Lo Scirocco 2010 3

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Emergenza Provincia di Mery Albertini

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utui per 185 milioni, 17,5 milioni di debiti fuori bilancio, entrate sovrastimate e tonnellate di spazzatura in giro per i comuni del Salento. Il buco finanziario e la questione rifiuti sono i problemi più urgenti - e scottanti - che la Provincia si trova ad affrontare in questo periodo. Abbiamo chiesto maggiori dettagli all’Assessore con delega ai Servizi Finanziari e alla Programmazione Economica, Silvano Macculi. > 3

Carissima Regione Li chiamano “onorevolini” per il loro stipendio pari, quasi, a quello dei nostri delegati a Roma. I compensi dei consiglieri pugliesi risultano essere tra i più alti d’Italia. A quanto ammontano? >13 R EDAZIONE :

via Piave, 24

Speciale Ruffano

I quattro candidati

Sono 15 i comuni che in tutta la provincia di Lecce eleggeranno una nuova Amministrazione Comunale, due dei quali superiori ai 15.000 abitanti. La nostra attenzione si è soffermata in particolare su Ruffano e sui suoi tre candidati sindaci. Abbiamo chiesto loro le motivazioni che li hanno spinti a candidarsi e i programmi che propongono alla comunità cittadina >22-29

Rocco Palese, Adriana Poli Bortone, Michele Rizzi o Nichi Vendola? Chi sarà il nuovo Presidente della Puglia? Per approfondire la loro conoscenza li abbiamo intervistati >14-17

“È la responsabilità per le mie parole e le mie azioni che fa di me una persona libera” Benedetta Tobagi

73059

UGENTO (Le) cell.

380.63.59.149 tel/fax.

non s’ha da fare

0833.55.48.43 info@loscirocco.it

di Valentina Marra

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l preannunciato ritorno all’energia atomica, nell’ottica di una generale progressione mondiale in questa direzione, è stato legittimato il 10 febbraio scorso con il via libera del Consiglio dei ministri al decreto legislativo per l’individuazione dei siti destinati alla costruzione delle centrali nucleari, > 7

La replica del Sindaco Ozza

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ubblichiamo la lettera ricevuta dal Sindaco di Ugento, in risposta alle dichiarazioni che Nichi Vendola ha rilasciato nella sua intervista pubblicata sul numero di febbraio de Lo Scirocco > 5

Note giallorosse di Valeria Carlucci e Donato Provenzano

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omenica, 17 gennaio 2010. Nel Palazzetto dello Sport di Ugento si gioca una delle partite più importanti della stagione, quella tra Falchi Ugento e Martina Franca. Il pubblico è quello delle grandi occasioni: pochissimi i posti a sedere vuoti e la Curva Sud, “calda” e colorata come al solito, inizia ad intonare i cori d’incoraggiamento. > 30

anno 2 numero 7



TEMI C A L D I

(continua dalla prima pagina)

Qual è l’attuale situazione economica della Provincia di Lecce? Appena ci siamo insediati in Provincia, abbiamo trovato una criticità finanziaria di dimensioni enormi: mancavano, per arrivare da giugno a fine anno, 2 milioni di euro per pagare le utenze, e i fondi per gli organi istituzionali. Il Presidente, la Giunta, i Consiglieri, il Direttore e il Capo di gabinetto avevano previsto le somme fino a giugno, mentre, per pagare i servizi a favore di audiolesi e videolesi, non avevano assolutamente previsto 5.400.000 euro su capitoli di spesa obbligatoria. E questo è stato un fatto gravissimo, perché le spese obbligatorie non possono essere sottostimate. Le entrate erano sovrastimate, per circa 3 milioni. Inoltre, erano stati contratti degli “swap”, cioè operazioni relative ai titoli “derivati”, per i quali non vi era accantonamento quando vi sono state maggiori entrate: per uscire da questa operazione bisogna pagare 3.900.000 euro che la Provincia non ha accantonato. Sono tutti debiti fuori bilancio. E poi ancora circa 5 milioni di euro tra l’uscita dalla transazione con Asea, le perdite di Salento Energia e la gestione dei residui attivi. La situazione generale della Provincia è anch’essa molto critica, in quanto, rispetto alla Provincia che il centrosinistra ebbe in consegna con 40 milioni circa di attivo, ci è stata consegnata con meno 185 milioni di mutui contratti con rate di 15 milioni all’anno da pagare, ol-

Emergenza Provincia

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Intervista a Silvano Macculi, Assessore provinciale alla programmazione economica - 1ª parte tre ai 17,5 milioni di debiti fuori bilancio che sono di una gravità assurda. Come procede il piano di risanamento messo a punto? Abbiamo subito messo mano al risanamento con la riduzione dei compensi agli amministratori del 30%: circa 500.000 euro in meno. Abbiamo razionalizzato le società partecipate perché avevano creato tanti “satelliti” intorno per accontentare, con posti in consiglio di amministrazione ed altro, amici degli amici. Abbiamo eliminato cinque società perché avevano un bilancio negativo e oltre trenta poltrone che ci fanno risparmiare altri 500.000 euro annui. Inoltre, abbiamo eliminato società che producevano perdite per circa 2 milioni all’anno: dunque, sono già 3 milioni di risparmio senza togliere servizi ai cittadini. Però il buco era talmente elevato che l’amministrazione precedente aveva già fatto un piano di vendita di beni immobiliari per circa 30 milioni di euro, perché ne necessitano almeno 15 per mettere in equilibrio i conti. Ormai la situazione è sotto controllo: abbiamo quantificato e messo in atto il piano di risanamento. Emergenza rifiuti nel Salento: è stata del tutto risolta o ci sono ancora margini di rischio? Non è ancora del tutto risolta, in

particolare nell’Ato/Le2, dove dal 2007 non è presente, all’interno del bacino, alcuna discarica, né alcun impianto di selezione, bio-stabilizzazione, di discarica-servizio-soccorso, come ce li hanno l’Ato/Le1 a Cavallino e l’Ato/Le3 ad Ugento. Quando un bacino di 46 Comuni non è autosufficiente nella parte finale del ciclo, cioè nello smaltimento, si è in emergenza: dal 2007 si smaltisce il rifiuto prodotto sulla base di ordinanze contingenti emesse dal Commissario straordinario per l’emergenza ambientale che oggi, in Puglia, è rappresentato dal Presidente della Regione, che stabilisce di volta in volta dove trasferirli. Nel 2007 e nel 2008

furono portati a Fragagnano, in provincia di Taranto. Lì, in alcuni momenti dei due anni, abbiamo avuto delle manifestazioni di rigetto: la popolazione non era disponibile a prendere per periodi lunghi i rifiuti prodotti in altri territori. Nel 2009 siamo stati, nel mese di gennaio, ad Ugento: i primi giorni ci furono delle rivolte. L’Ato/Le2 mise in crisi anche l’Ato/Le3. A febbraio è stata la volta di Cerignola. Adesso una parte dei rifiuti va a Brindisi, la frazione secca va a Cavallino. Inizialmente, anche l’umido era stato destinato a Cavallino ma, su ricorso del Sindaco, tornerà ad Ugento. È evidente che una gestione di questo tipo è una gestione in emergenza. Tutto questo, purtroppo, avviene perché il Commissario Vendola nel 2007, nonostante il parere contrario dei 46 Comuni, decise unilateralmente di chiudere la discarica di Nardò perché troppo vicina al Paese, ma non autorizzò il trasferimento dei rifiuti in un’altra discarica “indifferenziata” come invece è avvenuto in diverse zone della Puglia. Tutto ciò ha creato un aggravio enorme dei costi a carico dei cittadini e delle casse regionali della Protezione civile: il costo di smaltimento è passato da 5 milioni all’anno a circa 17 milioni all’anno. Mery Albertini



TEMI C A L D I

RICEVIAMO Egregio Direttore, seguo con attenzione il suo periodico “Lo Scirocco” e mi debbo complimentare con la sua redazione per lo sforzo profuso, nonostante i pochi mezzi finanziari a disposizione, nel fornire informazioni e servizi di interesse pubblico alla collettività salentina. Ho deciso di inviarle questa mia dopo aver letto l’intervista al Presidente Vendola che in un suo passaggio afferma che i ritardi accumulati nella realizzazione del biostabilizzatore di Ugento sono attribuibili all’Amministrazione Comunale per “non aver ottemperato al dovere di sorveglianza del sito” sede dell’impianto. Niente di più falso!!! A tal fine mi limito semplicemente a richiamare il contenuto dei verbali di incontro svoltisi dal 5 febbraio 2008 in poi, alla presenza dei funzionari regionali e dell’Assessore all’Ambiente Losappio, laddove si evince come i rifiuti (amianto) presenti nel sito, siano stati abbandonati dopo diverse settimane dall’intervenuta consegna del cantiere alla ditta appaltatrice che avrebbe dovuto, quindi, per legge, garantirne la custodia e la sorveglianza. Detta circostanza viene altresì confermata dal contenuto di note trasmesse alla struttura commissariale dal Presidente ASSOCIAZIONE CULTURALE ARTISTICA MUSICALE

ARCO DELLA PIETÀ VIA ROMA, 130 - MATINO (LE) PRESENTA

LA PASSIONE VIVENTE DI GESÙ SABATO 27 MARZO 2010 ORE 19.30 In caso di pioggia la rappresentazione si terrà lunedì 29 marzo

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PUBBLICHIAMO

della Provincia, Giovanni Pellegrino e dell’Assessore all’Ambiente, Gianni Scognamillo, i quali lamentavano il gravissimo ritardo che si stava accumulando nella cantierizzazione dei lavori medesimi. Ancora una volta, quindi, il Presidente Vendola dimostra di esercitare la sua funzione prescindendo totalmente dal contenuto degli atti amministrativi. Inoltre occorre rilevare che l’Amministrazione Comunale di Ugento, proprio al fine di prevenire il fenomeno dell’abbandono indiscriminato dei rifiuti, ha istituito un nucleo di vigilanza ambientale che opera con grande impegno e professionalità nel prevenire e, ove occorra, reprimere

abusi e reati commessi in materia ambientale ed edilizia. Si ricorda, altresì, come il Comune di Ugento sia stato recentemente beneficiario di un finanziamento, nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza per lo Sviluppo, Obiettivo convergenza 2007-2013”, per il progetto denominato “Mo.S.TE.L.S. Monitoraggio satellitare del territorio per la Legalità e la Sicurezza” per l’importo complessivo pari ad euro 133.086,88. Con il Mo.S.TE.L.S. sarà possibile dotare l’ente di un efficace sistema di monitoraggio satellitare finalizzato al contrasto dell’illegalità e al potenziamento della salvaguardia ambientale, attraverso il persegui-

5 mento dei seguenti obiettivi: controllo dell’abusivismo edilizio, individuazione delle discariche abusive di rifiuti, monitoraggio dell’espianto illegale degli uliveti secolari e monumentali, valutazione dei danni da incendio, variazione della linea di costa, monitoraggio delle concessioni demaniali, danni al patrimonio ecologico e archeologico. La stessa amministrazione, continua, con costanza, a costituirsi formalmente parte civile in tutti i procedimenti penali afferenti reati di natura ambientale. Pertanto appare pretestuosa la polemica sollevata dal Presidente Vendola, che farebbe bene, una volta tanto, a riconoscere anche i propri errori nella gestione dei rifiuti in Puglia, ma soprattutto nel Salento Con cordialità e stima Eugenio Ozza - Sindaco di Ugento



TEMI C A L D I

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Questa centrale non s’ha da fare PUGLIA

Il ritorno del nucleare dopo 23 anni dal celebre referendum popolare

(continua dalla prima pagina)

degli impianti di fabbricazione del combustibile e di quelli per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi, disposizione consacrata dalle affermazioni del Ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, di porre la prima pietra delle centrali in questione nel 2013, al fine di ottenere il completo ripristino del circuito energetico per il 2020. Le Regioni avevano già manifestato anzitempo aperta opposizione al decreto, bocciandolo nel mese di gennaio durante una Conferenza delle Regioni, con l’unico voto favorevole di Veneto e Friuli Venezia Giulia e l’astensione della Lombardia. In realtà Puglia, Basilicata e Campania, presentendo la possibilità di essere nel mirino delle scelte governative, avevano già promulgato nel dicembre scorso delle leggi regionali per impe-

È top secret M APPA DEI S ITI

Mappa dei siti adibiti allo stoccaggio di rifiuti radioattivi

(Fonte: Apat)

ma i Verdi incalzano

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l 14 febbraio i Verdi rendono noto l’elenco dei presunti siti destinati alla localizzazione delle centrali. Nel comunicato stampa, in cui è presente la lista, si dichiara che in data 19 novembre 2009, la società Enel e la sua analoga francese Edf, in un incontro romano, hanno chiuso la lista delle proposte dei siti dove realizzare le centrali nucleari in Italia, da presentare al Governo italiano e all’agenzia nucleare italiana, cha verrà costituita successivamente alle elezioni Regionali del 28 e 29 marzo. Queste le località interessate: Monfalcone (Friuli Venezia Giulia), Chioggia (Veneto), Caorso (Emilia Romagna), Fossano e Trino (Piemonte), Scarlino (Toscana), San Benedetto del Tronto (Marche), Montalto di Castro e Latina (Lazio), Termoli (Molise), Mola di Bari o un sito tra Nardò e Manduria (Puglia), Scanzano Ionico (Basilicata), Oristano (Sardegna), Palma (Sicilia). V. M.

