Kurz und schnell

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Moderne Texte zum Lesen und Nachdenken Testi brevi e veloci per allenarsi a imparare e pensare Elementi caratterizzanti di questo corso Raccolta antologica di testi narrativi pubblicati negli ultimi quaranta anni.

Obiettivo

Lo sviluppo dell’abilità di lettura e comprensione del testo, della capacità di riflessione e di rielaborazione personali, nonché della capacità di approfondimento di problematiche proprie del mondo giovanile e di argomento storico-sociale.

Utilizzo

Come testo di raccordo tra Grundstufe e Mittelstufe, supporto ai libri di testo che sviluppano le abilità di base, primo approccio al testo narrativo,

Percorsi suggeriti

Tematiche dei racconti

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MATTIOLI KURZ UND SCHNELL

Kurz und schnell Moderne Texte zum Lesen und Nachdenken

4) a spetti paradossali della vita quotidiana, 5) la società multiculturale, 6) lo sguardo al passato. Per l’insegnante: I ndicazioni metodologiche e didattiche Soluzione degli esercizi P roposte di compiti in classe (fila A e B) Griglie di valutazione

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Per lo studente: Sezione Abi-Training contenente brani di avviamento alla seconda prova scritta dell’Esame di Stato

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e 10,00

p roposta di approfondimento individuale per le eccellenze, o ccasione di ripasso/recupero nel ripasso estivo, base di lavoro per i docenti di madre lingua.

per tematiche, per difficoltà linguistico-stilistiche, per difficoltà grammaticali. 1) il mondo della scuola, 2) la famiglia, 3) i primi passi nel mondo degli adulti,

Elisabetta Mattioli, Antonella Pacciani

KURZ UND SCHNELL

Cos’è

Mattioli, Pacciani

Kurz und schnell

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IK

www.imparosulweb.eu Espansioni online per docenti e studenti

In copertina: Illustrazione © Artex67 Shutterstock

M IO L

questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di saggio - campione gratuito, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 l. 633/1941). esente da iva (dpr 26.10.1972, n. 633, art. 2, lett. d). esente da documento di trasporto (dpr 26.10.1972, n. 633, art. 74).

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VALIDO PER IL 2012

NELL’ELENCO DEI LIBRI DI TESTO INDICARE L’INTERO CODICE isbn

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Kurz und schnell

Premessa

Lettura consapevole, riflessione e rielaborazione personali: sono questi i cardini di Kurz und schnell. L’idea è nata dall’esigenza, riscontrata durante una pluriennale esperienza di insegnamento in diverse tipologie di scuola, di creare un giusto approccio all’abilità della lettura, suscitando l’interesse negli alunni attraverso registri linguistici e problematiche proprie del mondo giovanile. Spesso, infatti, i libri in uso offrono brani prevalentemente legati alla storia della letteratura o brani appositamente ideati per introdurre e rinforzare strutture grammaticali e sintattiche. Abbiamo quindi pensato di raccogliere in forma antologica testi narrativi autentici, tratti da opere pubblicate prevalentemente negli ultimi quarant’anni con le seguenti caratteristiche:  essere brevi e in sé conchiusi;  avere uno stile agile ed essenziale;  narrare le storie di adolescenti che si relazionano fra loro e con gli adulti in diversi contesti;  analizzare problematiche concrete della società attuale;  descrivere la realtà del mondo di lingua tedesca di oggi e anche di ieri. Gli argomenti dei sei capitoli del libro sono i seguenti: il mondo della scuola, la famiglia, i primi passi nel mondo del lavoro, lo sguardo al passato, la società multiculturale e aspetti talvolta paradossali della vita quotidiana. Kurz und schnell si rivolge a studenti della scuola superiore in possesso del livello linguistico B1 fungendo da raccordo tra Grundstufe e Mittelstufe, tra biennio e triennio, fase sempre molto delicata nel percorso dell’apprendimento di una lingua straniera. Inoltre si presta a essere un agile supporto per i libri di testo che sviluppano le abilità di base nonché un primo approccio al testo narrativo. La struttura del testo è tale da consentirne un utilizzo trasversale: non è necessario seguire la sequenza dei capitoli proposta ma, attraverso una selezione dei brani, è possibile affrontare tematiche affini, approfondire in modo sistematico una particolare struttura grammaticale o procedere in modo graduale sulla base delle difficoltà

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Premessa

linguistiche e stilistiche. Il testo si presta anche quale materiale di lavoro per i docenti di madre lingua o come occasione di approfondimento individuale per le eccellenze o per il recupero nel periodo estivo. Ogni brano, preceduto da una nota introduttiva che ne agevola la comprensione e in alcuni casi ne contestualizza la tematica, è contrassegnato da un simbolo indicativo del livello di difficoltà e corredato da note a piè pagina di tipo lessicale o informativo. Le attività presenti, che si diversificano in funzione della tematica e della complessità linguistico-lessicale del testo, possono essere:  domande di comprensione e approfondimento lessicale e/o tematico;  domande di interpretazione del testo;  domande per sollecitare la riflessione personale;  spunti di conversazione e discussione in classe;  proposte per attività di scrittura quali riassunti, tabelle, relazioni e composizioni;  esercizi per il rafforzamento delle strutture grammaticali di base. Un cenno particolare merita il capitolo Rückblicke che, attraverso storie personali, presenta alcuni momenti significativi della storia tedesca del XX secolo. Le attività sono in gran parte le stesse degli altri capitoli, tranne quelle relative al rafforzamento delle strutture grammaticali, e mirano a privilegiare la visione storica e la comprensione contestualizzata dei brani. È disponibile online un Lehrerheft che completa il testo con indicazioni metodologiche e didattiche, soluzioni degli esercizi, proposte di compiti in classe (fila A e B), griglie di valutazione e un certo numero di brani che possono essere utilizzati per approfondimenti, attività di recupero e/o avviamento alla seconda prova scritta dell’Esame di Stato (maturità linguistica).

