nelle attuali Alsazia e Svizzera. A cavallo del Reno si stanziarono anche i Franchi, che si divisero in Franchi Salii, nei Paesi Bassi e nella Francia del Nord, e Franchi Ripuarii, nella regione tedesca compresa tra Colonia e la Mosa. Oltre la Manica, gli Angli e i Sassoni si insediarono in Britannia (la Gran Bretagna di oggi). I Bretoni abbandonarono l’isola, rifugiandosi nella penisola francese che da loro prese il nome di Bretagna.
Le invasioni barbariche Messi in fuga dagli Unni, i Visigoti si insediano all’interno dell’Impero.
Teodosio divide l’Impero in due parti (395).
L’imperatore d’Oriente spinge i Visigoti verso Occidente.
Per respingerli, Stilicone richiama le truppe dislocate in Europa.
Il Reno, sguarnito, è oltrepassato dai popoli germanici (406); incominciano le migrazioni di popoli dentro l’Impero.
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notizie dalla storia
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Re
Un gruppo di Vandali, Limes Alani e Suebi attraversa il Limes fortificato all’altezza di Magonza, approfittando del Reno ghiacciato nella stagione invernale. Dopo Magonza gli invasori si dividono in gruppi e devastano Worms, Reims, Arras, Strasburgo; poi si indirizzano verso la Spagna.
Tabula Peutingeriana ARRAS MAGONZA
VANDALI
TREVIRI
AMIENS
WORMS
ALANI
REIMS
SUEBI STRASBURGO
VIS
Al di qua del Reno, il territorio dell’Impero è attraversato da una rete di strade, che collegano tra loro municipi, città, mercati. Il Reno rappresenta il confine tra il mondo civilizzato dell’impero e il mondo boscoso e discontinuo dei popoli federati.
Movimenti di popoli alle frontiere Crollo dell’ordinamento civile delle province germaniche e galliche 30
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I Barbari attraversano il Reno (406) Foresta Nera
Il territorio a est del Limes renano è fittamente occupato da foreste.
Accampamento unno
UNNI
Spostandosi verso ovest dalle vaste aree degli altopiani dell’Asia centrale, gli Unni arrivano nelle pianure dell’Ucraina e della Bielorussia, mettendo in movimento i popoli germanici stanziati lungo i confini dell’impero
Si tratta degli stessi Unni che invaderanno l’Italia, ma al momento non sono guidati da Attila, che nasce proprio nel 406. Il nomadismo oggi
VISIGOT I
La tradizione del nomadismo è ancora viva nella steppe della Mongolia. La frontiera è sguarnita perché le legioni sono state chiamate in Italia da Stilicone per combattere i Visigoti, che minacciano l’Italia guidati da Alarico.
Arrivo degli Unni
Invasione 31
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Unità 1
Dalla tarda antichità agli inizi del Medioevo
STORIA E CITTADINANZA Gli effetti negativi della scomparsa dello Stato romano La caduta dell’Impero romano produsse diversi effetti negativi. I principali furono la scomparsa dello Stato e la regressione* delle conoscenze, in particolare tecnologiche. La perdita più grave per la società fu la scomparsa dello Stato. I Romani avevano potuto governare per lungo tempo un Impero così vasto e composito, perché seppero fondare un vero Stato, retto da leggi uniformi e amministrato secondo regole costanti. Passare dalla conquista militare alla creazione di uno Stato è un fatto importante e delicato. Una cosa è sottomettere popoli diversi con la paura e con la forza: un’entità del genere si chiama Impero, ma non presenta le caratteristiche di uno Stato. Altra cosa è riunirli nel rispetto della loro specificità
