Facoltà di Arti e Turismo dell’Università IULM di Milano Corso di Laurea Magistrale in Arte, Valorizzazione e Mercato
Le Professioni dell’Arte - Strategie delle Fondazioni Professoressa Patrizia Sandretto Re Rebaudengo
CARTIER, PRADA E TRUSSARDI: DA MAISON A FONDAZIONI PER L’ARTE CONTEMPORANEA
a cura di Lorenzo Vanda
A.A. 2019/2020
INDICE
INTRODUZIONE
p.3
FONDATION CARTIER POUR L’ART CONTEMPORAIN
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FONDAZIONE PRADA
p.8
FONDAZIONE NICOLA TRUSSARDI
p.12
CONCLUSIONE
p.16
SITOGRAFIA
p.17
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INTRODUZIONE
I settori della moda e del lusso si dimostrano oggi tra i più attivi nella valorizzazione del patrimonio artistico e nella promozione dell’arte contemporanea: dal controverso sostegno di Tod’s nel restauro del Colosseo alla sfilata/mostra di Valentino all’Ara Pacis nel 2007, dallo Hugo Boss Prize alle collaborazioni tra le maison e giovani artisti emergenti, come quella di Trevor Andrew con Gucci e quella di Alex Israel con Louis Vuitton.
Un ruolo distintivo lo giocano poi personaggi come Bernard Arnault e François Pinault, protagonisti delle ingenti donazioni a favore del difficile restauro della Cattedrale di Notre-Dame del 2019, nonché padri di due delle fondazioni d’arte contemporanea più importanti al mondo: rispettivamente, la Fondation Louis Vuitton a Parigi e la Pinault Collection, dislocata tra Parigi e Venezia.
Sempre a Parigi, ma ben trent’anni prima della Fondation Louis Vuitton (2014) e quindici prima della Pinault Collection (1999), nasceva nel 1984 la Fondation Cartier pour l’art contemporain, per volere del celebre marchio di gioielli ed orologi Cartier.
Degli anni Novanta sono invece la Fondazione Prada e la Fondazione Nicola Trussardi, nate non a caso a Milano, la seconda capitale internazionale della moda. Istituite dai due stilisti Miuccia Prada e Nicola Trussardi, sono oggi due delle istituzioni più importanti del panorama artisticoculturale della città.
Questa trattazione si propone di raccontare le biografie di tre grandi fondazioni (Fondation Cartier, Fondazione Prada e Fondazione Nicola Trussardi) nate dai colossi della moda e del lusso internazionale, attraverso le mostre più importanti che le hanno caratterizzate, sottolineandone i differenti approcci curatoriali.
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FONDATION CARTIER POUR L’ART CONTEMPORAIN
Nata nel 1984 per volere di Alain Dominique Perrin, all'epoca presidente di Cartier International, la Fondation Cartier pour l'arte contemporain è un esempio unico di filantropia aziendale in Francia. Conta uno straordinario numero di mostre, che supera di gran lunga quello della maggior parte delle altre fondazioni per l’arte contemporanea nel mondo: si parla infatti di 161 nella propria sede e 78 internazionali in collaborazione con altre istituzioni. Quest'ultimo aspetto è
di notevole
rilevanza nel contesto in quanto, a partire dal 1988, la fondazione si è impegnata nell'organizzazione di mostre inedite o, più frequentemente, nel riallestimento di quelle già proposte a Parigi, in sedi estere.
Tra le città scelte dalla Fondation Cartier per le proprie mostre internazionali vi è ovviamente Milano; la prima di queste, intitolata Veramente Falso, viene inaugurata il 9 febbraio del 1991 alla Rotonda della Besana ed è il riallestimento di Vraiment faux, la mostra che si era tenuta nella sede della fondazione nel 1988, a cura di Elisabeth Garouste e Mattia Bonetti, che presentava fatti e pratiche nei settori del falso e dell'imitazione, della contraffazione e del plagio, della copia e del trompe-l'œil1.
Nel 1994, dopo dieci anni trascorsi a Jouy-en-Josas, vicino a Versailles, la Fondation Cartier si trasferì nell'arioso edificio di vetro e acciaio nel centro di Parigi progettato appositamente da Jean Nouvel, al 261 di boulevard Raspail, nel quartiere di Montparnasse.
