rassegna stampa 30 settembre 2020

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30-SET-2020 Estratto da pag. 1-12

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MERCOLEDÌ 30 SETTEMBRE 2020 LA NUOVA

VENEZIA

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Verso la nuova giunta

Brugnaro-Salvini Un faccia a faccia per ridisegnare le alleanze in città L’incontro di mezz’ora nella sede della Città metropolitana «Messo al centro i programmi per rilanciare Venezia» Mitia Chiarin

Brugnaro-Salvini, mezz’ora di faccia faccia a Venezia, a Ca’ Corner, nella sede della città metropolitana. L’incontro tra alleati di governo della città di Venezia, si è svolto ieri mattina prima della conferenza stampa di Luca Zaia e Matteo Salvini all’hotel Monaco. Un incontro che si è trasformato in una sorta di mini vertice sui grandi temi della città. A dirlo è lo stesso leader del Carroccio. «Ora a Venezia ci aspettiamo fatti: scavi di canali e la candidatura di Venezia per sedi di enti internazionali o multinazionali che magari escono dalla Gran Bretagna. Venezia è patrimonio mondiale», dice il segretario della Lega al punto stampa. «Con Luigi abbiamo parlato di tutti i problemi, come delle Grandi navi. Le sfilate dei ministri in campagna elettorale non hanno portato bene al loro candidato, ma adesso aspettiamo i fatti: lo scavo dei canali, i fondi, la possibilità di ospitare organismi internazionali che escono per esempio dal Regno Unito, ma occorre l'appoggio del Governo. Abbiamo ragionato», dice ancora Salvini, sul fatto che «l’esperienza di Brugnaro potrebbe essere utile su altri piani». Quali siano i piani lo precisa dopo riferendosi anche

al ruolo e al peso politico, e mediatico, del presidente della Regione Luca Zaia con cui Salvini ha parlato prima dell’incontro con il primo cittadino, fresco anche lui di rielezione. «Sia Luca Zaia che Luigi Brugnaro saranno due risorse preziosissime a livello nazionale», dice Salvini ai giornalisti. E continua a spiegare il senso dei due in-

Sindaco soddisfatto «Il leader della Lega persona fondamentale per il nostro Paese» contri veneziani. «Abbiamo iniziato un percorso - ha proseguito Salvini - che si concluderà fra cinque anni. Stiamo già ragionando su cosa fare in questi cinque anni: le Olimpiadi del 2026 saranno il fantastico coronamento di questo percorso, poi fra cinque anni dovremmo fare meglio del 76% di questa volta», ha concluso. L’incontro tra Luigi Brugnaro e Salvini è stato una sorta di faccia a faccia, presenti solo loro due, dicono dallo staff del primo cittadino. Il Carroccio porta in consiglio comunale 5 consiglieri e in giunta avrà tre assessori, tra cui il vicesindaco, e il nome praticamente certo è quello di Andrea Tomaello, coordinatore provincia-

le del partito e fedelissimo di Salvini e Zaia). Ed è ovvio che il confronto tra i due ha riguardato anche la composizione della prossima giunta, e del peso che avrà il Carroccio nella nuova amministrazione comunale. Anche se la Lega come partito non ha fatto il botto, il traino della lista Zaia per l’alleato della civica fucsia, è stato determinante per garantire la vittoria al primo turno di Brugnaro che però si smarca quando gli si chiede quali sono i futuri piani che lo possono interessare. Forse un salto nella politica nazionale? «Non ho alcun commento da fare, faccio il sindaco qui a Venezia per altri cinque anni e sto pancia a terra», ribadisce Luigi Brugnaro da Mestre dove ha presenziato alla messa solenne per il patrono di San Michele. «Con Salvini abbiamo parlato di tutto, ma non ho nulla da commentare. L’incontro è stato molto positivo e sono convinto che Salvini sia una persona a fondamentale per il paese». Nulla fa trapelare il sindaco sugli assessori che chiamerà nella sua giunta. «Adesso ci mettiamo al lavoro per la giunta», ribadisce Luigi Brugnaro. «Mi chiedete novità sull’elenco di assessori? Guardate, prima lo devo dire ai diretti interessati poi verrete voi giornalisti». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il leader di Terra e Acqua garantisce il suo impegno anche a Mestre «Sarà un’opposizione puntuale, controlleremo tutte le delibere»

Gasparinetti resterà in Consiglio «Lo devo a chi mi ha dato fiducia» LA SCELTA

idea era quella di ritornare al Parlamento Europeo a Bruxelles, ma alla fine l’avvocato Marco Gasparinetti, fondatore della lista civica Terra e Acqua 2020, ha scelto di rimanere a Venezia e di fa-

L’

re opposizione sui banchi del consiglio comunale. La decisione non è ancora stata comunicata ufficialmente, ma il leader del Gruppo 25Aprile che di fatto rappresenta la terza forza politica dopo la coalizione Brugnaro e il Pd, rimarrà qui per creare quella che tra cinque anni vorrebbe fosse la vera alternativa.

«Ho preso questa decisione perché la gente che mi ferma per strada di continuo vivrebbe la mia rinuncia come una delusione», spiega l’avvocato residente a Murano, «Ho preso coscienza di essere stato votato da cinquemila persone circa e mi assumo la responsabilità dell’incarico che mi è stato conferito». Gasparinetti è con-

Luigi Brugnaro e Matteo Salvini insieme, nel novembre scorso dopo l’acqua granda

l’appuntamento

Municipalità, giovedì si proclamano gli eletti È in agenda per dopodomani, giovedì, l’appuntamento per la proclamazione ufficiale dei consiglieri eletti nelle sei Municipalità. La lunga macchina delle verifiche sui voti e le preferenze ai candidati delle sei Municipalità ha impe-

vinto che il potenziale di Terra e Acqua 2020 è molto più ampio dei voti presi perché molte persone hanno optato per dare un voto agli schieramenti principali e promette che la civica si occuperà di Venezia e di Mestre, uscendo quindi da quella che qualche giorno fa Giovanni Diamanti, cofondatore di Quorum e YouTrend, ha definito la sindrome da Ztl, riferendosi al concentrato di voti del centrosinistra in centro storico e non nelle periferie. «Porterò concretezza e conoscenza dei meccanismi istituzionali, maturati in trent’anni di lavoro nel Parlamento Europeo che mi permettono di affrontare le cosiddette guerre degli emendamenti con l’esperienza necessaria per poter portare un valore aggiunto»,

gnato praticamente una settimana intera ed ora il verdetto finale pare davvero vicino. Consiglieri e partiti sono in attesa dell’ufficialità sugli eletti. Si sa già per esempio che alla Municipalità di Mestre Carpenedo ce l’ha fatta Michele

MARCO GASPARINETTI ERA IL CANDIDATI A SINDACO DELLA LISTA CIVICA TERRA E ACQUA

Ieri prima riunione del movimento per organizzare la sua opposizione Pensando già alla sfida per il 2025

Boato, l’ambientalista che aveva creato la civica del “cuore” con la Vittadini per sostenere come sindaco Giovanni Andrea Martini. Un posto in consiglio rimasto in bilico fino a ieri quando dalla segreteria della Municipalità è arrivata la conferma. Prima dei non eletti della lista civica “del cuore” è Leda Cossu. «Con lei», dice Boato, «e tanti altri faremo gruppo per risolvere i problemi che riguardano un enorme territorio con oltre 60mila abitanti». — M.CH.

prosegue Gasparinetti. Ieri la civica Terra e Acqua 2020 si è riunita a Mestre per fare il punto di come iniziare questa nuova avventura che ha visto votato come primo della lista il blogger Francesco Dese. Sulle alleanze l’avvocato dice che si vedranno strada facendo: «Non abbiamo un approccio ideologico e non faremo opposizione per partito preso, ma con l’esperienza che ho maturato non ci sarà la possibilità che passino delle delibere senza che non me ne accorga», conclude, «Di certo non faremo come Zecchi che dopo essersi proposto come alternativa a Brugnaro si è detto disponibile a fare l’assessore alla Cultura». — VERA MANTENGOLI © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MERCOLEDÌ 30 SETTEMBRE 2020 IL MATTINO

REGIONE

Dopo le elezioni

Salvini: Zaia leader della Conferenza Regioni Lui: «No grazie, lavorerò full time in Veneto» L’intensa giornata veneziana del segretario leghista dal Balbi all’incontro con i nuovi consiglieri: «Io e Luca coppia di fatto» Filippo Tosatto / VENEZIA

tamponi a scuola

Il gran rifiuto echeggia in mattinata al piano nobile di Palazzo Balbi, prima tappa dell’intensa giornata veneziana di Matteo Salvini. Mezz’ora di colloquio a quattr’occhi con Luca Zaia dove il segretario della Lega è lesto a congratularsi per lo scoppiettante 77% centrato alle urne mentre l’ospite sollecita sostegno politico alle priorità dell’agenda veneta: autonomia, superstrada Pedemontana e Olimpiadi di Cortina, in primis. LA SORTITA DEL SEGRETARIO

Poi, la sortita. La recente tornata elettorale - argomenta Salvini - ha accentuato la maggioranza del centrodestra a trazione leghista nella Conferenza delle regioni, divenuta un’autentica forza di governo nell’emergenza Covid; conseguente, quindi, rivendicare la presidenza retta fin qui dall’emiliano Stefano Bonaccini. Quale miglior candidato del governatore più votato nella storia del regionalismo italiano, è l’avance salviniana... «Grazie della fiducia Matteo, ma è un impegno che richiede tempo ed energie mentre io intendo dedicarmi al Veneto senza distrazioni né oneri ulteriori», la replica lapidaria che sottace l’intesa di ferro da tempo vigente con il dem.

D’Arienzo stizzito «Zaia si prende i meriti altrui»

Matteo Salvini e Lorenzo Fontana

«Fontana? Non è mai stato in discussione Record d’iscritti veneti con 20 mila tessere» nali, smettetela con questa manfrina» - e si limita a punzecchiare il Conte bis sul fatidico versante federalista: «Dieci mesi fa abbiamo presentato la nostra bozza d’accordo, pronti a firmarla in ventiquattr’ore. Qualche annuncio ministeriale, poi silenzio di tomba. A Roma non si muove più nulla». Parole ribadite al direttorio-lampo convocato da Lorenzo Fontana con i veterani Erika Stefani, Roberto “bulldog” Marcato e Massimo Bitonci.

