RASSEGNA STAMPA 16 NOVEMBRE 2020

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16-NOV-2020 Estratto da pag. 17-17

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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16-NOV-2020 Estratto da pag. 15

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16-NOV-2020 Estratto da pag. 1-32

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da pag. 1-2 Quotidiano nazionale

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16-NOV-2020 Estratto da pag. 4

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16-NOV-2020 Estratto da pag. 3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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16-NOV-2020 Estratto da pag. 1-19

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da pag. 1-3 Quotidiano nazionale

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16-NOV-2020 Estratto da pag. 8

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16-NOV-2020 Estratto da pag. 33

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16-NOV-2020 Estratto da pag. 1-2

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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16-NOV-2020 Estratto da pag. 1-11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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16-NOV-2020 Estratto da pag. 1-11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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da pag. 1-8 Quotidiano nazionale

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16-NOV-2020 Estratto da pag. 2

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16-NOV-2020 Estratto da pag. 13

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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16-NOV-2020 Estratto da pag. 13

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16-NOV-2020 Estratto da pag. 4

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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da pag. 1-13 Quotidiano nazionale

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16-NOV-2020 Estratto da pag. 1-9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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Lunedì 16 Novembre 2020

LAZISEePESCHIERA. Laprimadomenicadi restrizioniperevitare assembramenti e diffusionedi contagiconsegna uno scenario diversodallasettimana scorsa

Addioressa,il lagodiventadeserto Soltanto pochi non sapevano dell’ordinanza di Zaia Nellestradeaperte aisoli residentiregnailsilenzio Parcheggivuotieautostrada senzailsolito traffico

Ilcartello luminoso delComunedi Laziseche avvisa deldivieto Katia Ferraro

Strade, parcheggi e centri storici dei paesi del basso lago veronese semideserti, come nei primi fine settimana di riapertura dopo il lockdown di primavera. Peschiera del Garda e Lazise si presentavano così tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio

di ieri, nelle ore centrali per chi la domenica è solito spostarsi dalla città al lago o fare una gita fuoriporta. È l’effetto dell’ordinanza anti assembramento del governatore del Veneto Luca Zaia, che dopo la fiumana di persone viste in città e nei paesi gardesani negli ultimi fine settimana ha previsto la chiusura domenicale dei ne-

Unoscorciodi Lazisefotografato ieri, zonadi solitofrequentatissima FOTO PECORA

gozi (ad eccezione di quelli ritenuti essenziali) e dato la possibilità di svolgere attività motoria (quindi passeggiate) nei centri storici e nelle località turistiche solo ai residenti. Disposizione, quest’ultima, che a Lazise è stata riportata a caratteri cubitali sullo schermo informativo all’ingresso del paese. Poche le persone a passeg-

LAVAGNO. Daoggiil sindacosegue l’esempiodi San GiovanniIlarione

gio, la maggior parte del posto. Tra chi è seduto nei pochi locali aperti c’è qualcuno che arriva da fuori paese e fuori provincia, di fatto «in regola», perché l’ordinanza regionale non vieta di spostarsi per pranzare in un Comune diverso dal proprio. La sorpresa, nel silenzio che regna sovrano, è sentire qualche accento straniero:

una coppia austriaca e un’altra inglese, la prima a Lazise per quattro giorni di vacanza e la seconda per lavoro dopo aver viaggiato in Lombardia ed aver trascorso qualche giorno a Venezia. «Siamo felici di vedere alcuni ristoranti aperti», dicono gli inglesi, «e siamo rimasti colpiti da Venezia. C’erano ancora meno persone rispetto

a qui». Il grande parcheggio Marra, di solito affollatissimo, è quasi vuoto. Tra le targhe si intuiscono provenienze da Treviso, Trento, ma anche dalle «rosse» Milano, Brescia e Bolzano. «Poco fa ci ha fermato la polizia locale chiedendoci da dove arriviamo, ma siamo residenti», riferiscono

