Looklateral N°1

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Colophon ¶ PUBLISHING DIRECTOR Niccolò Filippo Veneri ¶ EDITOR IN CHIEF Pietro Ferrazzi

¶ CREATIVE DIRECTOR & GRAPHIC DESIGNER Nicole Bertani ¶ GRAPHIC DESIGNER Lorenzo Piccinini ¶ GRAPHIC AND WEB DESIGNER Jacopo Caracci ¶ EDITORIAL ASSISTANT Anna Volpi ¶ SUB EDITOR, ENGLISH LANGUAGE Isobel Butters

¶ LEGAL EDITOR Francesca Vischi ¶ MARKETING AND COMMUNICATION Valerio Genovese, Riccardo Vannetti ¶ WEBSITE MANAGER Filippo Gandellini ¶ FINANCIAL DEPARTMENT Cecilia Accampi, Diego Barbisan ¶ DISTRIBUTION MANAGER Marco Bertuzzi ¶ WORLD DISTRIBUTION Swiss post

¶ U.S.A. EDITOR Ofer Caspi

¶ PRINT Publi Paolini SRL

¶ CONTRIBUTORS Niccolò Barretta, Chris Costa, Ian Drake, Flavia Fiocchi, Kylie Gilchrist, Valentina Paonessa, Elena Patacchini, Marta Silvi, Miriam Sironi, Emilie Spagnoli, Sara Radelet, Marco Tonelli

¶ PUBLISHER Lateral Edizioni S.R.L. Piazza Sordello 12, 46100 Mantova Cod. Fiscale e Partita Iva 02202240202 Tel. +39 0376 1812430

¶PHOTOGRAPHERS Gianni Basso, Cesare Bignotti, Guido Castagnoli, Anna Maria Mastrovito, Anna Volpi

Look Lateral Testata Registrata Presso il Tribunale di Mantova N.08/07 in data 11-08-2007

THIS ISSUE'S SPECIAL DESIGN ELEMENTS (we love to share!) Cover Paper / LuxoArt 300 g/m2 ; INSIDE: Paper / LuxoArt 115g/m2 Color / PANTONE®177C, Body Type / Caslon Pro, Display Type /Frontage

¶ EDITOR AT LARGE Francesca Ferrarini


looklateral n째1 - fall 2013


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ella rivista che avete in mano potreste fare un sacco di cose. Ad alcune non voglio neanche pensare. Mi permetto però di suggerirvene un paio che mi garbano. La prima è sfogliarla. Sfogliarla e toccarla, come si tocca un oggetto, un materiale, un mobile, qualcosa che da principio piace o non piace a sensazione, per il colore, per la materia al tatto, perché profuma di buono. Non so se aprendola, come avete fatto, ne siate rimasti colpiti, ma confido che vi abbia quanto meno incuriosito. E vi porti a fare la seconda cosa: cercare di capirla. Cercare di capire la ragione per cui abbiamo messo in fila le parole e le immagini che incontrerete pagina dopo pagina. Può sembrare banale, e forse lo è, ma per stampare e distribuire oggi una rivista, oltre a una buona dose di coraggio, deve esserci per forza qualcosa di urgente da dire e spronarvi a scoprirlo è il minimo che io possa fare. In realtà di cose da dire ne abbiamo più d'una, ma dovessi riassumere in una parola il motivo per cui abbiamo composto Look Lateral la mia parola sarebbe ed è “viaggio”. Mi è sempre piaciuta e penso sia quanto mai attuale. Perché viaggiare implica movimento, se non di gambe quantomeno di testa, implica attitudine al cambiamento, curiosità, desiderio di scoprire, condizioni sempre più rare. Il viaggio di Look Lateral non è un soggiorno al villaggio turistico, nè una gita fuori porta, ma un invito a conoscere. L’arte contemporanea è la nostra scusa per farlo. Avrebbero potuto esserla anche la musica, il teatro, la letteratura, tutto ciò che ha bisogno di impegno e di un po’ di buona volontà per essere compreso davvero. Ma l’arte contemporanea è ciò che conosciamo bene e che ha in sé tutte le caratteristiche che fanno al caso nostro. Prima di tutto è arte, la massima espressione dell’ingegno e dell’umana creatività, e la creatività a noi piace. Ci piace chi ne fa una medicina per non morire o fallire, chi la usa per dire qualcosa, la sua cosa.

