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22-NOV-2020
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22-NOV-2020
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22-NOV-2020
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22-NOV-2020
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22-NOV-2020
22-NOV-2020 Estratto da pag. 4
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3043
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22-NOV-2020
22-NOV-2020 Estratto da pag. 10
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 29
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 29
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
da pag. 1-11 Quotidiano nazionale
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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
22-NOV-2020
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Direttore: Massimo Giannini
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22-NOV-2020
da pag. 1-3 Quotidiano nazionale
Direttore: Alessandro Sallusti
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22-NOV-2020
da pag. 1-3 Quotidiano nazionale
Direttore: Alessandro Sallusti
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22-NOV-2020
22-NOV-2020 Estratto da pag. 1-28
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 1-28
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3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 1-28
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
da pag. 1-13 Quotidiano nazionale
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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
22-NOV-2020
da pag. 1-13 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 09/2020: 256.831 63
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22-NOV-2020
da pag. 1-13 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 09/2020: 256.831 63
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
22-NOV-2020
22-NOV-2020 Estratto da pag. 3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
18-NOV-2020 Estratto da pag. 18
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
18-NOV-2020 Estratto da pag. 18
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
18-NOV-2020 Estratto da pag. 18
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
da pag. 1-2 Quotidiano nazionale
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22-NOV-2020
da pag. 1-2 Quotidiano nazionale
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22-NOV-2020
da pag. 1-2 Quotidiano nazionale
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22-NOV-2020
22-NOV-2020 Estratto da pag. 4
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 1-5
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 1-5
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
18-NOV-2020 Estratto da pag. 22
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
18-NOV-2020 Estratto da pag. 22
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
18-NOV-2020 Estratto da pag. 22
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
18-NOV-2020 Estratto da pag. 22
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 11
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 11
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 11
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 11
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 35
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
da pag. 2 Quotidiano nazionale
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22-NOV-2020
da pag. 2 Quotidiano nazionale
Direttore: Massimo Giannini
Lettori Audipress 09/2020: 115.264 63
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22-NOV-2020
22-NOV-2020 Estratto da pag. 1-9
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 1-9
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 38
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 38
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 38
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 36
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 6
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 1-2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
22-NOV-2020 Estratto da pag. 1-2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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22-NOV-2020 Estratto da pag. 1-2
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da pag. 1-6 Quotidiano nazionale
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22-NOV-2020 Estratto da pag. 1-36
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22-NOV-2020 Estratto da pag. 1-36
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20-NOV-2020 Estratto da pag. 5
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6566
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22-NOV-2020 Estratto da pag. 12
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da pag. 23 Quotidiano nazionale
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22-NOV-2020
22-NOV-2020 Estratto da pag. 10
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3043
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2
Primo Piano
Domenica 22 Novembre 2020 www.gazzettino.it
L’emergenza Covid I posti letto occupati in Veneto TOTALE REGIONALE
F1 50
BELLUNO
ROVIGO
Terapia Intensiva
Area NON critica
Terapia Intensiva
Area NON critica
Terapia Intensiva
Area NON critica
Terapia Intensiva
Area NON critica
277
2.205
8
108
64
352
9
98
F2 150
F3 250
F4 400
F5 1.000
F1 300
F2 900
F3 F4 F5 1.500 2.400 6.000
F1 2
F2 6
F3 11
F4 17
F1 14
F5 43
TREVISO
F1 6
PADOVA
F2 43
F3 72
F4 115
F5 286
F1 11
F2 34
F3 56
F4 90
VENEZIA
F5 224
F1 62
F2 186
F3 310
F4 496
F5 1.241
F1 3
F2 10
F3 16
F4 26
VERONA
F5 64
F1 22
F2 65
F3 108
F4 172
VICENZA
Terapia Intensiva
Area NON critica
Terapia Intensiva
Area NON critica
Terapia Intensiva
Area NON critica
Terapia Intensiva
Area NON critica
34
413
50
347
74
483
38
404
F2 19
F3 32
F4 51
F5 128
F1 39
F2 116
F3 193
F4 308
F5 771
F1 8
F2 23
F3 39
F4 62
F1 54
F5 156
F2 161
F3 268
F4 429
F5 1.072
F1 12
F2 35
F3 59
F4 94
F5 234
F5 431
F1 64
F2 191
F3 318
F4 508
F5 1.271
F1 8
F2 23
F3 38
F4 61
F5 153
F1 46
F2 139
F3 232
F4 371
F5 928
L’Ego-Hub
«Veneto osservato speciale? Giusto» Zaia: «Non è finita, raggiunta quota 300 posti in rianimazione» `Annunciate alcune modifiche all’ordinanza “giallo plus” A Venezia, Verona e Vicenza ricoveri in aumento. Treviso soffre «Sarà reiterata, stiamo valutando nuovi aggiustamenti» `
LA GIORNATA VENEZIA Il Veneto è «osservato speciale» e al suo governatore Luca Zaia va bene così. Perché il fatto di essere “attenzionati” esattamente come Friuli Venezia Giulia e Molise - dal ministero e dall’Istituto superiore della Sanità può indurre i cittadini «a non far festa» e ad osservare ancora più scrupolosamente le regole. Una su tutte: evitare gli assembramenti. Anche perché i dati sono ancora altalenanti, un attimo aumentano, un attimo dopo calano, come le terapie intensive che ieri mattina alle 11
«C’È UN SEGNALE DI “GOBBETTA” MA DEVE ASSESTARSI. L’INVITO AI CITTADINI: «EVITATE GLI ASSEMBRAMENTI»
hanno superato i 300 ricoveri, ma in poi in serata sono scese a 289, addirittura meno di venerdì. Però i ricoveri in area non critica sono tanti, ci sono addirittura province - come Verona, Vicenza, Venezia - dove il trend è ancora di crescita. Ecco perché Zaia dice: «È stato sbagliato scegliere il colore giallo per la nostra classificazione, è il colore del sole, induce a pensare che vada tutto bene. Il Veneto, in realtà, è in area grigia che è la più brutta, non si sa cosa ci sia dopo». È così che a Palazzo Balbi sono pronti a ripetere l’ordinanza che ha inasprito alcune restrizioni, imponendo ad esempio
TREVISO Il coronavirus dimezza l’Ortopedia dell’ospedale di Montebelluna: 6 medici su 12 sono stati contagiati. In due casi sono emersi i primi segnali di polmonite. Si trovano tutti in isolamento a casa. Al momento le loro condizioni non destano particolari preoccupazioni. Ma le assenze forzate sono difficili da assorbire nell’ospedale ad oggi più in difficoltà a causa dell’alto numero di ricoveri legati al Covid-19, che nelle ultime ore sono saliti a 123, compresi sei in Terapia intensiva. Con questi numeri era impossibile continuare a garantire tutte le operazioni a Montebelluna. E l’Usl della Marca è corsa ai ripari prevedendo lo spostamento a Treviso degli interventi per la frattura del femore su pazienti non positivi. Andrà così fino alla fine del mese. Dall’inizio di dicembre, poi, toccherà alla sede dello Iov di Castelfranco dare una mano a Montebelluna. L’idea è di dedicare due giorni alla settimana alle operazioni sui pazienti dell’Ortopedia, sempre Covid negativi.
IL TRASLOCO «Le fratture del femore ver-
I DATI La statistica ufficiale di ieri registra in Veneto 3.442 nuovi contagi rispetto a venerdì, che por-
L’età dei ricoverati Regione Ulss 1
Età
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769
Ulss 2
Ulss 4
3
Ulss 5
9
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>=90
80-89
13
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34
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115 17
25 69
13
55
49
9
68
18
punto fermo è che l’ospedale di Castelfranco deve rimanere Covid-free, sia la sede dello Iov che la parte generalista.
97
28
LA DISPONIBILITÀ
45
54
37
53 40%
4
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98 49
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13
28
70
57 60%
80%
9 14 100% L’Ego-Hub
Montebelluna, contagiati 6 medici su 12 di Ortopedia Interventi spostati a Treviso E DA DICEMBRE LE OPERAZIONI SARANNO EFFETTUATE ALLO IOV DI CASTELFRANCO
ranno spostate da Montebelluna a Treviso per una decina di giorni - spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl - non possiamo gestirle dove mancano ortopedici. Ma dal primo dicembre, quando i medici si saranno negativizzati, gli interventi verranno eseguiti a Castelfranco». Le operazioni ortopediche richiedono strumenti particolari
che nella sede dello Iov non sono più presenti. L’azienda sanitaria ha pensato anche a questo. «Porteremo i letti, i kit operatori e gli strumentisti - assicura Benazzi in questo modo saremo in grado di rispondere alle esigenze di tutto quel territorio». In tutto ciò, gli interventi di ortopedia su pazienti positivi continueranno a essere gestiti a Montebelluna. Il
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2.600, è in condizioni “severe”, per 382 la gravità è “critica”, poi ci sono i duecento intubati. Di qui l’invito del presidente Zaia a rispettare le regole: «Le previsioni meteo per la giornata di domenica sono buone, ma evitate i centri storici, le zone da “struscio”, dove si fanno le “vasche”, non andate al mare, in montagna, al lago, non andate da nessuna parte dove ci sono assembramenti perché ci hanno confermato in fascia gialla, ma dietro l’angolo c’è quella arancione e anche quella rossa». Quanto alle previsioni, l’assessore alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin ha confermato che l’algoritmo usato dalla Regione indica una fase di crescita dei ricoveri e che non si è ancora arrivati al picco, atteso ora per la fine del mese: «Gli ingressi superano le dimissioni e ricordo che nella prima fase ci sono voluti due mesi per svuotare gli ospedali». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
34
16
78
0%
<=14
139
27
AOUVR
15-49
8
68
5
50-69
34
81
AOUPD
Gli ultimi dati elaborati da Azienda Zero sugli indicatori di rischio, mostrano chiaramente che il Veneto è entrato complessivamente nella quarta fase del “semaforo sanitario” regionale sia per le terapie intensive che per i posti letto in area non critica, ma è su questi ultimi che si sente maggiormente la pressione. Treviso è già nella quinta fase, Vicenza pure, Verona è lì lì per entrarci. La maggior parte dei ricoverati, più di 1.500 su
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L’ALGORITMO
172
24
12
70-79
cosa faremo a Natale, finirà che ci ingrasseremo mangiando il panettone da soli a casa».
670
31
25
tano il totale da inizio pandemia a 120.971 malati. I decessi salgono a 3.212, 42 in più nelle ultime ventiquattr’ore. Negli ospedali si superano i 2.600 ricoveri, suddivisi tra area non critica (2.320, +40) e terapie intensive (ieri sera 289, -2). «In Veneto c’è un segnale di “gobbetta” verso giù sui ricoveri da qualche giorno - ha sottolineato il presidente regionale - ma è solo un segnale. Bisogna che si consolidi. Abbiamo Verona, Vicenza e Venezia che hanno ancora un trend crescente nei ricoveri, lì la curva è a uncino. Se non ci mettiamo pancia a terra reimpenniamo le curve. E sarà inutile venire a parlare su
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L’EMERGENZA
nei giorni festivi la chiusura di tutte le botteghe. «Sicuramente il sistema sanitario, l’organizzazione e il lavoro dei sanitari ci permette di essere in zona gialla. Ma l’ordinanza sulle misure “zona gialla plus” verrà reiterata perché non siamo ancora usciti da questo casino. Stiamo valutando alcuni aggiustamenti, potrebbero esserci delle modifiche, ma senza comportare ricadute economiche», ha detto Zaia.
