UTILITÀ MANIFESTA | DESIGN FOR SOCIAL | UMWORKS4
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UTILITÀ MANIFESTA | DESIGN FOR SOCIAL
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Utilità manifesta | design for social_associazione culturale no profit coordinatore: Francesco Maria Giuli progetto grafico: Molly&partners, Terni stampa: CTS Grafica, Città di Castello (Pg) carta: Sappi Presto Silk coperta 300 g/m2_interno 150 g/m2 foto e immagini: fornite dagli autori Francesco Fantini [pagg 33/34/36-37/40-41] I^ edizione anno 2007 hanno collaborato alla pubblicazione Alfred Hohenegger, designer Bruno Bandini, docente Storia della comunicazione visiva, ISIA Urbino Andrea Rauch, designer Francesca Di Giorgio, Lirici Greci Comunicazione, designer Gianni Sinni, Lcd, designer Gruppo MelaZeta, design group Mario Piazza, studio XY, designer
Ringraziamo con gratitudine i progettisti che hanno dedicato tempo e riflessioni al progetto e che nella pubblicazione hanno dato voce a sentimenti, emozioni e letture legate al design grafico, con un occhio particolare a Utilità manifesta
funded by Sappi | Ideas that matter
Utilità manifesta | design for social via G. di Vitalone, 14 05100 Terni Italy t +39 0744_281950 www.utilitamanifesta.it
| associazione italiana progettazione per la comunicazione visiva ISBN 978-88-902584-2-8 edizioni Aiap
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Questa storia narra del mondo di come un giorno compare l'uomo di come da re diventa padrone di come esploratore diventa cacciatore. Di come la volontà diventa tensione la libertà emarginazione. Questa è la storia di come l'amico diventa nemico l'orgoglio profitto, la sete potere. Questa è la storia di come la rivoluzione diventa confusione di come il bambino cresce lavoratore di come la lontananza diventa esclusione di come la scienza rifiuta l'amore. Di come la partecipazione diventa fatica la guerra metafora di pace, l'errore sinonimo di vita. Questa è la storia delle contraddizioni dell'esplosione della bomba che genera bellezza della povertà che genera ricchezza dello scambio votato al guadagno della soddisfazione che nasce dall'inganno. Questa è la storia della nostra evoluzione di come l'albero diventa eccezione lo straniero pericolo l'incontro negoziazione.
Questa storia può cambiare progettando un mondo ideale.
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2003 M&P X UM Molly&partners per UtilitĂ manifesta
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Progetto no profit di social design Studenti e territorio In un momento in cui l'istituzione scolastica cerca nuovi punti di incontro tra il mondo della formazione e quello del lavoro, Molly&partners dà inizio a Utilità manifesta e propone una incursione nel mondo del design sociale coinvolgendo progettisti in formazione. Missione: sensibilizzare i progettisti al concetto di design utile. Tra gli obiettivi anche quello di trasmettere agli amministratori locali l'importanza di delegare al design un ruolo socialmente attivo. Patrocinato dalla Provincia di Terni e dal Comune di Terni. Nel 2004 la nascita dell’associazione.
Utilità manifesta invita il graphic designer a progettare un mondo migliore. Sognatori, forse. Ma chi progetta e ha la fortuna di intuire quello che ancora non c'è ha il dovere di immaginare e di parlare di uno sviluppo più etico per tutto il pianeta.
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DA UM A UMWORKS4
UMWORKS4 è il volume che Utilità manifesta e lo studio di progettazione visiva molly&partners dedicano ai primi quattro anni di attività dell'associazione e al design utile. A tratti discorsivo, in altri lascia parlare i progetti, specchio e riflesso delle visioni sociali e degli stati d'animo dei molti designer che hanno dato un personale contributo alle edizioni di UM. Oltre alla volontà di prolungare la riflessione sulle tematiche affrontate, altro obiettivo é applicare tale riflessione all'andamento del design sociale in Italia, puntando alla percezione che di esso si ha nei piccoli centri urbani come nelle grandi città, dentro gli studi di progettazione come tra i banchi della formazione, fin dentro gli uffici delle pubbliche amministrazioni perchè, ancora oggi, quali interessi catalizzi davvero il social design in Italia forse nessuno lo sa.
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Per molly&partners utilità manifesta nasce come risposta “a“ e rappresentazione “di” una mancanza: l'assenza avvertita é quella di una cultura del design come strumento di crescita e sviluppo sociale. Ma al di fuori dei confini locali, questo non sembra comunque trovare realtà più ospitali, se non in dimensioni appositamente sviluppate. Sfogliando il volume, si leggono voci autorevoli che con-dividono con la comunità di professionisti - e perché no di amatori del design - opinioni (talvolta amarezze) sull'altalenante vocazione sociale del progetto grafico. Manca ancora la certezza di un approdo della comunicazione visiva al sociale, dunque, per semplificazione, una cultura sociale della comunicazione visiva. Ci ritroviamo spesso a riflettere sul fatto che il social design non è una moda ma nasce dall'esigenza di portare in superficie i bisogni della collettività. Non dovrebbe dunque essere esercitato sporadicamente. Promuovere comunicazione sociale dovrebbe essere un dovere e una missione per le istituzioni come per i designer: insieme, queste due entità potrebbero promuovere sviluppo e migliori condizioni di vita, partendo dal basso, riferendosi a tutti gli aspetti che ne determinano la qualità. Invece, si è spesso nella condizione di doversi mettere in attesa di bandi di gara e concorsi per vedere – forse – realizzare la possibilità d'intervenire nei territori con progetti carichi di ricadute sui territori ospitanti. Ci sono volte però in cui il finale vale l'attesa e l'impegno in cui si è tanto creduto cede il passo alla realizzazione e alla soddisfazione.
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MARIO PIAZZA Nel 2004, come Presidente AIAP | Associazione Italiana Progettazione per la Comunicazione Visiva patrocina il progetto no profit di social design Utilità manifesta.
