RASSEGNA STAMPA 20 NOVEMBRE 2020

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20-NOV-2020 Estratto da pag. 19

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da pag. 28 Quotidiano nazionale

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da pag. 5 Quotidiano nazionale

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26 Cronaca

IL GIORNALE DI VICENZA Venerdì 20 Novembre 2020

L’INTERVISTA. IllbassaneseNicola Finco,vicepresidentedelconsiglio regionale,fapartedeldirettoriochehailcompitoditraghettareilpartitoversoiprossimi congressi

«Un candidato vicentino per guidare la Lega» «Fontanasilurato?Macché,sitrattadiunnormale avvicendamentocheriguardaanchealtreregioni Il futuro di Zaia non sarà da semplice parlamentare» Roberta Labruna

Squadra che stravince si cambia. Nel Veneto dove è stato appena eletto un governatore della Lega con percentuali da record mondiale, il commissario del partito Lorenzo Fontana di fatto si è dimesso, o è stato salvinamente dimesso, dipende dai punti di vista. E Nicola Finco, vicepresidente del consiglio regionale, vicinissimo a Fontana (e a Luca Zaia), membro del direttorio veneto della Liga, non esclude che un domani Vicenza possa raccogliere il testimone. Intanto però si guarda all’oggi, ai nuovi equilibri e al prossimo commissario. VicepresidenteFinco,maFontanasi è dimessoono?

No, è ancora il commissario. Con le sue dichiarazioni ha voluto anticipare un prossimo passaggio di testimone, concordato con Salvini, dopo la sua nomina a capo del dipartimento Famiglia. Lanotiziaèarrivatainaspettata, leine era alcorrente?

No, non lo sapevo.

Ma che senso ha anticiparele dimissioni?

Secondo me Fontana lo ha fatto per evitare polemiche, credo abbia voluto spiegare i

termini della questione per evitare che passasse l’idea di un’azione contro il Veneto. Sequestaeral’intenzione,èpassatoilmessaggio contrario.

È vero, ma quello di Fontana non è stato un siluramento, come qualcuno dice. Mi sono messaggiato con Salvini pochi giorni fa: la sostituzione dei commissari è prevista anche in altre regioni. Da tempo però si parla di un raffreddamento dei rapporti tra Fontana e Salvini. Secondo lei Fontananonpaga ilpoco brillanterisultato elettorale della Lega alleregionali o piuttosto l’essersiavvicinatomolto a Zaia?

Lorenzo non paga nulla, è un normale avvicendamento che, come detto, non riguarda solo il Veneto. Era ampiamente previsto che la lista Zaia avrebbe preso più voti della lista della Lega. Il dato importante è quel 62 per cento complessivo delle due liste, visto che facciamo parte della

stessa squadra. Però la stella di Salvini brilla un po’menodiquelladiZaia.Difficile pensare che il “capitano” ne siaentusiasta.

No, guardi, non esiste alcun problema tra i due. Zaia è concentrato sul suo lavoro in Veneto, non ambisce a fare il segretario della Lega, ruolo saldo nelle mani di Salvini. Se è vero che Zaia non si è mai messoditraversoaisegretarifederalichesisonosucceduti,èdifficile però immaginare che una personalità forte come la sua rimangaai margini della scenanazionale.Ono?

Le intenzioni future di Zaia non le conosco, ciò che posso dire con certezza però è che lui oggi non ha la testa su Roma né sul partito. È fantapolitica pensare ad uno scenarioconSalvinisegretarioe Zaiacandidatopremier?

Bisogna capire la volontà di entrambi. Mi spiego: Zaia non cercherà mai lo scontro e le decisioni, quali che siano, verranno prese in accordo da entrambi. Dopodiché mi pare persino banale dire che Zaia è una risorsa e che se penso al suo futuro faccio fatica a immaginarlo nel ruolo di parlamentare semplice.

NICOLAFINCO VICEPRESIDENTE CONS. REGIONALE

TornandoaFontana,nonvisenti-

Subordinati allaLega lombarda?Noinon siamolaruotadi scortadinessuno

titari del Veneto. E come classe dirigente e voti non invidiamo nulla a nessuno.

Chiè NELLALIGAVENETA DAGIOVANISSIMO NicolaFinco,classe 1983, èdi Bassano delGrappa. Nel2009è ilpiù votato dellaLegae con189 preferenzediventa consiglierecomunalenella suacittà. Unanno dopo,a 26anni, sicandida nella listaZaia,porta a casa 6.692preferenze e diventaconsigliere regionale.Nel2015 viene riconfermatoe diventa capogruppodellaLega. Si rimetteingioco perla terzavolta ealleultime regionali,quelle del settembrescorso, viene rieletto.Èstato inlizzaper diventareassessore, ma è diventatovicepresidente delconsiglio regionale. EntranellaLegaNord, pardon,nellaLigaveneta daragazzino,vent’anni fa. Perun periodovicino a FlavioTosi,diventa un salvinianoconvinto.Ma è conilgovernatoredel VenetocheFinco è in grandesintonia. Così comeè insintoniaconil (fu)commissario regionaleLorenzo Fontana.Fapartedel direttoriovenetoche è formatoancheda Luca Zaia,dall’assessore regionaleRoberto Marcatoedalla senatrice ErikaStefani. RO.LA. © RIPRODUZIONERISERVATA

Lei si sente più leghista o più lighista?

La mia storia è legata alla Liga veneta, mi sono tesserato 20 anni fa, mi sento fortemente lighista. Abbiamo un progetto comune e facciamo parte di un contenitore nazionale: questa è stata un’intuizione di Salvini che ci ha portato al rilancio, altrimenti la Lega probabilmente sarebbe stata destinata a morire. Leichivedrebbebenealpostodi Fontana?

Secondo me la figura più di equilibrio e di continuità è quella di Alberto Stefani: è giovane, capace e potrebbe essere un nome di mediazione. Credo che, supportato dal direttorio, potrebbe fare bene. Icongressi ci saranno?

NicolaFinco, classe1983, èilvicepresidente delconsiglio regionale tecommissariatida Salvini?

No, assolutamente.

Il direttorio e i commissari provincialiverrannosostituti?