e nell’obbedienza a una legge comune. Roma fece proprio questo: costruì un Impero che fu anche uno Stato. L’affermazione dello Stato romano contribuì alla diffusione del concetto di “interesse pubblico”. Il termine pubblico definisce qualcosa che riguarda tutti i cittadini in generale. Il suo opposto è il termine privato, che indica qualcosa che riguarda i bisogni e gli interessi di un individuo o un gruppo. Per i Romani, lo Stato era qualcosa di sovrapersonale, che durava più a lungo di chi lo governava e si occupava dei bisogni di tutti. Con le invasioni barbariche, lo Stato romano si disintegrò e non rimase più nessuno a prendersi cura delle esigenze della collettività*. Le popolazioni germaniche non conoscevano il concetto di interesse pubblico. Per le tribù germaniche, tutto quello che veniva conquistato diventava possesso di chi se lo prendeva e veniva diviso tra i compagni del re, come bottino di guerra. La scomparsa dello Stato provocò tra i vari effetti anche il declino tecnologico. Una delle principali funzioni che i Romani assegnavano allo Stato era di realizzare imponenti opere pubbliche, impossibili per i privati. Lo Stato romano realizzava strade, ponti, canali, acquedotti*, fontane, magazzini, piazze per i mercati, terme, teatri, anfiteatri, circhi. Venuta meno l’opera dello Stato, si interruppero anche le opere pubbliche, legate alle grandi imprese edilizie. In breve tempo così le conoscenze tecnologiche andarono perdute, soprattutto quelle relative all’architettura e all’ingegneria. Ci vollero secoli per recuperare le competenze scomparse.
t fig. 10 Questo rilievo, proveniente da un sepolcro del I secolo d.C., mostra il livello tecnologico raggiunto dall’edilizia romana: quello che vediamo a sinistra è l’antenato di una moderna gru, che veniva azionato dal peso degli operai.
Discutiamone insieme • Perché quello romano può essere definito uno Stato? • Che cosa differenzia un impero da uno Stato? • Di quali compiti e opere pubbliche si faceva carico lo Stato romano? 32
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La fine dell’Impero romano
• •
7
Attila in Europa Juti
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Danesi Britanni Angli Frisi Angli Sassoni Sassoni
Atlantico
Franchi DOMINIO DI SIAGRIO
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REGNO DEI VISIGOTI Toledo
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i P o p o l Longobardi Bavari Eruli Sciri
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REGNO DEI SUEBI
B
•
Perché Roma si trovò indifesa? Che cosa avvenne durante il sacco di Roma? Perché Ataulfo sposò Galla Placidia? Quale progetto politico voleva realizzare?
li
•
Con il crollo delle frontiere sul Reno (406), Onorio, l’imperatore d’Occidente, spostò la capitale nel porto militare di Ravenna. Nel 408 Stilicone cadde vittima di un complotto, che lo accusò di voler diventare imperatore. Scomparve così l’unico generale romano capace di fermare Alarico, re dei Visigoti. Alarico partì all’assalto di Roma. Ebbe così luogo il celebre sacco di Roma del 410. Per tre giorni, i Visigoti saccheggiarono tutti gli oggetti preziosi che riuscirono a trovare, senza però infierire* sulla cittadinanza. L’evento ebbe un’enorme risonanza sui contemporanei, poiché segnò il crollo del mito di Roma città inviolabile*. I Visigoti proseguirono verso la Campania e la Sicilia, ma lungo la marcia Alarico morì presso Cosenza, nel 410. Venne eletto re suo fratello Ataulfo, che, desiderando imparentarsi con la famiglia di Onorio, ne richiese in moglie la sorella Galla Placidia. Ataulfo offrì alla sposa oro e gioielli trafugati a Roma: con questo gesto simbolico, il nuovo re goto voleva inaugurare una fase di riconciliazione*. Come altri sovrani germanici, Ataulfo desiderava avere buoni rapporti con la corte imperiale, per ottenere l’autorizzazione a insediarsi nell’Impero. Stava per nascere l’epoca dei cosiddetti regni romano-barbarici.