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l di là delle opinioni politiche o tendenzialmente di parte che si potrebbero sostenere in merito, esistono delle considerazioni di fondo da tenere presenti per una visuale più completa del problema. L’energia nucleare, insieme alle fonti rinnovabili e le fonti fossili, è una fonte di energia primaria, come tale è presente in natura e non deriva dalla trasformazione di altra forma di energia. È dunque rea-

dire l’installazione di impianti nucleari nei loro territori. Risponde con il pugno di ferro il governo centrale, che il 4 febbraio, su proposta dello stesso Scajola, in collaborazione con il ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto, contesta le tre leggi dinnanzi alla Corte Costituzionale per questioni di diritto e di merito riguardo alle competenze statali in materia di energia e di tutela ambientale. In particolare in Puglia la legge regionale del 4 dicembre 2009 decreta che il territorio della Regione Puglia è precluso all’installazione di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di fabbricazione del combustibile nucleare, di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché di depositi di materiali e rifiuti radioattivi. La dura reazione del Presidente Vendola si esprime nella affermazione a chiare lettere “che la Puglia sarà la regione più disobbediente d’Italia e continuerà a dire no al nucleare definendola un’opzione antistorica, antieconomica, in una regione che è uno dei principali produttori di energia elettrica d’Italia, di cui l’87% è al servizio del Paese”. Nel coro dei no a una centrale nella propria Regione si schierano molti candidati del centrodestra alle prossime Regionali (come Renata Polverini in accordo con il sindaco di Roma Gianni Alemanno nel Lazio e la Regione Sicilia all’unanimità), un fatto che ha spinto il governo centrale al richiamo alla trasparenza verso i cittadini sulle reali disposizioni della maggioranza. Valentina Marra

SCORIE E BENESSERE

Risultati concreti o ipotesi lontane?

Investire nella ricerca perché l’energia nucleare diventi una valida alternativa listico che l’impiego dell’atomo possa essere un aiuto nella lotta contro le emissioni di agenti inquinanti e una valida alternativa al petrolio, ma non è purtroppo supportato da altre variabili che sono strettamente connesse alla

buona riuscita del progetto. Innanzitutto il problema mai risolto delle scorie radioattive, provenienti dal combustibile esausto all’interno dei reattori: dopo 30 anni e più di 60 miliardi di dollari, gli Stati Uniti, la nazione tecnolo-

gicamente più avanzata, non è riuscita a realizzare un deposito permanente dove collocare le scorie che restano radioattive per 10.000-100.000 anni. È quasi certo che saranno una triste eredità delle prossime generazioni. Un ingente investimento economico per la ricerca e lo sviluppo di sicure tecnologie e la stessa realizzazione fisica degli impianti, accompagnate dal buonsenso di chi guida le redini del gioco verso un reale obbiettivo di benessere comune, sono le premesse essenziali per inaugurare concretamente un nuovo corso. Del resto la teoria secondo cui l’energia nucleare permetterà di risolvere l’attuale crisi energetica viene sfatata da un semplice calcolo algebrico: per poter giocare un ruolo considerevole nel sistema energetico mondiale (attualmente ne rappresenta il 15%), fino al 2050 bisognerebbe costruire circa 2.500 centrali da 1.000 MW ciascuna, ovvero una la settimana. Stesso discorso per il costo finale della bolletta che in Italia risulterebbe più alto perché non ci sono centrali nucleari: il costo dell’elettricità è più alto della media europea a causa di altre variabili quali la scarsa concorrenza, le quote per lo smantellamento delle vecchie centrali nucleari, il CIP6 (chi produce energia elettrica da fonti rinnovabili o assimilate ha diritto a rivenderla al Gestore dei Servizi Energetici a un prezzo superiore). Valentina Marra



ELEZIONI

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VA D E M E C U M D E L L’ E L E T T O R E

Come, dove e quando votare Ecco tutte le indicazioni necessarie per il voto del 28 e 29 marzo

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’appuntamento elettorale del 2010 in Puglia riguarda le elezioni Regionali. I pugliesi potranno recarsi alle urne domenica 28 marzo dalle 8.00 alle 20.00 e lunedì 29 dalle 7.00 alle 15.00 per rinnovare il Presidente della Giunta e il Consiglio regionale. Gli elettori riceveranno un’unica scheda ed avranno tre diverse possibilità di voto. Per votare il candidato presidente è necessario tracciare un segno sul nome del candidato o su uno dei simboli che rappresentano la lista regionale guidata dal candidato (immagine 1). Per votare i consiglieri bisogna invece tracciare un segno sul simbolo della lista provinciale preferita, accanto alla quale è possibile (ma non obbligatorio) indicare una preferenza per uno dei candidati della lista, scrivendone il nome nello spazio apposito (immagine 2). È possibile infine esercitare il voto disgiunto: l’elettore può votare per una lista provinciale e per un candidato presidente che non è appoggiato da questa stessa lista provinciale (immagine 3). Per queste regionali è previsto per la prima volta lo sbarramento al 4% per ogni singola lista, indipendentemente dal risultato della coalizione, per poter concorrere all’assegnazione dei seggi. Il 28 e 29 marzo si voterà anche per le Comunali in 15 comuni della provincia di Lecce. Nei comuni con più di 15.000 abitanti il Sindaco e i Consiglieri comunali vengono eletti con sistema proporzionale. L’elettore può votare un

candidato sindaco (tracciando un segno nel rettangolo con il cognome ed il nome del candidato) ed una delle liste che lo sostengono (tracciando un segno sul contrassegno della lista), oppure una qualunque lista tra quelle presentate (“voto disgiunto”). Si può inoltre esprimere il voto di preferenza per uno dei candidati alla carica di Consigliere comunale, tra quelli compresi nella lista votata, scrivendo il cognome del candidato nella riga a fianco del contrassegno. Nei comuni con meno di 15.000 abitanti non è invece possibile il voto disgiunto: si vota un candidato Sindaco facendo un segno sul simbolo della lista a cui è associato. È possibile il voto di preferenza, scrivendo sulla riga bianca accanto al simbolo il nome di uno dei candidati presenti in lista. Nel caso in cui non si esprima una preferenza il voto al candidato sindaco si trasmette automaticamente alla lista collegata. I documenti necessari per esercitare il diritto di voto sono la tessera elettorale personale, dove è indicato il seggio al quale l’elettore dovrà recarsi, e un documento di identificazione munito di fotografia rilasciato dalla Pubblica Amministrazione (come la carta di identità, la patente o il passaporto). Gli elettori affetti da gravi infermità che si trovino in condizioni di dipendenza continuativa e vitale da apparecchiature elettromedicali hanno la possibilità, previa richiesta al comune di residenza, di esercitare nel proprio domicilio il loro diritto di voto. Pietro Fornaciari



ELEZIONI R E G I O N A L I

Cara amica / Caro amico Cara amica / Caro amico, siamo alla vigilia di un importante appuntamento. Le elezioni per il rinnovo del consiglio regionale ci impongono una scelta. Una scelta molto importante e strategica per il nostro futuro. Noi tutti non dobbiamo avere dubbi. Basta riflettere sulle assenze, sulle inefficienze, sugli sprechi della Giunta Vendola. Dalla sanità alla gestione dei rifiuti, dalle scarse politiche di sviluppo alle spese folli che non hanno portato risultati concreti. In questi cinque anni, la Sinistra ci ha soltanto illuso con la sua demagogia e propaganda fatua. La riduzione delle liste d’attesa è solo una delle tante promesse non mantenute. Anzi, a proposito di Sanità, dobbiamo far fronte persino ad un debito di un miliardo di euro! Eppure il precedente governo Fitto aveva lasciato i conti in attivo. Aveva lasciato in eredità 9 milioni di euro. Tale somma è stata dissipata, così come tante altre risorse, secondo una logica clientelare ed irresponsabile. Le tre Notti bianche, che si

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averio Congedo ha 45 anni ed è un salentino puro sangue. Dopo aver conseguito la laurea in Economia e Commercio alla Luiss di Roma ed essersi avviato alla professione di commercialista a Milano, torna nella sua terra e nel 1995 ha inizio l’avventura politica: viene subito eletto consigliere comunale del capoluogo salentino nelle file della neonata Alleanza Nazionale. Poi sarà una rapida scalata di successi all’interno del partito, che lo hanno portato a ricoprirne, nel 1999, la carica di presidente provinciale, poi nel 2000 e ancora nel 2005 quella di consigliere regionale. Oggi, vice coordinatore provinciale del Pdl, braccio destro del sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, si candida nuovamente per il consiglio pugliese. Nel caso in cui dovesse vincere, c’è una problematica in particolare che vorrebbe risolvere di sua iniziativa? Fra le tante criticità lasciate da Vendola ci sono la sanità, i rifiuti e lo sviluppo economico. Questi sono i tre filoni sui quali non solo io, ma tutto il centrodestra, dovrà orientare la sua attività di governo. La riforma sanitaria è stata accantonata per fini strumentali di carattere politico. Sui rifiuti, in particolare qui a Ugento, stiamo conoscendo una situazione emergenziale che secondo il presidente, nonché commissario dell’emergenza ambientale, dovrebbe essere terminata. In realtà i rifiuti vanno ancora in giro per le varie zone della Puglia e voi stessi, in questi giorni, avete subito l’ennesima ordinanza assunta in maniera autoritaria da parte di Vendola che impone il conferimento dei rifiuti nella vostra discarica per altri due mesi, come se tutto quello che è successo non sia servito a nulla. Per lo sviluppo economico bisognerà recuperare i ritardi causati nel-

sono svolte dal 6 all’8 dicembre 2008, ci sono costate ben 6,5 milioni di euro. Questo è solo uno dei tanti sprechi di cui è protagonista la Giunta Vendola. Intanto, come se non bastasse, abbiamo subito una serie di aumenti ingiustificati di tasse regionali (Irap, Irpef, benzina, gas, tanto per citarne alcuni). Questi maggiori introiti sono serviti a coprire deficit che via via ha maturato la Sinistra, senza produrre alcun miglioramento dei servizi. Per non parlare poi della gestione dei rifiuti. Nel 2005 Vendola ha trovato una Puglia che usciva da anni di emergenza, grazie ad un articolato Piano pensato per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti. Erano già pronti i contratti da firmare per la costruzione di alcuni impianti. Vendola, però, ha deciso di stopparlo. Ha detto no ai termovalorizzatori ed ha “sognato” una soluzione che avrebbe dovuto accrescere la raccolta differenziata sino alla soglia del 55%. Cinque anni fa, la raccolta differenziata era al 9%, mentre oggi è al 12. Per raggiungere il 55% ci vor-

rebbero almeno altri 35 anni. Intanto, ha colpevolmente ritardato l’avviamento degli impianti che ancora oggi non sono pronti, ha ampliato vecchie discariche, ne ha autorizzate di nuove, con gravi conseguenze all’ambiente, alla salute e alle tasche dei cittadini! Ha posto fine al commissariamento, ma non all’emergenza dei rifiuti, aggravata dai trasferimenti da una provincia all’altra, con enormi costi per tutti noi. Così, in certe aree della Puglia, la tassa sui rifiuti si è addirittura triplicata. Viviamo, insomma, in una Puglia peggiore. Basta guardarci attorno per rendercene conto. Il nostro territorio, Ugento e le sue marine, Taurisano e i paesi limitrofi, sono abbandonati a se stessi. Adesso è arrivato il momento di dire basta agli inganni di Vendola. Basta con questa politica di mezzucci! Ci vuole serietà e competenza! Perciò, faccio nuovamente affidamento a voi, care amiche e cari amici, che mi avete sostenuto in tante battaglie e che, sono certo, mi accompagnerete anche in questa nuova avventura. Un’avventura che non si

11 legge nel libro dei sogni, ma è reale. Il vostro voto è perciò indispensabile, come lo è stato un anno fa, quando il Centrodestra ha vinto le elezioni provinciali. Anch’io ho contribuito a quella vittoria, grazie al vostro sostegno. Il mio impegno profuso con passione e grande sacrificio, le tante difficoltà e gli ostacoli superati con l’aiuto della mia gente ad Ugento e nelle sue marine, a Taurisano, l’appoggio del primo partito italiano, come il Pdl, mi sono valsi l’onore di essere chiamato a ricoprire la carica di assessore al Turismo, Marketing Territoriale, Agricoltura e Risorse del Mare. Ora sento la responsabilità di impegnarmi in prima persona anche per la nostra Regione. Pensateci bene prima di esprimere la vostra preferenza. Insieme dobbiamo guardare avanti, perché c’è tanto da fare. Da parte mia assicuro il massimo impegno e sono già pronto a rimboccarmi le maniche! Questo sarà possibile solo se darete nuovamente fiducia al Popolo della libertà, con Rocco Palese presidente e Francesco Pacella al consiglio regionale. Portateci a Bari e noi vi porteremo il Governo regionale a casa nostra, anzi a casa vostra! Francesco Pacella