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ou could do a lot of things with the magazine you are holding. I don’t even want to contemplate some of them. Allow me, however, to suggest just a few. The first is to flick through it, finger it as you would an object, a piece of material or furniture, something that gives you a gut reaction because of its color, feel or even smell. I do not know whether when you opened it, as indeed you did, you were impressed but I trust that you were at least intrigued. Now I’m asking you to do a second thing: try and understand it. Try and understand what has made us line up the words and pictures you will come across page after page. It may seem trivial, and maybe it is, but to print and distribute a magazine today, as well as a good dose of courage, you have to have something urgent to say and the least I can do is urge you to find out what. Of course, in actual fact we have more than one thing to say, but if I had to summarize in one word the reason why we have created Look Lateral, the word would be, and is, "journey". It is a word I have always liked and I think it is more timely than ever. Because travel implies movement, if not at least of the legs of the head. It implies, besides a willingness for change, curiosity and a desire to discover the new; latterly something ever-diminishing. Look Lateral’s journey is not a resort holiday, not a day trip, but an invitation to discover, and contemporary art is our excuse to do so. It could have been music, theater or books, indeed anything that needs commitment and a bit of effort to be properly understood. But contemporary art is what we know well and frankly it fits the bill perfectly. First of all it is art, the highest expression of human ingenuity and creativity, and we like creativity. We like those who use it as a remedy to prevent death or failure, those who use it to say something truly personal. Then it is contemporary: it concerns our present, it is something we have to face, like it or not.

Words / Parole Pietro Ferrazzi

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And like all things that happen here and now it bears the difficulties and at the same time the charm of being decoded and understood by us, its first audience. There is no filtering of time to guide us and tell us what has the seeds of the eternal and what is only bluff. Among the many Christ at the Column paintings in the late fifteenth century by talented artists and second rate ones, time has preserved one by Bramante and only a few others, sparing us the effort of casting about, and leaving us with the pleasure and joy of admiration. It is also for this reason, however, that contemporary art, which inherited from Duchamp the added difficulty of a different and less immediate language than in the past, is even more fascinating and exciting. Because in the end to try to understand it is to try to understand ourselves, our present, where we are headed. Contemporary art means observing that things, good or bad, continue to happen every day and that you can enjoy, but not die, of the past. And there is no way to understand this better than by experiencing it. Not even the most skeptical of people, if properly guided, can fail to recognize the charm and importance, and these are not acquired merits but innate qualities, of its being man’s creation and reflection. Look Lateral is a guide to living and breathing art, to getting right to the heart of it and making it our companion and reference not only during formal occasions such as exhibitions and museums, but also during our everyday life. This is why we have divided the magazine into hours of the day, suggesting something to do at every hour--someone to meet, a place to discover. We don’t expect you to use Look Lateral as a guide, but rather so that this journey of ours, this extra-ordinary event, becomes a way of life in today’s world . Now you can do with Look Lateral all the other things I did not wish to mention previously, like stuff it under the table leg, but I'm pretty sure that, for starters, you won’t be leaving it on the shelf. 3

Poi è contemporanea: riguarda il nostro presente, è qualcosa con cui, volenti o nolenti, ci dobbiamo confrontare. E, come tutte le cose che capitano ora e qui, porta in sé la difficoltà e insieme il fascino di essere decodificata e compresa da noi che siamo i suoi primi spettatori. Non c’è il filtro del tempo ad aiutarci e dirci cosa ha geni d’eterno e cosa invece è soltanto bluff. Tra i tanti Cristo alla Colonna dipinti nel tardo quattrocento, da artisti geniali e da pittori cani, il tempo ha conservato e messo in archivio quello del Bramante e pochi altri, evitandoci lo sforzo di cercare e setacciare, lasciandoci solo il piacere e l’orgoglio di guardare. Anche per questo però indagare l’arte contemporanea, che ha ereditato da Duchamp l’ulteriore difficoltà di un linguaggio diverso e meno immediato rispetto al passato, risulta ancora più affascinante ed emozionante. Perché in fondo cercare di capirla significa cercare di capire noi stessi, il nostro tempo, la nostra direzione, prendere atto che le cose, buone o cattive che siano, continuano ad accadere ogni giorno e che di passato si può godere, ma non morire. E per capirla non c’è modo migliore che viverla. Nemmeno il più scettico, se ben guidato, non può non arrivare a riconoscerne il fascino e l’importanza, che per l’arte non sono meriti acquisiti, ma qualità innate, legate al suo essere creatura dell’uomo e suo riflesso. Look Lateral è una guida a vivere l’arte, ad andarla a incontrare là dove pulsa, a farne compagna e riferimento di momenti che non sono soltanto quelli istituzionali delle mostre e dei musei, ma anche quelli della quotidianità. Per questo abbiamo diviso il nostro magazine in ore della giornata, suggerendovi per ciascuna qualcosa da fare, qualcuno da incontrare, un luogo da scoprire. Non perché facciate di Look una guida, ma perché il viaggio, da evento straordinario, diventi modo di vivere e l’arte sia maniera familiare di stare nella contemporaneità. Ora potete pure fare di Look Lateral tutte le altre cose che non ho voluto dire, tipo metterla sotto la gamba corta del tavolo, ma sono quasi sicuro che, per cominciare, non la lascerete sullo scaffale. 3

