Lo Spettacolo Viaggiante n. 5/6 2013

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n. 5-6 maggio giugno 2013 • anno L1

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L’ANESV aderisce a Federturismo Confindustria IVA al 10% sull’energia elettrica per le abitazioni mobili Promozioni nei parchi di divertimento Opportunità o pericolo?




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Editoriale

S

crivo questo editoriale dopo aver appreso che lo scorso 29 maggio il direttivo di Federturismo Confindustria ha accolto la domanda di adesione dell’ANESV. Da qualche tempo era stato avviato un processo di avvicinamento tra i due soggetti associativi, a seguito di valutazioni sulle evidenti analogie delle problematiche delle imprese che rapdi Evelina Christillin presentiamo con quelle del settore turiPresidente dell’ANESV stico. Luna park, parchi di divertimento e parchi avventura sono infatti percepiti dai visitatori come servizi complementari a quelli più tipicamente legati al turismo. I parchi di divertimento, temporanei o permanenti, sono in genere realizzati in ambiti di richiamo turistico, quando non costituiscano addirittura una destinazione precisa, come sul Garda o nella Riviera romagnola. Le nostre imprese offrono emozioni, esperienze che rendono indimenticabile un momento di vacanza. Siamo – e resteremo – nell’AGIS, della quale siamo Soci fondatori dal 1947, tuttavia abbiamo valutato che l’ingresso nella Federazione di Confindustria consenta di fare sistema con le imprese turistiche, per raggiungere gli obiettivi che gli Associati ci indicano. Del resto il Presidente del Consiglio ha affidato il Dicastero dei beni culturali al Ministro Bray, al quale sono state affidate anche le politiche del turismo. Lo spettacolo, i beni culturali ed il turismo fanno quindi capo ad un solo Ministero. Tra i primi incontri istituzionali, segnalo quello dello scorso 29 maggio, congiuntamente all’Ente Nazionale Circhi, con il Viceministro dell’interno, Senatore Bubbico. Sono state presentate le problematiche del settore, e si è parlato di requisiti professionali degli esercenti e delle competenze delle Commissioni di vigilanza. Un esame condotto alla presenza di autorevoli dirigenti del Ministero che, ci auguriamo, possa portare a semplificazione delle procedure per l’esercizio, in un contesto di professionalizzazione dei gestori. In questo numero riportiamo una buona notizia per gli esercenti itineranti: l’Agenzia delle entrate ha confermato l’interpretazione dell’ANESV, ovvero che l’aliquota IVA da applicare alle forniture di energia delle abitazioni mobili è del 10 per cento. Per molti esercenti che non adottano la compensazione dell’IVA questo chiarimento porterà un reale risparmio, non appena i soggetti che erogano energia aggiorneranno i loro sistemi di fatturazione. Come non accennare, infine, a questo avvio di stagione, fortemente penalizzato dal maltempo? Sono state molte le festività ed i fine settimana funestati recentemente da eventi atmosferici. Alcune strutture ci hanno tuttavia segnalato un problema, relativo alla inaffidabilità delle previsioni meteorologiche. I siti che offrono previsioni meteo hanno condizionato le presenze nei parchi tra Aprile e Maggio, prevedendo maltempo in giornate che si sono rivelate gradevoli. Ne parliamo in una nota, con un’intervista al meteorologo Luca Mercalli. Il problema è serio, purtroppo, e sarà uno di quelli da affrontare congiuntamente a Federturismo. Quello delle disdette delle prenotazioni alberghiere a causa di previsioni errate è, infatti, un tema molto sentito nel settore dell’ospitalità. Buona lettura.


Sommario

n. 5-6 maggio giugno 2013 • anno L1

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In COPERTINA L’ANESV aderisce a Federturismo Confindustria

6 L’ANESV aderisce a Federturismo Confindustria 8 IVA al 10% sulle forniture di energia alle abitazioni mobili. Ha ragione l’ANESV 24 Le promozioni selvagge nei Parchi di Divertimento: opportunità o preludio alla disfatta?

IVA al 10% sull’energia elettrica per le abitazioni mobili Promozioni nei parchi di divertimento Opportunità o pericolo?

Anesv Informa 12 14 18

Valutazione dei rischi. Entro maggio 2013 è obbligatorio predisporre il DVR Inquadrare i familiari come collaboratori? Un consulente energetico per le forniture di energia elettrica? Ne parliamo con S.E.E.

Parchi di divertimento 22 30 32 36 38 40 41

previsioni meteo errate. L’opinione di Luca Mercalli LISEBERG, dal parco svedese una campagna di comunicazione che coinvolge anche l’Italia, tra le polemiche Parchi di divertimento e cattiva informazione “Per qualche visualizzazione in più”… Quando gli imbecilli imperversano su YouTube! Glamoo. L’accordo associativo sta dando risultati Il progetto Matebilandia vince un importante premio europeo Smartphone, didattica e parchi di divertimento

Parchi avventura 42 42 44

Un nuovo logo per Parchi Avventura Italiani Quando il divertimento è una miscela di sensazioni. Un gonfiabile diventa zip-line Gestire i percorsi con Rfid

Parchi acquatici 48 I parchi acquatici e la normativa: è necessaria la distinzione dalle piscine pubbliche Eventi 52 Laser game? È l’ora degli smartphone 54 Premio Collalti in Campidoglio. Annunciato il premio Volpi

#5-6 maggio giugno 2013 anno LI Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 565/1996 Rivista bimestrale. Sped. Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Roma Direttore responsabile Massimo Piccaluga Vicedirettore Maurizio Crisanti Dalle sezioni Amedeo Zanetti, Adriano Rossi, Angelo Catellani, Franco Moruzzi, Fabio Mannello, Ciro Guida, Cosimo Amato, Salvatore Speciale Direzione, amministrazione e pubblicità ANESV–AGIS Via di Villa Patrizi, 10 tel. 0688473-273 o 274 – Fax 0645481356 info@anesv.it www.anesv.it www.parchipermanenti.it www.parchiavventuraitaliani.it Grafica Massimiliano D’Affronto mdaffronto@gmail.com Stampa 8x8 S.r.l.

Fuoricampo 58 Scandicci, una casa per i nostri anziani 60 Online. Rivista e newsletter per essere più vicini ai Soci Occasioni 65 Giostre, camper, Roulotte e tanto altro

Il nostro periodico è aperto a tutti coloro che desiderino collaborare nel rispetto dell’articolo 21 della Costituzione che così recita: «Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione non costituendo pertanto tale collaborazione gratuita alcun rapporto di lavoro dipendente o di collaborazione autonoma».


L’ANESV aderisce a Federturismo Confindustria Rafforzare la rappresentanza degli interessi delle varie componenti riunite nell’ANESV. Con questo obiettivo è stata formalizzata nei giorni scorsi l’adesione dell’ANESV a Federturismo Confindustria.

essun ripensamento né nei confronti dell’AGIS, della quale l’ANESV è Socio fondatore dal 1947, né verso un assetto che lega lo spettacolo viaggiante ed i parchi permanenti di divertimento all’ambito dello spettacolo, sul piano normativo e fiscale. Si è giunti a questa determinazione prendendo atto di alcuni elementi che stanno modificando sostanzialmente il settore. Le attività itineranti, nelle quali è molto forte la valenza di spettacolo popolare, svolto nei centri urbani a contatto con le persone, hanno innegabili legami anche con il mercato turistico: i luna park che occupano in Estate la maggior parte degli esercenti nelle località marine o in luoghi di forte richiamo, costituiscono elementi importanti dell’offerta di servizi alle persone in vacanza. Quanto ai parchi permanenti, molti di loro si stanno trasformando in vere e proprie destinazioni turistiche, 6

Lo spettacolo viaggiante maggio giugno 2013

basti pensare al richiamo costituito dai parchi della Riviera romagnola o del Gardesano. In Romagna il turismo dei parchi costituisce ormai un elemento essenziale nella filiera turistica, senza del quale le strutture ricettive subirebbero un calo di presenze importante. Si è scelto quindi di avvicinarsi ad un settore, quello delle attività turistiche, ancora legato al concetto di ricettività, ma ormai maturo per intraprendere un percorso che interpreti il turismo come un sistema di servizi complementari tra loro, ma di forte richiamo. Il fatto che anche nel nuovo Governo il Ministro dei beni e le attività culturali abbia accorpato la competenza sulle politiche del turismo, conferma che il percorso intrapreso dall’ANESV non è

isolato, e che anche nelle istituzioni si va nella stessa direzione. Cultura, spettacolo e turismo sono gli elementi che meglio caratterizzano il nostro Paese, e sarebbe miope, non prenderne atto anche a livello di rappresentanza categoriale. Inoltre i rappresentanti di alcune imprese associate fanno parte da tempo delle sezioni Turismo di Confindustria a livello locale, ed in ruoli di rilievo. L’adesione dell’ANESV a Federturismo faciliterà questo coinvolgimento in ambito territoriale. Federturismo costituisce un qualificato interlocutore delle istituzioni, ed avere a fianco una sigla così qualificata costituisce un’opportunità per l’intero settore. (M.C.)

Federturismo ha festeggiato il ventennale lo scorso 30 maggio, presentando il Libro bianco “Turismo una rinascita competitiva: la visione delle imprese”, frutto degli incontri con gli imprenditori di tutta la filiera turistica nazionale. Nel corso della giornata Josep Ejarque, amministratore delegato di FourTourism, e direttore scientifico del progetto, dopo un’introduzione del presidente Renzo Iorio, ha presentato la propria ricerca.



IVA al 10% sulle forniture di energia alle abitazioni mobili. Ha ragione l’ANESV Aliquota IVA ridotta sulle fatture dell’energia elettrica per le carovane abitazione: questa l’indicazione di una consulenza giuridica del 23 aprile scorso richiesta dall’ANESV all’Agenzia delle entrate. Fino a qualche tempo fa infatti, gli esercenti itineranti effettuavano spesso una sola fornitura, alla quale connettevano attrazioni ed abitazione. Con la soppressione del forfait, da qualche tempo le forniture sono state diversificate, fino al punto che la più recente delibera dell’Autorità per l’energia elettrica parla anche di forniture “per usi di abitazione”. Se da sempre l’agenzia delle entrate ha evidenziato che nel caso in cui l’energia venisse fornita congiuntamente

per usi abitativi ed industriali l’aliquota IVA di riferimento è al 21 per cento, ora che le forniture sono distinte, non c’è più ragione di applicare l’aliquota ordinaria anche alle connessioni temporanee delle abitazioni mobili. Nella consulenza giuridica che pubblichiamo, Agenzia delle entrate conferma che “Nel caso prospettato dall’ANESV, l’uso domestico, vale a dire il carattere di residenzialità (di abitazione) della struttura, possa essere ravvisato anche per

le strutture mobili dei soggetti esercenti lo spettacolo viaggiante […] In conclusione, in presenza delle condizioni sopra evidenziate, alle forniture di energia elettrica derivanti da connessioni temporanee destinate alle abitazioni mobili dei soggetti esercenti spettacoli viaggianti è applicabile l’aliquota IVA agevolata del 10 per cento ai sensi del n. 103) della Tabella A, Parte III, allegata al DPR n. 633 del 1972”. È un bel risparmio per gli esercenti itineranti, la maggior parte dei quali non adotta il regime di compensazione dell’IVA. L’Associazione ha già diffuso il testo della consulenza ad ENEL, AEEG, Federutility ed ai principali operatori, affinché vengano aggiornati i sistemi di fatturazione. (M.C.)

Riportiamo di seguito il testo delle sei pagine della consulenza giuridica:

Quesito L’Associazione Nazionale Esercenti Spettacoli Viaggianti (ANESV) fa presente che gli esercenti spettacoli viaggianti, sono tenuti a richiedere, in base alla vigente disciplina, agli enti erogatori di energia elettrica due diversi allacciamenti, uno per le “connessioni temporanee destinate ad usi di abitazione” e l’altro per l’approvvigionamento elettrico delle attrazioni. Ciò posto, l’ANESV chiede di conoscere se alle forniture di energia elettrica derivanti da connessioni temporanee destinate alle abitazioni mobili sia applicabile l’aliquota IVA del 10 per cento prevista dal n. 103) della Tabella A, Parte III, allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633.

Soluzione interpretativa prospettata dal contribuente L’ente istante ritiene che alle connessioni temporanee di energia elettrica destinate ad usi di abitazione sia applicabile l’aliquota IVA del 10 per cento prevista dal n. 103) della Tabella A, Parte III, allegata al DPR 633 del 1972 per l’erogazione di “energia elettrica per uso domestico”, in quanto allo stesso scopo destinate. 8

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Parere dell’agenzia delle entrate Il n. 103) della Tabella A, Parte III, allegata al DPR 633 del 1972 prevede l’applicazione dell’aliquota IVA del 10 per cento, fra l’altro, alle forniture di “energia elettrica per uso domestico”. Con risoluzione n. 2I/E del 28 gennaio 2008 è stato chiarito che, ai fini dell’applicazione della disposizione di cui trattasi, l’uso domestico si realizza nelle somministrazioni rese nei confronti di soggetti che, in qualità di consumatori finali, impiegano l’energia elettrica nella propria abitazione e che non utilizzano l’energia nell’esercizio di imprese o per effettuare prestazioni di servizi rilevanti ai fini IVA, anche se in regime di esenzione. Lo stesso documento di prassi ha precisato che il riferimento all’espressione “uso domestico”, in sostanza, limita l’agevolazione alle sole ipotesi di impiego della energia in strutture abitative, sia a carattere familiare che collettivo, caratterizzate dal requisito della residenzialità, con esclusione, invece, di somministrazioni erogate in strutture non residenziali, sia pubbliche che private. Pertanto, solo in presenza del requisito della “residenzialità” ricorre il connotato dell’”uso domestico” della fornitura di energia elettrica richiesto per poter beneficiare del trattamento agevolato. In particolare, la citata risoluzione n. 2I/E del 2008 ha chiarito, in relazione alla questione dell’equiparabilità dell’”abitazione collettiva” (caserme, case di riposo, conventi, orfanotrofi, befotrofi, carceri mandamentali, ecc.) all’”abitazione personale”, che per applicare l’aliquota IVA agevolata alle forniture di energia elettrica destinate a strutture collettive, occorre che la permanenza all’interno della struttura collettiva si realizzi in modo stabile e duraturo nel tempo, venendo l’abitazione collettiva a sostituirsi, in tutto o in parte, all’abitazione personale. Infine, in merito al caso di utenze ad utilizzazione promiscua, la circolare n. 82/E del 7 aprile 1999 ha precisato che, ove non sia possibile determinare la parte impiegata negli usi domestici agevolati per mancanza di distinti contatori, l’imposta dovrà applicarsi con l’aliquota ordinaria sull’intera fornitura. La disposizione agevolativa, infatti, attraverso il richiamo all’”uso domestico” dei consumi di energia elettrica, ha limitato l’agevolazione alle sole ipotesi di impiego di energia elettrica nella propria abitazione a carattere familiare o in analoghe strutture a carattere collettivo, con esclusione, pertanto, delle ipotesi di in cui l’energia venga utilizzata promiscuamente anche in strutture non residenziali nel senso sopra specificato. Da quanto sopra richiamato emerge, in sostanza, che l’applicabilità dell’aliquota IVA agevolata alle forniture di energia elettrica, ai sensi del n. 103) della Tabella A), Parte III, allegata al DPR n. 633 del 1972, è subordinata alle seguenti condizioni: deve trattarsi di somministrazioni rese nei confronti di soggetti che impiegano l’energia elettrica in qualità di consumatori finali per uso domestico, vale a dire nella propria abitazione (quale struttura residenziale a carattere familiare o collettivo); www.anesv.it

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nell’ipotesi di uso promiscuo deve essere possibile determinare la parte di energia elettrica impiegata negli usi domestici distintamente da quella utilizzata per scopi non residenziali. Nel caso di specie, relativamente alla condizione sub a), si osserva che le strutture alle quali è destinata l’energia elettrica (per la cui fornitura si chiede l’assoggettabilità all’aliquota IVA agevolata del 10 per cento) sono costituite da “abitazioni mobili” di soggetti che svolgono attività di spettacolo viaggiante in forma itinerante. Al riguardo, si evidenzia che il n. 103) della Tabella A, Parte III, allegata al DPR n. 633 del 1972 fa riferimento unicamente, ai fini dell’applicazione dell’aliquota IVA del 10 per cento, al requisito dell’”uso domestico” dell’energia elettrica, cioè alla destinazione d’uso impressa alla stessa, senza vincolare l’applicazione dell’agevolazione ad ulteriori condizioni. Ciò considerato, si ritiene che nel caso prospettato dall’ANESV, l’uso domestico, vale a dire il carattere di residenzialità (di abitazione) della struttura alla quale è destinata l’energia elettrica, possa essere ravvisato anche per le strutture mobili dei soggetti esercenti spettacoli viaggianti. Si precisa infatti che il requisito della permanenza all’interno della struttura in modo stabile e duraturo nel tempo, indicato nella citata risoluzione n. 2I/E del 2008 quale connotato essenziale della residenzialità e del relativo “uso domestico”, deve ritenersi soddisfatto anche in presenza di strutture mobili, sia perché tale caratteristica non esclude di per sé la destinazione permanente della struttura (anche se soggetta a variazione del luogo di stazionamento) a scopi abitativi, sia in quanto la mobilità delle stesse strutture risulta in modo imprescindibile collegata al carattere itinerante dell’attività di spettacolo viaggiante cui sono associate. A conferma di tale conclusione si evidenzia che l’Autorità per l’energia elettrica e il gas (v. ad esempio le 10 Lo spettacolo viaggiante maggio giugno 2013

delibere n. ARG/elt 67/10 del 7 maggio 2010, n. 38/2012/R/eel del 9 febbraio 2012 e n. 294/2012/R/eel del 19 luglio 2012) ha previsto, per i soggetti esercenti spettacoli viaggianti, la possibilità di richiedere connessioni temporanee alle reti di distribuzione di energia elettrica anche relativamente alle connessioni “per usi di abitazione”. Quanto al requisito sub b) (separata determinazione della parte di energia elettrica impiegata negli usi domestici in caso di uso promiscuo) si osserva che, secondo quanto riferito nell’istanza, gli esercenti spettacoli viaggianti “sono tenuti a richiedere due distinti allacciamenti agli enti erogatori: uno per «connessioni temporanee destinate ad usi di abitazione» e l’altro per l’approvvigionamento elettrico delle attrazioni” dello spettacolo viaggiante. Quanto alle modalità di determinazione della parte di energia elettrica relativa alle connessioni temporanee destinate ad usi di abitazione, le citate delibere n. 38/2012/R/eel e n. 294/2012/R/ eel prevedono, per ragioni di criticità connesse all’elevato impatto economico, la sospensione degli obblighi di misura dei consumi effettivi e, ai fini della determinazione delle tariffe di consumo da addebitare, la determinazione a forfait dei quantitativi di energia elettrica. Ciò considerato, si ritiene che la presenza di due distinti allacciamenti, rispettivamente per le strutture mobili destinate all’uso abitativo e per le strutture destinate ad uso diverso da quello domestico (esercizio dello spettacolo viaggiante) consenta, conformemente ai chiarimenti forniti con la citata circolare n. 82/E del 1999, di distinguere il corrispettivo riferito al consumo di energia elettrica impiegata negli usi domestici dal corrispettivo della fornitura di energia destinata alle attrazioni spettacolistiche. Non assume rilievo, a tal fine, la circostanza che, per le connessioni destinate ad usi di abitazione, non siano utilizzati strumenti di misurazione dei consumi effettivi essendo i quantitativi di energia da fatturare determinati a forfait. Trattasi, infatti, di elementi che, in presenza di due distinti allacciamenti (per le abitazioni mobili e per le attrazioni dello spettacolo viaggiante), non incidono sulla possibilità di determinare separatamente la parte di energia elettrica impiegata per usi domestici da quella destinata alle attrazioni, ma attengono unicamente alle modalità di individuazione del corrispettivo su quantitativi di energia già separatamente determinati.In conclusione, in presenza delle condizioni sopra evidenziate, alle forniture di energia elettrica derivanti da connessioni temporanee destinate alle abitazioni mobili dei soggetti esercenti spettacoli viaggianti è applicabile l’aliquota IVA agevolata del 10 per cento ai sensi del n. 103) della Tabella A, Parte III, allegata al DPR n. 633 del 1972.