No, rimangono. Me lo ha detto Salvini pochi giorni fa. E l’obiettivo di tutti deve essere valorizzare quel 60 per cento di consensi che abbiamo ottenuto. Abbiamo la responsabilità di disegnare il futuro del-

la nostra terra, perché le persone ci hanno votato hanno delle aspettative e non le possiamo deludere. Epperò, non da ora, la Liga venetasembrala“ruotadiscorta”dellaLegalombarda.Vi pesa?

Non siamo la ruota di scorta di nessuno. Siamo alla quarta generazione di leghisti e rappresentiamo i valori iden-

L’idea è quella di fare la primavera prossima i congressi di sezione, e i provinciali in autunno. E secondo me ce n’è bisogno. Siamo uno dei pochi partiti che ha ancora una base e la base ha bisogno di essere motivata e di partecipare alle scelte. Lei esclude di candidarsi al congressoregionalecheverrà?

Non lo escludo, ci penserò. In questi anni abbiamo avuto figure di Verona e di Treviso, credo che anche Vicenza possa ambire ad un ruolo ed abbia il diritto a un proprio candidato. © RIPRODUZIONERISERVATA

BPVI. Perla seconda voltala Cassazione stabilisce che è il giudice berico a pronunciarsi sulla domanda contro Bankitalia

Rimaneincittà lacausada 34 milioni L’exsocioMoratochiedeidanni allaConsobper le operazionibaciate Ivano Tolettini

Due a zero e palla al centro. Anche se siamo ancora in fase di riscaldamento, prendendo a prestito la metafora calcistica, e la partita finanziaria deve ancora entrare nel merito, perché ci vorranno tre gradi di giudizio per dirimere il contenzioso. Non capita abitualmente

che la Cassazione, addirittura a Sezioni unite, debba intervenire nel giro di pochi mesi per dirimere la spinosa questione sulla competenza del campo di gioco, il tribunale di Vicenza, in cui tre ex soci di BpVi, Luigi Morato e due figli, chiedono i danni a Bankitalia e Consob per non avere vigilato sulle operazioni baciate e gli aumenti di capitali basati su dati non veritieri.

LuigiMoratocon i giornalisti

Era successo la scorsa primavera ed è ricapitato in autunno. E per la seconda volta Bankitalia ha sbattuto la testa contro il muro processuale civile, dovendo pagare le spese perché ha sbagliato. Pochi giorni fa la Suprema Corte presieduta da Carlo De Chiara ha di nuovo dato ragione al “re del pane” vicentino respingendo il ricorso promosso da Ignazio Visco, presidente e rappresentante legale di Banca d’Italia, che chiedeva che il campo del confronto fosse spostato davanti al Tar del Veneto.

tizi tant’è che la banca anche per questo è andata gambe all’aria, poiché non aveva in cascina i necessari requisiti patrimoniali. La Corte di legittimità, una buona volta per tutte, ribadisce che le controversie relative alle richieste danni proposte da investitori e azionisti nei confronti delle autorità di vigilanza (Banca d’Italia e Consob) per i danni causati da «mancata, inadeguata o ritardata vigilanza su banche e intermediari sono devolute alla giurisdizione del giudice ordinario». Non sono in gioco, per i giudici, poteri amministrativi, ma «comportamenti “doverosi” posti a tutela del risparmio». • © RIPRODUZIONERISERVATA

BASSAN B ERNARDO & FIGLI

‘ VALE

Poiché il pregiudizio della famiglia Morato, che ha al passivo operazioni baciate per 34 milioni di euro, «sarebbe derivato dall’agire dell’intermediario, tale da determinare il deprezzamento delle azioni acquistate dagli investitori a prezzi elevati, e dalla trascuratezza dell’Autorità di vigilanza», a stabilire gli eventuali danni sarà la giurisdizione ordinaria. Dunque, toccherà al tribunale di Vicenza che dovrà pronunciarsi sulla lite, pesantissima, viste le cifre in ballo, avviata da Morato con gli avvocati

Andrea Reggio D’Aci di Roma e Mario Azzarita di Vicenza. L’industriale ha chiamato in causa le autorità di vigilanza chiedendone la condanna a pagargli gli ingentissimi danni subiti a causa «dell’omesso o inadeguato esercizio dell’attività di vigilanza». Il noto imprenditore presidente e fondatore della “Morato Pane” osserva che le ormai famose operazioni baciate erano oggetto di ispezione e segnalazione già dal 2012. A Roma sapevano, questa è la sua tesi, che la banca aveva prestato agli azionisti le provviste di denaro per gli aumenti di capitale «effettuati sulla base di dati alterati». Si trattava di aumenti di capitale fit-

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IL GIORNALE DI VICENZA

CORONAVIRUS Le vostre domande, le nostre risposte

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Venerdì 20 Novembre 2020

Per inviare le tue domande alla redazione scrivi un’email all’indirizzo coronavirus@ilgiornaledivicenza.it

L’INIZIATIVA. Un nuovoservizio peraiutare adistricarsifra leregole legateall’emergenza sanitaria

Sospesele celebrazioni dedicateaisacramenti «Affrontateconansia»

IlvescovoPizziolharinviato gli appuntamenti vistalasituazioneattuale Confermatapoila chiusuradei barla domenicanei centricommerciali

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Comefunzionanoi Covidhotel?

Al momento, non sono ancora state definite le modalità di gestione economiche ed organizzative che spetterebbero al commissario per l’emergenza. Si tratta di alberghi che potrebbero ospitare pazienti positivi al virus e che, in casa, rischierebbero di contagiare i familiari. Ma le stanze potrebbero essere riservate ai medici che fanno parte delle Usca e che in molti casi arrivano da fuori Regione e non solo, perché potrebbero esserci anche medici e infermieri al lavoro negli ospedali che non vogliono mettere a repentaglio la salute dei loro cari al rientro a casa. La lista delle strutture autorizzate è stata resa nota martedì dalla Regione e, in quel frangente, il governatore Luca Zaia ha specificato che non è sicuro che i Covid hotel vengano attivati ma che, nel caso ce ne fosse bisogno, sarebbero in carico al governo dal punto di vista economico. Per Vicenza è stata accettata la disponibilità dell’Hotel De La Ville di Viale Verona. Nell’elenco figurano anche il “Residence hotel”, sempre per l’Ulss 8 e Villa Zelosi per l’Ulss 7. Per il Veronese, invece, sono finiti nell’elenco Ark Hotel a Verona, Hotel City a San Giovanni Lupatoto e Postumia a Villafranca nella Ulss 9.

