Terme di Stabia

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sommario

nella città delle acque

PROGETTO GRAFICO Il progetto Città delle Acque è interamente realizzato sia nella parte grafica sia nella parte editoriale dalla BLOB edizione e pubblicità. Via E. de Nicola, 14 - C/mare di Stabia (NA) Tel. 0813623490 - Fax 0813623863 grafica@blobmagazine.it - www.blobmagazine.it STAMPA Chiuso in tipografia il 21 aprile 2008

E’ a conoscenza di tutti che la vita è venuta dall’acqua. L’acqua è vita. L’uomo senz’acqua non può vivere, abbiamo bisogno di introdurre nel nostro organismo circa 1,5 litri di acqua al giorno. Le acque minerali oltre che soddisfare questa necessità hanno anche un valore salutare. Il concetto dell’azione salutare nel bere certe acque minerali è già presente in tutte le civiltà antiche. Oggi alla luce delle nuove acquisizioni scientifiche possiamo anche capire il perché.

Catalogo Aut.san n° 6 del 24/04/08

l’ azienda • • • • • • • • •

I risultati di uno studio sperimentale di base, pubblicato recentemente su una rivista scientifica di rilievo Internazionale, impattato e condotto dalla Prof.ssa Maria Costantino, Presidente del CE.RI.S.T. srl (Centro Ricerche e Studi Termali), Centro di Eccellenza in ambito termale inserito in Anagrafe Nazionale di Ricerche del MUR (Ministero dell’Università e della Ricerca) hanno dimostrato una significativa azione antiossidante della cura idropinica (somministrazione mediante bibita di acque minerali a scopo terapeutico) effettuata con le acque minerali denominate STABIA E SULFUREA delle Terme di Stabia.

La storia le acque il parco idropinico i trattamenti classici il centro benessere il centro idrovascolare (i percorsi in acqua) il centro medico sportivo il centro di fisiokinesiterapia la linea cosmetica Monisse

E’ risaputo che durante la digestione avvengono una serie di reazioni cellulari che comportano la produzione massiva di radicali liberi che se non tenuti sotto controllo possono favorire la comparsa di infiammazioni a livello gastrico. E’ importante quindi diminuire la concentrazione dei radicali liberi attraverso agenti antiossidanti, sia per il mantenimento di una adeguata fisiologia intestinale, sia per una riduzione di quelle alterazioni funzionali ed organiche che possono condurre poi alla comparsa di malattie gastroenteriche, ma anche di inestetismo cellulitico ed invecchiamento precoce.

il territorio castellammare di stabia pompei gragnano i monti lattari s. maria la carità s. antonio abate

L’effetto antiossidante evidenziato dalla prof.ssa Costantino può essere ricondotto alle caratteristiche delle nostre acque minerali usate, in particolare alla presenza in esse di ioni di: • magnesio (con azione protettiva contro il danno ossidativo); • bicarbonati (con azione alcalinizzante e capacità di espletare un supporto terapeutico per i sistemi metabolici dell’organismo); • zolfo (in grado di rifornire l’organismo di uno dei suoi principali costituenti, con possibilità di incrementare e/o ricostituire il patrimonio di glutatione che neutralizza i radicali liberi).

la penisola sorrentina vico equense meta di sorrento piano di sorrento sant’agnello sorrento massa lubrense

Le Terme di Stabia con le acque minerali delle proprie sorgenti e grazie alle proprietà terapeutiche dei principi attivi contenute in esse, simili a farmaci, consentono ai propri ospiti di recuperare, mantenere e potenziare ulteriormente, attraverso le cure termali un globale benessere psicofisico senza correre rischi di subire effetti collaterali indesiderati per l’uso di farmaci. Il Direttore Sanitario 03

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editoriale


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cenniStorici nella città delle acque

La Storia - un'antica fonte di salute

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Nel 1828, il re delle Due Sicilie, Francesco I fece costruire un grande stabilimento termale, attrezzato anche per praticare bagni, cui ne venne poi aggiunto uno nuovo, il Vanacore, dal nome di uno dei suoi costruttori. Dopo una serie di ampliamenti apportati agli stabilimenti, le sistemazioni definitive vennero effettuate nel 1964, con la costruzione dello stabilimento idro e balneotarapico del Solaro, le attuali Terme di Stabia. Nel 1921, durante il 13° CONGRESSO DI IDROLOGIA, CLIMATOLOGIA E TERAPIA FISICA, la città di Castellammare di Stabia fu ufficialmente riconosciuta “metropoli delle acque, dei climi e del mare”.

l primo "stabilimento termale" di Roma fu, se così si può dire, il Tevere, nelle cui acque fredde i romani erano soliti fin da piccoli immergersi per le loro toilette quotidiane. Col tempo Roma divenne la culla del termalismo e il rito del bagno si trasformò in uno dei piaceri irrinunciabili della vita, tanto da meritare il proverbio: "balnea vina Venus corrumptum corpora nostra sed vita faciunt" (i bagni, i vini e Venere corrompono i nostri corpi, ma sono la vita). In epoca imperiale le monumentali thermae, ormai largamente diffuse su tutto il territorio dell'attuale Lazio, vennero arricchite da palestre, biblioteche, ristoranti, giardini, piscine, teatri, sale per riunioni e solarium. Sul primo tratto della costiera sorrentina, proprio a Castellammare di Stabia sorgeva, già in epoca romana, una delle più importanti fonti termali. Delle sue proprietà miracolose, ci ha parlato Plinio il Vecchio,nella sua monumentale “Naturalis Historia”, accennando, nel suo excursus sulle acque acidule, ad un’acqua fredda, detta allora “dimidia”, efficace nella cura dei disturbi epatici e renali : ”in agro stabiano aqua, quae vocatur dimidia, calculosis meder”, e Lucio Columella, famoso agronomo di origine spagnola, che nel suo “De re rustica” parla proprio delle “fontibus Stabiae celebres”. 04


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foto 1) Struttura Terme di Stabia foto 2) Piantina antica foto 3) Fontane

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leAcque Una Ricchezza Trasparente

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ella città di Castellammare di Stabia ci sono 28 fonti di acque minerali: 18 sono presenti all'interno delle Terme. Un prezioso dono della natura, concentrato in un bacino idrogeologico unico al mondo al centro del Golfo di Napoli, che ha impegnato molti studiosi in una ricerca rivolta a capire questa affascinante realtà e a scoprire i segreti di una natura prodiga e generosa. Esse sono divise in acque solforose,bicarbonato-calciche e medio minerali.

Utilizzate nella cura idropinica, sotto il diretto controllo del medico idrologo, risultano efficaci nelle alterazioni intestinali, nelle patologie epatiche e gastroenteriche. Hanno un elevato potere catartico. •Acqua Stabia c l o r u ra t o s o d i c a i p e r t o n i c a . •Acqua Muraglione clorurato sodica ipotonica. •Acqua Solfurea r i c c a d i i d r o g e n o s o l f o ra t o. •Acqua Solfurea Carbonica bicarbonato carbogassosa, ricca di acido carbonico.

ACQUE SOLFOROSE : •STABIA •MURAGLIONE •SOLFUREA (2) •SOLFUREA CARBONICA •SOLFUREA FERRATA

•Acqua Solfurea Ferrata bicarbonato carbogassosa, contenente sali di ferro ed idrogeno solforato.

Hanno una quantità di sali disciolti superiore ai 12 gr/litro. Sono acque che trovano vastissimo impiego terapeutico; il loro elevato grado solfidrometrico le rende efficacissime nella cura delle patologie delle vie respiratorie in forma cronica e in quelle dermatologiche.

ACQUE MEDIO MINERALI: •ACQUA DELLA MADONNA •ACQUA ACETOSELLA •ACQUA SAN GIACOMO Sono le acque meno mineralizzate e rientrano tra quelle mediominerali.

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tramandata da un frate del terzo ordine francescano, Tommaso Ricciardi da San Severino il quale, come lui stesso ci ha raccontato con una dettagliata descrizione, riuscì a guarire da una fastidiosa podagra bevendo a digiuno per diversi giorni l'acqua Pozzillo.

Ve n g o n o u t i l i z z a t e p e r u s o idropinico per il loro eccezionale potere diuretico e per gli ottimi risultati nei casi di calcolosi renale. Le qualità terapeutiche dell'acqua Acetosella sono ricordate da Plinio (I secolo a.C.) nella sua Naturalis Historia; già 19 secoli fa, dunque, quest'acqua si riteneva utile per la c u ra d e l l a c a l c o l o s i r e n a l e .