Due domande a… Saverio Congedo Impegnato in politica dal 1995, si candida alla carica di consigliere regionale per il Pdl

l’utilizzo dei fondi comunitari. Occorrerà dare vero impulso alle attività turistiche poiché non basta qualche spettacolo pagato sei milioni di euro a carico dei contribuenti. Inoltre bisognerà dare un segnale importante sul settore dell’agricoltura. Qui al Sud noi non siamo di grandi pretese, ma esigiamo una vita dignitosa. Se vinceste voi del centrodestra potete garantirci di affrontare seriamente il problema dell’emergenza rifiuti e della sicurezza pubblica? Assolutamente sì, è una delle prio-

rità. Ho sempre pensato che il Sud dovesse scrollarsi di dosso l’immagine del cosiddetto “meridione piagnone”. Esiste un tessuto sociale, economico, culturale in questo territorio che se stimolato, coinvolto, sostenuto, può fare veramente di questa regione, ma soprattutto del nostro Salento, una voce importante dell’economia nazionale. Occorre esaltare le grandi vocazioni di questo territorio, coniugando lo sviluppo dello stesso ad una sana politica di sicurezza pubblica. Esempi significativi in tal senso si sono concretizzati in diversi comuni

della provincia di Lecce grazie a cospicui finanziamenti erogati dal Ministero dell’Interno per il tramite del Sottosegretario di Stato Mantovano. Ad Ugento in particolare grazie alla destinazione di somme per complessivi euro 1.000.000,00 si è ottenuto il finanziamento dei progetti di videosorveglianza urbana, monitoraggio satellitare del territorio nonché il finanziamento del progetto di recupero di un bene confiscato alla criminalità organizzata che verrà rifunzionalizzato per fini sociali. Marco Centanni


Conosciamo la Regione LEGGI E COSTITUZIONE

ELEZIONI R E G I O N A L I

Le elezioni regionali: non solo scontro politico e beghe di partito

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poche settimane dalla consultazione elettorale per il rinnovo degli organi regionali, possiamo dire di conoscere davvero la realtà regionale, al di là delle questioni politiche? Probabilmente no. Lo scontro politico tra gli schieramenti, ma anche quello interno ad essi, rischia di distogliere l’attenzione dei cittadini meno avvezzi ai tecnicismi, da questioni altrettanto importanti come l’organizzazione, il funzionamento e le competenze regionali. In base al nostro ordinamento, le Regioni sono enti territoriali dotati di proprio statuto, funzioni e competenze. Il sistema originariamente previsto dalla Costituzione è stato sottoposto ad un importante processo di riforma nel 2001. La legge costituzionale n. 3/2001, infatti, ha ridefinito l’assetto delle competenze legislative spettanti allo Stato e alle Regioni. Si tratta di un cambiamento per nulla irrilevante. La previsione di una serie di materie assegnate alla competenza legislativa esclusiva dello Stato o alla competenza concorrente di Stato e Regioni ha determinato una grave incertezza circa la ripartizione delle competenze tra i due enti, provocando così un incremento abnorme dei ricorsi dinanzi alla Corte Costituzionale. Riguardo la competenza definita “concorrente”, la Costituzione, all’art. 117 comma 3, precisa come la potestà legislativa nelle materie indicate dalla stessa norma spetti alle Regioni, salvo la determinazione dei principi fondamentali, spettante, invece, allo Stato. Tra le materie comprese in questo elenco, quelle relative alla “produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia” hanno dato luogo ad uno scontro “istituzionale” tra Governo e Presidenza della Regione. Nell’ambito della spinosa questione dell’impianto di centrali nucleari sul suolo pugliese, il Consiglio dei Ministri avrebbe impugnato dinanzi alla Corte Costituzionale la legge regionale che impedisce l’installazione di impianti nucleari, sul presupposto di un autonomo intervento di tale legge in una materia concorrente, oltre al mancato rispetto della competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela dell’ambiente, sicurezza interna e concorrenza. Inoltre, lo statuto regionale prevede una notevole varietà di compiti e funzioni di innegabile rilievo, quali lo sviluppo sostenibile dell’economia o il rendere concretamente fruibile il diritto al lavoro. Lo statuto, infine, regola la composizione e le attribuzioni degli organi regionali. Il Consiglio regionale, composto da settanta consiglieri, “rappresenta la Comunità pugliese; esercita la potestà legislativa e svolge la funzione di indirizzo e di controllo dell’attività della Giunta regionale”. Attualmente il numero degli assessori è pari a 13. La Giunta regionale opera collegialmente secondo le direttive impartite dal Presidente della Regione, che ne dirige la politica e ne coordina l’attività. Lo statuto prevede inoltre la figura di un Vice Presidente con il compito di sostituire il Presidente nei casi di assenza o di impedimento temporaneo e negli altri casi stabiliti dallo statuto e Mery Albertini dalle leggi.

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ELEZIONI R E G I O N A L I

Cara Regione, quanto ci costi? CLASSE POLITICA

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’è già chi li chiama “onorevolini”, perché inferiori come competenze amministrative agli onorevoli del parlamento, ma i consiglieri regionali italiani non hanno nulla da invidiare ai colleghi deputati e senatori della Repubblica, ancora meno i pugliesi. La questione morale è un bel cavallo da campagna elettorale sul quale tutti puntano in questi tempi salvo poi dimenticarsene misteriosamente a elezioni avvenute, è una forma oscura di “alzheimer ad castam” che colpisce trasversalmente tutti i partiti politici. A questo morbo contagioso non poteva sottrarsi la classe dirigente pugliese, una delle più salate e numerose in Italia. Il consiglio della Regione Puglia, infatti, vanta ben 70 consiglieri costituendo il terzo più folto del paese, dopo

Compensi tra i più alti d’Italia per i consiglieri pugliesi

Lombardia e Lazio rispettivamente 80 e 71 consiglieri, un piazzamento di tutto rispetto considerando che le sole Province di Roma e Milano contano più abitanti dell’intero Tavoliere. Un altro dato da primi in classifica è senz’altro lo stipendio. Un consigliere di viale Capruzzi deve accontentarsi di percepire 4.971 euro mensili, rispetto ai 3.289 di un suo collega del Canal Grande, nel ricco Veneto. La cifra naturalmente riguarda solo lo “stipendio netto” perché grazie ai rimborsi potrebbe lievitare alla modica cifra di 14.235 euro netti! E coloro che non sono riusciti a riot-

Tre domande a

Luigi Mazzei uali sono a suo parere le criticità della nostra regione e i tre interventi, non più rinviabili, da attuare con urgenza? Innanzitutto permettetemi di dire che sono fiero e orgoglioso di aver avuto l’opportunità di mettere a disposizione del nostro territorio la mia voglia di fare per il Candidato Presidente, Rocco Palese, uomo probo, amministratore saggio e lungimirante, politico affidabile ed attento. Gli interventi non più procrastinabili, da attuare con urgenza, sono certamente quelli riguardanti il lavoro, le sanità e la tutela del territorio, problemi che toccano quotidianamente le nostre collettività e per i quali, ogni giorno, i cittadini chiedono il nostro intervento. Su queste problematiche, in qualità di amministratori, dobbiamo sempre profondere massimo impegno. Come giudica la politica della Giunta Regionale uscente? Quali sono gli interventi che, a suo parere, non è riuscita a realizzare fino in fondo? Nell’ultimo quinquennio la Regione ha rappresentato per il Presidente Vendola, per la sua Giunta e per molti uomini della maggioranza di centrosinistra soltanto uno strumento di sterile gestione del potere fine a se stesso, senza alcun impegno concreto per la risoluzione dei problemi. Sono tanti e tali i provvedimenti non attuati dalla Giunta Regionale che per elencarli ci vorrebbe troppo tempo. Mi preme sottolineare lo spreco o, peggio ancora, il non utilizzo delle risorse comunitarie che attraverso l’ente avrebbero potuto finanziare i tanti progetti pensati e maturati dai Pugliesi, con la risultante di aver frenato la dinamicità, le iniziative e lo sviluppo del territorio. Ricopre attualmente la carica di Capo di Gabinetto del Presidente della Provincia, Antonio Gabellone. In che modo le sarà utile questa esperienza nell’assolvimento del ruolo di consigliere regionale al quale si candida? Aver fatto questa esperienza e, soprattutto, aver collaborato al fianco di una persona come il Presidente Antonio Gabellone sarà certamente una risorsa in più che mi aiuterà a svolgere al meglio il mio ruolo di Consigliere Regionale della Puglia. L’Ente Provincia è il centro di coordinamento e sintesi dell’intelligenza, della professionalità, dell’intraprendenza e dell’entusiasmo dei nostri cittadini, sono certo che con Rocco Palese Governatore e Antonio Gabellone Presidente della Provincia di Lecce si potrà dare vita ad un lavoro sinergico tra le due istituzioni che ci renderà protagonisti di un momento unico, quello di riLa Redazione lanciare la nostra Puglia.

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tenere l’ambito scranno regionale? Niente paura, potranno affogare le amarezze elettorali con un’indennità di fine mandato di ben 80.642 euro: attenzione, per legislatura! Ad ogni legislatura al quale il consigliere ha preso parte, l’indennità è pronta a moltiplicarsi. Dal canto suo l’amministrazione regionale ha timidamente fatto cadere la scure sui costi sempre più vertiginosi della politica, come la riduzione del 10% dello stipendio di consiglieri assessori e presidenti nel 2006, ma di strada da fare ce n’è. Strada che oggi i papabili al consiglio d’oro si accin-

gono a ripercorrere con le parole. Nel turbine di numeri e denaro, nella bulimica corsa al potere, la classe politica pugliese è maledettamente lontana dai suoi cittadini. Basterebbe ridurre gli stipendi, renderli più “umani” e rispettosi nei confronti di chi perde il lavoro, chi lotta per dare un sostentamento dignitoso ai propri figli con soli 700 euro di cassa integrazione mensile, chi urla da sopra i tetti la disperazione di un domani senza certezze; ma i nostri “onorevolini” da quell’orecchio non sembrano proprio voler sentire. Francesco Piscopello


ELEZIONI R E G I O N A L I

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azionalizzare e rendere pubblici i servizi idrici è stato uno degli obiettivi primari dell’Amministrazione guidata da Vendola. Con l’internazionalizzazione del servizio di depurazione c’è stato un risparmio di 5 milioni di euro all’anno. Le risorse destinate al settore agricolo pugliese dal piano sviluppo rurale (PSR) per innovazione, ricerca e ammodernamento delle aziende agricole sono pari a 1.617 milioni. In materia ambientale la legge regionale 44/2008 ha comportato la riduzione del tetto relativo alle emissioni di diossina previsto dalla legis-

di Riqualificazione delle Periferie), unica esperienza in Italia di riqualificazione partecipata eco-sostenibile di quartieri marginali. Altri interventi importanti del settore sono stati: 210 milioni per il piano casa Regione Puglia; 63 milioni per il risanamento degli immobili IACP (Istituti Autonomi per le Case Popolari); 10 milioni per il recupero degli alloggi privati per affitto o prima casa e 24 milioni per l’edilizia residenziale sociale. Per l’istruzione è stato formulato il piano salva-precari con uno stanziamento di circa 25 milioni con 639 progetti contro la dispersione scolastica.

