Le città e la memoria

Page 1

Ianira : / Ian - ira / s. m. da|Ianus, Iani | Giano, antica divinità

italiaca rappresentata con due facce ( bifronte ) per guardare il futuro e il passato ma anche perché, essendo il dio della porta, può guardare sia all’interno sia all’esterno. Il suffisso -ira conferisce il carattere di città, polis.


2


Le città e la memoria.

Ianira è il parco a tema che ci meritiamo Scendendo dall’appennino il viaggiatore si imbatte nella vista di una strana città, fatta di muri diroccati, chiese scoperchiate, torri smerlate, templi peripteri ormai senza cella, essa è Ianira, la città del riscatto. Qui, tutti i siti storici ed archeologici abbandonati o in via di distruzione della penisola italica conquistano una nuova vita, smontati dal luogo originale vengono trasportati fino a Ianira, dove vengono catalogati ed assegnati al proprio quartiere di appartenenza; lì vengono quindi rimontati, restaurati e resi accessibili a visitatori e studiosi. Se da lontano sembra un centro disabitato per via dell’incompiutezza dei suoi edifici, addentrandovi il visitatore scoprirà che vi è un’attività febbrile e che i muri non sono incompleti bensì distrutti. Ianira è la città che da vita a città morte. Un Aldilà architettonico che permette alle rovine d’Italia una nuova vita. L’insediamento si sviluppa come una sorta di grande archivio di oggetti smarriti dove però gli oggetti sono architettonici; l’enorme

3


patrimonio storico ormai caduto in rovina, abbandonato, maltrattato e saccheggiato dall’uomo viene ricoverato in questo ospizio per edifici, dove finalmente può essere curato e gestito da squadre di restauratori, architetti, archeologi che grazie alle virtù della vicinanza e dell’efficienza possono prendersene cura. Camminando per le strade ci si accorgerà che non si tratta di uno scenario apocalittico, che non è esplosa alcuna guerra né bomba, che nessun cittadino è fuggito per via di qualche calamità, si tratta si di un panorama metafisico abitato! Uomini donne e bambini affollano le vie e dagli edifici sbucano persone e non più erbacce o parassiti. Si tratta di una vera e propria città di fondazione, costruita, o meglio, ricostruita non secondo le regole canoniche con diversi nuclei insediativi, quartieri con piazze, servizi pubblici, parchi e residenze omogeneamente disposte, bensì secondo le categorie di appartenenza; vi è perciò la contrada delle chiese e luoghi di culto, dei palazzi del comune, dei templi e così via. Il forestiero si imbatte quindi, man mano che si addentra nella città in quartieri costituiti interamente da torri campanarie una accanto all’altra in base ad una classificazione di ordine qualitativo e non più secondo uno schema strategico. L’immagine che si delinea è di un luogo assurdo, inconcepibile per una mente umana abituata a strade dove si alternano chiese, palazzi, piazze, fontane e torri. Ogni volta che si gira l’angolo in questo reticolo viario ci si imbatte in una visione che sembra essere stata rubata a DeChirico, una moltitudine di battisteri si staglia a perdita d’occhio, una miriade di fontane monumentali ammassate come in un capriccio piranesiano creano affollati coni ottici verso un’orizzonte infinito. Perché Ianira è in continua espansione, Ianira non ha fine. L’avventore allora non può fare a meno di immaginarsi la cerimonia di fondazione, il giorno in cui un moderno Romolo tracciò il solco delle mura nel suolo, avranno forse seguito un rituale? Interpellato degli aruspici, interpretato qualche segno dal Cielo? E quanto fermento nel cantiere dove impalcature e rovine si confondono, cortei di camion carichi di colonne doriche, cupole, campane e metope fanno il loro ingresso trionfale in città. Quasi si può palpare l’entusiasmo di quelle giornate di attività frenetica.

4


A volte succede che arrivi in città un nuovo arrivato, ecco allora che una piccola folla si raggruppa subito in prossimità degli autocarri, curiosi di scoprire se si tratti di un mulino, una tomba etrusca o dell’ennesima chiesetta di campagna. Visitati e visitatori troveranno finalmente il loro equilibrio, turisti, archeologi ed esperti del settore riusciranno finalmente a convivere grazie ad una serie di “macchine di esplorazione” che permettono di penetrare in sicurezza anche negli angoli più impervi. Le rovine brulicheranno di vita e torneranno ad essere vissute, abitate, incastonate in un groviglio gotico di ponteggi ma conservando al contempo il loro fascino decadente.

5


Littoria Sabaudia Pontinia Guidonia Aprilia Pomezia Fertilia Ribolla Albinia Sibari Carbonia Diomira Isidora Dorotea Zaira Anastasia Tamara Zora Despina Zirma Isaura Maurilia Fedora Zoe Zenobia Eufemia Zobeide Ipazia Armilla Cloe Valdrada Olivia Sofronia 6

Eutropia Zemrude Aglaura Ottavia Ersilia Bauci Leandra Melania Smeraldina Fillide Pirra Adelma Eudossia Moriana Clarice Eusapia Bersabea Leonia Irene Argia Tecla Trude Olinda Laudomia Perinzia Procopia Raissa Andria Cecilia Marozia Pentesilea Teodora Berenice Ottante


Ofiuco Vela Altare Andromeda Cassiope Idra Lira Albali Mira Tegmeni Aludra Gomeisa Algedi Nashira Albireo Alfecca Meridiana Tramontana Grecale Levante Scirocco Ostro Libeccio Topolinia Paperopoli Crastinus –a –um

futuro

-bia -ira -ara -ide -dia 7


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.