po
DOMANDE PER CAPIRE
Il sacco di Roma
Po
6
Capitolo 2
Gepidi M ar N ero
Ostrogoti D O M I N IO DI Roma O DOACR E
Costantinopoli
IMPERO D’ORIENTE Cartagine
Atene
Antiochia
REGNO DEI VANDALI
Mare Mediterraneo
L’avanzata degli Unni nel V secolo
Cirene Alessandria
Onorio chiese ai Visigoti di cacciare i Vandali dalla Gallia. In cambio, i Visigoti poterono stanziarsi in Aquitania, nel sud-ovest della Francia. Di qui, si spinsero oltre i Pirenei per fondare un regno visigoto in Spagna. L’incubo più grande per l’Impero romano d’Occidente era però rappresentato dagli Unni. Il loro capo Attila, soprannominato il «flagello di Dio», appariva intenzionato a soggiogare* tutti, Romani e Barbari. L’avanzata unna fu fermata dal generale romano Ezio, che impiegò tutte le forze presenti in Europa. Nel 451, con la battaglia dei Campi Catalauni nella Champagne (Francia), gli Unni furono battuti e respinti da un esercito misto romano-barbarico. L’anno dopo, però, Attila ricomparve nell’Italia padana.
33
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Unità 1
Dalla tarda antichità agli inizi del Medioevo
Il papa in persona, Leone I, gli si fece incontro e lo convinse a fermarsi. L’episodio fu presentato come un miracolo compiuto dal papa; ma probabilmente Attila si ritirò dall’Italia perché si rese conto che il suo impero si stava indebolendo troppo nella parte orientale, a causa dell’avanzata in Occidente. Alla morte di Attila nel 453 l’orda unna si disfece, mettendo fine al pericolo di un’invasione mongolica dell’Europa. fig. 11 Nella sua avanzata verso Roma Attila si arrestò sul Po dopo l’incontro con un’ambasciata di cui faceva parte papa Leone I. Come testimonia questo celebre affresco di Raffaello nelle Stanze Vaticane, l’episodio fu interpretato nei secoli successivi come un trionfo della religione cattolica.
8
• • •
Perché Onorio inviò Ataulfo in Gallia? Perché Attila sospese l’invasione dell’Italia? Chi depose Romolo Augustolo nel 476? Quale titolo si attribuì Odoacre?
Attila
L’Occidente perde il suo imperatore
DOMANDE PER CAPIRE
•
Leone I
Scomparsi gli Unni, i barbari restarono padroni dell’Europa occidentale. Nel 455 ebbe luogo un secondo sacco di Roma, dovuto ai Vandali e caratterizzato da violente devastazioni. L’Italia divenne terra di conquista per i più coraggiosi capi germanici, che elessero e deposero a loro piacimento gli imperatori, ormai senza potere. Si arrivò così alla data che segna la fine dell’Impero romano d’Occidente: nel 476 l’ultimo imperatore Romolo Augustolo, poco più che un ragazzo, fu deposto da Odoacre, re degli Sciri e degli Eruli. Odoacre non osò farsi eleggere imperatore e prese il più modesto titolo di «patrizio dei Romani». Il titolo di imperatore d’Occidente scomparve. Sarebbe resuscitato in forma diversa più di tre secoli dopo, al tempo di Carlo Magno.
La fine dell’Impero romano d’Occidente I Visigoti di Alarico scendono in Italia e devastano Roma (410).
34
L’imperatore convince i Visigoti a dirigersi in Aquitania e Spagna.
Gli Unni guidati da Attila sono fermati da un esercito romanobarbarico.
Allontanati gli Unni, i capi barbarici spadroneggiano* in Europa.
Nel 476 Odoacre depone Romolo Augustolo. Finisce l’Impero romano d’Occidente.