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EDITORIAL


7 a.m. Milwaukee Art Museum

Searching for harmony among more than 30,000 works of art from yesterday and today. Alla ricerca dell’armonia tra oltre 30.000 opere d’arte di ieri e di oggi.

8 a.m. Breakfast in Helsinki

At Johan & Nyström Cafè with Robin Falck. Al Johan & Nyström Caf è con Robin Falck.

9 a.m. In Vera Munro’s gallery-house Nella casa-galleria di Vera Munro

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Confessions behind the art scene of one of contemporary art’s most famous gallery owners. Le confessioni dietro la scena artistica di una delle migliori galleriste d’arte contemporanea.

contents 10 a.m. Shopping in Soho

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11 a.m. Tel Aviv

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12 a.m. Bernard Frize

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New York for surfers. Nella New York per surfisti.

A journey into the must-see places of contemporary arts. Viaggio nei luoghi imperdibili del contemporaneo. Studio visit with a color theorist. Studio-visit con un teorico del colore.

1p.m.Lunch at La Colombe D’Or Pranzo a La Colombe D’Or

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At the world’s oldest art hotel. Nel più antico art hotel del mondo.

2 p.m. Coffee with Ben Vautier Un caffè con Ben Vautier

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Deep into an umistakable artist’s ego. Nel profondo ego di un artista inconfondibile.

3 p.m. Dia Art Foundation in Beacon

Where you can admire hundreds of Minimalist artworks. Dove puoi ammirare centinaia di opere di Minimal Art.

4 p.m. A chat with Christo

Una chiacchierata con Christo

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Funny and genuis, one of the twentieth century’s greatest artists. Spiritoso e geniale, uno dei più grandi artisti del secondo Novecento.


5 p.m. Tea time: Josef Albers

A true innovator. From Bauhaus to contemporary works. Un vero innovatore. Dalla Bauhaus ai lavori contemporanei.

6 p.m. At home with Angelika Taschen A casa di Angelika Taschen

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A chat with Angelika Books’ founder, on art, design and Berlin Style. Una chiacchierata con la fondatrice di Angelika Books, tra arte, design e Berlin Style.

7 p.m. Aperitif at Hangar Bicocca Aperitivo all’Hangar Bicocca

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At Ragnar Kjartansson’s exhibition. A video artist and performer at the top of the contemporary scene. Alla mostra di Ragnar Kjartansson, video artista e performer al top della scena contemporanea.

8 p.m. Dinner at Balique Cena al Balique

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A place for the soul, for we are travelers, not tourists. Un luogo dell’anima, perché siamo viaggiatori, non turisti.

9 p.m. Into Meiro Koizumi’s video art Nella video-art di Meiro Koizumi

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Focus on an extraordinary artist, fresh from the MoMa.

Focus su uno straordinario artista, fresco ospite del MoMa.

10 p.m. Melancholia by Lars Von Trier Melancholia di Lars Von Trier

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On the thin boundary between cinema and art. Sul confine sottile tra cinema e arte.

11 p.m. Music at night with Sascha Ring Musica di notte con Sascha Ring

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You can’t call yourself contemporary if you don’t know his music. Non puoi dirti contemporaneo se non conosci la sua musica.