MONTEBELLUNA Ospedale in crisi
«Siamo disponibilissimi a dare una mano all’ospedale di Montebelluna sul fronte degli interventi chirurgici attraverso la sede di Castelfranco dello Iov. Si tratta solo di definire la soluzione migliore dal punto di vista organizzativo. Ma non ci tiriamo indietro. Già oggi accogliamo in Terapia intensiva pazienti non positivi al coronavirus che arrivano da altri ospedali. Facciamo parte del sistema e in questa situazione di emergenza contribuiamo ad alleggerire i carichi». A parlare è Giorgio Roberti, direttore generale dell’Istituto oncologico veneto di Padova, con sede anche nell’ospedale di Castelfranco. Lo Iov dedicherà due giorni a settimana a Castelfranco alle operazioni chirurgiche di ortopedia. Il direttore Roberti parla anche della possibilità di aumentare a Castelfranco le altre attività di chirurgia generale oggi eseguite a Montebelluna. «Si andrebbe comunque ad alleggerire quella struttura, senza la necessità di trasferimenti», dice. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MESTRE
DOMENICA 22 NOVEMBRE 2020 LA NUOVA
l’allarme per il progetto d i veritas
Appello a Zaia di 50 medici e pediatri contro l’inceneritore Vogliono incontrarlo e spiegarli i rischi per la salute pubblica «L’ambiente già inquinato, sarebbe nefasto per la salute» Pediatri e medici di famiglia tornano a lanciare l’allarme per le conseguenze sulla salute pubblica delle nuove emissioni di inquinanti che produrrà il potenziamento dell’inceneritore di Veritas a Fusina con nuove linee di combustione, con recupero energetico, di rifiuti solidi urbani. «Aggiungere ulteriore inquinamento da combustione in un ambiente già così degradato progettato impianto di Fusina per l’incenerimento di rifiuti di varia natura può avere effetti nefasti sulla salute dei nostri pazienti che constatiamo nella nostra pratica clinica quotidiana e dall’esame della letteratura scientifica» scrive, in una lettera inviata al presidente della Giunta regionale, Luca Zaia, un gruppo di oltre cinquanta medici pediatri, medici di famiglia e specialisti che
operano nel territorio veneziano e nelle zone limitrofe a Fusina. I firmatari della lettera chiedono di incontrare Zaia per riportare «i timori e le speranze dei nostri pazienti, decine di migliaia di persone
Bettin al sindaco «La vostra scelta è irresponsabile ascoltate i sanitari» del nostro territorio, genitori, nonni, giovani e anziani, che affidano a noi la loro salute e a lei il loro futuro alla luce dei risultati delle indagini nella laguna veneziana per verificare la presenza di inquinanti (composti organici persistenti) nelle vongole, nel latte materno e nel siero di maschi con precise abitudini
alimentari». Al presidente della giunta regionale pediatri e medici veneziani chiedono, inoltre di «mettere in atto il monitoraggio biologico di micro inquinanti organici persistenti, prima di procedere con l’autorizzazione definitiva alla costruzione di nuovi inceneritori». «Si può facilmente attuare con tecniche non invasive e a basso costo, come il bio-monitoraggio sulla presenza di inquinanti nel latte materno e nelle unghie dei bambini» spiegano nella lettera, facendo presente che «quest’ultima tecnica è stata recentemente applicata nella città di Forlì, con risultati molto significativi». A sostegno delle richiese di medici e pediatri, il consigliere comunale Verde Progresssta, Gianfranco Bettin, ha presentato una interrogazione diretta al sinda-
La protesta dello scorso contro l’inceneritore davanti al sito di Veritas a Fusina
co, Luigi Brugnaro, che ha sempre difeso a spada tratta il progetto di potenziamento dell’inceneritore di Fusina. «L’appello dei medici per l’ambiente di Venezia sui rischi provocati dal nuovo inceneritore di rifiuti in via di realizzazione a Fusina e sostenuto da Comune di Venezia e Regione del Veneto» scrive Bettin nell’interrogazione« conferma, con l’autorevolezza di chi opera nel campo fondamentale della salute e la credibilità di chi osserva la real-
aperta un’inchiesta interna
Baby gang, cellulare in carcere perquisita la cella di Alesini Il sottofondo musicale è la hit di Sfera Ebbasta, “Bottiglie Privè”. Nel suo profilo Instagram, fino a venerdì pomeriggio ancora operativo, immagini e “storie” che lo riprendono nella cella del carcere Due Palazzi addirittura con una “sigaretta” tra le labbra forse uno spinello. Profilo oscurato e, per ora, aperta un’inchiesta interna al Due Palazzi. Lui è Angelo Valerio Alesini, 19enne ex boss di una baby gang prima detenuto a Venezia poi a Padova per scon-
tare 4 anni e mezzo in seguito a 2 condanne (per furti, un danneggiamento e una tentata estorsione). La Polizia penitenziaria ha già perquisito la cella, senza esito. Non è stato trovato lo smartphone che ha usato per riprendere e fotografarsi. È chiaro che quelle immagini sono state riprese (o scattate) con un cellulare di cui per ora non è stata trovata traccia. Poi, forse, foto e video sono stati spediti a qualche complice che ha postato sul profilo Instagram
TRIBUNALE DI TREVISO Si rende noto che il giorno 15.01.2021 ore 12:00 il Fallimento n. 138/2019 R.G. procederà alla vendita dei seguenti immobili: abitazione in villino con giardino esclusivo e autorimessa sita in Treviso (TV) viale Brigata Marche n. 53/B. Prezzo base d’asta: euro 712.500. Maggiori informazioni presso il Curatore Dott. Pierantonio Biasotto, tel. 0422/412212, e-mail: studio@biasottopartners.com. www.tribunale.treviso.it - www.asteannunci.it www.asteavvisi.it - www.canaleaste.it www.rivistaastegiudiziarie.it - www.asteonline.it
di Alesini foto e video. Una persona che ha accesso al suo profilo. Ma non viene escluso il fatto che sia stato lui stesso ad aver caricato le immagini sul proprio profilo. E questo quando ancora aveva a disposizione lo smartphone. Teoricamente dovrebbe esistere una schermatura elettronica della zona del carcere dove sono rinchiusi i detenuti. Purtroppo diverse le inchieste sul “carcere colabrodo” dove negli anni passati (e ancora oggi) entrano cellu-
Angelo Alesini
lari che girano tra le celle. Nel 2014 un’inchiesta della Procura di Padova permise di scoprire un traffico di droga e telefonini tra l’interno e l’esterno del Due Palazzi e nel quale rimasero coinvolti anche degli agenti della penitenziaria. Un’inchiesta
tà da questo punto di vista cruciale, le preoccupazioni espresse da tempo dalla popolazione e da associazioni e comitati». E come se non bastasse, aggiunge Bettin «giunge, peraltro, mentre viene confermato da parte dei promotori l’avvio della realizzazione anche della linea dedicata all’incenerimento dei fanghi. Come è noto, il potenziale di tutte le linee consente di fare del nuovo polo di Fusina un centro di incenerimento di scala regionale. Esatta-
che finì con varie condanne. Alesini ha sempre avuto la passione dei social e in particolare di Instagram. Infatti quando ancora stava muovendo i primi passi da capo, di una delle più violente baby gang di Mestre, tra il 2018 e il 2019, postava foto e video di ogni sua impresa. Si fotografava quando riusciva a salire sul cofano delle auto della polizia o dei vigili urbani, oppure quando rubava all’interno delle scuole che prendeva di mira di notte. E puntuale, poi, il materiale fotografico finiva sul profilo Instagram con post nei quali si vantava delle “imprese”. Tanto da diventare successivamente prove a suo carico in vari procedimenti. In carcere è finito a marzo. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
mente l’opposto di quanto perseguito nel passato». «Il Comune con la giunta Brugnaro e la Regione, cioè l’alleanza fucsia-destra-Lega», conclude Bettin, «ha scelto la strada opposta esponendo la comunità e l’ambiente ai rischi sanitari che l’appello dei medici veneziani sottolinea. È una scelta irresponsabile e nociva, anche industrialmente sbagliata e regressiva, da contrastare fino in fondo». — GIANNI FAVARATO © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN BREVE Via Verdi Furti nelle auto Ancora un raid di furti nelle auto, parcheggiate in strada, durante la notte. Questa volta è successo in via Verdi. Sono state prese di mira almeno sei vetture. Almeno sono sei i proprietari che si sono recati a sporgere denuncia alle forze dell’ordine. Spaccati i finestrini i ladri hanno razziato quanto hanno trovato. Comunque in tutti i casi i proprietari hanno confermato di aver lasciato in vista, sui sedili, oggetti o borse. Portati via documenti, occhiali da sole, borse con libri e attrezzi da lavoro.
unieuro
via san donÀ
Ruba un pc e scappa fermato e arrestato
Furto all’Osteria Plip torna il ladro del tè
Ruba un pc, spintona l’addetto alla sicurezza e scappa. Arrivano i carabinieri e lo arrestano per rapina impropria. In manette, venerdì pomeriggio, è finito un 34enne del Camerun che ha commesso la rapina all’interno dell’Unieuro al centro commerciale le “Porte di Mestre”. L’uomo dopo essere entrato in negozio e aver fatto un giro tra gli scaffali, ha preso pc nascondendolo in maniera grottesca sotto il giubbotto per poi allonta-
Quinto furto all’Osteria Plip, di via San Donà. Da quando dalle 22 alle 5 del mattino c’è il coprifuoco, il miglior “cliente” dell’oste David Marchiori è tornato a fargli visita venerdì sera poco dopo le 22, quando per strada non c’è nessuno. Anche in questa occasione ha forzato le porte anti panico e si è diretto ai frigo dove ha razziato bottigliette di tè freddo e della Coca Cola. Poi ha fatto dietrofront ed uscito. Ad avvisare Marchio-
narsi forzando le barriere dell’entrata. Inutile l’ammonimento dell’addetto alla sicurezza e di una commessa. L’uomo ha iniziato a correre cercando di guadagnare la fuga in direzione della porta automatica di uscita del centro commerciale. A quel punto, aiutati da colleghi, i vigilantes riuscivano a bloccarlo e a riportarlo all’interno del negozio. Una volta avvisati, i carabinieri sono intervenuti arrestando lo straniero. —
ri è stata la centrale dell’agenzia di vigilanza all’interno della quale era scattato l’allarme. Il valore del furto, come anche le altre volte, è relativo. Una volta hanno rubato del formaggio, poi dei cetrioli e un sacco di stracci e poi ancora del tè. I ladri, molto probabilmente, sono i clienti dei pusher che frequentano la zona che per vari motivi inizia ad essere abbandonata a se stessa. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
18 Cronaca
L'ARENA
Domenica 22 Novembre 2020
L’incuboCoronavirus Sanitàericercain campo per trovareirimedi
Difesa,135punti peritamponi «drivethrough»
Sono arrivati a 135 i «drive through» installati dalla Difesa in tutta Italiaperincrementare,attraverso ilpersonalesanitarioditutteleforzearmate,loscreeningeladiagno-
sidel Covid. Adoggi sono stati fatticirca 230mila tamponi,tra molecolari e rapidi, con una capacità massima di 30mila test giornalieri. Sette le «linee» attivate a Linate.
Pressolepostazioniicittadinipossono effettuare il tampone rapido accedendo direttamente in auto e ricevendoilrisultatoinquindiciminuti.
ECCELLENZE. L’agenzia americana Fda autorizza l’uso del medicinale la cui efficacia era stata individuata per la prima volta da uno studio dell’Università con la Pederzoli
Farmaco anticovid, Verona pioniera IlBaricinitib,impiegato nella curadell’artritereumatoide,è risultatoefficace insieme alRemdesivir.Ilprofessor Olivieri:«Inostri datisonoconfermatida studipiù ampi» Baricitinib: la Fda, Agenzia federale statunitense per gli alimenti e i medicinali con quartier generale nel Maryland, autorizza l’uso di questo farmaco contro le forme gravi di Covid-19 confermando uno studio dell’ateneo di Verona. In pratica, la Fda americana ha dato il via libera all’uso di questo medicinale, già impiegato per la cura dell’artrite reumatoide negli adulti per i quali altri farmaci non funzionano a dovere, sui pazienti più gravemente colpiti dal virus Sars-Cov-2 in stret-
Utilizzandolo, siaccorciano itempididegenza deipazienti congraviforme diCovid-19 Inpratica, èingradodi rispristinarela capacità difensiva delsistema immunitario
ta combinazione con il Remdesivir. Il farmaco è stato approvato come «urgenza», in assenza di terapie pienamente valide, basandosi sui risultati dello studio «Adaptive Covid-19 Treatment Trial» (ACTT-2), coordinato dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases su una popolazione di mille pazienti con polmonite da Covid-19. Lo studio clinico statunitense di fatto confermava su un numero molto più grande di malati lo studio veronese coordinato dall’Immunologia diretta da Vincenzo Bronte e dalla Medicina Interna diretta da Oliviero Olivieri e con Claudio Lunardi, in collaborazione con l’ospedale Pederzoli di Peschiera del Garda sull’utilizzo di Baricitinib, usato in modo “off-label” per lo studio nei pazienti affetti da Covid-19 insieme al Remdesivir, farmaco antivirale. Il lavoro, pubblicato sullaprestigiosa rivista scientifica «Journal of Clinical Investigation», forniva la dimostrazione che i pazienti trattati con Baricitinib mostrano anzitutto una marcata riduzione dei livelli sierici delle “temibili” citochine infiammatorie; inoltre, che i linfociti di tipo T e B circolanti nell’organismo sono in grado di ritor-
Lapresentazione, a fineagosto,deirisultati dellasperimentazionedell'Università e ospedalePederzoli
nare alla norma e che il titolo anticorpale contro il virus si alza. In altri termini, e per semplificare, il farmaco cosa fa? Ripristina la capacità difensiva del sistema immunitario danneggiata gravemente dal Covid. Tutto questo è associato non solo a una riduzione del fabbisogno di ossigeno per i pazienti, e quindi a un conseguente miglioramento clini-
co della polmonite, ma anche a un effetto molto importante sulla sopravvivenza dei pazienti stessi. «L’ateneo di Verona per primo ha messo in evidenza il meccanismo con cui agisce il farmaco sui malati», spiega il professor Olivieri dell’unoversità di Verona. E continua: «Serviva che i nostri dati clinici fossero confermati con studi più ampi, cosa che ora è avvenuta».