PESCANTINA. Avviatoanche un serviziodi consulenzapsicologica

due genitori a passeggio con i figli. I servizi di pattugliamento non mancano, a Lazise come a Peschiera, ma non sono segnalate criticità né necessità di intervento. Nell’orario «di punta» è strano rivedere vuoto il casello autostradale di Peschiera. Una giovane coppia di fidanzati arriva da San Donà di Piave: «Siamo venuti a fare un giro sul lago, non sapevamo che non si potesse», ammettono un po’ spaesati, confermando però di aver percepito qualcosa di diverso notando «l’autostrada deserta». Intorno a mezzogiorno i bar aperti sono frequentati dalla gente del posto, mentre sono più in difficoltà i ristoranti. «Domenica scorsa avevamo tutto pieno sia fuori che dentro, oggi solo due tavoli prenotati, ma speriamo che arrivi qualcun altro», dice il cameriere del ristorante Raffilù. C’è chi ha oltrepassato il confine della «rossa» Lombardia, dove gli esercizi pubblici possono rimanere aperti solo in modalità asporto. «Siamo di Sirmione, sul confine con Peschiera», giustifica Eliano, mentre sorseggia un aperitivo. Una coppia di mezza età passeggia sul lungolago Garibaldi: «Arriviamo da Vago di Lavagno», spiegano, ignari dei dettagli contenuti nell’ultima ordinanza di Zaia. Si avvicina l’ora di pranzo e la spiegazione è servita: «Andiamo a mangiare in un ristorante qui vicino». •

SANT’AMBROGIO

Padovaniistituisce Farmaci e spesa a casa Labiblioteca riattiva i servizi ilwhatsappdel Covid LiportalaCrocerossa direstituzione eprestitolibri Obbligo di segnalare la propria positività al Comune Per«over 70»solio chiè inquarantena senzaaiuti Il sindaco di Lavagno Marco Padovani fa suo l’esempio di Luciano Marcazzan, primo cittadino di San Giovanni Ilarione, per migliorare il tracciamento e raggiungere tutte le persone in quarantena: un numero dedicato a quanti sono risultati positivi e che non sono stati ancora contattati dal Comune. Il messaggio relativo alla propria positività deve essere inoltrato tramite WhattsApp al 345.6775292. Così, da oggi, in seguito a un avviso d’obbligo emanato dal sindaco, ogni nuovo positivo di Lavagno deve comunicare la propria situazione. «Non sempre», spiega Padovani, «i dati che ci vengono comunicati dall’Ulss riportano tutti i casi presenti nel territorio, mentre sarebbe necessario esserne al corrente per garantire la nostra azione più corretta e precisa. Dai dati del portale dell’Ulss emerge che la situazione a Lavagno evolve rapidamente in negativo: il contagio si espande, ma sta anche funzionando l’indagine epidemiologica fatta con i tamponi rapidi. A ieri, risultano tre ricoverati, 12 positivi, 36 positivi da indagine epidemiologica,44 in quarantena precauzionale per contatti stretti e un caso sospetto». • G.C.

Domandedaoggi

Contributipergliaffitti dellacasapagatinel2019 Èstato pubblicatodalla RegioneVenetoil bandodi concorsoper la concessione di contributiintegrativiper il pagamentodel canonedi locazioneper affittipagati nell’anno2019(occorre, però, cheicontratti siano regolarmenteregistrati). L’alloggiodeveessere occupatodal richiedenteedai componentiil suo nucleo familiarea titolo diresidenza principaleo esclusiva, inquesto casospecifico, nelComune di Lavagno.

LADOMANDA può essere presentateindue modi:daoggi al30 novembredaparte del richiedentemediante smartphone,tableto personal computer,accedendo all’indirizzo https://veneto.welfaregov.it/landing_pages/fsa/index.htmle seguendole istruzioni riportate.Inoltre puòessere presentatadaoggi al9 dicembreal Caaf– CislVerona convenzionatodove occorre

recarsisuappuntamentorichiesto telefonandoal centralinounico 045.8096027especificando che sidesidera unappuntamento per chiedereilcontributo affittoper il Comunedi Lavagno.

OPPURESI PUÒ inviareunamail ainfo.caaf@cislverona.it con un recapitotelefonico(inquesto casoil Caafprovvederàa richiamarel’interessatoea fissare l’appuntamento).Le sedi disponibilia riceverei cittadinidi Lavagno,i qualipossono anche poteraccedere ilmercoledì mattinaalla salacivica inpiazza VischiaSan PietrodiLavagno, sonotutte quelleabilitateeil Caaf Cislprenoteràl’appuntamento nellasedepreferita dall’interessato.Per prendere visionedelbando eper informazionièpossibile rivolgersi alCaaf– CislVerona convenzionatocon ilComune di Lavagno(0458096027); consultareilsito internetdell’Ente all’indirizzowww.comune.lavagno. vr.itoppureinvaiare unamail a: info.caaf@cislverona.it. G.C.