IL DIRETTORIO CON I VETERANI

LA RICHIESTA AL SINDACO BRUGNARO

Scherzi del destino. Mentre i media e i politologi gli accreditano ottime chance di scalata al partito e al governo, Zaia compie un passo di lato, ribadisce il mantra minimalista «Non ambisco a carriere nazio-

Ma in laguna, dopo il perentorio successo raccolto da Luigi Brugnaro, sono in ballo anche le poltrone della nuova giunta comunale, così Salvini balza in motoscafo e raggiunge la prefettura per incontrare il vul-

Venezia, il governatore veneto Luca Zaia accanto al segretario federale della Lega

canico sindaco “fucsia”; esaurito il refrain abituale (Grandi navi, scavo dei canali, turismo, investimenti internazionali) la richiesta è di tre assessorati con promessa di fedeltà eterna. Si vedrà. E i cirenei del Carroccio? A mezzogiorno il gruppone dei nuovi eletti in consiglio regionale (34 addirittura sui 50 del Ferro-Fini) sciama finalmente nel salone stuc-

cato di un hotel a due passi da San Marco per la presentazione individuale al condottiero. FRECCIATE A CONTE E AZZOLINA

Al tavolo, oltre al governatore, l’inquieto Fontana che teme l’ira del Capo per il modesto esito della lista Lega a fronte dell’exploit zaiano: «La fiducia in Lorenzo? Non posso confermarla perché non è mai stata

Trattative e colpi bassi mentre il governatore avverte: «Tranquilli veneti, ho già le idee chiare»

Giunta regionale, è battaglia in Fdi A Verona la Lega lancia il manager IL RETROSCENA

S

ussurri e grida tra gli aspiranti a un posto al sole nella terza stagione zaiana. La visita di Matteo Salvini ha riunito a Venezia il plotone degli eletti e i rumors raccolti confermano l’equazione a tre incognite ipotizzata dopo il voto. «La squadra è forte e tonica, il governatore ha già le idee chiare su cosa fare, direi quindi che i veneti possono dormire sonni tranquilli», rassicura Luca Zaia. Nella realtà persistono alcune criticità, a cominciare dal “caso Vicenza”. Nella ripartizione territo-

riale di Giunta, alla provincia berica spettano il presidente dell’assemblea legislativa Roberto Ciambetti e l’influente assessore a sanità e sociale Manuela Lanzarin; alle loro spalle, però, scalpita il capogruppo Nicola Finco che in campagna elettorale ha sbandierato urbi et orbi la sua ipoteca sui lavori pubblici. Problematico accontentarlo, impossibile addirittura qualora Elena Donazzan - altra vicentina, esponente di Fratelli d’Italia - mantenesse la delega a istruzione e lavoro. E qui affiora l’altra mina vagante, quella di Verona dove la destra locale preme per designare l’unico assessore “con-

Roberto “bulldog” Marcato corre per la vicepresidenza della Regione

FOTO INTERPRESS

«È finita la campagna elettorale, ma il giochino di Zaia continua. Complice la stampa veneta, si appropria delle scelte del Governo e del Comitato tecnico scientifico, annunciandole uno/due giorni prima della decisione finale. Lo fa da mesi, ormai. Altrove, neanche l’avrebbero pubblicato». Lo sostiene il senatore Vincenzo D’Arienzo, capogruppo Pd in commissione Lavori pubblici. «I test rapidi a scuola» prosegue «non sono una sua decisione. Lo è, invece, la piena diffusione di questa importante opzione in tutte le scuole del Veneto. Scommettiamo che, se non sarà in grado di farlo, darà la colpa al Governo e, complice la stampa veneta» conclude «farà credere il contrario della verità?».

in discussione, aldilà dei simboli, tutti gli eletti hanno in tasca la nostra tessera e in Veneto vogliamo chiudere l’anno con il record di 20 mila iscritti. Difficile, obiettivamente, fare meglio». Che altro? Frecciate al premier Conte («Vuole abolire quota cento in piena crisi occupazionale, è fuori dal mondo») e vade retro al ministro dell’Istruzione Azzolina:

«Una calamità pubblica». L’alleato/rivale Zaia? «Io e Luca siamo una coppia di fatto, sento più lui che mia madre». Al suo fianco, il destinatario sorride sornione; «Matteo è un amico e va aiutato. A casa sua», gli ha suggerito Crozza. Finisce a colazione, con il duo allargato al famelico bulldog di Piombino Dese. Pace e bene a tutti. —

cesso” e a sostegno esibisce due circostanze: i segnali di sfondamento elettorale ai danni del Carroccio che suggeriscono di rafforzare la rappresentanza istituzionale; e il favore reso a Luca De Carlo, coordinatore veneto di Fdi, paracadutato da Calalzo al collegio di Verona alle suppletive del Senato ed eletto a pieni voti. L’indicazione, allora, corre al “falco” Daniele Polato, già assessore alla sicurezza nel capoluogo: a suo carico però grava una condanna in primo grado (un anno con la condizionale per firme alterate sui moduli elettorali) e tanto basta a suscitare il non possumus del legalitario Zaio. Discussioni e nervi tesi. Il Piano B? Un altro scaligero, stavolta esterno, tipo l’uscente Stefano Casali, un moderato gradito alla maggioranza. Lo sapremo presto. Anche il Carroccio veronese annaspa. Scontata la conferma di Elisa De Berti a Infrastrutture e trasporti, per la seconda casella disponibile le figure di spicco scarseggiano ove si eccettui il “cimbro” Stefano Valdegamberi, fresco

d’iscrizione al partito e capace di racimolare oltre 10 mila preferenze. Improbabile sia lui il premiato, a circolare invece sempre in veste di esterno - è un nome sconosciuto ai più, quello di Roberto Mantovanelli: consulente aziendale, già presidente della partecipata Acque Veronesi, è un grande amico di Lorenzo Fontana, il commissario del leghismo veneto. Si vedrà. Altra questione che aleggia a Palazzo Balbi riguarda la vicepresidenza, vacante dopo le dimissioni di Gianluca Forcolin - l’uomo del bilancio - azzoppato dal ciclone estivo sul bonus Covid. Da Roberto “bulldog” Marcato a Gianpaolo Bottacin (l’ingegnere a capo della protezione civile) fino alla citata Lanzarin, i concorrenti non mancano. E c’è chi scommette su un cambio veneziano “alla pari” con Francesco Calzavara, l’ex sindaco di Jesolo apprezzato per la competenza amministrativa, erede del malcapitato commercialista di Musile. —

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FILIPPO TOSATTO © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MERCOLEDÌ 30 SETTEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

Dopo le elezioni

Salvini: Zaia leader della Conferenza Regioni Lui: «No grazie, lavorerò full time in Veneto» L’intensa giornata veneziana del segretario leghista dal Balbi all’incontro con i nuovi consiglieri: «Io e Luca coppia di fatto» Filippo Tosatto / VENEZIA

tamponi a scuola

Il gran rifiuto echeggia in mattinata al piano nobile di Palazzo Balbi, prima tappa dell’intensa giornata veneziana di Matteo Salvini. Mezz’ora di colloquio a quattr’occhi con Luca Zaia dove il segretario della Lega è lesto a congratularsi per lo scoppiettante 77% centrato alle urne mentre l’ospite sollecita sostegno politico alle priorità dell’agenda veneta: autonomia, superstrada Pedemontana e Olimpiadi di Cortina, in primis. LA SORTITA DEL SEGRETARIO

Poi, la sortita. La recente tornata elettorale - argomenta Salvini - ha accentuato la maggioranza del centrodestra a trazione leghista nella Conferenza delle regioni, divenuta un’autentica forza di governo nell’emergenza Covid; conseguente, quindi, rivendicare la presidenza retta fin qui dall’emiliano Stefano Bonaccini. Quale miglior candidato del governatore più votato nella storia del regionalismo italiano, è l’avance salviniana... «Grazie della fiducia Matteo, ma è un impegno che richiede tempo ed energie mentre io intendo dedicarmi al Veneto senza distrazioni né oneri ulteriori», la replica lapidaria che sottace l’intesa di ferro da tempo vigente con il dem.

D’Arienzo stizzito «Zaia si prende i meriti altrui»

Matteo Salvini e Lorenzo Fontana

«Fontana? Non è mai stato in discussione Record d’iscritti veneti con 20 mila tessere» nali, smettetela con questa manfrina» - e si limita a punzecchiare il Conte bis sul fatidico versante federalista: «Dieci mesi fa abbiamo presentato la nostra bozza d’accordo, pronti a firmarla in ventiquattr’ore. Qualche annuncio ministeriale, poi silenzio di tomba. A Roma non si muove più nulla». Parole ribadite al direttorio-lampo convocato da Lorenzo Fontana con i veterani Erika Stefani, Roberto “bulldog” Marcato e Massimo Bitonci.

IL DIRETTORIO CON I VETERANI

LA RICHIESTA AL SINDACO BRUGNARO

Scherzi del destino. Mentre i media e i politologi gli accreditano ottime chance di scalata al partito e al governo, Zaia compie un passo di lato, ribadisce il mantra minimalista «Non ambisco a carriere nazio-

Ma in laguna, dopo il perentorio successo raccolto da Luigi Brugnaro, sono in ballo anche le poltrone della nuova giunta comunale, così Salvini balza in motoscafo e raggiunge la prefettura per incontrare il vul-

Venezia, il governatore veneto Luca Zaia accanto al segretario federale della Lega

canico sindaco “fucsia”; esaurito il refrain abituale (Grandi navi, scavo dei canali, turismo, investimenti internazionali) la richiesta è di tre assessorati con promessa di fedeltà eterna. Si vedrà. E i cirenei del Carroccio? A mezzogiorno il gruppone dei nuovi eletti in consiglio regionale (34 addirittura sui 50 del Ferro-Fini) sciama finalmente nel salone stuc-

cato di un hotel a due passi da San Marco per la presentazione individuale al condottiero. FRECCIATE A CONTE E AZZOLINA

Al tavolo, oltre al governatore, l’inquieto Fontana che teme l’ira del Capo per il modesto esito della lista Lega a fronte dell’exploit zaiano: «La fiducia in Lorenzo? Non posso confermarla perché non è mai stata

Trattative e colpi bassi mentre il governatore avverte: «Tranquilli veneti, ho già le idee chiare»

Giunta regionale, è battaglia in Fdi A Verona la Lega lancia il manager IL RETROSCENA

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ussurri e grida tra gli aspiranti a un posto al sole nella terza stagione zaiana. La visita di Matteo Salvini ha riunito a Venezia il plotone degli eletti e i rumors raccolti confermano l’equazione a tre incognite ipotizzata dopo il voto. «La squadra è forte e tonica, il governatore ha già le idee chiare su cosa fare, direi quindi che i veneti possono dormire sonni tranquilli», rassicura Luca Zaia. Nella realtà persistono alcune criticità, a cominciare dal “caso Vicenza”. Nella ripartizione territo-

riale di Giunta, alla provincia berica spettano il presidente dell’assemblea legislativa Roberto Ciambetti e l’influente assessore a sanità e sociale Manuela Lanzarin; alle loro spalle, però, scalpita il capogruppo Nicola Finco che in campagna elettorale ha sbandierato urbi et orbi la sua ipoteca sui lavori pubblici. Problematico accontentarlo, impossibile addirittura qualora Elena Donazzan - altra vicentina, esponente di Fratelli d’Italia - mantenesse la delega a istruzione e lavoro. E qui affiora l’altra mina vagante, quella di Verona dove la destra locale preme per designare l’unico assessore “con-

Roberto “bulldog” Marcato corre per la vicepresidenza della Regione

FOTO INTERPRESS

«È finita la campagna elettorale, ma il giochino di Zaia continua. Complice la stampa veneta, si appropria delle scelte del Governo e del Comitato tecnico scientifico, annunciandole uno/due giorni prima della decisione finale. Lo fa da mesi, ormai. Altrove, neanche l’avrebbero pubblicato». Lo sostiene il senatore Vincenzo D’Arienzo, capogruppo Pd in commissione Lavori pubblici. «I test rapidi a scuola» prosegue «non sono una sua decisione. Lo è, invece, la piena diffusione di questa importante opzione in tutte le scuole del Veneto. Scommettiamo che, se non sarà in grado di farlo, darà la colpa al Governo e, complice la stampa veneta» conclude «farà credere il contrario della verità?».

in discussione, aldilà dei simboli, tutti gli eletti hanno in tasca la nostra tessera e in Veneto vogliamo chiudere l’anno con il record di 20 mila iscritti. Difficile, obiettivamente, fare meglio». Che altro? Frecciate al premier Conte («Vuole abolire quota cento in piena crisi occupazionale, è fuori dal mondo») e vade retro al ministro dell’Istruzione Azzolina:

«Una calamità pubblica». L’alleato/rivale Zaia? «Io e Luca siamo una coppia di fatto, sento più lui che mia madre». Al suo fianco, il destinatario sorride sornione; «Matteo è un amico e va aiutato. A casa sua», gli ha suggerito Crozza. Finisce a colazione, con il duo allargato al famelico bulldog di Piombino Dese. Pace e bene a tutti. —

cesso” e a sostegno esibisce due circostanze: i segnali di sfondamento elettorale ai danni del Carroccio che suggeriscono di rafforzare la rappresentanza istituzionale; e il favore reso a Luca De Carlo, coordinatore veneto di Fdi, paracadutato da Calalzo al collegio di Verona alle suppletive del Senato ed eletto a pieni voti. L’indicazione, allora, corre al “falco” Daniele Polato, già assessore alla sicurezza nel capoluogo: a suo carico però grava una condanna in primo grado (un anno con la condizionale per firme alterate sui moduli elettorali) e tanto basta a suscitare il non possumus del legalitario Zaio. Discussioni e nervi tesi. Il Piano B? Un altro scaligero, stavolta esterno, tipo l’uscente Stefano Casali, un moderato gradito alla maggioranza. Lo sapremo presto. Anche il Carroccio veronese annaspa. Scontata la conferma di Elisa De Berti a Infrastrutture e trasporti, per la seconda casella disponibile le figure di spicco scarseggiano ove si eccettui il “cimbro” Stefano Valdegamberi, fresco

d’iscrizione al partito e capace di racimolare oltre 10 mila preferenze. Improbabile sia lui il premiato, a circolare invece sempre in veste di esterno - è un nome sconosciuto ai più, quello di Roberto Mantovanelli: consulente aziendale, già presidente della partecipata Acque Veronesi, è un grande amico di Lorenzo Fontana, il commissario del leghismo veneto. Si vedrà. Altra questione che aleggia a Palazzo Balbi riguarda la vicepresidenza, vacante dopo le dimissioni di Gianluca Forcolin - l’uomo del bilancio - azzoppato dal ciclone estivo sul bonus Covid. Da Roberto “bulldog” Marcato a Gianpaolo Bottacin (l’ingegnere a capo della protezione civile) fino alla citata Lanzarin, i concorrenti non mancano. E c’è chi scommette su un cambio veneziano “alla pari” con Francesco Calzavara, l’ex sindaco di Jesolo apprezzato per la competenza amministrativa, erede del malcapitato commercialista di Musile. —

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Primo Piano

Mercoledì 30 Settembre 2020 www.gazzettino.it

Il leader del Carroccio in Veneto

«Luca risorsa nazionale. Fra 5 anni» Salvini a Venezia tesse le lodi di Zaia e anche di Brugnaro. Ma `Tra governatore e leader nessun pranzo o cena. «Il 77 per cento rinvia al 2025 un loro, eventuale impegno in ruoli di governo di voti? Siamo tutti leghisti. Il problema è l’assenza di opposizione» `

LA GIORNATA VENEZIA Non poteva non incoronarli. Il primo, Luca Zaia, perché in Veneto alle elezioni regionali ha sfiorato il 77 per cento dei consensi: record storico, mai successo in tutta Italia. Il secondo, Luigi Brugnaro, perché a Venezia ha evitato il ballottaggio contro il centrosinistra del sottosegretario Pier Paolo Baretta e, in virtù dell’accordo raggiunto già al primo turno, ha consentito alla Lega di entrare nella giunta comunale con il vicesindaco e «almeno» due assessori. È così che Matteo Salvini, calato in Veneto per sostenere la campagna elettorale di due Comuni chiamati domenica al ballottaggio - Castelfranco in provincia di Treviso e Portogruaro nel Veneziano - ha lanciato l’uno e l’altro in quel di Roma: «Luca e Luigi sono due risorse preziosissime a livello nazionale». Quando? Appunto. «Tra cinque anni». Che non vuol dire niente considerato che in politica qualsiasi credo ha la valenza di un secondo, ma comunque è indicativo: per il segretario della Lega Matteo Salvini sia Zaia che Brugnaro devono prima di tutto finire il proprio mandato - di governatore, di sindaco - dopodiché qualsiasi scenario è aperto. Verrebbe da dire che lo sarebbe a prescindere considerato che sia quelli di Zaia che quelli di Brugnaro sono voti personali che hanno oltrepassato i recinti dei partiti. Ma Salvini è fatto così. Prima di arrivare in Veneto, ben conscio della disparità di consensi in Veneto tra la lista della Lega (16,9%, 9 seggi su 51) e la lista Zaia Presidente (44,6%, 24 seggi su 51), aveva annunciato che con Luca Zaia sarebbe andato a cena («I giornali vogliono farmi litigare, ma non ci riusciranno, perché Luca Zaia è un orgoglio per me, per la Lega, per i veneti, per gli italiani»). A cena ci è andato, in quel di Portogruaro, lunedì sera dove ha gustato e postato sui social - una coppa di tiramisù. A pranzo ieri a Palazzina Grassi, sul Canal Grande. Ma Zaia non c’era né lì né qui. «Io e Luca siamo quasi una coppia di fatto, vedo più lui che mia mamma». Tant’è, nella trasferta veneziana il Capitano ha smussato tutti gli angoli: ieri mattina presto è andato a far visita al governatore a Palazzo

ISTRUZIONE VENEZIA Mancava la data del 22 ottobre, in piena emergenza Covid, a surriscaldare, se mai ce ne fosse bisogno, il malcontento dei precari della scuola. Un giorno in cui gli insegnanti, con almeno tre anni di insegnamento, dovranno sostenere il test del concorso straordinario per le medie e le superiori. In Veneto i posti messi a bando sono 3.111 a fronte di 5.232 domande, mentre a livello nazionale i posti sono 32mila e le domande almeno il doppio. A nulla sono valse le richieste di rinvio del concorso da parte di precari, sindacati e forze politiche. Così ieri i supplenti storici del Veneto si sono rivolti al presidente della Regione Luca Zaia con una lettera seguita da una lun-

Balbi («Abbiamo parlato di lavoro, Pedemontana, Olimpiadi, Università, futuro»), ha fatto una capatina all’hotel Monaco per una riunione “volante” del direttorio della Liga Veneta con il segretario nathional Lorenzo Fontana, il governatore Luca Zaia, Roberto Marcato, Erika Stefani e i commissari provinciali. Poi, mentre Zaia & C. lo aspettavano, Salvini ha raggiunto in motoscafo Ca’ Corner per un incontro a porte chiuse con Brugnaro («Abbiamo parlato di lavoro, di Venezia, non di assessori e consiglieri»). Poi, di nuovo al Monaco per l’incontro con tutti i consiglieri regionali e infine la conferenza stampa. L’exploit della lista Zaia? «Siamo tutti leghisti, 35 su 51. La difficoltà in Veneto sarà semmai la mancanza di opposizione». Gongolante: «Nessun eletto in Veneto dei grillini né di Renzi». Gli equilibri nazionali: «Se i cittadini danno al centrodestra 14-15 Regioni mi sembra evidente che la presidenza della Conferenza Stato-Regioni debba tenere conto di questo dato democratico». Toccherà a Zaia prendere il posto di Bonaccini? L’interessato ha già declinato. Certo è che se in Veneto la Lega - pardon, la Lista Zaia - ha stravinto, a Salvini pare interessare di più lo sbarco al Sud: i 5 consiglieri regionali eletti in Puglia, l’aumento in tutta Italia da 46 a 74 eletti. Sta di fatto che Zaia piace, piacciono i suoi toni moderati, piace il suo atteggiamento. È così che a Salvini chiedono: sta valutando se cambiare stile ed essere meno aggressivo? Figuriamoci. «Chi è stato aggredito in questa campagna elettorale siamo noi. Più che porgere, io ho finito le guance. Io e Luca abbiamo due stili diversi, ma ci compendiamo».

Giunta veneta: 7 giorni decisivi. A Fdi un assessore e una vice-presidenza LA PRIMA SEDUTA VENEZIA Luca Zaia ha deciso: prima ci sarà l’insediamento del consiglio regionale del Veneto con i 50 eletti (51 con lui), poi nominerà la giunta. E solo successivamente ci sarà la surroga: i consiglieri nominati assessori si dimetteranno dall’assemblea legislativa e subentreranno i primi dei non eletti. Presumibilmente, e compatibilmente con il lavoro di verifica della Corte d’Appello, la prima seduta del consiglio regionale si terrà giovedì 8 o venerdì 9 ottobre. Quanto alla scelta degli assessori, Zaia ai giornalisti ieri ha detto di aver già deciso, glissando peraltro sulle nomine esterne: «Per legge tutti gli assessori saranno esterni». Nel senso che i consiglieri regionali, se scelti in giunta, dovranno lasciare lo scranno di Palazzo Ferro. Ma nulla vieta a Zaia, come fatto nel 2015, di scegliere dei “non consiglieri”. L’eventualità non è remota e riguarda Verona.

GLI ALLEATI

CONFRONTO Matteo Salvini e Luca Zaia a Venezia (FOTOATTUALITÀ)

AL VOTO Poi c’è il capitolo partito. Nell’incontro a porte chiuse con i neoeletti consiglieri regionali, e prima ancora nella riunione del direttorio con il segretario Fontana, Salvini ha invitato ad “aprire” le sezioni. E ha confermato i congressi: «Entro l’inverno quelli di circolo, a seguire quelli provinciali». E quello veneto? «A Ferragosto», ha risposto il Capitano, salvo poi specificare: entro l’anno prossimo. E il federale? Sorriso: «Penso di fissarlo per il 2038». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’inchiesta

I contabili chiedono di tornare liberi MILANO Mentre da Michele Scillieri, uno dei commercialisti di fiducia del Carroccio e nel cui studio venne domiciliata la “Lega per Salvini premier”, arrivano elementi a riscontro sui fondi drenati dalla presunta vendita gonfiata del capannone per la Lombardia Film Commission, i due revisori contabili del partito,

Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, continuano a difendersi, attraverso il loro legale, e chiedono di tornare liberi. L’istanza di revoca dei domiciliari è stata discussa ieri davanti ai giudici del Riesame. Per la Procura la misura va, invece, mantenuta. Nei prossimi giorni la decisione.

Zaia ha comunicato agli alleati che in settimana organizzerà gli incontri in vista della formazione della giunta. I pronostici danno un assessore (su dieci) a Fratelli d’Italia e un incarico istituzionale (pare la vicepresidenza del consiglio) a Fratelli d’Italia. Ieri Zaia non si è sbilanciato: «Posso solo dire che saranno 10 assessori». E ha escluso bilanciamenti tra lista Zaia e lista Lega: «Sono sostanzialmente la stessa cosa». Quanto al toto-giunta, c’è fermento in Fratelli d’Italia e particolarmente a Verona: l’eletto nella lista di Giorgia Meloni è Daniele Polato, assessore nel Comune scaligero, difficilmente nominabile da Zaia per via di una condanna, sia pure in primo grado, per una storia di firme false sui moduli elettorali. Il primo dei non eletti a Verona è Stefano Casali, che ha battuto Massimo Giorgetti, e il pressing è per nominare lui in giunta. Ma se per FdI ci fosse, come pare, un po-

Scuola, concorso per 3.111 posti I precari: «Zaia blocchi le prove» ga raccolta di firme a «salvaguardia della popolazione studentesca, delle famiglie venete e dei docenti stessi», in cui chiedono un suo intervento per «bloccare le prove concorsuali del comparto scuola finché non sarà cessata l’emergenza pandemica da coronavirus».