E ora? «I risultati attesi sono anzitutto l’accorciamento dei tempi di degenza con relativa decongestione degli ospedali per più rapido turnover dei pazienti, la cosa più necessaria in questo momento», risponde Olivieri. «E ancora: la riduzione del tasso di mortalità e la riduzione della proporzione di soggetti che debbono essere intubati in terapia intensiva». • © RIPRODUZIONERISERVATA
AccordoRegione-Federfarma
Testetamponirapidi daeseguireinfarmacia Sonocirca 500le farmacie aderentia FederfarmaVeneto chehannodato lapropria disponibilitàadeseguire i test antigenicirapidi per la ricerca delvirus SARS-CoV-2in farmaciaoin strutture dedicate.Sitratta deglistessi tamponichestanno già eseguendoinambulatorioi medicidimedicina generale. Il 12novembrel’assessore alla SanitàdellaRegione Emanuela Lanzarinaveva chiestodi fornireall’amministrazione regionaleil numero delle farmaciedisposte ad intraprenderequestamodalità diagnostica. «Calcolatainquestaprima ricognizionela nostra disponibilitàche siaggira attornoal 40%,siamoorain attesache laRegioneci indichi ilprosieguo dell’iter», spiega AndreaBellonpresidentedi FederfarmaVeneto. «Positiva larisposta dellefarmacie,la giudicocomeun atteggiamentodigrande responsabilitàesenso civico perchésitrattadi unservizio impegnativoa favoredella collettività.I tamponi rapidi potrannoessere eseguiti in regimeconvenzionato, quindi a caricodellaRegione, esarà la
Regionestessaadindicarcicon qualimodalitàle farmacie verrannocoinvolte nell’attività di screening,fermerestando le fondamentalicondizionidi sicurezza.Le farmacie allaprima ondatadiCovid hannooperato perla sicurezzadellapopolazione chele hasubitoriconosciute come sitisicurinelpieno rispettodelle normativeanticontagio, poli sanitariprofessionali, sempre aperti.Tutto ciòdeverimanere validoanchenella somministrazionedeitamponi rapidiedè perquestoche, inogni caso,saranno praticheeseguite ancheoltrel’orario diapertura,in localicon accessodiversoda quelloprincipale dellafarmacia. Ipotizzabileanche gazebio strutturededicateal difuoridella farmacia.Sempre pergarantire il piùaltolivellodiperformance, la proceduraingrado difornire l’esitonelgiro diqualcheminuto, verràeffettuata dapersonale infermieristicospecializzato. Il progettoprevede chei pazienti accedanoalla farmaciamuniti di prescrizionedelmedico curante cheavràvalutato l’opportunità di fareeseguire iltest. Ribadisco che larisposta ricevuta suffragala disponibilitàdellanostra rete di continuarea collaborare fattivamente».
ILCASO. Una notaesprime «indignazioneper l’atteggiamentodeplorevole» attribuito aldirettoregenerale dell’Aoui
LA MOZIONE. Dopo il voto unanime in Consiglio
«Scaricabariledifrontealle responsabilità,all’aziendaservonodirigenti competenti»
LapropostadiPadovani prevede il rientro di personale in pensione
Comune s’impegna Citrobacter,l’Ordinedeimedici Ilefatornareallavoro controCobello:«Orasicambi» medicieinfermieri Paolo Mozzo
Come una frattura scomposta. difficile da sanare. Il «caso Citrobacter Koseri», da mesi al centro delle polemiche nella sanità veronese, con la sua scia di neonati morti o condannati a gravi disabilità, registra ora la presa di posizione dell’Ordine dei Medici chirurghi ed odontoiatri scaligeri. Che in una nota esprime «viva indignazione per l’atteggiamento deplorevole tenuto dal direttore generale dell'Azienda ospedaliera universitaria integrata, Francesco Cobello» in relazione alla vicenda. «Dopo avere dovuto assiste-
«L’intempestiva chiusuradellaTin deveriguardare necessariamente tuttalacatena dicomando»
re a un rimpallo di responsabilità durante tutta l'estate, con una vera e propria “caccia al colpevole“, che ha visto solo i medici pagare per responsabilità organizzative e non dei clinici, prendiamo atto oggi dello “scaricabarile“ da parte del direttore generale anche a fronte delle responsabilità emerse dalla relazione del ministero della Salute», puntualizza l’ordine professionale. «Le responsabilità della mancata comunicazione ad Azienda Zero e dell'intempestiva chiusura del reparto di Terapia intensiva neonatale devono necessariamente riguardare tutta la catena di comando... che ha come responsabile ultimo il direttore generale», precisa la nota dell’Ordine dei medici. È una presa di posizione netta, senza «se» né «ma». Arriva dopo mesi di denunce sulla stampa, proteste di madri delle piccole vittime, un’inchiesta regionale ed un’altra ministeriale: entrambe estremamente critiche nei con-
fronti dell’operato della dirigenza dell’Azienda ospedaliera. Il cui direttore generale, Francesco Cobello, poche ore dopo l’ultima protesta delle madri, aveva difeso le proprie ragioni mettendo sotto la lente «inesattezze nella relazione» del ministero. E parlando di «un solo caso nel dicembre 2019, giudicato non epidemiologico da 11 medici». Dopo un lungo silenzio seguito al provvedimento di sospensione (che aveva coinvolto anche i direttori sanitario ed ospedaliero, Chiara Bovo e Giovanna Ghirlanda) era tornata a farsi sentire anche la voce di Paolo Biban, primario della pediatria: «Avevo segnalato anche alla direzione generale già il 26 novembre 2019, in seguito ad alcuni articoli di stampa, tre casi di infezione nel reparto da me diretto, verificatosi ad alcuni mesi di distanza l’uno dall’altro». Che andavano ad aggiungersi, secondo il medico, a quello di Nina, verificatosi in aprile, dall’esito in seguito fatale. Una tragica e
L’ingressodell’OspedaledellaDonna e delBambino
brutta storia, quella dell’infezione da Citrobacter Koseri all’ospedale dalla Donna e del Bambino, eccellenza riconosciuta anche fuori dai confini regionali. Con il capitolo conclusivo demandato ad un’indagine della Procura, alle cui conclusioni si affida, per ogni successiva decisione, anche il presidente del Veneto, Luca Zaia. Il quale rivendica, comunque, «la maggiore completezza di dettagli del rapporto regionale rispetto a quello ministeriale». La nota dell’Ordine professionale dei medici veronesi è però intanto netta. «Per il fu-
turo dell'Azienda ospedaliera universitaria integrata chiediamo un cambio di marcia, dirigenti competenti e lungimiranti, attivamente presenti al fianco dei professionisti, non pronti a sacrificarli nel momento delle difficoltà. E che abbiano più a cuore il futuro di questo patrimonio prestigioso della città e del Veneto». In attesa di sviluppi resta comunque la «brutta frattura»: sanitaria, amministrativa, giudiziaria, di immagine e anche politica. Il dolore, quello più acuto, lo patiscono ancora le madri. •
Approvata all’unanimità la mozione che impegna l’amministrazione ad operarsi per «Richiamare in servizio il personale medico, infermieristico, oss attualmente in pensione, per fronteggiare l’attuale carenza di organico negli ospedali». «Sono particolarmente orgoglioso che il Comune di Verona abbia accettato la mia proposta di mozione. Siamo in emergenza e l’emergenza si affronta con forza e esperienza», afferma il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Gianmarco Padovani. «Oltre alla maggior pressione che le strutture sanitarie si trovano a dover gestire, purtroppo il Covid infetta anche il personale medico e infermieristico ampliando le carenze d’organico proprio nella fase peggiore visto che le nostre strutture sanitarie devono continuare a garantire le cure anche agli altri malati. Per questo ho proposto che oltre ai dirigenti sanitari e ai medici, che già possono
GianmarcoPadovani
essere richiamati in servizio, anche infermieri, paramedici e operatori sanitari in pensione possano tornare a lavoro». «Formare nuovo personale richiede tempo e invece noi dobbiamo intervenire adesso. Per questo» conclude Padovani «da Verona parte una proposta di buon senso e immediatamente attuabile per contenere la pandemia e salvaguardare la salute pubblica. •
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PRIMO PIANO
DOMENICA 22 NOVEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI
Coronavirus: l’emergenza in Italia
Contagi, la curva si sta appiattendo Il governo non si fida: rischio stretta Altre 692 vittime e 35mila casi. La sottosegretaria Zampa: «Se tutto resta così, rischiamo di dover inasprire le misure» Carlo Bertini / ROMA
Nel governo c’è chi sposerebbe durante le feste il cosiddetto “modello israeliano”, ovvero un lockdown totale come quello deciso per il Capodanno ebraico in settembre. E questo per impedire la terza ondata, «che all’epoca della spagnola arrivò proprio in gennaio e fu devastante». Ma non sarà così, anzi è possibile che si proceda allentando le maglie prima delle feste per poi restringerle, una sorta di “go and stop”. A leggere i dati degli ultimi giorni e quelli di ieri, con 34.767 casi e altre 692 vittime, sembra si sia raggiunto il famoso “plateau”, ovvero l’appiattimento della curva dei contagi. «Ma se le cose restano così, si rischia di dover inasprire le misure durante le feste», ammette la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa. Ora, è vero che il famigerato indice Rt di contagio scende in molte regioni, che calano i ricoveri in terapia intensiva (ieri 10 in tutta Italia) e che scende
di un punto il rapporto tra casi positivi e tamponi, al 14,6%. «Ma il virus circola in modo consistente, i numeri sono molto, molto alti. Certamente c’è bisogno di continuare con rigore», dice il ministro alla Salute, Roberto Speranza. «I primi segnali in controtendenza si vedono, ma sono ancora del tutto insufficienti». Il governo per salvare capra e cavoli potrebbe raccomandare tamponi rapidi prima delle feste, per incontrare familiari e amici con più serenità. CONTE: INVESTIRE NELLA SANITÀ
E mentre al vertice del G20 Giuseppe Conte rinnova l’imperativo di «investire nella salute pubblica», ricordando che il Covid «richiede sacrifici e decisioni difficili», nel governo il pensiero corre al prossimo Dpcm del 3 dicembre. Dove a comandare resteranno i numeri. Che ancora non sono rassicuranti, al punto che tra le ipotesi allo studio, si affaccia pure quella che proprio per evitare cenoni e spostamenti, si possa anticipare il
Un Covid Hotel vicino a Bergamo: un medico visita una paziente a Cologno al Serio
coprifuoco alle 21 e vietare i movimenti tra comuni sotto le feste, dopo un allungamento delle aperture di negozi e ristoranti prima del 19 dicembre. È chiaro che le decisioni del 3 dicembre influiranno molto sull’economia delle varie regioni. Che
Il sindacato Anaoo-Assomed accusa: «Si fa il gioco delle tre carte La riconversione dei letti toglie le cure ai malati non Covid»
La denuncia dei medici «Posti letto in ospedale mai cresciuti dal 2018»
anticipano misure di rigore sperando di mitigare i contagi in tempo per il natale. Come suggerito dall’Iss, Veneto, Friuli e Molise stringono i cordoni. Luca Zaia (Veneto) prorogherà l’ordinanza sulla “zona gialla plus” con restrizioni maggiori rispet-
to al Dpcm, perché «non siamo ancora usciti da questo casino». E Massimiliano Fedriga (Friuli) potrebbe dichiarare zone rosse alcuni comuni della sua regione. IL CASO DEI DATI DELLA SICILIA
E se Zampa dice «saremo
molto duri sul rigore» è anche perché non si può nascondere che quanto successo in Sicilia ha fatto crescere una certa diffidenza nel governo. Il timore è quello dei «numeri taroccati», come dice un membro del governo, dopo il caso esploso per un audio di un alto burocrate della Sanità siciliana, Mario La Rocca: in cui ha fatto pressione sui numeri da comunicare al governo delle terapie intensive e dei reparti ordinari per evitare che la regione diventasse zona rossa. «Oggi non sento ca... perché faranno le valutazioni e in funzione dei posti letto di terapia intensiva decideranno in quale fascia la Sicilia risiede», dice La Rocca nella chat pubblicata dal quotidiano La Sicilia. Risultato: Roberto Speranza invia gli ispettori nella regione, e il ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia, bolla il tutto come «grave e inaccettabile, è intollerabile provare ad aggirare i parametri sul monitoraggio dei dati». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA SATURAZIONE DEI POSTI LETTO NEI REPARTI OSPEDALIERI Valle d’Aosta
Lombardia
P.A. Trento
P.A. Bolzano
Friuli V. G.