12 p.m. Ngorongoro Crater Lodge

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Nighttime Erremut

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A unique encounter among luxury and nature in the heart of Tanzania. Un incontro unico tra lusso e natura nel cuore della Tanzania.

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No use getting hot under the collar. Inutile scandalizzarsi



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Milwaukee Art Museum

MORNING 7:00 a.m. M i l wa u k e E


Outside view of the Quadracci Pavilion. Photo by Fritz Jusak, 2002; courtesy of Milwaukee Art Museum.

Veduta esterna del Quadracci Pavilion. Foto di Fritz Jusak, 2002; courtesy of Milwaukee Art Museum.


Parole / Valentina Paonessa Words / Valentina Paonessa

Yoga@museum

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nited States, State of Wisconsin, 145 km North of Chicago the Milwaukee Art Museum placidly stretches out on Lake Michigan, one of the five great lakes of North America. This metropolis goes by the exotic name of Potawatomi, Milwaukee “beautiful and fertile land”, a name chosen by its original Indian inhabitants who settled here. As time went by, the small village became a great metropolis of six hundred thousand people and Milwaukee is now the richest cultural and economic hub of the State. This is the birthplace of the timeless Harley-Davidson and the carefree moments of Happy Days. Known today all over America as the City of festivals, it earned its fame thanks to the cultural buzz of its inhabitants, and to the ethnical and musical events that take place during the year. Between past, present and future, the three buildings which today form the Milwaukee Art Museum have been conceived, designed and built looking out directly onto the great lake. The gallery and its 30,000 works of art collected between America and Old Europe have this year blown out the candles of their 125th birthday, but it is only in 1957 that the first building, the War Memorial Center, was inaugurated. The father of this first project was the great architect Eero Saarinen, Finnish by birth but American by adoption. At the time the building was defined by Time Magazine as “one among the most refined in America, a rare example of modern architecture at the service of the community.”

U

nited States, stato del Wisconsin, a 145 km a nord di Chicago il Mam Milwaukee Art Museum placidamente adagiato sul Michigan, uno dei cinque grandi laghi dell’America del Nord. Questa è la metropoli dall’esotico nome Potawatomi, Milwaukee “terra ricca e bellissima” così chiamata dai suoi originari abitanti indiani che qui stabilirono il loro territorio. Con il passare del tempo il piccolo villaggio diventa una grande metropoli, seicentomila persone e Milwaukee si ritrova a essere il centro culturale ed economico più ricco dello stato. Regala i natali all’intramontabile Harley-Davidson, e vive gli spensierati giorni di Happy Days. Nota oggi in tutta l’America come la Città dei Festival, si guadagna questa fama grazie al fermento culturale dei suoi abitanti, agli eventi etnici e musicali che prendono vita durante l’anno. È tra passato, presente e futuro che vengono sognati, progettati ed eretti, direttamente affacciati sul grande lago, i tre edifici che compongono oggi il Milwaukee Art Museum. Mentre la galleria e le sue 30.000 opere d’arte collezionate tra America e vecchia Europa hanno soffiato quest’anno la loro centoventicinquesima candelina, è solo nel 1957 che viene inaugurato il primo edificio, il War Memorial Center. Padre di questo primo progetto è il grande architetto, finlandese per nascita, americano d’adozione, Eero Saarinen. Il building viene all’epoca definito dal Time Magazine “uno tra i più raffinati d’America, raro esempio di architettura moderna messa al servizio della comunità”.