LE PROVE Le prove dei docenti si svolgeranno nei laboratori delle scuole, già sotto stress per i continui casi di positività che si moltiplicano di giorno in giorno. Gli studenti quindi, ancora a orari ridotti per mancanza di insegnanti, non potranno frequentare i laboratori dove si svolge-

ranno le prove di concorso, con tutti i rischi che comporta l’ingresso di persone esterne in tempo di Covid. La selezione consiste in un “quiz” da svolgere a computer, a chi otterrà il punteggio più alto verrà offerta una nomina di un anno e solo alla fine ci sarà il colloquio per stabilire se il docente ha superato tutti gli step e potrà assumerà il posto in ruolo. Il concorso non risolverà comunque il problema dei posti di sostegno, drammatico in Veneto: le cattedre messa a concorso sono 790 e le domande appena 183. «Questi posti si potevano assegnare a chi ha i titoli, ma non i tre anni di anzianità previsti dal concor-

so straordinario - denuncia Sandra Biolo, segretaria veneta della Cisl scuola - ancora una volta le scelte ideologiche della ministra hanno prevalso sul buon senso. Soprattutto i ragazzi diversamente abili del Veneto e le loro famiglie pagano il conto di scelte improvvisate». A questo si somma il problema del reclutamento dei commissari che si annuncia arduo in tempi di rischio contagi e al momento non è prevista una prova suppletiva per quei candidati positivi al coronavirus o costretti alla quarantena fiduciaria.

L’APPELLO Ecco che i precari veneti, che

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MESTRE La protesta dei precari

I TEST NEI LABORATORI DEGLI ISTITUTI GIÀ SOTTO STRESS PER I CONTAGI EMERGENZA SOSTEGNO: APPENA 183 I CANDIDATI IN TUTTO IL VENETO

sto solo, Zaia sceglierà Casali o l’”usato sicuro” Elena Donazzan? Non solo: autorevoli fonti leghiste premerebbero per Roberto Mantovanelli, presidente di Acque Veronesi. Nel frattempo in terra scaligera hanno rifatto i calcoli: in Lista Zaia l’eletto non sarebbe Filippo Rando, ma Alessandra Sponda.

MANOVRE DEM In attesa della direzione regionale del 9 ottobre e delle dimissioni di Alessandro Bisato, da registrare le manovre in casa Pd. Raccontano che Alessandra Moretti si sia detta “disponibile” a wprendere il posto di Bisato, mentre a Palazzo Ferro Fini Francesca Zottis avrebbe manifestato il desiderio di fare non la capogruppo, ma la vicepresidente dell’assemblea legislativa, incarico già adocchiato da Andrea Zanoni. E il capogruppo? I rumors di palazzo adesso indicano il recordman di preferenze Giacomo Possamai. Un modo per contenerlo. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA

EUROPARLAMENTARE Alessandra Moretti

PD, LA MORETTI SI CANDIDA A SEGRETARIO. CAPOGRUPPO, IPOTESI POSSAMAI E ZOTTIS VICE DEL CONSIGLIO REGIONALE

ancora stanno aspettando la nomina per l’assegnazione di un posto, si giocano l’ultima carta chiedendo aiuto al governatore Zaia. «Sono state rinviate all’anno 2021 tutte le procedure concorsuali dei diversi comparti scrivono nella lettera - ma il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina è in un continuo accanimento contro i precari con anni di servizio». Loro vorrebbero essere stabilizzati laddove lavorano, per titoli seguendo le procedure già utilizzate in passato. Quindi l’appello al presidente del Veneto «di intervenire con un’ordinanza, o qualsiasi altro strumento in suo potere, per bloccare la procedura concorsuale della scuola a tutela dei residenti in Veneto». Raffaella Ianuale © RIPRODUZIONE RISERVATA


PRIMO PIANO

Corriere del Veneto Mercoledì 30 Settembre 2020

La sfida interna

SEGUE DALLA PRIMA

N

VENEZIA «Sia Luca Zaia che Lui-

Mascherine Matteo Salvini e Luca Zaia, ieri mattina, sulla terrazza dell’hotel Monaco a Venezia, Salvini con la mascherina «serenissima», Zaia con quella neutra (foto Vision)

Salvini: «Zaia e Brugnaro? Risorse nazionali ma per 5 anni stanno qui» E sul governatore presidente della Stato-Regioni, il segretario puntualizza: «Tante opzioni»

dalla sera del 21 settembre è questa: nessuna frizione, tutti vincitori. Così non stupisce la foto ricordo di «Luca e Matteo», vista Canal Grande , pubblicata dal segretario federale su Instagram in cui i gemelli diversi della Lega sorridono abbracciati dietro le mascherine. Poco prima Salvini ha incontrato anche Luigi Brugnaro, sindaco rieletto «nonostante la parata di ministri arrivati in città» come non manca di sottolineare il segretario. Per «Luca e Luigi», a più riprese, parole d’elogio fino alla dichiarazione sibillina: «Sono entrambi due risorse preziosissime a livello nazionale». La suggestione è un governo di centrodestra con i due veneti più popolari come ministri. A mitigare l’encomio, però, ci pensa lo stesso Salvini che ripete, anche qui secondo la formula repetita iuvant: «Abbiamo iniziato un percorso che si concluderà fra cinque anni. Stiamo già ragionando su cosa fare: le Olimpiadi del 2026 saranno il fantastico coronamento di questo percorso, poi fra cinque anni dovremmo fare meglio del 76% di questa volta». Ai giornalisti che insistono su possibili ruoli governativi, il segretario della Lega risponde: «Entrambi sono appena stati rieletti governatore e sindaco e hanno 5 anni davanti». Insomma, pare che il lustro sia l’unità di misura della pacifica convivenza, soprattutto con Zaia che, altrettanto adamantino ripete che ha preso un impegno con i veneti. In laguna, ieri mattina, è andata in scena l’«epopea lombardo-veneta» per dirla con le parole dello stesso Salvini. Alle 9, di buon mattino, il segretario ha reso omaggio all’ultimo doge a Palazzo Balbi, una «chiacchierata», spiega Zaia con «analisi del voto inclusa, perché è stata una bella vittoria». «Abbiamo parlato del fatto d’essere sem-

VE

● L’editoriale La violenza e la rabbia dei nostri figli

di Martina Zambon

gi Brugnaro saranno due risorse preziosissime a livello nazionale», dice Matteo Salvini tornato in Veneto per dare la spallata ai due ballottaggi che contano, Castelfranco e Portogruaro, ma anche per passare all’incasso mediatico incontrando il mini esercito dei 35 consiglieri regionali «leghisti». E guai a chi tenta di tornare sulla lista Zaia in grado di asfaltare la lista del Carroccio. «Ho incontrato spiega Salvini - 35 consiglieri regionali con in tasca la tessera della Lega». Segue foto di rito che 35 sono davvero un bel colpo d’occhio. La narrazione è tutto, spiegano quelli del ramo, e la narrazione, fin

3

pre più inclusivi verso chi vuole avvicinarsi al partito spiega il governatore- e di come questa amministrazione sia un riferimento importante per il partito». Alle 10.30 un direttorio volante che Zaia definisce «fra sorrisi e battute, un po’ la marcia trionfale dei commissari provinciali che hanno raccontato com’è andata». Alle 11 l’incontro con Brugnaro e poi quello, all’hotel Monaco, un passo dai fasti di piazza San Marco, con i neo consiglieri che già oggi Salvini rivedrà a Roma per una plenaria con tutti i leghisti eletti nelle 7 regioni fresche di elezione. Salvini, nel frattempo, dà i numeri del partito nella regione in cui la Lega, con Zaia, vince a valanga: «Qui abbiamo superato i 160 sindaci e sul tesseramento, entro metà novembre, mi accontenterei di salire da 14 mila e 20 mila». Di fatto, con l’en plein veneto, la débâcle toscana e il nulla di fatto pugliese e campano, si archivia la stagione elettorale

I leghisti in laguna

Il fastoso hotel Monaco e poi Palazzina Grassi «L’armata» al debutto VENEZIA Nel salone dell’hotel Monaco, vista

mozzafiato sul bacino di San Marco, le sedie sono ben distanziate, i nuovi consiglieri, i veterani, gli assessori uscenti e in predicato per essere riconfermati siedono composti, applaudono un paio di volte Matteo Salvini, ascoltano le domande dei giornalisti e, dopo la foto «storica», sono un piccolo esercito, 35 eletti, sia avviano per andare a pranzo. In tempi di crisi il partito che in Veneto ha vinto tutto trova una mediazione: i fasti di uno dei più begli alberghi veneziani per l’incontro e un pranzo, più sobrio, alla palazzina Grassi. Al Monaco avevano proposto 50 euro a commensale giudicati comunque troppi. I pochissimi veneziani e gli uscenti più pratici guidano i «novellini». Zaia, però, si sfila «che la Regione non si amministra da © RIPRODUZIONE RISERVATA sola». (m.za.)

per un paio d’anni visto che sul tappeto restano giusto Roma e Torino. Tempo, dice Salvini, di superare la fase commissariale e di tornare ad eleggere, nell’ordine, segretari di sezione, provinciali e, infine, regionali. Con che tempi? Entro l’inverno i segretari delle sezioni locali, entro la primavera i vertici provinciali ed entro l’estate quelli regionali. A chi gli chiede quando si vedrà un congresso federale, il segretario risponde con una battuta: «Nel 2038». Oggi, intanto, è convocata la Stato Regioni di cui la Lega chiederà la presidenza. A Zaia? «Abbiamo molte opzioni - taglia corto Salvini - con Luca ne abbiamo parlato ma la decisione, oneri e onori, è del segretario». E l’autonomia? Salvini spiega che quand’era al governo «i 5s non hanno ceduto mai sul centralismo e questo è uno dei motivi per cui abbiamo messo fine all’alleanza».

Salvini Per il 2020 voglio chiudere in Veneto un tesseramento record: 20 mila iscritti. Ed entro l’estate via i commissari, i militanti eleggeranno i segretari

oi abbiamo vissuto l’utopia della cultura a noi contemporanea (la musica, dai Beatles in poi; l’arte da Andy Warhol in poi; la letteratura dal Giovane Holden in poi). Noi vivevamo di speranze (del lavoro, che c’era; di un mondo migliore, dai figli dei fiori almeno fino alla strage delle Torri Gemelle). Noi abbiamo inventato la nuova tecnologia (Steve Jobs, Bill Gates e gli altri sono i nostri fratelli maggiori, loro si sono trovati a doverla usarla da bambini senza avere l’alfabeto). Non è questo un elenco di alibi, sono differenze profonde. Noi siamo vissuti nella pace, loro nella guerra. Noi nel tempo delle certezze, loro delle incertezze. Noi avevamo John Lennon che cantava Imagine che sognava una Terra buona, loro hanno una sfilza di rap e di trap che parlano solo di soldi da fare a ogni costo, donne oggetto, sfide fra bande e di droga. Rap e trap sono peraltro nati nelle periferie estreme americane, e sono la musica delle gang nere, il primo di quelle di New York, il secondo nel Sud degli Usa. Trapping in gergo vuol dire spacciare, e le gang hanno almeno un «buon motivo» (lo spaccio appunto) per sostenere che quella parte di territorio è loro. Da noi rap e trap sono gli unici genere musicali che vendono, e dire che quel che sta accadendo nelle nostre strade assomiglia a quel che accade negli Stati Uniti è poco. Perché lì è una vera disgrazia e qui pare una rappresentazione fatta male. Però, a forza di raccontare la vita come fosse un videogioco violento alla fine lo è diventata. Eugenio Tassini © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Scuola,milleprecariscrivonoalpresidente Appello alla ministra: «Stop al concorso, rischio assembramenti». È caos cattedre

PADOVA Il

più «anziano» ha 33 anni di servizio. Il più giovane zero. Ci sono precari di tutte le età professionali, delle medie e delle superiori, tra gli oltre mille che hanno firmato la lettera spedita lunedì sera al presidente della Regione Luca Zaia, dopo che si è diffusa la notizia della data del 22 ottobre per i test del concorso straordinario per i docenti quello destinato a inserire chi ha almeno tre anni in cattedra alle spalle - annunciata dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Il testo contiene sostanzialmente una sola richiesta: quella di «bloccare» lo svolgimento dei test al pc in presen-

Precario Federico Giovannone,

za, che rischierebbero di comportare degli assembramenti tra gli aspiranti che hanno fatto domanda. «Il concorso crea un flusso di persone nelle scuole venete», precisa il coordinatore veneto dei precari Federico Giovannone, che ha fatto circolare la lettera sui social e sui gruppi Whatsapp di settore raccogliendo circa 1.400 firme in poco più di tre ore. «Uscirà un calendario di date e di località per fare le prove al pc nelle aule informatica delle scuole e nelle sedi universitarie che hanno dato disponibilità. Chiediamo al presidente di ridurre questo rischio sanitario potenziale».