UN'UTILITÀ MANIFESTA PER IL PROGETTO E LA SOCIETÀ
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È paradossale, ma gli spazi per la grafica si assottigliano. Eppure siamo nell'apoteosi della comunicazione globale. Corridoi sempre più stretti. Restano solo gli spigoli, le pieghe dei muri. Ma lì, manca l'aria, manca la vita. E la grafica senza la vita, cos'è? La grafica è simbiosi, parla per ricevere, parla per cambiare, parla per modificarsi. La grafica è curiosa, vuole insinuarsi nelle vite altrui, le vuole conoscere e disvelare. È disposta al martirio pur di tenere in vita lo scambio, il soffio, il respiro comune. Certo la puoi piegare, la puoi maltrattare, la puoi schiacciare, ma anche la vessazione più macabra mantiene una complicità. Senti che serve, che in fondo è utile. E questo può bastare, certo non entusiasma e non rende felici. Ma basta. Perché la grafica ha la forza del fiore selvatico, che desidera la vita e cresce dove meno te lo aspetti. La grafica ha il dono dell'inaspettato. Come il progetto di Utilità manifesta che temerariamente a Terni in questi anni ha imposto una sosta alla catarsi comunicativa. Dentro il mondo delle notizie e delle immagini usa-e-getta Utilità manifesta pone una cesura riflessiva e lo fa con gli strumenti della grafica. Una
disciplina che diventa momento di condivisione, di avvicinamento ai grandi problemi del nostro tempo, ma anche strumento di educazione e di costruzione di un modello diverso di convivenze. Questa è la ragione ultima della grafica, la sua generosa utilità. Utilità manifesta in questi anni ha svolto questo compito di testimonianza e di crescita collettiva, con la consapevolezza che il destino disciplinare e professionale è più che mai intrecciato con la società, i suoi mescolamenti, il suo fluttuare. È dentro le nostre città, con i cittadini, adulti e bambini, che bisogna agire per far cogliere attraverso il progetto grafico il senso profondo della civitas, quell'insieme di segni e di azioni che possono costruire convivenza e armonia. Non servono isole della felicità, ma qualità e partecipazione che si confrontano ogni giorno. In questo operare professionalmente e collettivamente sta l'intelligenza di un progetto come quello di Utilità manifesta, che ci fa ben sperare sulle possibilità future della grafica. Sulla necessità di mantenere vivo lo scambio progettato tra grafica e società e continuare a costruire messaggi utili anche solo per un attimo, per lo spazio di un lampo. UMWORKS4 | 11
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2003>2004 TO DELETE WAR IS POSSIBLE Una città, un sindaco, un assessore, un gruppo di grafici, Emergency, giovani designer, un progetto in 4 workshop. Cancellare la guerra è possibile. Così parla lo slogan della prima edizione di Utilità manifesta. Un messaggio di pace, una speranza.
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ALFRED HOHENEGGER 23 | 01 | 2004. Interviene alla tavola rotonda Design, designers e autonomie dei popoli.
IL PEGGIOR NEMICO DEL NO PROFIT Ăˆ IL PROFITTO
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Nell'imperante moltitudine di immagini e parole, con occhi e orecchie saturi di ogni forma di comunicazioni, visive o audio che siano, la confusione è pressocchè totale, oltre a prevalere la quantità sulla qualità. E mentre la dialettica e la noncomunicazione regnano sovrane anche su tematiche minime, ci si affanna di scoprire quale sia (l'apparente) e quanto mai sottile differenza fra il design di pubblica utilità e il design sociale. Dove, dunque, inizia e dove finisce la grafica di pubblica utilità e quella del design sociale? Il quesito si riduce forse a semplice dialettica quando ci sembra ovvio che ogni forma di comunicazione (al limite anche pubblicitaria) se condotta con etica e onestà professionale è utile e sociale e quando il fruitore ne può trarre del beneficio. Perciò esiste senz'ombra di dubbio una corrispondenza fra le due espressioni, intimamente legate fra loro, se pur concettualmente diverse. Una delle cause primarie che riguarda la scarsa sensibilità da parte delle responsabili amministrazioni riguardo la riqualificazione dell'idea del no profit di design sociale consiste nel fatto che l'antica idea del profitto suscita più appetiti che il non profitto, nonostante l'interesse per
l'argomento dimostrato dalla popolazione che, come è ovvio, vede favorevolmente tutto ciò che migliora il buon vivere. Ma gli interventi conseguiti in quel senso fin’ora in Italia sono meno che sporadici e assai al di sotto di ciò che si è fatto e che si fa tuttora all'estero. Il terreno italiano è vasto e piuttosto vergine per una robusta riqualificazione del territorio, aperto al (re)design di enormi zone bisognose di interventi decisivi che però debbono ricominciare dalla sensibilizzazione dei bambini già nei primi anni della scuola e proseguire per...qualche generazione. Ma sono coloro che insegnano a dovere impartire per primi agli scolari il nuovo pensare e agire, dopo aver frequentato corsi o seminari diretti da specialisti del caso. Ci muoviamo, ovviamente, su un terreno considerato dai più utopico e ce ne rendiamo conto, ma è anche vero che l'ou tópos a volte ha luogo, visto che alcuni tentativi di design sociale e di pubblica utilità si sono visti felicemente realizzati. Perciò è indubbio che nelle scuole di settore indirizzi specifici di social design potranno essere estremamente utili, materia che non può non suscitare l'interesse di ogni designer, già impegnato nel settore, e di futuri designer che, ahimè, dovranno insistere a proporre i propri progetti ai responsabili amministratori dei molti territori e città scarsamente aperti al problema. Perciò...Insistere! Insistere! Insistere!
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A D I Z Z RE I T T U T A ERRA! GIROGIROTONDO MATTOÉILMONDO SCOPPIALAGUERRA TUTTIGIÙPERTERRA!
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Daniela Veneziani Fabrizio M. Rossi Gighi Giangiulio John Ruan Fitzpatrick Luca Cruccolini Massimo Carnassale Matteo Giammarughi Stefania Dell’Aquila Tiziana Lulla Tommaso Marcolla
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Non vivere su questa terra come un estraneo come un sognatore vagabondo. Vivi in questo mondo come nella casa di tuo padre credi al grano, alla terra, al mare, ma prima di tutto credi all'uomo. Ama le nuvole, le macchine, i libri, ma prima di tutto ama l'uomo. Senti la tristezza del ramo che secca, dell'astro che si spegne, dell'animale ferito che rantola, ma prima di tutto senti la tristezza e il dolore dell'uomo. Ti diano gioia tutti i beni della terra: l'ombra e la luce ti diano gioia, ma soprattutto, a piene mani, ti dia gioia l'uomo!
Nazim Hikmet
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BRUNO BANDINI 23 | 01 | 2004. Interviene alla tavola rotonda Design, designers e autonomie dei popoli.
UTILITÀ PUBBLICHE
Io non concepisco mai opere. L'opera non mi interessa profondamente. E' il potere di creare le opere che m'inquieta, mi eccita, mi tormenta. Io non apprezzo l'opportunità, ma ciò che moltiplica le opportunità
Paul Valéry, Cahiers, 1, 1913.
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Opportunità è una traduzione forse troppo ambigua - volutamente ambigua - di chance. Valéry sta parlando di quella possibilità per certi versi fortuita che si addensa nell'equilibrio dell'opera. Bene, quello che risulta essere prioritario è il momento creativo rispetto all'opera intesa come prodotto finito del lavoro artistico ed in questo modo Valéry pone in modo radicale una questione essenziale che agita l'universo della creazione artistica sconvolto dalla stagione delle avanguardie. Quali sono i meccanismi di formazione dell'opera all'interno di una pratica artistica che sempre più viene assumendo i tratti di un dramma delle trasformazioni?
Opera e metodo sono il terminus ad quem ed il terminus a quo attorno ai quali si articola la riflessione di Valéry, nello sforzo di individuare la corretta genealogia del processo creativo. La condizione imprescindibile affinché l'opera abbia origine risiede nelle possibilità dell'io di diventare altro, nella sua capacità di creare un atomo di silenzio in cui la percezione della realtà possa strutturarsi come una sorta di organismo in grado di modificare lo stesso autore. Percepire, vale a dire selezionare e combinare i dati dell'esperienza in forme autonome rispetto alle abitudini imposte dai sensi. L'origine delle poiesis, in altre parole, è sempre legata ad un'interruzione degli automatismi instabili della sensorialità.
che un aggiornamento della vecchia contrapposizione razionalista tra virtù e furore, controllo e passione, regola ed emozione. E’ in questo tempo che Albe Steiner comincia a ipotizzare un’azione grafica che predilige le relazioni che si stringono tra cittadino e territorio, che insiste sulla necessità di dare ordine e consapevolezza alle richieste che provengono dal basso. E’ in questo tempo che un grafico diversissimo da Steiner, Michele Provinciali, definisce un approccio metodologico originale che darà vita ad altre impostazioni della grafica utile, una grafica capace di prendere tempo, di rallentare, per osservare il circostante e le cose che lo rendono vivo e che lo umanizzano.