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u.s.a


Nel 1975, per ospitare una collezione in forte espansione, viene aggiunto il Kahler Building a opera di David Kahler e solo nel 2001 il MAM vede il suo completamento con l’imponente reinterpretazione post-moderna di una cattedrale gotica, il Quadracci Pavillon, ambizione del grande architetto spagnolo Santiago Calatrava. Grazie allo spazio di questa nuova struttura, oltre a nuove gallerie, trovano oggi posto all’interno del MAM anche un auditorium, negozi e il Calatrava Cafe. Parlando di questa sua maestosa opera, diventata in breve tempo un’icona a livello internazionale, Calatrava è solito dire: «Ho alcuni clienti che pretendono da me solo il meglio in fatto di architettura. Poiché la loro ambizione era creare qualcosa di eccezionale per la comunità, è grazie a loro che questo progetto risponde perfettamente alla cultura del lago che si respira qui a Milwaukee: le barche a vela, il movimento e il cambiamento». L’orgoglio del Quadracci Pavillon è la Windhover Hall (letteralmente vento che si libra), un edificio che tra archi, volte e una navata centrale raggiunge i 90 piedi d’altezza culminanti con un tetto di vetro. Basta chiudere gli occhi e inspirare l’aria che sembra soffiare direttamente dalle finestre che si affacciano sul Michigan per immaginarsi sulla prua di una barca. A questo probabilmente pensava Calatrava ideando la Hall come un’enorme nave che sta per lasciare il porto. L’appuntamento per i duecento yogin aspiranti siddha che hanno risposto al richiamo di questo originale evento yoga@museum è proprio qui, un sabato al mese alle 8.15 am ora locale. Non in un parco in collina, e nemmeno in una stanza asettica che profuma d’incenso, ma presso l’imponente Windhover Hall del Milwaukee Art Museum. 12

In 1975, in order to host a collection which was rapidly expanding, the Kahler Building, by David Kahler, was added. However it was only in 2001 that the MAM reached completion, with the imposing post-modern reinterpretation of a Gothic cathedral, the Quadracci pavilion, an ambitious work by the great Spanish architect Santiago Calatrava. Thanks to this new structure, apart from new galleries, an auditorium, shops and the Calatrava cafè can all be found at the MAM today. When speaking about his majestic work, soon to become an international icon, Calatrava said: “I had clients who expected only the best from me in terms of architecture. Their ambition was to create something exceptional for their community… Thanks to them, this project responds to the culture of the lake: sailboats, the weather, the sense of motion and change.” The pride of the Quadracci pavilion is the Windhover hall, a building which, with its arches, vaults and nave reaches a height of 90 ft, culminating with a glass roof. It is enough to close one’s eyes and breathe in the air that seems to blow directly in from the windows looking out onto the Michigan, to feel you are on the prow of a ship. Calatrava was probably thinking this when he decided to design the hall as an enormous ship about to leave port. The appointment for the 200 yogin, would-be siddhas, who responded to the call of this original event, yoga@museum, is right here, one Saturday every month at 8.15 a.m. local time. Not in a park in the hills, nor in an aseptic incense-smelling room, but in the imposing Windhover hall of the Milwaukee Art Museum.


The grandeur of the architecture can be admired inside as well: an image of Windhover Hall. Photo by Timothy Hursley; courtesy of Milwaukee Art Museum.

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La suggestione dell'architettura ritorna anche negli spazi interni: un'immagine della Windhover Hall. Foto di Timothy Hursley; courtesy of Milwaukee Art Museum.


"È nella scenografia futuristica e surreale del museo, fusa nelle pratiche di un’antichissima disciplina, che ci si scioglie, ci si allunga, e si percepiscono i muscoli che si fanno via via più flessibili".

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"It is in this futuristic and surreal scenery fused with the practice of a very ancient discipline that one lets go, stretches one’s muscles and feels them becoming more and more flexible".


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Leaving the working week behind, you can meditate under the guidance of famous masters from several local schools. At the prow of this adventure with the light on your face is the best moment for the Surya Namaskar, i.e. the salute to the sun. The energy of this place is exploited to the full, and, looking out towards the horizon, even the wind that caresses the lake together with our weightless souls seem to soar upwards in the “cathedral”. It is in this futuristic and surreal scenery, fused with the practice of a very ancient discipline that one lets go, stretches one’s muscles and feels them becoming more and more flexible. Asana and pranayama, studied to purify body and mind. Breathe in and breathe out, letting the air massage the organs and amplify the breathing. Closing the eyes one lets oneself be carried along by a long breath starting from afar, thoughts run quickly to the ancient Indian inhabitants of Milwaukee and they vibrate outside, flying and touching the great wings of the Burke Brise Soleil, the great structure towering over Windhover hall that is the signature of Calatrava’s project .