La Puglia del Presidente Vendola VIAGGIO VERSO SUD

Gli interventi più rappresentativi nei vari settori dell’amministrazione uscente

lazione nazionale. È l’unica legge in Italia che si è adeguata alla normativa europea in questo ambito. La Puglia è diventata la prima regione in Italia per la produzione di energia rinnovabile. La L.R. 30/2009 “Disposizioni in materia di energia nucleare” sancisce il No per la Puglia al nucleare. 40 milioni sono stati investiti per migliorare ed incrementare il servizio della raccolta differenziata sul territorio. Nel settore edile è di 215 milioni il finanziamento, per 122 comuni pugliesi, dei Pirp (Programmi Integrati

25 milioni sono stati investiti per l’ammodernamento edilizio universitario, 1 milione di sostegno alla ricerca, 16,6 milioni per agevolazioni tariffarie a pendolari e studenti nei trasporti pubblici. Dal 2005 ad oggi, oltre 100 milioni sono stati stanziati per le politiche giovanili attraverso “Bollenti Spiriti”, programma-contenitore di varie iniziative (Principi Attivi, Laboratori Urbani, Contratto etico). Le politiche sociali e di accoglienza hanno già permesso di finanziare 11 asili nido e 4mila famiglie hanno

accesso all’assegno di cura regionale per il sostegno a carico di membri non autosufficienti (anziani e disabili). La L.R. 32/09 “Norme per l’accoglienza, la convivenza civile e l’integrazione degli immigrati in Puglia” riconosce la diversità culturale come una risorsa da accogliere e valorizzare. Tra le novità ci sono gli “alberghi diffusi” destinati agli immigrati impiegati nei campi agricoli. Nel settore sanitario 2 milioni di pugliesi godono dell’esenzione del ticket farmaceutico; la mortalità di infarto ed i ricoveri inappropriati sono

14 diminuiti del 50% grazie al progetto Telecardiologia; esiste il primo centro in Italia per la gratuità degli screening del colon-retto, cervico-uterino e mammario. 80mila milioni sono stati investiti per realizzare il nuovo centro di medicina, ricerca e didattica del S. Raffaele del Mediterraneo a Taranto e 756 milioni per l’edilizia sanitaria. La mega-manovra anticrisi pari a 708 milioni (attraverso 11 bandi) di fondi pubblici da destinare alle imprese pugliesi per un investimento pubblico-privato pari a 1 miliardo e 500 milioni che coincidono con il 2,5% del Pil della Puglia ha favorito il settore sviluppo economico e attività produttive. L’incremento del turismo è pari all’8% (dato 2008). Tra le iniziative culturali ampio spazio è stato dato al settore cinematografico con la creazione di due cineporti, infrastrutture al servizio delle produzioni cinematografiche e audiovisive. La fondazione Apulia Film Commission ha realizzato 70 produzioni cinematografiche, promosso il circuito Sale di Qualità e la I edizione del Bifest - Bari International Film Festival. La Regione Puglia ha ricevuto, inoltre, 12 premi per l’innovazione nella comunicazione pubblica. Tra questi, lo scorso ottobre, l’Associazione Italiana Comunicazione Pubblica e Istituzionale ha premiato il presidente Vendola come miglior comunicatore politico. Silvia Rizzello


ELEZIONI R E G I O N A L I fare per l’occupazione giovanile? Nel 2005 Vendola aveva promesso che avrebbe garantito loro il salario sociale: ad oggi non c’è un solo giovane che ne abbia beneficiato. In compenso il governo regionale ha messo su una vera e propria fabbrica di precari e consulenti, oltre ad aver incentivato con ogni modo la fuga di cervelli e di risorse. Occorre innanzitutto far funzionare i centri territoriali per l’impiego. Intendiamo finanziare un investimento per la creazione e l’efficace funzionamento di centri di orientamento e impiego nelle università pugliesi secondo un modello uniforme a livello regionale.

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ato ad Acquarica del Capo, Rocco Palese è il candidato alla carica di Presidente della Regione dello schieramento di centrodestra. Cinque anni fa, pur avendo avuto più voti il partito di Fitto, divenne governatore Vendola, grazie anche al voto disgiunto. Ha qualche timore? Ho fiducia nel giudizio dei cittadini che non può certo essere positivo nei confronti di Vendola e del suo governo. In questi cinque anni Vendola ha cominciato subito ad aumentare le tasse: lo ha fatto dopo appena un anno di Governo, a metà 2007, aumentando l’Irap, l’Irpef, la tassa rifiuti, quella sul gas metano e l’accisa sulla benzina. Perché gli elettori dovrebbero votare lei e non Adriana Poli Bortone in alternativa alla Sinistra di Vendola? Innanzitutto per la coerenza. E quando una persona è coerente, è credibile. È credibile l’impegno che ho profuso in tutti questi anni a favore della Puglia e dei pugliesi, sia dalla maggioranza risanando la Regione dai debiti, che dall’opposizione al governo Vendola. E poi invito gli elettori a riflettere sul voto utile. Utile alla Puglia per ricominciare a crescere realmente. Qual è l’età media dei candidati nella sua lista e il loro livello di preparazione? Più che l’età anagrafica, credo siano importanti la competenza e la passione. Nella mia lista vecchia e nuova generazione si mescoleranno, in un utile concorso di idee, tra esperienza

15 findustria in Puglia, pur senza candidarsi al consiglio regionale con il PdL ha deciso che darà un “supporto tecnico” ad un’eventuale giunta Palese. Quale potrebbe essere l’importanza del suo ruolo? Il contributo di una figura competente, seria e autorevole come quella dell’ingegnere De Bartolomeo non potrà che dare nuovo e giusto impulso all’utilizzo dei fondi europei e all’individuazione e attuazione di tutti gli strumenti utili allo sviluppo di questa regione. Nell’eventualità in cui vincesse, cosa farebbe nei primi 100 giorni di governo?

La concretezza in politica RO CCO PALE S E

Cominciò nel 1990 come Vice Sindaco di Acquarica del Capo, oggi si candida alla Regione e capacità innovativa. Che tipo di soluzione potrebbe predisporre per mettere fine alle difficoltà del settore agricolo? Velocizzare tutte le procedure dei bandi e cercare immediatamente di sostenere questo settore primario dell’economia pugliese tramite facilitazioni per l’accesso al credito e incentivi alle imprese per formare consorzi capaci di rafforzare la tipicità del prodotto pugliese e renderlo competitivo sui mercati nazionali e internazionali. Una priorità da lei fortemente sostenuta: i giovani. Cosa si propone di

Centrali Nucleari in Puglia. Lei come si pone nei confronti di questa delicata questione? Centrali nucleari in Puglia non ce ne saranno, anche perché la nostra regione ha già dato, producendo oltretutto più energia del suo fabbisogno. Sgombrato il campo da ogni fraintendimento, devo dire però che non sono affatto contrario al nucleare tout-court. Energie rinnovabili come fotovoltaico ed eolico non sono sufficienti a far fronte alla domanda di energia del Paese. De Bartolomeo, presidente di Con-

Innanzitutto verificherei lo stato di salute dei conti della Regione. Poi una ricognizione di tutte le risorse finanziarie europee rimaste nel cassetto, in modo da far partire immediatamente i bandi di gara in settori strategici. Poi metterei mano al pianeta sanità e al welfare in generale. I cittadini sono stanchi di aspettare la sanità migliore che non s’è vista. Quali sono, a suo parere, le criticità della nostra regione? Sanità, agricoltura e piccole e medie imprese. Valentina Rosafio


Adriana Poli Bortone, candidata alla presidenza della Regione Puglia, interviene in materia di aiuti alle Piccole e Medie Imprese

Ecco la mia ricetta per la PMI in Puglia:

Moratoria dei crediti delle banche, fondo di garanzia e affermazione dei prodotti locali nella grande distribuzione Solo la PMI ha consentito all’Italia, nel contesto della grande crisi globale, di cadere in piedi. Se la nostra sopravvivenza economica fosse stata affidata ai colossi come la FIAT - che al momento del bisogno, l’aiuto lo chiedono, non lo danno il disastro sarebbe stato di proporzioni ben maggiori. Oggi i nostri piccoli imprenditori stanno cercando di venir fuori da una crisi creata non solo dalla produttività stagnante, ma anche dagli investimenti sporadici da parte della Regione Puglia e da un sistema impositivo oneroso. A causa della tensione finanziaria determinata dalla riduzione del volume di affari e dall’allungamento dei tempi degli incassi, sarà dunque fondamentale proteggere il tessuto imprenditoriale ed i piccoli commercianti impedendo che aziende con grandi potenzialità, capaci di tornare a prosperare dopo la crisi, muoiano per carenza di liquidità. Concretamente, è da oramai quasi 12 mesi che in Senato, come Io Sud, ho presentate 2 disegni di legge che prevedono una moratoria dei crediti delle banche verso le imprese della durata di un anno, limitata al capitale e riservata alle imprese in bonis (DdL n. 1729); e l’adozione di strumenti atti a facilitare l’occupazione e lo sviluppo del mercato del lavo-

ro (DdL n. 1696). In particolare, IO Sud intende introdurre la possibilità per i datori di lavoro della nostra regione di assumere residenti o richiamare residenti emigrati per offrire loro contratti a tempo indeterminato senza l’obbligo del versamento delle quote di contribuzione per ventiquattro mesi, nonchè la possibilità di ricorrere allo stesso mezzo per evitare il licenziamento del lavoratore. Non solo. Si intende anche attivare una moratoria sui crediti delle PMI con le banche; e per raggiungere il consolidamento delle passività a breve, la Regione, di concerto con il ministero competente, dovrebbe realizzare un fondo di garanzia che agevoli da un lato l’accesso al credito da parte delle imprese e dall’altro faciliti, da parte del sistema bancario, la concessione della ristrutturazione finanziaria. Altro problema fondamentale per il rilancio dell’economia pugliese riguarda il tema della Grande Distribuzione, sulla quale è necessario intervenire in modo innovativo, per facilitare la collocazione delle nostre produzioni locali nei “grandi magazzini”. Importanti sforzi occorrerà comunque impiegare per accorciare il più possibile la filiera - che oggi penalizza sia i pro-

duttori, sia i consumatori - e per agevolare i percorsi per la realizzazione di catene di vendita dei nostri prodotti, che siano espressione diretta dei produttori. Ma soprattutto - e questa è una delle battaglie principali di Io Sud - occorre rinegoziare le concessioni di autorizzazioni di vendita alla media e grande distribuzione, vincolandole alla commercializzazione in quote significative dei nostri prodotti (parliamo del 40%). Il sistema deve prevedere anche un’azione premiale, con la riduzione delle tasse per la Grande Distribuzione che privilegia oltre tale quote la vendita dei prodotti pugliesi. Infine, occorrerà sostenere le PMI anche con le azioni di marketing: è impensabile che il singolo, piccolo imprenditore riesca a collocare i propri prodotti nel mercato estero (o anche extraregionale), o riesca abitualmente a partecipare a fiere di settore, in assenza di operazioni di supporto da parte di enti locali e confederazioni di settore. Anche a tal fine sarà necessario che gli Enti locali e le Istituzioni apprendano le modalità ed i sistemi per accedere stabilmente e con successo ai finanziamenti, nazionali ed europei: la non conoscenza di queste potenzialità non è più ammissibile né per il privato, né ancor meno per il pubblico.


ELEZIONI R E G I O N A L I tutto il Mezzogiorno. Far fronte al problema dei trasporti. Decidere se questa regione deve essere vocata al turismo o se invece, come continua a fare Vendola, deve essere trivellata. Inoltre è necessario stabilire degli strumenti di partecipazione attiva dei cittadini che fino a questo momento non hanno avuto assolutamente voce in capitolo nelle scelte strategiche. Nella politica attuale si avverte la mancanza di punti di riferimento che diano voce ai problemi quotidiani della gente. Lei, che per tanti anni è stata un’icona della destra salentina, sente di ricoprire ancora questo ruolo? Coloro che oggi si definiscono di

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on è certo la sua prima battaglia elettorale e non sarà neppure l’ultima. Con lo stesso ardore e la stessa passione, a dispetto di un tempo che non sembra scalfire la sua grande tenacia, Adriana Poli Bortone si presenta come candidata alla Presidenza della Regione Puglia, schierandosi con il Movimento Io Sud, da lei stessa fondato. Iniziamo parlando del suo recente passato: qual è stato il motivo principale del suo allontanamento dal centrodestra? Il fatto che, il cosiddetto “centrodestra”, di destra abbia molto poco al suo interno e ha molto interesse, invece, soltanto per il Nord d’Italia. Nel corso della lunga attesa alla ufficializzazione delle candidature, lei dichiarò: “Sono personalmente amareggiata dei documenti di ex aennini contro di me… sto pagando il veto di qualcuno”. Perché alcuni suoi ex compagni di partito avrebbero remato contro di lei? Perché credo che si siano resi conto che hanno pochissimo spazio all’interno del PdL e quindi temono che qualcun altro glielo possa togliere. Non ho avuto alcuna richiesta di entrare nel PdL perché sapevano che non lo avrei mai fatto; piuttosto, soltanto un accordo con il mio movimento “Io Sud” che, oltretutto, sarebbe convenuto politicamente a loro, perché avrebbe dimostrato un minimo di interesse per il Mezzogiorno.

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ichele Rizzi, candidato alla Presidenza della Regione Puglia in rappresentanza del Partito di Alternativa Comunista, ha sposato da tempo le cause di molti lavoratori in lotta. Precario di un call center, ex dirigente nazionale del Prc, vuole dar voce alle fasce più deboli della popolazione. Conosce in prima persona la dura condizione del precario. Quali sono i punti cardine del suo programma in materia di disoccupazione, lavoro nero e precariato? La pesantissima crisi capitalista ha causato il licenziamento e la cassa integrazione di migliaia di operai in tut-

Noi siamo contrari alla creazione di centrali nucleari in Puglia. Ma è da sottolineare che, anche in questo caso, non ci sono stati strumenti di partecipazione istituzionalizzati, per cui i cittadini non hanno potuto partecipare alle scelte. Abbiamo avuto, da un lato, il Governo che addirittura espropria le Regioni non tenendo neanche in considerazione la Conferenza Stato-Regioni e, dunque, il Ministro Fitto; dall’altro la Regione stessa che non ha messo in piedi nessuno strumento partecipativo. Manca il consiglio delle autonomie, per cui la gente come può esprimere se è favorevole o contraria al nucleare?