Il testo punta il dito contro la ministra Lucia Azzolina che «decide di non fermarsi - si legge - nemmeno davanti ad un evidente rischio per gli studenti, per le famiglie e per tutto il personale scolastico, in un momento delicato». I docenti chiedono di sostituire il concorso con una selezione per titoli e anzianità di servizio, che permettano di stabilizzare per il 2021 chi ha trascorso più tempo in classe senza un contratto a tempo indeterminato. In Veneto i posti messi a bando sono 3.111, le domande oltre 5mila. A livello nazionale ci sono circa 32mila posti, per cui sono arrivate circa

790

I posti banditi per il sostegno. Le domande arrivate sono solo 183

60mila richieste. Drammatica nella nostra regione la situazione nell’ambito del sostegno: solo 183 domande per 790 posti banditi. La Cisl scuola del Veneto ha poi aggiunto carne al fuoco: «I precari che stanno ancora aspettando le nomine, quando avranno la cattedra, dovranno lasciarla per fare il concorso, con buona pace del diritto allo studio dei loro studenti. Le scuole venete avranno così ancora cattedre scoperte». Poi il sindacato ha rivolto un appello alla ministra ad «ascoltare le ragioni dei precari». P. Carc. © RIPRODUZIONE RISERVATA


MERCOLEDÌ 30 SETTEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

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Dopo le elezioni Il sottosegretario Martella parla di elezioni e Recovery Fund «Convocheremo un congresso Pd con un valore costituente»

«Il governatore dica onestamente che il Mes serve alla sanità veneta» L’INTERVISTA Francesco Furlan

ottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Andrea Martella, nella sfida delle elezioni regionali il Pd ha tenuto ma nel Veneto è stata una disfatta. Secondo lei perché? «La partita era quasi proibitiva, e tale si è rivelata. Il taglio “moderato” di Zaia gli ha consentito di andare oltre il bacino elettorale della Lega. Ma questo è anche un voto ha visto premiati tutti i Presidenti uscenti. La presenza mediatica quotidiana di Zaia nella case dei veneti ha contribuito ad accrescerne visibilità e consenso. Arturo Lorenzoni doveva recuperare un distacco che viene da lontano, ed è stato anche fisicamente costretto allo stop dal virus. In più le corse solitarie di Sbrollini e Rubinato hanno indebolito ancor di più il fronte alternativo a Zaia. La vittoria ha assunto proporzioni che vanno ben oltre i suoi meriti». È mancata la costruzione di un’alternativa, e così anche elettori moderati del centrosinistra hanno premiato Zaia. Non le pare che molti nel Pd abbiano fin da subito data per persa la sfida, lasciando solo Lorenzoni? «Evitiamo letture distruttive. La sconfitta viene da lontano e oggi va superata con una analisi senza sconti ma anche con

S

la volontà di ripartire al più presto. Bisogna ragionare di squadra. La scelta di un candidato presidente che rappresenti l’ambizione del Pd a costruire un progetto inclusivo, in dialogo con la società e il civismo era ed è un’impostazione valida e, in questo senso, il sostegno a Lorenzoni non è mai mancato. Ma tutto questo per trasformarsi da ambizione a realtà ha bisogno di tem-

La sconfitta viene da lontano, adesso serve la voglia di ripartire non di distruggere po, per crescere tra le persone e attorno a progetti concreti». Avreste dovuto cercare con più ostinazione un’intesa con il M5S? «Ci abbiamo provato. Sarebbe stata una soluzione coerente con lo scenario nazionale e sarebbe stata proficua anche per loro, visto che così non sono riusciti neppure ad entrare in Consiglio regionale». Resta il fatto che in Veneto c’è un centrosinistra da ricostruire. Partendo da dove? «Innanzi tutto dai consiglieri regionali, che hanno competenze ed energie valide. Bisogna però lavorare fuori dal Palazzo ripartendo dai problemi che rimangono aperti nel Veneto. La sanità pubblica che continua a subire tagli e ridimensionamenti, e che sta slittando nel privato. Il dissesto

idrogeologico e la sciagurata politica di sfruttamento del suolo. L’insufficiente spinta verso lo sviluppo dell’economia green. Da qui dobbiamo ricostruire una forza democratica veneta e una proposta credibile. Ci sono le basi per convocare nei prossimi mesi un congresso del Pd che abbia un valore costituente, rifondativo, dal quale far emergere la nostra visione alternativa. Non so cosa farà Zaia nei prossimi tempi ma è bene ricordare che il 22 settembre è cominciato il dopo Zaia». A Venezia, al ballottaggio, non è riuscita la rimonta di Pier Paolo Baretta su Luigi Brugnaro. Perché il Pd non vince più tra classi medie in crisi e quartieri popolari? «Va riconosciuto a Baretta il merito di aver guidato questa campagna elettorale in modo instancabile, con competenza e passione. Un lavoro prezioso che ha riacceso entusiasmo, impegno e dialogo con la città. Un punto di ripartenza per il centrosinistra veneziano che ha idee e risorse per riprendersi in fretta sia tra le classi medie che nelle periferie per raccoglierne aspettative e bisogni reali. Possiamo fare rapidamente un lavoro di rafforzamento di tutto un fronte, politico e civico culturale, che alle elezioni si è posto in alternativa al centrodestra». Crede che l’alleanza di governo tra Pd e M5S possa avere avuto ripercussioni sull’esito del voto regionale?

Andrea Martella, Partito democratico, veneziano e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio

«I fatti stanno dimostrando che non è così. Semmai a livello nazionale è il centrodestra che si ritrova nella necessità di ricomporsi attorno ad una leadership, visto lo stato di appannamento di Salvini». Il governo sta lavorando alla stesura del piano per il Recovery Fund. Quali priorità vede per il Veneto? «Le risorse vanno investite in progetti per accrescere la competitività del sistema manifatturiero, per sburocratizzare, per migliorare il sistema logistico e le reti immateriali e infrastrutturali. Penso alla possibilità di poter accelerare sulla Tav, l’Alta velocità tra Brescia, Verona e Padova, fondamentale per il Veneto. Anche la Zona logistica speciale (Zls) per Porto Marghera è un’occasione che abbiamo colto e che va potenziata per un nuovo sviluppo del Veneto. Ci confron-

teremo con le parti sociali, anche territoriali». Transizione digitale e transizione climatica sono le due principali linee guida stabilite dalla Commissione europea. L’Italia saprà essere all’altezza? «L’Italia dovrà essere all’altezza. Saremo giudicati proprio sulla capacità di vincere questa sfida. Il nostro futuro, e in particolare quello delle nuove generazioni, passa da queste due transizioni». Tra i comparti più penalizzati dalla pandemia c’è il turismo. Il turismo vale il 10% del Pil regionale. « Non c’è regione più interessata del Veneto al rilancio del turismo, e le risposte ci sono. Si va dal tax credit per le strutture ricettive, per una loro riqualificazione, alla prosecuzione della de-contribuzione, da un piano di rilancio di tour opera-

Un patto fra pubblico e privato per la crescita sostenibile

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GIANCARLO CORÓ

IL COMMENTO

n grande patto fra pubblico e privato è quanto propone il presidente di Confindustria per far tornare l’economia italiana su un sentiero di crescita sostenibile, consapevole che la finestra di opportunità aperta dalle politiche europee non può essere sprecata. Dietro la montagna di risorse pubbliche prospettate dall’UE si cela, infatti, anche un grande pericolo: l’ulteriore dilatazione di uno Stato assistenziale che attraverso l’elargizione di sussidi a pioggia

tor e agenzie di viaggio». E poi c’è la partita del Mes, che fa litigare il governo. «Io sono per utilizzare le risorse del Mes, sottraendo il tutto ad ideologismi superati. Mi piacerebbe che anche Zaia dicesse onestamente che quelle risorse sono indispensabili per modernizzare anche il sistema sanitario del Veneto». Si parla di un possibile rimpasto del governo Conte. Goffredo Bettini, uno degli uomini più ascoltati del Pd, ha parlato della necessità di «un rafforzamento politico». Che ne pensa? «Chi pensava di dare una spallata al governo si è ritrovato con una lussazione. Se il tema da porsi non è il rimpasto, bisogna ugualmente concentrarsi su un ulteriore rafforzamento del governo. Per concentrarsi sulle priorità». —

punta al consenso immediato invece che creare condizioni affinché il paese sia capace di competere e creare lavoro attraverso l’impiego produttivo delle nuove tecnologie. Il dibattito aperto da Mario Draghi su debito buono e debito cattivo sta proprio in questa differenza. Che la politica sembra tuttavia avere già dimenticato. Basti pensare alla nuova campagna di Matteo Salvini a favore di Quota 100 – una delle più inique redistribuzioni di ricchezza a danno delle nuove generazioni – o al-

la acritica difesa del reddito di cittadinanza da parte dei Cinque stelle. La proposta di Carlo Bonomi per un nuovo patto pubblico privato indica come obiettivo l’incremento di produttività del sistema economico. Proprio la produttività – un concetto che indica la capacità di creare reddito attraverso un impiego efficiente delle risorse disponibili – è stata la grande assente dello sviluppo italiano degli ultimi due decenni. Senza aumenti di produttività un’economia matura è de-

stinata alla stagnazione. Ma questi aumenti si possono ottenere intervenendo su due piani: da un lato attraverso l’introduzione di innovazioni tecnologiche e organizzative nelle imprese; dall’altro con miglioramenti dell’ambiente esterno in cui le imprese operano, a partire dal buon funzionamento delle infrastrutture, del sistema educativo, della giustizia civile, della pubblica amministrazione. È giusto, perciò, che il presidente di Confindustria proponga un patto al governo,

poiché è solo dalla collaborazione fra pubblico e privato che la produttività del sistema paese può tornare a crescere, e con essa il reddito, l’occupazione, la prosperità. Sappiamo, inoltre, che lo sviluppo si trova oggi di fronte a nuove e difficili sfide, come quelle create dai cambiamenti climatici e dalle crescenti disuguaglianze sociali, che le imprese non possono certo affrontare da sole. Tuttavia, le imprese hanno anche responsabilità cui non possono sottrarsi. Come la necessi-

tà di dedicare maggiori risorse agli investimenti in ricerca e innovazione. Rinunciare, almeno in parte, al rigido controllo familiare per favorire aggregazioni, nuove alleanze e la crescita dimensionale. Soprattutto devono riconoscere la centralità che il capitale umano riveste per lo sviluppo e l’innovazione dei prodotti. Il che non rinvia solo a un problema di rinnovi contrattuali, bensì ad una profonda riforma della governance aziendale. Solo se ognuno farà la sua parte – lo Stato da un lato, le imprese dall’altro – questo paese potrà uscire dalla crisi e tornare a crescere. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MERCOLEDÌ 30 SETTEMBRE 2020 MESSAGGERO VENETO