Elisabetta Mattioli e Antonella Pacciani

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Kurz und schnell

Inhalt KAPITEL 1

Schwierigkeitsgrad

 leicht  mittelschwer  schwer

Kinderwelt

H. Gärtner, Eins mit Stern

Thematik Die deutsche Grundschule

Aktivitäten Formeller Brief

Seite 10

A. Becker, Claudia

Behinderte Kinder

Grammatikübungen: Modalverben

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F. Nahrgang, Paulinas Tricks

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Freundschaft

Grammatikübungen: Imperativ, indirekte Fragen

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R. Ahrens-Kramer, Ich heiße aber nicht Emily

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Lehrer-Schüler-Konflikt

Informeller Brief Datum

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A. Bröger, Sag ich’s? Oder sag ich’s nicht?

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Schulleistungen

Porträt Grammatikübungen: Konjunktiv II

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KAPITEL 2

Familienleben

U. Fuchs, Wieso hat Mama mich nicht geweckt?

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M. Mai, Wenn wir einmal groß sind

R. Welsh, Ein anderer Vater

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Thematik

Aktivitäten

Seite

Familienrollen

Grammatikübungen: Passiv

30

Eltern als Muster

Aufsatz Grammatikübungen: sitzen/setzen usw.

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Tochter-Vater-Verhältnis

Aufsatz

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P. Härtling, Mit Oma auf dem Amt

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Waisenkinder

Zeitungsartikel Grammatikübungen: Adjektivdeklinationen

40

A. Steinwart, Eine Katastrophe und der Anfang einer großen Liebe



Tochter-Mutter-Verhältnis

Recherche im Internet Steckbrief Innerer Monolog E-Mail

44

Scheidungskinder

Zusammenfassung Porträt

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H. Sakowski, Der 13. Ferientag

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Inhalt

KAPITEL 3

Schritte in die Zukunft Thematik

Aktivitäten

Seite

H. Bahrs, Der erste Tag

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Azubi

Zusammenfassung Grammatikübungen: Perfekt

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R. Welsh, Das Büropraktikum



Ferienjob

Tagebuch Bewerbung

57

I. Heinrich, Ganz normale Jeans

Berufspraktikum

Lebenslauf Grammatikübungen: Relativpronomen

60

I. Brender, Caroline, über Wiesen laufend



Ein Liebestraum

Nacherzählung Grammatikübungen: Relativsätze

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C. Bieniek, Filmstar und Burgfräulein



Die erste Liebe

Recherche im Internet Märchenstruktur Informeller Brief Grammatikübungen: Präpositionalergänzungen

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KAPITEL 4

Mal nicht so ernst

U. Wölfel, Die Geschichte vom grünen Fahrrad R. Gernhardt, Die Katz ist weg U. Wölfel, Seife kaufen P. Maar, Eine gemütliche Wohnung

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Thematik

Aktivitäten

Seite

Geschmackssache

Paraphrase Grammatikübungen: Nebensätze

72

Gestörte Kommunikation

Emphatisches Vorlesen

74

Missverständnisse

Bühnenbearbeitung Dramatisierung

77

Ungewöhnliches

Recherche im Internet Grammatikübungen: Lokalpräpositionen

79

B. Waubke-Klostermann, Ein DienstagNachmittag-Krimi



Sonderfall

Protokoll Grammatikübungen: Lokal- und Zeitangaben

82

A. Bröger, Bruno als AusredenErfinder

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Surreales

Ausreden erzählen Recherche im Internet Grammatikübungen: Verbenparadigmen

85

Opas Sondersprache

Aufsatz Sprachspiel

89

P. Bichsel, Jodok lässt grüßen

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KAPITEL 5

Dazwischen Thematik

Aktivitäten

Seite

G. Pausewang, Der Makkaronifresser

Gastarbeiter

Informeller Brief Grammatikübungen: Indirekte Fragen, Temporalund Lokalangaben

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T. Michels, Ein Christbaum zuviel

Türken in Deutschland

Recherche im Internet

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Asylanten

Aufsatz Grammatikübungen: Komposita

101

Emigranten

Grammatikübungen: Nebensätze

104

Eingebürgerte

Identikit Grammatikübungen: Indirekte Rede

108

Zwischen zwei Welten

Rollenspiel Aufsatz

111

Thematik

Aktivitäten

Seite

Eine Frau und zwei Kriege

Referat

114

I. Bender, Almas

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J. Kral, Supermarkt



R. Meise, Gülsüm

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R. Schami, Andere Sitten

KAPITEL 6

Rückblicke

I. Wendt, Porträt der Lehrerin Stephanie N.

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J. Holub, Jungmann Böhm

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Jugend in der Hitlerzeit

Innerer Monolog

116

P. Härtling, Die Wanderpuppe



2. Weltkrieg

Verlustmeldung Fortsetzung einer Geschichte

119

Mauerbau

Recherche im Internet

123

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Auf der Suche nach Wahrheit

Recherche im Internet

125

Keine Kriege mehr Friedensdemo

Tagebuch

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Stille Revolution

Aufsatz

131

Mauerfall

Ein Interview

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R. Henss, Mauertränen P. Härtling, Die Fragenden G. Pausewang, Uri auf der Demo B. Bollwahn, Aus dem Tagebuch einer jungen „Ossi“ A. Kalinovic, Berlin am 9. November 1989