Sotto la guida di famosi maestri di diverse scuole locali, si medita lasciandosi la settimana lavorativa alle spalle. A prua di questa avventura, con la luce sul viso, il momento è ideale per il Surya Namaskar, il saluto al sole. Si sfrutta così l’energia dell’ambiente e, a gettare uno sguardo all’orizzonte, persino il vento che accarezza l’acqua del lago sembra librarsi alto nella “cattedrale” insieme alla nostra anima leggera. È nella scenografia futuristica e surreale del museo, fusa nelle pratiche di un’antichissima disciplina, che ci si scioglie, ci si allunga, e si percepiscono i muscoli che si fanno via via più flessibili. Asana e pranayama studiate per purificare il corpo e la mente. Inspirare ed espirare permettendo all’aria trattenuta e rilasciata di massaggiare gli organi e amplificare la respirazione. Socchiudendo gli occhi ci si lascia trascinare da un lungo respiro che parte da lontano, il pensiero corre veloce fino agli antichi abitanti indiani di Milwaukee e vibra all’esterno, volando e toccando le grandi ali del Burke Brise Soleil, la grande struttura che firma il progetto di Calatrava e che sovrasta la Windhover Hall.


Ingresso della Windhover Hall. Foto di Timothy Hursley; courtesy of Milwaukee Art Museum. 16

È nella più semplice delle posizioni dello yoga, quella nella quale un filo immaginario parte dal centro della testa e ti solleva dritto fino al soffitto, che la nostra immaginazione non ha più limiti di spazio; oltrepassa archi e vetrate e sfiora le maestose ali mobili. Le ali del Burke Brise Soleil si dispiegano alle dieci con l’apertura al pubblico, e si richiudono alle cinque con la chiusura del museo. La loro estensione massima è equiparabile a quella di un Boeing 747, solo che a differenza di un aereo che prende il volo, ironicamente il direttore ci spiega: «il museo preferisce rimanere stabile a Milwaukee, la struttura è quindi dotata di sensori che rilevando una velocità del vento superiore ai 37 km orari, ne fa chiudere prudentemente le ali». Padroni del corpo e della mente, rilassati e rigenerati dalla pratica mattutina della meditazione yogica, i duecento si riversano poi nelle gallerie del museo, pronti a meditare, questa volta, davanti alle opere. I più affamati davanti a quelle culinarie del Calatrava Cafe, che in armonia con il museo trae stagionalmente ispirazione dalle mostre in corso. Creatività, qualità, e freschezza sono protagoniste assolute di sofisticati sunday brunch, buffet e lunch box. È al dipartimento eventi del MAM, in collaborazione con l’associazione Om Town Yogis, che dobbiamo l’iniziativa yoga@ museum. Che nelle posizioni dello yoga i più lungimiranti di loro ci vedessero una forma d’arte contemporanea, o più semplicemente abbiano pensato a questo meraviglioso spazio come l’ambientazione perfetta per cominciare in armonia un rilassante weekend, ancora non sappiamo. In ogni caso già dalle prime lezioni i cittadini di Milwaukee hanno risposto come sempre con una grossa affluenza e partecipazione, tanto da spingere le repliche fino a dicembre.

Entrance to Windhover Hall. Photo by Timothy Hursley; courtesy of Milwaukee Art Museum.

It is in the simplest of the yoga positions, the one where an imaginary thread starts from the center of the head and lifts you up to the ceiling, that our imagination has no more limits in space: it crosses arches and glass windows and it brushes against these majestic movable wings. The wings of the Burke Brise Soleil are stretched out at 10 when the museum opens to the public and they are folded back at 5 when it closes. Their maximum extension can be compared to a Boeing 747, but unlike a plane taking off, the director explains with a smile: “the museum prefers to remain in Milwaukee, the structure is equipped with sensors that wisely close the wings when they detect a wind speed of over 37 km/h”. Masters of their minds and bodies, relaxed and regenerated by the morning practice of yogic meditation, the 200 pour out into the museum galleries, ready to meditate before various works of art. The hungriest are in front of the culinary works of the Calatrava café, which, in harmony with the museum, draw inspiration from the exhibitions coming to life in the galleries. Creativity, quality and freshness are key ingredients of sophisticated Sunday brunches, buffets and lunch boxes. We owe the initiative yoga@museum to the Events department of the MAM, in cooperation with the association Om Town Yogis. We do not know if the most farsighted among them had seen in the yoga positions a form of contemporary art, or if they had simply thought of this marvelous space as a perfect location to start a relaxing weekend in harmony. Whatever the case, right from the first lessons the citizens of Milwaukee have responded, as always, with great participation, so much so that courses have been extended to December.