80%
54%
75%
104%
32%
Veneto
33%
Piemonte Emilia Romagna
93% IL DOSSIER Niccolò Carratelli / ROMA
ui posti letto disponibili negli ospedali italiani si sta facendo un “gioco delle tre carte”. E a pagare sono sempre di più i pazienti che non sono malati di Covid. Tutte le Regioni hanno assicurato di aver aumentato i posti di degenza ordinaria e di terapia intensiva per accogliere i contagiati, ma in realtà questo è avvenuto solo in parte. Un’ampia fetta dell’incremento dichiarato è frutto di una semplice riconversione dei letti di altri reparti. La conseguenza è una «drastica riduzione della possibilità di ricovero e cura per tutti i pazienti non Covid – spiega Carlo Palermo, segretario nazionale dell’Annao-Assomed, il maggior sindacato dei medici ospedalieri
S
– noi la definiamo epidemia nascosta, con una mortalità potenziale molto preoccupante. È una scelta politica pesante e bisogna esserne consapevoli». L’Anaao ha scavato tra i numeri ufficiali, prendendo in esame i posti letto disponibili nei reparti cosiddetti internistici: medicina interna, pneumologia e malattie infettive. Al momento, in Italia, oltre la metà (il 52%) è occupata da pazienti Covid, a fronte di una soglia massima fissata dal ministero della Salute al 40%, e con punte regionali molto alte, come in Piemonte (93%) e nella Provincia di Bolzano (104%). Ma per comprendere davvero il livello di criticità di questi reparti, bisogna confrontare il numero attuale dei ricoveri Covid con quello dei posti letto disponibili nel 2018 (ultimo dato ufficiale del ministero della Salute non “dopato” dalla pandemia). Anche facendo la tara
con i minimi incrementi di posti realizzati in due anni, emerge chiara la condizione drammatica dei nostri ospedali. Per citare i casi più eclatanti: in Lombardia saturazione al 129%, in Liguria al 118%, nel Lazio al 91%, in Campania all’87%, fino al caso limite del Piemonte, addirittura al 191%. «Significa che in Piemonte hanno riempito tutti i posti esistenti nel 2018, più un altro 91%, quindi li hanno quasi raddoppiati – spiega Palermo – Magari in parte li avranno creati, ma soprattutto li hanno presi da altri reparti, che sono rimasti sguarniti». Del resto, secondo la denuncia del sindacato, c’è il trucco anche sui dati relativi ai posti letto in terapia intensiva, perché «si gioca tutto sulla differenza tra attivati e attivabili», avverte Palermo. In pratica «le Regioni e l’Agenas prendono in esame sempre quelli attiva-
57% Umbria
51%
Marche
52%
Liguria
73%
Molise
Toscana
26%
42%
Puglia Lazio
45%
50% Abruzzo
45% Sardegna
Campania
36%
50% Calabria
44% Basilicata
33% Sicilia
36% Fonte: Dati sui posti letto internistici del Ministero della Salute e Agenas 2020
4 Primo Piano
IL GIORNALE DI VICENZA
Domenica 22 Novembre 2020
IlVenetoelalottaalvirus Ierioltre18 mila tamponi molecolari e47mila rapidi
L’agenziaamericanaFdahaautorizzatol’usodelBaricitinib,medicinale per la cura dell’artrite reumatoide, sui pazienti affetti da forme più gravi di Covid-19, in combinazione con il Remdesivir. Si conferma la scoperta fatta a Verona dal team degli universitari Vincenzo Bronte, OlivieroOlivieri,Claudio Lunardi el’ospedalePederzoli diPeschiera.
SÌALLOSTUDIO DIVERONA
Gli Usa danno l’ok alle curecon ilBaricitinib
IL GOVERNATORE E LA REGIONE IN FASCIA “GIALLA PLUS”. «Dobbiamo comportarci come fossimo in area “rossa”. Non introdurrò altre restrizioni a danno dell’economia»
«Non è finita: prorogo l’ordinanza dei divieti» «Si scrive “giallo” ma si legge “rosso”». Nessun festeggiamento, per il governatore Luca Zaia, per il fatto che il Veneto sia rimasto anche per la prossima settimana tra le poche regioni in fascia “gialla”: «È un merito della gestione e programmazione imprenditoriale che abbiamo dato alla sanità, e di tutti i nostri operatori che operano con impegno e umanità. Ma attenzione: siamo oltre 2600 letti di ospedale occupati da pazienti Covid, più gli altri 8 mila che sono comunque in corsia. Bisogna assolutamente agire come se fossimo in fascia “rossa”: assolutamente niente assembramenti in qualsiasi luogo affollato nelle città o nei luoghi turistici, mascherina sempre su e igienizzare le mani il più possibile perché il virus passa spesso da lì, tramite quello che tocchiamo. Oggi tutta la responsabilità è su di noi cittadini. Più che “giallo”, siamo in area “grigia” perché non vediamo ancora il sole». L’ORDINANZA “PLUS” RESTA IN VIGORE. «Non ce la stiamo
passando bene negli ospedali: abbiamo molti pazienti critici, e tutta la nostra programmazione è orientata e condizionata dal Covid. Quindi nessuna illusione che sia finita, perché non è così e la guardia non va abbassata: vi avviso che lunedì prorogo l’ordinanza, e lo farò finché serve». Insomma, per almeno un altro paio di settimane resterà in vigore l’ordinanza che Zaia ha battezzato da “zona gialla plus”, quella che scade stanotte e imporrà ancora lo stop a passeggiate in luoghi affollati, negozi la domenica, centri commerciali e medie strutture di vendita nel week end, spesa in più di una persona, e così via. Zaia preannuncia che sta verificando se può agevolare, questa volta, il prestito libri e l’attività delle biblioteche, ma avverte: «Non introdurrò altre restrizioni che
Vittime:+42 Infetti: +3442 Ricoveri:+40 Macalano icasigravi
ga Zaia, rispondendo a polemiche sorte a Roma - che il Veneto è in grado di allestire mille posti di terapia intensiva. In gran parte sono già attrezzati: ovvio che gli ultimi li allestiremo nelle terapie semi-intensive e in sale operatorie. Ma tenete conto che con i numeri attuali, con mille pazienti in terapia intensiva significherà avere 8 mila pazienti Covid negli ospedali: sarà tutto solo “area Covid”. Devo dire che dai dati che ci dà il dirigente Paolo Fattori si vede che la curva dei ricoveri disegna una “gobbetta” da qualche giorno. Ma bisogna aspettare che il dato si consolidi. E in più abbiamo Verona, Vicenza e Venezia dove la curva non ha affatto rallentato il trend crescente. Ecco perché dobbiamo assolutamente continuare a seguire le restrizioni». Inutile quindi parlare di come sarà Natale, per ora. E rispetto ai vaccini anti-Covid Zaia conferma che il Veneto sta preparando il suo piano, e ribadisce che quando ci sarà il vaccino «sarà inevitabile che l’averlo fatto potrà essere una discriminante. In alcuni Paesi ad esempio ci chiedono, per farci entrare, di essere vaccinati per la febbre gialla: in futuro col Covid immagino che ci sarà un “passaporto sanitario” per girare». Zaia sottolinea che la dirigente veneta Francesca Russo della “Prevenzione” è nel Comitato strategico nazionale, e il virologo Giorgio Palù è indicato presidente Aifa (al posto del manager Domenico Mantoan ora ad Agenas): «Tutta questa esperienza verrà utile per l’organizzazione futura. Ad esempio miriamo a usare i Covid-point di oggi per la futura vaccinazione di massa contro il coronavirus: già alla prima fornitura avremo 1,7 milioni di veneti, quelli delle categorie protette, da vaccinare in breve tempo». •
Il report di ieri sera della Regione conferma che sul fronte dei ricoveri in Veneto s’inizia a vedere un rallentamento nella curva di crescita dei ricoveri. Ieri ci sono stati altri 40 malati Covid in più nei reparti medici degli ospedali (peraltro a fronte di 74 malati dimessi dalle corsie), con il conto che è salito alla preoccupante quota di 2.320 letti occupati per la pandemia: una cifra notevole, ma comunque non è così forte come in giornate recenti. E soprattutto, mentre ieri mattina il governatore Luca Zaia ieri annunciava che nelle terapie intensive si era giunti oltre i 300 ricoveri, ieri sera il conto finale è tornato a 289, con un calo di -2 rispetto alla sera prima: in sostanza sono quattro giorni che le terapie intensive sono pressoché stabili. È un buon segno, ma purtroppo questo è dovuto anche all’incessante crescita di morti: 35 i decessi ieri negli ospedali, e il conto sale a 42 con le case di riposo. Piangono 12 nuovi lutti i trevigiani, seguiti dagli 11 dei veronesi e i 10 del Vicentino (più 5 a Venezia e 4 a Padova). Ieri intanto sono stati trovati, con una valanga di tamponi, altri nuovi 3.442 positivi, con una prevalenza di 780 veronesi. Vengono in parte bilanciati da 1323 nuovi “negativizzati” al virus: in totale adesso ci sono 46.219 guariti.
RICOVERI: 3 PROVINCE NON FRENANO. «Confermo - spie-
© RIPRODUZIONERISERVATA
90%
% ricoverati COVID-19 in terapia intensiva rispetto ai PL disponibili
Piero Erle
penalizzino l’economia».