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B. Bollwahn, Aus dem Tagebuch einer jungen „Ossi“

9. November 1989

Tabelle Recherche im Internet Raster Aufsatz

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F.L. Espen, Das andere Deutschland

Deutschland heute

Fragebogen: DDR und BRD von 1949 bis heute

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Kapitel 5

Dazwischen Umarmung der Meridiane Hin und her Her und hin Wo bin ich zu Haus In zwei Sprachen bildet sich der Satz In zwei Welten greifen die Hände Im Traum spricht in Deutsch mit mir die Mutter In Arabisch mein sächsisch Weib Von Meridian zu Meridian (aus: A. Karasholi, Wenn Damaskus nicht wäre, Gedichte, A1 Verlag, München 1999)

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Schon seit der Mitte der 50er Jahre wurden Menschen aus anderen europäischen Ländern für die Arbeit in Deutschland angeworben, da hier ein Mangel an Arbeitskräften herrschte. In den 60er Jahren stellten die Italiener mit knapp 30 Prozent den größten Anteil der ausländischen Gastarbeiter, dicht gefolgt von Griechen und Spaniern. Die Italiener wurden „Makkaronifresser“ genannt, aufgrund ihrer Essgewohnheiten, die den Deutschen noch unbekannt waren, wie die Italiener selbst. Natürlich hatte es eine negative Bedeutung, aber die Arbeit an der Maschine konnte Vorurteile und Klischees abbauen, wie im folgenden Text dargestellt wird.

Gudrun Pausewang

Der Makkaronifresser   2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23

„Jetzt arbeitet so ein Makkaronifresser bei mir an der Maschine“, sage Erwins Vater, als er aus der Fabrik nach Hause kam, zur Mutter. „Stell dir das vor!“ „Was ist ein Makkaronifresser?“ fragte Erwin. Der Vater antwortete nicht, er war zu ärgerlich. „Ein Italiener“, sagte die Mutter. „Was ist denn daran so schlimm?“ fragte Erwin. „Die Italiener sind faul, dumm, schmutzig, sie können nicht Deutsch reden und essen nur Makkaroni. Mit einem solchen Kerl müssen wir zusammenarbeiten!“ rief der Vater. Am nächsten Abend kam er heim und sagte: „Giovanni heißt er und ist aus Neapel. Er hat eine Frau und drei Kinder.“ „Ist er fleißig?“ fragte die Mutter. „Faul ist er nicht.“ „Ist er schmutzig?“ fragte Erwin. „Das kann man nicht sagen“, brummte der Vater. Am dritten Abend sagte er: „Ich habe Giovanni schon eine Menge Deutsch beigebracht. Ein schlauer Mensch. Und singen kann er! Da seid ihr platt 1! Wie ein Opernsänger.“ Jeden Tag erzählt er von Giovanni. Erwin war schon immer gespannt, was es Neues von Giovanni gab. Einmal kam der Vater heim und konnte ein kleines Gedicht auf Italienisch auswendig hersagen. Mutter und Erwin wollten es immer wieder hören und lachten sehr. Ein anderes Mal kam er mit einem italienischen Rezept an. „Das musst du mal versuchen. Es soll sehr gut sein“, sagte er zur Mutter. Pizza hieß es und war wirklich gut. „Merkwürdig, was die Italiener so können“, sagte die Mutter. „Übrigens schickt er jeden Monat die Hälfte von seinem Lohn heim“, sagte der Vater. „Und er macht eine Menge Überstunden, mehr als ich. Er hat gesagt, er will seine Kinder was Ordentliches werden lassen, und das kostet viel Geld.“ Einmal kam er empört heim und erzählte: „Da war ich heute nach der Arbeit mit Giovanni auf der Post. Ich wollte ein paar Marken kaufen, und er wollte einen 1 platt, sehr erstaunt.