Il direttore centrale aggiunto Annibale Dodero



Valutazione dei rischi. Entro maggio 2013 è obbligatorio predisporre il DVR Entro il mese di maggio tutte le imprese, anche quelle con meno di 10 dipendenti, dovranno predisporre il documento di valutazione dei rischi. Dal 1° giugno 2013 non sarà infatti possibile continuare ad avvalersi dell’autocertificazione. Sono tenute a predisporre il documento anche le ditte individuali con un solo dipendente, in quanto sono considerati lavoratori anche i soci, i lavoratori a progetto, i lavoratori stagionali, gli stagisti, i coadiuvanti, o coloro i quali effettuano formazione anche a titolo di apprendistato o gratuito presso la sede dell’azienda. Sono state a tal fine emanate delle “procedure standardizzate”, ovvero una modulistica che può essere utilizzata per predisporre il documento (prelevabile all’indirizzo www.anesv.it/ pdf/dvr2013.pdf). Come effettuare la valutazione? Essa, come previsto dall‘articolo 28 del testo unico: la valutazione «deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari». Sono citati i rischi collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’accordo europeo dell’8 ottobre 2004, quelli riguardanti le lavoratrici in gravidanza, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, e i rischi connessi alle differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri Paesi. Il DVR deve avere data certa, ottenibile in vari modi, anche attraverso una affrancatura e spedizione al proprio indirizzo postale – con raccomandata senza busta – o anche inviando a se stessi con posta 12 Lo spettacolo viaggiante maggio giugno 2013

elettronica certificata (PEC) il documento. Il DVR deve inoltre contenere una relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute durante l’attività lavorativa – nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa – indicare le misure di prevenzione e di protezione attuate e i dispositivi di protezione individuali adottati a seguito della valutazione. Esso prevede un programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza. Individua le mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento. Deve rispettare tutte le altre indicazioni previste dalle specifiche norme sulla valutazione dei rischi contenute nel testo unico sulla sicurezza sul lavoro. Ricordiamo infine che in base all’articolo 17 il datore di lavoro – oltre all’obbligo di presentare il DVR – ha quello di designare il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi. Permangono inoltre gli ulteriori obblighi di legge del Datore di Lavoro ovvero: la designazione del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione ovvero la frequenza di apposito corso con attestato per ricoprire direttamente il ruolo di RSPP; la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento DVR; la redazione del Piano di Emergenza ed Evacuazione; la nomina del medico competente (ove necessario); la designazione dei lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di Prevenzione Incendi e Gestione Emergenze;


la designazione dei lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di Primo Soccorso; la fornitura ai lavoratori dei necessari ed idonei dispositivi di protezione individuale; l’adempimento degli obblighi di informazione e formazione; l’elaborazione il Documento Unico di Valutazione dei Rischi Interferenziali (DUVRI) in caso di appalti;

Designazione Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione RSPP. Per rispondere a tale obbligo il Datore di Lavoro può affidare il compito ad un professionista esterno abilitato che rediga anche il Documento di Valutazione del Rischio, nominare un dipendente dell’attività facendogli frequentare un apposito corso di formazione (moduli A+B+C) per complessive 64 ore, ovvero frequentare, quale Datore di Lavoro, il Corso per Datore Lavoro RSPP di 16 ore (rischio basso).

Designazione del personale Squadra Antincendio Il Datore di Lavoro, nelle attività con meno di 10 dipendenti, può svolgere di persona tale compito dopo aver frequentato un apposito corso per Rischio Basso di 4 ore. Poiché la norma prevede che nell’attività sia sempre presente personale addestrato, si consiglia di far frequentare il corso anche a qualche altro lavoratore così da assicurarsi della continua presenza di personale formato anche in caso di assenza del Responsabile dell’Attività. In merito alla scadenza della eventuale formazione eventualmente già eseguita si rammenta che, da un lato il D.M. 10 marzo 1998, che regolamenta i percorso formativi in materia di antincendio, non prevede un obbligo esplicito di aggiornamento periodico del corso antincendio. D’altra parte il D.lgs. 81/2008, aggiornato al D.lgs. 106/2009, recita: Art.37 9.: “I lavoratori incaricati dell’attività’ di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell’emergenza devono ricevere un’adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico”;

Designazione personale addetto al Primo Soccorso Anche in questo caso il Datore di Lavoro può svolgere tale ruolo dopo aver frequentato un apposito corso con rilascio di attestato. Per analogia con quanto indicato in precedenza si consiglia di fare effettuare tale formazione anche a qualche altro dipendente. Si ricorda inoltre che gli eventuali attestati già acquisiti hanno comunque scadenza triennale con obbligo di aggiornamento.

Le sanzioni per la mancata predisposizione dei Documento di valutazione dei rischi Sanzioni In caso di violazioni dei nuovi obblighi sono previste le seguenti sanzioni: per omessa redazione del DVR - arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da € 2.500 a € 6.400. per incompleta redazione del DVR con omessa indicazione delle misure ritenute opportune al fine di garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza, misure di prevenzione protezione, DPS, procedure sulle misure da adottare e distribuzione dei compiti e delle responsabilità, - ammenda da € 2.000 a € 4.000 per incompleta redazione del DVR con omessa indicazione sulla relazione della valutazione di tutti i rischi, l`individuazione delle mansioni che espongono i lavoratori a rischi specifici o richiedono riconosciuta capacita professionale, specifica esperienza ed adeguata formazione - ammenda da € 1.000 a € 2.000.

Giunta Esecutiva ANESV Direttiva Bolkestein, accordi assicurativi e sviluppo associativo: questi i temi trattati nel corso della riunione della Giunta esecutiva del 5 giugno scorso. In avvio di riunione è stato commentato il parere richiesto ad uno studio legale, sull’applicabilità della direttiva Bolkestein alle modalità di concessione delle aree dello spettacolo viaggiante. Il problema preoccupa fortemente gli esercenti che occupano suolo pubblico, con concessioni temporanee o pluriennali. Si è deliberato di agire su due fronti, richiedendo la collaborazione di parlamentari italiani nel parlamento europeo, ed attraverso l’ANCI, per adottare un’intesa che confermi la tutela dei diritti acquisiti. E’ stata quindi affidata al vicepresidente Mannello la delega per i rapporti con ANCI ed al consigliere delegato Amato l’attivazione dei canali per il coinvolgimento dei parlamentari europei. Nel corso della riunione è stato anche riferito dell’incontro con il Viceministro dell’interno, Sen. Bubbico, nel corso del quale si è trattato il tema della professionalizzazione degli esercenti per l’accesso all’attività e delle competenze delle commissioni di vigilanza sui luoghi di spettacolo. Si è quindi commentata la formalizzazione della costituzione di Parchi permanenti Italiani, quale sezione dell’ANESV, e l’adesione a Federturismo Confindustria. Alcune tematiche che riguardano i rapporti con l’AGIS, i servizi ai soci, come le convenzioni assicurative ed il tesseramento, sono stati oggetto di valutazioni e proposte, per il resto della riunione. www.anesv.it 13


Inquadrare i familiari come collaboratori? È possibile attraverso l’”associazione in partecipazione”. Con la ripresa delle attività, sorge l’esigenza per gli esercenti di contrattualizzare le prestazioni lavorative rese dai familiari o da collaboratori. Tra i nostri Associati sono molti i casi in cui i familiari collaborano saltuariamente nell’attività, e si rende necessario regolarizzare situazioni che - tipiche in una famiglia legata da vincoli solidaristici, il cui sostentamento deriva dall’attività del capo famiglia – necessitano di formalizzazione. C’è infatti il pericolo che queste prestazioni, se non diversamente formalizzate, vengano automaticamente ricondotte al lavoro subordinato, con forti sanzioni e richieste di versare all’Inps quanto omesso. Abbiamo quindi chiesto alla dott.ssa Silvana Toriello (Laprevidenza.it) di riassumere gli aspetti fondamentali del contratto di associazione in partecipazione. L’associazione in partecipazione è il contratto col quale un soggetto, definito associante, attribuisce ad un altro, associato, la partecipazione agli utili dell’impresa o di singoli affari, come corrispettivo nello svolgimento di una prestazione di lavoro (artt. 2549-2554 c.c). Nel caso in cui l’associato si obblighi ad effettuare un’attività di lavoro vi possono essere elementi di affinità con il lavoro subordinato dal quale però l’associazione in 14 Lo spettacolo viaggiante maggio giugno 2013

partecipazione deve essere ben distinta. Tale tipologia contrattuale, infatti, rientra nei cd. rapporti associativi e l’eventuale svolgimento di una prestazione di lavoro è di regola una conseguenza stessa del vincolo associativo. Nel lavoro subordinato, invece, l’attività lavorativa è eseguita in ragione di un contratto di scambio, articolato in due obbligazioni principali o controprestazioni (la prestazione del lavoratore e. la retribuzione del datore). Inoltre, elemento peculiare dell’associazione in partecipazione è il coinvolgimento diretto dell’associato alle fortune dell’impresa: l’associato assume su di sé un rischio economico e il pericolo della non necessaria corrispondenza tra apporto lavorativo e corrispettivo pattuito’, inoltre, esercita un controllo sull’andamento dell’impresa o dell’affare. Tali caratteristiche fanno si, quindi, che vengano a mancare gli elementi indispensabili per l’esistenza di un rapporto di lavoro subordinato (direzione delle attività da altro soggetto ed estraneità all’organizzazione e al profitto derivante dall’attività) e per l’applicazione della relativa disciplina.

si nascondesse in realtà un rapporto di lavoro subordinato. È proprio paventando questo rischio che la riforma Fornero (art. 1, co. 28-31) è intervenuta in materia, nell’intento di reprimere condotte elusive della legge dissimulanti rapporti di lavoro sostanzialmente subordinati, ma privi delle relative garanzie. L’articolo 28 comma 1 della Riforma Fornero introduce all’articolo 2549 del codice civile un ulteriore e finale comma secondo il quale “l’apporto dell’associato consiste anche in una prestazione di lavoro, il numero degli associati impegnati in una medesima attività non può essere superiore a 3, indipendentemente dal numero degli associanti. La limitazione numerica non vale se gli associati sono legati all’associante da rapporto coniugale, di parentela entro il terzo grado o di affinità entro il secondo. In caso di violazione del divieto di cui al presente comma il rapporto con tutti gli associati il cui apporto consiste anche in una prestazione di lavoro si considera di lavoro subordinato a tempo indeterminato.” Questo è sicuramente l’elemento centrale della riforma in tema di associazione in partecipazione. Con la riforma Fornero per la prima volta all’istituto LE NOVITÀ DELLA RIFORMA dell’associazione in partecipazione con Si è spesso verificato che, a fronte di apporto di lavoro è data dignità codiciun formale rapporto di associazione in stica . Ciò avviene in un ambito in cui si partecipazione con apporto di lavoro, tende a limitarne l’utilizzo.


L’ASSOCIAZIONE IN PARTECIPAZIONE CON APPORTO DI LAVORO Il contratto ha carattere bilaterale. Le parti del rapporto sono il soggetto associante e colui che apporta anche, o esclusivamente, lavoro. In relazione alla distinzione fra contratto di associazione in partecipazione con apporto di prestazione lavorativa da parte dell’associato e contratto di lavoro subordinato, la giurisprudenza di Cassazione ha affermato che bisogna accertare se lo schema negoziale pattuito abbia davvero caratterizzato la prestazione lavorativa o se questa si sia svolta con lo schema della subordinazione (cfr., tra le altre, Cass. 24 febbraio 2011, n. 4524). La dottrina riconosceva la possibilità che l’apporto dell’associato potesse consistere, oltre che nel conferimento di beni, anche nella prestazione di un’opera ed in particolare di un’attività lavorativa. Obblighi e costi Obbligo d’iscrizione degli associati che apportano solo lavoro e che non siano iscritti ad un Albo professionale nella gestione separata INPS (Legge n. 335/1995). L’aliquota contributiva rideterminata dalla circolare INPS n. 13/2009 è pari a 25,72% per i soggetti non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie, e 17,00% per i soggetti titolari di pensione o provvisti di altra tutela pensionistica obbligatoria, ripartita

in misura del 45% a carico dell’associato e del 55% a carico dell’associante. Il versamento deve avvenire a cura dell’associante entro il 16 del mese successivo a quello dell’erogazione del compenso. Obbligo di denunciare all’INAIL, attraverso la comunicazione obbligatoria ai Servizi per l’impiego, la posizione lavorativa degli associati che apportano lavoro manuale o sovraintendono al lavoro altrui. Aspetti fiscali: Le erogazioni sono assimilate ai redditi di lavoro autonomo e assoggettate alla ritenuta fiscale del 20%. Gli utili corrisposti, che per il titolare costituiscono un costo d’impresa, non sono soggetti ad IVA se la prestazione è resa da soggetto non professionista. Altri obblighi: • Comunicazione preventiva di assunzione al Centro per l’impiego • Registrazione dell’associato sul Libro unico del lavoro entro il 16 del mese successivo a quello dell’assunzione. • Annotazione sul Libro unico del lavoro dei compensi erogati e delle ritenute fiscali e previdenziali operate.

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Uno schema di CONTRATTO di ASSOCIAZIONE in PARTECIPAZIONE Tra le seguenti parti: Sig. _____________, nato a___________, il_______, residente in_______, C. F. __________________________ (l’associato); Ditta individuale/società_____________________, con sede in ________________, C.F/P.IVA _____________ (l’associante).

f) Al fine di poter verificare il dovuto, l’associante si impegna a fornire all’associato, ogni 3 mesi la rendicontazione contabile circa l’andamento dell’attività oggetto del presente contratto. g) In ogni caso, l’associato ha diritto, a richiesta ed in qualsiasi momento, di prendere visione delle scritture contabili e dei bilanci preventivi e consuntivi relativi al periodo di vigenza del presente contratto. h) L’associante si impegna a versare quanto di sua competenza ai fini contributivi e fiscali, oltre che ad iscrivere l’associato all’Inail, qualora ricorrano i presupposti di cui all’art. 1 del D.P.R. n. 1124/1965 e successive modificazioni. i) L’associato non potrà cedere a terzi il presente contratto a nessun titolo, essendo il rapporto vincolato imprescindibilmente alla fiducia personale e alla professionalità dell’associato stesso. j) Il presente contratto avrà come termine iniziale il _____ e durata indeterminata. Ciascuna parte potrà liberamente recedere dal presente contratto, tramite comunicazione da inviare alla controparte per raccomandata a/r, fatto salvo il rispetto di un preavviso di ____________ giorni. k) Per tutto quanto non previsto nel presente contratto si intendono qui riportate le norme legislative vigenti in materia.

Si conviene e si stipula quanto segue a) La ditta individuale/società____________, che svolge attività di ________________, associa il sig______ alla propria impresa. b) In cambio, l’associato si impegna ad apportare nell’associazione esclusivamente la propria attività lavorativa, consistente nello svolgimento di funzioni di _________, presso __________________ c) L’associato dovrà svolgere la propria attività in autonomia, con il necessario coordinamento con il/gli amministratori della società (o con il sig ___________, titolare della ditta individuale) ed il personale eventualmente alle dipendenze della stessa, nel rispetto dell’organizzazione dell’attività esistente nel luogo di lavoro, la cui determinazione è di esclusiva competenza dell’associante, oltre che attenendosi alle previsioni di cui al presente contratto. d) A fronte del suo apporto di lavoro spetterà all’associato la partecipazione pari al _______% degli utili netti dell’impresa, con Letto, approvato e sottoscritto in ______, il ________ esclusione in caso di perdite. e) I proventi da partecipazione saranno trimestralmente corrisposti L’associante L’associato all’associato, calcolandoli sugli utili del trimestre precedente.