• Acqua Acidula bicarbonato calcica ipotonica lievemente acidula

ACQUE BICARBONATO CALCICHE: • MEDIA (3) • FERRATA (2) • MAGNESIACA (2) • POZZILLO • SAN VINCENZO (2) • ACIDULA La percentuale di sali disciolti in queste acque oscilla intorno ai 5 gr/litro. Trovano utilizzazione terapeutica soprattutto nella cura idropinica per le epatopatie croniche, gastroenteriche e nelle sofferenze renali. Queste acque vantano un uso secolare. Risale al 1743 la prima testimonianza storica che ci è stata

•Acqua Ferrata bicarbonato carbogassosa contenente sali di ferro •Acqua Magnesiaca clorurato sodica ipotonica •Acqua Media clorurato sodica ipotonica •Acqua Pozzillo medio minerale ipotonica clorurato sodica •Acqua San Vincenzo clorurato sodica ipotonica

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Immersi nel verde l l e Te r m e d i Stabia è possibile praticare la terapia termale anche di pomeriggio e godere di momenti di relax nel verde della pineta del Parco Idropinico, al cui interno gli ospiti troveranno ristorante, piano bar e piste da ballo per ritemprare il corpo e lo spirito, ed elevare il benessere psicofisico.

Le Terme si aprono anche all'esterno, ospitando mostre d'arte e manifestazioni che di sera trasformano l'atmosfera tranquilla del Laghetto dei Cigni in una vera occasione di mondanitĂ .

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Rassegne di teatro e cinema, feste e sfilate di moda, concerti di musica classica e napoletana, animano le serate al Parco, coinvolgendovi in un clima di festa e di vacanza che sarĂ il vostro ricordo delle Terme di Stabia.

Prestigiosi convegni nazionali ed internazionali hanno luogo nel Centro Congressi, la struttura congressuale delle Terme.

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1 foto 1-2-3-4-5) l’Interno del parco idropinico 09

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ilParco Idropinicoo


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iTrattamenti i trattamenti classici

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Va n n o b e v u t e a d i g i u n o i n determinata quantità e qualità, tranne l'Acqua della Madonna e l'Acetosella, che possono essere bevute anche durante i pasti.

n pochi altri posti al mondo è possibile trovare la varietà e la completezza delle cure termali che si praticano alle Terme di Stabia.

Fango Balneo Massoterapia

Le cure termali che si eseguono allo stabilimento sulla collina del Solaro non sono solo di tipo curativo ma anche preventivo e riabilitativo, grazie al supporto di medici specialisti in idrologia, otorinolaringoiatria, ginecologia, broncopneumologia, dermatologia, fisiatria e medicina dello sport.

La fangobalneoterapia, a cui si associa spesso la massoterapia, costituisce senz'altro il mezzo crenoterapeutico più opportuno nelle patologie dell'apparato locomotore ed in alcune patologie del ricambio. Il bagno termale delle Terme di Stabia è costituito dalla confluenza delle 18 sorgenti di acque, per cui in esso sono disciolti preziosi minerali in tracce, che fungono da veri e propri catalizzatori e regolatori di molti processi vitali indispensabili al normale funzionamento del nostro metabolismo. Tra essi: lo zolfo, il ferro, il magnesio, il sodio, il calcio, il cloro. La fangobalneoterapia trova il suo maggiore impiego nelle seguenti patologie: artrosi, reumatismo psoriasico, postumi di fratture, periartriti, borsiti, gotta e condrocalcinosi.

Terapie Idropiniche Come bibita tali acque si impiegano nelle gastro duodeniti, nelle ulcere non secretive, nelle colecistopatie croniche (con e senza calcoli), nelle epatopatie croniche, nella stipsi, nell'alterazione del metabolismo dei grassi, nel diabete, nelle anemie sideropeniche, nelle malattie della pelle, nella gotta, nella renella, nelle infezioni croniche delle vie urinarie.

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foto 1) Le fontane all’interno della struttura 10


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foto 2) Fangoterapia viso fase 1 foto 3) Fangoterapia viso fase 2 foto 4) Fangoterapia viso fase 3 foto 5) Fangoterapia corpo 11


INALAZIONI - AEROSOLTERAPIA VENTILAZIONE POLMONARE

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e cure inalatorie s o n o eseguite con acqua solfurea che rafforza la resistenza agli agenti infettivi ed ha un effetto fluidificante. I l r e p a r t o o t o r i n o, inoltre, si avvale di moderni strumenti per l’esecuzione di esami audiometrici ed impedenzometrici per la diagnosi di sordità

rinogena. Nel centro per la prevenzione, cura e riabilitazione delle broncopneumopatie sono a disposizione i più avanzati sistemi diagnostici e terapeutici come: lo spirometro, l’emogasanalizzatore, i lettini per il drenaggio posturale, la palestra per la ginnastica respiratoria, che ne fanno uno dei fiori all’occhiello della

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struttura. L e Te r m e d i S t a b i a offrono un mezzo in più per raggiungere le risposte più adeguate nel trattamento di: riniti allergiche e croniche, faringiti, laringiti, otiti catarrali e sinusiti, e per aiutare il paziente con trattamenti “delicati” atti a migliorare i sintomi di bronchiti croniche, asma bronchiale, enfisema polmonare, silicosi e asbestosi.


IRRIGAZIONI E FANGHI VAGINALI

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e irrigazioni sono indicate in molti disturbi della sfera genitale femminile, aiutano a ripristinare la funzionalitĂ ovarica e migliorano la sintomatologia dolorosa durante il ciclo. Sono eseguite con acqua solfurea che determina un'azione antiflogistica. I fanghi invece sono indicati nelle infiammazioni ovariche e nelle congestioni tubariche.

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BAGNI SOLFUREI

ono indicati nella psoriasi, nell'eczema, nella d e r m a t i t e seborroica, nella dermatite atopica, nell'acne, nelle dermatiti pruriginose e in altre patologie dermatologiche. Lo zolfo contenuto nelle acque solfuree determina un'azione antiparassitaria, antiflogistica, antipruriginosa e riparatrice. 13


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centroBenessere Il Centro Benessere Il benessere e la bellezza: dall'acqua attraverso l'acqua

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Appena si giunge al Centro Benessere delle Terme di Stabia, si r e s p i ra s u b i t o q u e l l ' a r i a d i affidabilità, data da un'azienda, che sin dal 1833 ha fatto della cura del corpo una missione.

I bagni minerali, gli idromassaggi, i fanghi ed i vapori, arricchiscono la pelle dei preziosi minerali disciolti nelle acque delle Terme di Stabia, uniche al mondo per ricchezza e varietà. Il Centro Benessere inoltre, ha affiancato ai tradizionali benefici delle acque, le migliori terapie dermatologiche ed estetiche, tutte effettuate con l'assistenza di uno staff di medici specialistici.

Grazie ad un ambiente moderno e raffinato, il Centro Benessere offre un oasi di relax ai visitatori che, affidandosi alle cure di uno staff preparato e selezionato, ritrovano benessere nel corpo e nella mente. l Centro Benessere si estende su 1800 mq. di spazio panoramico ed è equipaggiato con le più moderne attrezzature. Esso rappresenta la naturale risposta ai bisogni di salute e bellezza della clientela, anche di quella più esigente, grazie alla sua capacità di sviluppare e potenziare l'efficacia congiunta delle acque minerali delle Terme e delle più moderne applicazioni estetiche.

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programmi personalizzati di fitness e fototerapia, massaggi shiatsu e stretching compongono un insieme di trattamenti che fanno del Centro Benessere delle Terme di Stabia un rilassante ed irrinunciabile appuntamento di salute. 14


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foto 1-2-3-4) la Palestra del centro foto 5) Sauna foto 6) Massaggi foto 7) Solarium 15

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I percorsi in acqua un ambiente nuovo all'interno delle terme

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colori e l' atmosfera opportunamente combinati, donano a questo spazio, collegato con un ascensore direttamente al Centro Benessere, situato a piano terra del complesso termale, un tocco di energia vitale, dove l'ospite ha la possibilità, tra un percorso KNAIPP e un idromassaggio collettivo, di ritrovare se stesso in mezzo agli altri nell'acqua termale. N a t u ra l m e n t e g i o c a u n r u o l o fondamentale l'acqua termale, elemento principe per evocare un senso di benessere attraverso tre momenti: la piscina con idromassaggio collettivo con acqua termale a 36°C è un punto di forza, permette la socializzazione attraverso un'azione rilassante e curativa; la cascata termale massaggia

avvolgendo la cervicale e le spalle in un abbraccio caloroso; il percorso KNAIPP (vascolare) che col suo camminamento tra acque calde 36°C e fredde 20°C, determina un contrasto salutare per la circolazione arteriosa e venosa periferica, tonificando tutto l'organismo.