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La fine dell’Impero romano
LIM
Capitolo 2
SINTESI PER LO STUDIO
Tra il I e il II secolo d.C. i Romani cercarono di fermare i popoli germanici, stanziati oltre il Reno e il Danubio, con una politica di ospitalità. L’invasione degli Unni, provenienti dalle steppe asiatiche, mandò in pezzi questo sistema. Gli Ostrogoti si sottomisero agli Unni, mentre i Visigoti ottennero il permesso di oltrepassare il confine romano. Le pretese dell’autorità imperiale li spinsero alla rivolta e, nel corso della guerra, l’esercito romano fu distrutto ad Adrianopoli nel 378. Per organizzare meglio la difesa, Teodosio divise l’Impero in due parti, assegnate alla sua morte, nel 395, ai due figli: ad Arcadio andò la metà orientale, con capitale Costantinopoli; a Onorio la metà occidentale, con capitale Milano. La decisione indebolì la parte occidentale, rendendola incapace di fronteggiare i barbari. Nel 402 i Visigoti furono ancora cacciati dall’Italia grazie al generale Stilicone, ma nell’inverno del 406 diverse popolazioni germaniche sfondarono la frontiera sul Reno. Questo evento segnò l’inizio delle invasioni barbariche. Onorio spostò la sua residenza nel porto militare di Ravenna. Nel 408 i Visigoti scesero di nuovo in Italia. Dopo avere compiuto il celebre sacco di Roma, nel 410, il loro re Alarico proseguì verso la Campania e la Sicilia; ma lungo il percorso morì. Suo successessore fu il fratello Ataulfo, che sposò Galla Placidia, la sorella di Onorio. Inaugurò così una politica di conciliazione con la corte imperiale, che altri sovrani germanici avrebbero seguito, dando origine ai cosiddetti regni romano-barbarici. Verso la metà del V secolo d.C., gli Unni guidati da Attila divennero la principale minaccia per l’impero d’Occidente. Nel 451 il generale romano Ezio riuscì a sconfiggerli nella battaglia dei Campi Catalauni. L’anno dopo, Attila scese nell’Italia padana, ma il papa Leone I lo convinse a ritirarsi. I barbari rimasero padroni dell’Italia, che divenne terra di conquista per i capi germanici. Nel 455 ebbe luogo il secondo sacco di Roma, compiuto dai Vandali. L’Impero romano d’Occidente ebbe fine nel 476, quando l’ultimo imperatore, Romolo Augustolo, fu deposto* da Odoacre, re degli Sciri e degli Eruli. fig. 12 La mole compatta ed elegante del Mausoleo ravennate di Galla Placidia, sorella di Onorio e moglie di Ataulfo.
200
300
400
500
Tarda antichità
406 Incominciano le invasioni barbariche
700
800
900
1000
Alto Medioevo
Età antica 378 Battaglia di Adrianopoli 395 Divisione dell’Impero in due parti
600
Età medievale 565 Morte di Giustiniano 476 Deposizione di Romolo Augustolo 452 Attila in Italia 410 Sacco di Roma
35
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Unità 1
Dalla tarda antichità agli inizi del Medioevo
La palestra degli esercizi
LIM
Ripercorrere gli eventi storici Paragrafo 1
Paragrafi 2/3
1
Indica se le seguenti affermazioni relative al rapporto fra l’Impero e i Barbari sono vere o false.
V F
1. Il confine romano era stato fissato, tra II e III secolo, lungo la linea dei fiumi Po e Danubio.
2. I Romani offrirono anche alle popolazioni germaniche oltre confine una politica di ospitalità.
3. L’ospitalità oltre i confini prevedeva una sottomissione totale e incondizionata dei Barbari all’Impero.
4. La politica dell’ospitalità chiuse definitivamente il pericolo di possibili ribellioni dei Germani.
5. I Romani ritenevano quello germanico un mondo lontano dalla “vera” civiltà.
2
Completa la seguente tabella relativa agli Unni e alle vicende legate alla loro invasione nel continente europeo.
Elemento
Aspetti salienti
Aspetti della loro civiltà
Gli Unni erano una popolazione di stirpe (1) .......................................... caratterizzata da una fama di inaudita un’
(2) .....................................
(3) .....................................