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Kapitel 5

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eingeschriebenen Brief aufgeben. Der Beamte hat ihn was gefragt, aber Giovanni hat es nicht gleich verstanden. Da sagte der Postmann: „Lern Deutsch, wenn du in Deutschland bist, dann verstehst du’s!“ Da bin ich aber wütend geworden und habe ihm die Meinung gesagt. So ein unhöflicher Kerl!“ „Gut so“, sagte die Mutter . „Den sollte man mal auf eine Post in Italien schicken, dort könnte er weder etwas sprechen noch etwas erklären, und das sollte er dort auch mal so angeschnauzt werden2! Dann wüsste er, wie das ist!“ „Der Beamte hat sich bei ihm entschuldigt“, sagte der Vater. „Gut so“, antwortete die Mutter noch einmal. An einem Sonntag fuhr der Vater mit Erwin nach Karlsbach zur Großmutter. Auf dem Bahnhof sagte er plötzlich: „Schau, dort steht Giovanni“. Das also war Giovanni: Ein Mann mit schwarzen Augen und schwarzen Haaren und einem dicken schwarzen Schnurrbart. „Was macht er denn hier auf dem Bahnhof?“ fragte Erwin. „Da trifft er sich mit anderen Italienern und schaut den Zügen nach und denkt: Wenn ich Urlaub bekomme, steige ich in so einen Zug und fahre heim nach Italien.“ „Giovanni hat Pech“, rief der Vater, als er kurz vor Weihnachten heimkam. „Er bekommt noch keinen Urlaub! Er hat noch nicht lange genug bei uns gearbeitet. Erst im Sommer darf er heimfahren. Das werden traurige Weihnachten werden, so ganz allein.“ „Weißt du was?“ sagte die Mutter. „Wir laden ihn am Heiligen Abend ein.“ Der Vater überlegte eine Weile, dann sagte er: „Mutter, du hast manchmal großartige Einfälle. Jawohl, wir laden ihn ein.“ „Ihr seid nicht gescheit3!“ rief die Großmutter, die gerade auf Besuch war. „Das ist doch ein Italiener. Alle Italiener sind faul, dumm, schmutzig, sie können nicht Deutsch reden und essen nur Makkaroni. Wollt ihr so einen einladen?“ „Wo hast du denn diesen Unsinn her?“ fragte der Vater. „Schaut dir den Giovanni nur mal an!“ Es wurde ein wunderschöner Heiliger Abend. Giovanni kam in einem schwarzen Anzug und hatte eine schöne bunte Krawatte um. „Mach dir’s bequem, Giovanni“, sagte der Vater. Giovanni hatte ihnen auch etwas mitgebracht: der Mutter einen Schöpflöffel, der Großmutter eine Brosche, dem Vater eine bunte Krawatte, wie er selber eine trug, und Erwin eine Mundharmonika. Alles hatte er in feines Weihnachtspapier eingepackt. Der Vater band sich die Krawatte gleich um und wollte sich im Spiegel besehen. Aber dort stand schon die Großmutter, die sich die Brosche an die Bluse steckte. Die Mutter sagte: „Wie haben Sie nur gewusst, Giovanni, dass ich gerade eine Schöpflöffel dringend brauche?“ Giovanni zeigte Erwin, wie man auf der Mundharmonika spielt, und es stellte sich heraus, dass er selber sehr schön spielen konnte. Als der Vater die Lichter am Baum anzündete, zog Giovanni die Fotos von seiner Frau und seinen Kindern aus der Tasche, küsste sie und zeigte sie allen. „Ein netter Mensch“, sagte die Großmutter. Und dann kam die Mutter mit ihrer Überraschung: Sie hatte eine Pizza für ihn gebacken. Da wurde er ganz gerührt und musste sich mit dem Taschentuch über die Augen fahren. Er umarmte Erwin und den 2 anschnauzen, laut tadeln. 3 gescheit, intelligent, klug.

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Vater, schüttelte der Mutter und der Großmutter die Hand und sagte viele Male: „ Ihr sein gute Leute, ihr im Sommer müssen kommen nach Neapel zu meine Frau und meine Kinder!“ Giovanni ist inzwischen der beste Freund der Familie geworden. Als er Urlaub bekam, ließ sich auch der Vater Urlaub geben, und dann fuhren beide mit der Mutter und Erwin im Wagen des Vaters nach Neapel. Übrigens hatte sich der Vater auf der Reise Giovannis Krawatte umgebunden. Im Kofferraum war Vaters, Mutters und Erwins Gepäck. Giovannis Koffer stand hinter den Rücksitzen. Aber auf dem Wagendach war noch ein Riesenpaket festgebunden, voll mit Geschenken, die Giovanni seiner Frau und seinen Kindern mitbringen wollte. In Neapel spielte Erwin den ganzen Tag mit Giovannis Kindern und lernte viele italienische Wörter. Die Mutter zeigte Giovannis Frau, wie man Klöße kocht, und lernte von ihr, dass man Makkaroni auf zehn verschiedene Arten zubereiten kann. Giovanni ging mit allen ans Meer baden. Er zeigte seinen deutschen Freunden auch den Vesuv, den Berg, der Feuer speit. Erwin staunte: So etwas gibt es nicht in Deutschland. Der Vater war begeistert vom italienischen Wein. Er nahm sogar ein paar Flaschen davon mit nach Hause. „Fahrt auch mal nach Neapel“, sagt er nun zu allen seinen Bekannten. „Die Italiener sind prächtige Leute!“ Die Mutter kocht jetzt oft Makkaroni.

A Fragen zum Textverständnis 1. Warum war Erwins Vater an einem Abend ärgerlich? 2. Wie beurteilte er die Italiener? 3. Wie hieß der italienische Kollege und woher kam er? 4. Wie änderte sich die Beziehung von Erwins Vater zu dem Italiener? 5. Was geschah einmal auf der Post? 6. Warum luden Erwins Eltern den Italiener zu Weihnachten ein? 7. Wie war die Stimmung am Heiligen Abend? 8. Wo und wie verbrachten die Mitglieder der beiden Familien die Ferien? B

Schritte zur persönlichen Stellungnahme 1. Welche Sätze kennzeichnen den Abbau der Vorurteile gegen den Italiener? 2. Erkläre folgende Frage Erwins: „Was macht er denn hier auf dem Bahnhof?“ 3. Und nun den Schlusssatz: „Die Mutter kocht jetzt oft Makkaroni“.