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Un consulente energetico per le forniture di energia elettrica? Ne parliamo con S.E.E. Le imprese italiane hanno costi energetici molto alti. Secondo una ricerca della Commissione Europea, l’Italia è il sesto paese con il prezzo dell’elettricità ai consumatori più elevato, dietro la Danimarca, la Germania, Cipro, il Belgio e la Svezia.

In questo quadro complesso, vengono proposti nuovi servizi alle imprese, da parte dei consulenti energetici. Professionisti che non vendono energia, ma studiano il profilo di consumo del cliente, analizzano il mercato ed individuano le proposte più favorevoli, da presentare all’impresa, che deciderà quale proposta accogliere. La consulenza prevede, tuttavia, anche un monitoraggio dei consumi e degli aspetti contrattuali, per verificare che la fatturazione corrisponda a quanto contrattualizzato. Abbiamo chiesto a Stefano Piacentini di S.E.E. Italia, consulente di alcuni associati, di presentarci i servizi della società:

el settore dell’industria, il prezzo dell’elettricità italiana supera i 22 centesimi al kWh, a fronte di una media europea che supera di poco i 15 centesimi. Nel nostro settore, particolarmente energivoro, piccole e grandi realtà devono fare i conti con il mercato, che ha offerte poco trasparenti. Con la promessa di sconti e prezzi bloccati, i “commerciali” dei vari soggetti che vendono energia elettrica contattano anche le strutture che rappresentiamo, in un contesto nel quale – come avvenuto in Italia in altri settori – la liberalizzazione ha portato pochi benefici al mercato.

1) Perché un imprenditore dovrebbe affidare la negoziazione delle proprie forniture ad un consulente energetico? Puntualizzando che SEE è un consulente che gestisce migliaia di aziende, a seguito della liberalizzazione del mercato energia e gas sul territorio nazionale sono sul mercato oltre 90 ditte fornitrici di energia elettrica e ancora un maggior numero di fornitori di gas metano. Si è creata perciò una giungla di normative tariffarie di prezzi, di opzioni e quant’altro possa costituire una fattura. E’ la stessa Autority per l’energia elettrica che definisce “giungla inestricabile” la

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situazione corrente. Solo con una attenta analisi mensile delle fatture e una capacità di trattare con i fornitori si possono ottenere situazioni ottimali, con vantaggi ben superiori ai costi di un consulente energetico. Inoltre la nostra esperienza ci porta a dire che difficilmente in azienda ci sono figure professionali in grado di essere quotidianamente aggiornate sui temi dell’energia e sugli aspetti contrattuali di questo specifico mercato. 2) Da quanto la società si occupa di consulenze in questo settore? Abbiamo iniziato ad operare nel settore nel lontano 1982 quando ancora il mercato non era liberalizzato ed esistevano solo Enel e Snam quali fornitori. Vivendo in prima persona la liberalizzazione del mercato abbiamo costituito la società nel 2003 avvalendosi di una forza vendita sul territorio nazionale di oltre 10 analisti nonché studi legali specializzati nel settore. Ad oggi perciò la nostra società opera su tutto il territorio nazionale. 3) A quale tipo di imprese vi rivolgete? S.E.E. si rivolge ad imprese sia nell’ambito pubblico che privato con costi annuali superiori a €. 30.000,00 fino ad


arrivare a gestire clienti con costi superiori a € 15.000.000,00 annui. 4) Quanto è il totale di Kw acquistati per il vostro tramite? Ad oggi S.E.E. ha creato e gestisce oltre 4 gruppi di acquisto studiati appositamente per il profilo dei clienti che sommati ci portano a gestire sul mercato oltre 300.000.000 di Kw. 5) Quali servizi offrite, oltre a quello di presentare proposte di fornitura? Una volta definita con i fornitori quale sia l’offerta più vantaggiosa da presentare ai clienti S.E.E. - evidenziando che una fattura di energia elettrica (Bolletta) è composta per il 48% dal costo fornitore e per il 52% dal costo distributore – controlliamo tutti i mesi le fatture, in quanto esiste sempre la possibilità di errori di fatturazione o di letture presunte, conguagli errati da gestire e che richiedono un immediato intervento. Noi ci attiviamo ogni volta che c’è necessità, per garantire il mantenimento della situazione più favorevole per il cliente. Non è semplice fare esempi, riguardo ai vantaggi ottenuti da qualche cliente, perché dovremmo entrare nello specifico, dati che per una questione di privacy non ci è possibile fornire; le decine di lettere di referenze che possiamo mostrare, relative a tutti i settori merceologici, tra le quali il CNR di Pisa, l’Università di Camerino, l’Aeroporto di Firenze. A seguito di un accordo con S.E.E. Italia i Soci con forniture a contatore, che consumino non meno di l’anno – sotto tale limite i benefici per l’impresa sono minimi – possono avvalersi gratuitamente di una prima consulenza, che consiste

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nell’esaminare la fattura più recente e verificare se le condizioni di contratto e le caratteristiche della fornitura siano in linea con il mercato. A fronte di questa analisi, sarà poi possibile decidere se avvalersi dei servizi di S.E.E. Italia. Le imprese interessate possono inviare la copia della fattura per la erogazione di energia all’indirizzo email soci@anesv.it In Italia meno di 1000 grandi imprese utilizzano oltre il 23% dell’energia ma ne pagano il 4,4% Nel nostro Paese il costo dell’energia elettrica è oneroso soprattutto per le piccole e medie imprese, che in Italia pagano 10 volte tanto il dispacciamento e i costi di gestione della rete rispetto alle macro imprese e alle multinazionali. Il gap sul costo dell’energia elettrica non riguarda soltanto il confronto fra pmi italiane e multinazionali, ma mette in luce

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un tasso di spesa che in Italia è superiore del 25% rispetto agli stati dell’Unione Europea. Le aziende francesi riescono a ridurre i costi energetici fino al 100% in meno rispetto alle imprese situate sul nostro territorio nazionale. In questo modo esse hanno possibilità di investire in innovazione e nuove tecnologie, mentre le piccole imprese italiane hanno visto aumentare negli ultimi 3 anni gli oneri impropri dell’energia, che sono passati dal 10% al 23%. Con il termine oneri impropri ci si riferisce alle spese di gestione della rete, che gravano unicamente sulle pmi, mentre le grandi imprese ricevono sgravi fiscali per il consumo. L’Italia è un paese in cui meno di mille grandi imprese, grazie a incentivi e sgravi fiscali, pur utilizzando il 23% dell’energia elettrica consumata dalle aziende, rendono in bolletta solo il 4,4% dei costi di gestione. Il resto grava sulle imprese piccole e medie, che in Italia

sono la maggior parte e su cui l’Italia fonda buona parte del pil e della forza produttiva. I dati sono registrati nel 2013 da una ricerca ufficiale del Ref (Ricerche per Confcommercio) e mettono in evidenza come anche i costi dell’energia elettrica hanno avuto (e continuano ad avere) un ruolo fondamentale nella crisi che colpisce la filiera produttiva italiana, e che non ha nessun riscontro negli altri stati della Comunità Europea, in cui la legislazione commerciale si basa su principi più equi. Traducendo in percentuali il gap fra energia consumata e oneri e tassazione restituite ai fornitori di energia elettrica, le pmi risultano avere spese di gestione sei volte superiori a quelle delle multinazionali. A parità kilowatt/ ora consumati, per esempio 1000, per le piccole imprese gli oneri impropri sono di 12 euro, mentre le imprese più grandi pagano solamente 2 euro per la stessa quantità di energia. (M.C.)



Previsioni meteo errate L’opinione di Luca Mercalli

di Maurizio Crisanti

Meno presenze nei parchi di divertimento a causa delle previsioni meteo? In una stagione difficile, certamente le previsioni errate dei servizi online condizionano negativamente le scelte dei visitatori.

e pensiamo, ad esempio al lunedì di “Pasquetta”, che al Nord è stato migliore di quanto segnalato da siti specializzati, è facile intuire che in tutta la filiera dei servizi al turismo la protesta stia montando. Si è arrivati addirittura a proporre di oscurare intere regioni dai bollettini meteo, come ha dichiarato il Governatore del Veneto Zaia. “Vista l’impossibilità di avere previsioni certe - ha sostenuto - e la non disponibilità degli esperti di dichiarare la percentuale di errore nelle loro previsioni, per il Veneto, secondo me dovremmo arrivare ad un accordo in base al quale nei bollettini meteorologici la regione stessa

sia oscurata». Anche gli albergatori della Riviera romagnola, subito dopo Pasqua, hanno dato mandato ai legali di valutare le possibilità di ottenere ragione delle nu-

Per approfondire Il libro Luca Mercalli è responsabile dell’Osservatorio Meteorologico del Collegio Carlo Alberto di Moncalieri e docente universitario. Autore di numerose pubblicazioni, ha trattato il tema dell’attendibilità delle previsioni nel libro “Filosofia delle nuvole”, (ed. Rizzoli, SBN: 17025966, p. 294, €16,00, acquistabile nelle principali librerie ed anche online, nella versione cartacea e digitale). 22 Lo spettacolo viaggiante maggio giugno 2013

merose disdette di prenotazioni, causate da previsioni errate. Nei parchi di divertimento dell’area padana il danno derivante da errori nelle previsioni, ripetutisi anche nelle festività di aprile e inizio maggio, è valutato come piuttosto significativo, e la pazienza dei gestori è al limite. Meteorologia e servizi al turismo hanno evidenti implicazioni, ed una previsione errata può fortemente condizionare i flussi del pubblico. Del resto l’errore nelle previsioni – a livello statistico – dovrebbe essere equivalente, sia quando si sbagli prevedendo buone condizioni meteorologiche che nel caso opposto. Tuttavia la sensazione degli operatori turistici è che si preveda spesso un’instabilità per ridurre le possibilità di errore. Sono affidabili le previsioni? E quali servizi sono da considerarsi più attendibili? Lo abbiamo chiesto a Luca Mercalli, me-


teorologo e climatologo, noto al pubblico italiano per la partecipazione al programma televisivo Che tempo che fa. - i gestori dei parchi di divertimento si chiedono quanto possano essere ritenute affidabili, alla luce delle attuali conoscenze, le previsioni meteo dei siti online? “Oggi la previsione meteo ha un’affidabilità del 95% sulle prime 24 ore e via via a decrescere fino a circa 5-7 giorni, scadenza oltre la quale in genere le informazioni perdono di significato pratico. Tutti i servizi meteorologici nazionali, regionali o privati diffondono previsioni via web, e come in qualsiasi settore, esistono operatori seri e qualificati e altri improvvisati e meno affidabili.” - Esistono differenze nella qualità delle previsioni dei servizi online?“Certamente sì, ma è come domandarsi se la scienza medica è valida o meno: ogni terapia ha la sua percentuale di successo o insuccesso riconosciuta dalla prassi internazionale, poi esistono medici più o meno competenti e ospedali più o meno efficienti.” - Come controbatterebbe a chi evidenza che una previsione non corretta ha innegabili implicazioni con il mercato dei servizi turistici?“Un conto è una previsione che non si è verificata alla luce delle percentuali standard di successo oggi ottenibili: ricordiamo che per esempio, l’80% di probabilità di successo di una previsione a tre giorni, che è un’ottima performance, significa che in un anno possono esserci 73 previsioni giornaliere non verificate, esattamente come se nel caso di una patologia grave da curare un medico dicesse che esistono 80 casi su 100 di guarigione, ma 20 prognosi infauste, e non per questo il paziente rinuncerebbe alla cura né il medico andrebbe in galera in caso il paziente ricadesse tra i 20 sfortunati...). Altro caso è invece la previsione non corretta per incompetenza dell’operatore che non ha saputo utilizzare al meglio i mezzi tecnici disponibili, ovvero come se il medico avesse dimenticato la pinza nell’addome del paziente... Ciò non ha nulla a che fare con i limiti intrinseci della previsione, ma dipende dall’individuo ed è sotto la sua responsabilità. Ovviamente tutto ciò è perfettamente dimostrabile in un eventuale processo: ogni meteorologo serio emette la previsione basandosi sulle uscite dei modelli di simulazione dell’atmosfera a scala globale e locale: se la previsione non è risultata corretta a causa di una catena logica di conseguenze derivanti dai limiti attuali dei modelli fisici, non vi sono responsabilità individuali, se invece i modelli suggerivano un certo andamento meteorologico e l’operatore o non li ha considerati o ne ha arbitrariamente modificato i contenuti senza valida giustificazione, allora si può invocare una carenza, una trascuratezza eventualmente impugnabile. Ma sono casi sempre più rari, in quanto la qualità degli strumenti oggi disponibili limita di molto l’arbitrio personale.” www.anesv.it 23


Le promozioni selvagge nei Parchi di Divertimento: opportunità o preludio alla disfatta? Una nuova malattia nel settore parchi di divertimento. Promozionite acuta. Se la conosci la eviti, se la conosci non ti uccide (se non la conosci, sei spacciato!)

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di Paolo Viarengo Da qualche anno in Italia c’è uno strano morbo il cui ceppo è stato isolato in un’isola a ovest del Canale della Manica, dove non si mangia granché bene, dove le donne non brillano per avvenenza, piove perennemente, si guida sul lato sinistro della carreggiata e la monarchia resiste insieme a un congenito spirito colonialistico (con tutti i danni che, nei secoli, la cosa ha prodotto e continua a produrre, in tutti i sensi). Nel mondo dei parchi divertimento, il mi-

cidiale batterio ha ormai provocato in Italia un’epidemia apparentemente inarrestabile che risponde al nome di “promozionite acuta” mentre sull’isola in questione la cosa ormai è endemica in tutti i settori, basta fare un giro per le strade di Londra per rendersi conto di come nelle vetrine dei negozi sia tutto un fiorire di scritte “sale”, “rebates” o simili. I sintomi si manifestano inizialmente nella continua ricerca di nuove, strabilianti, mirabolanti modalità di applicare uno sconto ad un prezzo di listino. Detto in inglese, che fa sempre figo, “consumer pro-


motions”, detto in genovese “daghene de nummi”, modo di dire che in sostanza significa enfatizzare cose dal modesto profilo a cui si potrebbe dare una ben più semplice definizione, a portata di popolo. Si presentano poi complicanze, misurabili in modo quantitativo – sottolineo, quantitativo – da cali di admission, di revenue pro-capite, e, alla fine della fiera del fatturato complessivo che addirittura rischiano di condurre all’obitorio (leggi portare i libri in tribunale) le aziende colpite dal malanno. Qui il problema si fa più serio. Nel nostro paese la situazione è già stata sfiorata più volte e siamo tutt’altro che lontani da un lieto fine. Ma torniamo al tema della discussione. Come molti addetti ai lavori sanno (a differenza del consumatore finale), da qualche anno a questa parte molti parchi divertimento italiani hanno introdotto una pratica perversa tipicamente anglosassone consistente nell’applicare ai prezzi di listino, di solito gonfiati oltre misura, consistenti tagli prezzo nel convincimento che ciò avrebbe generato un aumento degli afflussi. I risultati non mi sembra stiano dando ragione ai sostenitori della “strategia”. Vista la situazione non felice del settore e la necessità di meglio comprenderne le motivazioni, andando al di là di un generico “c’è una crisi generalizzata dei consumi” – altrimenti non se ne esce – sottopongo ai lettori la mia personale visione sulla questione facendo però una premessa su un paio di argomenti di marketing, nella fattispecie sul concetto di brand equity e sulla EDLP strategy. Incominciamo dalla brand equity. Un signore di nome Kevin Lane Keller, ha sviluppato il modello della brand equity, cosa tutto sommato banale che ci dice come al fine di costruire un marchio forte sia necessario intervenire sulla percezione dei clienti in modo tale che gli stessi abbiano positivi sentimenti, convinzioni, e opinioni su di esso. Per inciso, badate bene che nel campo del business le cose più geniali han-

no spesso un fondo di banalità, da McDonalds a Facebook. Il problema è sempre quello di farsi venire l’idea per primi… La positiva conseguenza dell’avere una forte brand equity è sostanzialmente il fatto che i clienti acquisteranno più da voi e meno dai concorrenti. Secondo Keller i passaggi per costruire una forte brand equity sono quattro. Fase 1, o fase del “Ma tu, chi sei?” In questa fase, l’obiettivo è quello di creare un marchio che i clienti conoscano, che si distingua e che i clienti riconoscano come tale. Sembrerà banale (ma vi assicuro che non è così) ma in questa fase la cosa fondamentale è quella di conoscere chi sono i consumatori, perché acquistano una determinata categoria di prodotto e quali sono i processi decisionali che portano a scegliere un determinato marchio al posto di un concorrente. L’esercizio dovrebbe portare a definire la famosa USP, Unique Selling Proposition o proposta unica di vendita. Facile a dirsi, difficile a farsi. Fase 2, o fase del ”Che cosa sei”? Senza dilungarci, l’obiettivo è quello di identificare e comunicare che cosa significa il vostro marchio e ciò che rappresenta. Fase 3, o fase del “Che sentimenti ho per te?” I clienti si formano una opinione circa il vostro marchio, secondo quattro principali considerazioni: la qualità; la credibilità (ad esempio capacità di innovare, affidabilità e piacevolezza); la considerazione (quanto è rilevante il vostro prodotto per le specifiche esigenze); la superiorità (quanto il vostro marchio è migliore rispetto ai concorrenti).

dovrebbe concentrarsi su cosa si dovrebbe fare per migliorare questi “sentimenti”. Fase 4, fase della risonanza o fase del “Che rapporto esiste fra noi?” È la fase in cima alla piramide della brand equity in quanto è la più difficile – e desiderabile – da raggiungere. Si ottiene la risonanza quando i vostri clienti provano un profondo legame psicologico con il vostro marchio. Qui vale la pena spendere qualche parola in più e specificare come il modello di Keller suddivida la risonanza in quattro categorie: la lealtà comportamentale (cosa che include e determina acquisti regolari e ripetuti); l’attitudine all’ “attaccamento” (I vostri clienti amano il vostro marchio e lo vedono come un acquisto speciale); il senso di appartenere a una comunità, o community per utilizzare un termine in voga (a proposito, se state ancora leggendo e non vi siete ancora stufati, vi ricordo che stiamo parlando di parchi divertimento e non di bulloni o detersivi, quindi tenete a viva memoria questo aspetto); l’impegno attivo. Qui i clienti sono talmente legati al prodotto da parlarne positivamente e autonomamente con altre persone, difenderlo, seguirlo su social media, ecc; bene. Veniamo ora alla EDLP strategy. EDLP è un acronimo inventato negli USA (a loro piace essere sintetici, sono la patria della semplificazione mentre noi, purtroppo, siamo il paese della burocrazia) che sta per Every Day Low Price.