A pensarci con attenzione, penso che quelle vecchie considerazioni di Valéry non siano del tutto distanti se ci si interroga su quel curioso periodo che ha dato i natali alla cosiddetta grafica utile o grafica di pubblica utilità. Siamo alla fine degli anni Sessanta, età di rinascite e di rivoluzioni, età in cui la modernità sembra collassare per presentare un ventaglio linguistico estremamente variegato. Certo è che per l'intero universo della ricerca visiva si tratta di riprogettare l'esistente. Nel tempo della crisi dell'oggetto artistico, c'è chi cerca di raggiungere questo obiettivo attraverso una sorta di identificazione con i linguaggi di massa, rappresentando senza mediazioni l'immagine proposta dalla società dei consumi fino al punto irreversibile di modificare l'assetto ed il senso stesso dell'immagine, fino a farci entrare in quella che è stata definita società dei simulacri.
Il progetto, in ogni caso, sia che il nostro approccio sia calligrafico o contenutista – come si diceva un tempo – non cresce su se stesso, ma in relazione alla nostra capacità di sondare in profondità il mondo che ci circonda. La responsabilità del grafico risiede nella sua capacità di non confondere i mezzi con i fini, di non compiacersi di fronte ad un incalzare della tecnologia (sia questa la fotocopiatrice, il fax, letraset, il computer) che - essa sì - persegue solo il proprio bene, il proprio compimento. Solo un radicale coinvolgimento emotivo e morale rende possibile la gestione equilibrata di un progetto, evitando da un lato il tecnicismo esasperato e dall’altro l'arida astrazione intellettuale. Come dire: rigore, abilità e, se ne disponiamo, talento, non possono che cooperare, dialogare, perché generare figure è come inventare parole, ma le parole sono ricche di senso quanto più intense, articolate, sorprendenti, sono le loro relazioni con le cose.
In fondo, come ha scritto Jean Baudrillard, non c'è più ideologia, ci sono soltanto immagini, anonime, indifferenti, scelleratamente seduttive. Nell'era della crisi della modernità, la coppia che oppone il cinismo pop al moralismo concettuale, le pratiche seduttive agli ordini informativi, non appare
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No profit: chi ci guadagna è il mondo. Il no profit offre prodotti il cui valore è difficilmente quantificabile economicamente, infatti non produce solo beni e servizi ma crea relazioni fra le persone, legami sociali non adeguatamente riconosciuti perchè non hanno prezzo.
2005 ID. INFANZIA DIMENTICATA VENDERE O VEDERE: I BAMBINI NON SONO TUTTI UGUALI
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nfanzia at lui . t. . t i u g u a l i . . diritti all’infanzia
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FRANCESCO FANTINI 29 | 04 | 2005. Interviene alla tavola rotonda Design etico e infanzia.
[...] Si pensa alla saggezza dei vecchi, ma ho sempre creduto che la saggezza sia dei bambini. I vecchi diventano saggi nella misura in cui tornano bambini, nel segreto della memoria che finalmente può dimenticare il presente e permettersi di raccontare il passato, accreditati dall’apparenza adulta di barbe bianche. Ora il mondo sta cambiando, ha dimenticato i vecchi e i bambini. La globalizzazione all’insegna del mercato ha scartato la merce inutile, tanto il vecchio quanto il troppo nuovo, egualmente improduttivi. Ma ora il mondo sta cambiando, l’avidità ha superato i confini e riscopre il vecchio e il nuovo nella logica di un mercato affannoso che vuole anche i vecchi e i bambini a produrre come gli altri, come in una qualsiasi stagione della vita che nel suo trascorrere ha perso le ragioni del tempo, in una natura sconvolta che si rifiuta di scorrere normale, privata delle stagioni dall’uomo-mercato.
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venderevedere venderevedere drittiaidiritti drittiaidiritti
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SCB Segni, Cose, Bambini. Persone, luoghi, azioni, sogni e bisogni quotidiani, vita; condizione sociale, politica, culturale, percorso utile locale, cittadino, di quartiere, familiare: Utilità manifesta percorre i sentieri del minuscolo, interpreta la natura urbana / usi, modi tempi, luoghi di vite parallele in mondi sovrapposti di sistemi rigorosi e mutevoli allo stesso tempo. Bambini e diritto alla vita, al gioco, all’amore nello scenario del mondo: strade, piazze, immondezzai, quartieri alti o favelas, scuole, parchi, piste ciclabili, nelle fiabe raccontate o nella realtà i fatti convergono, divergono, influenzano umori e rapporti, modi di essere, di fare, di pensare, di progettare vita. Bambini e adultità, scambi, sentimenti e passione, dolore e sofferenza, disagio, nel procedere incessante di giorni e tempi delle cose, dei pensieri, dello spazio...largo, lungo, corto, alto o basso, vitale appena possibile e necessario. Utilità Manifesta: un gruppo di designers utilizza il design come strumento di meditazione e lettura dei segni utili all’uomo, al suo agire e al suo pensare, al suo procedere. Una svolta, un cassonetto, un ufficio pubblico, un locale, un libro, un film, un odore: rispetto dei luoghi, dei sensi, dei tempi, di cose e di bambini, di segni e di cose, di-segni di bambini. FMG
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ANDREA RAUCH 29 | 04 | 2005. Interviene alla tavola rotonda Design etico e infanzia.
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Che la grafica possa essere un formidabile strumento di utilità sociale, che possa contribuire a porre attenzione sui problemi, a suscitare dibattiti salutari, a svegliare coscienze assopite, è stato così evidente nel corso di tutta la storia del ventesimo secolo, che ci possiamo tranquillamente esentare dal sottolinearlo ancora una volta. Ne può discendere un corollario; che non si dia grafica senza utilità sociale, senza qualcosa da comunicare che sia di giovamento per qualcuno, collettività, gruppi sociali ecc. La grafica così intesa dovrebbe quindi, solo per fare pochi esempi, avvertire dei pericoli, mettere in guardia sulle malattie, incitare a comportamenti ‘virtuosi’, eliminare le ragioni ‘politiche’ di disparità, aiutare, in una parola, a vivere meglio. Ci siamo volutamente mantenuti generici perché il concetto stesso di ‘utilità manifesta’ dovrebbe potersi riempire, ipso facto, di contenuti ‘alti’ e significativi. Ma è così tutta la grafica? Nemmeno per sogno. Come un vizio abbastanza pernicioso il design grafico si porta dentro anche il suo opposto, il gemello cattivo, che è l’inutile, il chiacchiericcio, il ridondante, il decorativo, l’approssimativo. Il primo sostantivo era quello giusto: inutile. Perché non ha nulla da comunicare, perché il suo messaggio non
ci aiuta ad andare avanti, non ci aiuta anzi ad andare da nessuna parte. Postulato quindi che deriva dall’esperienza: per fare un ‘bel’ lavoro grafico, ci vogliono ‘belle’ motivazioni e un artefatto comunicativo sarà tanto ‘bello’ quanto più sarà utile e necessario. Come il cucchiaio spesso citato nei dibattiti di design che sarà esteticamente ‘giusto’ quando funzionerà e sarà capace di raccogliere la minestra senza sbrodolarsi la camicia. Grafica utile, quindi, grafica manifesta. Utilità manifesta.