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Schritte zur Vertiefung 1. Sind in deiner Klasse bzw. in deiner Schule ausländische Schüler? Erstelle eine Statistik mit den folgenden Angaben: woher, wie lange, Muttersprache, Alter. 2. Lass dir von deinen ausländischen Mitschülern erzählen, wie sie Weihnachten oder ihren wichtigsten Feiertag feiern. 96

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Kapitel 5

D

Schritte zur schriftlichen Bearbeitung Nach seiner Rückkehr nach Deutschland schreibt Erwin einen Brief an Giovannis Kinder, um sich zu bedanken (mindestens 150 Wörter).

E

Schritte zur grammatikalischen Vertiefung 1. Forme folgende Sätze in indirekte Fragen um. 1. Erwin möchte wissen: a.  „Was ist ein Makkaronifresser?“ b.  „Mit wem unterhielt sich der Italiener auf dem Bahnhof?“ c.  „ Hat Giovanni Kinder?“ 2. Mutti möchte wissen: a.  „Warum bist du heute so gespannt?“ b.  „Ist der Italiener fleißig?“ c.  „Wie soll man Spaghetti kochen?“ 3. Vater fragte sich: a.  „Woher kommt denn dieser Mann?“ b.  „Kann er ordentlich arbeiten?“ c.  „Versteht er, was ich sage?“ d.  „Wozu macht dieser Postbeamte alles so schwierig?“

2. Nun Temporalangaben.       ein    (1) Jahr kam Erwins Vater ganz wütend heim.       (2) Morgen hatte er einen neuen Kollegen an der Maschine gefunden. Der Kollege war ein Italiener, der       ein    (3) Monat in Deutschland war. Er war ganz ruhig und fleißig, daher änderte Erwins Vater       ein    (4) Woche seine Meinung über die Italiener. Die beiden wurden Freunde, sodass sie oft       (5) Feierabend ein Bier zusammen tranken. Da der Italiener       (6) Weihnachten keinen Urlaub bekam, wurde er       (7) Heiligen Abend von Erwins Familie zum Essen eingeladen.       d    (8) Abendessen bekamen alle ihre Geschenke und       d    (9) Abendessen sangen sie traditionelle deutsche und italienische Weihnachtslieder.        d    Sommer    (10), genau       (11) August, fuhren alle nach Italien. Dort gingen sie       (12) Vormittag ans Meer und       (13) Nachmittag ein Eis essen.       d    (14) Nacht       (15) 15. August waren alle auf dem Fest im Dorf. Die Rückfahrt dauerte über       (16) Tag.

3. Dann Lokalangaben. Erwins Familie und Giovanni fuhren mit dem Auto       (1) Deutschland       (2) Neapel.       d    (3) Reise schlief Erwin zum Glück durch und so bemerkte er nicht den Verkehr       d    (4) Autobahn.       (5) Neapel waren sie Gäste       (6) Giovannis Familie. Sie machten Ausflüge       (7) Pompei,       d    (8) Vesuv,       d    (9) Insel Capri,       (10) Caserta,       d    (11) Residenz der Bourbonen.       (12) Italien bewunderte die deutsche Familie die Sonne und das Essen. 97

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In den 70er Jahren emigrierten immer mehr Türken nach Deutschland, zuerst die Männer und dann Frauen und Kinder. Für viele Deutsche waren eigentlich die Türken „die“ Ausländer. Sie lebten in ihren Quartieren mit ihren Sitten, Sprache und Religion, und die persönlichen Kontakte zwischen Deutschen und Türken waren deshalb flüchtig und verursachten nicht wenige Missverständnisse wie im folgenden Text.

Tilde Michels

Ein Christbaum zuviel   2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25

„Erika!“ rief Herr Peschke, als er seine Frau mit einem Weihnachtsbaum ankommen sah. „Wer hat dir aufgetragen, Erika, einen Baum zu kaufen?“ „Ich dachte …“, sagte Frau Peschke und schleppte die Fichte in die Wohnung, „ich dachte, es ist höchste Zeit, und ich wollte dir die Mühe abnehmen.“ „Zu spät“, erwiderte Herr Peschke. „Ich habe mir die Mühe bereits gemacht.“ Er deutete auf einen Tannenbaum, der neben der Garderobe lehnte. „Jetzt haben wir zwei.“ Frau Peschke blickte ratlos von einem Baum zum anderen und sagte: „Aber wir brauchen doch nur einen.“ Da nickte Herr Peschke und brummelte: „Du hast es erfasst.“ „Ich bringe das sofort in Ordnung“, erklärte die Frau. „Den einen verkaufen wir in die Nachbarschaft.“ Frau Peschke klingelte bei Lohmanns, aber Lohmanns hatten schon einen Christbaum. Sie versuchte es bei Hofmeisters, bei Walbergs, bei Blaumers … niemand konnte ihren Baum gebrauchen. „Ist doch klar“, grantelte1 Herr Peschke. „Einen Tag vor Weihnachten wirst du keinen Christbaum mehr los.“ „Und jetzt?“ fragte Frau Peschke. „Jetzt wird er zerhackt.“ Herr Peschke trommelte verärgert an die Fensterscheibe und überlegte, was man mit einem zerhackten Tannenbaum anfängt, wenn man Ölheizung hat. Herr Peschke trommelte heftiger und blickte dabei auf die Straße. Unten schob der Schneeräumer den Großstadtschnee zu schmuddeligen2 Haufen an den Gehsteig. (…) „Ein Türke“, sagte Herr Peschke und deutete auf den fremdländisch aussehenden Mann mit der Schneeschaufel. Plötzlich stellte Herr Peschke sein Trommeln ein. Er hatte einen raschen Entschluss gefasst: „Der Türke da unten“, erklärte er seiner Frau, „kriegt unsern überzähligen Christbaum. Dann sind wir ihn los.“ Er ging auf den Flur, packte den Baum, den seine Frau gekauft hatte, und trug ihn vor die Haustür. Von dort aus rief er den Türken an und machte ihm Zeichen, näher zu kommen. Der Mann stieß seine Schaufel in den

1 granteln (süddt.), schlechter Laune sein. 2 schmuddlig, leicht schmutzig.