Ovviamente, la strategia di marketing www.anesv.it 25


L’EDLP è una strategia che promette ai clienti il prezzo più basso possibile – sottolineo la parola “possibile” che sta a indicare il livello di prezzo che soddisfa le aspettative di tutti gli stakeholder, senza particolari privilegi per alcuno ma a beneficio di tutti, mi rendo conto di come la visione possa sembrare un po’ utopistica ma a mio avviso è l’unica che può ottimizzare la catena del valore – senza che vi sia bisogno di coupon, tagli prezzo e altre amenità simili. Questa teoria è stata ed è sostenuta da signori che si chiamano Wal-Mart e Procter & Gamble, vale a dire la Formula Uno della grande distribuzione e il leader mondiale del prodotti di largo consumo. Non è pertanto una fisima di chi scrive. L’EDLP risparmia al trade i costi connessi ai periodici abbattimenti di prezzo (es. stampa e distribuzione di coupon, pubblicità, procedure) senza minimamente incidere sulla fedeltà dei propri clienti, anzi. Oltre a ciò l’EDLP offre molti altri vantaggi, come ad esempio la riduzione della guerra dei prezzi fra competitor e, anche se non è il nostro caso, una contribuzione al contenimento della volatilità delle forniture (produzione, spedizione, approvvigionamenti, ecc).

non ci sono stock da smaltire e la concorrenza è quanto mai qualcosa di aleatorio. Personalmente ritengo che due parchi divertimento a distanza di 500 km l’uno dall’altro siano solo lontanamente in competizione fra loro. Nel settore dei parchi, la concorrenza è tutto ciò che è in grado di soddisfare il bisogno di “riempire” il proprio tempo libero. Paradossalmente anche una passeggiata in campagna o il poltrire la domenica sul divano di casa sono attività in concorrenza con l’offerta di un parco tematico. La scelta di dedicare uno o più giorni del proprio tempo libero per visitare un parco a tema è una scelta che ha un processo di acquisto affatto semplice. Le variabili in gioco sono molte, endogene ed esogene. Incominciamo da quelle esogene, e quindi non controllabili, fra queste la disponibilità di tempo (importante, propria e dei propri famigliari/amici), il meteo, la disponibilità economica, la disponibilità di adeguati mezzi di trasporto, l’offerta dei “concorrenti”, nell’accezione di cui sopra, il proprio stato di salute.

innovazioni, il prezzo del biglietto, l’immagine e la comunicazione. Molti di questi item hanno a che fare con ciò di cui discutevamo prima, vale a dire la brand equity: il “valore” che il “brand” parco assume per un consumatore che deve fare una scelta di acquisto in qualche modo “complessa” per i sacrifici che ciò comporta, sacrifici in termini economici e di tempo da dedicare all’“esperienza”. Capirete pertanto come parlare solo, o quasi, di prezzo nella comunicazione di un parco divertimenti sia alquanto riduttivo e semplicistico oltre che, aspetto molto spesso trascurato, costoso. Qualcuno potrebbe a questo punto pensare come la leva del prezzo sia un “driver” del tutto secondario per la decisone di acquisto. Ovviamente, niente di più sbagliato. Come ogni altro prodotto o servizio in commercio sulla faccia della terra anche il costo di una giornata al parco ha un suo peso, non irrilevante. Il prezzo però deve essere “corretto”, dove per corretto si intende compreso fra un valore minimo e uno massimo, dati che con adeguati strumenti statistici è possibile quantificare. In questo caso si riesce in qualche modo a rendere il marketing una scienza un tantino più esatta di quanto normalmente ed erroneamente ritenuto.

Vi sono poi le varabili endogene, quelle maggiormente controllabili, fra queste, l’offerta del parco (in senso ampio: attraL’opposto dell’EDLP si chiama High-to- zioni, servizi collaterali e altro ancora), le Low Pricing o, per l’appunto, “promozionite”. Le strategie che fanno intenso uso di promozioni utilizzano la pubblicità, in senso generico, per promuovere determinati ribassi di prezzo che hanno l’effetto di far percepire ai clienti di “fare un buon affare” Da tempo i parchi di divertimento sono rappresentati e, auspicalmente, dovrebbero stimolare la nell’ANESV come gruppo a se stante. Diversi sono inrichiesta di un prodotto, spesso a scapito fatti i problemi delle grandi strutture da quelli di altre di un concorrente. tipologie di esercizio. Alla fine di maggio è stata quindi Questo modello ha dimostrato di funzioformalizzata la costituzione della sezione Parchi Permanare in alcuni comparti, come ad esemnenti Italiani, con la sottoscrizione dell’atto costitutivo e pio quello dei grandi magazzini che in questatuto. Una norma transitoria dello statuto ha consensto modo raggiungono l’obiettivo di ridurre tito di individuare i componenti del Consiglio Direttivo che porterà, entro 12 mesi, le giacenze a fine stagione. Si pensi ad alle elezioni degli organi sociali. Ne fanno parte Riccardo Capo (Mirabilandia) Luesempio ai prodotti di moda per compren- ciano De Nardellis (Aqualand del Vasto), Massimiliano Freddi (Minitalia Leolandia), dere l’importanza di siffatta strategia. Qui Marina Murialdo (Le Caravelle) e Luciano Pareschi (Aqualandia). In questo modo stiamo parlando però di parchi divertimen- saranno rappresentate le tipologie di strutture rappresentate dall’Associazione. to e pertanto le cose stanno diversamente,

Parchi Permanenti Italiani Formalizzata la costituzione

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Come nota di approfondimento, è interessante sottolineare come serie ricerche di mercato indichino (ma non meravigliamoci) un valore del prezzo minimo al di sotto del quale è addirittura controproducente posizionarsi. Ciò non nel senso che il posizionamento di prezzo determinerebbe un globale calo di fatturato ma addirittura nel senso che al di sotto di un valore soglia si avrebbe un rifiuto da parte del pubblico ad acquistare il servizio offerto. Poiché mi rendo conto che tale ragionamento potrebbe sembrare strano, offro ai lettori un semplice modo per cercare di comprendere l’apparente paradosso. A tal fine sarebbe sufficiente porre una domanda del tipo “Comprereste una Aston Martin Vantage V12 a 10.000 Euro?”. Datevi l’unica risposta possibile ed ecco che lo strano fenomeno è magicamente spiegato! Se, come qualcuno sostiene, il marketing è una battaglia di percezioni, ciò è ancora più vero con riferimento ad uno, sottolineo uno, degli elementi del marketing mix qual è il prezzo di vendita. Se ci pensiamo bene, il listino di un qualsiasi prodotto o servizio è un elemento fondamentale della sua brand equity. Con la fissazione di un prezzo, infatti, già da subito incominciamo a trasmettere quali sono (o, attenzione, dovrebbero essere) i valori veri dell’offerta. Personalmente ritengo che l’offerta di un parco tematico “di primo piano” sia sostanzialmente assimilabile ad un bene o servizio di largo consumo, con però gli opportuni distinguo. Un parco medio, dove per “medio” si intende una valutazione su ampia scala (per intenderci, uno qualsiasi dei parchi top in Europa, ad esclusione di Disney), ha un target stimabile fra i 10 e i 30 milioni di ospiti. E’ una stima fatta molto ma molto a spanne, ma non importa, non siamo qui in questa sede a fare inutilmente i farmacisti. I numeri pertanto ci svelerebbero, lo capirebbe anche un bambino dell’asilo, che abbiamo a che fare con un prodotto “di massa” che, come tale, dovrebbe avere un prezzo altrettanto “di massa” (il che non vuol dire per forza di cose economico, altrimenti nessuno riuscirebbe a spiegarci perché il Dash costa di più del detersivo dell’hard discount). Se è vero che, data l’ampiezza del target, il costo per accedere al parco dovrebbe essere abbordabile ai più e non potendo ovviamente pensare che i milioni di utenti potenziali possiedano un pozzo di petrolio nel giardino di casa, è altrettanto vero (e qui i “puristi” del settore probabilmente e finalmente tireranno un sospiro di sollievo…) come sia onestamente e ovviamente riduttivo ricondurre e paragonare “tel quel” una giornata al parco all’acquisto di una pizza surgelata. Sono, evidentemente, ben altri i fattori in gioco e, soprattutto, sono ben altre le aspettative del cliente non solo nell’acquistare il servizio di un parco divertimenti ma in primis nel pianificare e programmare tale acquisto. Detto in altri termini, le aspettawww.anesv.it 27


tive del potenziale utente di un parco sono estremamente elevate, ragion per cui è di fondamentale importanza riuscire a garantire e soddisfare al 200% tali attese. E qui ritorniamo alla brand equity, che non si chiama, casualmente, solamente e banalmente “immagine”. Brand equity sostanzialmente è il mondo che gira intorno a un prodotto, in tutte le sue fasi di pre-fruizione, di fruizione e di post-fruizione. Il marketing manager di un qualsiasi parco divertimenti, dalla piscina con scivoli di periferia ai grandi brand globali, dovrebbe innanzitutto preoccuparsi di costruire e monitorare una brand equity che sia in grado di sostenere il posizionamento di prezzo. Posizionamento di prezzo che deve essere per forza di cose quanto più

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possibile “premium” ma adeguato all’of- 1) Il paradosso dell’ignoranza (dello sconto). ferta e al servizio fornito. Il perverso meccanismo “prezzo altoIl fatto di concentrarsi eccessivamente sconto alto”, induce il consumatore a sulla leva del prezzo, cosa diffusa pur- ritenere inaccessibile l’acquisto di un troppo ai nostri giorni, non fa altro che servizio a cui sarebbe fortemente intedistogliere energie da quella che è l’as- ressato, semplicemente e banalmente sicurazione sul futuro delle aziende, vale per il fatto che nella sua – corretta – pera dire, fondamentalmente, la conoscen- cezione il costo di tale servizio è rappreza del proprio target e l’innovazione di sentato dal prezzo di listino, cosa che diprodotto. Credetemi, non sono cose tri- venta una insidiosissima barriera. te e ritrite e banali, sono semplicemente e tristemente cose all’ordine del giorno in A questo proposito, uno degli errori in cui incorrono praticamente sempre gli opemolte realtà del settore. Tornando all’oggetto della discussione e ratori del settore è rappresentato dall’ilalla malattia in questione, i paradossi della lusione del credere come una determipromozionite acuta nel mercato dei parchi nata promozione (sconto) sia nota Urbi et Orbi solamente per il fatto di essere divertimento sono perlomeno sei:


stata pubblicata sul sito aziendale o veicolata tramite qualche decina o centinaia di migliaia di coupon cartacei messi in circolazione. Questa è una pura illusione, un mentire a se stessi. Se fosse così semplice comunicare ad un target allargatissimo non si capirebbe perché imprese come Vodafone o la Fiat spendono centinaia di milioni di Euro per pubblicizzare i propri prodotti. Nella maggior parte dei casi, il consumatore avrà sempre in mente il prezzo “di listino” del biglietto di ingresso, che, ed ecco qui il lato veramente pornografico della questione, è stato artatamente fissato ad un livello alto per consentire di attuare la perversa strategia della promozionite acuta. 2) Il paradosso della magia a buon mercato. Poiché le attese del consumatore nei confronti di una giornata spesa in un parco a tema sono decisamente elevate, ben al di là del puro e semplice “divertirsi” e con un consistente bagaglio di valori emotivi implicati (non mi dilungo su questo aspetto in quanto le sfaccettature sono molteplici e ogni parco ha, o dovrebbe avere, una sua prerogativa), la “strategia dello sconto” dal punto di vista puramente percettivo ha il perverso effetto di incidere negativamente – per di più a priori! – sulla stessa brand equity. La cosa è pericolosissima. Detto in altri termini, molto spesso ci si sforza di veicolare nella comunicazione pubblicitaria valori quali “magia”, “sogno”, “avventura”, “fantasia” o analoghi per poi buttare tutto nella spazzatura comunicando, a latere, che “la magia del parco X ha uno sconto del 30%”. Qualunque comunicatore da strapazzo vi direbbe che le cose sono in contraddizione. Dal punto di vista della comunicazione, consentitemi, la magia non ha lo “sconto” la magia, al limite, “non ha

prezzo”! Certe cose funzionano con la mozzarella o i pelati, non con le aspettative di chi vuole regalare a se stesso e alla propria famiglia una giornata “da sogno”.

Se, come di fatto accade, la promozionite acuta dura incessantemente per tutta la stagione di apertura del parco, allora diventa “cronica”. In questa maniera non sortisce nemmeno l’effetto di riuscire a destagionalizzare gli ingressi (cosa a cui 3) Il paradosso dello sconto infinito. invece si dovrebbe dedicare la massima La promozionite acuta determina ulte- attenzione, al fine di impattare positivamente sui valori di customer satisfaction). Di fatto, tecnicamente, non stiamo più neppure parlando di una promozione: lo sconto applicato in modo continuo è un puro e semplice abbattimento di listino, punto e basta, cosa che potrebbe essere fatta in due secondi senza farsi venire il mal di pancia, senza spendere una lira e senza, altro aspetto importante, creare problemi con il trade nel caso si verifichino (come di fatto sempre avviene nonostante tutte le accortezze) “conflitti di canale”.

riormente un effetto devastante sulla brand equity semplicemente per il fatto che le attese del consumatore in materia di prezzo promozionale di acquisto di un prodotto o servizio non vengono praticamente mai soddisfatte (chi non fosse d’accordo su questa affermazione provi a pensare a quanto tempo ha sprecato navigando su internet alla ricerca del miglior prezzo di un determinato articolo…). Un bisogno non soddisfatto è contro la prima regola basilare del marketing, roba da “prima ragioneria”. Molto meglio dire che il prezzo del biglietto e di X Euro, per tutti (cosa inoltre molto più democratica e meno discriminatoria, non sto scherzando) e qui ritorniamo alla strategia dell’EDLP. 4) Il paradosso della promozionite cronica.

5) Il paradosso dei costi nascosti. La promozionite acuta costringe gli uffici marketing a dedicare ad attività quanto meno discutibili ingenti risorse, fisiche ed economiche, che potrebbero essere invece più efficacemente e proficuamente utilizzate in altre direzioni (banalmente, ma non più di tanto, nella conoscenza del consumatore). Sono questi costi nascosti che, prima o poi vengono tristemente a galla. 6) Il paradosso dei costi palesi. Dato che l’Italia è anche la terra delle complicazioni e del fisco feroce, molto spesso le operazioni promozionali sono assoggettate a tassazioni per cui – e qui rasentiamo, anzi, superiamo la follia! – per applicare uno sconto le aziende sostengono pure costi di natura fiscale. “Rob de matt!”… dicono a Milano.

© Paolo Viarengo – tutti i diritti riservati www.anesv.it 29


LISEBERG, dal parco svedese una campagna di comunicazione che coinvolge anche l’Italia, tra le polemiche “Questa estate, alcuni bambini saranno costretti ad andare in Italia” recita il manifesto, che mostra una bambina in lacrime con tanto di espressione disperata. È la nuova campagna di Liseberg, il parco svedese, che pubblicizza il parco di divertimenti e presenta Italia, ma anche Spagna e Grecia, come destinazioni poco adatte ai bambini. di Maurizio Crisanti La questione ha creato un vero e proprio incidente diplomatico con la Grecia, ed anche in Italia il Ministro Bray, chiamato a gestire un dicastero che riaccomuna le materie del turismo e dello spettacolo, è stato sollecitato ad occuparsi di questa infelice campagna di comunicazione.

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Se nel marketing il “fine giustifica i mezzi” – e lo abbiamo teorizzato noi Italiani – è anche vero che nella comunicazione lo stile e il buon gusto generalmente offrono risultati migliori. Un conto è creare una campagna di marketing innovativa, avvalersi di pubblicità comparativa con i concorrenti, altro è rivolgere un attacco diretto a paesi che, sarà un caso, fanno tutti parte dei PIGS, ovvero delle nazioni europee con maggiori difficoltà a livello economico. Grecia, Spagna ed Italia sono destinazioni turistiche molto apprezzate per il mare, la cultura e l’arte, e nulla hanno da invidiare alla Svezia. Ma è proprio così? La questione sembra acquistare nuove sfaccettature: ne abbiamo quindi parlato con Andreas Andersen, presidente e CEO di Liseberg e attivo consigliere di IAAPA Europe, dove lo abbiamo conosciuto. Ci ha detto: “Sono ovviamente dispiaciuto per questa situazione, ma la campagna è stata gravemente travisata dai media italiani. L’idea della campagna è confrontare Liseberg – con uno stile divertente - con destinazioni che sono più apprezzate, e di livello più elevato nei gusti degli svedesi. Se mi chiedi: Quale bambino svedese avrebbe pianto perché avrebbe preferito andare a Liseberg piuttosto che in vacanza in Italia? Rispondo: Nessuno, ne sono certo. Ti faccio un esempio che riguarda le automobili: È come se noi (Liseberg) vendessimo, ad esempio, una Toyota. Decidiamo di promuoverla attraverso l’immagine di un uomo che piange, con il testo: ‘Alcuni uomini sono costretti a guidare una Mercedes Benz’. Fondamentalmente questo è il messaggio della campagna. E in fondo, è così che la campagna è stata interpretata dal visitatore svedese. Abbiamo utilizzato una sorta di paradosso. La campagna è un omaggio alle destinazioni turistiche più popolari per gli Svedesi - Italia, Spagna e Grecia - e il Turismo Ufficio Italiano in Svezia ci ha contattato quando la campagna è iniziata, ci ha ringraziato per questo ed ha proposto iniziative di co-marketing. In altre parole, il messaggio è arrivato. È molto spiacevole che i media italiano abbiano commentato la campagna del tutto fuori contesto e l’abbiano interpretata come qualcosa che è non è, ma allo stesso tempo, riconosco che attualmente l’umorismo può essere una cosa complicata in una realtà mediatica globalizzata. Mi dispiace


che i tuoi associati non abbiano apprezzato, ma posso assicurare che l’intenzione della campagna era positiva, e non una stroncatura per l’Italia, la Grecia o la Spagna.” In sostanza, c’è da riflettere sul fatto che sia quasi impossibile creare una campagna con un claim che sia compreso allo stesso modo in tutto il mondo, ed è ancora più difficile, almeno nel nostro Paese, trovare giornalisti che sappiano presentare le notizie dopo aver effettuato i dovuti raffronti, analizzando la posizione di tutte le parti in causa.