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centroIdrovascolare


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centroMedicina Sportiva Nello Sport tra TERME e BENESSERE

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l nuovo programma del Centro di Medicina dello Sport delle Terme di Stabia, nasce dalla esperienza maturata in anni di attività e dalla ferma volontà di migliorare le condizioni sanitarie del mondo dello sport e al tempo stesso di avvicinarlo alla realtà termale. Questo non è un punto di arrivo, ma un momento di crescita che non può prescindere dalla fattiva collaborazione di tutte le componenti sociali e degli addetti ai lavori per valorizzare la funzione preventiva, di assistenza e di sviluppo culturale medico-sportiva. Inoltre si vuole soprattutto far conoscere ai giovani e agli anziani l’efficacia ed i benefici delle Terme di Stabia nel settore della Medicina Sportiva e della rieducazione motoria e funzionale. Numerosi sono ormai gli atleti che scelgono le cure termali per il recupero nelle traumatologie o per il miglioramento della performance sportiva. Il rapporto tra Terme e Sport e le possibilità di cura, di benessere e di recupero funzionale, saranno l’obbiettivo primario del Centro di Medicina dello Sport delle Terme di Stabia, il cui impegno ed attività scientifica d’avanguardia auspicano di poter rappresentare un punto di riferimento su tutto il territorio sia regionale che nazionale.

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centroMedicina Sportiva Le Attività •Visita d’idoneità medico-sportiva (con certificazione e stesura del libretto sanitario regionale). •Valutazione attitudinale con programmi di a l l e n a m e n t o , d i e t a e d i n t e g ra z i o n e personalizzata. •Assistenza multispecialistica per atlopatie con p r o t o c o l l i t e ra p e u t i c i d ’ ava n g u a r d i a . •Recupero funzionale per gli anziani e training personalizzati. •Incontri culturali con atleti e operatori sportivi per lo sviluppo di temi inerenti le problematiche del mondo dello Sport. •Recupero funzionale per atleti di alta competitività con strategie, tecniche innovative e personalizzate.

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Il Primato dei Trattamenti FISIOKINESITERAPEUTICI

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uando si parla del Centro di Fisiokinesiterapia delle Terme di Stabia, si parla di una tra le strutture piĂš attrezzate della nostra regione. Nelle nostre palestre trovano risposte le varie esigenze che richiedono la riabilitazione motoria; la professionalitĂ dello staff dei nostri operatori che, dall'alto della loro esperienza, riescono a trovare le soluzioni adatte ai problemi riscontrati nei pazienti, in un ambiente ideale per il trattamento di molte patologie, tanto da rendere il Centro un sicuro riferimento terapeutico. Le Terme di Stabia offrono, infatti, programmi personalizzati di terapia fisica e riabilitazione, modulabili secondo le etĂ e le esigenze degli utenti. Supervisionate da un'equipe medico-specialistica, le cure fisiokinesiterapiche sono praticate con macchinari e tecniche avanzate, in ambienti costantemente monitorati per igiene e qualitĂ dei servizi. Il Centro permette lo svolgimento d i c u r e p e r l e va r i e f o r m e p a t o l o g i c h e d e l l ' a p p a ra t o d i locomozione. Radarterapia, ionoforesiterapia, idrogalvanoterapia, in un connubbio che resta esclusivo della nostra struttura termale, sono i mezzi di cura che spesso si associano efficacemente ai fanghi e ai bagni, ed in generale ai trattamenti termali. 21

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centroFisiokinesi Terapia



Dalle acque Termali il benessere per tutto il corpo

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onisse è una linea cosmetica termale unica, particolare, i cui prodotti sono frutto di una ricerca cosmetologica basata sulle virtù delle acque termali delle Terme di Stabia e sulla delicatezza dei principi attivi naturali utilizzati.

zazione del tessuto cutaneo, troviamo emulsioni e creme dalla texture leggera e delicata, fresche maschere di bellezza, fanghi termali, acque fresche e profumate ricche di concentrati vitali, fitoestratti esclusivi dedicati, vitamine dermoattive, concentrati termali e marini, preziosi olii vegetali, essenze naturali dall’aroma inconfondibile e dalla funzionalità testata, sieri concentrati, liposomati, concepiti per contrastare in maniera intensiva i diversi inestetismi, ideali per l’uso professionale, ottimi e unici per il trattamento domiciliare.

L e s o s t a n z e , a c c u ra t a m e n t e selezionate, sono ricche di estratti vegetali, marini e termali concentrati, dalla comprovata efficacia e funzionalità, rispondenti alle più severe normative europee. Sono prive di componenti comedogeniche, di alcool, di coloranti artificiali, di alti dosaggi di conservanti, perchè volutamente prodotti in lotti contenuti, in modo da rendere bassissimi i tempi di stoccaggio, garantendone l’efficacia e la funzionalità della parte attiva, evitandone nel tempo il naturale degrado.

Prodotti specifici e mirati per far avverare il sogno di ogni persona: mantenere il proprio corpo e il proprio viso sempre bello e giovane, con una pelle più tonica, più levigata, più luminosa.

Dalla detersione, alla tonificazione, dall’idratazione alla rinormaliz-

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la lineacosmetica Monisse


Come accedere alle Terme attraverso il S.S.N. Alle cure termali si accede con la prescrizione del proprio medico curante o di uno specialista su ricettario ASL. La ricetta deve essere completa in tutte le sue parti ed in particolare non deve mancare la diagnosi. Tale ricetta, che non necessita di convalida della ASL, è valida per tutto l’anno su tutto il territorio italiano. Secondo le normative attualmente in vigore ogni assistito del S.S.N. può usufruire della prescrizione, in regime di convenzione, di una sola cura termale all’anno.

Dove siamo

Distanze da Castellammare di Stabia Roma A2 - 228 Km Bari A16 - 247 Km Napoli A3 - 28 Km Salerno A3 - 25 Km 24

Positano - 27 Km Ravello - 20 Km Amalfi - 32 Km Vico Equense - 9 Km

Sorrento - 20 Km Pompei - 7 Km Vesuvio - 15 Km Capri - 12 Km


Come Muoversi in treno Trenitalia offre collegamenti direttamente con la stazione di Castellammare di Stabia Tel. 892021 • www.trenitalia.it I treni della Circumvesuviana collegano C/mare di Stabia con Napoli e Sorrento Numero Verde 800 053939 • Tel. 081.772.24.44 www.vesuviana.it in bus I pullman della SITA collegano Napoli e Salerno con Pompei e C/mare di Stabia Tel. 199.730.749 • www.sita-on-line.it in auto Il principale collegamento autostradale è la A3 Napoli Salerno - Reggio Calabria in nave Il Metrò del mare collega le principali città della costa Campana a Castellammare di Stabia. Tel. 199.600.700 • www.metrodelmare.com

Informazioni REGIONE CAMPANIA • Assessorato al Turismo e ai Beni Culturali Centro direzionale is. C/5 - Napoli • www.turismoregionecampania.it •Numero Verde dall’Italia e dai cellulari 800 22 33 66 •Tel. ed e-mail per gli operatori turistici +39 081.9633716 infotrade@regione.campania.it ENTE PROVINCIALE PER IL TURISMO DI NAPOLI Piazza dei Martiri, 58 • Tel. 081.4107211 • www.eptnapoli.info AZIENDA AUTONOMA DI CURA SOGGIORNO E TURISMO DI CASTELLAMMARE DI STABIA Piazza G.Matteotti • Tel. 081.8711334 • www.stabiatourism.it AZIENDA AUTONOMA DI CURA SOGGIORNO E TURISMO DI POMPEI Via Sacra, 1 • Tel. 081.8507255 • www.pompeiturismo.it

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iComuni

Cenni storici

Castellammare di Stabia

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astellammare di Stabia « ..a pochi passi da Emma, un gentiluomo in abito blu parlava dell'Italia con una giovane fanciulla pallida ingioiellata di perle. Magnificavano l'imponenza del colonnato di San Pietro, Tivoli, il Vesuvio, Castellammare e le casine, le rose di Genova e il Colosseo al chiaro di luna. »(Gustave Flaubert in Madame Bovary)

Diverse sono state le dominazioni come quella dei sanniti seguite poi dagli Etruschi e dai Greci: il nome di questo insediamento era Stabiae. La Cattedrale di Castellammare sita in piazza Quartuccio, risale al 1587. All'interno si possono ammirare tele di Giuseppe Bonito e Nunzio Rossi. Oltre alla cappella dedicata alla Vergine di Lourdes, ve ne una che ospita il corpo di Gesù deposto nel sepolcro e la cappella del Santissimo Sacramento, dedicata alle vittime delle guerre. Ogni anno, durante il periodo natalizio, viene allestito un presepe con statue ad altezza naturale. Stabiae, l'odierna Castellammare di Stabia, fu una delle mete preferite dai patrizi romani, tanto che il suo territorio fu costellato di numerose ville residenziali. Dal 1950 due ville, Villa San Marco e Villa Arianna, furono riportate parzialmente alla luce. Vero orgoglio della città è il cantiere navale che ne ha solcato a lungo la storia e l’economia. È qui, ad esempio, che sono state costruite la nave scuola Amerigo Vespucci, gli incrociatori San Marco, il Duilio la Vittorio Veneto e il cacciatorpediniere Ardito. Oggi i cantieri navali di proprietà Fincantieri sono ambasciatori di tecnologia e di design, di capacità ingegneristiche e di creatività. Fincantieri è partner di alcune tra le principali aziende del settore difesa nell’ambito di programmi internazionali. Tra le cooperazioni più recenti quella con il German Submarine Consortium per la realizzazione di sommergibili per le Marine Tedesca ed Italiana.