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Andrea Salvi Antonella Porfido Aurora Leone Bronzetto Bruno Morello Design Carina Wachsmann Carlo Zambotti Elisa Zampaglione Emanuele Serra Francesco Maria Giuli Gabriella Garzena Gianni Sinni Giorgia Bimbatti Giulio Vesprini Giuseppe Martinazzi Gumdesign UMWORKS4 | 44
Jan Guerrini Lirici Greci Manuel Casonato Marco Cisaria Mimmo Colucci Design Paola Natella Pietro Modena Piotr Vircig Roberto Ghibaudo Sergio Bezzanti Silvia Colaianni Stefano Tonti Studiocharlie Studio De'flumeri Mariani Tommaso Marcolla Toni Traglia UMWORKS4 | 45
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2006 LIBERTÀ E RECLUSIONE CAUSA-EFFETTO-ERRORE-PUNIZIONE-AZIONE-CONSEGUENZA
Anche i luoghi più duri possono generare creatività se progettati con spazi dedicati a forme espressive, dunque liberatorie.
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E’ difficile sentirsi liberi, anche in condizioni di apparente libertà. Le sbarre che tracciano confini possono essere ovunque, dentro e fuori di noi. Superare la dimensione dell’errore a favore della crescita sociale per tracciare nuovi codici di lettura dell’uomo e del suo agire nella collettività. Espiando la pena, dentro le carceri e nella reclusione, l’individuo è spesso privato della sua Identità, anche in presenza di energie positive e del desiderio di evasione attraverso la condivisione di sogni e capacità.
sulcarcere:untemafuoritema
um06/cc
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GRUPPO MELA-ZETA 27 | 05 | 2006. Interviene alla tavola rotonda La valenza sociale del design.
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Claudia Ciò che caratterizza gli eventi e gli incontri organizzati da Utilità manifesta, credo sia il mettere in primo piano le persone, siano esse dei ragazzi che partecipano ad un seminario o dei professionisti invitati ad una tavola rotonda, e proprio per questo diventa un momento di scambio. Per gli studenti è la possibilità di fare, insieme ad altri, per i professionisti quella di incontrare altre realtà, ed esserne coinvolti. La mia tesi di diploma, di cui sono stata invitata a parlare, sotto molti punti di vista, ha molto in comune con questo tipo di approccio, innanzitutto è un progetto che è stato portato avanti da quattro persone (io, Laura, Anna e Daniele) e fa del coinvolgimento, il suo punto di forza. "Tickets - viaggio nella grafica italiana" raccoglie venti interviste a studi grafici italiani, interrogandosi sul mestiere di grafico e sulla sperimentazione in Italia, partendo appunto dalle persone, il che per noi ha significato incontri a quattro occhi, viaggi a Milano, Treviso, Vicenza, Bologna, Firenze, Rimini, Pesaro, Urbino, Arezzo, Perugia, Terni e Roma. Parlare di progetti utili vuol dire chiedersi utili per chi, nel caso di Utilità Manifesta, lo sono sia per chi organizza, sia per chi vi partecipa, utile perchè si ha la possibilità di "mischiarsi". Daniele In genere in Italia la professione di grafico viene svilita da molte persone, che non hanno purtroppo coscienza di cosa sia veramente questo mestiere, esistono poche manifestazioni dove i professionisti si incontrano e si confrontano per migliorarsi e crescere professionalmente. Ma esistono ancora meno manifestazioni dove i professionisti si incontrano per discutere su come risvegliare le coscienze delle persone. Questo è un vero peccato, perchè a mio parere la massima aspirazione che può avere un grafico non è tanto quella di essere il più ardito e innovativo sul piano tecnico ed estetico, ma quella di essere un eccellente comunicatore che attraverso i
propri lavori spinge le persone a riflettere su problemi seri e reali. La funzione sociale di questo mestiere viene troppo spesso dimenticata o lasciata in secondo piano, mentre invece ci si dovrebbe ricordare che è estremamente importante, perchè è molto più utile realizzare un manifesto contro la guerra piuttosto che un bel marchio da mettere sulla carta intestata di uno studio di avvocati. Utilità manifesta è un'occasione unica nel panorama italiano, dove ci si può incontrare e confrontare, ma anche dove si possono toccare con mano problemi reali, e dove attaverso il contributo del proprio mestiere si può dare un segno tangibile di impegno sociale. Anna Utilità. Rendersi utili, fare qualcosa di utile. Nella parola utilità è insito il significato di quello che Molly & Partners ha voluto iniziare a muovere quattro anni fa, e che va avanti grazie al contributo di coloro che in questa parola vedono più di un insieme di lettere, più di un suono, più di una speranza. E non solo. Utilità vuol dire capire, vuol dire sensibilizzare, vuol dire fermarsi un attimo e fare qualcosa di più, fare qualcosa per gli altri. Destarsi dal proprio piccolo mondo e vedere i centomila intorno a noi, vedere le differenze, inciampare nelle crepe. E così voce chiama voce, mano prende mano, segno vince segno. Con il proprio segno, con la propria impronta, i progettisti di Utilità Manifesta riescono a dire quello che già è stato detto ma con una voce diversa, mettendo la propria professionalità, al servizio di qualcosa forse che è meno redditizio, ma sicuramente più umano. E fino a quando esisteranno "le utilità manifeste" , esisterà una grafica etica.
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GIANNI SINNI 27 | 05 | 2006. Interviene alla tavola rotonda La valenza sociale del design.
DOV'È LA GRAFICA DI PUBBLICA UTILITÀ OGGI?
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Non è facile definire oggi cosa sia e come si manifesti il design di pubblica utilità. Quello che è certo è che è difficile circoscriverlo all'interno delle tradizionali categorie del progetto visivo. E' difficile perchè – venuto meno il progetto politico che sottendeva alla definizione di “grafica di pubblica utilità” - non c'è più spazio per definizioni ex-cathedra, ideologiche se non moraliste, su ciò che è design sociale e su ciò che non lo è. Il confine, che una volta appariva netto e ben definito, che divideva un'attività progettuale impegnata e consapevole politicamente dal design in sé, si è fatto più labile se non è scomparso del tutto. La dimensione dell'impegno, dell'etica passa attraverso quella personale e, in questo passaggio, si amplia fino ad interessare l'intero proprio stile di vita. In altri tempi si sarebbe detto che “il personale è politico”, perchè proprio mettendo in comune il proprio “personale” si raggiunge una dimensione che potremmo definire, in realtà, pre-etica e che si esprime in questo “fare-rete”, in questo condividere continuo di esperienze, di testi, di immagini, di video, di musiche. Ed è una realtà che si esprime con la rapidissima affermazione degli strumenti in rete di social network, che ha arricchito il campo
della comunicazione di un “metalivello” di discussione, aperto e democratico quanto rumoroso. E'interessante notare che, per la prima volta, i professionisti della comunicazione rappresentano solo un'esigua minoranza dei produttori di contenuti universalmente disponibili: il designer non è più l'intermediario professionale e privilegiato tra il committente e il consumatore. Proprio da questa considerazione Ellen Lupton si spinge a individuare una funzione sociale del design, non più una professione o una disciplina accademica. Lo stesso designer , come il gramsciano intellettuale organico, si trova a rivestire dunque una funzione educatrice verso il resto della società, incoraggiando il pubblico ad usare appropriatamente quegli strumenti del design che ha ormai quotidianamente a disposizione. Forse una risposta possibile alla nostra domanda iniziale , è che la pubblica utilità” sia oggi identificabile con la stessa dimensione sociale del design, questo spazio collaborativo in cui ci troviamo sempre più spesso a condividere contenuti, discussioni, idee.