L’11 maggio 1994 inaugurano quindi le prime 3 mostre nella nuova sede parigina: si tratta delle personali di Richard Artschwager, Ron Arad e Pierrick Sorin. Il primo ha realizzato una serie di sculture, di cui 8 sono state donate dall’artista stesso alla fondazione. Ron Arad per l’occasione diventa scenografo di un luogo d’incontro, realizzando una serie di tavoli dalle superfici sinuose in acciaio lucidato a specchio. Totalmente diverso è il lavoro di Pierrick Sorin, che attraverso la proiezione di video ad anello, accompagnata da alcuni schizzi, mette in scena i fallimenti della vita di tutti i giorni2.
Nel 2001 la Fondation Cartier torna a Milano, con due mostre, l’una di seguito all’altra, alla Galleria Carla Sozzani (l’attuale Fondazione Sozzani). Anche in questo caso si tratta di riallestimenti di due mostre tenutesi nella sede parigina della fondazione: la personale di Francesca Woodman del 1998 e di quella di Herb Ritts del 1999. La galleria milanese si adatta perfettamente alle due mostre, soprattutto per la predilezione alla fotografia che fin dagli inizi la caratterizza. Lo stesso spazio espositivo ospiterà poi nel 2006 un’altra mostra della Fondation Cartier: la personale di Rinko Kawauchi che si era tenuta a Parigi l’anno precedente3.
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https://www.fondationcartier.com/en/exhibitions/international/veramente-falso-vraiment-faux
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https://www.fondationcartier.com/en/exhibitions/archive
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https://www.fondationcartier.com/en/exhibitions/international/archive
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Il 3 marzo 2007 la fondazione inaugura, al piano terra della propria sede, l’eccezionale mostra di David Lynch The Air is on Fire: la ricostruzione di un soggiorno e di un mini-cinema, ospitano l’archivio di dipinti, fotografie e disegni del regista americano che per la prima volta escono dal suo studio, offrendo al visitatore un’immersione nel suo mondo, dalle sue esperienze d'infanzia alle fantasie adolescenziali, fino alle sue adulte preoccupazioni4. I numerosi spazi della mostra, ben diversi l’uno dall’altro, sono pervasi da suoni realizzati da Lynch stesso per l’occasione, che rendono l’esperienza ancora più immersiva.
Conclusasi il 27 maggio, The Air is on Fire viene riallestita negli spazi della Triennale di Milano e inaugurata il 9 ottobre dello stesso anno. Qui Lynch rivede l’allestimento, dipingendo le pareti degli spazi e trasformandone l’atmosfera5. La stessa mostra è stata poi esposta anche alla Fondation Ekaterina di Mosca nel 2009 e al GL Strand di Copenaghen nel 2010, ogni volta con risultati ben diversi.
Dal 1 marzo al 1 settembre 2019, la Fondation Cartier presenta The Great Animal Orchestra, in occasione della XXII Triennale di Milano, intitolata Broken Nature: Design Takes on Human Survival. Si tratta di un istallazione presentata nella mostra omonima tenutasi nella sede della fondazione nel 2016, ispirata al lavoro del musicista bioacustico americano Bernie Krause6. La mostra riunisce il lavoro di artisti di tutto il mondo e invita il pubblico a godere di una meditazione estetica, sia uditiva che visiva, sul regno animale, che è sempre più minacciato nel mondo odierno. Nella "casa di vetro", gli architetti messicani Mauricio Rocha e Gabriela Carrillohave hanno creato una scenografia in mattoni di terracotta che circonda il giardino e gli spazi interni dell’edificio che riproduce metaforicamente quella di un'orchestra sinfonica7. La stessa mostra viene presentata in ottobre a Londra al 180 The Strand, in occasione di un'importante mostra degli UVA (United Visual Artists).
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https://www.fondationcartier.com/en/exhibitions/david-lynch-the-air-is-on-fire
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https://www.fondationcartier.com/en/exhibitions/international/david-lynch-the-air-is-on-fire
6
https://www.fondationcartier.com/en/exhibitions/international/le-grand-orchestre-des-animaux
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https://www.fondationcartier.com/en/exhibitions/le-grand-orchestre-des-animaux
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Vraiment faux, 1988, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Jouy-en-Josas. © G. Bouchet
Ron Arad solo, 1994, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi. © Ron Arad
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David Lynch, The Air is on Fire, 2007, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi. © David Lynch
The Great Animal Orchestra, 2017, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi. © Bernie Krause
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FONDAZIONE PRADA
Nel 1993 i coniugi Miuccia Prada e Patrizio Bertelli danno vita al progetto PradaMilanoArte, impegnandosi nella promozione della scultura contemporanea. Nell’attuale show-room di Prada di via Maffei 2 a Milano viene inaugurata la prima mostra: una retrospettiva dedicata a Eliseo Mattiaci, esponente dell’Arte Povera, che presenta in ordine cronologico alcuni tra i lavori più significativi della produzione dell’artista8.