Castellammare di Stabia è un comune della Campania, in provincia di Napoli. Con una popolazione di c.a. 65.000 è il nono comune più abitato della Campania. Castellammare di Stabia è un centro con una notevole vocazione turistica, dovuta sia all'archeologia, sia agli stabilimenti termali, tanto da essere definita Metropoli delle acque, dei climi e del mare. Oltre alla tradizione turistica, sviluppata anche l'industria con la presenza dei più antichi cantieri navali italiani. La città di Castellammare di Stabia è situata in una insenatura del golfo di Napoli, di fronte al Vesuvio, ai piedi del Monte Faito e all'inizio della penisola sorrentina. Le origini di Castellammare di Stabia si perdono nella notte dei tempi e sono ancora incerte, anche se alcuni ritrovamenti documentano che la zona era già abitata a partire dal VIII secolo a.C.. Data la sua favorevole posizione sul mare, in una zona ricca di acque e con pianure fertili di origine vulcanica, i primi insediamenti si andarono sviluppando in quella che oggi è conosciuta come la collina di Varano, all'epoca uno sperone a picco sul mare poichè la piana dove oggi sorge l'attuale città era ancora in parte sommersa dal mare e la sottile linea costiera presente era molto più esposta alle incursioni nemiche.

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Castellammare di Stabia

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5 foto 1) Veduta panoramica di Castellammare di Stabia foto 2) Cassa Armonica situata nella villa comunale foto 3) Particolare Affresco Villa Arianna foto 4) Castello Medioevale sito sulla panoramica di Castellammare foto 5) Dipinto della Reggia di Quisisana foto 6) Piantina del golfo foto 7) Domenica del Corriere (Varo dell'Incrociatore San Marco 1908) foto 6) Funicolare per Monte Faito

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Castellammare di Stabia Castellammare di Stabia viene chiamata la "Città delle Acque" per il suo patrimonio idrologico costituito da ben 28 sorgenti di acque minerali differenti, 2 di queste acque vengono imbottibigliete, l'Acqua della Madonna e l'Acqua Acetosella che sono le più note e apprezzate già da Plinio il Vecchio che le consigliava ai sofferenti di 'Calculosis'. Il castello medioevale di Castellammare di Stabia, che si trova lungo la statale sorrentina, venne costruito dai sorrentini per difendere il proprio ducato, sulla collina che sovrasta la città stabiese. Grande importanza nella storia di Castellammare di Stabia ha il castello, poiché è proprio da questo che la città prende il nome: solitamente, secondo tradizione, si dice che il mare, in tempi remoti, arrivava fino al castello. In realtà questo aveva una cinta muraria che si originava dal complesso centrale per

scendere giù per la collina fino alla zona dove oggi si trova la chiesa di Portosalvo, dove terminava con una torre, ed è in questo punto che il mare incontra il castello: da qui il nome di "Castello a mare". Altro edificio storico è la Reggia di Quisisana che risale all’età sveva. E’ stata sede reale fino all’Unità d’Italia, ed usata come dimora estiva dei Borboni. Passata in proprietà al Comune di Castellammare di Stabia nel 1879, dagli anni ’30 fu destinato ad albergo di lusso fino alla fine degli anni ’60. Oggi la Reggia è completamente restaurata ed è possibile visitarla. Nell'Antiquarium Stabiano o Museo Archeologico vengono raccolti tutti i reperti provenienti dagli scavi dell'antica Stabiae. Nella Villa Comunale accanto allo storico Caffè Napoli fu costruita la Cassarmonica, uno dei migliori esempi di padiglione musicale in stile Moresco.

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Fu realizzata dalla ditta Minieri di Napoli, su progetto dell'architetto Eugenio Cosenza. Inaugurata il 28 aprile 1900. Nel corso degli anni ha subito diversi restauri sino al definitivo nel 2004. La cassarmonica ospita oggi vari concerti e manifestazioni culturali.

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Castellammare di Stabia Il Monte Faito è alto 1131 metri ed è una stazione turistica raggiungibile con la funivia in 7 min. da Castellammare di Stabia e in auto dal versante di Vico Equense, fa parte dei Monti Lattari, gruppo montuoso del Preappennino campano e costituisce la dorsale della Penisola Sorrentina, dalla sella di Cava de' Tirreni all'estremità meridionale di punta Campanella. Un'ottima passeggiata è la Villa Comunale o Lungomare. La festa cittadina più emozionante è la Festa di San Catello, Santo Patrono della città, il 19 gennaio solo religiosa e la seconda domenica di maggio religiosa e civile. Le specialità culinarie, oltre alla rinomata cucina napoletana sono i Biscotti di Castellammare, Tarallini dolci, Provolone del Monaco, Pasta e fagioli del Monaco, Impepata di cozze dell'Acqua della Madonna, Miele della Madonna della Libera, Casatiello dolce, Carciofo di Schito, Caponate. Nella città si svolgono numerosi eventi sportivi come il giro d’Italia in vela, campionati di calcio giovanili, basket, palla a volo, rugby e varie maratone. www.comune.castellammare-di-stabia.napoli.it

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Pompei

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orge su un altopiano di formazione vulcanica, sul versante meridionale del Vesuvio, a circa 30 metri sul livello del mare in una suggestiva posizione, decantata in epoca romana anche da Seneca. La popolazione che fondò Pompei era sicuramente osca, ma è dubbio se il nome stesso della città derivi dal greco o dall'osco. La fortuna della città fu sin dall'inizio legata alla sua posizione vicino al mare, che la rendeva il porto dei centri dell'entroterra campano, in concorrenza con le città greche della costa. Naturalmente l'osca Pompei non poteva sottrarsi all'influenza greca, che si estendeva nel golfo di Napoli fino alla penisola sorrentina, includendo anche le isole di Capri e Ischia. Pompei dovette subire notevoli trsformazioni urbanistiche ed architettoniche, nel compiere le quali i Sanniti non riuscirono a prescindere dall'influenza greca. Finalmente, nel II secolo a.C. col dominio di Roma sul Mediterraneo, che facilitò la circolazione delle merci, la città conobbe un periodo di grande crescita a livello economico, soprattutto attraverso la produzione e l'esportazione di vino e olio.

Questo stato di benessere si riflette in un notevolissimo sviluppo dell'edilizia pubblica e privata: furono realizzati in questo periodo il Tempio di Giove e la Basilica nell'area del Foro, mentre a livello privato una dimora signorile come la Casa del Fauno compete con queste per grandezza e magnificenza. La situazione economica restò florida per molto tempo e furono creati nuovi importanti edifici pubblici, come l'Anfiteatro e l'Odeon. L'età imperiale si apre con l'ingresso a Pompei di nuove famiglie filoaugustee. Sono una chiara rappresentanza di questo tempo l'Edificio di Eumachia e il Tempio della Fortuna Augusta. Nel 62 d.C. un disastroso terremoto provocò gravissimi danni agli edifici della città; gli anni successivi furono impiegati nell'imponente opera di ristrutturazione, ancora in atto al momento della fatale eruzione del Vesuvio del 24 agosto del 79 d.C., quando Po m p e i f u s e p p e l l i t a completamente e definitivamente da una fitta pioggia di lapilli. Pompei si estendeva su quasi 64 ettari e la sua popolazione era di circa 20.000 abitanti. La planimetria della città dalla regolarità geometrica venne fondamentalmente derivata dall'architetto e

urbanista greco Ippodamo di Mileto. Ma la planimetria di Pompei non si conforma alla rigida disposizione secondo angoli retti, e gli isolati non hanno dimensioni costanti che distinguevano, in genere, le opere di Ippodamo. Tuttavia, nonostante la carenza di esattezza, Pompei costituisce il primo esempio di pianificazione urbana sistematica in Italia. Architetti, progettisti e costruttori ebbero il loro momento più felice al tempo di Nerone, come conseguenza del terremoto del 62 d.C. Infatti, durante gli ultimi diciassette anni della vita della città essi furono chiamati, non solo ad ampliare la zona di Pompei, ma anche a ricostruire i numerosi edifici che il terremoto aveva distrutto o danneggiato. Tuttavia ciò prese molto tempo ed i costruttori non portarono a termine il loro lavoro; i grandiosi progetti per la ricostruzione degli edifici pubblici in molti casi non erano stati neanche avviati quando l'eruzione vesuviana del 79 d.C. ne provocarono la cancellazione totale. Nei visitatori desta sempre sorpresa lo scoprire come fossero anguste la maggior parte delle strade dell'epoca. 1