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Lecelebrazionidei sacramentisono sospese?

Il vescovo Beniamino Pizziol ha preso carta e penna per raggiungere tutte le parrocchie del Vicentino, chiedendo tra le altre di cose di sospendere già una decina di giorni fa, e fino a nuove disposizioni, le celebrazioni dei sacramenti della prima confessione, della confer-

mazione e della prima comunione. «Ho preso questa decisione considerando i sentimenti di preoccupazione e di paura di molti parroci, catechisti e genitori, che si ritrovano a vivere le celebrazioni dei sacramenti con ansia e tensione, e non con la serenità che dovrebbe caratterizzare questi momenti così significativi nella vita di ogni credente. Il clima, a volte, risulta così teso che alcuni genitori preferiscono non far vivere le celebrazioni ai loro figli. Sono convinto che, una volta superata questa fase, potremo celebrare i sacramenti in tutta la loro grazia ed efficacia, valorizzando al meglio la dimensione comunitaria di fede, nella gioia e nella festa», le parole di mons. Pizziol.

LAVORO

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Sonoilproprietario diunbarall’interno diuncentro commerciale:posso tenereapertoquesta domenica?

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Itaxisubiscono limitazionialla capienzacomele altreauto?

Anche in questo caso, per fugare ogni dubbio, è intervenuta la Regione: «Rimane ferma la riduzione stabilita dal decreto della presidenza del consiglio dei ministri, che dice che va evitata la presenza di passeggero in fianco al conducente e che sui sedili posteriori si possono collocare due passeggeri, salvo che si tratti di persone con rapporti stabili».

MOBILITÀ

5 Su questo punto la Regione che ha steso l’ordinanza restrittiva per “intensificare” il colore giallo assegnato al Veneto è stata chiara: «Ristoranti, bar, pasticcerie, pizzerie da asporto e altri esercizi di somministrazione sono aperti domenica solo se sono al di fuori dei centri commerciali; altrimenti sono chiusi». Quindi in questo caso la risposta è “no”.

Una scuola dove si impara sentendosi a casa LINGUA INGLESE con insegnanti madrelingua 15 ore settimanali nella scuola dell’infanzia e 7 ore settimanali alla scuola primaria con metodologia CLIL Contenuti disciplinari curricolari in lingua inglese MUSICA, PSICOMOTRICITÀ, EDUCAZIONE FISICA con insegnanti specialisti un GRANDE PARCO dove si respira e si scopre la natura tutto l’anno CUCINA INTERNA ORARIO FLESSIBILE con anticipo/posticipo e… dopo Covid: attività sportive, ludiche e artistiche, centri estivi e autunnali, Summer English Camp

cazione nella quale si deve indicare la motivazione che consente il viaggio e si può raggiungere la propria destinazione finale in Italia solo con mezzo privato. Per chi invece dovesse muoversi dall’Italia, può farlo solo per precise motivazioni: lavoro, motivi di salute o di studio, assoluta urgenza, rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Vietato spostarsi per turismo.

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Èverochemischiare lacandegginaai detergentiperi pavimentièpiùefficace peruccidereilvirus?

SALUTE

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Èverochemangiare tanteproteine aumental’efficaciadel sistemaimmunitario?

Devorientrarein ItaliadalBrasile,è possibile?

Il Brasile è uno dei Paesi inserito dalla Farnesina nell’elenco “F” e cioè quelli più problematici. Può rientrare in Italia chi ha la residenza anagrafica da prima del 9 luglio 2020, con l’obbligo di presentare all’imbarco e a chiunque effettui i controlli un documento che attesti l’esito negativo di un tampone molecolare o antigenico effettuato nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia. Al rientro, sarà necessario sottoporsi ad isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria, compilare un’autocertifi-

Il ministero della salute ha predisposto una serie di risposte per evitare che si diffondano notizie false che possano aggravare e non migliorare lo stato di salute di chi dovesse prenderle per buone: «Superare la normale dose giornaliera raccomandata di proteine che corrisponde a 0,8 grammi per ogni chilo di peso corporeo se non si svolgono attività fisiche pesanti non fornisce benefici al sistema immunitario», risponde il ministero.

No, ma anche in questo caso a rispondere è direttamente il ministero della salute: «L’utilizzo di disinfettanti che contengano alcol al 70 per cento o a base di cloro allo 0,1 per cento come la candeggina è sufficiente a uccidere il virus sulle superfici annullando la sua capacità di infettare le persone. Mescolare più prodotti insieme pensando di ottenerne uno più potente contro il coronavirus può essere molto nocivo perché espone a prodotti pericolosi che si possono formare durante la miscelazione e può comportare gravi intossicazioni».

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VARIE


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Corriere del Veneto Venerdì 20 Novembre 2020

VE

Il virus

La seconda ondata

LA PREVENZIONE

VENEZIA La Regione ha chiesto - ed è fiduciosa di riuscire ad avere in tempi brevi - altre 133 mila dosi di vaccino antinfluenzale, così da poter coprire tutte le richieste avanzate dai pazienti veneti, soprattutto bambini e anziani. A dare rassicurazioni sul punto è stata ieri Francesca Russo, direttrice del dipartimento di Prevenzione, invitata a mettere ordine sull’argomento dal presidente Luca Zaia, visto che sul territorio si moltiplicano le proteste di quanti, magari già con l’appuntamento del medico di base in agenda, non sono ancora riusciti a scoprire il braccio per la fatidica puntura. «Innanzitutto va chiarito un aspetto - ha spiegato Russo - la produzione dei vaccini non è illimitata, le case farmaceutiche non possono immetterne sul mercato a oltranza. Ci vuole tempo per produrlo e per questo ci si basa su una programmazione di lungo periodo. Nel nostro caso le richieste sono partite in estate, con largo anticipo, proprio perché immaginavano le difficoltà che sarebbero sorte con l’arrivo della seconda ondata del covid». Negli anni passati, spiega Russo, il Veneto ordinava all’incirca 800 mila dosi di vaccino antiinfluenzale e va detto che molte di queste rimanevano in frigo, perché tanti cittadini, anche tra le categorie più a rischio, preferivano non sottoporsi alla profilassi. «Quest’anno abbiamo speso 8 milioni di euro per 1,3 milioni di dosi, una quantità di molto superiore rispetto a quella abituale, proprio perché ci attendevamo un aumento delle richieste - prosegue la direttrice del dipartimento di Prevenzione - Ciò nonostante la domanda è stata più alta delle nostre previsioni, così che ad oggi dei tre lotti per complessive 1,3 milioni di dosi già consegnati, non resta praticamente più nulla». Tra le ragioni, anche il fatto che la circolare con cui il mi-