La Croce rossa in aiuto ai cittadini anziani o in quarantena di Pescantina che non abbiano una rete familiare che li assista. Il comitato della Valpolicella, infatti, alla luce delle difficoltà derivanti dall’ emergenza e a supporto dell’ amministrazione comunale, in particolare dell’assessorato dei servizi sociali, ha organizzato un servizio di sostegno psicologico telefonico e di consegna a domicilio di farmaci e generi alimentari. Beneficiari del servizio sono gli «over 70» con problemi di salute e persone costrette in quarantena perché positive o sono entrate in contatto con soggetti positive, residenti nel territorio comunale e privi di una rete familiare che li assista. Il numero da contattare è il 393.9280395 (dal lunedì al venerdì, 9-12) o inviare una mail a sociale@ crivalpolicella.it. Al momento della richiesta l’operatore potrà richiedere ulteriori informazioni per adottare le misure di sicurezza più adeguate. «Questa collaborazione con la Croce rossa», sottolinea l’ assessore Loretta Sorio, «è preziosa per chi spesso, magari rimasto solo o arrivato in paese da poco, non sa a chi rivolgersi per un aiuto esperto e professionale». • L.C..

Adigemarathon

Arrivedercial17ottobre dell’annoprossimo

VladiPanato, presidente delCanoa Club Pescantina Adigemarathon:la 17a edizione, chenonsi èpotutadisputare lo scorso4ottobre per l’allerta meteoele condizionicritiche dell’Adige,sisvolgerà domenica17 ottobre 2021. Nemmenoil Covidaveva fermatogli organizzatori, il CanoaClubPescantina e Borghetto,con il fondamentale supportodeiComuni diDolcè, Pescantina,Bussolengo, Rivoli Veronese,Brentino Bellunoe Avio,chequest’anno avrebbero fattogareggiare, a causadelle limitazioniper il Corona Virus, sologli agonistisulla lunga distanzadei35 chilometri dalla

trentinaBorghettod’Avioa Pescantina,nonchédall’Isola di Dolcèfinoa Pescantina (20 chilometri)le giovanipromesse dellamezzamaratona ei partecipantialCampionato ItalianoAssolutodirafting, categoriaR6. «Quest’annoè andatotuttostorto, prima ilCovid, poiil meteo», spiegail pluricampionemondiale dicanoa fluvialeVladiPanato,presidente delCanoaClubPescantina. «Edire cheeravamogli uniciinEuropa ad organizzareuna maratona,dato chetuttigli altri comitatile avevanoannullateacausa dell’emergenzasanitaria». L.C.

La cooperativa Hermete che gestisce la biblioteca comunale di Sant’Ambrogio di Valpolicella, anch’essa chiusa in seguito al Dpcm del 3 novembre, riattiva da oggi il prestito e la restituzione di libri (esclusivamente presenti nella biblioteca) previa prenotazione e il prestito di e-book tramite il sistema bibliotecario della Provincia di Verona (sbpvr.medialibrary.it). Si deve inoltrare una mail a biblio. santamborgio@gmail.com o telefonare allo 045.7732155 negli orari consueti di apertura: lunedì 9-12 e 15-19, martedì 15-19, mercoledì 14-18, giovedì 15-19, venerdì 9-12 e domenica 10-12 (sabato chiuso). Le attività programmate sono state invece sospese. Hermete segnala inoltre l’iniziativa digitale (tramite la piattaforma internet Zoom) «Teatro OnliFe» della Fondazione Aida in collaborazione con l’assessorato all’istruzione del Comune di Verona (informazioni e prenotazioni: 045.8001471, fondazione@fondazioneaida.it). Sabato e domenica prossima alle 11, 11.45, 17, e 17.45, sono in programma quattro spettacoli: i bambini, da casa, potranno immergersi nell’atmosfera buia e umida di una grotta con Il Re che aveva paura del buio: un’atmosfera da creare a casa con una piccola luce, come una torcia. • M.U.


6 Primo Piano

IL GIORNALE DI VICENZA Lunedì 16 Novembre 2020

L’epidemianelVicentino

Aiutati, aiutaci

Indossala

Leconseguenzedelledisposizioni anti“struscio” MOVIDACONGELATA. Atmosfere da semi-lockdownnel capoluogo

Ilcorsosi svuota Caffèeaperitivi gli ultimi baluardi Coninegozichiusiinmoltihanno rinunciato ad uscire in passeggiata Unica“evasione”èlasostaalbar Pattuglieaivarchienellepiazze Alessia Zorzan VICENZA