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Cenni storici


Pompei

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foto 1) Veduta panoramica della piazza di Pompei foto 2) Santuario foto 3) l’interno degli scavi foto 4) Affresco foto 5) l’interno degli scavi 32


Pompei A Pompei esse erano larghe 2.4 o 3.6 o 4.5 metri, e la più ampia di tutte misurava poco più di sette metri. Su ambodue i lati delle strade principali vi erano zone sopraelevate (marciapiedi) ma, poiché nel mezzo vi erano acque di scolo, si disponevano tra di esse grosse pietre per permettere ai pedoni di passare da un lato all'altro della strada. In molti incroci si incontrano delle fontane decorate con pietre scolpite sormontanti la vasca rettangolare di pietra. Le fontane, come pure n u m e r o s i e d i f i c i , e ra n o alimentate da tubazioni di piombo disposte sotto i marciapiedi e che prendevano l'acqua da grosse cisterne, posizionate sulle colline circostanti, per mezzo di un acquedotto che cominciava da Serino, nei pressi dell'odierna Avellino, a 26 chilometri nell'entroterra. Le mura di Pompei rappresentano uno dei più

importanti sistemi di fortificazione di città italica preromana che siano giunti fino a noi. In esse si notano non meno di quattro fasi di costruzione. Nel corso del II cesolo a.C. le difese vennero ulteriormente rinforzate e alla fine, verso il 100, furono aggiunte dodici torri. Pompei aveva sette porte, cinque delle quali comunicavano con importanti strade esterne. Subito fuori le mura si estendevano grandi aree principalmente adibite a cimiteri, dal momento che le sepolture e le cremazioni erano proibite all'interno della città. I rapporti tra i vivi ed i morti erano molto intimi; alcune delle tombe più grandi erano dotate di sala da pranzo e perfino di cucina per i banchetti annuali previsti nel testamento di coloro che vi erano sepolti. www.comune.pompei.na.it

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foto 6) l’interno degli scavi 33



Gragnano

E’

un comune di c.a. 28.000 abitanti della provincia di Napoli situato ai piedi dei Monti Lattari. È famoso a livello mondiale per la gastronomia in quanto a Gragnano, da sempre, è associata la produzione della pasta che si fa risalire alla seconda metà del 1500. A Gragnano, infatti, venivano e vengono prodotti i famosi "maccheroni", prima a livello familiare, poi industriale come testimoniano i pastifici di lunga tradizione ivi presenti. Gragnano è inoltre famosa per la produzione di latticini tra i quali il provolone del monaco, simbolo della gastronomia campana oltre che napoletana. Va citato, inoltre, il famoso vino di Gragnano, simbolo anch'esso delle antiche tradizioni di questi luoghi. Ma Gragnano non ha una storia antica solo per la gastronomia. Sul territorio sono presenti mura di cinta, cinque torri e due porte che testimoniano l'antichità di questa città. È presente anche l'unico arco napoleonico di tutta la Campania, sito in via Quarantola. Da visitare il famoso artistico presepe situato nella valle dei mulini, la chiesa di Santa Maria Assunta, ex sede dell'arcipretura ove è conservata un'antica scultura romanica, la Chiesa della Madonna del Carmine,

la chiesa del Corpus Domini e la Chiesa di San Giovanni Battista, conosciuta anche come chiesa di San Sebastiano. La produzione della pasta, in particolare dei "maccaroni", che ha reso f a m o s a G ra g n a n o n e l mondo, risale alla fine del XVI secolo quando compaiono i primi pastifici a conduzione familiare. La produzione dei maccaroni diventò veramente importante solo a partire dalla metà del XVII secolo quando la maggior parte dei gragnanesi si dedicò alla produzione della pasta. La produzione dell' "oro bianco" e ra e d è f avo r i t a d a particolari condizioni climatiche, come una leggera aria umida che permette la lenta essiccazione della pasta. L'industria pastaia venne aiutata da ben 30 mulini ad acqua, i ruderi di alcuni di questi si possono ammirare nella "valle dei mulini". L'epoca d'oro della pasta di Gragnano è l'Ottocento. In questo secolo sorsero grandi pastifici lungo Via Roma e P i a z z a Tr i v i o n e c h e diventarono così il centro di Gragnano. I pastifici infatti esponevano i maccheroni ad essiccare proprio in queste strade.

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Dopo il 1861 i pastifici gragnanesi si aprirono ai mercati di città come Torino, Firenze e Milano. La produzione della pasta raggiunse quindi l'apice. Gragnano ottenne l'apertura di una stazione ferroviaria per l'esportazione dei maccheroni, che collegava Gragnano a Napoli e quindi all'intero Paese. Il 12 maggio 1885, all'inaugurazione erano presenti il re Umberto I e sua moglie, la regina Margherita di Savoia. Successivamente i pastifici si ammodernarono. Arrivò l'energia elettrica e con questa i moderni macchinari che sostituirono gli antichi torchi azionati a mano. Il Novecento fu però un secolo difficile per la città della pasta. Le due Guerre Mondiali fecero entrare in crisi la produzione della pasta gragnanese che nel dopoguerra dovette affrontare la concorrenza dei grandi pastifici del Nord Italia. Il terremoto del 1980 aggravò la situazione e ridusse il numero di pastifici a soli 8 unità. Oggi Gragnano continua a essere la città della pasta, i pastifici puntano ad una produzione di qualità e propongo itinerari turistici alla scoperta della produzione di quella pasta che ha reso Gragnano famosa in tutto il mondo. www.gragnano.asmenet.it

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Cenni storici



Gragnano

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foto 1) Valle dei Mulini foto 2) Chiesa a Piazza Aubry foto 3) Antico Presepe foto 4-5-6-7) Alcuni dei prodotti tipici di Gragnano 37

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MONTI LATTARI PIMONTE

Cenni storici 1

E’

un comune di c.a. 6000 abitanti. Il nome deriva dal latino "apud montes" che significa "presso i monti". Il territorio è collinare, delimitato dai monti Lattari a sud, a est dal monte Pendolo e a nord-est il Vesuvio ed il meraviglioso panorama del golfo di Napoli. Il paese è situato lungo la via che dall'agro stabiese (Castellammare di Stabia, Gragnano, Pompei) porta alla costiera amalfitana (Amalfi, Positano). Pimonte, veniva chiamato “LOCUS QUI APUD MONTES”; col susseguirsi degli anni questo piccolo borgo ebbe un continuo cambiamento nel nome fino a quando si tramutò in PIMONTE la cui etimologia è “AI PIEDI DEL MONTE S. ANGELO". Questo monte a “tre pizzi”, alto 1444 m, prende il nome da una leggenda che narra dell’apparizione dell’Arcangelo Michele ai Santi Antonino e Catello, rifugiatisi su queste vette a causa di una invasione longobarda. Prodotti caseari derivati dal latte vaccino locale, conosciuto già dai romani da cui presero nome i monti Lattari (mozzarelle, provoloni, ricotte), salumi tipici (salami, “cap e cuoll”, pancette, salsicce), olio autoctono, frutta e ortaggi vari (fagioli, pomodori, olive, pesche, noci, fichi, uva),possono essere gustati in svariati ristorantini e agriturismi, in un clima fresco e in ambienti tranquilli.

foto 1) Castello medioevale di Lettere

LETTERE

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ollina coronata dagli imponenti monti Lattari, Lettere è situata tra il golfo di Salerno e di Napoli, nel verde degli ulivi, castagni, ontani, carpine, frassino, tantissimi pergolati e alberi da frutta. E’ solcata da gole profonde, da balzi e valli, pianori e da piccoli corsi di acqua sorgiva che scendono verso Gragnano e abbeverano lungo il percorso il gregge che vi pascola abbondante. Lettere attrae, oggi come ieri. Paese di c.a. 6000 abitanti, è una balconata aperta sul mare di Stabia e di Napoli, dove il turista si inebria di serenità, di scenari immensi, respira aria buona, pulita; sorseggia un buon bicchiere di vino e gusta prodotti naturali: ortaggi, olii, prodotti caseari e carni da cortile, privilegio di pochi. Lettere è un paese luminoso, ai cui piedi si estende la pianura punteggiata da paesi circondati da un immenso polmone di verde. A sinistra Stabia, ai piedi del Faito; in lontananza il Golfo di Napoli; di rimpetto il Vesuvio; sullo sfondo le famose isole di Capri, Ischia e Procida; il colore azzurro-argenteo del mare si confonde con il celeste pallido del cielo al punto che all'orizzonte sembra che si confondano senza soluzione di continuità. I tramonti estivi sono uno spettacolo di rara bellezza: un bagliore di fuoco incendia l'orizzonte del mare napoletano. A notte inoltrata la volta celeste si confonde con la pianura punteggiata di stelle. Mille e mille luci avvolgono abitazioni, strade e piazze. Nella immensa pianura, al centro, risplende il campanile della Basilica di Pompei, centro di riferimento e di richiamo cristiano.