Liseberg È un parco divertimenti situato a Göteborg, in Svezia, aperto nel 1923. Liseberg è uno dei parchi divertimento più visitati in Scandinavia, attirando circa 3 milioni di visitatori ogni anno e 40 attrazioni. Tra le attrazioni un wooden coaster , votato da una giuria internazionale nel 2003 e 2005 come il migliore del mondo e la torre a caduta libera che, con i suoi 116 metri, è la più alta d’Europa. Il parco occupa un’ area di oltre 35.000 mq ed è visitato annualmente da oltre tre milioni di persone. La proprietà del parco è pubblica, con una forte partecipazione del comune di Göteborg. La fruizione del parco prevede un biglietto d’ingresso, di circa €10, ed il pagamento delle singole attrazioni, anche attraverso alcune forme di forfetizzazione.

Felicità in Svezia?

I gestori dei parchi di divertimento italiani non hanno apprezzato questa campagna, e da più parti è stato evocato il tasso di suicidi per ricordare che, in materia di felicità, dalle parti di Göteborg non ci sia molto da insegnare. Ebbene la Svezia non è la nazione in Europa con il più alto tasso di suicidi, solo una delle nazioni che per prima ha introdotto un sistema di rilevazione analitico. Per dare alcune indicazioni, tratte dal sito della World Healt Organization (dati 2008), il tasso di suicidi in Europa, ogni 100000 abitanti vede il triste primato della Lituania, con 38.6 suicidi, segue la Svizzera con 17.5, la Francia con 17.6, l’Austria 15.6, la Svezia con 13.2, la Germania con 13.0; Portogallo con 11.0 e l’Italia 7.1. www.anesv.it 31


di Francesco Fabris

Parchi di divertimento e cattiva informazione Due servizi mandati in onda da Studio Aperto e TG5 hanno lasciato interdetti appassionati ed operatori del settore per le informazioni trasmesse per il pubblico televisivo generalista. uesto il fatto da cui partiamo: lo scorso venerdì, durante una presentazione alla stampa e ad alcuni VIP, il nuovo rollercoaster “The Smiler” di Alton Towers, fresco della registrazione nel Guinnes dei primati per le sue 14 inversioni, si blocca su una lift (sezione di salita con trasporto a catena) per un problema tecnico. Un pò di visibile dispiacere per le persone intervenute, 15/20 minuti di attesa per risolvere la questione con conseguente evacuazione degli ospiti tramite l’apposita scala di servizio posta a fianco della lift, ma soprattutto l’amarezza per non aver potuto provare questa interessante novità che il parco inglese ha voluto proporre in questa stagione. Chiunque legga periodicamente queste pagine e quindi abbia un minimo di confidenza con il settore, non verrà di certo sconvolto da questa notizia ed anzi, consapevole che nelle nuove attrazioni qualche problema tecnico è prevedibile, sa perfettamente che ciò non è in alcun modo sinonimo di scarsa sicurezza ma semmai l’esatto opposto, visto che gli impianti sono tarati per essere oltre modo conservativi e quindi reagire a qualsiasi – dal più piccolo al più grande 32 Lo spettacolo viaggiante maggio giugno 2013

– sintomo, in maniera da prevenire ogni possibile conseguenza. A quanto pare la notizia ha avuto però una eco inaspettata nelle due testate giornalistiche televisive Mediaset di Studio Aperto e TG5, che nella giornata di sabato 18 maggio, rispettivamente nelle edizioni delle 18.30 del primo e delle 20 per il secondo, hanno proposto un servizio a riguardo. Ed è a questo punto che inizia a delinearsi il motivo del titolo di questo articolo: l’informazione riportata dalle due testate è stata trattata in maniera quantomeno superficiale arrivando addirittura, soprattutto nel caso del TG5, ad introdurre informazioni errate e fin troppo allarmistiche. Limitandoci ad analizzare il caso TG5, forse maggiormente eclatante anche perché andato in onda in una fascia di altissima share televisiva, l’apertura del servizio evidenzia già un grande equivoco: le immagini utilizzate durante tutto il tempo infatti si riferiscono ad un’attrazione e ad un parco, l’italianissimo e di recente inaugurazione Etnaland Themepark, che nulla ha da spartire con Alton Towers nel Regno Unito, se non il fatto che sono entrambi parchi di diverti-

mento. Dopo i primi 15 secondi di immagini ecco già la prima citazione errata: “il trenino appeso a 60 metri di altezza in una delle 14 gobbe del percorso“. Sul dove sia rimasto fermo il convoglio già si è detto nell’introduzione ma la cosa che più stona è il fatto che la massima altezza di questa nuova attrazione sia di poco più di 20 metri. Proseguendo ascoltiamo un crescendo di catastrofismo: “spalle bloccate agli schienali attraverso delle cinture di sicurezza in acciaio” e ancora “abbiamo visto la morte in faccia“, “interminabili momenti d’attesa“, “una squadra di tecnici specializzati è riuscita a liberare i giornalisti“, “mai una presentazione alla stampa poteva rivelarsi più infausta e sfortunata” per chiosare con un eloquente “altro che Smile, questo è il nome del parco divertimenti, ieri sulle montagne russe più grandi del mondo c’è stato davvero poco da sorridere“. Sorvolando sulla sequenza di errori che potremmo definire “tecnici” come la citazione errata del nome e del fatto che dovrebbero – e naturalmente non è vero – trattarsi delle montagne russe più grandi del mondo, la cosa più lampante è l’accanimento catastrofico e psicologi-


co insistito durante tutto il servizio, per una questione non solo estremamente poco significativa, ma che non rappresenta in alcun modo segnali di scarsa attenzione e sicurezza per questo genere di attrazioni. Dopo la messa in onda si è scatenato sui social network un tam-tam tra appassionati di parchi, nonché fra i visitatori dello stesso Etnaland che hanno riconosciuto l’errata sovrapposizione di immagini, per manifestare la propria contrarietà nelle informazioni divulgate dai due servizi. Se molti hanno quindi manifestato soprattutto al parco il proprio disappunto, come Lucia, che riferisce “Da buona osservatrice e vostra cliente mi sono indignata dell’accaduto perché stavano discreditando la Vostra struttura dando un immagine negativa di tutto quello che si trova al Sud” altri, evidentemente non a conoscenza dell’esatto svolgimento dei fatti, hanno anche chiesto “Mi potete spiegare che è successo nel themepark? Dicono che c’è stato un incidente“. È proprio quest’ultima richiesta a met-

tere in luce un problema ben più complesso e articolato e che lo stesso Etnaland - ma siamo consapevoli che la questione è condivisa da tutto il settore - vuole portare alla luce: il progressivo catastrofismo e sensazionalismo con cui le testate giornalistiche trattano notizie trascurabili in casi al limite del terrorismo psicologico, si trasformano in un sempre più difficile e oneroso lavoro di contro-informazione che i parchi devono fare per rassicurare i propri potenziali visitatori, che non sono ovviamente dei tecnici, su questioni non sussistenti ma soprattutto prive di fondamenta. Tutto ciò si traduce in un dispendio di risorse totalmente ingiustificato e che potrebbe altresì essere impiegato per promuovere al meglio un settore che fa dello svago e del divertimento i suoi capisaldi, oltre ad essere un’importante leva del turismo. Il problema non riguarda solo il giornalismo in generale ma sicuramente anche i social network che, allargando ad una grande utenza la possibilità di esprimere i propri pensieri in

assoluta libertà, ha inevitabilmente trasformato e plasmato il modo di comunicare delle aziende (non solo parchi) che devono tenere conto di queste rinnovate opportunità. Il rammarico nel sentire questi servizi, oltre al fatto di toccare un settore che da lavoro a moltissime persone e soprattutto richiede investimenti onerosi spesso “sopportati” da famiglie dall’infinita passione e devozione, è che insinuano una scarsa credibilità anche per tutte quelle altre situazioni in cui i fatti, perchè non attinenti alle nostre dirette competenze, non sono facilmente verificabili. Per dovere di cronaca il servizio mandato invece in onda su Studio Aperto, pur con i medesimi commenti, ha quantomeno impiegato immagini corrette. Inoltre la Direzione di Etnaland Themepark ha fatto segnalazione al TG5, che ha chiarito l’errore con una breve nota nell’edizione del TG delle 13 del giorno dopo, mentre Striscia La Notizia ha dedicato una citazione nella rubrica “Segnalati da voi” del 20 maggio scorso.

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a cura di Roberto Canovi*

“Per qualche visualizzazione in più”… Quando gli imbecilli

imperversano su YouTube!

Basta un titolo fuorviante - se clamoroso - per generare tante visualizzazioni su YouTube. Anche speculando vigliaccamente su falsi incidenti sulle attrazioni dei parchi di divertimento.

overosa e onesta è una premessa: gli incidenti su attrazioni, principalmente nei Luna Park, ma a volte anche all’interno di importanti parchi tematici, sono accaduti in passato e non è possibile avere la certezza assoluta che non possano accadere in futuro. Questo nonostante l’adozione, anno dopo anno, di sempre più sofisticati accorgimenti tecnici e linee comportamentali volte a scongiurare ogni possibile tipo di problema inerente la sicurezza dei passeggeri. L’attenzione che viene posta sul fronte della sicurezza, oltre che indotta da una unanimemente condivisa logica di tutela della salute dell’individuo, è poi ulteriormente rafforzata dalla consapevolezza che a una eventuale tragedia umana si sommi anche una tragedia di tipo mediatico. Specialmente di questi tempi, in cui internet si è dimostrato ancora più veloce, capillare e influente dei classici mass-media. Con l’avvento di YouTube, poi, dove chiunque – anche il più imbecille – può diffondere in video contenuti e notizie che potenzialmente possono raggiungere miliardi di persone in tutto il mondo, si comprende perfettamente quanto il mezzo possa risultare pericoloso se non gestito con correttezza e intelligenza. 36 Lo spettacolo viaggiante maggio giugno 2013

Partiamo dunque dal fatto: più o meno dal 14 maggio – è sempre difficile stabilire chi per primo abbia inserito il video originale – sono presenti su YouTube diversi Video tutti uguali – scaricati e ricaricati sul proprio canale personale da altri utenti – inerenti un fantomatico incidente mortale occorso su una giostra operativa presso una fiera itinerante in Uzbekistan. In realtà, come vedremo, forse si tratta del Tajikistan, ma la cosa è ovviamente ininfluente. Ora facciamo però un passo indietro; per quale motivo un utente scarica un filmato e lo ricarica sul proprio canale? Semplicemente per-

chè questi “imbecilli del web” non considerano affatto YouTube uno strumento atto alla creazione di contenuti nuovi e utili messi a disposizione del pubblico, ma come una gara tra canali nella ricerca del massimo numero di visualizzazioni. A prescindere dal contenuto e, come vedremo, dalla corrispondenza del titolo con il contenuto stesso. La conseguenza è logica: quanto più il titolo del filmato è clamoroso, più il video viene visionato – fosse anche solo per pochi secondi – dalla massa. Il titolo clamoroso però, in quanto tale, sottintenderebbe di conseguenza la pre-


senza di un contenuto eccezionale all’interno del video. Che in quanto eccezionale, risulta – almeno in un mondo di persone oneste intellettualmente – assai raro da trovarsi. E infatti… Poi, come nell’incredibile caso dell’emittente internazionale NTN24, vi sono anche professionisti – supposti – dell’informazione che incappano in topiche allucinanti. Anche loro hanno riportato il video in questione, sia in TV che su YouTube, accompagnato da un commento grottesco se associato ad immagini che chiunque è in grado di comprendere. Ci si chiede a cosa stessero pensando gli autori del servizio durante la sua costruzione. E veniamo dunque al video in oggetto. O meglio, al video e ai suoi numerosissimi cloni rapidamente comparsi su YouTube. Alcuni titoli: Shocking Amusement Ride Accident! Guy Falls Out (Uzbekistan) Impresionante accidente en parque de atracciones de Uzbekistán – Un hombre que disfrutaba de un juego mecánico terminó cayendo al suelo a varios metros de altura. Su asiento se dañó y sufrió varias heridas de gravedad por la caída, pero permanece estable Shocking Amusement Park Ride Frisbee Accident ecc. Osservando il video si nota chiaramente come sia una semplice giacca quella che cade dall’alto durante una evoluzione della giostra modello Jupiter – una sorta di mix tra i più noti al pubblico Evolution e Boomerang – di fabbricazione Fabbri

Group, e non certamente un uomo. Ulteriore conferma ci giunge direttamente da Enrico Fabbri, titolare dell’azienda costruttrice: “A seguito della segnalazione dell’esistenza di questo video, abbiamo individuato il proprietario dell’attrazione in questione (in Tajikistan) il quale ci ha confermato che questo video non rappresenta un incidente a persone, ma che si tratta proprio di un indumento caduto”. Ancora una volta, dunque, l’imbecillità di qualcuno, indipendentemente dal fine perseguito, produce un’informazione distorta che ha come conseguenza la creazione di un allarme nel pubblico e un danno di immagine per un’azienda. Attenti dunque a non farvi mai scivolare dalle mani un tappeto o un lenzuolo mentre lo state scuotendo dalla finestra del vostro appartamento al quarto piano… Se nei paraggi c’è un idiota col telefonino, state pur sicuri che il giorno dopo sarete i protagonisti di un video che potrebbe recare i seguenti titoli: Incredibile Tragedia! Fantasma depresso si getta dal quarto piano di un palazzo! Terrore nei cieli: si schianta a terra il mezzo di trasporto del Genio della Lampada! Amante scoperto dal marito si getta dal quarto piano ancora avvolto nel lenzuolo mentre la moglie è tutta nuda alla finestra! E allora, “Sorridi… sei su YouTube!”. (*) Parksmania.it - Amusement Project.

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Glamoo. L’accordo associativo sta dando risultati Nello scorso numero avevamo dato notizia dell’accordo con Glamoo, il sito di social deal, che consente di promuove offerte in aree geografiche individuate dal cliente.

’Associazione ha una posizione chiara su queste modalità di vendita e marketing: certamente sconti eccezionali possono incidere negativamente sul posizionamento del marchio e sulla percezione del valore dei servizi offerti, tuttavia l’utilizzo di social couponing consente di ottenere visibilità su milioni di caselle email o pagine di social network, e di avvalersi della profilazione di coloro che hanno acquistato servizi. Anche i dati personali degli acquirenti hanno un valore economico che va considerato sul budget della campagna attraverso il sito. Sono

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quasi 200 gli associati che hanno accolto al proposta di promuovere la propria attività sul sito di Seat Pagine Gialle che ha avviato una importante campagna di comunicazione sulle reti televisive e sul web nel mese di maggio, una delle quali con immagini di un noto parco di divertimento italiano. Le condizioni economiche dell’accordo ANESV sono in ogni caso più vantaggiose di quelle negoziate da imprese non associate, o da quelle offerte dai siti concorrenti. Al termie della stagione si trarrà il bilancio dell’iniziativa.



La prof.ssa Lorenza Resta, docente di matematica e fisica del Liceo “Torricelli” di Faenza, e il prof. Giovanni Pezzi, collaboratore del Parco di Mirabilandia, si sono aggiudicati un premio al meeting europeo Science on Stage. Il meeting si è svolto a Slubice, in Polonia, dal 25 al 28 Aprile e vi hanno partecipato circa 350 insegnanti di biologia, chimica, fisica e matematica (di scuola secondaria e di scuola primaria), provenienti da 27 nazioni europee. Questo festival della Scienza riunisce ogni due anni insegnanti selezionati da tutta l’Europa per condividere le migliori pratiche nell’insegnamento delle scienze e collaborare a varie iniziative. L’Italia era presente con dodici progetti e si è aggiudicata ben due dei cinque premi in palio. Il progetto ”Matebilandia, laboratorio di matematica e modellizzazione in un parco di divertimento”, presentato in Polonia dai professori Lorenza Resta e Giovanni Pezzi ha vinto il primo premio della categoria “Ambienti di apprendimento”. Il progetto “Matebilandia”, al cui sviluppo hanno collaborato anche i professori Sandra Gaudenzi, Stefano Alberghi, Lucia Paglialonga e Alessandro Foschi, è da alcuni anni inserito nell’offerta educativa del Parco di Mirabilandia e grazie ad esso migliaia di studenti da tutte le scuole d’Italia hanno avuto la possibilità di vivere un’esperienza indimenticabile, coniugando il divertimento con un modo nuovo di vedere la matematica, appresa non sui banchi di scuola, ma in mezzo alle attrazioni del parco. I ragazzi “toccano” con mano la matematica, anche servendosi di “macchine matematiche” appositamente costruite, grazie alle competenze maturate da un gruppo di docenti in questo modo di insegnamento. 40 Lo spettacolo viaggiante maggio giugno 2013

Il progetto Matebilandia vince un importante premio europeo

Premiazione di Giovanni Pezzi e Lorenza Resta; Foto per cortesia di Klaus Strienz, Germany

Premiazione di Giovanni Pezzi e Lorenza Resta, con targa per il Best Project. Foto ufficiale: “© Science on Stage”

Lorenza Resta presenta alcune macchine matematiche del progetto Matebilandia insieme ad un giornalista della BBC durante una presentazione plenaria.