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Alessandro Schiavone Gabriella Garzena Giada Fuccelli Francesca Di Giorgio Gabriele Rigamonti Jan Guerrini Marco Piroli Niccolò Mazzoni Roberto Ghibaudo Tommaso Catalucci Vittorio Turla
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2007 RIFLETTERE+RIFLETTERSI GIOVANI DESIGNER INTERPRETANO IL TEMA DELL'ACCOGLIENZA E DELL'INCONTRO DI POPOLI DIVERSI
Abituati a viaggiare all'estero, a studiare lingue che ci mettano in comunicazione con il resto del mondo, a gustare sapori non tradizionali, a incontrare volti che raccontano chiaramente di altri paesi e culture eppure ancora cosĂŹ lontani dalla realizzazione di societĂ emotivamente multiculturali. Multicultura, ossia cultura di molti, fatta da molti. Nonostante la definizione suoni accattivante ci ritroviamo ancora a studiarci da dietro la porta, sottolineando la demarcazione tra mio e tuo, la dolorosa sensazione della diffidenza, senza chiederci come arrivare alla condivisione di un bene comune.
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RIFLETTERE+RIFLETTERSIINtheWORLD CAPIRE NONFUGGIRE AGGIUNGERE NONTOGLIERE
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UN IMPEGNO PER RIFLETTERE E RIFLETTERSI IN NUOVE REALTÀ. UN CONTRIBUTO PRAGMATICO E VISIONARIO ALLA COESISTENZA TRA I POPOLI. VOLONTÀ DI RI-SCOPRIRSI COSMOPOLITI OSSERVANDO IL MONDO DAL MINUSCOLO. PIÙ VALORE ALLA MULTICULTURALITÀ È IL MESSAGGIO, ACCOGLIERE E MANIPOLARE CON FORZA IL VALORE DELLA CONDIVISIONE, IL MEZZO. AGGIUNGERE, NON TOGLIERE. CAPIRE, NON FUGGIRE.
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Vetrofania progettata nel corso dei workshop dedicati alla multicultura. E' diffusa nella cittĂ di Terni con la collaborazione delle attivitĂ commerciali che aderiscono alla campagna di sensibilizzazione alla accoglienza
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FRANCESCA DI GIORGIO / LIRICI GRECI 05 | 06 | 2007. Interviene alla tavola rotonda Pi첫 valore alla multicultura.
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Utilità Manifesta nasce da un’idea vincente sia sul piano sociale, in quanto serve a non dimenticare la realtà che ci circonda nella globalità dei suoi aspetti, anche i più spiacevoli, trascurati nella rassicurante routine quotidiana, sia sul piano grafico, poiché in grado di ridisegnare in maniera brillante il ruolo del progettista, investito dell’importante compito di portare comunicazione dove c’è silenzio sociale. Il grafico diventa quindi un narratore del sociale che cerca di esprimere, tramite l’esperienza visiva, la realtà che lo circonda, autentica, senza mezze misure e a volte cruda. Ed è proprio l’immagine lo strumento per veicolare i grandi valori sociali di cui si fa portavoce. Questo progetto è, inoltre, un’importante occasione di incontro per designer e professionisti della comunicazione che si confrontano su tematiche alternative e si raffrontano anche con le nuove generazioni di progettisti in formazione; un’opportunità per questi ultimi di rapportarsi con i grandi maestri della grafica che potrebbe contribuire al loro percorso di formazione e miglioramento.
Anche lo studio Lirici Greci si è fatto portavoce degli stessi valori del progetto, investendo sui giovani, nel cambiamento e nella grafica come potente mezzo espressivo e utile nel sociale. Credo che bisogna investire sui giovani che con il loro entusiasmo e la loro apertura verso il nuovo e il diverso saranno la base per un domani migliore. Perciò ho aderito con entusiasmo alle iniziative di questo progetto “no profit” partendo proprio dall’esperienza fatta nella pubblica utilità per il Comune di Ancona. Nel futuro mi auguro che “Utilità Manifesta” continui il suo percorso cercando di coinvolgere più partner allargandosi anche alle problematiche esistenti nella comunità europea. Cercando quindi di divulgare lo spirito brillante e i valori che animano questa iniziativa con adeguate campagne di informazione e propaganda, in grado di sensibilizzare le persone, tanto da aumentare il numero di iniziative e da coinvolgere in esso altri campi, come il cinema, il teatro o la musica, potenti mezzi espressivi e alleati giusti per riportare alla luce ciò di cui Utilità Manifesta si fa portavoce.
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wg4 web gallery www.utilitamanifesta.it
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Alfredo Laneve Antonella Mattei Chiara/Francesco, Lirici Greci Chiara Iselin Fabio Della Ratta Flavio Melchiorre Francesco Corsale Jan Guerrini Laura Morandini, Cdm Maria Cristina Sacchetti Mario Piazza Massimiliano Musina Massimo Nava Roberto Miele Tiziana Cittadini Tommaso Marcolla UMWORKS4 | 71
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RIFIUTATA
L'avevamo sentito dire molte volte dal 2002 fino al mese di giugno 2007.
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[...] sorridiamo tristemente dell'insensibilità diffusa nelle Istituzioni locali a temi di utilità sociale. E sorridiamo altrettanto tristemente della loro comprovata in-abilità a gestire i soldi dei cittadini, destinandoli sempre verso gli stessi soggetti, per iniziative senza alcuna ricaduta sul territorio, in costante conflitto di interessi.
Terminava così il testo inviato a Creatives are bad -mostra sulla comunicazione rifiutata del 2007- riferito alla campagna Multicultura-un tassello per la nuova società, progettata con l'obiettivo di sensibilizzare il cittadino umbro al fenomeno della immigrazione. Poi, a giugno, la partecipazione a Ideas that matter by Sappi, la selezione tra 92 progetti europei e la realizzazione (personale) a livello regionale.
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SAPPI IDEAS THAT MATTER 2007
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UTILITÀ MANIFESTA / DESIGN FOR SOCIAL Campagna per l’integrazione culturale e sociale degli immigrati
A lungo ignorata, la campagna sociale “Multicultura-un tassello per la nuova società” è selezionata tra i progetti europei meritevoli di realizzazione da ideas that matter by Sappi ed. 2007. Tra il 2006 e il 2007 abbiamo ripetutamente presentato la campagna agli enti locali affinchè ci sostenessero. Ai nostri occhi, promuovere la cultura della differenza in una città come Terni è necessario, soprattutto se si riflette sul fatto che numerose comunità straniere - indiane, albanesi, africane, rumene, latinoamericane – concorrono, ogni giorno, a trasformazioni socio-culturali della città e della regione.