www.comune.pimonte.na.it 1

foto 1) Veduta panoramica da Pimonte 38

www.asmenet.it/lettere


AGEROLA

CASOLA DI NAPOLI

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u abitata sicuramente sin da tempi antichissimi, altopiano naturale dei Monti Lattari, gode di buon terreno, ben diversamente dai paesi ai suoi piedi, brulli e rocciosi. Le prove accertate di abitazioni risalgono al periodo preromano. Agerola era già nota allo storico Galeno per la produzione di "Latte molto salutare" che in questa località si produceva. Il nome di Agerola probabilmente deriva dal latino "ager", che significa campo di t e r r e n o c o l t i va t o e c i o è t e r m i n e strettamente legato alle sue origini. La storia di Agerola è legata a quella della Costiera Amalfitana, infatti era territorio appartenente alla Repubblica di Amalfi e con essa divise gloria e periodi bui; inoltre, Agerola, fitta di boschi era un ottima fonte di legname per costruire le imbarcazioni della flotta amalfitana e forniva i suoi prodotti alimentari ed artigianali a tutta la Costiera. Nel 1880 fu costruita la strada attuale che collega Agerola con la vicina Castellammare di Stabia. Attualmente Agerola, soprannominata "La Piccola Svizzera" per il paesaggio gradevolmente montano, per gli edifici costruiti con gusto e l'ammirevole ordine delle strade è meta ambita di turisti in cerca di aria e cibi genuini, il clima di montagna ed il vicino mare di Amalfi, donano al turista un connubio ideale di vacanza moderata, dove si può godere del fresco naturale dovuto all'altitudine. Agerola è attrezzata ad accogliere il turista con gli agriturismi e ristorantini che sono in ogni angolo del paese, dove si offrono prodotti locali genuini. Ad Agerola inoltre si producono ottimi latticini, salumi, carni che forniscono tutta la zona costiera. Tra le particolarità possiamo trovare alcune distillerie artigianali che producono liquori a base di frutti di bosco e limoncello.

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foto 1) Borgo di Casola di Napoli

I

primi insediamenti si fanno risalire all'epoca romana. Agli inizi del XV secolo la città apparteneva a Lettere sotto il regno di Ladislao D'Angiò Duratto, e lo è stata fino al 1885, anno in cui è diventata Comune. Il Centro abitato presenta numerosi edifici storici di diversi elementi costitutivi. Edifici a corti contigue, edifici isolati con androne, cortile e scale esterne. Per celebrare il patrono, Sant'Antonio da Padova, nel mese di Luglio la città vive un momento di grande aggregazione. La festa, che dura un'intera settimana, si apre con una processione del Santo attraverso le strade cittadine. La manifestazione propone al pubblico un ricco ventaglio di prodotti tipici quali il vino e l'olio locali e prodotti dei contadini della zona come il pane cotto nei forni a fascine, insaccati e salumi. La sagra avviene nei casali presenti sul territorio, in modo da poter ricreare lo scenario tipico del paese dei primi decenni del Novecento, quando l'uccisione del maiale era un momento di festa e di aggregazione sociale. l l p a e s e c o n s e r va l a t ra d i z i o n a l e distribuzione del pane benedetto in occasione della festa di Sant'Antonio da Padova, patrono della città.

www.agerola.asmenet.it

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www.casoladinapoli.asmenet.it

foto 1) Veduta panoramica di Agerola 39

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MONTI LATTARI


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Cenni storici

SANTA MARIA LA CARITA’

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stituito nel 1978, il Comune di Santa Maria la Carità (ex frazione di Gragnano), racchiude sul suo territorio testimonianze archeologiche importantissime risalenti all’VIII sec. a.C. Il territorio di Santa Maria l a C a r i t à a p p a r t e n e va a n t i c a m e n t e a l l ’A g e r Stabianus. La storia di Santa Maria la Carità si contraddistingue per secoli di invasioni, dominazioni, dall’insediamento dei Sanniti nel 500 a.C. all’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Intorno al X sec. d.C. sorsero delle torri di avvistamento per difendersi dalle continue incursioni saracene che volevano conquistare Amalfi passando dai Monti Lattari. Una di queste torri -

probabilmente edificata dai Longobardi – rappresenta oggi il campanile della Chiesa di Maria SS. della Carità. Oggi Santa Maria la Carità è una realtà che tiene conto del suo passato quale presupposto per tutelare e promuovere le proprie peculiarità culturali, folcloristiche e gastronomiche. Tra le tante Associazioni di volontariato presenti, spicca l’Associazione Pro Loco protagonista di un’ animazione estiva, capace di coinvolgere l’intera città nel tanto atteso “Luglio Sammaritano”. In questo caldo mese il Comune di Santa Maria la Carità, si divide in cinque contrade che si sfidano in diverse gare (corteo storico medioevale, palio del ciuccio, a “ 'jucata

ca' palla e pezz' ”, tiro alla fune e la giostra) per conquistare l’ambito premio di “Contrada dell’anno”. Una delle attività più caratteristiche è senz’altro lo storico Palio del Ciuccio, che consiste in una gara non agonistica tra “ciucci montati a pelo”, i cui obiettivi, oltre al divertimento ed alla promozione del territorio, sono sintetizzabili nel tentativo di salvaguardare dall’estinzione una specie animale a rischio (il miccio amiatino). Il tutto non perdendo di vista un elemento al quale la città è legata: la campagna. Da sempre fonte di ricchezza e sostentamento, che ancora oggi rappresenta il motore principale dell’economia locale, seppur rinnovatasi e al passo coi tempi.

www.santamarialacarita.asmenet.it 2

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foto 1) Palio del ciuccio foto 2) Chiesa Maria SS. La Carità 40


E’

SANT’ANTONIO ABATE 4

un comune che trae il suo nome dalla venerazione del santo patrono del luogo. Il paese conta circa 19 mila abitanti e dista da Napoli 36,4 km. Confina con i Comuni di Pompei, Scafati, Angri, Lettere, Gragnano e Santa Maria La Carità. S i t u a t o n e l l a p i a n u ra sovrastata dalla catena dei Monti Lattari, il territorio abatese si estende nell’immediato entroterra stabiese ed, in parte, nell’Agro nocerino-sarnese. A 20 metri sul livello del mare Sant’Antonio Abate gode di un clima mediterraneo abbastanza mite che risente degli influssi del mare, da cui dista 7 km circa. Il comune abatese ha origini amministrative recenti. Nel 1925 si costituì comune autonomo. Il suo territorio è stato abitato, sin dalle epoche remote, da popolazioni indigene e di origini indoeuropee. Di notevole valore ed interesse la villa rustica rinvenuta in località Casa Salese, nel 1974. Gli studi archeologici effettuati hanno datato la villa rustica al I secolo a.c.

Nel corso della sua storia, l’agricoltura ha costituito la base dell’ economia abatese. Agli inizi del ‘900 l’economia del territorio si è concentrata soprattutto sul settore industriale della trasformazione del pomodoro e delle colture specializzate in serre. Importanti strutture ricettive e di ristorazione presenti sul territorio favoriscono il turista e gli offrono la possibilità di gustare la buona e tipica cucina campana e soggiornare godendo del clima salubre del posto e della vicinanza alle rinomate località turistiche delle costiera SorrentinoAmalfitana. Notevole il complesso edilizio religioso della Parrocchia di Sant’Antonio Abate che è stato recentemente restaurato. D i va l o r e a r t i s t i c o e archeologico anche la Congrega dell’Immacolata, antica chiesetta di S.Antonio di Vienne nella paludi di Lettere. La festa patronale ricorre il 17 gennaio, durante la quale è tradizione ormai antica la benedizione degli animali e l’accensione del ceppo.

A tale festa è associata la tradizionale Sagra della porchetta e la Fiera espositiva abatese. Di grande spessore anche il Carnevale abatese, una coinvolgente manifestazione durante la quale è possibile ammirare carri allegorici realizzati in carta pesta, coreografie e balletti in maschera. Tra gli eventi rientrano la Festa del territorio che si svolge a maggio, le manifestazioni cinematografiche e teatrali di piazza che si svolgono d’estate, la Festa della pizza di settembre, e le rappresentazioni natalizie caratterizzate da concerti e da presepi viventi.

www.santantonioabate.asmenet.it 1

foto 1) Chiesa di S.Antonio Abate foto 3) Veduta panoramica della città

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foto 2) Piazza foto 4) Santino di Sant’Antonio Abate 41

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MONTI LATTARI



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l m e rav i g l i o s o s c e n a r i o naturale fa della Penisola Sorrentina uno dei siti turistici più famosi d’Italia. Protesa nel Tirreno quasi a toccare l’isola di Capri, si estende da Castellammare di Stabia a Punta Campanella, spartiacque fra i golfi di Napoli e Salerno. Arte e tradizione caratterizzano i numerosi centri abitati, tra i quali il più celebre è Sorrento: arroccata su un’ imponente scogliera a picco sul mare, questa cittadina incantevole conserva importanti testimonianze classiche e medievali, cui si affiancano le architetture del Rinascimento e del Barocco.