Ma è due anni dopo, nel 1995, che nasce Fondazione Prada, grazie anche all’aiuto del celebre storico dell’arte e curatore Germano Celant. Prima in una vecchia tipografia, poi in un deposito i coniugi si impegnano in commissioni utopiche, in mostre e progetti assolutamente inediti nel panorama italiano.
Il 16 maggio 1995 inaugura, sempre in via Maffei, la prima retrospettiva dedicata all’artista americano David Smith. La mostra, a cura di Candida Smith e Carmen Giménez, espone opere provenienti da collezioni pubbliche e private che comprende 13 sculture di grandi dimensioni e 24 disegni a tecnica mista. Il percorso espositivo è accompagnato da una serie di fotografie di Ugo Mulas e taccuini autografi che raccontano l’esperienza italiana di Smith9.
Il 29 novembre 1997, un anno esatto dopo la morte dell’artista statunitense Dan Flavin, viene inaugurato un progetto sviluppato in due importanti interventi, intitolato Dan Flavin a Milano: Chiesa Rossa e Fondazione Prada. Il primo, che è anche l’ultimo progetto concepito e disegnato da Flavin prima della sua scomparsa, consiste in un’installazione ambientale permanente: un sistema di luci realizzato attraverso l’uso di tubi fluorescenti di diversa lunghezza e di differenti colori, collocato nella grande navata e nei transetti della chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa10. Il secondo intervento – a cura di Michael Govan – consiste nella presentazione di due installazioni tematiche, allestite negli spazi della nuova sede della Fondazione Prada, in via Spartaco 8, secondo il progetto architettonico voluto dallo stesso Flavin.
Nel 2011 Fondazione Prada sbarca a Venezia inaugurando la nuova sede espositiva di Ca’ Corner della Regina, palazzo settecentesco affacciato sul Canal Grande. A cura di Germano Celant, la prima esposizione qui tenutasi documenta, con progetti speciali e inediti, il dialogo in costruzione tra la Fondazione e istituzioni museali internazionali, instaurando uno scambio creativo tra le rispettive collezioni e gli interventi di artisti contemporanei11. Negli ambienti di Ca’ Corner sono presentate imponenti sculture di Anish Kapoor, Michael Heizer e Jeff Koons, oltre a importanti lavori di Walter De Maria, John Baldessari, Charles Ray, Tom Friedman, Domenico Gnoli, Damien Hirst, Louise Bourgeois, Blinky Palermo, Bruce Nauman, Enrico Castellani, Nathalie Djurberg, Lucio Fontana, Francesco Lo Savio, Piero Manzoni, Salvatore Scarpitta e Mario Schifano.
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http://www.fondazioneprada.org/project/eliseo-mattiacci/
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http://www.fondazioneprada.org/project/david-smith-in-italy/
10
http://www.fondazioneprada.org/project/dan-flavin/
11
http://www.fondazioneprada.org/project/fondazione-prada_ca-corner-della-regina/
8
Nel 2015 Fondazione Prada compie vent’anni e inaugura quella che oggi è la sede principale, in Largo Isarco 2 a Milano: una distilleria dei primi del Novecento che viene affidata all’architetto Rem Koolhaas che la trasforma, sostituendo un edificio, aggiungendone due e mantenendone sette - di cui uno fa ricoprire interamente di foglia d’oro - in un incredibile complesso museale.
Il 9 maggio 2015 inaugurano le mostre Serial Classic, nella nuova sede di Milano, e Portable Classic in quella veneziana, entrambe co-curate da Salvatore Settis. La prima, che riunisce più di 60 opere, è dedicata alla scultura classica ed esplora il rapporto ambivalente tra originalità e imitazione nella cultura romana e il suo insistere sulla diffusione di multipli come omaggi all’arte greca12. La seconda tratta invece le origini e le funzioni delle riproduzioni in miniatura di sculture classiche, presentando oltre 80 opere13.