Pazienti, medici di base e farmacisti protestano Russo: «Domanda al di fuori di ogni previsione»

Coronavirus e influenza I vaccini ci sono

In Regione Francesca Russo

La Regione chiede altre 133 mila dosi per il virus stagionale. A gennaio prima profilassi per il covid Le farmacie

L’antinfluenzale

La lotta al covid-19

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Caccia agli stock Un aiuto dalle I primi da Pfizer riserve congelate poi AstraZeneca già opzionati

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a Regione ha attivato tre canali: 50 mila dosi per la fascia da 6 mesi a 18 anni sono state chieste al ministero della Salute; 80 mila dosi per i pazienti fino a 65 anni sono state già opzionate in estate con le case farmaceutiche; si cercano ancora 3 mila dosi di vaccino pluripotenziato

nistero fissa ogni anno le categorie che hanno diritto al vaccino gratuito in questo 2020 ha per ovvie ragioni allargato la platea, abbassando a 60 anni la soglia di età degli «over» (solitamente è 65 anni), a cui si aggiungono come di prassi i bambini fino a 6 anni, i soggetti fragili e coloro che svolgono lavori a rischio. «Detto che il problema dell’approvvigionamento è un problema mondiale, non veneto o italiano, perché tutti i Paesi sono stati colti di sor-

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a Regione puntualizza che non sta a lei il rifornimento delle farmacie, che per approvvigionarsi devono rivolgersi al mercato privato. Ai primi di dicembre verranno comunque distribuite loro 30 mila dosi congelato come riserva, parte dei 1,3 milioni già arrivati

presa dall’aumento delle richieste, abbiamo aperto tre canali per ottenere dosi in più - prosegue Russo -. Il primo con il ministero della Salute a cui abbiamo chiesto 50 mila dosi per la fascia da 6 mesi a 18 anni; un secondo con le case farmaceutiche che già ci hanno fornito il milione e 300 mila dosi, per altre 80 mila dosi che avevamo “opzionato” durante l’estate e che andranno ai pazienti fino a 65 anni; infine, stiamo cercando sul mercato 3 mila dosi di vacci-

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l vaccino Pfizer sarà il primo ad arrivare in Italia, che ha acquistato 3,4 milioni di dosi che dovrebbero coprire 1,7 milioni di persone tra metà gennaio e metà febbraio. Al Veneto potrebbero toccare 270 mila dosi. Poi arriverà anche il vaccino di AstraZeneca

no pluripotenziato da dedicare alle categorie a più alto rischio. I tutti i casi non è facile perché alcune dosi che erano disponibili sono state dirottate d’urgenza verso altre Regioni in grave sofferenza a causa della programmazione sbagliata». Con le 133 mila dosi di cui sopra (50 + 80 + 3 mila), comunque, il dipartimento di Prevenzione conta di soddisfare tutte le richieste rimaste inevase. Capitolo farmacie. Anche qui la Regione ha voluto fare

alcune puntualizzazioni: «Noi ci occupiamo solo di ciò che è servizio pubblico, dobbiamo assicurare il vaccino a chi ne ha diritto come stabilito dal ministero della Salute. Le farmacie, per i loro clienti, devono rivolgersi al mercato privato, chiamare direttamente le case farmaceutiche». Incontrando, va da sé, le stesse difficoltà incontrate dalla Regione, se non di più. «Per dare loro una mano, ai primi di dicembre inizieremo la distribuzione di 30 mila dosi,

parte del milione e 300 mila di cui parlavamo prima, congelate come “riserva”». Non si tratta dunque, ed è bene precisarlo, di dosi in più bensì di quelle già arrivate. E veniamo al vaccino contro il coronavirus. Premesso che non ci sarà alcuna obbligatorietà, ieri il commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri ha dato alcune indicazioni: «Il primo disponibile sarà quello di Pfizer e all’Italia arriveranno 3,4 milioni di dosi nella seconda parte di gennaio. Saranno vaccinati 1,7 milioni di italiani nell’arco del primo mese, esposizione al rischio e fragilità saranno i parametri per stabilire chi saranno i primi». Quanto durerà la campagna vaccinale? «Sulla base delle previsioni, non ancora validate, una parte importante della popolazione potrà essere vaccinata nel primo semestre del 2021 o entro il terzo trimestre sempre del 2021». Se al Veneto dovesse arrivare la consueta quota sanitaria dell’8% (272 mila dosi), Russo assicura che sarebbe garantita «un’ottima copertura», a cominciare dai lavoratori della sanità (150 mila persone tra pubblico, privato e convenzionato) e delle Rsa (altre 60 mila persone tra ospiti e operatori). «Arcuri ci ha chiesto di preparare una ricognizione Usl per Usl del personale sanitario e degli operatori delle Rsa potenzialmente da vaccinare e della disponibilità di frigoriferi, sia da -70/-80°, indispensabili per il vaccino Pfizer, sia da 2/8°, adatti al vaccino di AstraZeneca. Il report sarà nelle mani della protezione civile entro la fine della settimana». Marco Bonet © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’iniziativa della libreria Toletta nel week end di chiusure

Il libro a domicilio portato dall’autore Tiziano Scarpa suona il campanello e «Venezia è un pesce» arriva a casa

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uona il campanello: non è il corriere di Amazon ma è Giovanni Pelizzato, il titolare della storica libreria Toletta di Venezia, che porta personalmente i suoi libri di casa in casa per il servizio di consegne. E non è solo: a fargli compagnia, c’è lo scrittore Tiziano Scarpa con la sua nuova guida «Venezia è un pesce» (Feltrinelli). Saranno 25 i fortunati che domani, in occasione della festività della Madonna della Salute, assisteranno a questa sorpresa-nonsorpresa. «L’idea è venuta parlando e discorrendo insieme: ho spiegato a Tiziano che volevo far ripartire le consegne a domicilio, visto che da ordinanza la libreria chiude nei giorni festivi – racconta Pelizzato