Gli smartphone sono sempre più diffusi fra i giovani, ma non tutti coloro che li usano per telefonare, inviare messaggi, scattare foto, stare in contatto attraverso i social network, ne conoscono le potenzialità e molti ignorano di avere in tasca un personal instrument più potente di tanti strumenti dei laboratori scientifici delle loro scuole. di Giovanni Pezzi*

Smartphone, didattica e parchi di divertimento possono far compagnia mentre saliamo su un roller coaster, registrando tutti i dati di accelerazione e ottenendo alla fine un grafico delle accelerazioni a cui siamo stati sottoposti durante il giro (fig. 2). Se il display dello smartphone è troppo piccolo per fare un’analisi accurata dei dati, nessun problema: i dati raccolti si inviano per email al PC di casa dove si possono analizzare con comodo su display più ampi e con programmi più potenti. Molte app servono a misurare distanze, magari facendo uso del GPS, o altezze, con metodi di triangolazione. Perché non servirsene anche per determinare l’altezza di un’attrazione, magari mettendo a confronto strumenti tradizionali e smartphone? Tutto questo è stato sperimentato a Mirabilandia nel corso delle giornate della Fisica che si sono svolte il 18 e 19 maggio nel parco. Tra le numerose attività didattiche, realizzate in collaborazione con l’A.I.F. (Associazione per l’insegnamento della Fisica) e la Palestra della Scienza del Comune di Faenza, era previsto anche il laboratorio “Con gli smartphone sulle attrazioni di Mirabilandia”. Vi hanno partecipato circa duecento studenti, che, dopo una breve presentazione (fig. 3) , divisi in gruppi e guidati da tutor, si sono cimentati, con i loro smartphone, nella misura dell’altezza delle Torri Discovery e Columbia (fig. 4) e delle accelerazioni a bordo. Al termine era stato richiesto di compilare una scheda di lavoro sull’attività svolta (fig.5). Per molti studenti è stata una vera scoperta delle potenzialità, fino a quel momento ignorate, dei loro smartphone, quotidianamente usati per altri scopi.

Figura 1

Figura 2

Figura 3

nche i modelli più economici di smartphone sono oggi dotati di numerosi sensori, integrati in minuscoli chip: accelerometri, giroscopi, GPS, sensori di luce, suono, campo magnetico, pressione, prossimità… Alcuni di questi sono inseriti per semplici “ragioni di servizio”, come gli accelerometri e i giroscopi per ruotare automaFigura 4 ticamente le immagini sul display, ma, sotto il controllo di opportune app (le applicazioni che si scaricano sui cellulari dagli appositi siti), possono essere usati per altri scopi, nel nostro caso didattici. Gli smartphone sono piccoli e, chiusi saldamente in una tasca o fissati al corpo (*) già docente di Fisica, collaboratore del parcon un opportuno bracciale (fig. 1), ci co di Mirabilandia Figura 5 www.anesv.it 41


Un nuovo logo per Parchi Avventura Italiani Maggiore evidenza per la nostra attività. Con questo obiettivo il Direttivo ha ritenuto di elaborare un nuovo logo per l’associazione.

declinato però in una tonalità inusuale, ed il rosso, colore che richiama l’azione. Due i formati, il primo per utilizzo a piccole dimensioni, che presenta la scritta più grande e leggibile, e l’altro, con volumi più bilanciati, per utilizzi in dimensioni maggiori e sul web. Un bel regalo, quello che Sara ha fatto all’Associazione. Gli associati che vogliano avvalersene per la propria comunicazione, possono inviare una richiesta, con la modulistica presente nell’area riservata del sito.

cependo il nuovo marchio. Altre modifiche lo hanno caratterizzato: negli ultimi mesi è stata inserita un’area riservata ai soci, accessibile con credenziali, nella quale sono stati inseriti il calendario dei corsi di formazione e la modulistica per l’utilizzo del marchi associativo, sia nella comunicazione che sui materiali dei corsi di formazione. Con l’occasione il sito è stato ottimizzato per la consultazione con tablet e cellulari, sempre più frequente. Infine è stata inserita una lista delle principali strutture italiane, nella quale quelle aderenti sono evidenziate, e la denominazione ha il link ai siti internet Novità anche per il sito Il sito associativo è stato aggiornato re- di riferimento. (M.C.)

Quando il divertimento è una miscela di sensazioni. Un gonfiabile diventa zip-line al lavoro di Sara De Sanctis, grafica professionista ma impegnata anche in un parco avventura, è nato il nuovo logo, o più esattamente il marchio di Parchi Avventura Italiani. Il precedente, nato grazie ad un contest realizzato da un associato in un noto istituto per la grafica pubblicitaria, non si era mostrato facilmente replicabile su gadget, cartelli e materiale promozionale. Il nuovo marchio rappresenta una piattaforma – elemento essenziale nei percorsi acrobatici – ed un attrezzo in legno, i cui componenti realizzano l’acronimo PAI. Riguardo ai colori, non poteva non esserci il verde, 42 Lo spettacolo viaggiante maggio giugno 2013

Una zip line o un gioco gonfiabile? Entrambi! In un gonfiabile lungo 20 metri ed alto 8, sono state inserite due teleferiche, al centro delle quali è stato realizzato uno spazio protetto per salire sulla piattaforma di partenza. Un unico ingresso consente di regolare facilmente gli accessi. Nella seconda immagine, una teleferica meno elaborata, con trapezio, e ad una corsia. Sugli aspetti di sicurezza non ci pronunciamo, non avendo documentazione adeguata, tuttavia l’idea è veramente accattivante, perché consente di installare rapidamente una vera zip line nei contesti più vari.



Gestire i percorsi con Rfid Lanciarsi o camminare da un albero all’altro sospesi tra le cime (con l’ausilio di apposite imbragature) è un’immersione nella natura dove può battere …un cuore high-tech. le attività di assegnazione e riconsegna dei caschi ai clienti ma anche per gestire al meglio gli accessi semplificando la contabilizzazione dei pagamenti. La tracciabilità dei percorsi, messa a sistema, consente ai responsabili di capire meglio come gestire i momenti di picco, distribuendo il personale su un’operatività più adeguata: ad esempio un’attività di formazione sull’uso delle strutture o di banale sorveglianza sull’imbragatura e il controllo del posizionamento del caL’Rfid nei parchi avventura risulta indi- sco corretto. L’Rfid nei parchi avventura spensabile per semplificare e snellire si traduce anche in una migliore offerta ’Rfid nei parchi avventura, infatti, porta all’entertaiment maggior sicurezza ma anche migliori servizi. Il tag, integrato nei caschi di protezione, assicura il monitoraggio degli accessi, tracciando i vari passaggi degli escursionisti, consentendo di offrire un grosso valore aggiunto. Infatti in Italia si affidano all’Rfid molte realtà come il Larix Park di Livigno, Le Ragnatele di Alghero o il Civetta Adventure di Belluno.

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dell’indotto di marketing: ad esempio l’associazione delle foto scattate in automatico agli avventurieri mentre sono in azione con i loro caschi taggati oppure il monitoraggio delle attività che segnalano abitudini, esigenze e preferenze dei clienti, per definire strategie di customer experience più avanzate. Livigno, Alghero, Belluno e un’altra decine di parchi avventura usano l’Rfid firmato Btg Tecnologie, provider tecnologico che ha messo a punto una soluzione dedicata: Jungle Track. Come funziona? Per analogia potremmo dire come un telepass. In ogni casco, infatti, viene applicato un tag Rfid Uhf. All’inizio di ogni percorso sull’albero è installata un’antenna Rfid con una distanza di rilevazione di oltre quattro metri e sempre attiva, che garantisce l’ottimizzazione della lettura del tag anche in caso di letture multiple (grazie a un apposito sistema anti-collisione che risolve la copresenza dei chip). In pratica, grazie a una regolazione calibrata delle antenne, il sistema evita la lettura dei tag relativi ai clienti che non sono ancora saliti sul percorso. Il sitema di identificazione è collegato a un software gestionale che permette alla cassa di contabilizzare i vari percorsi secondo una modalità a tempo oppure a singolo percorso in modo da lasciare al gestore del parco la libertà di erogare il servizio in una formula pay per use più adeguata al cliente. L’Rfid nei parchi avventura risolve così la gestione attraverso un meccanismo di automazione puntuale e assolutamente preciso: il cliente, debitamente equipaggiato, transita sotto l’antenna che rileva il chip Rfid contenuto nel casco di prote-

zione. A fine corsa, il lettore da banco presente in cassa legge a sua volta il tag dell’escursionista e in questo modo, al momento del pagamento, è possibile associare a ogni casco il relativo numero di corse effettuate. Grazie alla lettura dei tag Rfid presenti sui caschi, il pagamento può essere tranquillamente effettuato alla fine del divertimento, in base all’effettivo numero di percorsi fatti (o al tempo di utilizzo dell’attrezzatura): ciò significa che non è necessario

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tura è la tracciabilità delle presenze all’interno dell aree, in modo da poter monitorare con grande attenzione se qualche escursionista non procede nel suo itinerario oppure si è perso. Senza contare il vantaggio di una trasparenza nel servizio riguardo alla responsabilità delle parti in cado di incidenti e contestazioni: l’associazione univoca tra casco assegnato e liberatoria funge da certificazione ulteriore, attraverso una reportistica dettagliata in merito all’ottemperanza delle normative e del rispetto del protocolli di sicurezza.

decidere prima quante corse fare, per dover magari ripassare alla cassa se si decide di prolungare il gioco. Risultato? Non più lunghe code alla cassa e maggior tempo per divertirsi. Esiste inoltre la possibilità di estendere l’uso del chip ad altre applicazioni legate alla sicurezza del percorso, per favorire l’accesso alle persone fisicamente o sensorialmente svantaggiate (come segnalazioni sonore durante il loro passaggio o display dedicati per dare istruzioni…). Un altro plus dell’Rfid nei parchi avven-

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I vantaggi dati dall’utilizzo dell’Rfid nei parchi avventura sono evidenti ma la possibilità di mettere a sistema anche le attività di controllo e di manutenzione delle attrezzature è un grosso vantaggio per tutti. Ad esempio, un ulteriore sistema di controllo presso la zona briefing, dove vengono date agli utenti le indicazioni su come divertirsi al meglio e in totale sicurezza. Prima di iniziare il gioco vero e proprio (e in questo caso il tempo viene conteggiato a partire dalla fine del briefing, quindi nessuna spesa extra: il cliente paga solamente il tempo di utilizzo effettivo dell’attrezzatura!), infatti, è possibile aggiungere una timbratura elettronica che va ad aggiungersi alla liberatoria cartacea firmata dal cliente in cassa. Entertaiment e tracciabilità Rfid a prova di errore. (fonte: www.rfiditalia.com)


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I parchi acquatici e la normativa: è necessaria la distinzione dalle piscine pubbliche Quando nel 2003 fu pubblicato l’Accordo StatoRegione relativo agli aspetti igienico-sanitari per la costruzione, la manutenzione e la vigilanza delle piscine a uso natatorio, nella classificazione fu introdotta la particolare categoria dei parchi acquatici, denominata A3: impianti finalizzati al gioco acquatico. Di Rossana Prola – Professioneacqua.it Nella classificazione della tipologia di vasche venne inoltre introdotta la tipologia f: vasche ricreative attrezzate, caratterizzate dalla prevalenza di attrezzature accessorie, quali acquascivoli, sistemi di formazione delle onde, fondi mobili, ecc. . Il fatto che tali impianti siano stati distinti dalle piscine pubbliche è sicuramente positivo, poiché le caratteristiche dei parchi acquatici sono decisamente di48 Lo spettacolo viaggiante maggio giugno 2013

verse da quelle delle tradizionali piscine utilizzate sia a fini agonistico-didattici che a scopi di tipo ludico. Basti pensare alla presenza di attrezzature spesso complesse e al differente numero e comportamento dei bagnanti. I parchi acquatici vengono vissuti dai frequentatori come un momento ludico di vacanza e di svago, non come ambiente nel quale praticare sport. Per essere in grado di attrarre clienti le ambientazioni e le attra-

zioni di questi luoghi devono necessariamente essere originali, innovativi, diversi dal solito. Di conseguenza, difficilmente catalogabil sulla base di aspetti quali le dimensioni degli specchi d’acqua o del numero dei frequentatori. Ben venga quindi una classificazione e sé che preveda norma specifiche. A parte la classificazione, però, nell’Accordo non è presente nessuna altra distinzione dalle piscine pubbliche tradizionali. Nella Disciplina Interregionale delle piscine, pubblicata nel 2004, documento redatto al fine di indicare linee guida per le Regioni che avrebbero dovuto pubblicare le proprie norme, viene data l’indicazione di inserire nelle norme degli allegati tecnici divisi per tipologia, indicando separatamente le piscine A1 (piscine pubbliche), A2 (piscine turisticoricettive e collettive), piscine A3 (parchi acquatici), nonché B e C.


Nella nota realtiva a questa disposizione, si legge: Prevedere l’adozione di normative tecniche distinte per ogni categoria e gruppo va nella direzione di una maggior chiarezza di impostazione e consente di evidenziare come per ciascuna categoria e gruppo (e forse anche sottogruppo) debba essere fatto lo sforzo di stabilire delle regole specifiche, evitando di formulare regole di compromesso che nella pratica non si adattano ad alcuna realtà. Nei fatti, nonostante questo ottimo e ottimamente esposto proprosito, si è fatto proprio quello che andava evitato. Le norme regionali non hanno tenuto conto delle specifiche realtà ed hanno uniformato le regole per le tipologie A1 ed A3, con il risultato che quanto disposto non si adatta non tanto ad alcuna, ma piuttosto ad UNA realtà, che è quella del parco acquatico.Tutte le norme regionali pubblicate, che riguardano circa la metà delle regioni italiane, non contengono disposizioni specifiche per le piscine di categoria A3, che vengono equiparate alle A1. Laddove non sono state emanate norme regionali rimangono in vigore i regolamenti d’igiene, che non considerano mai il caso specifico del parco acquatico, costringendo le ASL ad uniformarlo nelle loro disposizioni alla classica piscina pubblica. Anche la norma UNI 10637 riguardante gli impianti di trattamento e ricircolo dell’acqua, pur introducendo la classificazione corretta, non fa in pratica distinzioni tra le due categorie. L’unico organismo che si fa carico dell’elaborazione di una norma specifica per i parchi acquatici è il CEN, il comitato europeo di normazione, che però si limita a normale gli scivoli sia per quanto riguarda la progettazione che la gestione. L’equiparazione normativa tra le categorie A1 ed A3 porta di fatto molti svantaggi ai parchi acquatici. Il più significativo è probabilmente quello che riguarda la dotazione minima di spogliatoi e delle www.anesv.it 49


relative attrezzature parametrate sulla base della superficie degli specchi d’acqua. I parchi acquatici dispongono solitamente di vasche di grandi dimensioni e il numero di bagni, docce, asciugacapelli, cabine a rotazione e soprattutto armadietti risulta sovradimensionato in relazione all’utenza. Può capitare, però, che nel caso di un parco con presenza predominante di scivoli dotati di zone di ammaraggio rispetto a quella di vasche di grandi estensioni, le dotazioni minime risultino abbondantemente sottodimensionate. Prendendo come esempio il regolamento della legge regionale Toscana, esso prevede la dotazione minima di cabine singole negli spogliatoi in numero almeno pari al 4% del numero massimo di bagnanti. Poiché nello stesso documento il numero massimo di bagnanti è definito in termini di un bagnante ogni

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due metri quadrati di specchio d’acqua, per un parco acquatico con 2.000 metri quadrati di acqua, quindi 1.000 bagnanSBF−VISA ADV2012NOV.psd ti, sarebbe necessario dotare gli spo-

gliatoi di 40 cabine a rotazione, nonché, secondo la stessa normativa, 1.000 armadietti, 68 docce, 34 wc e 34 lavandini. Effettuando il calcolo secondo quanto


prevede invece la legge regionale della Lombardia, per lo stesso parco acquatico dotato di 1.000 mq di specchio d’acqua sarebbero necessari 14 wc e 70 docce, sempre ammesso di definire il termine “utenti”, che la norma non definisce, in modo equivalente al numero massimo di bagnanti ammessi in vasca. La Lombardia lascia al gestore il compito di stabilire il numero adeguato di posti spogliatoio. E così via, si potrebbero fare numerosi esempi di norme molto differenti tra loro, tenendo sempre presente che nelle regioni dove le norme non ci sono valgono i regolamenti locale di igiene. Un altro problema molto sentito è quello della delimitazione igienico-sanitaria e della vaschetta lavapiedi. In un parco acquatico con una forte utenza è praticamente impossibile mantenere la vaschetta lavapiedi in condizioni di igienicità perfette e costanti, di conseguenza lo stesso piano di calpestio oltre la delimitazione igienico-sanitaria potrebbe non rimanere incontaminato proprio a causa della vaschetta lavapiedi! La delimitazione inoltre potrebbe causare problemi di sicurezza, ad esempio nel momento in cui molti utenti entrano in una vasca ad onde che annuncia l’inizio della movimentazione. In questa situazione la “strozzatura” del passaggio nella vaschetta lavapiedi potrebbe trasformarsi in una situazione di potenziale pericolo. Dal punto di vista della realizzazione degli impianti di trattamento acqua, invece, non vengono considerate dalla Norma UNI le situazioni particolari determinate dall’utilizzo di attrezzature ricreative fini a se stesse e non inserite in una piscina, come ad esempio la catch unit di uno scivolo oppure un torrente o una laguna utilizzabile solo con i gommoni. I tempi di ricircolo massimi vengono definiti esclusivamente in base alla profondità dell’acqua ed alla tipologia di utilizzo, ma sempre nell’ipotesi che si tratti di una piscina, sportiva o ricreativa che sia. Il fun-

zionamento di uno scivolo, di una vasca ad onde, o di vasche dotate di numerosi giochi d’acqua, è profondamente diverso rispetto a quello di una piscina e dovrebbe essere normato in modo differente, in alcuni casi anche più restrittivo. In assenza della adeguata sensibilità, forse anche competenza e conoscenza, degli organismi preposti alla disposizione normativa, sarebbe necessario quan-

tomeno una organizzazione interna dei gestori, che redigano proprie linee guida da presentare agli organi di controllo oppure alle Regioni, per giungere ad una uniformità di comportamento sul territorio nazionale, che tenga conto delle peculiarità di questa tipologia di impianti. Non ha senso, infatti, effettuarne una corretta classificazione senza procedere a stabilire norme coerenti con la realtà specifica. www.anesv.it 51