Il 21 dicembre 2016, con la mostra Give Me Yesterday, a cura di Francesco Zanot, viene aperto al pubblico il nuovo spazio espositivo della Fondazione Prada in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, dedicato esclusivamente alla fotografia e ai linguaggi visivi: l’Osservatorio. In un percorso che comprende i lavori di 14 autori italiani e internazionali, il progetto esplora l’uso della fotografia come diario personale in un arco di tempo che va dall’inizio degli anni Duemila a oggi.
Il 20 aprile 2018 viene inaugurata la Torre nella sede di Largo Isarco: un edificio alto 60 metri, in cemento bianco e vetro, con un architettura irregolare, progettato anch’esso da Rem Koolhaas.
La Torre ospita il progetto Atlas, concepito da Miuccia Prada e Germano Celant come una mappatura delle idee che hanno ispirato la formazione della Collezione Prada. Sono qui ospitate opere realizzate tra il 1960 e il 2016, da autori che vanno da Jeff Koons a Walter De Maria, da Pino Pascali a Damien Hirst, da Carsten Höller a Carla Accardi14.
In 25 anni di attività Fondazione Prada conta 29 mostre temporanee e 5 progetti permanenti nella sede di Largo Isarco, 7 mostre fotografiche nella sede Osservatorio, 8 mostre nella sede di Ca’ Corner, 26 progetti cinematografici, 24 mostre personali nelle sedi di via Spartaco e via Fogazzari, 16 tra mostre e progetti realizzate in sedi esterne e 75 pubblicazioni15.
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http://www.fondazioneprada.org/project/serial-classic/
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http://www.fondazioneprada.org/project/portable-classic/
14
http://www.fondazioneprada.org/project/atlas/
15
http://www.fondazioneprada.org/storia/
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Dan Flavin, Untitled, 1997, Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa, Milan. © Fondazione Prada
Pino Pascali, Confluenze, 1967, Fondazione Prada, Ca’ Corner della Regina, Venezia. © Fondazione Prada
Serial Classic, 2015, Fondazione Prada, Milano. © Fondazione Prada
10
Give Me Yesterday, 2016, Fondazione Prada Osservatorio, Milano. Š Fondazione Prada
Damien Hirst, Tears for everybody's looking at you, 1997, Fondazione Prada - Atlas, Milano. Š Fondazione Prada
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FONDAZIONE NICOLA TRUSSARDI
Un approccio totalmente diverso dai primi due è quello della Fondazione Nicola Trussardi che dal gennaio 2003 rinuncia alla sede espositiva di Palazzo Marino alla Scala a Milano, per diventare il primo museo nomade della città. Fondata come istituzione privata no profit nel 1996 da Nicola Trussardi, a Milano, è dal 1999 diretta dalla figlia Beatrice. E se Fondazione Prada ha avuto l’onore di essere stata diretta da Germano Celant, la Fondazione Nicola Trussardi vanta come direttore artistico, dal 2002, Massimiliano Gioni.
Il 7 maggio 2003 inaugura la prima installazione della Fondazione, al centro dell’ottagono della Galleria Vittorio Emanuele di Milano: una Fiat Uno agganciata ad una roulotte sbuca dal pavimento. È intitolata Short Cut, ed è l’opera del duo danese Elmgreen & Dragset, che disegnano un’incursione unica nella vita quotidiana di Milano e nella sua storia, rileggendo uno dei simboli della città. Per il loro primo progetto pubblico in Italia i due artisti scelgono di confrontarsi con una serie di stereotipi locali - tra i quali la Fiat targata Napoli, una cartina di Rimini e un portachiavi di Pinocchio - alludendo da un lato alla precarietà del mondo odierno, e dall’altro al turismo di massa16.
Un anno dopo, il 5 maggio 2004, i milanesi scoprono la seconda installazione pubblica promossa dalla Fondazione, ben più destabilizzante della prima. In Piazza XXIV Maggio, tre manichini di bambini, dalle fattezze estremamente realistiche, sono impiccati all’albero più vecchio della città con gli occhi spalancati. L’autore, Maurizio Cattelan, accende con quest’opera una discussione che colpisce ogni fascia della popolazione: dal dibattito sull’arte e su ciò che può essere permesso nello spazio pubblico, alle infuocate proteste dei cittadini. Dopo meno di quarantotto ore l’opera viene distrutta da un cittadino, alimentando ulteriormente il dibattito17.