(4) ......................................
l’Europa che verso la Invasione unna in Europa
, cioè un gruppo di individui sprovvisti di una solida
sociale. Nei loro spostamenti si diressero sia verso
(5) ......................................
, seminando panico e distruzione.
Giunti in Europa, nei territori al di sopra del Mar si scontrarono con gli e costretti alla
(6) .........................................
(7) .........................................
(8) ........................................
ed ottennero dall’imperatore entro i
. Si presentavano come
, che vennero facilmente sconfitti
; mentre i
(9) .......................................
(10) .........................................
(11) .........................................
,
chiesero
di poter essere ospitati
imperiali. L’imperatore richiese in cambio
di tale concessione un atto di assoluta sottomissione a Roma, che scatenò la
(12) .......................................
nella quale l’esercito di
Paragrafo 4
36
3
dei Visigoti. Ne conseguì una
(14) .........................................
(15) .........................................
(13) .......................................
,
fu distrutto nella battaglia
(378).
Indica se le seguenti affermazioni relative alla divisione dell’Impero romano sono vere o false.
V F
1. Teodosio decise la divisione dell’Impero in due parti per accontentare i barbari invasori.
2. La parte occidentale spettò ad Arcadio; quella orientale ad Onorio.
3. La capitale dell’Impero d’Occidente rimase Roma.
4. La capitale dell’Impero d’Oriente divenne Atene.
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La fine dell’Impero romano
Capitolo 2
Collocare nel tempo Paragrafi 6/7/8
4
Collega ogni data con il relativo evento.
a. 406
1. Sacco di Roma operato dai Visigoti e morte del loro re Alarico
b. 408
2. Morte di Attila e dispersione degli Unni
c.
3. Ravenna diviene la nuova capitale dell’Impero d’Occidente
410
d. 451
4. Deposizione di Romolo Augustolo e caduta dell’Impero romano d’Occidente
e. 453
5. Sconfitta degli Unni alla battaglia dei Campi Catalauni
f.
6. Morte di Stilicone, generale romano che in passato aveva fermato l’avanzata dei Visigoti
455
g. 476
7.
Sacco di Roma operato dai Vandali
Stabilire relazioni causa-effetto Paragrafi 2/3
5
Collega ogni causa con gli effetti da essa prodotti.
1. Migrazione degli Unni verso ovest. 2. Richiesta dei Visigoti di poter stanziarsi all’interno del confine imperiale. 3. I Visigoti si ribellano alle richieste di Roma. 4. I Romani vengono sconfitti ad Adrianopoli.
a. L’Impero accoglie la richiesta ma impone un atto di assoluta sottomissione. b. Crolla il mito dell’invincibilità di Roma e i Visigoti si impossessano di una porzione del territorio imperiale. c.
Gli Ostrogoti compiono un atto di sottomissione e vengono inglobati nell’impero unno.
d. Scoppia una guerra fra Visigoti e Romani entro i confini imperiali.
Inquadramento spazio-temporale Paragrafi 4/5/7
6
Completa la cartina sottostante colorando, in base alla legenda fornita, i territori occupati dall’Impero d’Occidente, da quello d’Oriente, dai Burgundi, dai Vandali, dai Franchi, dai Visigoti e dagli Ostrogoti. Impero Romano d’Oriente Zona d’insediamento dei Burgundi Zona d’insediamento dei Franchi Zona d’insediamento dei Vandali Zona d’insediamento dei Visigoti Zona d’insediamento degli Ostrogoti
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Unità 1
Dalla tarda antichità agli inizi del Medioevo
dossier L’eredità* della civiltà romana Con il V secolo d.C. il mondo antico si concluse e iniziò il Medioevo, che nella sua fase iniziale è detto Alto Medioevo. Prima di affrontare questa nuova fase storica, vediamo i principali elementi che la civiltà romana lasciò in eredità al mondo medievale e moderno.