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Kapitel 5

26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65

bräunlichen Schneeberg und kam ans Haus. „Da“ , sagte Herr Petschke, „den schenk ich dir. – Christbaum, verstehst du? Den kannst du dir schmücken.“ Der türkische Arbeiter verstand nicht, was Herr Peschke sagte. Er verstand nur so viel, dass er einen Baum geschenkt bekommen sollte. Er hatte gesehen, dass solche Bäume überall in der Stadt verkauft wurden. Das war ein Brauch, gut … aber was sollte er selbst mit einem Christbaum? Er hatte nicht die gleiche Religion wie die Leute in diesem Land. Er war ein Moslem und feierte nicht Weihnachten. „Da“, drängte Herr Peschke, „nimm ihn!“ Der Türke konnte sich in der ihm fremden Sprache nicht ausdrücken. Wie sollte er erklären, dass er den Baum nicht gebrauchen konnte? Es kam ihm unhöflich vor, einfach den Kopf zu schütteln oder eine abwehrende Handbewegung zu machen. Deshalb nickte er ein bisschen verlegen, sagte „dankschöndank“ und trug die Fichte behutsam zu seinem Schneekarren. Herr Peschke ging zufrieden in seine Wohnung zurück. Der türkische Arbeiter schaufelte den restlichen Schneedreck auf und zog dann ein Stück weiter. Als der Dienst zu Ende war, schoben die Männer von der Straßenreinigung die Karren zusammen und verstauten ihre Geräte auf einem Lastwagen. Die deutschen Arbeiter lachten, als sie den Türken mit dem Tannenbaum sahen. Sie sagten: „Gut, gut! Du auch Christbaum. Du bald richtiger Deutscher.“ Der Türke nickte freundlich, schulterte seinen Baum und machte sich auf den Heimweg. Als er vor seiner Unterkunft im Barackenlager angelangt war, blieb er unschlüssig stehen. Den Christbaum hielt er unterm Arm. Ich werfe ihn weg, entschied er. Aber er kam nicht dazu, denn die Frau des Verwalters trat aus dem Haus. „Christbaum, schön!“ rief sie erfreut. Sie packte den Baum, schleifte ihn in die Unterkunft und beschaffte in kürzester Zeit einen Christbaumständer und Kerzen. Bald darauf kamen auch seine Kameraden von der Arbeit. Er wusste nicht, wie sie es aufnehmen würden, dass ein Christbaum in der Bude stand. Deshalb sagte er nicht, dass er es war, der ihn mitgebracht hatte. Aber der Baum störte sie nicht. Sie betrachteten ihn und zuckten mit den Schultern. Am Weihnachtsabend schlenderten die türkischen Arbeiter durch die menschenleeren Straßen zum Hauptbahnhof. Dort trafen sie Landsleute wie meistens in der Freizeit. Später saßen sie noch in der Baracke zusammen. Da stand der geschmückte Baum, aber seine Kerzen zündeten sie nicht an. Sie tranken Raki, ihren heimatlichen Schnaps, und sprachen von ihren Frauen und Kindern in der Türkei. Und einer sagte: „Ich weiß nicht, was besser ist: In einem reichen Land sein so fremd oder in der Heimat leben so arm wie die anderen.“ Zur gleichen Stunde strahlten bei Peschkes die Kerzen am Weihnachtsbaum. „Jetzt“, sagte Herr Peschke, „sitzt der Türke unter unserem zweiten Christbaum.“ „Der wird froh sein“, erwiderte Frau Peschke. „Ohne uns hätte er vielleicht keinen.“ „Es war ein gutes Werk“, sagte Herr Peschke. „An Weihnachten muss man auch für die Fremden ein Herz haben.“

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Kurz und schnell

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Fragen zum Textverständnis 1. Warum haben Peschkes zwei Weihnachtsbäume? 2. Wie versuchen sie, einen von den beiden loszuwerden? 3. Was passiert am Ende mit dem Weihnachtsbaum? 4. „Es war ein gutes Werk. … An Weihnachten muss man auch für die Fremden ein Herz haben.“ War das wirklich ein gutes Werk? Was denkst du darüber?

B

Schritte zur Vertiefung Mit Hilfe von Internet (www.google.de) kreuze die richtige Antwort auf folgende Fragen an: 1. In welchem Jahr fand die größte türkische Emigration in die Bundesrepublik statt? a. Ab 1961. b. Ab 1968. c. Ab 1972. 2. Welche deutsche Stadt ist die größte türkische Gemeinde außerhalb der Türkei? a. Stuttgart. b. Berlin. c. Frankfurt. 3. Dürfen Türken in Deutschland an den politischen Wahlen teilnehmen? a. Ja. b. Nein. c. Zum Teil. 4. Wie viele Moscheen sind in Deutschland? a. Ca. 150. b. Ca. 70. c. Ca.100.