Più che da “giallo plus” era un clima da “rosso soft” quello che si respirava ieri in centro a Vicenza. Scene da semi-lockdown in corso Palladio e nelle piazze del cuore del capoluogo, con forze dell’ordine schierate, serrande dei negozi abbassate, parcheggi liberi per gran parte della giornata e poca, pochissima gente se si pensa che stiamo parlando di una domenica a quaranta giorni dal Natale. A fare la differenza, i bar aperti e i plateatici a disposizione degli avventori, anche se a forza di sentirsi dire di stare a casa, più di qualcuno alla fine se ne è convinto. Il clima a dir poco vivace dello scorso settimana ieri non si è visto. Qualche coppia, qualcuno in solitaria, alcune famiglie e pochi gruppi di amici. Sedie e tavolini mezzi vuoti, anche se caffè e aperitivi hanno rappresentato comunque un valido lasciapassare, dato che gli esercizi pubblici fino alle 18 sono rimasti regolarmente aperti e dunque raggiungibili. Quelli che sono stati costretti a chiudere, invece, sono stati i negozi, non senza un generale malcontento visto che il periodo,

Nienteshopping eparcheggiliberi inun’anomala domenica apochesettimane dalNatale

a ridosso delle feste, è alquanto delicato. Non bastano però solo i bar a tenere un centro vivo, come non bastano solo i negozi. Lo si poteva immaginare e ora lo si sta toccando con mano. Due forze complementari che in questo momento si trovano particolarmente esposte. E così, senza attività commerciali ad animare la passeggiata, anche bar e locali hanno incontrato maggiori difficoltà, tanto che più di qualcuno si starebbe interrogando se - a queste condizioni - valga veramente la pensa aprire. All’altezza dei principali accessi al centro, vale a dire piazza Castello, piazza Matteotti, ma anche contra’ Gazzolle e corso Fogazzaro, erano presenti, come annunciato, i “check point”. Schierata la task force interforze annunciata da prefettura e questura. Carabinieri, polizia, guardia di finanza e polizia locale hanno pattugliato il centro, chiedendo a chi si avvicinava a corso Palladio le ragioni della passeggiata. Non che ci fossero molte scuse disponibili, data la chiusura dei negozi. Esclusi i residenti, la maggioranza si è detta diretta al bar, qualcuno al supermercato. C’è chi si è presentato con il cane, ma anche la passeggiata con l’amico a quattro zampe è scoraggiata, viste le numerose alternative possibili lontane dal centro. Oggi, dopo un week end di stretta, si torna alla pseudo-normalità, con negozi nuovamente operativi e un viavai sicuramente più intenso di ieri. • © RIPRODUZIONERISERVATA

SCONGIURATI ASSEMBRAMENTI 1

Comeannunciato, sonostati numerosii pattugliamenti ieriincentroa Vicenzacon tutteleforzedi poliziaschierate. FOTOSERVIZIO COLORFOTO

ALTOPIANO. Inmolti hanno preferitoleescursioni e i rifugiinquota

Controllinei principaliaccessi

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Controllinei 7 Comuni L’assaltonon c’è stato IlsindacodiAsiago:«La prevenzione funziona» Gerardo Rigoni ASIAGO

Plateaticisemideserti

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Laguardiadi finanza

Disposizioni anti Covid recepite sull’Altopiano. Dopo l’assalto alla montagna dei Sette Comuni della settimana scorsa, “la prova del nove” delle misure di contrasto agli assembramenti preannunciate dal governatore Luca Zaia e rilanciate dal sindaco di Asiago Roberto Rigoni Stern pare abbia funzionato. Nonostante cieli azzurri e temperature ancora al di sopra della media stagionale i centri abitati dell’Altopiano hanno visto una netta riduzione ieri della presenza di turisti a passeggio. Complice la chiusura dei negozi del centro storico di Asiago, così come degli altri paesi, l’ultimo weekend ha visto molto meno affollamento rispetto a sette giorni

Polizialocaleincentroad Asiagoieripomeriggio

prima. Con questo non significa che i Sette Comuni non abbiano visto il passaggio dei turisti domenicali. Le cime più significative dell’Altopiano sono state molto frequentate così come i rifugi di montagna dove spesso si è dovuto rincorrere al doppio turno a

pranzo, comunque sempre con prenotazione, per accontentare i tanti domenicali saliti per godersi il sole autunnale. A differenza del fine settimana precedente chi è salito in Altopiano per escursioni o per una gita non si è poi riversato nelle piazze nel pomerig-