Laser game? E’ l’ora degli smartphone Giocare a laser game col telefonino? Sarà presto possibile. Alcuni sviluppatori alle prese con i due più diffusi sistemi operativi, Ios e Android, hanno creato prodotti e mostrato prototipi ancora più interessanti, con applicazioni dedicate. La prima, da poco commercializzata è quella di Hex3 (www.hex3.co). Con 60 dollari è possibile acquistare il blaster, un sostegno per smartphone Ios o android, dal design avveniristico. Il monitor del cellulare si trasforma così in mirino, attraverso il quale è possibile giocare. Si tratta, ovviamente, di un gioco che mostra sul display oggetti non visibili ad occhio nudo, grazie alla realtà aumentata. Nel monitor sarà visualizzata la scena con l’aggiunta dei bersagli, scaricabili dal web attraverso un sistema Qr code. Si gioca quindi anche da soli, all’aperto o al chiuso. L’opzione ad un solo giocatore ricorda alcuni giochi da console, tipo Halo, lo “sparatutto” che ha venduto già 55 milioni di copie. C’è dunque la possibilità di trovare oggetti , recuperare munizioni o medicinali, esattamente come nei titoli di maggiore successo. Agli appassionati di laser game piacerà tuttavia utilizzare l’applicazione in modalità multiplayer, vivendo una vera e propria sfida con gli amici, resa più interessante dall’utilizzo dei giroscopi, del GPS e della connessione internet dello smartphone. Il blaster è sofisticato, alimentato a batteria e dotato di sensori IR. Interessante anche la possibilità offerta dai creatori di questa app a sviluppatori che intendano cimentarsi individuando le nuove – e grandi – potenzialità di questo gioco. Ovviamente altri sviluppatori si sono messi alla prova sul tema del laser game, ed è di questi giorni la notizia di una raccolta su Kickstarter – il più noto sito web di crowd funding , cioè di ricerca di finanziamenti per nuovi progetti – per lo svilup52 Lo spettacolo viaggiante maggio giugno 2013

po di un’applicazione Android, utilizzando tuttavia come phaser le pistole Nerf, che lanciano proiettili in gomma. Insomma, la passione per il laser tag ha contagiato anche il mondo degli smartphone, e le potenzialità offerte dalla realtà aumentata – che si diffonderà tra qualche mese grazie ai Google Glass – non potranno che rendere ancora più accattivanti i giochi basati sull’abilità e la velocità dei giocatori.

Torneo Nazionale Q Fun a Matera Con il trionfo del team di Genova si è concluso il VII TNQ, torneo nazionale di laser game a marchio Q Fun. Oltre 80 giocatori si sono sfidati per quattro giorni a Matera, dal 30/5 al 2/6 nel Q Lasergame della città dei Sassi, patrimonio dell’umanità UNESCO. Tredici Team provenienti da dieci regioni italiane, dall’Alto Adige alla Calabria, hanno effettuato oltre ottanta competizioni, sfidandosi nelle specialità Team, Tag e Doghfight. Sono state giornate piene di sfide, per oltre quattordici ore al giorno, tra ragazzi e ragazze che rappresentavano veramente un bel colpo d’occhio sull’Italia, diversi per provenienza ma tutti legati dalla passione per il laser game. A differenza del gioco che si pratica nelle arene, un torneo tra giocatori molto allenati rappresenta la massima espressione di questa forma di divertimento. Azioni veloci, tattica e tecniche di attacco e difesa diverse, affinate da ogni singola arena, hanno reso un torneo nazionale di laser game molto simile ad una attività sportiva. L’elemento della fisicità è infatti molto evidente quando lo si pratica ai livelli del TNQ, così come l’utilizzo di schemi e tattiche di gioco, che trasformano un semplice divertimento in un vero sport a squadre. All’evento hanno dato risalto giornali e televisioni locali, oltre ai siti internet di settore. Grazie al calendario gestito da Michael Biondi, gestore del Q fun di Codevilla, ed all’apporto tecnico di Nicola Iustic e a Simone Di Dio, titolari rispettivamente dell’arena di Matera e di quella di Genova, gli appassio-


nati – sono migliaia a frequentare le circa 70 arene italiane - hanno potuto seguire il torneo in steaming sul web, attraverso 4 telecamere all’infrarosso, che hanno ripreso tutte le competizioni. Questa la classifica finale: Specialità TEAM 1° Genova , 2° Codevilla(PV), 3° Moncalieri (TO) Specialità TAG 1° Prem Bot di Cella(RE), 2°Cacciaspilli di Rende(CS), 3° Pinoli di Moncalieri (TO) DOGFIGHT 1° Red Mike di Codevilla (PV), 2° Gaio di Moncalieri (TO), 3° B-boy di Genova (nelle foto il gruppo dei vincitori e il team 1° Classificato)

Evento TNQ

Bell’evento, il TNQ. Tanti gli incontri, con gestori e giocatori di tutta Italia, molti dei quali hanno dovuto utilizzare i propri risparmi per coprire i costi del viaggio e soggiorno. Il torneo di Matera si è svolto in un clima molto piacevole, creato da studenti e ragazzi lavoratori precari, giunti in Basilicata per praticare una vera passione, ed esorcizzare in amicizia il problema della loro generazione, chiamata ad affacciarsi al mondo del lavoro nel momento economico più difficile degli ultimi settant’anni. I giocatori sono ragazzi e ragazze che utilizzano abbondantemente la tecnologia in tutte le loro attività, ma che amano il laser game, che li distoglie dal monitor dei computer e li costringe ad uscire di casa ed impegnarsi in competizioni che costringono a cambiare più magliette al giorno. Tutti loro non baratterebbero mai il più bel videogame “sparatutto” con il laser game, un reale gioco di squadra, che richiede doti di spiccata atleticità, riflessi e conoscenza delle tecniche di gioco. II clima di amicizia che sempre contraddistingue questo torneo, il legame tra persone dei diversi team, che sono soliti incontrarsi più volte l’anno nelle diverse aree geografiche, la passione dei gestori delle arene per il laser game, la creazione ed allenamento dei team, l’assoluta assenza di campanilismi tra ragazzi del Nord e del Sud, sono elementi che fanno ben sperare per il futuro di tutti. Anche un gioco come il laser game contribuisce, nel suo contesto, a far incontrare e crescere ragazzi che praticano lealmente, ed ai massimi livelli, la loro passione, un gioco sano ed intelligente. C’è da imparare dagli organizzatori di questo torneo, ragazzi che per mesi hanno contattato tutte le arene, dibattuto e condiviso le regole del torneo, e gestito i cambi di team dell’arena per quattro giorni di seguito. C’è da imparare dalle chiacchierate con i gestori, dalle difficoltà di ognuno, dalle soluzioni adottate in ogni singola area. In un’associazione di categoria è fondamentale il confronto, la relazione con i gestori. Questo è stato, per me, il TNQ di Matera, un bel momento di relazione e confronto con questa attività, che da poco è rappresentata in ANESV. (M. C.) www.anesv.it 53


Premio Collalti in Campidoglio Annunciato il premio Volpi

Nella splendida cornice della Sala della Protomoteca del Campidoglio, si è svolta la cerimonia conclusiva della XXXI ed. del zione della premiazione degli studenti Consegnati inoltre i Marforio d’oro 2013 Premio Romeo Collalti. di ben 15 Laboratori scolastici studen- a Claudia Gerini ed Alessandro Siani. teschi, che dal 20 al 25 maggio si sono esibiti presso il Teatro Golden di Roma, nel IV Festival del Laboratorio teatrale nelle scuole, organizzato dall’Agiscuola in accordo con l’Associazione Romeo Collalti. Consegnata dall’Associazione una Targa in memoria di Remo Crocestorico libraio romano.

i è trattato di una edizione speciale caratterizzata dall’incontro tra alcuni tra i più noti poeti romaneschi ed il mondo della scuola, finalizzato a far riflettere studenti ed insegnanti sull’importanza di salvaguardare quella che è l’espressione più spontanea, colorita e genuina della cultura popolare romana: il dialetto. Una giuria di studenti del Liceo Amaldi ha espresso il proprio motivato giudizio, collocando al 1°posto la poesia “Come le lucciche” di Anna Valfrè,al 2° posto “Er senzo de la vita”di Paolo Zeppilli ed al 3° posto “L’aquila ferita” di Giuseppe Bernasconi. L’occasione dell’incontro è stato determinato dall’inserimento nella manifesta54 Lo spettacolo viaggiante maggio giugno 2013

Un’altra targa in memoria di Agostino Volpi - figlio del “poeta del cuore” Armando Volpi - è stata consegnata al figlio Antonello, con la seguente motivazione: “Un appassionato cultore di Roma, grande sostenitore del premio Romeo Collalti”. Agostino Volpi fu, tra l’altro, come è noto ai più, esercente spettacoli viaggianti prima e Segretario nazionale poi, per tanti anni, dell’ANESV, divenendone anche Presidente onorario. Con l’occasione è stata anche annunciata la prima edizione del Premio Agostino Volpi, che vedrà la nascita nel 2014 per volere delle Famiglie Volpi e Collalti. Una targa verrà consegnata all’esercente spettacoli viaggianti e parchi che si è distinto o si distinguerà nella propria attività per particolari capacità e che – soprattutto – risulterà più vicino, nello spirito, al modo di intendere lo spettacolo viaggiante di Agostino Volpi.

Altri premi ai Laboratori scolastici degli istituti ”Federico Caffe” per “Questione di gita o di morte”, ”Terenzio Mamiani” con “Il ragazzo che non voleva crescere”, e ”Leopoldo Pirelli” con “I giorni della luna delle nevi e dei grilli”. La Targa Anica è stata assegnata dall’Associazione Collalti all’istituto ”Giorgio Ambrosoli” con “Letti di cartone” per aver saputo fotografare “una realtà fatta di accentuate condizioni di deprivazione sociale, esaltando una tra le molteplici sfaccettature della cultura popolare romana: la solidarietà”.



Scandicci, una casa per i nostri anziani ante persone hanno trascorso in questa Tanto si è fatto per adeguare un edificio La Casa di riposo di Scandicci ha sessant’anni istituzione una serena vecchiaia, tanti pregevole, soggetti a vincoli architettoninell’ANESV si sono occupati della pro- ci, alle funzionalità richieste per ospitare e qualche mese. secuzione dell’opera di mons. Dino Torreggiani - don Dino per tutta la gente del viaggio - del quale è in corso il processo di beatificazione. Fa capo a lui la storia della cura pastorale della chiesa italiana nei confronti degli esercenti, soprattutto quelli itineranti, che non hanno possibilità di far parte di una comunità parrocchiale. Tanti anni sono trascorsi da quando ANESV ed ENC si occupavano direttamente di coprire i costi di gestione, oggi affidati in parte al Fondo Unico Spettacolo, e alla generosità di altre istituzioni, tra le quali la Conferenza Episcopale. Attualmente la casa è gestita da collaboratori, mentre l’assistenza sanitaria è attualmente garantita nell’arco delle ventiquattr’ore da infermieri specializzati.

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anziani con difficoltà di deambulazione. Tante le normative che hanno obbligato ad effettuare lavori ingenti, che rendono oggi l’edificio pienamente rispondente alle normative ed in grado di offrire ospitalità nelle migliori condizioni.


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illa Broncigliano, un tempo casa signorile appartenente ai Guidetti, dal 1492 subì numerosi passaggi di proprietà: appartenne ai Pitti dal 1639 al 1692 e nuovamente dal 1709 al 1733, quando fu acquistata da Giovanni di Antonio Dami, ai cui discendenti rimase fino al 1770 quando passò ad Anton Filippo Stiozzi Ridolfi. Nell’Ottocento fu della famiglia Razzolini, dalla cui ultimaNell’Ottocento fu della famiglia Razzolini, dalla cui ultima discendente Teresa, vedova Sugheri, passò a questa famiglia. Attualmente è sede della casa di riposo di ex-saltimbanchi ed acrobati, detta Casa dello Spettacolo Viaggiante. L’edificio ha un nucleo medievale, inizialmente ampliato con aggiunte di piccola entità, che nel corso del Settecento fu totalmente modificato dall’inserimento di un lungo corpo di fabbrica, raccordato al precedente tramite una stanza con accesso carraio. Il portale sul prospetto principale, realizzato in pietra, è decorato da due stemmi, il primo appartiene agli Stiozzi Ridolfi mentre l’altro, sopra la porta finestra del balcone, non identificato, raffigura tre mazze. La facciata posteriore presenta un leggero avanzamento delle due ali laterali. Molto interessante è la meridiana posta all’altezza delle finestre del primo piano, inserita in una cornice decorata come le finestre. Da questo lato sorge anche ciò che rimane del giardino all’italiana. L’interno, secondo una tipologia molto diffusa, è caratterizzato da un’ampia sala centrale. Fra gli ambienti laterali particolarmente interessante è una stanza da toilette a pianta ottagonale con stucchi e volta ad ombrello, che si ripete in analoga posizione al piano superiore. La cappella, originariamente dedicata a San Giuliano, patrono di Giuliano Dami, cittadino fiorentino, risale al 1734, come riporta una lapide marmorea sopra la porta. Una seconda lapide in stucco, sotto la precedente, cita il restauro del 1808 di Andrea Martini, che la dedicò a Maria Vergine. La pianta è rettangolare, con due archi ai lati brevi opposti e cupoletta centrale inscritta in un quadrato. Gli archi e i pennacchi della cupola hanno decorazioni dipinte con soggetti di carattere religioso. La costruzione, su un piano rialzato, è raggiungibile tramite una scala, originariamente perpendicolare alla facciata mentre oggi è disposta parallelamente ad essa. L’altare è in stucco bianco con mensa sostenuta da mensole. Sul pavimento lapidi sepolcrali di membri della famiglia Razzolini. www.anesv.it 57


Son passati sessant’anni da quel giorno… Racconta don Dino: Siamo nel 1977 a 25 anni dalla fondazione della Casa di Riposo di Scandicci per gli anziani dello Spettacolo Viaggiante e Circhi Equestri Ieri l’altro, si è presentata una signora con suo figlio, domandando di poter organizzare una visita a questa Casa dello Spettacolo Viaggiante e dei Circhi Equestri con la classe del suo bimbo, affermando che venti anni fa, fu portata visitarla e quel giorno è rimasto indimenticabile, nella sua vita. Parlava con tanta sincerità e commozione che mi ha profondamente persuaso a scrivere la storia di Scandicci convinto di fare un po’ di bene a qualcuno. E’ una storia di “provvidenza e di bontà” quella di Scandicci. Al primo contatto con questo misterioso mondo dei viaggianti, ne compresi l’alta sensibilità umana e l’attaccamento ai loro vecchi e ai loro bambini e che avrei potuto conquistare il loro animo interessandomi delle necessità di questo settore. Nel primo incontro, al Convegni di Bologna, nell’immediato dopoguerra, così come il cuore mi dettava, senza fare tanti calcoli e solo fiducioso nella Provvidenza di Dio e nel grande cuore dei viaggianti e dei circensi, gettai l’idea di una Casa di Riposo. Riscosse, seduta stante, non solo la piena approvazione ma anche il primo, spontaneo aiuto. Subito mi misi a cercare un locale adatto nel Centro Italia, cioè a Firenze. Il Signore venne in mio aiuto in modo ammirabile. Come per incanto mi fu indicata la bella “Villa delle Catene” a Scandicci, di proprietà e occupata dalle suore, che per altro desideravano venderla. Ebbi la temerarietà di entrare in trattative senza un soldo. Non avevo fiducia che nel mio caro S. Giuseppe che già aveva incominciato a dare segni di impensati aiuti e come se nulla fosse, con la temerarietà degli incoscienti andai al compromesso per l’acquisto della villa. Alla conclusione dell’atto, dovetti dichiarare che non potevo presentare come pegno che il mio crocefisso. Le suore rimasero costernate, con stupore del buon notaio che disse:”Come? Non vi fidate?” Non mancai di dichiarare che erano pienamente libere di vendere a qualsiasi compratore se allo scadere dei tre mesi non avessi versato i quindici milioni di lire pattuiti. Il notaio, non solo non volle le parcelle dell’atto, ma ci mandò una damigiana di olio per le prime necessità. Furono tre mesi di meraviglie! Una notte, di ritorno da Torino, dopo aver assistito le carovane del Carnevale di piazza Vittoria, a Roma, alla Cancelleria, trovai, fra la posta arrivata in quei giorni, una as58 Lo spettacolo viaggiante maggio giugno 2013

sicurata con tre assegni di cinque milioni l’uno corrispondenti al prezzo che dovevo versare per entrare in possesso della “Villa delle Catene”. Cosa incredibile per chi non conosce gli scherzi della Provvidenza! Non fu facile entrare in possesso della villa, perché alle suore non veniva consegnata la villa che avevano comprato in altra parte di Firenze. Fu Padre Pio da Pietralcina, di cui la proprietaria della villa acquistata dalle suore, era devota, ad aiutarci perché fosse sollecitamente consegnata. Arredarla fu più semplice. Avevo fatto acquisto del mobilio e della biancheria della Casa di “Cuore Sforza” di Reggio Emilia, che in quei mesi veniva chiusa. Altra difficoltà. Gli alluvionati del Polesine che il Comune di Scandicci aveva alloggiato nella villa requisendola temporaneamente. Ma anche per rimuovere questo ostacolo non mancò il pronto intervento di San Giuseppe. Ma l’ostacolo più grave per dare inizio all’apertura fu trovato proprio negli stessi viaggianti. Che pena! Venivano fatti mille elogi alla villa, parole di entusiasmo per il panorama meraviglioso, per il giardino, l’aria balsamica, ma… Nessuno rimaneva ospite stabile. Nessuno poteva immaginare la mia pena, eppure il Signore aveva dimostrato di volere questa istituzione. Finalmente una mattina vedi salire con passo ancora robusto un vecchi con a tracolla un trombone. È il vecchio “Bagna”, il capostipite della famiglia Gerardi, famoso come capo della Banda Musicale dee Circo Gerardi. Lo accolgo con grande gioia e con tanto affetto. Sapeva del mio cruccio, perché nessuno restava a Scandicci. Egli subito mi rasserenò dicendo: “Io sono venuto per restare, perché non riesco più a girare e voglio riposarmi”. Restò e fu felice, sempre fedele al suo trombone col quale riempiva di suoni la casa che si andava popolando di graditi ospiti. A Scandicci, contornato dai propri figli e da una folta corona di nipoti, celebrò in gran festa il suo novantesimo compleanno, felce di dichiarare a tutti che in tanti anni non era mai arrivato a raggiungere una vita ordinata e pacifica come quella di Scandicci.