REGIONE

l’autostrada

Una settimana chiave per il futuro di Autovie La giunta stringe per concludere l’operazione Newco Il completamento dell’operazione avverrà in un anno Mattia Pertoldi / UDINE

Il destino di Autovie Venete si deciderà, con ogni probabilità, nel corso della prossima settimana quando i vertici dell’azienda hanno in programma una serie di incontri con banche, soci e soggetti interessati al completamento del processo di trasformazione nella Newco che dovrà continuare a gestire i tratti di concessione autostradale in mano all’impresa. La trasformazione dell’azienda in una società a capitale completamente pubblico, infatti, resta la principale – anzi l’unica –, vera, strada che la Regione ha intenzione di percorrere per evitare che la gestione dell’A4 e delle altre tratte di competenza vengano messe a gara. Ora, è probabile, ma sarebbe meglio dire quasi certo, che per la conclusione del progetto Newco, con la piena operatività della nuova società, ci vorrà un anno, essenzialmente per

motivazioni di bilancio, ma dalle parti di piazza Unità non hanno alcuna intenzione di tornare indietro. A tal punto che, come accennato, nel corso della prossima settimana dovrebbero mettere in cantiere una serie di appuntamenti con l’obiettivo di accelerare le procedure. Ed è questo uno dei motivi, se non il principale, che porta a ritenere come la risposta dell’assessore alle Finanze, ieri, Barbara Zilli all’interrogazione specifica presentata in Consiglio, che disegnava un ipotetico “piano B” nel caso in cui l’operazione Newco non dovesse concretizzarsi, possa essere letta come una replica all’insegna della massima prudenza. «La Regione ha convintamente sostenuto il percorso finalizzato a conseguire, quanto prima, il passaggio della nuova concessione autostradale da Autovie Venete alla Newco Autostrade Alto Adriatico» ha esordito l’assessore che a conclusio-

no a salvini

Il rifiuto di Zaia Non sarà a capo delle Regioni Luca Zaia pare aver rifiutato l’invito di Matteo Salvini a guidare la Conferenza delle Regioni al posto dell’emiliano Stefano Bonaccini, già scaduto e attualmente in proroga. La proposta sarebbe stata presentata dal leader leghista al governatore veneto nella mattinata di ieri, nel corso di un faccia a faccia a palazzo Balbi. «Grazie della fiducia Matteo – avrebbe detto Zaia –, ma è un impegno che richiede tempo ed energie mentre, alla luce del consenso raccolto alle elezioni e delle aspettative suscitate, io intendo dedicarmi al Veneto senza distrazione né oneri ulteriori».

ne del suo intervento ha specificato che «ferma restando la validità del percorso di affidamento diretto in house della concessione, a oggi previsto dalla legislazione vigente, non è tuttavia da escludersi che, in considerazione degli sviluppi in ambito di politiche di gestione del settore autostradale e di politiche di rilancio dell’economia e degli investimenti, possano essere individuati anche strumenti alternativi a quelli sino a oggi esaminati». Strumenti che in ogni caso «dovranno garantire, oltre che la gestione della fase di trasferimento della concessione, anche il completamento delle opere e la composizione dello stato di emergenza». Un altro discorso, sia come sia, riguarda la tenuta dei conti della società che inevitabilmente risentiranno della pandemia. «Il buon esito dell’operazione – ha concluso Zilli – ha come elemento essenziale la garanzia sull’equilibrio del piano economico-finanziario. I recenti drammatici effetti economici legati all’emergenza coronavirus richiedono la necessità che l’originario piano, allegato alla delibera Cipe, debba essere attentamente rivisto. Emerge, infatti, in tutta evidenza come il calo del traffico incida sugli equilibri del piano economico finanziario, tenuto anche conto del rilevante aspetto della finanziabilità delle opere per la conclusione della terza corsia dell’A4». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

i transiti in estate

Gli effetti del Covid-19 si fanno sentire: traffico in calo del 14% UDINE

Il bilancio di luglio e agosto evidenzia gli effetti del Covid 19 sull’autostrada. Meno flussi da e verso Austria, Slovenia e Croazia. A risentirne la barriera del Lisert (-29%). Cresce il casello di Udine Sud, tiene Latisana. Primi effetti della terza corsia: -50% di incidenti nel tratto Palmanova-Portogruaro. Gli effetti del Covid 19 si sono fatti sentire sul turismo e di riflesso anche sull’autostrada. Sulla rete di Autovie Venete il volume del traffico leggero nel periodo luglio – agosto è calato del 16,73% rispetto allo scorso anno. Quello pesante, invece, si è progressivamente avvicinato ai flussi del 2019 (-7,59%). Complessivamente, rispetto ai 9 milioni 708 mila 221 transiti della stagione passata, a luglio e agosto 2020 sono stati registrati 8 milioni 290 mila 832 passaggi (-14,60%). Ma questa estate è stata anche la prima con la terza corsia percorribile da Alvisopoli a Gonars. I risultati sono buoni e a testimoniarlo sono i da-

ti e le percentuali. Gli incidenti totali nel tratto Palmanova – Portogruaro sono calati di oltre il 50% passando dai 53 del luglio agosto 2019 ai 25 della stagione estiva da poco archiviata. Quello che è venuto a mancare è stato soprattutto il traffico dei turisti stranieri. I transiti totali provenienti dal confine di Stato di Ugovizza verso i caselli delle località balneari friulane e venete hanno fatto segnare un – 40,90%. A salvare – almeno in parte – la stagione sono stati i turisti locali, a tal punto che il casello di Udine Sud ha fatto registrare un +6,04% di passaggi in entrata e un + 5,21% in uscita. Ad attutire così maggiormente i contraccolpi di questa estate anomala sono stati i caselli di Portogruaro (-2,04%) in direzione Bibione e Latisana (-5,37%) in direzione Lignano, mentre segni maggiormente negativi hanno fatto registrare i caselli di San Stino verso Caorle (-16,44%) e San Donà di Piave verso Jesolo (-13,15%). —

È il saldissimo della stagione: per tutto il 2020 le aziende che investiranno in pubblicità su quotidiani e periodici - anche solo sulle loro testate online - e su radio e tv sia nazionali che locali, grazie al Decreto Ministeriale per il Rilancio delle attività in Italia, vedranno aumentato il credito d’imposta fino al 50%. Cosa significa? Che se hai pianificato o pianificherai in pubblicità lungo quest’anno, potresti avere un risparmio del 50% sul tuo investimento. Per tale operazione con il DL di Agosto sono stati previsti fondi per circa 85 milioni di euro e per potervi accedere basta avere dei semplici requisiti. Rimane davvero poco tempo, la richiesta può essere fatta solo fino al 30 settembre.

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IL GIORNALE DI VICENZA

Mercoledì 30 Settembre 2020

IlVenetoelalottaalvirus Ierisono statiesaminati oltre11 mila tamponi

Worldmeter prevede un boom di contagi e morti? Il virologo Abdrea Crisanti replica: «Mascherine, distanziamento sociale e igiene personale da soli non sono sufficienti, è vero. Ma va anche sottolineato che non si tiene conto delle misure di sorveglianza attiva effettuate dal nostroServizio sanitarioper individuare ecircoscriverei focolai».

ANDREACRISANTI

«Èessenzialela sorveglianzaattiva»

L’ANALISIDELL’ESPERTA. AllaRail’immunologapadovanaspiegache«l’estatehaportatounlivellopiùaltodiinfezionieconilfreddocresceràancora.Noanuoveapertureadesso»

«Ilviruscresce,maorasappiamocurarlo» Viola:«Chisi ammala orasappia Ieripochidati cheabbiamo strumenti efarmaci idonei.Maèmeglio re-imporre Inisolamento lamascherina ancheall’aperto» altri657 Piero Erle

«Il virus c’è e circola. Questo non è il momento di nuove aperture. Anzi, è forse il caso di tornare a imporre l’uso della mascherina anche all’aperto». Parola della prof. Antonella Viola, immunologa e docente di Patologia generale all’Università di Padova, ospite alla trasmissione Agorà su RaiTre. «Siamo circondati da Paesi in cui la situazione è anche molto peggiore della nostra: da noi la circolazione è stata molto bassa subito dopo il pesante lockdown di cui abbiamo beneficiato nel tempo. Ma con la ripresa della circolazione delle persone il virus ha ricominciato a girare. Il momento importante spiega Viola - è stato l’estate: discoteche aperte, persone in giro e forse meno attente di prima, e così ci siamo stabilizzati su un livello più alto. Adesso abbiamo contagi che si sviluppano soprattutto nelle famiglie. Nei luoghi di lavoro siamo molto attenti, con mascherine e distanziamento. In famiglia purtroppo come è normale ci si lascia un po’ più andare: pranzi, feste e non si usa la mascherina». IL PROBLEMA NON È LA SCUOLA. Il problema scuole, ag-

giunge la prof. Viola, non è dentro gli istituti: «Lì la situazione è bene organizzata, e se si seguono le regole non ci sono grandi rischi di contagio. Ma le scuole aperte si portano dietro i trasporti, e all’uscita i ragazzi si vedono, vanno al bar insieme, e alle università giungono studenti da più regioni. Se aggiungiamo che le temperature si sono abbassate, tutto ci fa pensare che il numero dei contagi potrà aumentare». Ecco perché la famosa immunologa padovana si spinge a dire che «bisognerebbe sconsigliare alle persone di fare pranzi della domenica, o feste di compleanno: sono le situazioni

più difficili. E poi bisognerebbe tornare a utilizzare la mascherina all’aperto: sabato in centro a Padova non si camminava dalla quantità di gente, e tutti senza mascherina. Ripeto: con la temperatura ora più bassa, è un momento rischioso e dobbiamo forse tutti quanti irrigidire un po’ qualche regola». In realtà la mascherina all’esterno non servirebbe «se le persone riuscissero a capire la differenza tra assembramento e passeggiata da soli. Ma si è dimostrato coi fatti che non è così. Tra i giovani assembrati davanti ai locali di sera nessuno usa la mascherina. E allora è meglio imporla comunque, così stiamo tranquilli» LE CURE. Per Antonella Viola

bisogna assolutamente spingere sui tamponi rapidi (e ieri il Governo ha avuto l’ok del Comitato scientifico) e anche sui vaccini per l’influenza, perché i sintomi sono gli stessi del Covid «e sarebbe il caos, anche perché se si sommano più sintomi e infezioni respiratorie il rischio cresce». Ma conclude con una nota di speranza: «Il virus non è cambiato, ma noi abbiamo capito come gestirlo: i medici in ospedale hanno capito come curare i pazienti, la corsa per i nuovi farmaci è corale di tutto il mondo, e oggi i pazienti se si ammalano hanno una migliore aspettativa di guarire, non devono terrorizzarsi perché ci sono strumenti come i farmaci a base di cortisone che funzionano molto bene nei pazienti con infezione alta. All’inizio abbiamo avuto molti morti per diverse ragioni: eravamo sorpresi, c’è stato un sovraccarico di ricoveri negli ospedali, eravamo i primi in occidente a sperimentare la pandemia. Oggi sappiamo come gestirla. E poi l’uso della mascherina chiaramente riduce la carica virale che c’è in giro: questo è importante». •