I progetti realizzati dalla Fondazione Nicola Trussardi, dal 2003 ad oggi, sono in tutto 29 ed ognuno si differenzia per tema, location e tipologia.
Oltre le installazioni pubbliche, diverse sono le mostre personali, come My Religion Is Kindness. Thank You, See You In The Future di Paola Pivi, tenutasi negli spazi maestosi ed austeri dei Vecchi Magazzini della Stazione di Porta Genova di Milano, nel 2006. Le leggi dell’assurdo governano l’universo di Paola Pivi che per la mostra presenta una moltitudine di animali domestici ed esotici, tutti rigorosamente bianchi, trasformando così l’esposizione in un sogno allucinato o in un’astratta e monocroma scultura in movimento18.
In occasione del Centenario del Gruppo Trussardi, la Fondazione, in collaborazione con la Fondazione Pitti Discovery, organizza una mostra a cura di Massimiliano Gioni che riunisce, negli spazi monumentali della Stazione Leopolda di Firenze, le opere dei tredici artisti internazionali a cui a Milano, dal 2003 al 2011, la Fondazione Nicola Trussardi ha dedicato ambiziose mostre personali e spettacolari progetti d’arte pubblica.
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https://www.fondazionenicolatrussardi.com/mostre/short-cut/
17
https://www.fondazionenicolatrussardi.com/mostre/untitled/
https://www.fondazionenicolatrussardi.com/mostre/my-religion-is-kindness-thank-you-seeyou-in-the-future/ 18
12
Intitolata 8½, in onore del leggendario film di Federico Fellini, è la prima grande mostra collettiva organizzata dalla Fondazione, dove le opere di Darren Almond, Pawel Althamer, John Bock, Maurizio Cattelan, Martin Creed, Tacita Dean, Michael Elmgreen & Ingar Dragset, Urs Fischer, Peter Fischli e David Weiss, Paul McCarthy, Paola Pivi, Anri Sala e Tino Sehgal dialogano in un racconto per immagini19.
Nel marzo del 2015, in collaborazione con Fondazione Riccardo Catella e Confagricoltura, Fondazione Nicola Trussardi presenta Wheatfield, un progetto eccezionale dell’artista americana Agnes Denes. In concomitanza con l’Expo 2015 - dal tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” un campo di grano viene seminato, coltivato e raccolto nel centro di Milano, all’interno dell’area di Porta Nuova. Lo spettacolare intervento di land art ecologica, concepito da Agnes Denes nel 1982 per riportare l’attenzione del pubblico su alcuni valori sempre più trascurati dalla società globalizzata, si estende per 5 ettari, nell’area che oggi ospita la BAM (Biblioteca degli Alberi Milano), tra i grattacieli e gli edifici futuristici che stavano ridisegnando la città20.
L’ultimo grande progetto della Fondazione Nicola Trussardi inaugura il 2 aprile 2019, in occasione dell’Art Week milanese, coordinata dal Comune di Milano, e rimasta visibile anche per l’intera durata della Design Week. A Friend è il nome dell’imponete installazione dell’artista ghanese Ibrahim Mahama, che ricopre gli enormi caselli daziari neoclassici di Porta Venezia con migliaia di sacchi di juta, stravolgendo l’identità della piazza. L’eredità di Burri e di Christo si fondono in un opera dall’importante valore sociale che mette in luce l’origine storica dei due edifici, nonché la loro funzione simbolica ed economica come luogo di scambio21.