Un Santo ha benedetto la Casa di Riposo Appena presi la determinazione di organizzare la Casa di Riposo dei viaggianti a Firenze, pur senza avere assicurato il finanziamento, ebbi l’ardire di presentarmi in udienza dall’Arcivescovo di Firenze il Cardinale Elia Dalla Costa. Mi accolse con il suo pacato sorriso e mi ascoltò con l’interesse che poneva per tutte le iniziative di bene. Domandavo soltanto una benedizione perché il Signore mi desse il suo aiuto. Dopo poche settimane ritornai a riferirgli che avevo trovato la “Villa Broncigliano” che le suore intendevano vendere. Gli dissi che ero entrato in trattative confidando nell’aiuto di S. Giuseppe. Sorrise e mi benedì di nuovo. Dopo seppe che eravamo in possesso della villa e non ci perdeva di vista. Spesso si informava dei nostri seminaristi che andavano al mattino ad ascoltare la sua Messa quando era in campagna. Mi veniva riferito che esprimeva soddisfazione e che scuoteva il capo quasi dubbioso… Compresi questa che sembrava perplessità, peraltro mai espressa da un gesto che diceva tutta la finezza e la delicatezza di un’anima santa. Circa tre mesi prima della sua morte, mi mandò a chiamare. Andai con mille pensieri in testa e con mia sorpresa disse: “Le debbo dire una cosa che ho avuto per tanto tempo nell’anima. Per tanto tempo ho pensato che lei non riuscisse a tirare avanti la Casa di Riposo per i suoi vecchi di Vingone, di così diversa estrazione, così poco sicura economicamente…” Risposi: “ Ma Eminenza, c’è stata la sua benedizione e c’è l’aiuto di Dio”. “Si, sono contento, aggiunge il Cardinale, e benedico ancora quei buoni ospiti, le suore e quanti vi aiutano”. Questa ultima benedizione, rimasta impressa nel mio cuore, è stata una assicurazione che anche dal cielo quel Santo Vescovo di Firenze vigila sulla Casa dello Spettacolo Viaggiante di Scandicci. don Dino Torreggiani Da “Comunità in Cammino” periodico dell’OASNI – Luglio 1977 pag. 9-10

E così è, infatti i Cardinali di Firenze, successori del Card. Elia Dalla Costa, in modi e in circostanze diverse, non ci hanno fatto mai mancare, fino ai giorni nostri, la loro benedizione ed aiuto anche economico. Il card. Silvano Piovanelli, allora Arcivescovo di Firenze, oggi Arcivescovo emerito, intervenne provvidenzialmente con un generoso contributo scongiurando la inevitabile chiusura della struttura. Ma non è tutto: l’attuale Arcivescovo, card. Giuseppe Betori, allora Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, ci permise di intervenire con gravose opere strutturali e di risanamento della Villa Broncigliano – Casa di Riposo, nel rispetto delle vigenti norme igienico-sanitarie.

106 anni. Auguri ad Angela Caletti Nella casa di riposo c’è una ospite di riguardo: Angela Caletti compirà 106 anni il prossimo 24 giugno. Angela è nata a Somma Lombarda 1l 1907 in una famiglia di allevatori di “Bachi da seta”. A otto anni 1915 deve partire per la Libia, come compagna di giochi delle figlie del Generale Crugnola, e con loro frequenta la scuola fino a 13 anni quando la riportano in Patria dalla famiglia dove si specializza in filati di seta. Nel 1928 entra in una piccola fabbrica di tessuti come operaia specializzata e nel 1932 si sposa con il proprietario Vincenzo Interesse. Angela e Vincenzo il 1934 iniziano la loro “avventura” di rappresentanti di macchine per fiere e divertimenti partecipando a Mostre e Fiere Campionarie come Milano, Bari e molte altre, frequentando e conoscendo esercenti dello spettacolo viaggiante. Essendo Vincenzo diplomato in Ragioneria, iniziò così la sua collaborazione con il luna park. Dal 1934 i coniugi partecipano a tutti i più importanti Parchi di Divertimento come a Genova in Via Casareggio, a Milano Porta Venezia, a Torino alla Zelaralina, a Firenze alla Fortezza e poi ancora Varese, Como, Livorno. Nel 1935 nasce la figlia Nella e l’anno seguente inaugurano la loro carovana in perline in legno. Scoppia la Seconda Guerra mondiale e Vincenzo viene richiamato come istruttore, mentre la moglie Angela rimane ospite in cascinali nel Veneto per tutto il periodo della guerra con la figlia. Riprendono il loro lavoro alla fine della guerra. Nel 1950 nasce il figlio Francesco (per tutti Ciccio) che frequenterà le scuole medie e superiori a Treviso, ospite a Villa Maria, Collegio per i ragazzi dello Spettacolo Viaggiante e Circhi Equestri. La loro vita continua regolarmente di piazza in piazza in modo metodico, senza nulla di straordinario ma orgogliosi del loro lavoro che permette loro di migliorare il loro stato familiare fino alla morte di Vincenzo nel 1983; però Angela continua con coraggio il suo lavoro per tutto l’anno successivo, e poi sceglie di seguire nell’attività il figlio Ciccio nel Parco di Genova e a Livorno nel periodo estivo. Si ritira con la sorella Rita a Somma Lombardo fino alla sua morte avvenuta nel 1999. Riprende a 92 anni la sua vita di viaggiante con la famiglia del figlio Ciccio e i nipoti Andrea, Selvaggia e Lucrezia. Nel 2012 si frattura il femore in una brutta caduta ma, contro ogni peggiore previsione si riprende in ottima forma. Attualmente è ospite presso la nostra Casa di Riposo dello Spettacolo Viaggiante e dei Circhi a Scandicci - Firenze per festeggiare felicemente il prossimo 24 Giugno le sue 106 primavere. www.anesv.it 59


Online. Rivista e newsletter per essere più vicini ai Soci Rivista e newsletter sono i nuovi servizi per i Soci. Dal mese scorso gli associati riceveranno infatti, in anteprima, la edizione online de Lo Spettacolo Viaggiante. Il servizio, attivo in via sperimentale da qualche numero, ha già consentito di sfogliare su computer e tablet la rivista già 2.000 volte. E’ un servizio interessante per i nostri lettori e per gli inserzionisti, che vedranno accrescere l’efficacia della propria pubblicità. Attraverso la newsletter, gli Associati saranno informati in tempo reale sulle principali novità per il settore. Lo strumento, già attivo da tempo per i parchi di divertimento e i parchi avventura, è oggi rivolto a tutti gli Associati. In questo modo sarà possibile fornire notizie utili e comunicare scadenze importanti. A Maggio anche i siti dell’Associazione, www.anesv.it, www.parchipermanenti. it e www.parchiavventura.it, sono stati

60 Lo spettacolo viaggiante maggio giugno 2013

ottimizzati per una corretta visione da tablet e smartphone: le statistiche mostrano infatti che oltre il 25% delle visite proviene da dispositivi mobili. L’Associazione è su internet da quasi 15 anni , ed i siti associativi sono piuttosto visitati.

Purtroppo l’Associazione non dispone di tutti gli indirizzi email degli Associati. Qualora la newsletter non fosse stata ricevuta, invitiamo i Soci a comunicare la propria email scrivendo alla casella soci@anesv.it.


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Unisciti a più di 350 espositori per sperimentare i nuovi prodotti della industria del divertimento ed incontrare più di 8.000 colleghi del settore provenienti da tutto il mondo. EAS 2013 mette in mostra le tendenze del settore, le attrazioni, le tecnologie più innovative, il networking, ed è un punto di incontro tra colleghi. Per ulteriori informazioni visita www.IAAPA.org/EAS

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Codici tributo per versare l’imu degli immobili classificati come “D” L’Agenzia delle entrate, con risoluzione n. 33/E del 21 maggio scorso, ha individuato i nuovi codici per il versamento dell’IMU per gli immobili di classe D, tra i quali molti parchi di divertimento. Due i codici: uno per l’IMU ed uno per l’eventuale incremento determinato dal Comune. La risoluzione informa che “Per consentire il versamento, tramite modello F24, dell’IMU per gli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D, si istituiscono i seguenti codici tributo: “3925” denominato “IMU – imposta municipale propria per gli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D – STATO”. “3930” denominato “IMU – imposta municipale propria per gli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D – INCREMENTO COMUNE”.

autorizzazioni

Registrazione delle attrazioni. entro il 19 giugno vanno regolarizzate quelle esistenti I gestori delle attrazioni esistenti, non ancora registrate, sono tenuti a richiedere il codice identificativo comunale ai sensi del DM 18 maggio 2007, entro il 19 giugno 2013. Decorso il termine, sarà possibile ottenere il codice comunale solo per nuove attrezzature.

Migrantes

Mons. Montenegro nuovo Presidente della Fondazione Migrantes È mons. Francesco Montenegro il nuovo Presidente della Commissione Episcopale per le Migrazioni della CEI e della Fondazione. E’ stato eletto durante i lavori della 65ma Assemblea Generale della CEI. Nato a Messina il 22 maggio 1946, mons. Montenegro ha compiuto gli studi ginnasiali, liceali e quelli filosofici e teologici nel Seminario Arcivescovile “S. Pio X” di Messina. Ha ricevuto l’ordinazione presbiterale l’8 agosto 1969 con incardinazione nell’arcidiocesi di Messina. Ha frequentato i corsi di Teologia Pastorale presso l’Ignatianum di Messina. Eletto alla Chiesa titolare di Aurusuliana e nominato Ausiliare di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela il 18 marzo 2000, ha ricevuto la consacrazione episcopale il 29 aprile dello stesso anno. Nel febbraio del 2008 è stato nominato nuovo Arcivescovo di Agrigento. A mons. Montenegro gli auguri della nostra rivista.

FISCO

pec entro il 30 giugno 2013 Entro il 30 giugno 2013 anche le imprese individuali hanno l’obbligo di segnalare al Registro Imprese della Camera di Commercio la propria casella di Posta Elettronica Certificata (PEC). Tale obbligo è già in vigore dal 29 novembre 2011 per le società. E’ possibile acquistare la PEC online (tra i fornitori Poste Italiane ed Aruba) . L’iscrizione o la modifica della PEC deve essere trasmessa al Registro Imprese tramite una pratica di Comunicazione Unica, utilizzando i consueti strumenti dedicati. In particolare per i titolari di imprese individuali in possesso di un dispositivo di firma digitale esiste un’alternativa semplice e gratuita per comunicare al Registro Imprese la PEC: l’utilizzo della funzione “pratica semplice”, disponibile all’interno del sito www. registroimprese.it. Le sanzioni amministrative in caso di omessa esecuzione di denunce, comunicazioni e depositi presso il registro delle imprese, variano da 103 euro a 1.032 euro. 62 Lo spettacolo viaggiante maggio giugno 2013



NECROLOGI L’angioletto è tornato in cielo. Kevin Biasi, di 9 anni, è deceduto il 13 aprile scorso a Brugnera. Così ne ha dato la notizia il padre Ivan «Ieri il nostro guerriero Kevin è volato in cielo, ha combattuto senza mai lamentarsi fino all’ultimo», Un evento particolarmente triste. La Presidenza dell’ANESV si unisce al dolore dei familiari ed esprime, a nome di tutti gli Associati, sentite condoglianze ai genitori, Ivan e Cinzia, al fratellino Giorgio ed ai parenti tutti. È mancato il 10 aprile scorso Felice De Luca. Era nato a Messina il 15 Novembre 1928 Alla famiglia sincere espressioni di cordoglio dalla Sezione ANESV Toscana. Il figlio Alberto lo ricorda così :”Caro Papà ora che la tua casa è il regno dei cieli dubito che sarà un eterno riposo perché mille e mille preghiere ti giungeranno dai nostri cuori e avrai un gran daffare ad ascoltare tutti. Era una tiepida mattina di Aprile quando in silenzio te ne andasti… la morte è dei giusti, si dice... Chissà come muore un uomo giusto, …tu lo eri e lo hai dimostrato soprattutto nell’affrontare la dura malattia, giunta inaspettata ,accettata in religioso silenzio , vissuta in pace con Dio...eri buono, generoso, amavi il tuo prossimo, eri semplice e amavi la vita ! Ho visto i tuoi amici piangere e tanta , tantissima gente ai tuoi funerali. Adesso mi piace immaginarti lassù tra i frutti di un giardino fiorito , quello che amavi quaggiù e di cui ti prendevi cura, mi piace pensare che ancora sorridi davanti a una pesca matura e alle arance succose del tuo giardino! Mi piace pensare che tu abbia una serena vita eterna e che un giorno potremmo di nuovo incontrarci , lassù , da qualche parte ... Ciao tuo figlio Alberto” . Giovedì 23 maggio, presso l’ADO Hospice di Ferrara, assistito da tutti i suoi familiari, dopo una lunga malattia ha cessato di vivere GIAMBERTO DA RONCHE, ad 80 anni. La moglie, i figli e i parenti tutti lo vogliono ricordare a quanti lo conobbero ed apprezzarono le doti. Giamberto, medaglia d’oro dell’ANESV, ricoprì per oltre 35 anni cariche sociali, sia in ambito interregionale che a livello nazionale. Agostino Volpi lo avrebbe ricordato come uno dei “ragazzi del ‘59”, anno in cui entrarono nel Consiglio nazionale un gruppo di giovani, che contribuì a fare grande l’ANESV. Giamberto era fratello di Gianni Da Ronche, già presidente dell’ANESV. Le cronache dei quotidiani locali, tra i quali La Nuova Ferrara, hanno dato risalto alla figura di Giamberto. La testata online Estense.com lo ha ricordato così “primogenito dei quattro figli di Remigio e Maria Da Ronche, giostrai anche loro. Figlio d’arte, dunque, è cresciuto con i fratelli Rodolfo, Gianni e Maria Grazia, tra giostre vecchie e poi sempre più nuove, per rimanere al passo coi tempi. Da giovanissimo era lui il ‘responsabile’ del cosiddetto calcinculo, come popolarmente veniva chiamata la giostra con i seggiolini volanti, appuntamento obbligato per gli innamorati di qualche decennio fa che, temerariamente, si agganciavano ‘in volo’, per conquistare un premio appeso. Ma il capolavoro Da Ronche è sempre stata la ‘giostrina dei bambini’, tramandata per almeno 3 generazioni dotata di modellini di auto, corrierine ed altro che ormai son veri e preziosi pezzi degni del Museo Storico della Giostra di Bergantino. Ma i Da Ronche ebbero in gestione autoscontri, giostre con gli aeroplanini, insomma tutto quanto fa(ceva) allora sognare il cuore dei ferraresi. Il loro lavoro si svolgeva prevalentemente tra la mezza stagione ed il principio d’autunno: iniziava con la fiera di San Giuseppe, il 19 marzo, che vedeva in gran spolvero le giostre sul piazzale ex-Mercato Cavalli, sulle mura di via Baluardi, dove ora si svolge il mercato del lunedì. Poi, per la Fiera di San Giorgio, il Santo patrono, che fino a qualche decennio fa si celebrava il 24 di aprile, la festa si spostava intorno agli spazi del vecchio acquedotto di Ferrara, in viale Alfonso I d’Este, per poi convergere nel gran finale della KERMESSE, la fiera delle fiere che durava tutto il mese di giugno e si teneva in Porta Catene. A fine mese il loro lavoro si spostava ai Lidi Ferraresi, per tutta estate. D’inverno si rifugiavano – divenendo per qualche mese stanziali – nella vecchia casa di via Centoversuri, nel cuore di Ferrara. Ricordi di una Ferrara che ormai non è più, certo, ma personaggi come Giamberto Da Ronche e la sua famiglia rimarranno sicuramente – almeno per un altro po’, ancora – nel cuore di qualche ‘vecchio bimbo’ degli anni Cinquanta e Sessanta, forse, perché le giostre, come i burattini, fanno ancora parte dell’immaginario e dei sogni di quelle generazioni, oltre a quelle di chi li ha preceduti”. La Presidenza nazionale dell’ANESV, unitamente alla Presidenza ed ai Consiglieri della Sezione Emilia Romagna, Marche ed Umbria, ricordano la figura di Giamberto Da Ronche, socio e consigliere appassionato, ed esprimono a tutti i familiari sentite condoglianze.

Liete “Il giorno 28 febbraio 2013 Mattia Beltramo si è laureata con 94/110, un ottimo voto ed un’ottima tesi. Questo avvenimento non può che rendermi orgoglioso. È per me una gioia immensa essere riuscito a portare mia figlia alla laurea con tutte le avversità ed i sacrifici che il nostro lavoro comporta.” Tantissimi auguri Marcello Beltramo Si unisce agli auguri l’intera Sezione interregionale Campania e Calabria. 64 Lo spettacolo viaggiante maggio giugno 2013


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n. 5-6 maggio giugno 2013 • anno L1

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L’ANESV aderisce a Federturismo Confindustria IVA al 10% sull’energia elettrica per le abitazioni mobili Promozioni nei parchi di divertimento Opportunità o pericolo?


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