– lui ha voluto che partissimo proprio dal suo libro. Era da tanti anni, poi, che tutti aspettavamo che lo aggiornasse». Scarpa, infatti, ha aggiornato, ampliato e rivisto la prima edizione (di vent’anni fa) raddoppiando il numero delle pagine ma al tempo stesso mantenendo quasi intonso il corpus precedente. Pelizzato ha annunciato l’iniziativa in un post su Facebook: «Vi piacerebbe riceverlo sulla porta di casa il giorno della Salute, direttamente dalle mani (igienizzate!) dell’autore, magari autografato e dedicato?». La «corsa» apre stamattina alle 9.30 su un numero dedicato, basta prenotarsi via Whatsapp al 329 4567324. Ma già ieri pomeriggio, appena si è sparsa la voce, i

Autore Tiziano Scarpa, scrittore veneziano

Libraio Giovanni Pelizzato, titolare della «Toletta»

lettori più appassionati non hanno potuto resistere. «Ho già sette prenotazioni, ne rimangono 18 – spiega Pelizzato – Fisicamente, fare più di 25 consegne in una giornata è difficile, lo ho imparato durante il primo lockdown». Pelizzato, infatti, ha portato di casa in casa, nelle settimane più difficili in cui tutto era chiuso e la maggior parte dei servizi di delivery era andata in tilt, i suoi libri. Da domani, quindi, viene riattivato il servizio di consegna a domicilio, per le calli del centro storico, dalle 9.30 alle 19. «La mia è un’iniziativa a doppio senso, da un lato c’è la volontà di dare un servizio ai veneziani, dall’altra vedo che viene accolta con grande interesse e bisogna cercare di creare cose diverse e alternative – sottolinea Pelizzato – Ora ci troviamo in un momento strano, i locali chiudono alle sei di sera ma in libreria le persone entrano fino alle sette e mezza. La Toletta rimane un punto di riferimento per i veneziani». Camilla Gargioni

© RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Venerdì 20 Novembre 2020 www.gazzettino.it

La frenata dei contagi LA GIORNATA VENEZIA Oggi si saprà se il Veneto e il Lazio resteranno in fascia gialla, se Puglia e Basilicata saranno declassate dall’arancio al rosso e si saprà anche che fine farà la Liguria, che ieri risultava in bilico. È atteso infatti il nuovo verdetto del Comitato tecnico scientifico nazionale. Il lungo vertice tra governo e Regioni, presieduto dal ministro Francesco Boccia, ieri è finito con un compromesso: i parametri per decidere le restrizioni resteranno invariati fino al 3 dicembre e nel frattempo un tavolo tecnico valuterà eventuali modifiche. Ma la novità, attesa soprattutto in Veneto e non a caso richiesta dal governatore Luca Zaia, è che il governo si è impegnato a dare i “ristori” alle categorie colpite dalle chiusure decretate anche dalle ordinanze regionali. Ad esempio i centri commerciali chiusi nel fine settimana e i negozi chiusi la domenica dall’ordinanza di Zaia, peraltro con il via libera del ministro alla Salute Roberto Speranza, potranno avere un indennizzo a fronte dei mancati fatturati.

Dal 3 dicembre si riparte coprifuoco a mezzanotte Sì ai ristori per il Veneto Conte: Natale senza veglione o baci `Impegno del governo a garantire fondi Ma il governo si prepara ad allentare alle attività chiuse da ordinanze regionali `

Il rischio Covid nelle regioni FASCIA GIALLA VALGONO TUTTE LE MISURE VALIDE A LIVELLO NAZIONALE E DUNQUE

Coprifuoco dalle 22 alle 5 (se si esce serve l'autocertificazione)

L’ATTESA Per quanto riguarda la classificazione in fasce, in Veneto il governatore Luca Zaia, pur continuando ad appellarsi alla popolazione perché rispetti la triade mascherine-distanziamento-igienizzazione, si è detto fiducioso. «Il Veneto - ha detto il presidente della Regione - ha degli indicatori che fanno sperare in un buon esito nella classificazione, alla luce del fatto che c’è una situazione sotto controllo con tassi di occupazione in terapia intensiva che sono i più bassi a livello nazionale. Abbiamo sicuramente tanti contagiati, ma facciamo anche tanti tamponi: 53mila al giorno di media con 3mila positivi riscontrati. Un terzo in meno di casi rispetto alla prima ondata di marzo e aprile». Nel dettaglio, il bollettino di ieri ha rilevato un totale dall’inizio della pandemia di

MENO RICOVERATI IN TERAPIA INTENSIVA ZAIA: PIÙ PRESSIONE NEGLI ALTRI REPARTI LA FONDAZIONE GIMBE “PROMUOVE” IL NORDEST

1 Natale a casa con i nonni protetti e senza abbracci A quaranta giorni dal Natale è davvero presto per capire se potremo permetterci il classico cenone in famiglia oppure no. Tutto dipenderà dall’evoluzione della pandemia e in particolare dall’auspicata riduzione della curva dei contagi. E’ già evidente che non potremo ignorare il virus come troppe volte è accaduto durante l’estate per evitare di essere sommersi da una terza ondata a gennaio. Quindi? L’unica certezza è che il governo non stabilirà regole rigide da rispettare perché è impossibile inviare i carabinieri in tutte le famiglie. Molto dipenderà dal buon senso che dovrebbe spingere gli i italiani ad autoregolarsi in modo da

Chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi ad eccezione delle farmacie, parafarmacie generi alimentari Chiusura di musei e mostre Chiusura di bar e ristoranti alle ore 18. L’asporto è consentito fino alle ore 22 Riduzione fino al 50% per il trasporto pubblico

114.139 casi positivi con un incremento nelle ultime ventiquattr’ore di 3.866 casi. I morti sono saliti a 3.096 (più 57 in una giornata). E poi c’è il dato apparentemente contraddittorio dei ricoveri: i cosiddetti reparti non critici sono sotto tensione con 2.276 pazienti Covid, di cui 45 entrati ieri, ma le terapie intensive “respirano”: ieri il saldo tra ricoveri e dimessi è stato negativo con 3 posti letto che si sono liberati. Dopodi-

ché va considerato che negli ospedali veneti ci sono anche pazienti che non hanno il Covid e sono circa 300 in rianimazione e 8.000 negli altri reparti. Che, appunto, risentono di più della “tensione”. «Nei reparti non gravi c’è maggiore pressione», ha detto Zaia. E questo è forse l’unico dato critico per il Veneto, anche se il confronto con le altre Regioni è comunque migliore. Da una rile-