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The group of Yogin concentrated on a sequence of the discipline, inside the museum's space. Photo by Front Room; courtesy of Milwaukee Art Museum.

Il gruppo di Yogin concentrato in una sequenza della disciplina, negli spazi interni del museo. Foto di Front Room; courtesy of Milwaukee Art Museum.


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Milwaukee Art Museum 700 North Art Museum Drive Milwaukee, WI 53202


All'inaugurazione della mostra "Current 36: Dirk Skreber", un'immagine dell'installazione Untitled 2009. Courtesy of Blum&Poe Gallery, Los Angeles. At the inauguration for the show "Current 36: Dirk Skreber", an image of the installation Untitled 2009. Courtesy of Blum&Poe Gallery, Los Angeles.

Dirk Skreber Not to be missed from November 7th 2013 till March 2nd 2014 at the Milwaukee Art Museum is the performance of the muchdebated German artist Dirk Skreber . He grew up in a town in the industrial suburbs of northern Germany, and throughout his childhood he lived with two enormous iron giants standing immobile just 200 meters from his home. In truth they were nothing more than furnaces working seven days a week, but they had an influence on his imagination; so much so as to induce him to paint car accidents and catastrophic scenarios when he was young, in what he himself defines a relationship of give and take between industry and art. Questions which have not been answered in his paintings find an answer years after in his contrasting sculptures. Attraction or curiosity? What makes us pause in front of what frightens us? Whatever the answer, do not expect to act as if nothing happened after seeing this exhibition, where stills of terrible car accidents force us to come to grips with our deepest fears and emotions. The question of what is personal in his work and in his art pieces, Skreber seems to gladly leave the answer to the public’s subjectivity. The photograph of the collection Untitled 2009, was kindly granted by contemporary art gallery Blum&Poe of Los Angeles, which has cooperated with the German artist for many years. Timothy Blum and Jeff Poe are friends and business partners in one of the most famous contemporary art galleries in Los Angeles. After the first 80 square meters opened to the public in 1994, from 2003 works by emerging and established artists have been displayed at 2727 S. La Cienega Boulevard in Los Angeles, California. Their contribution to introducing Japanese artists Takashi Murakami and Yoshito Nara to America is to be remembered. 3

Dirk Skreber Dal 7 novembre 2013 al 2 marzo 2014 presso il Milwaukee Art Museum è da non perdere l’esibizione del discusso artista tedesco Dirk Skreber. Cresciuto nel nord della Germania in un paese della periferia industriale, per tutta la sua infanzia ha convissuto con due enormi giganti di ferro fermi immobili a duecento metri da casa. In realtà altro non erano che fornaci a lavoro sette giorni su sette, ma tanto hanno condizionato il suo immaginario da portarlo già in giovane età a dipingere incidenti automobilistici, e scenari catastrofici, in quello che lui definisce un rapporto di dare e avere tra industria ed arte. Domande non soddisfatte nei dipinti trovano una risposta, anni dopo, nelle sue contrastanti sculture. Attrazione, curiosità? Cosa ci spinge a soffermarci davanti a ciò che ci spaventa? In ogni caso non aspettatevi di passare oltre a questa esibizione come niente fosse, immobili scene di orribili incidenti stradali obbligano a fare i conti con le proprie paure profonde e con le proprie emozioni. Alla domanda di cosa ci sia di personale nel suo lavoro e nelle sue opere d’arte, Skreber la risposta sembra lasciarla volentieri alla soggettività del pubblico.

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dirk skreber La fotografia della collezione Untitled 2009, è stata gentilmente offerta dalla galleria d’arte contemporanea Blum & Poe di Los Angeles, la cui collaborazione con l’artista tedesco dura ormai da diversi anni. Timothy Blum e Jeff Poe sono amici e soci in affari in quella che a Los Angeles è una delle più rinomate gallerie d’arte contemporanee. Dopo i primi ottanta metri quadrati aperti al pubblico nel 1994, dal 2003 espongono opere di artisti, emergenti e non, al numero civico 2727 della S. La Cienega Boulevard di Los Angeles, California. Si ricorda il loro contributo all’introduzione in America degli artisti giapponesi Takashi Murakami e Yoshito Nara. 3



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