Una donna orgogliosa del Sud ADRIANA POLI BORTONE

In politica da anni e con esperienze molteplici, è in corsa per la presidenza con IO Sud, il movimento territoriale da lei fondato Movimento “Io Sud” appunto. Quali sono i cavalli di battaglia e le ambizioni di questa nuova forza territoriale? Abbiamo un programma ampio e articolato, ma che si può riassumere in una sola frase: riacquistare l’orgoglio meridionale ed essere convinti che noi, anche da soli, ma con le nostre capacità, ce la possiamo fare benissimo. I cavalli di battaglia sono il tema dell’agricoltura: non solo tutelare, ma promuovere i prodotti agricoli. Affrontare il problema delle infrastrutture, non solo in Puglia, ma in

centrodestra non so fino a che punto possano pensare di rappresentare la destra salentina. I punti di riferimento devono essere le istituzioni. Un tema che ho molto a cuore è la partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’azienda: una battaglia di destra, che io continuo a fare mentre altri non ne parlano nemmeno. Non so se provino vergogna oppure disinteresse oppure non ne siano neanche a conoscenza non venendo dalla destra. È riapparso lo “spettro del nucleare”. Qual è la sua posizione per la Puglia?

ti lo stesso in altre parti del mondo. La causa principale risiede nell’elargizione indiscriminata di finanziamenti pubblici a fondo perduto, come la legge 488, concessi sia dal centrodestra che dal centrosinistra. La soluzione che proponiamo come partito è l’esproprio delle fabbriche e il completo controllo dell’azienda da parte degli operai. Uno dei punti cardine del nostro programma è il reddito sociale ai disoccupati: da tempo siamo impegnati nella raccolta firme per assicurare questo ponte sociale a chi è in attesa di un’occupazione. Discariche abusive, rifiuti tossici,

Un precario come alternativa MICHELE RIZZI

Da un call center alla Presidenza della Regione per poter dar voce alle fasce più deboli ta Italia. I provvedimenti adottati come misura anticrisi non hanno garantito neanche la minima tutela dei lavoratori, mentre il padronato è rimasto esente da qualsiasi impoverimento di sorta, continuando alacremente la sua attività dove la manodopera costa meno. Vedi il caso Adelchi, l’industria calzaturiera di Tricase, che ha lasciato 500 lavoratori a casa: sono stato insieme agli operai durante i giorni di protesta, dopo che hanno deciso di lasciare qui solo la commercializzazione, la testa dell’azienda, con l’attività calzaturiera che va avan-

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raccolta differenziata che non decolla. Come pensa di risolvere o prevenire i problemi ambientali? I pesanti problemi ambientali sono derivati dalla presenza di grandi lobby di potere che hanno tutto l’interesse a generare le emergenze: l’appalto dei rifiuti genera dei profitti stratosferici, attorno ai quali orbitano anche interessi mafiosi. La raccolta differenziata completa è il metodo risolutivo per fronteggiare l’emergenza. Proponiamo il ritorno alla raccolta porta a porta, che creerebbe nuovi posti di lavoro, e la ge-

stione pubblica dello smaltimento dei rifiuti. Qual è la sua politica in materia di energia, dal nucleare alle energie alternative? Alternativa Comunista è assolutamente contraria al nucleare in tutta Italia: è assurdo l’atteggiamento di molti politici che, approfittando del clima elettorale, si dicono contrari al nucleare nella propria Regione, come le recenti dichiarazioni di Fitto, antitetiche rispetto alla piega che sta prendendo il suo stesso partito. La Puglia non ha bisogno di produrre ul-

In un periodo in cui prevale l’insoddisfazione e la sfiducia, secondo lei, per quali ragioni i giovani dovrebbero avvicinarsi alla politica? La politica è qualcosa di più dei “bollenti spiriti”, è fatta di programmi e di scelte che non vanno accettati passivamente. Nell’eventualità in cui vincesse, cosa farebbe nei primi cento giorni di governo? Sicuramente controllerei il bilancio, i dipendenti pubblici e l’utilizzo dei fondi comunitari. Marco Centanni

teriore energia, ne produce già più del doppio. Secco no anche alla costruzione di centrali a biomasse. Il ridimensionamento degli esagerati compensi della classe politica italiana potrebbe essere una soluzione a corruzione o inoperosità? Qual è il suo parere riguardo ad un ipotetico stipendio operaio al politico? È amorale che consiglieri in carica e uscenti percepiscano 50.000 euro di sola liquidazione. Sono assolutamente favorevole al taglio degli stipendi e all’abolizione di privilegi e indennità di cui gode la classe politica, che arriva ad autoconservarsi e ad autoalimentarsi nella sua ricchezza. Non sarà facile sfidare gli altri tre candidati alla Presidenza, soprattutto per il forte influsso mediatico che esercitano. Perché gli elettori pugliesi dovrebbero votare per lei? È evidente la sproporzione economica tra il nostro partito e gli altri concorrenti alla Presidenza. Il nostro gruppo è composto da precari, studenti e non amiamo spendere soldi per propagandare delle promesse che poi sappiamo di non poter mantenere. Preferiamo fare campagna elettorale davanti alle fabbriche, accanto alle persone che vogliono difendere i propri diritti. Questo diciamo all’elettorato pugliese: esiste un’altra sinistra che è realmente rappresentativa delle classi lavoratrici in difficoltà. Valentina Marra



ELEZIONI R E G I O N A L I

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n una suggestiva masseria delle serre di Supersano abbiamo incontrato Dario Stefano, che con alle spalle una importante carriera manageriale, da cinque anni ha rivolto il suo impegno in politica. Si ricandida nuovamente per il consiglio regionale, con la lista “La Puglia per Vendola”. Nella Giunta Vendola ha ricoperto il ruolo di Assessore alle risorse Agroalimentari. Ritiene che l’agricoltura possa essere un settore redditizio per i giovani, in cui investire professionalità? L’agricoltura è l’architrave del sistema economico pugliese. Dobbiamo partire da questa consapevolezza per dire che esistono tutte le condizioni per recuperare una prospettiva nella quale i giovani possano vedere nell’agricoltura una ragione di vita e quindi un progetto di vita, con la possibilità di avere gratificazioni economiche. Perché questo si realizzi c’è bisogno di raccogliere la sfida del cambiamento. Non si può essere agricoltori oggi con la stessa filosofia e la stessa struttura di approccio di cinquanta anni fa. Un ventennio fa era possibile, con un’azienda agricola di due ettari, soddisfare economicamente una famiglia intera. Oggi non lo è più. Bisogna innovare il sistema, risolvere alcune criticità evidenti perché abbiamo delle potenzialità straordinarie che derivano da una tradizione antica. Il nostro tratto identitario è quello di essere produttori agricoli di grande specificità e di grande qualità. Masserie didattiche. È possibile puntare sulle giovani generazioni, educarle ad una sensibilità diversa, far loro apprezzare i prodotti tipici e non quelli che vedono in tv? È possibile ma deve essere anche un nostro impegno. Le masserie didattiche sono un ottimo strumento attraverso il quale aprire questi luoghi di cultura e di produzione contadina alle nuove generazioni. Ma sono anche un modo per raccontare la nostra tradizione a chi non la conosce. Dobbiamo fare in modo che questa non vada dispersa. In questo senso il sistema agricolo ha una grande specificità rispetto agli altri sistemi: la sfida dell’innovazione la si può interpretare tanto più quanto si ha la capacità di guardare indietro. Il valore di una tradizione è un valore attivo, che ci rende inimitabili. Quali sono i settori sui quali il Salento dovrebbe puntare, nei quali ci sono ancora potenzialità inespresse? Le potenzialità sono tirar fuori le nostre identità territoriali e culturali. Abbiamo sempre immaginato che queste fossero solo un complemento. Se noi riusciremo a renderle elemento caratteristico delle nostre politiche e delle nostre strategie, avremo la possibilità di esplorare potenzialità enormi, ben superiori alle criticità, che pure abbiamo. Nei caraibi la salsa e il merengue sono diventati elemento di orgoglio; da noi le tradizioni, per lunghi decenni, sono stati elementi da tenere nascosti, perché ci

eravamo piegati ad una cultura della standardizzazione. Oggi abbiamo recuperato questa consapevolezza e se riusciamo a metterla a sistema recupereremo tanta competitività per i nostri territori e per i nostri prodotti. Questo sforzo lo stiamo facendo. Ma è uno sforzo diametralmente opposto

piacere. Dopo cinque anni di esperienza politica a livello regionale, pensa che in politica ci si ispiri ancora a degli ideali oppure sia solo una questione di immagine, di visibilità, di notorietà? Credo che questo sia stato il limi-

19 c’è chi interpreta il ruolo nella maniera sbagliata e c’è chi lo interpreta con passione. Succede nel campo della medicina, del giornalismo, dell’impresa. Certo, la politica ha la responsabilità di essere punto di riferimento. Chi si approccia ad un impegno in politica dovrebbe sentire la re-

DARIO STEFÀNO

Lunga vita all’agricoltura di Puglia Faccia a faccia con l’assessore regionale uscente alle risorse agroalimentari

al delitto che commette il Ministro Zaia nel legare i prodotti italiani al marchio Mc Donald. Noi, invece, vogliamo legare i nostri prodotti ad un’identità territoriale marcata perché è un’identità che ci consente di raccontare la storia dei nostri prodotti, la loro filosofia, una filosofia dell’educazione alimentare, del gusto, del

te della politica degli ultimi anni. L’aver sempre privilegiato l’apparenza alla sostanza. L’aver derubricato, nel senso peggiore, l’importanza della comunicazione ad una questione di forma. Ciò ha creato non solo sfiducia ma anche la perdita di una serie di opportunità. Credo anche che la politica sia lo specchio della società:

sponsabilità di essere da esempio. Però vedo anche, negli ultimi tempi, la capacità dell’elettorato di esprimere giudizi, anche severi, rispetto a certi comportamenti. È incoraggiante, ed incoraggia chi immagina di impegnarsi nella maniera migliore possibile. Chiara Schiavano


1 L I B R O A L M E S E x 12 MESI

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Gli anni feroci

Storia di Alberto, famoso grazie alla tv, che incrocia tragedie parallele

MEN SILE IN DIPEN DENTE D’I NFO RMAZ ION E è pubblicato da

SCIROCCO EDITORE

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li anni feroci del giornalista Riccardo Bocca purtroppo non porta niente di rilevante al lettore (né piacere, né divertimento, né riflessione), a parte qualche reminiscenza degli anni passati. Alberto, il protagonista, è un ex ragazzo prodigio della televisione, che ha raggiunto una certa fama grazie al programma Supersmile, dove rideva in faccia agli intervistati (tutto era nato ridendo in faccia al “dio” Andreotti negli anni di contestazione universitaria). Cacciato per una risata di troppo, il nostro sbruffoncello amante dei soldi e della televisione non si è più ripreso. Madre morta spesso evocata, cattivo rapporto col padre (“il bastardo”), pessimo con la moglie, trascurabile con il figlio. Alberto inanella una serie di accidenti, farcita di tragedie parallele: incidente, piccola rapina, morte del padre, figlio con problemi psichiatrici, un compagno di liceo (che si tagliuzza il petto a causa della figlia “problematica”) lo introduce a un signorotto che traffica con rifiuti tossici, una coppia di vecchi amici con tragedia annessa, festa nel villone a Nizza, e per chiudere in bellezza un po’ di massoneria. Non c’è il minimo spessore psicologico o narrativo in questo romanzetto, in cui ogni evento si manifesta per caso e rimane nel limbo. Qualche battuta strappa un sorriso, ma non salva 225 pagine insignificanti. Eva Brugnettini

di Paolo Schiavano

DIREZIONE

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Riccardo Bocca, GLI ANNI FEROCI, Rizzoli, 2009 (euro 18,50) Riccardo Bocca è un giornalista dell’Espresso, si occupa di inchieste e servizi speciali, ha scritto tra gli altri Maurizio Costanzo Shock e Tutta un’altra strage. Questo è il suo primo romanzo.

DISTRIBUZIONE: Roberto Maruccia, Ivan Argilia, Vincenzo Del Tufo, Antonio Chiga STAMPA: Master Printing s.r.l Via delle Margherite, 20/22 - Modugno (BA)

Iscritto al Registro della Stampa del Tribunale di Lecce al nº 986 in data 17.04.2008. Iscrizione al ROC nº 17431. La direzione si riserva il diritto di rifiutare, insindacabilmente, la pubblicazione di testi, foto, inserzioni. La collaborazione, sotto ogni forma, è a titolo gratuito.