Rovigo

Morire di Covid ad appena 40 anni Decorso fulminante: solo 5 giorni

FASCIA ARANCIONE

FASCIA ROSSA

OLTRE ALLE MISURE NAZIONALI

ULTERIORI MISURE

Vietato varcare i confini regionali Vietato uscire dal Comune di residenza se non per motivi seri e con autocertificazione Chiusura di bar e ristoranti, 7 giorni su 7. L’asporto è consentito fino alle ore 22 Chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi Didattica a distanza per le scuole superiori

È vietato ogni spostamento, anche all’interno del proprio Comune, in qualsiasi orario, salvo che per motivi di lavoro, necessità e salute Chiusura dei negozi, fatta eccezione per supermercati, beni alimentari e di necessità Restano aperte edicole, tabaccherie, farmacie e parafarmacie, lavanderie, parrucchieri e barbieri

Restano chiuse piscine, palestre

L’Ego-Hub

Morire di Covid a soli 40 anni. La dimostrazione che non è solo il “virus dei nonni” si registra in Polesine, nel delta del Po: Jonatan Callegaro era nato nel 1980, abitava a Scardovari, ed è spirato - come tutte le altre vittime del morbo killer lontano dai suoi cari dopo un breve ricovero nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Trecenta. Un decorso fulminante. Sabato scorso i sintomi, tali da condurlo al pronto soccorso di Porto Viro, poi la domenica il trasporto d’urgenza dall’altra parte della provincia, all’ospedale San Luca di Trecenta, dove è arrivato già

intubato. Sembrava che la situazione si fosse stabilizzata, quando mercoledì le sue condizioni sono precipitate improvvisamente. L’ennesima crisi respiratoria non gli ha lasciato scampo. «Mi ha telefonato la madre per dirmi che suo figlio era venuto a mancare - racconta il sindaco Roberto Pizzoli - Sono situazioni molto difficili, è già la terza persona che questo virus si porta via nella nostra comunità. Adesso se n’è andato Jonatan, di appena 40 anni. Non importa l’età, conta solamente che senza il Covid nessuno di loro ci avrebbe lasciato».

Sì ai ristoranti, a tavola massimo in sei Nei negozi orari protetti per gli over 65 IL FOCUS ROMA Tenere assieme i due corni della pandemia, la salute pubblica e l’economia, richiede dosi da grande equilibrista all’esecutivo. I primi dati di lieve frenata dei contagi e l’avvicinarsi del Natale stanno aprendo uno spiraglio per eventuali riaperture di bar, ristoranti e cen-

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tri commerciali che tuttavia sono ancora assai tenue. È evidente che l’obiettivo di governo, Regioni e forze sociali è quello di cercare di evitare che non si afflosci del tutto la stagione natalizia, importantissima per lo shopping e i bilanci di centinaia di migliaia di imprese. Dall’altra parte una possibile terza ondata sarebbe ancora più devastante e potrebbe

Centri commerciali aperti e shopping anche serale

L’imperativo del governo e delle Regioni è evitare il tracollo del settore del commercio e della ristorazione. Così il coprifuoco dalle 22 verrà posticipato alle 23 se non a mezzanotte e saranno previsti orari di apertura dei negozi più lunghi, fino a sera inoltrata in modo da evitare il sovraffollamento dei locali, in cui comunque si potrà accedere in modo contingentato per scongiurare le solite resse natalizie. In più è prevista la raccomandazione di dedicare le prime due ore di apertura dei negozi alle persone sopra i 65 anni per limitare il rischio-contagio.

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portare - se finisse fuori controllo non solo a lutti insostenibili ma anche ad un infarto economico. Se ne ricava che i negozi saranno aperti ma dovranno rispettare rigide recole anti-calca mentre i meno giovani dovranno rispettare indicazioni severissime. Lo chiamano “Natale sobrio”. D.Pir. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mobilità limitata tra aree regionali di colore diverso

Il tema è quello della limitazione dei contagi. E siccome con ogni probabilità anche a Natale ci saranno Regioni di colore diverso, il governo è orientato con il nuovo Dpcm a vietare il trasferimento per le Feste e per raggiungere i parenti in Regioni con indice di rischio più alto rispetto a quella in cui si risiede. Ciò significa che chi abita in una Regione rossa o arancione non potrà andare a fare visita ai familiari che vivono in una Regione gialla. E questo varrà anche al contrario. Il divieto di superare i confini potrebbe riguardare anche Province e Comuni in zona rossa o arancione.

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vazione della Fondazione Gimbe, il Veneto ha una occupazione dei posti letto in area medica pari al 33%, come la Sardegna, ed ha il secondo migliore risultato dopo il Molise (27%), mentre il Friuli Venezia Giulia ha un tasso di occupazione del 36%. Per i posti letto occupati in terapia intensiva il Friuli ha il miglior rapporto (25%), seguito da Molise (26%) e Veneto (27%).

LA TREGUA Intanto tiene banco il dibattito sulle prossimità festività natalizie. Nell’incontro tra Regioni e Governo si è parlato dell’ipotesi di riaprire negozi, bar e ristoranti, anche nelle regioni in fascia arancione e rossa dopo il 3 dicembre: si va in quella direzione, con un coprifuoco che slitta alle 23 o a mezzanotte. In ogni caso c’è il Natale, dietro lo scontro tra governo e Regioni sui parametri. I governatori spingono per riaperture rapide, in modo da poter concedere una boccata d’ossigeno a negozi, bar e ristoranti. Il governo, che pure sta predisponendo alcuni scenari, è più prudente. «Nessuno sottovaluti la serietà della situazione, non si può assolutamente scambiare qualche primissimo e ancora insufficiente segnale incoraggiante, frutto delle misure prese, in uno scampato pericolo», ha avvertito il ministro Speranza, durante il vertice. Però un allentamento ci sarà già con il Dpcm del 3 dicembre e non si esclude un decreto ad hoc a ridosso di Natale per un ulteriore ammorbidimento della stretta «se la situazione epidemiologica lo consentirà». Con una linea già tracciata: massima sobrietà per cene e riunioni in famiglia e allentamento delle misure per il settore del commercio e della ristorazione. In sintesi: regali sì, cenoni “ni”. «Dobbiamo predisporci ad un Natale più sobrio: veglioni, festeggiamenti, baci e abbracci non è possibile - ha ripetuto il premier Giuseppe Conte - Una settimana di socialità scatenata significherebbe pagare a gennaio un innalzamento brusco della curva». «Il cenone classico, con 20 persone, quest’anno non ce lo possiamo permettere», ha confermato il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo. Che ha lanciato un altro allarme: va evitato in tutti i modi l’assalto a negozi e grandi magazzini per lo shopping natalizio. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA