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https://www.fondazionenicolatrussardi.com/mostre/8-2-2/
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https://www.fondazionenicolatrussardi.com/mostre/wheatfield/
21
https://www.fondazionenicolatrussardi.com/mostre/a-friend/
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Elmgreen & Dragset, Short Cut, 2003, Galleria Vittorio Emanuele II, Milano. © Fondazione Nicola Trussardi
Maurizio Cattelan, Untitled, 2004, Piazza XXIV Maggio, Milano. © Fondazione Nicola Trussardi
Paola Pivi, My Religion Is Kindness. Thank You, See You In The Future, 2006, Vecchi Magazzini della Stazione di Porta Genova, Milano. © Fondazione Nicola Trussardi
14
Agnes Denes, Wheatfield, 2015, Porta Nuova, Milano. Š Fondazione Nicola Trussardi
Ibrahim Mahama, A Friend, 2019, Porta Venezia, Milano. Š Fondazione Nicola Trussardi
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CONCLUSIONE
Germano Celant ha definito la modalità di operare della Fondazione Prada “guerrigliera”, in grado di mettere l’arte in discussione, con gli occhi proiettati sempre al futuro e spiega che è proprio il mondo della moda ad aver prestato a Miuccia Prada questo atteggiamento22. Nella stessa occasione Celant svela che fin dall’inizio l’idea era quella di una provocazione, di un progetto impossibile, capace di spiazzare e di non risultare mai prevedibile: esattamente quello che dagli anni Settanta in poi Miuccia Prada aveva messo in atto nel mondo della moda, stravolgendo l’idea di lusso. Il vanto della Fondazione Prada è proprio quello di saper rinnovarsi costantemente, non limitandosi all’arte contemporanea, ma piuttosto al rendere contemporanea ogni forma d’arte.
“Il nostro interesse principale sono le idee e i modi in cui l’umanità le ha trasformate in discipline specifiche. [...] Ogni campo avrà una sua autonomia, ma lo scopo complessivo sarà uno solo. La coesistenza delle discipline andrà a generare risonanze e intersezioni culturali imprevedibili”23
Provocare è anche la parola d’ordine della Fondazione Nicola Trussardi, le cui mostre e installazioni hanno, dal 2003 ad oggi, sconvolto i cittadini milanesi, ponendoli ripetutamente davanti all’interrogativo: che cosa è arte? E ancor di più: cosa si intende per arte contemporanea? Se le mura di un museo e il costo del biglietto allontanano i più scettici dall’avanguardia delle mostre e dei progetti della Fondazione Prada, la Fondazione Nicola Trussardi - allestendo nelle piazze della città le opere degli artisti, in progetti monumentali che fanno sempre parlare di sé coinvolge inevitabilmente il cittadino; anche quando si tratta di mostre più “tradizionali”, l’accesso è sempre gratuito. La scelta di rinunciare ad una sede espositiva permette quindi un approccio più diretto con il pubblico - coinvolto più che mai nei progetti proposti - oltre che una sperimentazione costantemente inedita, trovandosi a dialogare con architetture e spazi nuovi ogni volta. La città di Milano non fa solo da scena per i progetti della Fondazione Nicola Trussardi, ma ne è sempre la protagonista, dando alle opere un valore che altrimenti non avrebbero.
In modo diverso, anche la Fondation Cartier si mette continuamente alla prova, riallestendo i propri progetti in svariati spazi espositivi di tutto il mondo. Le mostre che si tengono nella fondazione sono sempre realizzate ad hoc nei propri spazi, e trovarsi continuamente a rivedere gli allestimenti, riadattandoli a spazi nuovi ogni volta, è certamente una sfida. Questo dimostra senz’altro un approccio filantropico che mira ad uscire dal vetro della meravigliosa sede parigina, portando la cultura e l’arte contemporanea in tutto il mondo.
Da un altro punto di vista, le energie che Fondation Cartier e Fondazione Prada spendono nelle proprie splendide sedi espositive - considerate da qualcuno un mero strumento di marketing donano alle città che le ospitano un grande vanto, oltre che culturale, architettonico. La torre dorata della Fondazione Prada ed il Theatrum Botanicum della Fondation Cartier sono oggi infatti due simboli e due luoghi d’interesse delle città, che hanno forse la capacità di avvicinare anche i più scettici all’arte e alla cultura contemporanea.
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https://www.esquire.com/it/cultura/arte-design/a27909780/fondazione-prada-storia/
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http://www.fondazioneprada.org/mission/
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SITOGRAFIA https://www.esquire.com/it/cultura/arte-design/a27909780/fondazione-prada-storia/
https://www.fondationcartier.com https://www.fondationcartier.com/expositions/archive https://www.fondationcartier.com/histoire-mission/mecenat https://www.fondationcartier.com/expositions/international/archive https://www.fondazionenicolatrussardi.com https://www.fondazionenicolatrussardi.com/la-fondazione/ https://www.fondazionenicolatrussardi.com/mostre/ http://www.fondazioneprada.org http://www.fondazioneprada.org/calendario/?period=past&tmpl=1 http://www.fondazioneprada.org/mission/ http://www.fondazioneprada.org/storia/
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