I comuni che rinnovano l’Amministrazione Comune

Ultima elezione

Arnesano

03/04/2005

Calimera

03/04/2005

Carmiano

03/04/2005

Corigliano d’Otranto

28/05/2006

Gagliano del Capo

03/04/2005

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28/05/2006

Maglie *

03/04/2005

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27/05/2007

Melpignano

03/04/2005

Neviano

03/04/2005

Novoli

03/04/2005

Parabita

03/04/2005

Ruffano

03/04/2005

Uggiano la Chiesa

27/05/2007

Veglie

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*Comuni superiori a 15.000 abitanti

Fonte: Prefettura di Lecce

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NEVIANO

I tre candidati alla carica di Sindaco Due liste civiche e una di centro-destra, due candidati uomini e una donna

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vvolta in un vortice di polvere, attraversata da microinteressi da funambolo, la politica a Neviano registra il salto di candidati fra i due maggiori schieramenti in campo, segno di nervosismo e di non poche tensioni venute fuori proprio nella formazione delle liste. Alla fine si è andata a delineare una battaglia a tre, si prospetta quindi un campagna elettorale di grande intensità e dagli sviluppi incerti e non certo scontati per l’elezione di primo cittadino. Si ripropone con una lista civica, che tendenzialmente raccoglie le formazioni spostate a sinistra, Giorgio Cuppone, attuale Sindaco. Gli abbiamo chiesto quale impegno portato a termine nella sua legislatura gli ha dato maggiore soddisfazione: racconta, con una buona dose d’orgoglio, che aver centrato l’obiettivo del PUG (Piano Urbanistico Generale), che mancava ormai da oltre trent’anni, è motivo di grandissima soddisfazione per un lavoro iniziato nel dicembre 2005, appena sei mesi dopo il suo insediamento. Incontriamo la candidata sindaco del centro-destra, Silvana Cafaro, molto gentile e affabile ci abbozza qualcosa del suo programma. Dopo l’esperienza di vicesindaco nell’amministrazione Mega quest’anno punta dritta alla massima carica in Comune. Ci espone al-

cuni punti che più le stanno a cuore e che vorrebbe poter realizzare nel caso di una sua vittoria. “Di sicuro - dice la Cafaro - porterei al vaglio un progetto sul polo didattico e su un poliambulatorio strutturato con le specialistiche e lontano dai locali dove viene ospitato attualmente (attiguo alla scuola elementare). Non dimenticherei poi gli anziani con un progetto di una casa per la loro accoglienza”. Il terzo incomodo, che presenta la sua candidatura a sindaco sempre con una lista civica ma indipendente, è Adriano Napoli. Raccoglie intorno a sé esponenti locali dell’Unione di Centro, lo stesso candidato sindaco ruota intorno all’area Pdl ed è candidato alle regionali per il centro-destra. Non sono mancate, nelle settimane precedenti la presentazione delle liste, le trattative nel tentativo andato a vuoto di trovare collocazione nella lista di centro-sinistra. Napoli precisa che la sua è una lista nata per dare una sferzata alla politica a Neviano e perché deluso dai tanti appelli da lui fatti e lasciati cadere nel vuoto, riguardo un tema molto importante: la tutela della salute pubblica (la cava a ridosso del paese, le antenne e l’inquinamento elettromagnetico, le aziende chimiche nell’adiacente zona industriale di Seclì). Rocco Iasi



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Ritiene che l’esperienza già fatta le sarà utile? Oppure in politica sarebbe meglio cominciare da zero, carichi solo della voglia di fare? Le esperienze sono importanti, io faccio il medico da trentasei anni e adesso svolgo la professione sicuramente meglio rispetto a trent’anni fa. Certo però che l’esperienza non è tutto, perché la formazione culturale di una persona deve essere arricchita. Io sono per il rinnovamento, avere delle persone nuove insieme a chi ha esperienza è il modo migliore per misurarsi, avere contemporaneamente vedute diverse. È positivo che io abbia fatto l’amministratore, ma è importante che ci siano anche altre persone con idee nuove e adeguate. Quali sono le criticità di Ruffano? Il mio primo impegno sarà costruire un clima di serenità, anche nella stessa campagna elettorale. Non voglio sentire polemiche, né tanto meno rispondere. Non ho nessun interesse a fare il sindaco, ma se mi verrà data la possibilità cercherò di farlo in ma-

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edico cardiologo, sposato e con due figli. Marcello Falco si è già speso, negli anni passati, nella vita sociale e politica di Ruffano. Quale è stato il suo percorso politico? Ho fatto politica sin da quando ero molto giovane. Ho cominciato con il Movimento Sociale, avevo ventinove anni, ero all’Università, erano gli anni caldi della politica reale, quella che oggi non esiste più. Tornato a Ruffano, amico con Ennio Licci, mi sono candidato subito, a pochi anni dalla laurea, riscontrando anche un discreto successo. Poi mi sono allontanato dalla politica, non vedevo bene certe cose, non mi ricandidai. Tornai nel 1996 con una maturità diversa, vedevo la necessità di dare una svolta al paese, di cambiare il modo di gestire. Fui io a proporre a sindaco Rocco Stradiotti, c’era una bella squadra, forte, capace di prendere voti. Per cui vincemmo le elezioni alla grande, facemmo una squadra abbastanza importante. Dal ‘94 al ‘96 feci il vicesindaco e l’assessore al Bilancio, all’Ambiente e alla Polizia Municipale, mi impegnai tanto e seriamente. Affrontai la problematica dei rifiuti: studiai il decreto Ronchi, la legislazione in materia, cercai di organizzare la raccolta differenziata con la raccolta porta a porta. Di quel periodo sono veramente orgoglioso. Avevo cominciato anche un discorso serio per il bilancio comunale: non ho avuto paura di aumentare l’Ici - Ruffano era uno dei pochi comuni con l’imposta comunale più bassa - perché era neces-

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Il ritorno in politica di Marcello Falco “DUE PAE SI UN SO LO CUORE - CIT TÀ F UTURA”

“Ricominciare dall’amministrare il quotidiano, instaurando un clima di serenità e di crescita culturale”

sario avere degli introiti per gestire i servizi, creare una zona fieristica, migliorare le attività artigianali, il commercio, condurre una programmazione seria delle attività. Tralasciavo la gestione dell’ordinario, non condividevo all’interno del gruppo i discorsi dell’avere “fondi per fare bella

figura”, cominciai a tirare i remi in barca, alla fine ho avuto delusioni enormi. L’amministrazione cadde perché io mi dimisi, il sindaco seguì le dimissioni, andammo via. In quel periodo fui abbastanza drastico, non ero disponibile a rivedere certe cose, pensavo che certi discorsi non fossero compresi dalla gente che stava con noi. Dal 2000 ad oggi, sono rimasto fuori dalla politica. Quali sono, oggi, le motivazioni che l’hanno portata a candidarsi? Non era nelle mie intenzioni. Negli ultimi anni sono rimasto a distanza, ho guardato attentamente le situazioni che si sono create, sicuramente da un osservatorio privilegiato. Mi sono trovato in alcune beghe familiari, con l’avere a che fare con vedute che a me non andavano bene. Una volta arrivati alla naturale fine della legislatura - anche se il sindaco è stato rimosso, il consiglio comunale è rimasto in carica - ho visto una situazione pericolosa a Ruffano. Così sono stato fautore, insieme ad un gruppo di amici, di una delegazione per fare una lista che fosse di ostacolo a quel modo di gestire le cose. Non avevo assolutamente nessun interesse a candidarmi, fino a 15 giorni prima della decisione. L’intenzione era fare una lista che io chiamavo ‘alternativa globale’: mettere insieme persone impegnate in politica e nella società civile. Si sono evidenziate subito alcune difficoltà, non era possibile trovare una squadra coesa, per cui alla fine un gruppo di persone e parte della vecchia amministrazione mi hanno convinto seriamente che dovevo essere io il candidato sindaco. Ho accettato perché consapevolmente mi sono assunto certe responsabilità, accettando le conseguenze di ciò che avevo sostenuto.

niera seria, con dedizione completa, usufruendo di tutti i permessi dal lavoro che la legge mi consente. In caso di vittoria della sua lista, quali sono gli aspetti da affrontare con urgenza? Cominceremo con l’amministrare le cose normali, di ogni giorno, le cose che sembrano banali, le necessità quotidiane. Le strade, la fogna nera, le energie rinnovabili. Avremo un percorso di adeguamento ai tempi, per lo sviluppo del paese. Ci sono tante cose da fare. Nelle sua lista non c’è alcuna presenza femminile. Come mai? Dove sono le donne a Ruffano? Nel 1996, quando ero in amministrazione ce n’erano più di adesso. Ho contattato personalmente moltissime donne, ragazze, giovani, interessanti dal punto di vista culturale, con idee all’avanguardia, adeguate ai tempi. Ma nessuna si è dimostrata disponibile a entrare in lista. È una situazione che ritengo piuttosto seria, ma non so definirne le cause. Credo che questo fosse il momento giusto per assumersi la responsabilità delle proprie idee. Se è vero che la gente ha perso fiducia in chi si occupa della res publica, in che modo è possibile riconquistarla? Sicuramente con la crescita culturale della gente. Questo clima di sospetto non ha permesso quel progresso che in ogni paese civile ha avuto luogo. La mancanza di crescita culturale ha portato nella mente della gente l’odio, il sospetto, che ritengo veramente gravi. E poi con la partecipazione diretta, la voglia di fare, di toccare con mano le situazioni, verificare come stanno le cose, restando con i piedi per terra e dedicando del Chiara Schiavano tempo agli altri.



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erché ha scelto di candidarsi nella lista civica “Due paesi un solo cuore - Insieme per crescere” con Marcello Falco candidato sindaco? Se oggi mi ripresento non è certo per ambizione, né perche mi muova qualche particolare o nascosto interesse, come qualcuno ha avuto modo di insinuare. Ho accettato di porre la mia candidatura, in parte cedendo alle insistenze di tanti amici, vecchi e nuovi ed in parte fidando sulla qua-

primo piano stralcio dell’area vasta, come la zona fieristica, i piani di riqualificazione delle periferie di cui si sta firmando l’accordo di programma con la Regione in questi giorni per un importo pari a 1.880.000,00 di euro per la riqualificazione delle case dello IACP in zona Manfredi, la realizzazione di otto appartamenti da destinare a giovani coppie ed anziani, un parco con verde attrezzato, piste ciclabili, una ludoteca per bambini, ed altro. Un’altra grossa opera di immi-

nicipale e la stessa riqualificazione urbana delle piazze e di nuove aree a verde. Si dovrà continuare a sfruttare tutti i fondi regionali, ad esempio i POR 2007-2013, da cui questa amministrazione ha già attinto parecchio. Ruffano è ormai dotato di tutti i sottoservizi necessari, in quanto tutte le opere primarie sono state completate. La prossima amministrazione deve puntare a migliorare la qualità della vita dei cittadini e dell’ambiente, salvaguardarlo dal punto di vista ener-

Due domande a… Antonio Cavallo Assessore nell’amministrazione uscente, è ora candidato con Marcello Falco sindaco

lità delle persone che si trovano nella lista ed ancor più confidando nel nostro candidato sindaco, il quale ha portato entusiasmo, freschezza, volontà di rinnovamento. Ritengo, infatti, che la candidatura di Marcello Falco sia una risorsa da valorizzare, una proposta che i cittadini di Ruffano devono prendere in considerazione perché per poter amministrare bisogna parlare di competenza, di esperienza e capacità professionale. L’esperienza maturata in tutti questi anni dal 1994 fino ad oggi, mi ha spinto a fare questo passo. L’intenzione iniziale era di restare fuori da questa tornata elettorale, per tutto quello che si è detto sulla passata amministrazione, ma voglio dimostrare che tutte le vicissitudini di questi anni si basano esclusivamente su dei pettegolezzi ed invidie personali. Se io spendo la mia faccia e il mio nome nel ripropormi è perché mi sento in grado di dimostrare che non ho nulla da nascondere e di aver lavorato in questi anni con costanza e tenacia, dedicando tutto il mio tempo e le mie energie per il bene della comunità. Ritengo che competenza, esperienza, disponibilità, entusiasmo servono per portare a compimento le attività intraprese per la realizzazione di nuovi ed importanti progetti e per un attenta, solerte, corretta ed efficace azione amministrativa. Quali ritiene che siano gli interventi da proporre alla cittadinanza? E quali i punti di forza di Ruffano, da valorizzare? Innanzitutto dare fiducia alla società civile, continuare a rendere credibile l’azione amministrativa. In questi anni abbiamo dotato Ruffano di molte opere importanti e molte altre sono ancora in itinere. Un intervento imminente, anche alla fine della passata amministrazione, era dover asfaltare tutte le strade: purtroppo con i sottoservizi che si sono creati - l’acquedotto, il gas metano, la fogna nera e la fogna bianca - il manto stradale è stato distrutto. Rifarlo è una priorità per tutti. Non sarà facile, la difficoltà maggiore sta nel reperire le risorse finanziarie. La bozza di progetto prevedeva lavori per un milione e mezzo di euro. Poi sicuramente ci sono altre priorità. Molti progetti sono inseriti nel

nente inizio è la fogna bianca, per la quale l’amministrazione uscente ha ottenuto dai POR 2000-2006 quattro milioni e mezzo di euro, il secondo stralcio per il completamento di Piazza Libertà, l’ampliamento della sede mu-

getico e da quello di impatto ambientale. L’amministrazione uscente ha completato tutto l’iter tecnico per arrivare al piano urbanistico generale, il cosiddetto Pug: dopo i pareri positivi del

25 settore urbanistica sia della Provincia e della Regione (concluse le conferenze di copianificazione) è pronto per essere portato in Consiglio Comunale ed essere adottato. Riqualificare le scuole, sia a livello strutturale, dotandole delle agibilità necessarie, sia offrendo loro delle giornate dedicate alla prevenzione sanitaria gratuita sono altri obiettivi in programma. È mio intento salvaguardare il principio della continuità amministrativa e di coniugare lo stesso con nuove idee e nuova forza, con sollecitudine, esperienza e disponibilità e continuare a spendermi per un progetto che mi anima: un progetto fatto di idee nuove e concrete per una città che cresce e vuole continuare a crescere, una città che cammina e deve continuare a camminare, una città che si sviluppa e può continuare a svilupparsi, anche con il mio contributo. La Redazione