Gli incontri presso il Ce.s.vol di Terni con i rappresentanti delle Associazioni Sin Fronteras e Namasté della città ci hanno ulteriormente convinti dell'importanza di presentare lo straniero alla popolazione locale valorizzandone le potenzialità. Abbiamo a lungo riflettuto sulle difficoltà delle varie comunità straniere a integrarsi con la cittadinanza e sulla necessità di sensibilizzare i locali ai disagi, anche psicologici, che l'immigrato deve affrontare nei processi d'inserimento in realtà di non appartenenza.
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Body-copy text La fusione tra le nostre tradizioni e il resto del mondo è un dato di fatto. Occorre prenderne coscienza. L'immigrato è portatore di valore. E' una persona che ha fatto una scelta importante: lasciare la propria terra, i familiari, le abitudini, le certezze. E' una persona che arriva mutilata di un pezzo di vita, quella lasciata nel proprio paese. Accogliamolo con un atteggiamento intelligente, costruttivo. Scopriremo che attraverso il contributo degli immigrati crescono le opportunità di crescita economica e culturale. Il concept Sensibilizzare la popolazione al fenomeno della multicultura, valorizzare la cultura della differenza a partire dal modo di presentarla. Multicultura: cultura fatta da molti. Questo associa i concetti di addizione e molteplicità. Poi i loro opposti, sottrazione e divisione; ci siamo resi conto di avere trovato la giusta chiave di pensiero. Ci siamo più volte chiesti quale potesse essere un segno riconosciuto e riconoscibile da un gran numero di persone, italiani, umbri, ternani; un segno deciso, di forte impatto grafico che esprimesse in sé i valori riferibili sia ai vantaggi che ai problemi derivanti dalla convivenza tra culture diverse. I quattro segni aritmetici, semplici, immediati, incisivi: +, x, -, :, sono i segni utilizzati nei visual.
Dal brief di progetto Sensibilizzare la città alla multicultura e all'immigrato. Promuovere il processo di integrazione culturale e sociale tra immigrati e comunità cittadina. Promuovere l'integrazione culturale come sana abitudine quotidiana. Valorizzare il ruolo dell'immigrato nella città come fonte di ricchezza culturale ed economica. Promuovere i valori della accoglienza, della solidarietà, del rispetto delle altre culture. Veicolare messaggi a più livelli, in grado di attirare l'attenzione di un target vasto, costituito da uomini, donne, ragazzi, bambini.
funded by
selezione 2007
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PER NOI QUESTA È L'IDEA DEL MONDO
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Parola e segno. Decidiamo di studiare delle frasi d'entrata che giochino con lo smembramento di termini comunemente usati-abusati come condivisione dove il concetto di sharing è sottolineato dal segno :, o più ambigui come addizione culturale, sottrazione del pregiudizio, molteplicità di pensieri dove i segni +, -, x sono utilizzati in senso positivo. Il nostro “campione” un gruppo di amici stranieri con estrazioni e livelli culturali diversi ci restituisce conferme positive. Il bersaglio non sono certamente loro ma l'uomo della strada, italiano, con molti pregiudizi, distante dai valori positivi dovuti alla mescolanza. Vogliamo per lui un segno forte, poche cose da dire, chiare, immediate, facendo leva sullo sradicamento che lo straniero vive lontano dal proprio luogo di origine, con una buona dose di positivo realismo. Le headlines intervengono a spiegare il significato dei segni, mentre il testo invita la cittadinanza a sostenere processi di incontro con lo straniero e a valorizzarlo come portatore di crescita economica e culturale. Il colore: rosso. Attenzionale e segnaletico comunica che è in prossimità di una comunicazione importante, da rispettare.
Sottotitoli Per noi questo è il dialogo, questa è l'idea dell'integrazione, questa è l'idea del mondo, questa è multicultura. Main pay-off Multicultura. Un tassello per la nuova società.
I segni sgranati e gestuali significano forte precarietà, improvvisazione, bisogni e necessità ma anche ingrediente da mescolare, ancora grezzo ma potente, arricchente per una sipida convivenza. Affissione esterna su grande e medio formato, locandine, espositori da banco e cartoline, dinamica, paline e pensiline bus, quotidiani veicolano sul territorio umbro la campagna.
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PER NOI QUESTO È IL DIALOGO.
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PER NOI QUESTA È L’IDEA DELL’INTEGRAZIONE. La fusione tra le nostre tradizioni e il resto del mondo è un dato di fatto. Occorre prenderne coscienza. L’immigrato è portatore di valore. E’ una persona che ha fatto una scelta importante: lasciare la propria terra, i familiari, le abitudini, le certezze. E’ una persona che arriva mutilata di un pezzo di vita, quella lasciata nel proprio paese. Accogliamolo con un atteggiamento intelligente, costruttivo. Scopriremo che attraverso il contributo degli immigrati crescono le opportunità di crescita economica e culturale.
MULTICULTURA. UN TASSELLO PER LA NUOVA SOCIETÀ
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PER NOI QUESTA È L’IDEA DELL’INTEGRAZIONE.
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PER NOI QUESTO È IL DIALOGO.
MULTICULTURA. AGGIUNGE VALORE PER LA NUOVA SOCIETÀ UMWORKS4 | 87
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PER NOI QUESTA È L’IDEA DEL MONDO.
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molteplicità
PER NOI QUESTA È MULTICULTURA.
MULTICULTURA. RAFFORZAMENTO PER LA NUOVA SOCIETÀ UMWORKS4 | 91
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L?INTEGRAZIONE HA UN SAPORE PI GUSTOSO.
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PER NOI QUESTA È MULTICULTURA.
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e n o i s i v n co di PER NOI QUESTA È L’IDEA DEL MONDO.
MULTICULTURA. MOLTIPLICA I VALORI PER LA NUOVA SOCIETÀ
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Francesco Maria Giuli / concept, grafica, copywriting Stefania dell’Aquila / copywriting Marco Piroli / concept, editoria Fiorella Ferracci / copywriting Luca Cruccolini / web design Emanuela Zara / coordinamento, pianificazione Federica Iacobis / coordinamento, produzione
L'esperienza della campagna realizzata grazie al concorso Sappi / ITM ci insegna che progettare social design mettendo in rete sensibilità capaci di fare emergere i bisogni del territorio, può costituire un segnale importante per amministrazioni disattente ed eternamente in ritardo. E' insieme che si costruisce e si migliora il mondo, anche con la forza semplice di un segno grafico.
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Pedro Alvarez, Chihuahua (Messico).
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Ajid Sheik, Calcutta (India)
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Rajesh Hamal, Colombo (Sri Lanka)
Rita Massoli, Terni. Hafezi Aslam, Lahore (Pakistan)
Filippo Corsini, Arronei.
Jorge Garcia, Quito (Equador).
L?INTEGRAZIONE HA UN SAPORE PI GUSTOSO. MASTICHIAMO INTEGRAZIONE TUTTO IL GIORNO.
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Marco Bistocchi, Orvieto.