L’analisidell’agenzia Agenas:per i ricoveriunavalanga diRegioni sonoin zona“rossa” valore: 40%
Zaia:«Gliospedalisonosottopressione:iricoveri hannoiniziatoafarvedereuna“gobba”nellacurva maperVerona,VicenzaeVenezianonèancoracosì»
80%
70%
60%
50%
Italia
40%
30%
valore: 30%
VENETO
20%
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0%
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60%
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% ricoverati COVID-19 in Area Non Critica rispetto ai PL disponibili
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100%
LAQUERELLESULLEDIAGNOSI. Veneto,avantitutta conaltre Regioni
AziendaZero: gara peraltritest rapidi Eintantoil Centroeuropeo permalattie trasmissibili: «Sonook,ma per trovare ipositivisenzasintomi» «Conti alla mano, il numero di positivi che troviamo ogni giorno è sì di oltre 3 mila, ma su qualcosa come oltre 65 mila tamponi fatti tra molecolari e rapidi rispetto ai 40 mila di prima: vuol dire che la percentuale di casi positivi scende di almeno un terzo». Basta questa frase detta da Luca Zaia ieri per capire una volta di più, rispetto alle polemiche dei giorni scorsi, quanto il governatore faccia conto del valore dei tamponi rapidi, supportato dalle ricerche del primario microbiologo Roberto Rigoli di Treviso che non è certo solo, visto che rappresenta il lavoro e le conclusioni tratte da quasi tutte le microbiologie del Veneto (anche Vicenza è in prima fila) e ha ottenuto l’avallo di autorità internazio-
Ilpresidente Zaia tragli assessori Lanzarine Bottacin
nali e nazionali. Anche il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli ha scandito: «Per le cariche virali più elevate i test antigenici hanno ottima sensibilità, semmai il problema può essere sulle cariche virali più basse rispetto a cui però i portatori hanno potere contagiante molto basso se non addirittura assente». Avanti tutta con i tamponi rapidi quindi. Tanto che “Azienda Zero” proprio mercoledì ha deliberato di indire una seconda massiccia gara di appalto per i tamponi rapi-
di, e su indicazione proprio di Rigoli cercherà di portare in magazzino anche quelli in grado di distinguere tra coronavirus e influenza A e B, in modo da facilitare le diagnosi. Nella prima massiccia gara per i tamponi rapidi a inizio ottobre Azienda Zero aveva dato il via a forniture per oltre 20 milioni di spesa, e poi aveva sfruttato anche la possibilità prevista dal bando di aumentare la richiesta di fornitura, decidendo di spendere altri 12,2 milioni. Adesso però ne servono ancora, e quindi il dg Patrizia Simionato ha dato
il via a un nuovo bando di gara, decidendo anche di portare a qualcosa come 650 milioni il grande capitolo di spesa “Sistema dinamico di acquisizione” che consente all’azienda di procedere più rapidamente nelle procedure di gara e di aggiudicazione di tutte le attrezzature anti-Covid. Mentre il Veneto a ottobre aveva fatto da stazione appaltante per altre sei Regioni, stavolta la gara del Veneto è affidata al coordinamento della Lombardia come stazione appaltante. Intanto sulla “querelle” tra tamponi rapidi e molecolari si è espresso con le inee guida il Centro europeo per il controllo delle malattie trasmissibili (Ecdc). In sostanza, stabilisce che quelli “rapidi” vanno bene per lo screening di massa e soprattutto per trovare i positivi privi di sintomi oppure quando i sintomi sono precoci. Viceversa, laddove ci sono sintomi presenti da più di 5 giorni oppure quando si è in situazioni in cui il virus già circola come è ad esempio nelle strutture sanitarie, meglio ricorrere ai “molecolari” oppure a una ripetizione di quelli “rapidi” ogni 3-4 giorni. Proprio come chiede il Comitato tecnico scientifico regionale. • P.E. © RIPRODUZIONERISERVATA
L’ANNUNCIO DI FEDERFARMA VENETO. Si va alla firma di un protocollo con la Regione. Intanto i medici di base hanno trovato 5.200 casi positivi
«Anche 500 farmacie pronte a fare i tamponi» «Sarannosceltispazieorariidonei Tuttoconproceduredisicurezza» Mentre la Regione - l’ha confermato anche ieri l’assessore alla sanità Manuela Lanzarin - sta per giungere a chiudere un accordo con i pediatri perché siano disponibili a fare i tamponi rapidi ai loro assistiti, e mentre i 1618 medici di medicina generale che li stanno già facendo sono arrivati già a scoprire ben 5.264 casi positivi su 34.770 testati (i dati risalgono a giovedì), scendono in campo anche le farmacie, proprio come ave-
va chiesto la Regione in una sorta di “crociata della prevenzione” che blocchi l’espandersi dei contagi. SÌDIFEDERFARMA. «Sono cir-
ca 500 le farmacie aderenti a Federfarma Veneto che hanno dato la propria disponibilità ad eseguire i test antigenici rapidi per la ricerca del virus Sars-CoV2 nelle farmacie stesse o in strutture dedicate». Lo annuncia in una nota Andrea Bellon, presidente di
Federfarma Veneto: «Si tratta degli stessi tamponi che stanno già eseguendo presso i propri ambulatori i medici di medicina generale. Il 12 novembre l’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin, in un incontro con i rappresentanti delle farmacie territoriali, aveva chiesto di fornire alla Regione il numero delle farmacie disposte a intraprendere questa modalità diagnostica. Calcolata in questa prima ricognizione la nostra disponibilità che si aggira attorno al 40%, siamo ora in attesa che la Regione ci indichi il prosieguo dell’iter». Bellon sottolinea «la
grande responsabilità e il senso civico» dimostrato dai farmacisti, «perché si tratta di un servizio impegnativo a favore dell’intera collettività». I tamponi rapidi potranno essere eseguiti in regime convenzionato, quindi con costo a carico della Regione «che ci indicherà con quali modalità le farmacie verranno coinvolte nell’attività di screening, ferme restando le fondamentali condizioni di sicurezza che dovranno essere garantite agli utenti e a tutti gli operatori sanitari, farmacisti titolari e collaboratori di farmacia, attraverso un protocollo d’intesa».
SICUREZZA. Le farmacie, pro-
segue Bellon, hanno da subito «operato per la sicurezza della popolazione che le ha riconosciute, anche nel picco pandemico, come siti sicuri nel pieno rispetto delle normative anticontagio, poli sanitari professionali, sempre aperti, con il valore aggiunto della familiarità dell’ambiente. Tutto ciò deve rimanere valido anche nella somministrazione dei tamponi rapidi ed è per questo che, in ogni caso, saranno pratiche eseguite anche oltre l’orario di apertura, in locali con accesso diverso da quello principale della farmacia. Ipotizzabi-
Ilpresidente Andrea Bellon
le anche l’allestimento di gazebi nonché di strutture dedicate al di fuori della farmacia stessa. Sempre per garantire il più alto livello di performance la procedura diagnostica, in grado di fornire l’esito nel giro di qualche minuto, verrà effettuata da personale infermieristico specializzato. Il progetto prevede che i pazienti accedano alla farmacia muniti di prescrizione del medico di medicina generale che avrà valutato l’opportunità di fare eseguire il test. L’incoraggiante risposta delle farmacie del territorio conclude - suffraga la disponibilità della nostra rete di continuare a collaborare con tutti gli altri operatori coinvolti anche in questa recrudescenza dell’epidemia». • © RIPRODUZIONERISERVATA
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PRIMO PIANO
DOMENICA 22 NOVEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI
Coronavirus: il rischio sanitario
Da gennaio vaccini per 1,8 milioni di veneti Zaia proroga la “stretta” fino al 3 dicembre «Lievi segnali di rallentamento dell’epidemia ma Venezia, Vicenza e Verona registrano ancora un aumento dei ricoveri»
Timidi appigli. «Da qualche giorno la curva dei ricoveri sta rallentando ma è soltanto un segnale, attendiamo che si consolidi, tanto più che Verona, Vicenza e Venezia registrano ancora un trend crescente nelle degenze. Se non applichiamo in modo ossessivo le regole di sicurezza, è inutile chiedersi cosa faremo a Natale, finirà che ci ingrasseremo mangiando il panettone da soli, a casa». Parole di Luca Zaia, che alterna la carota del pranzo in famiglia al bastone delle restrizioni: «Domani prorogherò al 3 dicembre l’ordinanza regionale, i divieti saranno confermati con qualche aggiustamento, penso a un accesso agevolato alle biblioteche, se alle 6 di sera chiude tutto, almeno sia possibile prendere un libro in prestito». L’ALGORITMO PREVISIONALE DI BOTTACIN
È la risposta all’Istituto superiore di sanità che conferma il Veneto in fascia gialla ma lo mantiene “sotto osservazione” sollecitando norme più stringenti? «È un gesto di responsabilità e di rispetto verso i malati, le persone fragili e gli operatori della sanità che rischiano la salute per curare i pazienti. La minaccia non arriva dall’Iss, che fa il suo dovere, ma dal Covid. A me non piace l’indicatore giallo, evoca il sole e la luce, quasi il pericolo fosse cessato. È vero il contrario, ci troviamo semmai in una zona grigia dove tutto può ancora accadere».
Ma qual è davvero l’andamento del coronavirus? «L’indice di contagio Rt ha iniziato a flettere il 20-21 ottobre e ora si colloca a 1,16 rispetto alla media nazionale dell’1,18», replica Giampaolo Bottacin, il coriaceo assessore-ingegnere che sovrintende all’algoritmo previsionale dell’unità di crisi; «Ciò significa che l’epidemia non si è stabilizzata; la dinamica espansiva prosegue, pur attenuata, e il picco di malati e decessi non è stato ancora raggiunto. Ricordo che nella prima ondata la fase di crescita fu molto rapida mentre quella di regressione durò il doppio, circa due mesi. Non siamo ancora fuori dal tunnel». Nell’attesa si confida nel sistema ospedaliero con lo sguardo rivolto al sospirato vaccino: «Abbiamo raggiunto i 300 pazienti in terapia intensiva ma disponiamo di mille posti letto “reali” in rianimazione, l’ultima quota, 176, include quelli collocati nelle sale operatorie, attivabili entro 36 ore», puntualizza il governatore. IL PIANO DI DISTRIBUZIONE DELLE DOSI
La campagna vaccinale? «Entro il 23 dicembre forniremo al commissario straordinario Arcuri il piano di distribuzione richiesto, a partire da gennaio attendiamo l’arrivo di 3,6 milioni di dosi, ogni vaccinazione include il richiamo e ne richiede due, copriranno un terzo del nostro fabbisogno potenziale. Sarà uno sforzo organizzativo imponente, che affronteremo secondo una visione industriale: servi-
LA SITUAZIONE ATTUALE dati aggiornati alle 17 di ieri
CROMASIA
Filippo Tosatto / VENEZIA
289 2.320 -2 +40 Ricoverati Covid in terapia intensiva
Ricoverati Covid in ospedale Il governatore veneto Luca Zaia
I ristori in fascia gialla? «Ho letto il decreto e non ho capito nulla Telefonerò al ministro» rà una catena del freddo speciale, li distribuiremo attraverso una rete di Vax Point concepiti secondo il circuito dei tamponi. Prevediamo assunzioni mirate per costituire le squadre dei vaccinatori e chiederemo anche la collaborazione della medicina privata. La copertura? Oltre a quello prodotto da Pfizer ne sono in arrivo altri, incluso quello italiano sperimentato a Verona. Stiamo compiendo una ricognizione Ulss per Ulss e abbiamo due veneti in ruoli chiave: il capo del nostro dipartimento Prevenzione, Francesca Russo, è entrata nel comitato strategico di Domenico Arcuri, mentre Giorgio Palù assumerà a giorni la presidenza dell’Agenzia nazionale del
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+2.077
Positivi dal 21/2
Casi attualmente positivi
farmaco. È un virologo di valore internazionale, l’uomo giusto al posto giusto». «DE LUCA? HA DA PASSÀ ’A NUTTATA... »
Ultimo capitolo. L’impegno dei medici di famiglia nella profilassi comincia a dare frutti: 40.074 i tamponi già eseguiti, 6.018 casi di positività accertati; sul versante pubblico, invece, si profila una proroga degli incarichi ai direttori generali delle Ulss («Siamo in trincea, meglio evitare scossoni») in scadenza a fine anno mentre il top manager destinato a succedere a Domenico Mantoan sarà selezionato, attraverso un avviso pubblico. Per allargare il parterre dei candidati, lo stipendio annuale lordo è stato
Deceduti dal 21/2
elevato da 130 a 266 mila euro a fronte dei 158 mila (premio incluso) garantito ai direttori delle singole aziende sanitarie. C’è altro? La frecciata del campano Vincenzo De Luca, scettico circa l’efficacia dei test rapidi messi a punto a Treviso da Roberto Rigoli... «Ha da passà ’a nuttata, Napoli milionaria, Eduardo De Filippo... » è il commento allusivo alla vocazione teatrale del collega. E i sospirati ristori alle attività venete penalizzate dalle restrizioni? «Ho letto il testo del decreto governativo e non ci ho capito nulla, è pieno di riferimenti ad altre leggi, farò una telefonata al ministro Boccia per capire cosa succederà». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
azienda padovana
Macchine anti-Covid all’ozono certificate da Microbiologia Il laboratorio del professor Crisanti ha testato i prodotti Sanity System e li ha riconosciuti efficaci per rendere sicuri oggetti e ambienti È il primo caso al mondo PADOVA
Quintuplicare il fatturato in un solo anno e incassare nel contempo una certificazione prestigiosa che apre nuove potenzialità di business. È quello che è successo proprio in queste settimane a Sanity System Srl, società di Limena che produce a commercializza macchinari per la sanificazione dell’aria tramite ozono. Nei giorni scorsi Sanity System ha annunciato di avere incassato l’ok del dipartimento di Medicina molecolare
dell’Università di Padova diretto dal professor Andrea Crisanti, che ha certificato un prodotto dell’azienda come efficace nell’attività virucida nei confronti del virus SARS-CoV-2 con abbattimento della carica virale superiore al 99%. Si tratta del primo studio a livello internazionale su un macchinario specifico testato in tutti i suoi programmi. Precedentemente un altro studio accademico, in Giappone, aveva divulgato una notizia simile, ma non era incentrato sulle capacità tecniche di un prodotto specifico: si era limitato a dimostrare l’efficacia dell’ozono che in certe quantità diventa inattivante contro il virus. Questo nuovo studio, speci-
fico sul prodotto e sul metodo di sanificazione, segna, secondo l’azienda, una svolta procedurale e temporale nei processi di bonifica battericida e virucida sulle superfici e nell’aria. «Accogliamo questo risultato con grande soddisfazione» ha commentato Vittorio Hans Pinto, 35enne amministratore delegato e titolare della maggioranza delle quote di Sanity System. «Viene così riconosciuto lo sforzo di una giovane azienda italiana che con il proprio prodotto di sanificazione riesce a dare un validissimo contributo contro il Covid-19, in una sfida che coinvolge tutto il Sistema-Paese» sottolinea. Secondo quanto riferisce l’azienda, tutti gli esperimenti che hanno visto protagoni-
Vittorio Hans Pinto, titolare della Sanity System di Limena
sta il dipartimento di Medicina molecolare dell’Università di Padova sono stati condotti in Laboratorio di Sicurezza Livello 3 per un periodo di analisi che ha impegnato una parte della struttura tra il 13 agosto e il 30 settembre scorsi. La prestigiosa certificazione ottenu-
ta arriva quasi alla fine di un anno eccezionale per i risultati economici ottenuti dalla giovane azienda di Limena, forte di 8 dipendenti fissi e un centinaio di agenti plurimandatari attivi in tutto il Paese. Se infatti il fatturato 2019 di Sanity System raggiungeva gli 1,2
il bollettino
Numero dei contagi oltre quota 120 mila 71 mila oggi i positivi Per il Veneto quella di ieri è stata l’ennesima giornata che ha segnato il superamento di due soglie dall’importante impatto. Quota 120 mila contagi dall’inizio della pandemia e quota 70 mila persone attualmente positive al Covid. Un doppio record che è stato tristemente reso possibile dai 3.442 nuovi casi che sono stati registrati ieri tra le sette province della regione, che conducono al totale di 71.540 casi attualmente attivi e di 120.971 positività contate dal 21 febbraio, giorno che segna l’inizio della pandemia. Aumentano anche i decessi, con la registrazione di 42 nuove morti nell’arco delle ultime 24 ore. E un aggiustamento importante riguarda anche i dati relativi ai ricoveri ospedalieri in area medica: 40 solo ieri, fino al totale di 2.320 posti letto occupati tra i reparti di Pneumologia e Malattie infettive. Il solo dato positivo consiste nell’alleggerimento delle terapie intensive, reparti nei quali alle 17 di ieri erano ricoverate 289 persone, due in meno rispetto a venerdì.