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Tre domande a… Pasquale Toma

Tre domande a… Amedeo Falcone

Nella lista “Per il popolo di Ruffano e Torrepaduli” è uno dei rappresentanti più giovani

Ex vicepresidente della Coldiretti, in lista per le comunali con De Vitis sindaco

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esponsabile del movimento giovanile del PdL “Giovane Italia” di Ruffano, Pasquale Toma, classe 1982, è uno dei candidati più giovani in lista per le comunali. In che modo è stato possibile mettere a frutto l’entusiasmo dei giovani ruffanesi in un progetto politico realizzato per le elezioni? Con un movimento, il “Cantiere delle Idee”, nato per distaccarsi dal discorso prettamente politico e coinvolgere le persone della società civile. Abbiamo interessato i giovani e abbiamo fatto emergere tutte le idee che sono ora contenute nel programma amministrativo della lista “Per il popolo di Ruffano e Torrepaduli - De Vitis Sindaco”. Si percepisce un forte entusiasmo, che proviene in modo particolare dai giovani. Questa è la nota positiva. Fino ad oggi la classe dirigente giovanile non riusciva a venire fuori, i ragazzi non erano coinvolti nelle scelte del paese. Con questo nuovo modo di fare politica, pensato e messo in pratica insieme a Franco De Vitis, abbiamo notato come i giovani si sentono partecipi, ci scrivono su facebook, lasciano messaggi, sono entusiasti di questo gruppo. E poi ci ritroviamo con loro tutte le sere, siamo una squadra che si muove insieme. Quali sono i vantaggi che i candida-

ti giovani possono portare alla lista? L’elasticità mentale, la capacità di uscire dagli schemi, la tendenza ad essere profondamente diversi dai soliti personaggi che esistono da sempre sulla scena politica. Abbiamo, inoltre, un modo più diretto di relazionarci con gli altri, siamo tutti attivi nel campo lavorativo e nel sociale; probabilmente le persone hanno meno difficoltà a parlare dei loro problemi, ci sentiamo al loro stesso livello, ci facciamo sentire vicini. Noi siamo con la gente e soprattutto tra la gente. Di che cosa hanno più bisogno i giovani di Ruffano e in che modo un’amministrazione comunale può fattivamente andare loro incontro? Oggigiorno il bisogno primario dei giovani è quello del lavoro, garantire un introito sicuro permetterebbe loro di pianificare il futuro. Non si vive di solo lavoro però, dunque il nostro compito sarà quello di assicurare a tutti ampi spazi di svago e di aggregazione che permettano la socializzazione ed il confronto, grazie anche ad una biblioteca in stile moderno ed interattivo. I cantieri di lavoro sono al primo punto del nostro programma. Rivaluteremo tutte le strutture pubbliche esistenti mettendole a disposizione di coloro i quali vorranno utilizzarle.

uali sono le motivazioni che l’hanno portata a candidarsi? Noi giovani dobbiamo essere artefici attivi e non passivi delle scelte amministrative del nostro paese. Per questo ho scelto di scendere in campo in prima persona mettendoci la faccia e tanta passione. Ritiene che abbia un peso, oggi, l’ideologia politica? A livello locale non serve dire “io sono di destra” o “io sono di sinistra”. Ognuno di noi ha un’inclinazione politica. Quello che conta, a livello locale, è analizzare le necessità per dare delle risposte alle diverse problematiche esistenti, individuando soluzioni condivise e non imposte. Lei è il vicepresidente provinciale di Coldiretti… Poiché Coldiretti è un’organizzazione apolitica, per evitare strumentalizzazioni, sabato scorso (il 5 marzo Ndr) ho dato le dimissioni da vicepresidente provinciale per un’incompatibilità con la mia candidatura alle comunali. Mantengo ruoli di rappresentanza in due Gal (Gruppo Azione Locale) come componente del consiglio di amministrazione. Ritengo che prima dell’amore per il territorio provinciale venga l’amore per il proprio paese. Comunque sia, questa esperienza le ha dato modo di conoscere meglio il

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settore dell’agricoltura. Quali potrebbero essere le azioni di intervento da realizzare per rendere competitivo il settore? La prima cosa da fare è creare coscienza nelle aziende. Oggi manca l’informazione, manca la formazione e soprattutto l’aggregazione: ad una crisi comune si può rispondere solo stando uniti e facendo squadra. Se i problemi sono comuni a tutti, le soluzioni devono essere condivise. Il settore agricolo vive la crisi come tutti gli altri settori, né più né meno. Ci possono essere aziende che producono reddito, quelle che fanno debiti, aziende che chiuderanno. Credo, però, che chi si struttura può spuntarla. Investire, attingendo anche ai fondi regionali, fare progetti, proiettare l’azienda negli anni a venire: è un momento in cui bisogna agire. Se noi saremo la futura amministrazione non possiamo pensare di risolvere i problemi di mercato delle aziende agricole, però potremo essere punto di incontro per le aziende, coinvolgere le associazioni di categoria creando momenti di visibilità per i prodotti locali, incentivando la presenza degli operatori in fiere e manifestazioni, riqualificando la mostra mercato di San Rocco ridotta ormai ad un ruolo marginale, quando poi dovrebbe essere un importante volano per l’economia locale.


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andidato sindaco della lista del Popolo delle Libertà, Franco De Vitis ha 45 anni, è sposato, con due figli. Di mestiere è ispettore per la sicurezza sul lavoro. Lei non è nuovo al mondo della politica, è stato amministratore negli anni ’90 con il sindaco Stradiotti (tra l’altro nella stessa giunta insieme con uno degli altri due candidati sindaco). Da dove ricomincia il suo impegno? Da quattro anni sono coordinatore di Forza Italia. Insieme a un gruppo di amici presentammo una lista nel primo vero congresso cittadino di partito; siamo risultati vincitori e abbiamo iniziato un nuovo percorso, innanzitutto politico. L’intento era quello di creare una nuova classe dirigente da presentare alle future elezioni amministrative. A Ruffano c’era un percorso che si andava ad esaurire naturalmente, il sindaco uscente dopo due legislature non poteva più ricandidarsi.

“P E R I L P O PO LO DI RUF FANO E TORRE PADULI ”

De Vitis, si volta pagina

Un progetto iniziato quattro anni fa, fatto di impegno e di interesse per la vita del paese Il gruppo che si presenta con la mia lista ha partecipato alla vita politica locale e condivide gli stessi intenti. Quale è stato il motivo dominante che l’ha portata a tornare in politica? La spinta maggiore nasce dopo il 29 maggio 2009, dopo la rimozione del sindaco con decreto del Presidente della Repubblica. Un atto grave per la cittadinanza, la pagina più nera della storia del paese. Ha portato molto disordine e dispiacere, ma è stata la molla che ha fatto scattare la volontà di impegnarci per creare un nuovo ciclo. A Ruffano ci sono tre candidati alla carica di sindaco: tutti e tre uomini, con famiglia, un lavoro, una posizione sociale. Cosa la distingue dagli altri? Ci contraddistingue il progetto, una discontinuità sia con il clima instaurato in passato che ha determinato tutto quello che è successo in paese. Non volevamo e non vogliamo entrare in nessuna polemica. Noi abbiamo realizzato un progetto nuovo, con persone preparate a questo evento. Da chi è formata la sua lista? I candidati sono in parte persone con esperienza politica e amministrativa, in parte invece senza un’esperienza diretta. Tutti però sono impegnati socialmente, rivestono ruoli importanti nella vita cittadina. Ritiene che l’esperienza sia importante in politica o è meglio privilegiare l’entusiasmo e la voglia di cambiare le cose? È importante che ognuno porti la propria esperienza personale, mettendola a servizio dell’amministrazione. Se dovessimo vincere vogliamo far ricoprire le deleghe assessorili ai nostri giovani, affiancandoli però a dei professionisti con un’esperienza specifica in determinati settori, così come ha fatto De Masi per il comune di Casarano. Ci vuole una ventata di novità. E abbiamo anche stabilito

che in giunta ci sarà la presenza femminile. Quale sarà, in caso di vittoria della vostra lista, la prima cosa all’ordine del giorno? Ridurremo gli stipendi di sindaco e assessori al minimo consentito dalla legge, per costituire un fondo da destinare delle situazioni di emergenza. Quali sono le emergenze di Ruffano, gli interventi che non possono essere rimandati? Abbiamo costruito il nostro programma diversamente dal solito, e insieme con i cittadini. Abbiamo creato un contenitore, il “Cantiere delle Idee”, un luogo in cui i cittadini hanno segnalato le esigenze del paese. Noi le abbiamo raccolte e sintetizzate in dieci punti che abbiamo lanciato su internet, tramite facebook, facendo assegnare la priorità ai cittadini stessi. Sono emersi dati molto significativi: la struttura fieristica e fiera di San Rocco (9,7%), la sistemazione delle strade (42,7%), gli impianti sportivi e di integrazione giovanile (4,8%), il parco giochi (4%), l’ampliamento della zona artigianale (0,8%), l’adeguamento delle strutture scolastiche (6,5%), l’ambiente e il verde pubblico (2,4%), la riqualificazione del centro storico (4 %), la riqualificazione delle strutture comunali in disuso (1,6%), i cantieri di lavoro per giovani e disoccupati (21%). I risultati sono una richiesta di attenzione da parte della popolazione, che dà priorità a strade, scuola, lavoro: un appello alla concretezza nell’azione politica. Probabilmente si è persa la fiducia in chi amministra. C’è un modo per ridare speranza ai cittadini? Se la gente viene sollecitata, risponde. Avere un dialogo e un contatto diretto con i cittadini, ascoltare le loro esigenze è importantissimo. Questi dati sono simili a quelli di

un’indagine conoscitiva effettuata da una associazione culturale locale, sulla situazione locale di Ruffano. Un bambino ha commentato: “Il mio è un paese con molte buche e con poche persone”: è una frase che, nella sua drammaticità, è bellissima, ed è vera. Anche il 45% dei ruffanesi dice que-

27 sto. Ed è importante ricominciare dall’immagine che il paese offre di sé. Con questo modo di interpellare la cittadinanza, con le nuove tecnologie, i social networks, e non più nelle sezioni di partito, non si corre il rischio di fare scelte troppo populiste, di accontentare la cittadinanza sulle richieste minime e perdere di vista la progettazione più ampia degli interventi? Sono rimasto perplesso dal sondaggio che abbiamo somministrato per quanto riguarda il rilievo dato alla proposta di allargamento della zona artigianale: solo lo 0,8%. Per un paese che vive di piccola e media impresa si tratta di un aspetto fondamentale. A Ruffano si svolge un evento importantissimo, la fiera di San Rocco, con tutto ciò che ruota intorno sia dal punto di vista culturale che dal punto di vista commerciale. Dieci anni fa, grazie al finanziamento del programma Leader, ideai la Mostra Mercato. Su quella struttura avevo grandi progetti, all’epoca ero assessore al commercio, volevo dimostrare che si poteva fare di più. Una settimana di fiera che permetteva scambi commerciali ed economici non indifferenti. Purtroppo negli anni è andata perdendosi. Bisognerebbe ripartire da lì e creare una struttura fieristica vera e propria, migliorare i collegamenti con la S.S.275, rapportarsi di più con le iniziative del privato. In cantiere abbiamo tante idee. Chiara Schiavano



ELEZIONI R U F FA N O nifestazioni a sfondo folkloristico che l’accompagnano. È proprio questa peculiarità, accanto alla nostra tradizione enogastronomica che trae vigore dai prodotti della nostra terra e, quindi, dal lavoro delle imprese agricole e dall’attrattiva di un centro storico final-

29 nalizzati allo sviluppo di piccole imprese che possono rappresentare uno sbocco professionale per i nostri giovani. Che età hanno i candidati della sua lista e qual è il loro livello di preparazione? Hanno già avuto esperienza

“ A L L E A N Z A R U F FA N O E T O R R E PA D U L I ”

Le proposte di Carlo Russo

Turismo, manutenzione edilizia e stradale, e piccole imprese: queste le urgenze per il candidato Sindaco

I

n politica per la prima volta, Carlo Russo si presenta con la lista “Alleanza Ruffano e Torrepaduli”. Ha 55 anni, sposato, con due figli, svolge la professione di medico del lavoro presso la Asl di Maglie. Quali sono le motivazioni che l’hanno spinta a candidarsi alla carica di Sindaco di Ruffano e Torrepaduli? La motivazione è unica: ho pensato che fosse giunto il momento di mettere a disposizione della collettività il mio trascorso impegnandomi, stavolta, in prima persona. Evidentemente, della stessa idea è stato un gruppo di amici.