Cenni storici

Ma è nelle bellezze naturali il grande fascino di questa terra: la strada costiera è una delle meraviglie del paesaggio italiano. Tra agrumeti, vigne e oliveti dolcemente digradanti verso il mare, il tracciato segue il tortuoso profilo della costa, aprendo curva dopo curva vedute incantate sul golfo di Napoli, il Vesuvio e Capri. La costa è alta, frastagliata e rocciosa, con le rupi calcaree che si frantumano in strapiombi, insenature e scogli.

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foto 1) foto 2) foto 3) foto 4)

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Panorama notturno dalla Penisola Veduta di Piano di Sorrento Veduta di Vico Equense Veduta di Meta

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PENISOLA SORRENTINA


iComuni

PENISOLA SORRENTINA 6

VICO EQUENSE

E’

Il biglietto da visita della Costiera Sorrentina. Mare, monti, colline, sono presenti nel vasto territorio che dalle ampie spiagge raggiunge i c.a. 1400 mt. del massiccio del Monte Faito. Tra la montagna ed il mare, lussureggianti colli cingono il centro urbano, ubicato su un promontorio dominante il mare. Qui si sono susseguite le civiltà italiche, etrusca e greca, come attestano i reperti dell'Antiquarium Aequano. Nel centro altre testimonianze storiche sono il Castello, edificato sul finire del 1200 e ampliato tre secoli dopo, e l’ex cattedrale della SS.Annunziata risalente al XIV secolo. Oltre al Museo Mineralogico Campano, tra i musei scientifici più importanti del Sud d’Italia, e l'Antiquarium, Vico Equense vanta un altro importante museo: quello artistico religioso del Convento di San Vito. La cittadina offre vari alberghi da due a quattro stelle, campings, aziende agrituristiche immerse nel verde e bed and breakfast. Per i buongustai c'è poi solo l'imbarazzo della scelta, tra gli innumerevoli piatti preparati nei circa 40 ristoranti cittadini. Oltre ai rinomati prodotti caseari, a dolciumi tipici, prodotti agricoli di elevata qualità ed alla pizza, dall'originale lunghezza misurata in metri. Vico Equense vanta una storia millenaria. Da insediamento e luogo di scambi tra popolazione italiche, greche ed etrusche, l’area di Vico Equense divenne meta di residenza di patrizi romani come attestano i ruderi alle Marine di Aequa e di Vico.

foto 6) Veduta panoramica di una spiaggia di Meta

META

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eta di Sorrento era così chiamata perchè qui giungeva a destinazione la strada romana che partiva da Vico Equense e oltrepassava la montagna. Questo luogo era contrassegnato da un tempio dedicato a Minerva, su cui è stata poi costruita una chiesa paleocristiana, sostituita dalla settecentesca Basilica della Madonna del Lauro, simbolo di Meta con la sua cupola maiolicata e il caratteristico campanile. Dalla chiesa scende la strada che porta alla Marina di Meta, ai cui lati sorge il centro abitato con i palazzetti dei capitani di lungo corso e degli armatori. Infatti Meta aveva una grande tradizione marinara, risalente al periodo borbonico. A lato della Marina di Meta si stende la larga e bella spiaggia di Alimuri, stazione balneare molto frequentata. Meta era il primo territorio che si incontrava andando verso Sorrento, infatti era detto il primo del Piano, territorio che già in epoca romana era chiamato “Planities” che si incontrava venendo via terra. L’origine del nome di Meta è dubbia, potrebbe derivare dal latino meta, che significa mucchio, cumulo ed assumere quindi il significato di altura. Folklore e tradizioni contribuiscono ad arricchire e a rendere attuali i mille legami con il passato di quest'angolo di Costiera Sorrentina. Tra i vari eventi il presepe vivente nelle festività natalizie, a carnevale cortei e sfilate di maschere con carri allegorici, a Pasqua le processioni della Settimana Santa, in estate la Sagra del Fior di Latte. A settembre il Trofeo per barche d'epoca "Eduardo De Martino", dove il 12 ricorre la festa della Madonna del Lauro, migliaia di marittimi della Costiera arrivano a Meta via mare per onorare la loro protettrice. Ad ottobre l’annuale appuntamento con la manifestazione "Meta Porte Aperte", itinerario storico-architettonico, alla scoperta del centro storico.

www.cittadivicoequense.it 5

foto 5) Veduta di una spiaggia di Vico Equense 44

www.meta.asmenet.it


PIANO DI SORRENTO

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a sua storia è legata a quella di Sorrento, della quale fu terziere sino al 1808, epoca in cui ebbe l'autonomia. Dal suo antico nome romano Planities fu detta il "Piano di Sorrento". Fino al secolo scorso il territorio veniva indicato con due toponimi, Carotto e Cassano, che la fantasia popolare attribuiva a due zone divise da un evento sismico del XVI secolo: il quartiere danneggiato dal terremoto "qua rotto" e quello rimasto pressochè intatto "qua sano". Proprio sulla Marina di Cassano sorsero dei cantieri navali che fino alla prima metà dell'ottocento gareggiavano con quelli più noti di Savona e Sestri Ponente. I velieri di Piano aprirono traffici mercantili dalla Penisola fin nelle Americhe. Il paesaggio di Piano di Sorrento conserva ancora intatta la presenza dei caratteristici aranceti sorrentini ricoperti con pergolati e pagliarelle a difesa dei frutti nella stagione invernale. Sia nella parte alta del trerritorio, che nella zona bassa degradante verso la Ripa di Cassano, vera e propria terrazza sull'omonima Marina. Oltre ad una visita alla basilica di San Michele Arcangelo che, per tradizione, si pensa eretta su un tempio romano, conserva pregevoli dipinti del XVI secolo, va ammirato l'incantevole Parco di Villa Fondi, per importanti testimonianze di vegetazione mediterranea. Nella zona alta, dai Colli di San Pietro e dal Monte Vico Alvano si possono godere stupendi panorami sui Golfi di Napoli e Salerno.

foto 8) Piazza di Sant’Agnello

SANT’AGNELLO

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iventato comune nel 1865, deve il suo toponimo al Santo Patrono che si venera nella omonima chiesa. Per la sua tradizione agricola la popolazione dedica un particolare culto al suo protettore. La conoscenza di Sant'Agnello nel mondo è dovuta alle pagine dello scrittore Marion Crawford, che vi soggiornò per lungo tempo. La cittadina è tutta da visitare cominciando dalla chiesa patronale dedicata al Santo da cui prende il nome. Nel centro storico di Maiano interessanti le fornaci degli artigiani che lavorano i mattoni in terra refrattaria per la costruzione delle campane dei forni a legna, usati per la cottura della pizza napoletana. Nel rione Angri una secolare cereria produce ancora candele sacre con la caratteristica cera d'api. Tra le attrattive la spiaggia detta "La Marinella", i Colli di Fontanelle, il Picco Sant'Angelo dalla cui sommità si possono ammirare i golfi di Napoli e Salerno, ed infine la splendita villa Gortchakow, situata al confine con Sorrento. Altro complesso monumentale è la villa Nicolini costruita sull'area dell'antico cortilizio seicentesco dei Padri Cappuccini. Dello storico edificio si rilevano tracce di una "domus romana" con una pescheria a livello del mare ancora intatta ed accessibile attraverso l'ampio scalone della stessa villa.