C

Schritte zur persönlichen Stellungnahme Aufgrund deiner Erfahrungen kennzeichne den Ausdruck „fremd sein“ mit Hilfe der Fragewörter und vergleiche deine Definitionen im Plenum.

Wer?

fremd sein

Warum?

Wo?

Wie lange?

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Kapitel 6

Rückblicke Rückschauend Rückschauend, Das Heute durchschauend, Wendet sich Der Blick Ins Künftige, den Menschen sichtend: Frei, Einfach, Schön. (aus: J. R. Becher, Gesammelte Werke, Archiv der deutschen Akademie der Künste, Berlin 1966-81)

Mit diesem Kapitel fängt eine neue Phase dieses Buches an: ein Rückblick auf die geschichtliche, deutsche Vergangenheit. Junge Leute finden oft Daten, Ereignisse, Politiker, Kriege, Schlachten, Regierungen und Ähnliches fremd und entfremdend. Aus diesem Grund versucht dieses Kapitel, die unvermeidliche Vermischung von individuellem Schicksal und Weltgeschichte zu zeigen. Es ist, als ob man eine Pinakothek moderner Geschichte besichtigen würde: Die Texte wie Bilder sollten sich dazu eigenen, die Leser durch das 20. Jahrhundert zu führen. Es werden wichtige, geschichtliche Begebenheiten durch die Erlebnisse junger Menschen erzählt: Chronologie und Fakten bleiben im Hintergrund.

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Kurz und schnell

Stephanie N., unsere erste Figur, zeigt auf tragische Weise, wie die Geschichte die Zukunftspläne eines Menschen bedingen und umwälzen kann.

Irmela Wendt

Porträt der Lehrerin Stephanie N.    2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19

Das Mädchen Stephanie wurde im Kriegsjahr 1916 während der Kirschblütenzeit geboren. Der Vater war zur selben Zeit bemüht, möglichst viele Franzosen totzuschießen und selbst heil davonzukommen. Mit fünfzehn Monaten nannte Stephanie ihn den „schönen“ Papa, sobald er den Offiziersrock trug, sonst den „schwarzen“. Der Vater war ein nachdenklicher Mann. Als der Krieg aus und für ihn verloren war, grübelte1 er unentwegt, wie Morden und Lieben zugleich in ihm möglich gewesen waren. Er verpasste darüber Beruf und Gelderwerb. Stephanie zog mit ihrer Mutter zur Großmutter aufs Land. Weil sie leicht lernte, durfte sie ein Gymnasium besuchen und danach Erziehungswissenschaft studieren. Kurz vor Ausbruch des Zweiten Weltkriegs verlobte sie sich mit einem Mitstudenten. Der Vater, der in einer kriegswissenschaftlichen Abteilung der Wehrmacht arbeitete, brach seine Schweigepflicht2 und erschreckte Stephanie mit der Nachricht, dass der polnische Angriff von verkleideten Deutschen vorgetäuscht wurde. Stephanies Verlobter erwarb in Frankreich weiße Seide für das Hochzeitskleid. Als es genäht war, fiel er in Russland. Stephanie wurde eine nachdenkliche Lehrerin. Sie versäumte zwar nicht, den Schülern das Vorgeschriebene beizubringen, doch hauptsächlich dachte sie darüber nach, warum schon die Jungen auf dem Schulhof gegeneinander kämpfen. „Sie müssen etwas loswerden“, sagte sie sich nach langem Beobachten, „Wut und Empörung 1 grübeln, lange nachdenken. 2 Schweigepflicht (die), die Pflicht zu schweigen.

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Kapitel 6

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sind der äußere Lack, darunter steckt irgendein Verlangen. Sie bedrängen andere damit und meinen, das mache sie frei“. Es gehörte zu Stephanies täglichem Brot, das Lernen möglich zu machen, deshalb suchte sie unentwegt3 Möglichkeiten, in denen Kinder sich befreien lernen, ohne andere zu schädigen. Als sie in den Ruhestand versetzt wurde, zur Zeit der späten Kirschernte übrigens, sagte sie: „Das kleine Einmaleins bringen wir Kindern in wenigen Wochen bei. Aber wie steht es mit dem großen, dem Einmaleins des Menschseins?“ 3 unentwegt, unaufhörlich.

Schritte zum Textverständnis

A

Verbinde zuerst die Ereignisse im Kasten mit den Daten in dem Raster und dann die Lebensereignisse von Stephanie, die du aus dem Text entnehmen kannst. Abdankung des Kaisers Wilhelm II. – Angriff auf Polen – Gründung der Weimarer Republik – ✓ Nürnberger Gesetze – Weltwirtschaftskrise – Kaiserreich – Kapitulation Deutschlands – Wehrpflicht – Hitlerzeit – 2. Jahr des Ersten Weltkriegs – Besetzung von Frankreich, Belgien und Holland – New Yorker Börsenkrach – Einmarsch der deutschen Truppen in die Sowjetunion – Ende des Ersten Weltkriegs Jahr

Politische Ereignisse

Stephanies Lebensereignisse

Geburt im Mai

1916 1918 1919

Gründung der Weimarer Republik

1929 1931 Ab 1933 1939 1940 1941 B

Schritte zur Vertiefung 1. In welchem Zeitalter ging Stephanie in den Ruhestand? Was passierte in diesen Jahren? 2. Im Text werden Vater und Tochter als „nachdenklich“ kennzeichnet. Zitiere die Textstellen, in denen der Grund dafür erklärt wird. 3. Welches Lebensideal hat Stephanie als Mensch und Lehrerin?