Quali ritiene che siano le potenzialità del territorio ruffanese, le risorse su cui è necessario investire per rilanciare il paese? Ruffano ha delle grosse potenzialità in diversi settori: basti pensare alle tante imprese artigiane e ad altrettanto numerosi insediamenti a carattere industriale che costituiscono il tessuto connettivo della nostra economia. Ha nel suo DNA tradizioni popolari che tutti conosciamo, più volte invocate come peculiarità per una potenziale maggiore visibilità in ambito nazionale e internazionale. Mi riferisco, ovviamente alla Festa di San Rocco con tutto il corollario di ma-

mente valorizzato che fa la pari con la bellezza naturalistico-ambientale del nostro territorio, che deve costituire il substrato su cui poter implementare l’offerta turistica. Come si vede sono tutti settori di sviluppo che, seppur apparentemente distanti sono interdipendenti e, per questo, bisognevoli di una attività di coordinamento che può essere esplicitata proprio dall’Amministrazione Comunale. Quali sono i primi tre interventi che, nel caso di vittoria, attuerà con urgenza? In primo luogo la verifica di cassa; poi la messa in cantiere di opere per la manutenzione degli edifici scolastici e per migliorare l’aspetto estetico del nostro Comune (con in primo luogo il rifacimento del manto stradale dove risulta essere particolarmente deteriorato) e, infine, l’impegno teso al reperimento di fondi comunitari fi-

politica oppure sono soltanto animati dalla voglia di cambiare le cose? Le età dei candidati sono variegate, con presenza di giovani accanto a persone più mature. Sono rappresentanti professionisti, artigiani, operai e dipendenti statali insieme ai pensionati. Alcuni hanno già esperienza politica alle spalle, altri sono neofiti. Quale pensa possa essere la cosa più difficile da compiere da sindaco? La posizione più scomoda che potrebbe trovarsi ad assumere? Se si opera con onestà intellettuale e tenendo ben presente la dignità della persona non credo ci siano “cose più difficili da compiere” o “posizioni più scomode che potrei trovarmi ad assumere”. Pensa di vincere? In cuor mio spero di sì, ma mi rimetto alla volontà degli elettori. Renata Moio


SPORT (continua dalla prima pagina)

Pochi minuti prima dell’inizio del match, lo speaker richiamando l’attenzione del pubblico annuncia l’evento destinato ad entrare nella storia della società giallorossa: la nascita dell’inno ufficiale dei Falchi Ugento! Tra l’emozione generale di tutti i presenti va così in scena il battesimo della bellissima e coinvolgente melodia dedicata alla squadra del cuore. Quella dei Falchi Ugento è una storia fatta di passione, di importanti successi, di grandi sacrifici, di record, di momenti difficili ma soprattutto di amore per questa disciplina nata sui campi del Seminario Vescovile e dell’Oratorio di Ugento nei primi anni ’70. A descrivere tutto ciò ora ci pensa quest’inno realizzato da un giovane ugentino: Ronaldo Ponzetta, 28 anni, diplomato presso l’Istituto Statale d’Arte “E. Giannelli” di Parabita, appassionato di pianoforte e di canto sin da bambino, cabarettista, animatore musicale e attore di teatro nel tempo libero. Lo abbiamo raggiunto nella sua nuova casa, ad Ugento, dove ci ha raccontato tutti i retroscena della creazione dell’inno: Ronaldo, com’è nata l’idea di “Falchi Ugento”? “Quest’anno, per la prima volta, spinto dalla curiosità e dai miei amici, ho fatto l’abbonamento al palazzetto. Sin dalla prima partita sono rimasto molto entusiasta e mi ha colpito subito l’atmosfera che si respira in curva sud: veramente non credevo fosse così emozionante e divertente seguire i Falchi. Allora mi sono chiesto: perché, assieme ai cori, non cantare un vero e proprio inno? Inizialmente ero un po’ incerto, perché non avevo mai composto testi in ambito sportivo. Poi però ho avuto subito il supporto di Carmine Congedi e Lorenzo Dimo (dirigenti dei Falchi), che hanno ascoltato una prima versione in acustico della canzone e, compiaciuti, mi hanno esortato a ultimare l’inno”. Un testo che inneggia alla grande storia dei Falchi, ai colori giallorossi

CALENDARIO PARTITE serie B2 girone H

20ª gior. 20/21.02.10 • Av Lucera vs Caroli Hotels Ugento • Aurispa-Isolp Alessano vs Pallavolo Martina • Open D Casarano vs Trivianum Triggiano

21ª gior. 27/28.03.10 • As Cabv Bari Volley vs Caroli Hotels Ugento • Open D Casarano vs Iesi Volley Altamura • Aurispa-Isolp Alessano vs Trivianum Triggiano

22ª gior. 10/11.04.10 • Città di Squinzano vs Caroli Hotels Ugento • Open D Casarano vs Aurispa-Isolp Alessano

Note giallorosse PA L L AV O L O

Nasce l’inno ufficiale dei Falchi Ugento

e all’attaccamento ad una squadra che rappresenta l’orgoglio di un intera città. Il tuo lavoro è diventato un cd... “Sì, esatto. Ho iniziato a curare il perfezionamento della canzone: dalle parole alla musicalità fino all’arrangiamento. Al termine di questo lavoro, mi sono recato a

Supersano, presso la nota casa discografica “Corrado Production”, dove abbiamo iniziato ad incidere la canzone. Abbiamo curato i minimi dettagli per un’intera settimana, in quanto volevamo che tutto fosse pronto per la prima partita in casa del 2010. Alcuni ragazzi della curva si sono

30 cimentati nel canto e la ciliegina sulla torta è arrivata con Laura Mergola. La voce femminile, anche se non è la principale, dà senza dubbio un tocco di grazia a questa melodia”. La realizzazione dell’inno ufficiale diviene prova provata e simbolo del forte attaccamento dei tifosi alla loro squadra: Ugento è pallavolo per tradizione e tale creazione artistica, spontanea e per iniziativa di un tifoso speciale come Ronaldo, non fa altro che confermare l’esistenza di un legame forte tra gli ugentini e questo sport. A qualche settimana dall’uscita ufficiale del cd non è raro imbattersi in tifosi, piccoli e grandi, con la sciarpa giallorossa, che intonano le parole di “Falchi Ugento” prima e dopo una partita. Una melodia che sta accompagnando il bel campionato di B2 dei Falchi 2009-2010, ma che accompagnerà anche tutti i futuri protagonisti di questa storia nata per “non morire mai!”. Valeria Carlucci e Donato Provenzano


AGRIC U L T U R E

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l 20 febbraio presso il Castello Carlo V di Lecce si è tenuto il Convegno internazionale dal tema “Puglia libera da Ogm. L’inviolabilità della memoria genetica di tutti gli esseri viventi per uno sviluppo rurale agroecologico a tutela dei diritti umani”. Un incontro promosso dal Comune di Lecce a conclusione dell’iniziativa “Puglia libera da Ogm”, ideata dall’associazione Sum (Stati Uniti del Mondo) di

LECCE

Una Puglia libera da OGM Un convegno internazionale ha promosso lo sviluppo rurale agroecologico e la tutela dei diritti umani

Maglie in seguito all’entrata in vigore, dal primo gennaio 2009, del nuovo Regolamento Europeo 834/2007 che estende anche ai prodotti biologici la soglia

Marzo, la ripresa vegetativa I consigli dell’agronomo

Fase fenologica Ripresa vegetativa Potatura Effettuare le operazioni di potatura, limitando gli interventi energici solo ai casi strettamente necessari, onde evitare squilibri vegetativi alle piante. Preferire piuttosto interventi di lieve entità effettuati annualmente o al massimo a cadenza biennale. Concimazioni In questo mese si può procedere alla distribuzione di concimi chimici contenenti maggiormente azoto, utilizzando concimi semplici (es. solfato ammonico con titolo di azoto pari al 21%) oppure complessi, scegliendo tra quelli che contengono il titolo di azoto più alto rispetto agli altri due elementi (es. 20.5.10 oppure 20.10.10). Distribuire il prodotto nella zona di terreno ove le radici dell’olivo sono più attive cioè un po’ più distanti dal colletto ed entro la proiezione della chioma delle piante Utile ed economica risulta una concimazione fogliare con concimi fogliari utilizzati rispettando le quantità consigliate in etichetta, associandola anche

al trattamento con prodotti rameici. Trattamenti fitosanitari Non si consigliano interventi di lotta antiparassitaria in questo mese: l’eventuale presenza della generazione fillofaga della Tignola (Prays Oleae), evidenziata da gallerie scavate tra le due pagine fogliari, è limitata in modo naturale dai numerosi antagonisti naturali presenti nell’oliveto, rendendo pertanto inutile la difesa antiparassitaria contro tale patogeno. Legislazione vigente Si rammenta che, per l’acquisto e l’utilizzo di prodotti fitosanitari classificati come ‘Molto Tossico, Tossico o Nocivo’, è obbligatorio detenere il patentino fitosanitario che va rinnovato ogni 5 anni. I prodotti fitosanitari devono essere conservati in locali freschi, asciutti, aerati, con pareti lavabili, chiusi a chiave e con cartelli di avviso del pericolo. Dopo aver effettuato il trattamento, è necessario apporre ai bordi del campo appositi cartelli indicanti “Coltura trattata con prodotti fitosanitari” indicando il principio attivo e la data del trattamento eseguito. Dario De Giorgi

di tolleranza dello 0,9 % di Ogm, senza obbligo di segnalarlo in etichetta, come già avviene da anni negli alimenti e mangimi convenzionali. All’iniziativa hanno aderito, oltre al Comune di Lecce, altri sessanta comuni della provincia e vari enti ed associazioni. Il convegno è stata un’importante occasione di aggregazione per le diverse forze anti-Ogm. Sono intervenuti ricercatori indipendenti di fama internazionale e coloro che hanno già sperimentato i danni causati dalla coltivazione degli Ogm in altre parti del mondo, con una conseguente raccolta di firme contro il loro utilizzo in Puglia. I motivi che hanno portato a dire no agli Ogm sono molteplici e legati ai risultati di ricerche condotte oramai da diversi anni e di cui molti governi non ne vogliono tenere conto. Gli Ogm sono dei semi trattati tramite un procedimento di mutamento genetico che dovrebbero portare la pianta ad essere maggiormente resistente agli erbicidi ed ai parassiti, generando di conseguenza un aumento della produttività ed un uso ridotto degli antiparassitari. Il dato di fatto, dopo quasi 15 anni dall’inizio del loro impiego in ambito agricolo, è che quanto era stato previsto non è accaduto. In India, dove sono stati ampiamente utilizzati, la percentuale dei raccolti falliti

31 è arrivata in alcuni casi anche al 100%. Ciò a causa del problema della contaminazione: le piante Gm (geneticamente modificate), tramite l’impollinazione, sono in grado di trasmettere la loro maggiore capacità di resistenza anche alle piante infestanti che sono diventate a loro volta più resistenti. Di conseguenza è stato necessario incrementare l’uso di erbicidi, i quali - occorre ricordare - sono dei veri e propri veleni ed in alcuni casi sono stati la causa di avvelenamento anche umano. Le piante Gm sono in grado di contaminare tutte le altre piante coltivate nei terreni circostanti, quindi è impossibile una coesistenza tra raccolti Gm e noGm. Inoltre gli Ogm non sono sicuri: numerosi studi hanno dimostrato il verificarsi di mutamenti nell’apparato digerente degli animali che se ne cibano e di conseguenza c’è una certa preoccupazione per la salute degli uomini che a loro volta si nutrono di carne. Per ultimo, ma non meno importante, le multinazionali che vendono gli Ogm, avevano sostenuto che il loro utilizzo avrebbe risolto il problema della fame nel mondo, ma ciò non si è verificato. Il motivo è che, poiché i semi Gm sono sterili, il contadino non può moltiplicarli in azienda. Deve riacquistarli ogni anno divenendo così dipendente economicamente dalle multinazionali. L’unica conclusione a cui giungere è che gli Ogm non hanno portato a nulla di buono, ma non vengono banditi perché arricchiscono le tasche di granElisa Surano di imprenditori.

Nuovo logo del “bio” in Europa Obbligatorio dal prossimo luglio per gli alimenti biologici

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partire dal 1° luglio 2010 tutti gli alimenti da agricoltura biologica recheranno sulla loro etichetta il nuovo logo biologico dell’Ue. Ideato dallo studente tedesco Dusan Milenkovic, l’Euro-leaf, l’Eurofoglia, in cui le stelle dell’Unione Europea tracciano il profilo di una foglia su sfondo verde, sarà obbligatorio, a differenza di quello attuale, per tutti gli alimenti biologici preconfezionati prodotti in uno Stato membro, mentre sarà opzionale per i prodotti importati. Una giuria internazionale, dopo aver esaminato ben 3.422 proposte giunte in commissione a seguito di un concorso per studenti di design e materie artistiche di tutta Europa, svoltosi da aprile a giugno 2009, ne ha selezionate tre: la scelta finale è stata poi effettuata attraverso una votazione on line, aperta a tutti i cittadini europei fino al 31 gennaio 2010. La Commissione Europea, adottando una simile procedura di scelta, ha voluto che il nuovo logo fosse gradito al maggior numero di persone possibile, fosse facilmente memorizzabile e facesse pensare all’UE e all’agricoltura biologica senza necessità di parole o sigle. Il nuovo logo ha ottenuto il 63% delle preferenze, su un totale di circa 130.000 voti. Gianvito Negro Valiani



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