L’unità
R
oma riunì dentro i suoi confini il bacino del Mediteraneo e il cuore dell’Europa continentale, lungo il Reno fino al Mare del Nord e lungo il Danubio fino al Mar Nero. Sviluppò così l’idea che popoli diversi possano costituire un’unità politica. La linea del confine era chiamata Limes Romanus, la “frontiera di Roma”. All’interno dello spazio imperiale, Roma esigeva l’obbedienza e il pagamento delle tasse, ma rispettava l’identità* di tutti i popoli e praticava la tolleranza nei confronti di tutti i culti religiosi. Alla base dell’unità politica, vi era la coscienza di fare tutti parte di una stessa comunità civile. In età romana, le assemblee pubbliche e i processi avevano luogo in edifici particolarmente solenni, detti basiliche, che i cristiani presero a modello per le loro chiese. Le rovine della basilica di Massenzio, all’estremità del Foro Romano in prossimità del Colosseo, continuano a testimoniare quanto importanti fossero le riunioni dei cittadini nel sistema di governo della Roma antica.
p fig. 13 «Quanto fu grande Roma lo dimostrano le sue stesse rovine», si diceva nel Medioevo: ancora oggi si possono vedere nei Fori Imperiali i colossali resti della Basilica di Massenzio, costruita nel IV secolo d.C.
Il diritto
P
er funzionare, lo Stato romano si fondava sul diritto: l’insieme delle leggi garantiva ai cittadini la sicurezza di essere giudicati secondo regole certe e valide per tutti. In tribunale si viene trattati in modo equo e imparziale solo se esiste il diritto. Per i Romani, la condizione di cittadino era fondamentale perché permetteva di difendere la propria causa, con la certezza di essere trattati non secondo l’arbitrio* del giudice o gli interessi dei potenti, ma sulla base di un codice di leggi scritte, valide per tutti e invariabili.
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p fig. 14 La più antica raccolta di leggi romane: quattro delle Dodici Tavole, in una ricostruzione conservata nel Museo della Civiltà Romana.
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La fine dell’Impero romano
Capitolo 2
La cittadinanza
A
gli inizi del III secolo d.C. la condizione di cittadino romano fu estesa a tutti i residenti entro i confini dell’Impero (Constitutio Antoniniana di Caracalla, 212 d.C.). La cittadinanza non era più un privilegio: una sola condizione valeva per tutti, senza eccezioni, distinzioni o deroghe*. L’idea romana di cittadinanza si basava sul concetto di uguaglianza dei diritti per tutti i cittadini. Secondo questa concezione, che è anche la nostra, la legge non deve cambiare a seconda di coloro ai quali viene applicata: la legge è impersonale* ed è uguale per tutti.
p fig. 15 Uguaglianza nella diversità: in questo mosaico proveniente da Capua, detto “dei fanciulli cantanti”, i cittadini di diversi popoli sono riuniti sotto l’Impero come le diverse voci di uno stesso coro.
La sopravvivenza del mito di Roma
P
er tutto il Medioevo e il Rinascimento, l’Impero romano rappresentò in Europa un modello unico di autorità politica universale. Sebbene si trattasse di un’ombra del passato, senza più alcuna possibilità di ritornare in vita, il mito imperiale romano venne periodicamente resuscitato da sovrani ambiziosi o sognatori, come Carlo Magno e gli imperatori tedeschi. A motivare l’ammirazione dei posteri* fu il fatto che, a differenza di tutte le altre dominazioni che si susseguirono nello spazio europeo, Roma era veramente stata la «madre comune» di tutti i popoli conquistati. Pur rimanendo diversi, essi vennero legati fra loro dall’unica obbedienza alle leggi romane e dall’uso di una lingua comune, il latino.
fig. 16 «Roma, madre e regina, i suoi abitanti li chiama cittadini e non sudditi», scriveva il poeta Claudiano. Collocata in piazza del Campidoglio, questa statua di Minerva realizzata al tempo di Domiziano in marmo con la veste in prezioso porfido* continua a testimoniare attraverso i secoli l’aspirazione di guida universale dell’Impero romano.
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