milioni di euro gli obiettivi per la fine del 2020 sono di sfiorare i 5 milioni, con un incremento del 400% in soli 12 mesi. Un’impennata del volume di affari legata pure alla crescita del numero dei paesi esteri di destinazione dei prodotti della società, arrivato quest’anno a quota 54. «I nostri prodotti e i loro programmi automatici di utilizzo danno una svolta nel campo della sanificazione, sia nei tempi che nella sicurezza degli addetti ai lavori» conclude Pinto «Esistono infatti garanzie sui risultati già ottenuti negli ambienti trattati. Rappresentano uno strumento di valido aiuto per le strutture sanitarie: le rendono più sicure dal punto di vista microbiologico, abbattendo drasticamente le occasioni di contagio, il rischio di contrarre infezioni e la diffusione di malattie infettive. Quest’ultimo rappresenta esattamente il nostro fine ultimo: prevenire e arginare la diffusione delle infezioni». — RICCARDO SANDRE © RIPRODUZIONE RISERVATA
10 Primo Piano
IL GIORNALE DI VICENZA
Domenica 22 Novembre 2020
L’epidemianelVicentino
Aiutati, aiutaci
Indossala
Continualasorveglianza perscongiurare rischi
CONTROLLIEMOVIDA. Dopolo scorsoweekend nero,piazze e viedelcuore di Vicenzasonotornate avivacizzarsi, nonostante inumerosi presidi delleforze dell’ordine
Leggeraripresa in centroperquanto riguardala presenzadi clienti e avventoridopoledifficoltàdeigiorni scorsi. FOTOSERVIZIOCOLORFOTO
Numerosiancheinquesto finesettimana icontrolli anti-Covidcoordinati dallaquestura
Nelcapoluogosi èvisto unflussocontinuo masenza assembramenti «C’èstatoun viavaimaggiore, masemprenel rispetto delleregole»
VIGILANZA. Ventiuomini delleforze dell’ordinepattugliano Bassano
Ivarchi nonfrenanola vogliadi shopping Alessia Zorzan VICENZA
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L’aria che tira è già cambiata. Di nuovo. Dopo lo scorso fine settimana, che definire sottotono è quasi ottimistico, il capoluogo ieri ha vissuto un sabato di semi-normalità. I controlli anti-Covid non sono mancati, anche con i varchi presidiati, formula che invece i commercianti avevano chiesto potesse essere allentata; eppure per tutto il giorno le piazze e le vie del centro storico si sono mostrate decisamente più vivaci rispetto allo scorso week end, quando plateatici e negozi avevano registrato un deciso calo delle frequentazioni. Ma quello era il primo fine settimana all’insegna dell’ordinanza del presidente della Regione Luca Zaia; quella, per intenderci, che ha istituito restrizioni da “giallo plus”, mettendo al bando anche lo struscio fine a se stesso, ossia non legato alla necessità di fare acquisti o consumare in qualche locale. Restrizioni che ieri Zaia ha fatto sapere di voler prorogare. Passata l’incertezza iniziale, tuttavia, i vicentini sono tornati a ripopolare il centro, senza assembramenti. Ieri, poco dopo le 16.30, i parcheggi Matteotti e Fogazzaro
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Unviavaisenza assembramentiin piazza deiSignori
Anchei plateaticideibarsono tornatiariempirsifino alle18
erano al completo, mentre tra Canove e Bologna i posti liberi, complessivamente, erano una manciata. Il flusso ha iniziato in parte a calare verso le 18, con l’interruzione del servizio di somministrazione nei bar, per lasciare spazio ad asporto e delivery. Oggi saranno proprio i locali gli unici a tenere in piedi le sorti del centro, visto che sempre per decisione del presidente Zaia i negozi resteranno chiusi (salvo farmacie, parafarmacie, alimentari, edicole). Dopo giorni neri, ieri, per i commercianti il bilancio è tornato in parte positivo. «Abbiamo registrato un afflusso interessante - conferma Nicola Piccolo, presidente della delegazione Confcommercio Vicenza - le persone si sono mosse in modo continuativo e ordinato, frequentando sia negozi che locali. L’informazione ha avuto effetto e le persone sono tornate in centro, nel rispetto delle regole». Cauto ottimismo anche tra le Vetrine del Centro. «C’è stato un po’ più di movimento commenta la vicepresidente dell’associazione Tatiana Dal Santo - è importante far sapere che venire in centro, per compere o andare nei locali, è possibile». • © RIPRODUZIONERISERVATA
Lastretta sulle“vasche” Centrostorico presidiato Unaltopianeseallontanato e multato dalla polizia locale Volevaentrarealmercato senzalamascherina BASSANO
Centro storico di Bassano presidiato questo fine settimana; così sarà anche il prossimo. Venti uomini delle forze dell’ordine a pattugliare vicoli e piazze cittadine. In azione polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza e polizia locale. L’obiettivo è evitare assembramenti, come quello che venerdì sera ha portato alcuni settantenni, trattenutisi a chiacchierare in centro, ad essere allontanati dalla polizia. Ci saranno dei punti maggiormente sorvegliati dalle forze dell’ordine, come gli ingressi principali al centro, il Terraglio e via Da Ponte, e ovviamente le piazze. Le forze dell’ordine provvederanno a fare controlli a campione. In questo modo, si vogliono scongiurare le classiche “vasche” tra le piazze. Gli esercizi aperti si posso-
Leforzedell’ordinein piazza Libertàa Bassano. FOTOCECCON
no raggiungere fino all’orario di chiusura, ma a patto di rispettare le regole stabilite dal dpcm e dall’ordinanza del governatore Zaia. Se già nel fine settimana scorso la polizia era presente per controllare la situazione, con questa nuova mossa si vuole dare una stretta per provare a contenere la pandemia e spingere tutti al rispetto delle regole. Regole che, però, c’è ancora chi non ha alcuna intenzione di rispettare. Com’è accaduto ieri mattina al mercato del sabato, che Confcommercio e amministrazione sono riuscite a organizzare grazie alla pe-
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rimetrazione delle bancarelle in aree diverse. Verso le 10.40 c’è stato un momento di tensione. Un uomo, giunto dall’Altopiano, voleva accedere al mercato senza mascherina. Stando ad alcuni testimoni, sembra che abbia giustificato il comportamento negando l’esistenza del virus. È stato fermato all’ingresso dalla vigilanza, ma per allontanarlo si è reso necessario l’intervento della polizia locale. Inevitabile la multa di 400 euro per non aver rispettato l’obbligo di mascherina anche all’aperto. • E.S. © RIPRODUZIONERISERVATA
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Domenica 22 Novembre 2020 Corriere del Veneto
VE
Il virus
La seconda ondata
LA PREVENZIONE
Saranno consegnate agli ospedali di Padova, Verona, Vicenza, Treviso e Mestre. Precedenza a sanitari e anziani delle Rsa
Inarrivo272miladosidivaccino Individuatiisitiperlostoccaggio Scade domani il termine imposto alle Regioni dal commissario per l’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, per presentare il «Piano di fattibilità della prima fase di somministrazione del vaccino anti Covid-19». Con una email inviata nei giorni scorsi ai governatori, Arcuri chiede di indicare, per ogni provincia, gli ospedali all’altezza di conservare il siero e di somministrarlo ad almeno duemila persone ciascuno, partendo da sanitari in prima linea, anziani e operatori delle case di riposo. Le Regioni devono inoltre comunicare: il numero dei dipendenti operanti in questi poli e di quelli, anche sociosanitari, attivi sul territorio e in grado di raggiungere gli ospedali indicati in 30-60 minuti; la presenza o meno nei centri elencati di congelatori per la conservazione del vaccino fino a -75 gradi; le case di riposo censite in ogni provincia, con relativo numero di ospiti e dipendenti, che possano essere raggiunte tramite Unità mobili in VENEZIA
La rete Sarà somministrato in ospedale e nelle case di riposo con Unità mobili con due infermieri l’una 30-60 minuti da uno dei presidi ospedalieri più vicini. Si parte con il vaccino della Pfizer, quello in fase più avanzata e del quale l’Italia ha acquistato i primi 27,2 milioni di dosi, 3,4 milioni delle quali saranno distribuite alle Regioni a gennaio. Dal centro di stoccaggio di Pomezia ne arriveranno in Veneto 272mila, da suddividere tra i cinque Hub di Padova, Verona, Vicenza, Treviso e Mestre, tutti dotati dei frigoriferi tarati per scendere fino a -80 gradi. E anche del personale idoneo a somministrare il vaccino all’interno degli stessi ospedali ai 58mila dipendenti della Sanità regionale, ai 3200 medici di famiglia e ai 555 pediatri di libera scelta che lo richiederanno. E poi, sempre su base volontaria, saranno un po’ alla volta vaccinati i 30.408 anziani delle 334 case di riposo censite dalla Regione e relativi 30.345 operatori, raggiunti da Unità mobili, mezzi con due infermieri e una borsa frigo in cui riporre l’anti-Covid. Dopo 21 giorni, seguirà per tutti una seconda dose. «Per garantirne l’integrità, il prodotto va conservato 15 giorni nelle borse consegnate dal fornitore e contenenti al massimo cinque scatole con 975 dosi l’una — scrive Arcuri —. Oppure va mantenuto sei mesi in celle frigorifere a -75 gradi. Si deve utilizzare al massimo entro sei ore dall’estrazione dalla borsa o dal frigo: ogni fiala ne contiene 5 dosi». Quando arriveranno gli altri 13,5 milioni di dosi della Pfizer e i primi 2 milioni del-
l’altro vaccino opzionato, quello prodotto dalla AstraZeneca e da conservare tra i 2 e i 6 gradi, saranno coinvolte ulteriori fasce di popolazione. E allora dovrebbero far parte della rete anche gli undici Covid Hospital, attivati già dalla prima ondata dell’epidemia a Schiavonia, Belluno, Vittorio
Veneto, Dolo, Jesolo, Trecenta, Santorso, Villafranca, Borgo Roma, a Verona, e nelle strutture private accreditate Villa Salus di Mestre e San Camillo di Treviso. Questi centri potrebbero somministrare l’anti-coronavirus attraverso i Covid Point, creati per fare i tamponi. Non è escluso che
Protezione Il vaccino anti Covid-19 in arrivo negli ospedali del Veneto
nel momento in cui l’operazione inizierà a interessare grandi numeri, la Regione possa ricorrere all’organizzazione già rodata per il Piano anti-influenzale e quindi mettere in campo pure medici e infermieri dei Servizi di Igiene. «Una volta conclusa l’emergenza, il sistema in allestimento servirà ad altre attività — aggiunge il governatore Luca Zaia —. Intanto siamo impegnati in una ricognizione Usl per Usl, necessaria a individuare le strutture più idonee a far parte della rete. Creeremo squadre di vaccinatori e stringeremo accordi con i privati, perché ci aspetta una mole di lavoro non indifferente. E’ a buon punto, tra il Centro di ricerche cliniche di Verona e lo Spallanzani di Roma, anche la sperimentazione del vaccino italiano di Reithera». A fine mese i primi esiti, ma finora non sono emersi effetti collaterali nei volontari, tranne un po’ di febbre scomparsa dopo poche ore. Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIONE RISERVATA
La novità a Negrar
Il test va a caccia di 3 diversi virus «E l’influenza per ora non c’è»
La scheda ● A fine gennaio arriveranno in Italia i primi 3,4 milioni di dosi del vaccino anti-Covid prodotto dalla Pfizer. Il Veneto ne riceverà 272mila dosi, che da Pomezia giungeranno negli ospedali Hub di Padova, Verona, Vicenza, Treviso e Mestre, in grado di conservarle a -75 gradi. ● I primi vaccinati saranno sanitari e anziani delle case di riposo
VERONA Nel referto si vedranno tre voci. Quella relativa, naturalmente, al virus Sars-Cov-2, responsabile del Covid 19, ma anche quella che dirà se si ha contratto l’influenza (di tipo A o B). E infine, se si ha in corso un’infezione dovuta al virus respiratorio sinciziale, quello che causa nei bambini più piccoli la bronchiolite, malattia che dà sintomi che potrebbero essere equivocati (febbre e insufficienza respiratoria). In altre parole: tre tamponi in uno. L’ospedale Sacro CuoreDon Calabria di Negrar è il primo del Veneto a prevedere il tampone «multiplex» per tutti i pazienti che ne hanno bisogno, i sospetti casi Covid e quanti necessitano
di un ricovero. Il laboratorio interno ha cominciato ad analizzarli il 4 novembre, estendendo l’uso a tutti dallo scorso martedì. «Una scelta che porterà a chiarimenti importanti in fase diagnostica — spiega Francesca Perandin, responsabile del laboratorio di microbiologia del dipartimento di Malattie infettive e tropicali del Sacro Cuore — dato che dal punto di vista clinico è impossibile discernere quale sia il virus che causa gli effetti patologici quali febbre, tosse, difficoltà respiratorie». Nessuna differenza a livello economico, il costo rientra nel ticket. Finora sono stati effettuati a Negrar quattromila tamponi multiplex, in media 500 al giorno con punte di 700. La percentuale dei positivi al Covid si aggira intorno al 12%, mentre nessun tampone ha rilevato la presenza del virus influenzale. Da Verona arriva un secondo annuncio: la Food and Drugs Administration, l’ente regolatore per i farmaci e gli alimentari statunitense, ha autorizzato l’uso del Baricitinib, medicinale già noto per la cura dell’artrite remautoide, per i casi particolarmente gravi di Covid 19. Il via libera conferma uno studio dell’ateneo scaligero condotto in primavera. Davide Orsato © RIPRODUZIONE RISERVATA