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INTEGRAZIONE, LA MANDIAMO GIÙ DA SEMPRE. Cheng Mei Li, Canton (Cina)
MASTICHIAMO INTEGRAZIONE TUTTO IL GIORNO. Awa Quaku, Abidjan (Costa d’Avorio)
Ferdinando Sanchez, La Paz (Bolivia)
Gaspare Salvati,Ferentillo.
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Victoria Perez, Bahia (Brasile).
Alfio Proietti, Amelia.
STIAMO CRESCENDO A PANE E INTE GRAZIONE.
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ATTRAVERSAMENTI 2007
Festival Diffuso della Grafica: ha riunito la grafica italiana in Umbria, con il coinvolgimento di 14 comuni. A Narni, la Rocca di Albornoz ha visto la presenza di UtilitĂ manifesta-design for social con due installazioni. Un concentrato di buona comunicazione.
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PIANETA TERRA: AVVISO DI CHIAMATA
SOS - spesso rappresentato graficamente come S.O.S. - è il segnale di richiesta di aiuto universalmente adottato. Eppure evidentemente inflazionato, tanto da non produrre più alcun effetto quando a chiedere aiuto è il pianeta. Ognuno, nel proprio piccolo, sta alimentando una irragionevole indifferenza al fatto: uomo, natura e fauna o si salvano o si perdono insieme. Il confine tra uso e ab-uso è stato attraversato.
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CHI È IL PIANETA? WHO IS THE PLANET? L'UOMO IL FILO D'ERBA LA PECORA LA TERRA LA NUVOLA IL FIORE L'ACQUA IL SOLE GLI UCCELLI IL BAMBINO L'ORTO IL PINGUINO LA PIETRA LA ROCCIA IL VENTO LA PIOGGIA L'INDUSTRIA LA CAMPAGNA IL MARE LA MONTAGNA LA CARTA LA LATTINA LA PLASTICA LA BENZINA L'OSSIGENO L'ANZIANO LA MACCHINA IL GHIACCIAIO LA DONNA LA FORESTA L'ORSO BRUNO IL DELFINO L'ORSO BIANCO IL PINGUINO LA FOCA LA BALENA LA NOTTE IL GIORNO IL SEME IL LAGO I PESCI IL NEONATO LA FOGLIA L'ALBERELLO IL CALDO IL FREDDO L'UOMO BIANCO L'UOMO NERO LA FAME LO SPRECO ATTENZIONE AMBIENTALE RESPONSABILITÀ IM-POPOLARE
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2008 EFFETTO TERRA Proclamato dall'ONU anno internazionale del pianeta Terra, il 2008 si fa carico della responsabilità di porre in essere azioni di risanamento ambientale per il bene comune. UM individua interessanti parallelismi tra il tema ambientale e quelli precedentemente sviluppati. Non sfugge, infatti, come la guerra, l'infanzia negata, l'errore, i conflitti tra popoli siano metafore dei molteplici livelli e forme di degrado che caratterizzano le nostre società. Contrabbandare lo sfruttamento per progresso e quest'ultimo per sviluppo non potrà avere risultati positivi nella corsa al recupero dell'ambiente: per tutto il 2008, il graphic design di UM si renderà portavoce di questo messaggio.
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80%: la percentuale di denaro grigio e nero, denaro «sporco», che arriva in Svizzera da bottini delle reti internazionali del traffico di droga, armi, corruzioni politiche e sottrazioni fraudolenti di molti capi di Stato del Sud del mondo.
15 miliardi di euro: la spesa annua per l’acquisto di profumi in Europa e in USA. 20 miliardi di euro: la spesa annua in cibo per animali in Europa e in USA. 60 miliardi di euro: la spesa annua in sigarette in Europa.
90%: la percentuale del denaro investito in ricerca e sviluppo di nuovi farmaci destinata ai problemi sanitari del 10% della popolazione mondiale. 0,2%: la percentuale di denaro investito in ricerca di malattie che colpiscono la popolazione mondiale più povera (polmonite, diarrea, tubercolosi).
2,5 milioni: i morti in 5 anni, solo nella guerra della Repubblica Democratica del Congo. 100 milioni: i bambini che vivono per strada nel mondo. 2,5 dollari: la cifra giornaliera stanziata dalla Unione Europea in sussidi per le mucche europee.
600 milioni: la popolazione dei 48 stati africani. 1 miliardo e 250 milioni: gli uomini e le donne senza futuro né lavoro né assistenza in tutto il mondo, «gli esuberi» per il sistema. 900 miliardi di dollari: la spesa annuale mondiale per gli armamenti.
80%: la percentuale di popolazione che vive nelle baracche costretta a pagare l’affitto per la propria baracca. 246 milioni: il numero dei bambini costretti a lavorare nel mondo. 73 milioni: il numero dei bambini costretti a lavorare che hanno meno di 10 anni.
7000 scellini: la richiesta per 70 miliardi di dollari: occuparsi di una sepoltura a l’investimento americano per Nairobi. 45%: percentuale dei la costruzione dello scudo bambini di Nairobi che non spaziale. 2,5 dollari: la cifra inizieranno mai la scuola giornaliera stanziata dalla elementare. 50 anni: il tempo Unione Europea in sussidi per residuo, stimato da alcuni le mucche europee. scienziati americani per 3: le famiglie americane che cambiare il nostro stile di vita e detengono l’equivalente in salvare il pianeta dal suo denaro del prodotto interno inarrestabile declino. lordo di 48 stati africani. 1km e mezzo di larghezza per 1 km di lunghezza: lo spazio dove sorge Korogocho. 1 miliardo e 300 milioni di dollari: la cifra che i G8 hanno destinato alla ricerca contro l’AIDS. 40 centesimi di dollaro: l’investimento dei G8 per ogni ammalato di AIDS nel mondo.
80%: la percentuale dei baraccati che non possiedono la baracca. 100: il numero approssimativo delle baraccopoli a Nairobi. 150: le comunità religiose che vivono nella Nairobi-bene città. 3 km: la distanza che divide Korogocho dalla ricca zona residenziale di Muthaiga. 150.000: gli abitanti di Korogocho.
3400: i miliardi stanziati per il Giubileo di Roma del 2000. 37.000: il numero dei bambini che ogni giorno muoiono nel mondo per malattie da tempo curabili (diarrea, polmonite, malaria). 40 milioni: i malati di AIDS nel mondo. 28,5 milioni: i malati di AIDS in Africa.
1 minuto: il tempo in cui si spendono 2 miliardi per le armi nel mondo. 1,5%: la percentuale dello spazio nella città di Nairobi in cui vive il 60% della popolazione. 30.000: i bambini di strada a Nairobi (Kenya). 4 milioni: gli abitanti di Nairobi. 2 milioni: gli abitanti di Nairobi che vivono nelle baraccopoli.
Tratto da: Mario Lancisi / Alex Zanotelli: sfida alla globalizzazione / Casale Monferrato (AL), Edizioni Piemme, 2003, pp. 195-199.
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3: le famiglie americane che detengono l’equivalente in denaro del prodotto interno lordo di 48 stati africani. 500: il numero delle persone che muoiono in Kenya per AIDS al giorno. 1 minuto: il tempo in cui muoiono 100 bambini di fame nel mondo.
30 scellini: la paga giornaliera di un lavoratore comune a Nairobi. 50 scellini: la richiesta di affitto per una stanza a Soweto, la baraccopoli più povera di Nairobi. 200 scellini: la richiesta di affitto per una stanza nelle altre baraccopoli di Nairobi. 1000 scellini: la richiesta minima per ricevere assistenza al Kenyatta Hospital di Nairobi.