C

Schritte zur schriftlichen Bearbeitung Die Spalte „Stephanies Lebensereignisse“ kann die Grundlage für ein kurzes Referat mit dem Titel „Meine nachdenkliche Lehrerin“ werden (max. 250 Wörter). 115

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Kurz und schnell

Im Vordergrund des zweiten Textes steht die Stimmung der „Johlende Nacht“ 1.

Barbara Bollwahn

Aus dem Tagebuch einer jungen „Ossi“   2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27

9. November 1989 … Und jetzt ist klar: Die Grenze ist offen!!!!!! Alle DDR-Bürger dürfen ab sofort über die Grenze in den Westen!!!! Ich weiß nicht mehr, wie oft ich mir im Fernsehen diese Pressekonferenz angesehen habe. Bei mir zu Hause, bei Marie, bei Dany, bei Gottfried. Und jedes Mal hing ich wieder ungläubig an den Lippen von dem Schabowski. Wie kann man solch eine Nachricht so emotionslos vortragen? Dem Nachrichtensprecher der Tagesschau dagegen war anzumerken, wie ergriffen er war. Und dann die Bilder am Abend im Fernsehen!!! Waaaaaahnsinn! Tausende Menschen strömen zum Brandenburger Tor und an die Grenzübergänge. Und auch auf der anderen Seite der Grenze ist die Hölle los. Tausende Westberliner begrüßen die Ostler mit Sekt und Bananen. Wildfremde Menschen liegen sich in den Armen und feiern den Fall der Mauer. Kolonnen von Trabbis fahren im Schritttempo über die Grenze, und Westberliner schlagen vor Freude mit den Fäusten auf die Dächer, dass man Angst haben kann, die Rennpappen2 überleben das nicht. Ihr Knattern3 wird übertönt von den Jubelgesängen und knallenden Sektkorken. Hunderte von Menschen klettern auf die Mauer und fangen an, mit Hämmern und Eisenstangen dieses Bollwerk4 einzureißen. 1 Johlende Nacht Titel eines Gedichtes von Holger Teschke (aus: Bäume am Hochufer: Gedichte 1975-1984, Aufbau Verlag, Berlin 1985). 2 Rennpappe (die), hier Autos aus Pappe. 3 knattern, Geräusch eines Motors. 4 Bollwerk (das), Festung (die).

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Kapitel 6

A

Schritte zur Vertiefung 1. Unterscheide in den beiden letzten Texten von Alexander Kalinovic und Barbara Bollwahn die akustischen und visuellen Elemente der Begeisterung am 9. November 1989.

Visuelle Elemente Substantive

Akustische Elemente Verben

Substantive

Verben

2. Welche Gefühle äußert der neunjährige Alexander vor diesem Ereignis? 3. Welche Stilmittel benutzt die junge Barbara, um ihre Freude auszudrücken? 4. Dank Bildmaterial im Internet (www.youtube.com) kannst auch du jene magische Nacht erleben. Hier einige Links: The opening of the wall at Berlin, Bornholmer Straße 1989, Parolen zu der Berliner Mauer, 20 Jahre: Der Fall der Berliner Mauer u.ä. Stelle dann der Klasse das Material vor, das dich am meisten beeindruckt hat. B

Schritte zur geschichtlichen Vertiefung 1989, ein Wendejahr in der Geschichte Deutschlands und Europas, ein Jahr, das viele politische Persönlichkeiten lange und mühsam vorbereitet haben. Folgende Übung ist wie eine Art Zeitmaschine, die dich in die europäische Vergangenheit versetzen soll, die dir selbstverständlich fremd ist, aber die noch Schatten auf uns alle wirft. 1. Was verbindet die unten genannten Politiker mit der Geschichte der Berliner Mauer?

Wer?

Was? / Wann?

Wer?

J.F. Kennedy

G. Bush

L. Wałe˛sa

G. Schabowski

K. Wojtyła

M. Gorbatschow

H. Kohl

E. Krenz

N. Chruschtschow

W. Brandt

E. Honecker

W. Brandt

Was? / Wann?

Um der Freude über den Fall der Mauer Ausdruck zu verleihen, feierte Berlin auch musikalisch. Es wurden daher Rock- und Sinfoniekonzerte (Berliner Philharmonie) veranstaltet. Am 12. November1989 organisierte kurzfristig der Sender Freies Berlin (SFB) das „Konzert für Berlin“ mit freiem Eintritt am Brandenburger Tor, an dem internationale Popgrößen wie Joe Cocker, Nina Hagen, Udo Lindenberg und viele andere teilnahmen. Am 21. Juli 1990 fand das Konzert der englischen Gruppe Pink Floyd auf dem Potsdamer Platz statt, dessen Höhepunkt das Lied Another Brick in the Wall, Symbol der Maueröffnung, war. Bei dieser Gelegenheit sang auch die Hard Rock/Heavy Metal Gruppe aus Hannover, Skorpions, das Lied Wind of Change, Symbol der Wiedervereinigung. 2. Suche den Text dieser beiden Lieder oder eventuell auch anderer Lieder, dann analysiere einen davon in schriftlicher Form. 137

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