L’andamentodelle infezioninelle province:quasitutti acasa

148

Solo142 consintomi

Un guasto informatico ha mandato in tilt ieri il tradizionale bollettino serale della Regione. Ieri mattina ne era uscito uno provvisorio, che indicava 79 nuovi infetti scoperti dall’altra sera. Il conto delle persone in isolamento invece - che viene diffuso una sola volta al giorno - indicava un balzo di altri 657 veneti messi in quarantena, dei quali erano quasi 3500 quelli positivi al virus, ma solo 144 di loro con sintomi evidenti. Ieri sera a “Porta a porta” su Rai1 intanto il governatore veneto Zaia ha spiegato che «la validazione da parte del Cts dei tamponi rapidi antigenici è una notizia positiva. Significa avere minori tempi e complicazioni sia per le strutture sanitarie che per i cittadini perché tampone rapido vuol dire ottenere il risultato sul posto senza bisogno del laboratorio. Benissimo per la prevenzione nelle scuole perché così potremo, io spero quanto prima, entrare con i nostri sanitari ed evitare la diaspora verso i punti di accesso rapido. Il Veneto ha testato questa modalità a Treviso con il dottor Rigoli, molto tempo fa, e siamo stati noi a fare richiesta di validazione nazionale». «Da noi per il Covid non c’è una emergenza ospedaliera: abbiamo 28 persone in terapia intensiva contro le centinaia che avevamo e poco meno di 200 pazienti contro i 2.400 che avevamo». E ha concluso annunciando che «Noi siamo pronti anche con il test rapido della saliva, soprattutto per i bambini di età pediatrica».

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Soggetti positivi per luogo di isolamento

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Osp. per acuti

Ospedale di comunità

Ilreport settimanale diffuso ieridall’Azienda Zerosegna ladifferenzanettadi “attualmentepositivi al virus”traprovince venete:Trevisosvettasu tutte, Verona è alsecondo postocon unnumero di casi di granlungasuperiore allealtre.La consolazione sta nell’altrodato:quasi tuttisono acasa,senza sintomi

Laprof. AntonellaViola

L’ANALISIDEIMEDICIINTERNISTIFADOI. RielaboratiidatiregistratidalministerodellaSalute

Infetti,cifre20voltesuperiori agiugno:«Manonèallarme» «Il“tracing”dei contagie ilpiano della Regioneper farfronte a eventuali picchi dimalati sonoadeguati»

re all’origine del contagio. SOTTO CONTROLLO. «Anche

VENEZIA

In Veneto i casi di Covid-19 sono aumentati di 20 volte da fine giugno, ma per tutti i positivi è stato possibile il tracciamento dei soggetti a rischio. È quanto emerge dai dati del Ministero della salute rielaborati da Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri. Nella settimana tra il 29 giugno e il 5 luglio in Veneto si contavano 1,65 casi di Covid ogni 100 mila abitanti; nella settimana dal 14 al 20 settembre l’incidenza sulla popolazione è salita a 37,76. Nello stesso arco di tempo l’indice di contagiosità Rt è sceso da 1,11 a 1,06, ma comunque sopra la soglia di sicurezza uno. I focolai atti-

Ricoverinegliospedali per curareilvirus Sars-Cov2

vi a inizio estate erano 20, ora sono 492, dei quali 206 quelli nell’ultima settimana. POPOLAZIONE FRAGILE. A ciò

si aggiunge il fattore popolazione «fragile», poiché in Veneto il 23% degli abitanti è over 65 anni, e di questi il 40% con una o più malattie croniche e il 19% con due o più malattie croniche. Nono-

stante il forte aumento dei casi e dei contatti da tracciare e isolare, gli addetti al contact tracing sono riusciti a far partire il tracciamento dei contatti a rischio nel 100% dei casi, con 2,8 addetti per 10 mila abitanti, dotazione sopra lo standard minimo di riferimento che è di uno. Per tutti i 991 positivi accertati della settimana si è riusciti a risali-

in Veneto - commenta Andrea Bonanome, presidente regionale Fadoi - con l’estate si è assistito a un lieve incremento dei casi. Tuttavia la situazione appare assolutamente sotto controllo. Nei mesi scorsi la Regione ha adottato modelli organizzativi che dovrebbero consentire di affrontare con adeguata preparazione l’eventuale riaccendersi della pandemia: individuazione di ospedali Covid, organizzazione di aree “grigie” all’interno degli ospedali, potenziamento dei letti di terapia intensiva e subintensiva, potenziamento delle attività di screening e prevenzione territoriale, non da ultimo l’esecuzione di tamponi direttamente negli aeroporti di Venezia e Verona per passeggeri provenienti da paesi indicati “ad alto rischio”». •

IN PROVINCIA. A Sarego l’esito di 200 tamponi su ospiti e operatori della struttura. Medie di Altavilla, quarantena finita

Salgonoa 12 icontagiincasa diriposo Uncaso allamaternaBelfiore aValdagno:isolata mezzaclasse Matteo Guarda Antonella Fadda

Sale a 12 il numero dei contagi alla casa di riposo “Bisognin” di Meledo di Sarego. Gli ospiti affetti da coronavirus sono passati da 6 a 9 mentre gli operatori da 2 a 3. Sono questi i risultati all’esito dei 200 tamponi eseguiti tra sabato e lunedì che sono stati resi noti a partire da ieri mattina, con gli ultimi dati arriva-

ti in serata. Uno screening che ha coperto i 125 anziani ospiti e il centinaio di operatori, tra dipendenti ed esterni, oltre ai volontari che più assiduamente prestano servizio nella struttura. Altri 40 tamponi sono stati eseguiti ieri. Il risultato si attende nelle prossime ore. Da quanto si apprende, nessuno dei contagiati ha finora presentato febbre, soltanto un ospite ha tenui colpi di tosse. L’anziana che era stata trasportata all’o-

spedale di Vicenza per concorrenza con altre patologie ieri è stata riportata alla casa di riposo. Le sue condizioni sono migliorate. «I contagiati sono tutti del secondo piano - riferisce la presidente della “Bisognin”, Iside Bonavigo -, grazie ai tamponi siamo riusciti a circoscrivere il focolaio e per ora nessuno presenta peggioramenti». Intanto, in questo autunno in cui si naviga a vista anche sul fronte scolastico, arriva dalla scuola dell’infanzia Belfiore di Valdagno la notizia di un bimbo positivo al virus. La novità è stata comunicato ieri al sindaco Giancarlo

Acerbi. Subito sono stati attivati i protocolli anti-covid dall'Istituto comprensivo, in collaborazione con l’Ulss. Grazie ai nuovi spazi messi a disposizione dal Comune in seguito alle mutate esigenze conseguenti all'emergenza sanitaria, la classe di 23 alunni è stata divisa a metà, creando due gruppi-bolla autonomi. Così è stato possibile isolare solo 10 bambini e due insegnanti, anziché l’intera classe. In assenza di ulteriori casi di positività le attività del gruppo potrebbero riprendere la prossima settimana. «Per ora la situazione è sotto controllo e non c'è da allar-

marsi», afferma il sindaco. Buone notizie invece da Altavilla. Ritorneranno in classe in questi giorni i 24 ragazzi di terza della “Marconi”, a casa da 14 giorni, da quando una compagna è risultata positiva. «Ieri è stato eseguito sugli studenti il secondo tampone ed è risultato negativo spiega il sindaco, Carlo Dalla Pozza - quindi i ragazzi torneranno in aula. Il fatto che il virus sia stato circoscritto alla classe fa pensare che tutti gli accorgimenti che abbiamo preso dentro la scuola abbiano funzionato». • (Ha collaborato Veronica Molinari)

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Untamponeeseguito aunapersona anziana. ANSA

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MERCOLEDÌ 30 SETTEMBRE 2020 LA TRIBUNA

CASTELFRANCO - MONTEBELLUNA

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Verso il ballottaggio del 4-5 ottobre Stefano Marcon, sindaco uscente, candidato del centrodestra strizza l’occhio a “Punto d’Incontro”: «Sono molto d’accordo con loro»

Sebastiano Sartoretto, candidato sindaco del centrosinistra: «La giunta che costruirò sarà espressione di un’ampia pluralità»

«Più verde e meno cemento «Guardate i fatti concreti proprio ciò che ho fatto Con M5s, Gomierato e Zurlo E così intendo proseguire» tanti punti in comune» L’INTERVISTA / 1

opo l’incoraggiamento di Matteo Salvini, oggi riceverà quello del governatore Luca Zaia, a casa sua, nella frazione di Salvatronda, dove ha registrato il record di preferenze a suo favore, arrivando al 63,5 per cento. Stefano Marcon cerca la conferma partendo dal 47,38 per cento ottenuto al primo turno: ma, come ha detto, sarebbe un errore pensare di aver già vinto. Provi a convincere chi al primo turno ha sostenuto altri candidati a cambiare voto. Partiamo da chi ha votato Maria Gomierato, che ha messo al centro la questione dell’ospedale. «L’arrivo dello Iov porterà il San Giacomo ad essere una eccellenza non solo regionale, ma anche nazionale. Rispetto alla posizione di Gomierato, di voler tornare indietro, dico che è una ipotesi che non regge, perché si oppone a qualsiasi regola di razionalizzazione avere dei reparti doppioni come l’Urologia oncologica e quella non oncologica o la Gastroenterologia oncologica e non. L’assetto definivo dell’ospedale si sta ora concretizzando con l’arrivo del bunker di radioterapia il cui progetto sarà pronto entro il 5 novembre, mentre sarà necessario potenziare i servizi territoriali, come i poliambulatori». Invece per Punto d’Incontro uno dei temi fondamentali è quello dell’ambiente. «Le istanze di questa lista mi trovano d’accordo, anche sul fatto di incrementare il verde: come presidente della Provincia ho lanciato ad esempio la proposta di dona-

L’INTERVISTA / 2

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a chiuso il primo turno con il 25, 06 per cento delle preferenze. Ma poi ha registrato il sostegno sia della candidata della coalizione civica Maria Gomierato che del Movimento Cinque Stelle. Con questo vento in poppa Sebastiano Sartoretto si prepara al ballottaggio. Perché chi ha sostenuto Maria Gomierato al primo turno, ora dovrebbe scegliere lei? «I due programmi elettorali hanno molti punti in comune, c’è una convergenza su tanti temi. Emerge il giudizio sul fatto che l’azione di Stefano Marcon sia stata insufficiente. Ora c’è la possibilità di voltare pagina, facendo ripartire una città che è regredita e ha perso appeal, a differenza di Cittadella o Montebelluna. Non è un problema di partito ma di persone: sono sempre le stesse facce da dieci anni e si ripresentano per altri cinque. Ma i disastri sono evidenti: dalla situazione dell’ospedale alla perdita di uffici importanti, come l’Agenzia delle entrate, e tanti altri. A differenza del governo unico della Lega, oggi con me si può scegliere uno schieramento ampio di persone con una squadra con intelligenze, energie e fantasia per fa ripartire la città. Inoltre, fattore non secondario, collegata al governo nazionale. Invece non ha fatto scelte Punto d’Incontro. «Chi ha sostenuto Punto d’Incontro, rileggendo il nostro programma, troverà molti punti comuni, ad esempio nella tutela ambientale, intesa come quali-

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Stefano Marcon davanti a un suo manifesto elettorale

re un albero ad ognuno che ne facesse richiesta, con l’impegno ad accudirlo. Anche la proposta lanciata dalla lista sulla piantumazione di un albero per ogni nato in una zona specifica della città in linea generale la vedo positiva, fatto salvo che possiamo verificare la fattibilità. La rigenerazione urbana e il contrasto al consumo di suolo sono punti fondamentali del nostro programma e abbiamo già dato risposte concrete: ad esempio con il recupero dell’ex scuola di Treville e la trasformazione del padiglione L dell’ospedale in una delle sedi dell’Alberghiero». Tra le istanze del Movimento Cinque Stelle c’è anche la richiesta di una maggior democrazia diretta: “question time” in consiglio comunale e la possibilità da parte dei cittadini di essere parte attiva intervenendo in prima persona.