50%: la percentuale degli abitanti di Korogocho che risultano essere sieropositivi. 3 metri per 4 metri: le dimensioni delle baracche a Korogocho. 1: il numero di servizi igienici ogni 30-50 famiglie della baraccopoli di Korogocho. 10 scellini: il costo di un biglietto di autobus per raggiungere la città di Nairobi dalle baraccopoli.
20%: la percentuale di denaro pulito che alimenta il sistema finanziario svizzero. 92%: la percentuale della produzione bellica italiana venduta ai paesi del Sud del mondo. 60 miliardi di dollari: l’investimento americano nei prossimi anni per rinnovare l’arsenale atomico. 36.000: le ogive nucleari in possesso di USA e Russia. 13 miliardi di dollari: la cifra annua necessaria a debellare la fame e i problemi della sanità in tutto il mondo. 360 dollari: la cifra che ogni bambino che nasce nel Sud del mondo «deve restituire» al Nord del mondo.
40 milioni: i morti annuali per fame, guerre, distruzione dell’ambiente, in tutto il mondo. 2 miliardi: la cifra in un tabulato di una parrocchia di Roma, alla voce «entrate comunioni». 18 milioni: il prezzo di un abito da sposa usato durante una cerimonia religiosa a Pisa.
500 miliardi di dollari: l’investimento annuale in armi degli USA: 250 miliardi di dollari: l’investimento annuale in armi dell’Unione Europea. 17%: la percentuale delle risorse mondiali a disposizione di quell’80% della popolazione mondiale.
20%: la percentuale della popolazione mondiale (ricchi) che si «pappano» («consumano» NdA) da soli le risorse del mondo. 83%: la percentuale delle risorse mondiali «pappate» da quel 20%. 80%: la percentuale della popolazione mondiale (poveri) esclusa da questo pasto. 300-400: il numero delle famiglie che «maneggiano» tutta l’economia mondiale. 1 dollaro: la cifra giornaliera con cui vive l’80% della popolazione mondiale. 5 miliardi: la cifra della popolazione «povera» stimata per il 2005.
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2008 EFFETTO TERRA Anticipazioni sul tema avevano caratterizzato la manifestazione di Attraversamenti (Settembre 2007, Rocca Albornoz di Narni) con la mostra Messages in a bottle. In occasione del nuovo progetto, il graphic designer è chiamato a confrontarsi con il concetto di ecosistema: sociale, politico, economico, ciascuno caratterizzato da una moltitudine di sottoinsiemi, concorrenti a dettare le condizioni di vita e di sopravvivenza di ogni essere vivente. L'installazione: 100 bottiglie che ospiteranno oltre 100 messaggi dedicati al nostro pianeta.
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CATTIVI PENSIERI PER UN DESIGN MIGLIORE Pensare, un segno in avanti Qui è altrove. Non esiste guerra, diritto violato, solitudine o discriminazione, aggressione alla dignità umana, sfruttamento ambientale che non possa avere replica. Per questo Utilità manifesta e molly&partners insistono sul dovere di agire un design utile, sempre, ovunque.
Il graphic design come dimensione umana: in esso, letture della vita, dell'uomo, dell'ambiente in ogni suo aspetto.
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GIO RNO DEL LA M EMO RIA MEM ORI AL D AY MAI PIÙ
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Per il supporto, il coinvolgimento e il sostegno, nella condivisione di una comune tensione alla bellezza e alla utilitĂ sociale del graphic design, UtilitĂ manifesta e Molly&partners ringraziano Sappi | Ideas that matter Aiap | Associazione Italiana Progettazione per la Comunicazione Visiva UtilitĂ manifesta un progetto a cura di molly&partners con il patrocinio di Provincia di Terni Comune di Terni con il sostegno di Comune di Amelia Comune di Narni partners di progetto Fedrigoni Group ATC Azienda Trasporti Consorziali Terni Placebo Locale Pubblico Confcommercio Terni Federici Tipolitografia Stampa&Stampe Emergency Terni Unicef Terni Casa Circondariale Terni Ce.S.Vol Terni
Ringraziamo tutti i giovani progettisti che hanno preso parte al progetto, vedendo in questi le nuove energie del progetto grafico, sempre pronti a rispondere positivamente agli stimoli della associazione.
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AUTORI DEI PROGETTI 2004 Lukas Bergmann, Naoh Passeri, Luca Sorgenti, Stefania Cupidi, Marco Formica, Angela Squarcia, Sara Carlini, Matteo Olivieri, Tania Taddei 2005 Candida Spagnoli, Tatiana Di Pietro, Claudia Caruso, Valentina Mascellini, Elisa Pietrelli, Chiara Cardinelli, Irene Serafini, Elisa Rossi, Silvia Colaianni, Paola Natella 2006 Maria Pia Alloggio, Elena Franchi, Luca Bellisario, Raffaella Forti, Claudia Battaglioli, Martina Costa, Alice Galiotto, Filippo Frazzetta, Ileana Simon Floare, Francesca Ciccotti, Valentina laurenti, Noemi Quartucci, Simone Di Giampietro, Daniele Rossi, Gabriele Raggi, Thomas De Luca, Vladimiro Todini, Fabio Giulivi, Giulia Piccirilli, Matteo Venturi 2007 Samuele Tralascia, Cristian Caviglioni, Marta Panfili, Erika Virgili, Kamilla Valentini, Claudia Fusi, Thomas De Luca, Jerman Akhibi, Francesca Ceccolli, Sara Pettirossi, Laura Benelli, Matteo Cataneo, Laura Sanzi, Silvia Malavasi, Alessandra Colombini, Michele De Iuilis, Maurizio Gatto, Arlind Mema, Antonio Taverna, Elena Franchi, Alessandro Mandanici, Claudia Battaglioli, Francesca Ciccotti, Daniela Palermi, Agnese Bartolini.
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PER FINIRE UN NUOVO INIZIO
Utilità manifesta nasce in un contesto territoriale abbarbicato sul suo passato storico-industriale che pur alimentando entusiasmi per forme di innovazione culturale fatica poi ad esserne custode e promotore coerente. Le possenti acciaierie della città racchiudono ancora, prepotentemente, molte delle ambizioni dei più giovani che imparano la cultura operaia tralasciando l'emozione del cambiamento in cambio del guadagno sicuro. Da questo, l'importanza per il progetto di essersi affermato a livello locale e di avere portato nel territorio obiettivi di evoluzione culturale e forme per attuarlo. Oggi, i progettisti dell'associazione desiderano proseguire il dialogo con il proprio territorio, senza tralasciare il confronto e forme di condivisione con realtà più grandi, inserite in contesti educati e propensi alla cultura del progetto.
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Questa storia narra del mondo di come un giorno compare l'uomo di come l'uomo diventa padre di come la forza ha trovato pace. Di come la volontà diventa famiglia di come la libertà trova giustizia. In questa storia l'amico è sostegno l'orgoglio impegno il seme raccolto l'acqua evoluzione la lontananza desiderio di vicinanza. Qui la partecipazione diventa comprensione la guerra ostacolo alla pace l'errore sasso in cui si può inciampare.
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