DOMENICA 22 NOVEMBRE 2020 - ANNO XVIII - N. 278
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Teatro
Il premio
Sei compagnie unite per portare in scena Goldoni
9°
Il nuovo Settembrini da riconoscimento a «short film»
a pagina 14 Barone
LE ALTRE EDIZIONI: Padova-Rovigo, Treviso-Belluno, Vicenza-Bassano, Corriere di Verona
Distribuito con il Corriere della Sera - Non vendibile separatamente
a pagina 15
VENEZIA E MESTRE
Sereno
5.4 Km/h 68%
LUN 3°/ 10°
MAR
MER
GIO
4°/ 13°
4°/ 10°
3°/ 7°
Cecilia
corrieredelveneto.it
La fuga dal Veneto LalottaalvirusInVenetounterzodellacategoriahadatoladisponibilità:«SarannoinconvenzioneacaricodellaRegione»
COMEFAR TORNARE L’EMIGRATO di Luca Romano
L’
esodo all’estero di giovani veneti, prevalentemente con alta scolarizzazione, è sotto i riflettori. Che si voglia drammatizzarne la consistenza numerica – 250.000 in dieci anni - o descriverne gli effetti di impoverimento del ricambio nel tessuto sociale e nel mercato del lavoro, nella natalità di famiglie e di imprese, rimane un dato di fondo preoccupante: la perdita verticale di attrattività della nostra regione. Che cosa ha innescato questo processo? Una ricerca di carriere lavorative più gratificanti, una remunerazione più elevata, una qualità della vita più intensa? A poco serve l’adagio ragionieristico che sottolinea gli investimenti formativi sprecati dal sistema pubblico, di cui beneficiano le terre di attrazione, che a volte sono anche la Lombardia e l’Emilia Romagna. Quando tante storie personali assumono un profilo collettivo, di rilevanza sociale, si può stressare un repertorio infinito di spiegazioni, ma tuttavia insoddisfacente. Per comprendere le ragioni di un soggetto sociale «nuovo» più di mille sociologismi, la prima operazione da fare è costruire un contatto, disporsi in ascolto, cercare una relazione dialogica, riconoscersi reciprocamente. Quando questa emigrazione molto particolare era agli albori, e più che parlarne se ne sussurrava, stiamo parlando del 2010, il Comune di Pordenone ebbe un’idea semplice e al tempo stesso geniale.
Test rapidi in 500 farmacie
Siti di stoccaggio: pronto il piano vaccini. Ordinanza, Zaia annuncia una nuova stretta Sono cinquecento, circa un terzo, i farmacisti veneti che hanno dato la disponibilità a fare i tamponi rapidi che saranno presto distribuiti dalla Regione. I dati epidemiologici intanto mostrano timidi segnali di inversione di tendenza anche se la situazione resta difficile: superato ieri il muro dei 300 ricoveri in terapia intensiva e Zaia annuncia la proroga dell’ordinanza. Al vaglio anche nuove misure restrittive. Tutti aspettano con ansia la distribuzione del vaccino per il quale il Veneto ha già un piano: i 5 ospedali maggiori hanno pronti i siti di stoccaggio con frigo in grado di scendere a meno 80 gradi. a pagina 5 Nicolussi Moro
Fascia Viola F
LA STORIA
VITTORIA DEL COMUNE
I croupier perdono la battaglia delle mance
di Antonella Viola
Viaggio al termine della notte
❞
L
a parola «crisi» porta in sé molti significati: difficoltà, sorpresa, frattura, cambiamento. Ma nel suo essere più profondo, richiama concetti come scelta, decisione, e si configura come una separazione tra un prima e un dopo. E la pandemia che stiamo vivendo è una crisi in cui il confine tra «prima e dopo» sarà segnato dai vaccini.
di Alberto Zorzi
I Padre e figlia volontari per testare il siero
continua a pagina 3
a pagina 3 Priante
Il campione Torna nella sua terra
croupier hanno perso la battaglia delle mance, non ancora la guerra. Questa è la lunga storia di una causa contro la casa da gioco, e quindi il Comune di Venezia, per tenersi la gran parte delle mance dei clienti (invece della pattuita metà). La sentenza ha salvato il Comune che avrebbe rischiato di perdere quasi venti milioni. Ora il secondo filone. a pagina 7
STORIA DI ELVIRA
Bo,cent’annifa laprimalaureata iningegneria
Zanardi trasferito a Padova: «Segnale di speranza» a pagina 6 Pistore
continua a pagina 7
ScuredegliaffittisuicaffèdiSanMarco Il Todaro rischia di «rimpicciolirsi». Chiude il vicino negozio di perle in vetro
VENEZIA È l’unico Caffè di San Marco ancora aperto, anche questo weekend. Ma lo storico «Todaro» di fronte al bacino potrebbe essere costretto a rimpicciolirsi, se non sarà raggiunto un accordo con la Compagnia della Vela, proprietaria di uno dei due archi su cui si sviluppa l’attività. Il tema è l’importo dell’affitto, lo stesso problema che ha portato alla chiusura l’adiacente negozio di perle di vetro. «Massima disponibilità», assicura la Compagnia. a pagina 9 Gargioni
LA CITTÀ DELLA CULTURA
Pieve di Soligo sogna un futuro da capitale
di Paolo Coltro
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iaggio a Pieve di Soligo, paese-gioiello cantato da Zanzotto, tra fiume, colline dolci e filari. Ora sogna di diventare capitale della cultura 2022. a pagina 13
PADOVA Si laureò al Bo il 25 novembre 1920, l’attestato recitava «75/100». E fu la prima donna a laurearsi in ingegneria a Padova. A distanza di un secolo da quel giorno l’università ricorderà Elvira Poli, nativa del Bellunese, con un convegno che avrà luogo online proprio il 25, «Un’ingegnere con l’apostrofo». a pagina 7 Fusar Poli
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Corriere del Veneto Domenica 22 Novembre 2020
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Il virus
La seconda ondata
LA FASCIA «GIALLA» Mentre i veterinari ci stanno ancora pensando, anche in attesa del via libera dal ministero della Salute, i farmacisti veneti hanno deciso di cominciare a fare i tamponi rapidi. Gli stessi eseguiti dal 54% dei medici di famiglia, che finora hanno individuato 6016 pazienti contagiati dal coronavirus sui 40.974 testati. Già 500 iscritti a Federfarma (su 1200 soci e 1400 professionisti) hanno aderito alla richiesta dell’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin. «I test saranno eseguiti in regime convenzionato, quindi a carico della Regione, che ce li fornirà e ci indicherà le modalità dello screening — annuncia Andrea Bellon presidente di Federfarma Veneto —. Ferme restando le condizioni di sicurezza da garantire a utenti, farmacisti e collaboratori, attraverso un protocollo d’intesa. I tamponi potranno essere eseguiti dopo la chiusura, in locali con accesso diverso da quello principale». Una seconda ipotesi verte o sull’allestimento di gazebo o altre strutture esterne, oppure sul ricorso a spazi messi a disposizione dai Comuni o dalla Protezione civile (tende, per esempio). VENEZIA
Intanto i medici di base hanno già individuato seimila contagiati. La Regione prepara una nuova ordinanza
Test rapidi in cinquecento farmacie E Zaia annuncia un nuovo giro di vite «I tamponi rapidi, che garantiscono l’esito entro 15 minuti, saranno effettuati da infermieri specializzati — precisa Bellon — ricorreremo a liberi professionisti che già collaborano con le farmacie e che magari potranno offrire questo servizio a più presidi. Il progetto prevede inoltre che i pazienti debbano presentarsi con la prescrizione del medico di famiglia». Per loro la prestazione sarà gratis, mentre i farmacisti riceveranno dalla Regione un rimborso tra
i 15 e i 18 euro, a seconda se urbane o rurali, per coprire la spesa degli infermieri. L’accordo ricalca quello già firmato dalla Provincia di Trento ma in Veneto l’iniziativa partirà a inizio dicembre. Stasera intanto scade l’ordinanza con le nuove misure anti-assembramento firmata da Zaia lo scorso 12 novembre e che prevede la chiusura al sabato e alla domenica anche dei negozi di media e grande distribuzione, oltre alla serrata dei centri commerciali, e le
serrande abbassate per tutti gli esercizi nei festivi; la somministrazione di cibo e bevande, nei locali, solo al tavolo dalle 15; le transenne per i mercati all’aperto. «Non sono sacrifici enormi, quindi la rinnoverò per altri 15 giorni, anche perché il 3 dicembre è previsto il nuovo decreto Conte — rivela il presidente della Regione —. Oltre a confermarne il contenuto, penso ad ulteriori diktat, non di impatto sull’economia ma sui comportamenti. Per esempio stia-
Record di tamponi: 65mila in 24 ore
Terapie intensive, verso i 300 letti occupati VENEZIA Resta al 28% il tasso di occupazione dei letti in Terapia intensiva (soglia d’allarme al 30%, media nazionale al 43%), che nonostante le due dimissioni di ieri si stanno avvicinando a quota 300: in serata erano 289. «Possiamo garantire mille posti letto nel giro di 36 ore — assicura il governatore Luca Zaia —. Sono già attrezzati, mancano solo gli ultimi, a cui
ricorrere in extremis perché sistemati nelle sale operatorie». In Malattie infettive e Pneumologia l’occupazione è al 37% (livello di guardia al 40% e media nazionale al 51%, dati Agenas), con 2280 ricoveri (+40), mentre il triste computo dei decessi si allunga a 3212 (+42). Record di tamponi: 65.493 in 24 ore, per un totale di 2.658.845. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Farmacie pronte a partire Andrea Bellon, presidente di Federfarma del Veneto
mo vedendo se è possibile agevolare le biblioteche e il prestito dei libri dato che, con la chiusura di bar e ristoranti alle 18 e il coprifuoco alle 22, stando a casa magari cresce la voglia di leggere. Restare in area gialla comporta la grande preoccupazione di una sottovalutazione dell’emergenza — ammonisce Zaia — ma attenzione, ci vuole un attimo a finire in zona rossa». I ricoveri stanno leggermente scendendo, ma non a Verona, Vicenza e Venezia, dove continuano a salire e comunque sono sempre più numerosi delle dimissioni. E il picco deve ancora arrivare. In virtù di questa situazione, si pensa a prorogare i direttori generali delle Usl, che scadono il 31 dicembre, e a rimandare la nomina del dg della Sanità regionale. «In un quadro di crisi cerchiamo di portare avanti un gruppo di lavoro che funziona e di non inserire un estraneo», conferma Zaia. Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIONE RISERVATA
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del NordEst
ANNO 134- N° 277
VENEZIA MESTRE
Domenica 22 Novembre 2020
Venezia “Furbetti” dell’abbonamento Ultimatum Actv: un mese per pagare
Il progetto Viaggio nel mondo alla ricerca degli antichi profumi perduti
A pagina VII
Le idee
La battaglia anacronistica dei dipendenti pubblici Romano Prodi
D
a molti anni si deve purtroppo constatare che, all’interno di quasi tutti i paesi del mondo, le disparità economiche sono andate aumentando e, nonostante le nobili riflessioni etiche e accademiche, queste disparità hanno continuato ad aumentare. Poi è arrivato il Covid-19. Anche se non si sa ancora quando questa pestilenza se ne andrà, conviene riflettere sulle già visibili conseguenze che essa produrrà proprio nei confronti della distribuzione del reddito e della ricchezza. Non intendo ripetere quanto è stato detto sulle tragiche perdite immediate che già constatiamo, sul crollo dei redditi, sull’aumento della disoccupazione e su tutti gli altri danni dei quali ogni giorno siamo testimoni. Vorrei invece ragionare un attimo su come cambieranno le cose una volta risolto il problema sanitario e in che condizioni saremo quando, finalmente, il virus se ne sarà andato, lasciandoci in eredità nuove tecnologie e un radicale mutamento nel nostro modo di lavorare. Le nuove tecnologie, che si espandono con moltiplicata velocità, richiedono un robusto numero di specialisti sia nel processo di invenzione che nel processo di applicazione: un numero molto superiore a quello di oggi, ma comunque di moltissime volte inferiore rispetto al numero di coloro che saranno obbligati a fare lavori elementari e standardizzati. La società diverrà perciò sempre più polarizzata, con una progressiva riduzione (...) Segue a pagina 23
www.gazzettino.it
Calcio Solito Ronaldo doppietta per riportare in alto la Juve Mauro a pagina 19
Pederiva a pagina 17
Veneto, i ristori non ci sono Nel nuovo decreto nessun contributo per `Apertura sulle città d’arte. Baretta: «C’è le restrizioni in più decise dalla Regione l’ipotesi di considerarle sempre “rosse”» `
Il personaggio. I medici. «Condizioni di stabilità»
Niente ristori per i danni conseguenti alle restrizioni decise dai presidenti di Regione in accordo con il governo. A confermare che nel nuovo decreto non sono previsti contributi per il Veneto ma neanche per Trento, Molise, Lazio, Sardegna, tutte zone “gialle” - è il sottosegretario Baretta. Che però rassicura: «All’orizzonte si profila un Ristori Quater e forse anche Quinquies». Apertura anche per le città d’arte: quanto ai ristori, potrebbero essere sempre considerate come se fossero in “fascia rossa”. «Si potrebbe non distinguere in base al colore delle zone», spiega Baretta. Vanzan a pagina 3
Le misure
Il caso
Coprifuoco e tamponi piano del governo per blindare il Natale
Piste a numero chiuso metà posti in funivia: lo sci cerca di salvarsi
Aperture per garantire lo shopping pre-natalizio ma poi chiusure per blindare le feste all’insegna della sicurezza: a casa alle 21 e appello a fare i test rapidi prima di incontrarsi; blocco anche dei confini comunali.