«Su questo non concordo perché credo che appesantirebbe ulteriormente una burocrazia che dovrebbe essere più snella, per far lavorare meglio la macchina comunale. I rappresentanti dei cittadini ci sono: attraverso il voto è stata fatta una prima scelta domenica scorsa e con il ballottaggio ci sarà la definitività del nuovo consiglio comunale. Visti i risultati ottenuti dal M5S (che non entrerà in consiglio in ogni caso, ndr) mi sembra che una proposta come questa non abbia registrato l’interesse dei cittadini». E come convincerebbe chi ha scelto Sartoretto a cambiare idea al ballottaggio? «Non rispondo perché una risposta genererebbe polemica. Le ho evitate finora e intendo farlo fino a lunedì quando saranno le urne a dare l’ultima risposta». — DAVIDE NORDIO © RIPRODUZIONE RISERVATA

confartigianato

Montebelluna

Incontro a Vedelago sul Super-ecobonus

Potature su 141 alberi Costo: 200 euro all’uno

VEDELAGO

Prosegue il tour di incontri sull’ecobonus, oggi alle 20 tappa a Vedelago, al teatro Margherita Sanson a Vedelago. È la terza tappa del tour di incontri “Ecobonus 110% -Roadmap per l’utilizzo di incentivi” organizzato dalla Confartigianato di Castelfranco nei comuni della Castellana per rispondere ai dubbi e alle incertezze sul nuovo incentivo che favori-

sce gli interventi di efficientamento energetico. «Stiamo riscontrando un interesse forte verso questa tematica», ha dichiarato il presidente di Confartigianato Oscar Bernardi. Dopo gli appuntamenti di Castello di Godego e Riese e quello di oggi a Vedelago, seguiranno gli incontri del 2 ottobre a Resana e del 7 ottobre a Loria. Ultima tappa a Castelfranco o il 9 ottobre (Hotel Fior, ore 20). —

MONTEBELLUNA

Ci sono 141 alberi da potare in città. Sono quelli che si trovano lungo i viali cittadini e nei cortili delle scuole. E visto che il lavoro va fatto in autunno, il Comune di Montebelluna ha provveduto a individuare l’azienda che provvederà ad eseguire il lavoro per una spesa complessiva di 28.835 euro comprensivi di Iva e oneri per la sicurez-

za. Non sono tutte le piante in area pubblica esistenti a Montebelluna, ma sono quelle che, a giudizio dell’ufficio ecologia del Comune, hanno necessità di essere sottoposte a interventi di potatura per scongiurare danni a persone o cose cagionati dalla caduta improvvisa e/o stroncatura di alberature. Il lavoro sarà eseguito dalla Tegetes snc di Vazzola. — E.F.

Sebastiano Sartoretto, candidato sindaco del centrosinistra

tà della vita, attività culturali, risparmio del suolo». Punto di Incontro un albero per ogni nuovo nato. «È una proposta che aveva fatto anche il M5S ed è una azione prevista dalla legge. Più che condivisibile». Con il M5S ha firmato un accordo dove si impegna tra le altre cose sulla democrazia diretta. «Si tratta di dare voce a nuova forme di partecipazione diretta. Se investiamo di più su questo, riusciremo ad ottenere che ben di più del 60 per cento dei cittadini vada a votare, quindi una maggior partecipazione alla vita pubblica». Con gli altri candidati sindaci si è parlato anche di partecipazione al governo della città nel caso di vittoria? «Premetto che non c’è stato alcun baratto, ma un confronto sulle idee. La mia intenzione è fare una giunta

che garantisca la rappresentatività di tutti quei mondi e quelle realtà che eventualmente mi avessero dato la fiducia al ballottaggio. Farò in modo che anche la giunta rappresenti la pluralità di questa coalizione, dove emergono elementi di novità e alti profili di competenza». Qualche nome? «No, non sarebbe serio in questo momento». Proviamo a convincere chi ha votato Stefano Marcon a cambiare idea? «Marcon l’hanno provato, hanno visto il risultato non certo positivo che ha raggiunto Castelfranco dopo dieci anni di amministrazione leghista. Ora ci diano la possibilità di dimostrare che si può recuperare il tempo perduto: per una amministrazione comunale non sono importanti i partiti, ma le persone». — D.N. © RIPRODUZIONE RISERVATA


MERCOLEDÌ 30 SETTEMBRE 2020 - ANNO XVIII - N. 232

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: Via F. Rismondo 2/E - 35131 Padova - Tel 049 8238811 - Fax 049 8238831 E-mail: corriereveneto@corriereveneto.it

A Padova

Il murale

Il libro di Ichino e il lavoro intelligente

Gli atti di violenza

LA RABBIA DEI NOSTRI FIGLI di Eugenio Tassini

I

nostri figli continuano a picchiare (anziani, immigrati, barboni, altri ragazzi) o a essere picchiati (da loro coetanei). Accade in tutta Italia. A Mestre, a Padova, a Venezia, a Chioggia, a Bologna, a Firenze, a Colleferro, ovunque nelle notti della movida. Pestaggi per una sigaretta non data, uno sguardo, una frase, un silenzio. Perché considerano proprietà del loro gruppo una panchina, un tavolino, una piazza, una strada, un marciapiede, e se ci trovano qualcun altro la considerano una invasione, una sfida, una mancanza di rispetto. Picchiano per un apprezzamento a una ragazza, ma anche perché due ragazzi si baciano. Per un no di un ristoratore a vendere loro una bottiglia di whisky perché sono minorenni o perché il locale sta chiudendo non importa. Noi, padri e madri, assistiamo a questa deriva di rabbia e arroganza con sgomento e senza capire cosa stia accadendo. E in effetti non è facile capire. Perché i protagonisti sono indifferentemente giovani sbandati e giovani bravi a scuola, giovani palestrati, giovani che già lavorano e giovani che al contrario un lavoro non ce l’hanno, giovani di periferie degradate e di centri storici confortevoli e così via. Pare di capire che la loro sia una cultura primitiva, formata intorno all’idea del branco (che tutto può, tutto prende) e della vendetta. Di sicuro la cultura prevalente nella quale sono cresciuti i nostri figli non è la nostra. Noi eravamo avevamo più comunità fra le quali scegliere (politica, religiosa, generazionale), loro sono tutti figli unici.

continua a pagina 3

21°

Poco nuvoloso

Omaggio a Uderzo il «papà» di di Asterix e Obelix

a pagina 17 Gubitta

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SAB

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a pagina 18

VENEZIA E MESTRE

VEN

corrieredelveneto.it

Lotta al Covid Il sottosegretario alla Salute concorda anche sull’introduzione del medico in classe per gestire lo screening

Scuola, via ai test rapidi

Sì del Comitato tecnico scientifico dopo la richiesta del Veneto. Sileri: ma la quarantena resta

VENEZIA Dopo la richiesta presentata lunedì dal governatore Luca Zaia, il Comitato tecnico scientifico nazionale ha dato il via libera all’uso dei tamponi rapidi nelle scuole, «per la sola attività di screening». Che potrebbe essere fatto direttamente negli istituti. «Dove i Dipartimenti di Prevenzione riescano a organizzarsi in tal senso. Ecco perché appoggiamo l’idea di reintrodurre il medico scolastico» spiega in tal senso il sottosegretario alla Salute, Sileri. Che invece ribadisce il no del governo a un’ipotesi di stop alla quarantena. a pagina 5 Nicolussi Moro

L’ORDINANZA

E in Comelico mascherine anche all’aperto In Comelico, tra le Dolomiti bellunesi, si contano 62 positivi al coronavirus. Quasi la metà dei casi registrati nell’intera provincia di Belluno. Per questo dopo un vertice in prefettura l’Usl ha firmato un’ordinanza che prevede l’obbligo di mascherine all’aperto e locali chiusi alle a pagina 5 22.

● ALL’INTERNO

SALVINI IN LAGUNA

LA LOGISTICA

In 100 passano dalla coop all’assunzione

BELLUNO

di Matteo Sorio

«ZaiaeBrugnaroassetnazionali» a pagina 3 Zambon

L‘opera Zaia al governo. Ma è braccio di ferro tra palazzo Chigi e Mit sul profilo: tecnico o politico

Il magazzino della Dachser

«Tav, a noi il commissario»

Zaia si candida, anzi, candida la Regione a far correre più veloci i cantieri della Tav. «Di sicuro la sbloccheremmo, lo testimoniano gli oltre 2 miliardi di cantiere della Pedemontana». a pag. 14

VENEZIA

U

na scelta decisamente in controtendenza quella della Dachser, colosso della logistica con m a g a z z i n o ce n t r a l e a Nogarole Rocca, nel Ve r o n e s e : i n p i e n a pandemia, l’azienda ha deciso di assumere in pianta stabile 109 collaboratori, che prima operavano nel magazzino come soci di una coop.

La prima volta Previsioni fino a 140: ipotesi chiusura delle dighe

a pagina 15

LA BASILICA

E il ministero boccia le barriere per San Marco

IMPRESE INNOVATIVE

H-Farm,ancora unsemestre in«rosso»

di Alberto Zorzi

I

l progetto di Stefano Boeri per la difesa della Basilica di San Marco non è passato al vaglio dei comitati tecnicoscientifici del ministero dei Beni culturali. Bocciato anche l’«elemento-firma», il leggio metallico con le informazioni sulla più importante chiesa veneziana. Si riparte da capo con la stagione delle acque ala pagina 2 te alle porte.

a pagina 15

L’INDUSTRIA

RilancioBurgo EntraQuattroR con70milioni

Sabatoacquaalta:Moseprontoadalzarsi

di G. Favero

a pagina 2

San Marco, chiusi altri due negozi Un’attività su quattro non c’è più, l’allarme dei commercianti della piazza

VENEZIA Si abbassa la saracine-

sca della storica pelletteria Pagan, da cento anni attiva vicino al caffé Florian. Il vetro artistico di Venini lascia la bottega per ritirarsi sull’isola di Murano. In crisi anche le Mercerie dell’Orologio e la zona di Rialto. A San Marco dopo la Mostra del Cinema calo dei fatturati dell’80 per cento. Il presidente dei commercianti della piazza: «Sono mancate iniziative concrete a sostegno delle attività della città». a pagina 9 Gargioni

NEL TREVIGIANO

Cade dalle scale bimbo di 2 anni in fin di vita Scivola dalle scale di casa, battendo violentemente la testa e perdendo i sensi. Vittima un bimbo di poco più di 2 anni che, ora, si trova ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Ca’ Foncello di a pagina 7 Citter Treviso.

& Conduce

&

TREVISO

Conduce Con Presented by

a pagina 14


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