2 Cene fuori casa? Solo senza assembramenti Per i comportamenti personali i governo sembra orientato a formulare delle “raccomandazioni” e non vere e proprie norme di legge che comporterebbero anche controlli di polizia e multe. In questo contesto - sempre ammesso che l’epidemia perda stabilmente forza - potrebbe essere possibile che per il Capodanno si possa cenare fuori. Difficile comunque che vengano consentite tavolate numerose e fra le ipotesi allo studio c’è quella di fissare una “quota sei” come limite massimo dei commensali. Sicuramente saranno vietate festeggiamenti pubblici e assembramenti di ogni tipo nelle strade e presso i locali.


VENERDÌ 20 NOVEMBRE 2020 IL MATTINO

PADOVA

solidarietÀ

Coloriamo Pediatria donati 25 mila euro per l’ospedale a misura di bimbo I fondi al reparto da parte di Confindustria Venezia Il professor Perilongo: «Sarà un ambiente di fantasia» Alice Ferretti

Venticinque mila euro donati da Confindustria Venezia per il progetto “Coloriamo la Pediatria”. L’obbiettivo, come ha spiegato il professor Giorgio Perilongo, direttore della Clinica pediatrica dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, è quello di creare uno spazio colorato, gioioso, a misura di bambino. L’IDEA

«Si tratta di un progetto della Fondazione Salus Pueri, che da sempre supporta la Pediatria, e va inserito nel capitolo dell’umanizzazione delle cure» spiega Perilongo, «voglia-

LA CLINICA PEDIATRICA AMBIENTI PIÙ ACCOGLIENTI E VIVACI E UMANIZZAZIONE DELLE CURE

progetto dell’usl 6 euganea

La visita del cardiologo ora si potrà fare online dal divano di casa *//07";*0/&

ell’epoca dove furoreggiano i servizi a domicilio, anche la medicina sta al passo: è così che l’Usl 6 Euganea ha dato vita alle televisite di cardiologia dando la possibilità ai propri assistiti di farsi visitare dal medico comodamente seduti sul divano di casa. Si tratta di un servizio digitale innovativo e gratuito che consente al paziente di colle-

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garsi in modalità telematica con il proprio cardiologo, essere visitato - per meglio dire televisitato - e ricevere il referto online, senza la necessità di recarsi in ambulatorio. Una modalità nuova che si rivela particolarmente preziosa durante l’epidemia Covid-19: «La piattaforma Health Meeting fa incontrare on line medico e paziente» spiega una nota dell’Azienda sanitaria, «la sperimentazione inizia oggi su 10 pazienti affetti da scompenso cardiaco seguiti dall’ambulatorio

nuova nomina

Francesca Bano dirige l’Assistenza farmaceutica Francesca Bano, 55 anni di Padova, è il nuovo direttore dell’Unità operativa complessa Assistenza Farmaceutica Territoriale dell’Usl 6 Euganea, ruolo che ricopriva dal settembre del 2019 con incarico di responsabile facente funzioni. La nomina è stata ufficializzata dal direttore generale Domenico Scibetta che ha firmato la delibera di incarico. Laureata in Farmacia a Padova, dove si è specializzata

Francesca Bano

mo rendere l’ospedale adatto al bambino, trasformarlo in un ambiente carico di colori e di fantasia». Alcuni spazi sono già stati resi più belli e adatti ai più piccoli: la sala d’attesa del Pronto soccorso pediatrico e il corridoio della Pediatria d’urgenza sono stati ristrutturati e brillano di colori accesi, sono state realizzate la “Stanza dei sogni”, un’intera area decorata con alberi intarsiati e dedicata al servizio di sedo-analgesia, la “Stanza immersiva”, dove sono stati installate apparecchiature che permettono la proiezione di contenuti grafici su soffitto e pareti e schermi touchscreen per interagire con oggetti virtuali, il “ci-

afferente all’Unità operativa complessa di Cardiologia dell’ospedale Immacolata Concezione di Piove di Sacco, ai quali l’Usl ha fornito gratuitamente tablet con webcam e microfono che permettono alle parti di “vedersi” in real time, per un monitoraggio il più realistico possibile». Nei giorni immediatamente successivi la sperimentazione sarà estesa a tutte le Cardiologie dell’Euganea. «In questa prima fase l’applicazione» spiega Domenico Marchese, direttore della Cardiologia dell’Immacolata Concezione, «riguarderà pazienti con scompenso cardiaco, una delle malattie più frequenti in campo cardiovascolare, prima causa di ospedalizzazione: molte di queste persone, se non sono controllate attentamente e frequentemente, hanno un tasso di riospedalizzazio-

in Farmacia ospedaliera e conseguito un corso di perfezionamento in Bioetica, la dottoressa Bano ha cominciato la sua carriera nel 1993, come dirigente farmacista all’allora Usl 16 di Padova. Nel 2003 le è stato conferito l’incarico di responsabile di struttura semplice Farmacovigilanza, e nel 2005 della struttura semplice Continuità assistenziale. Un incarico, quest’ultimo, che ha mantenuto fino al 2019, quando è subentrata al direttore uscente dell’Unità Assistenza Farmaceutica Territoriale dell’Euganea come responsabile facente funzione. Negli anni si è occupata di vigilanza delle farmacie, appropriatezza prescrittiva, gestione del rischio clinico e sicurezza del paziente». —

nema in atrio” con l’installazione di un mega schermo hd che proietta animazioni per bambini. Adesso rimane solo da rendere più allegro l’atrio della Pediatria, che al momento di colorato ha solo un mosaico presente dall’inaugurazione della struttura.