Obiettivo: salvare la stagione dello sci, o quantomeno limitare i danni. Piste a numero chiuso e metà posti in funivia. Pochi limiti nelle zone gialle come il Veneto, ma il blocco di fatto del turismo garantisce solo presenze locali.
Gentili a pagina 6
Malfetano a pagina 7
Zaia: «L’emergenza non è finita» Le terapie intensive a quota 300 Ricoveri, andamento ancora in crescita a Venezia, Verona e Vicenza
`
Zanardi è tornato a casa Alex trasferito a Padova Arcolini e Giacon a pagina 11
Il Veneto è in fascia gialla, ma questo non rassicura affatto il presidente Zaia. «Abbiamo raggiunto 300 ricoverati in terapia intensiva. L’emergenza non è finita - ha avvertito - C’è un segnale di “gobbetta” verso giù sui ricoveri da qualche giorno, ma è solo un segnale. Bisogna che si consolidi. Verona, Vicenza e Venezia hanno ancora un trend crescente nei ricoveri. Se non ci mettiamo pancia a terra re-impenniamo le curve. Sicuramente il sistema sanitario, l’organizzazione e il lavoro dei sanitari ci permette di essere in zona gialla. Ma l’ordinanza “zona gialla plus” verrà reiterata». Vanzan a pagina 2
Veneto
Troppi contagi a Palazzo, trasloca a Ca’ Corner il consiglio regionale
«Mio figlio gay respinto dal sacerdote» Luca Bagnoli uando Francesco ha rivelato di essere omosessuale, il sacerdote non gli ha concesso l’assoluzione, e la domenica successiva gli ha negato la comunione, di fronte a tutta la comunità». Papà Roberto, di Mestre, che preferisce restare anonimo per eludere intimidazioni già subite, ha la voce tremante quando ripercorre la storia della sua famiglia, una storia che parla d’identità rifiutate, di caratteristiche innate che spesso la società, a tutti i livelli, fatica a riconoscere e accettare. «Rammento quel giorno - esordisce quando mio figlio Francesco (...) Segue a pagina 15
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La scelta
Edizione, per la presidenza i Benetton chiamano Laghi
IN ARRIVO Enrico Laghi
I Benetton si affidano ad Enrico Laghi: sarà il professionista romano il nuovo presidente di Edizione, la holding capofila del gruppo trevigiani. Laghi, che prenderà il posto finora occupato da Gianni Mion, avrà come primo e decisivo incarico quello di sbloccare la trattativa con il governo sul caso Autostrade. Dimito a pagina 16
REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE ∆ “Le Grandi Battaglie della Serenissima - vol. 4” + € 7,90 ∆ “Dolomiti. Passeggiate sulla neve” + € 7,90 ∆
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Causa coronavirus, il consiglio regionale del Veneto si appresta a traslocare: da Palazzo Ferro Fini a Ca’ Corner, l’attuale sede del consiglio metropolitano di Venezia, cioè l’ex Provincia. Un ritorno alle origini: la prima seduta del primo consiglio regionale fu lì. A pagina 5
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> TOMASONIe SOMMACAMPAGNA PAG19-21
Una scelta di vita Vi.Orienta è sul web Escedistradaemuore
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COSTABISSARA/GAMBUGLIANO. Lavorava in uno scavo col padre
di FELICE BUSATO
di ARISTIDE CARIOLATO
Federico Ruzza è morto pochi minuti dopo avere offerto la colazione ai colleghi di lavoro per i suoi 25 anni, terminato il turno alla “Veca spa” di Albettone. La tragedia è avvenuta ieri alle 7.30 in via San Giovanni, a Orgiano, al confine con Sossano. Il ragazzo si è schiantato fuori strada con una Smart. > PAG29
Terribile fine per Denis Sella, 32 anni, di Gambugliano, travolto da una frana mentre col padre Paolo era impegnato a posare delle condotte in un terreno nel Comune di Costabissara, al confine con la frazione di Ignago di Isola Vicentina e Gambugliano. Aperta un’inchiesta per omicidio colposo. > PAG 33 Loscavodove è avvenuta latragedia
Travoltodallafrana ilgiornodelcompleanno Stroncatoa 32 anni
di LUCA ANCETTI
Poste Italiane S.p.A. - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza
ORGIANO. Un 25enneoriginario diLonigo tornava dallavoro
tornato il momento della scelta. Dal 4 gennaio scatterà l’ora X per i ragazzi di terza media che dovranno scegliere a quale istituto superiore iscriversi. Il nostro giornale lo scorso anno ha organizzato il Festival dell’orientamento, un incrocio tra domanda e offerta, un incontro tra studenti e indirizzi di studio, un contributo per cercare di evitare che si perpetui un dato, evidenziato da uno studio del consorzio Alma Laurea, secondo il quale il 45% dei laureati non rifarebbe la scelta espressa a 14 anni. Vi.Orienta in fiera è stata un’esperienza esaltante, non ripetibile nel 2020: ma rimaniamo consapevoli della delicatezza e importanza di una scelta, destinata a segnare la vita di tanti giovani, e sentiamo come un dovere favorire la conoscenza e il dialogo nel mondo della formazione scolastica. Per questo, insieme alla Provincia e all’assessorato all’istruzione del Comune di Vicenza, abbiamo ideato un progetto alternativo a quello in presenza che permette comunque agli studenti e ai loro genitori di fare la conoscenza con tutte le scuole superiori del vicentino. Non essendo possibile organizzare laboratori orientativi dal vivo, la seconda edizione di Vi.Orienta sarà in modalità digitale. Da domani il sito del GdV si trasformerà in un immenso open day. Da lunedì a venerdì ogni giorno un istituto superiore avrà a disposizione 75 minuti, dalle 18 alle 19.15, per illustrare indirizzi, dotazioni tecnologiche e numero di laboratori, modello organizzativo, percorsi e attività extracurriculari, inoltre presidi ed insegnanti potranno rispondere in diretta alle domande rivolte da casa. Vi.Orienta è già iniziato: 250 alunni di tre scuole medie di Vicenza hanno partecipato alla prima di una decina di “lezioni in classe” programmate fino gennaio. Ogni mercoledì mattina alcuni esperti forniranno informazioni, suggerimenti e spunti di riflessione agli alunni. Insomma validi strumenti affinchè ogni ragazzo possa confrontarsi con gli insegnanti, i genitori e gli amici e arrivare alla scelta più in linea con le attitudini, la passione e la preparazione di base, senza mai dimenticare i propri sogni e mai sottovalutare la speranza di un futuro possibile. Perchè ogni istituto, ogni indirizzo e ogni corso è diverso dall’altro, ma la scuola dovrebbe essere, come scrive il professor Roberto Vecchioni, per tutti una seconda casa, quella in cui crescere e diventare uomini e donne stando con gli altri. D’altronde scholé in greco significa - conclude il cantautore - tempo libero, uso piacevole delle proprie capacità intellettuali. •
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LaSmart dopoloschianto
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NELVICENTINO. Ilministero della Difesarinforzagliorganicidi compagnie, tenenzeestazioni
Sicurezza,62carabinieriinpiù Tra loro dieci donne. Da domani saranno impegnati sulle strade in servizi e controlli di MATTEO BERNARDINI
Il ministero della Difesa ha assegnato 62 carabinieri in più al Vicentino per rinforzare gli organici. Tra di loro dieci donne. Da domani impegnati sulle strade in servizi e controlli. > PAG22
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VICENZA. Esposto al pm
Altrebombe all’ex Dal Molin Ruccofurioso
POZZOLEONE
Tettoinfiamme: unafamiglia intossicata
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> CAVEDAGNA PAG37
di NICOLA NEGRIN
ARZIGNANO
Lofainnamorare Spilla50milaeuro all’operaioinvalido
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> PAG34
Altre bombe all’ex Dal Molin e il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, va su tutte le furie e annuncia un esposto in procura. Dopo il ritrovamento di undici ordigni il primo cittadino è categorico: «Significa che la bonifica è stata fatta male e dobbiamo tutelarci». > PAG23
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PANDEMIA. Gli ospedali veneti, in particolare di Vicenza,Verona e Venezia, sottopressione
Zaia proroga i divieti dell’ordinanza «Comportarcicomeuna zonarossa.Nessun’altra restrizione» di PIERO ERLE
«Dobbiamo comportarci come in zona rossa. I nostri ospedali sotto pressione. Per Vicenza, Verona e Venezia il trend è crescente nei ricoveri. Non introdurrò restrizioni ai danni dell’economia ma prorogo l’ordinanza dei divieti». A dirlo ieri Luca Zaia. Sono 300 i ricoverati nelle terapie intensive. I decessi saliti a 3.190: 67 in più rispetto a venerdì. 500 farmacie aderenti a Federfarma eseguiranno test antigenici sul Covid nei propri locali o in strutture dedicate. > PAG4
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L’ODISSEA
IlbaritonoZaupa da37giorni èricoverato aShanghai
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ZANÈ
Troppicontagi Ilsindacochiude ibaralle15 «Troppirischi»
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> DALL’IGNA PAG5
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22-NOV-2020 Estratto da pag. 17
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
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