www.pianodisorrento.asmenet.it 7

www.comune.sant-agnello.na.it

foto 7) Veduta di una spiaggia di Piano di Sorrento 45

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PENISOLA SORRENTINA



SORRENTO

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La città è edificata sulla grigia roccia tufacea, ma è circondata dal bianco calcare delle colline dove trionfano il verde degli uliveti, il giallo e l'arancio degli agrumeti. Sorrento ha origini incerte ed il suo nome antico "Surrentum" forse è legato al mito delle omeriche sirene. Si sa che fu abitata fin dalla preistoria e colonizzata come attesta un'iscrizione osca scoperta alla Punta della Campanella da popolazioni italiche. L'impianto urbanistico della Città divisa in insulae, con strade a croce (decumani e cardi), richiama lo schema greco di Ippodamo di Mileto: Ma alcune incongruenze con il classico tracciato ippodameo lasciano ipotizzare che la pianta della Città sia stata disegnata da mano romana. I ruderi delle ville romane disseminate sulla costa, i numerosi reperti archeologici presenti nei musei e continuamente affioranti, testimoniano che Surrentum fu dimora privilegiata del patriziato romano. Ciò trova un'ampia conferma nelle pagine di Stazio e nella grande "encicolopedia" dell'antichità Naturalias Istoria - dove Plinio ne esalta la qualità del vino. Tramontato il vessillo romano, la terra che darà i natali al Sommo Poeta Torquato Tasso nel 1544, fu formalmente amministrata dall'Imperatore di Bisanzio, conservando però una certa autonomia, specie come Ducato Sorrentino, esteso dal Samo alla Punta Campanella. Dal medioevo all'età moderna, divenne terra di conquista per normanni, angioini, aragonesi, spagnoli. Nell'architettura religiosa e civile cittadina restano ben visibili i segni di tali influssi culturali. In bilico tra la terra e quella culla di civiltà rappresentata dal Mediterraneo, "le cui onde ripetono la sua canzone", proprio dal mare subisce un grave attacco dai turchi nel 1558. Il saccheggio saraceno contribuirà al rifacimento dell’intera cinta muraria. La politica illuminata di Carlo di Borbone ne esalta nel '700 la tradizionale vocazione agricola, del commercio marittimo, della produzione della seta. Più tardi, nel 1800, il turismo, l'artigianato dell'intarsio e dei ricami, saranno le nuove attività economiche. Tra le trasformazioni pre e post rivoluzione del 1799 e gli avvenimenti che condussero all'unità d'Italia, Sorrento fu tappa obbligata del Grand Tour italiano e meta preferita dell' aristocrazia europea.

Le descrizioni dei viaggiatori come Goethe e Swinburne e più tardi di Ibsen, Nietzsche, Heyse, che a lungo vi soggiornarono, l'immaginario visivo dei vedutisti, degli incisori e dei fotografi, e la prosa rapita di Norman Douglas (autore della ''Terra delle Sirene"), contribuirono a consacrarla come luogo ameno che metaforicamente si può definire di una strana bellezza fin troppo evidente, quanto intangibile nella sua essenza. Fucina di incontri culturali, movimentati dalle numerose associazioni che si impegnano ad offrire temi e spunti sempre interessanti, la Costiera sorrentina offre sempre tante iniziative. Basti pensare alle recenti mostre di Pirandello o a quelle dei grandi fotografi del passato, Cecil Beaton, Cartier-Bresson, Avedon, a quelli moderni. Uno degli spazi permanenti da visitare è il Museo Correale di Terranova. Una casa avita lasciata in eredità da un'antica famiglia nobile del posto, risalente al XV secolo, i cui ultimi discendenti, Alfredo e Pompeo disposero che alla loro morte le collezioni d'arte di famiglia costituisse il Museo aperto al pubblico dal 1924. Tre piani dove sono esposti tanti tesori d'arte di ogni epoca, dai ritrovamenti archeologici alle tarsie sorrentine dell'800, mobili antichi, opere di pittori del '700 e dell’800, pitture fiamminghe, paesaggi di artisti stranieri, quelli della famosa "Scuola di Posillipo". E ancora maioliche e porcellane italiane e straniere, porcellane orientali, orologi di varia nazionalità, macchine fotografiche d'epoca. E inoltre provenienti dalla famiglia, imparentata ai Correale di Terranova, scritti originali, del poeta Torquato Tasso che a Sorrento ebbe i natali. La Cattedrale, in stile romanico risale al XV secolo; dello stesso periodo è il portale laterale (1474), in moda rinascimentale. La chiesa ospita, tra l'altro, tele di artisti della scuola napoletana del '700, un trono arcivescovile in marmi scelti (1573) ed un coro ligneo, opera degli artigiani sorrentini. 10

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PENISOLA SORRENTINA


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SORRENTO provenienti da templi pagani, come le tre colonne di angolo riusate funzionalmente. Accanto al convento è situata la chiesa di San Francesco, che risale al XVI secolo. All'interno si può ammirare, nella prima delle tre cappelle di destra, una statua in legno, raffigurante il santo con il Cristo crocifisso, donata dalla famiglia Vulcano nel XVII secolo. All'interno si può ammirare, nella prima delle tre cappelle di destra, una statua in legno, raffigurante il santo con il Cristo crocifisso, donata dalla famiglia Vulcano nel XVII secolo.

Il campanile è aperto in basso da un arco con quattro colonne antiche. Sedil Dominova. Unica testimonianza rimasta in Campania degli antichi sedili nobiliari, risale al sec. XVI. In forma quadrilatera, con due arcate ad angolo in piperno, che lasciano scoprire l'interno della cupola e i muri di fondo, con affreschi del settecento. I pilastri e le arcate polistili, con i loro capitelli, sono di gusto arcaicizzante. La cupola seicentesca è formata da embrici maiolicati di colore giallo e verde.

Le antiche mura. Della cinta difensiva greca rimane la murazione esistente sotto il piano stradale della Porta Parsano Nuova, visibile attraverso una grata. Un altro rudere, di dimensioni molto limitate, della murazione greca, oltre la Porta della Marina Grande, è il piccolo tratto (poco più di tre metri) della cortina occidentale, in località via Sopra le Mura. La città romana si sovrappose all'insediamento greco osservandone la pianta urbana e la stessa cinta muraria a grossi blocchi isodomici. Queste mura, rimasero a difesa di Sorrento d u ra n t e t u t t a l ' e p o c a m e d i e va l e . Il rifacimento di esse inziò nel 1551, e fu completato soltanto nel 1561, dopo la tragica invasione dei turchi. Le mura vicereali mantenevano il percorso della cinta difensiva greca-romana, distaccandosene lievemente solo in qualche tratto. Prima delle modifiche, le mura vicereali cingevano la città in tutti i suoi punti. Oggi, esse rappresentano l'unico esempio, nell'Italia Meridionale, di cinta muraria dell'epoca spagnola.

Basilica di S. Antonino. L'origine è riconducibile all'XI secolo, anche se già verso il IX secolo, esisteva in quel luogo un oratorio dedicato a S. Antonino. La chiesa presenta diversi elementi di spoglio, come i fusti delle colonne provenienti probabilmente, per la loro particolaruniformità, dal portico di una delle molte ville romane presenti nella zona. Nella cripta, rifatta nel settecento, si osservano numerosi quadretti di ex voto, soprattutto di marinai. Interessante è il presepe del settecento, della scuola di Sammartino, e il portale meridionale di forme binzantino-romaniche, risalente al X secolo. Chiesa e Chiostro di S. Francesco. L'origine del monastero risale alla prima metà dell'VIII secolo. L'architettura del chiostro presenta archi incrociati di tuto su due lati del portico, espressione stilistica del tardo trecento, sostituiti sugli altri due lati da archi tondi su pilastri ottagonali. Da notare infine, la presenza di vari elementi di spoglio,

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i estende su un territorio costituito da 18 borghi, ma il cuore del paese resta Largo Vescovado che scende a picco sul mare con la cinquecentesca chiesa di Santa Maria delle Grazie ed il palazzo Vescovile del ‘700. Da qui si dirama un fitto reticolo di sentieri e stradine che si snodano fra limoneti, uliveti, castagneti e querceti, per raggiungere antichi casali ed ancora vaste zone disabitate ricoperte da una fitta macchia mediterranea, pareti calcaree a picco sul mare, torri saracene, panorami irripetibili che uniscono mare e montagna con splendide viste dei Monti Lattari e dei golfi di Napoli e di Sorrento con le loro isole, i loro isolotti ed i loro scogli. Massa ha antiche tradizioni storiche; l’influenza del mondo greco è testimoniata dalla presenza a Punta Campanella dell'Athenaion, un grande santuario in cui si celebrava il culto di Atena, fondato secondo la leggenda da Ulisse e dedicato in un primo momento al culto delle Sirene, chiamato dai Greci Sirenusae e dai Romani Promontorium Minervae. Poco distante dal centro, al piccolo borgo di Marina della Lobra, si trova la chiesa cinquecentesca di S. Maria della Lobra. Secondo la leggenda, essa ha origini paleocristiane e fu probabilmente costruita sulle rovine di un antico tempio pagano. Con cadenza annuale, la camminata dei 23 Casali nasce con l’intento di far conoscere il territorio, proponendo itinerari che variano nel corso delle diverse edizioni. L’evento dà l’occasione di conoscere i posti più particolari, di approfondire la conoscenza del territorio, attraverso visite ad alcune chiese minori come S. Giuseppe a Prasiano, S. Maria del Campo e S. Maria di Loreto, solitamente chiuse e quindi per la maggior parte sconosciute. Di notevole interesse è la visita al Castello, che offre una bellissima vista su Massa e Marina della Lobra, e la passeggiata attraverso l’agrumeto più antico di Massa, impiantato dai Gesuiti nella prima metà del ‘600.

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foto 10-11-12-13) Alcune vedute della Marina di Sorrento foto 13) Marina di Massa Lubrense 49

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MASSA LUBRENSE

SORRENTO





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