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istituto oncologico veneto

Due studi firmati Conte offrono nuove armi contro il tumore al seno

I NUMERI

La Pediatria di Padova, composta da quattro padiglioni, 18 reparti e 300 posti letto, accoglie migliaia di bambini. Si registrano in media 25 mila accessi al punto soccorso e 10 mila ricoveri all’anno. «Diecimila ricoveri sono diecimila bambini che entrano all’interno di una struttura ospedaliera, che vivono un trauma emotivo, un incubo da cui non vedono l’ora di uscire. La paura è che quel periodo non finisca mai. Parlo così perché l’ho vissuto sulla mia pelle» dice il presidente di Confindustria Venezia, Vincenzo Marinese. «Dobbiamo dare tutto il sostegno necessario. È un dovere. Ecco perché collaboriamo da anni con la Fondazione. Noi ci siamo ma vogliamo che anche tutti gli altri interlocutori che fanno parte del sistema produttivo veneto sentano questo come un dovere». Intanto grazie ai 25 mila euro donati da Confindustria Venezia entro la prossima primavera dovrebbe essere ultimato il progetto “Coloriamo la Pediatria”. «E speriamo di poter inaugurare dal vivo il nuovo atrio colorato» l’auspicio di Perilongo. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

ne molto elevato, tenendo conto che ogni riospedalizzazione comporta una riduzione della vita media. Il nuovo strumento contribuirà invece a mantenerla ottimale consentendo controlli ravvicinati che saranno di elevato contenuto professionale anche senza il contatto fisico». «Inoltre» aggiunge Leonardo Marinaccio, cardiologo co-responsabile dell’ambulatorio, «i pazienti potranno inserire ogni giorno nel tablet i valori di parametri come pressione arteriosa, saturazione di ossigeno, peso corporeo, frequenza cardiaca, oltre agli esami ematici e strumentali in modo che il medico possa valutarli periodicamente e, in caso di anomalie, contattare l’assistito». Il progetto sarà monitorato da un team multidisciplinare guidato dal direttore dei Sistemi informativi dell’Usl Paolo Mosna. —

Il professor Pierfranco Conte dell’Istituto oncologico veneto

Due scoperte dell’Istituto oncologico veneto di Padova segnano un importante passo in avanti nella lotta ala tumore al seno. Due studi che portano la firma del professor Pierfranco Conte, coordinatore della Rete oncologica veneta e direttore dell’Oncologia medica 2 dello Iov, rivoluzioneranno la cura di alcune delle forme più aggressive del carcinoma mammario. Per la prima volta al mondo è stato elaborato un test genomico prognostico, chiamato HER2DX, capace di individuare le caratteristiche genetiche che predicono un alto rischio di ripresa della malattia nelle pazienti operate per tumore al seno HER2 positivo. I risultati del progetto sono stati recentemente pubblicati su “Lancet Oncology”. Si tratta di uno studio internazionale al quale hanno partecipato lo Iov, l’Università di Padova e l’Università di Barcellona. «Sono state arruolate 1.200 pazienti con tumore mammario HER2 positivo» spiega Conte, «i sottotipi con iperespressione della proteina HER2 si accompagnano a una maggiore aggressività del tumore e, pur potendo beneficiare di farmaci a bersaglio molecolare di ultima generazione, ancora una parte di queste pazienti hanno una ripresa della malattia. Grazie a questo test è possibile determinare le caratteristiche genetiche che prevedono un alto rischio di recidiva. È in corso il brevetto con la speranza che il test diventi disponibile

per tutte le donne che ne necessitano». Si è poi concluso il primo studio accademico sul ruolo dell’immunoterapia nelle pazienti operate di tumore mammario “triplo negativo”. Il progetto “A Brave Trial”, lanciato nel 2016 e costato 10 milioni di euro, ha reclutato 474 pazienti coinvolgendo 65 centri oncologici in Italia e altri 10 in Inghilterra. Nei laboratori padovani sono in corso le analisi dei campioni dei tessuti tumorali, del sangue e delle feci di tutte le pazienti. Lo scopo è comprendere a fondo la relazione tra microbiota e risposta all’immunoterapia, per individuare i fattori predittivi della progressione della malattia: « Le pazienti sono state trattate con un potente anticorpo monoclonale con l’obiettivo di agire sul rafforzamento del sistema immunologico» sottolinea Conte, «scatenandolo contro le cellule tumorali». «Grazie alla prevenzione e alle cure personalizzate il tasso di sopravvivenza del tumore al seno è in evidente progressivo aumento» il commento del direttore generale dello Iov Giorgio Roberti, «i risultati di queste ricerche rendono più efficaci diagnosi e cure». «Dallo Iov e dal professor Conte» il commento del presidente regionale Luca Zaia, «un nuovo successo nella lotta al cancro che riempie d’orgoglio l’intera sanità veneta e nazionale». — ELENA LIVIERI

il riconoscimento

Il professor Maurizio Corbetta tra i più citati ricercatori del mondo Maurizio Corbetta, professore di Neurologia dell’Università di Padova, direttore della Clinica Neurologica dell’Azienda Ospedale Università, direttore del Centro di Ateneo Neuroscience Center e ricercatore del Vimm, è stato incluso nella lista degli “Highly Cited Researchers 2020”, stilata annualmente e resa nota dalla società di data analysis Clarivate, che analizza attraverso esperti bibliometrici e scienziati un’elevatissima mo-

le di dati da ricerche condotte in tutto il mondo. I nominativi inserito nella classifica sono tratti dalle pubblicazioni che si collocano nell'1% delle migliori per citazioni per campo e anno di pubblicazione nell'indice di citazione Web of Science . In base a questi parametri, Maurizio Corbetta che nel periodo in esame (2009-2019) ha partecipato a 212 pubblicazioni ed è stato menzionato in oltre 40.400 studi, è risultato uno dei

6.389 ricercatori inclusi nell’indice, che annovera l’1 per mille della comunità scientifica internazionale. Le ricerche di Maurizio Corbetta spaziano dalle neuroscienze cognitive alla neurologia, analizzando i circuiti cerebrali attraverso varie metodiche di brain imaging. L’obiettivo è comprendere, sia in condizioni comportamentali normali che patologiche, come diverse regioni del cervello si attivano. —


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