gio provocando i disagi di sette giorni fa. Serrati i controlli delle forze dell’ordine all’ingresso degli abitati con pattuglie sia in auto sia a piedi che hanno controllato non solo le piazze e il corso centrale del capoluogo altopianese, ma anche i centri del roanese, di Gallio e di Foza senza particolari problemi segnalati. Qualche tensione è stata registrata sabato pomeriggio dove a Gallio un addio al celibato di un ventitreenne di Breganze ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine così come ad Asiago dove la polizia municipale ha sanzionato tre persone per la mancanza di mascherina e per stato d’ebbrezza. Inoltre in due casi, a Gallio e a Lusiana Conco, le forze dell’ordine sono dovuto intervenire per fermare feste in case private. «Già lunedì scorso il Comune ha concordato con le forze dell’ordine un piano di controllo – illustra il sindaco di Asiago, Roberto Rigoni Stern – entrato subito operativo con pattugliamenti serali nei luoghi di maggior ritrovo e solo la loro presenza ha fatto sì che le disposizioni siano state rispettate». • © RIPRODUZIONERISERVATA

LAPROTESTA DELBUIO. A Schiolamaggior parte dellevetrine haraccoltol’invitodi Confcommercio. Malegrandi catenenonhanno aderito

Lucispente, inegoziantiboccianol’ordinanza Ilpresidentedell’AscomXoccato: «Normedrastichecreanoferite» SCHIO

Luci spente di tutte, o quasi, le vetrine del centro storico scledense. Sabato sera è andata in scena la protesta del buio, promossa dall’Ascom del mandamento di Schio, per far capire come, dopo l’ultima ordinanza firmata dal governatore Zaia, si prospetta il destino delle strade, delle vie e dei centri storici. “L’ineffabile idea di mantenere i negozi aperti e proibire le pas-

seggiate in centro può condurre solo... al buio”, recita il cartello esposto sulle vetrine del centro. «Siamo convinti che la battaglia contro questo virus mondiale - spiegano i commercianti e gli esercenti - debba essere combattuta con intelligenza, ma dobbiamo essere consapevoli che scelte normative drastiche creano ferite insanabili nel nostro tessuto sociale». Un protesta che ha visto coinvolte molte vetrine sclen-

Alcunevetrine al buio

Moltinegozianti scledensihanno aderitoall’iniziativadi protesta

densi, soltanto quelle appartenenti alle grosse catene e in franchising erano illuminate come nulla fosse. Un modo di protestare, silenzioso, per invitare chi sta in alto a cambiare rotta. Un centro tristemente vuoto, che non prospetta nulla di positivo per tutte quelle attività che stanno soffrendo per orari limitati e chiusure nei fine settimana, unici giorni in cui le persone solitamente uscivano per un giro in centro, due chiacchiere con i commercianti, un caffè e un po’ di shopping. «Sabato sera ho fatto un giro per constatare la partecipazione all’iniziativa “vetrine al

buio” organizzata da Confcommercio Schio - spiega il presidente Guido Xoccato e proprietario di un’attività in centro storico - per sensibilizzare alle problematiche del settore sempre più dimenticato dai nostri governanti. Ringrazio i molti operatori commerciali e soci che hanno condiviso spegnendo le luci delle loro vetrine, purtroppo qualche attività non ha aderito e rispetto la loro posizione, ma forse non hanno una visione sindacale di categoria corretta». Un vuoto che inizia a pesare. Un Natale che si avvicina ma che non lascia spazio per organizzarsi in anticipo, perché si vive nel dubbio e nell’incertezza di una chiusura dall’oggi al domani, senza preavviso e senza aiuti. • R.T. © RIPRODUZIONERISERVATA


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L'ARENA

Lunedì 16 Novembre 2020

VERONA

Telefono 045.9600.111 Fax 045.9600.120 | E-mail: cronaca@larena.it

INUMERI DELL’EMERGENZA. ABorgo Roma eBorgo Trento ricoverati154pazientinon critici e26 in rianimazione

Covid, un week-end nero Trentamortie1.120casi Negliultimi due giorniraggiunte cifre toccatesolo nelculminedella primaondata Secondoimodelli matematicilacurva deicontagi dovrebbeaver raggiunto ilpicco Camilla Ferro

E’ stato uno dei week-end peggiori, per la provincia di Verona, dall’inizio dell’epidemia. Tra sabato e ieri il «conta-casi» del Covid ha raggiunto valori tra i più alti registrati in questa seconda ondata e anche nella prima. Poche altre volte, in nove mesi di attacco del virus, il territorio scaligero ha superato i mille nuovi infetti in 48 ore: sono stati infatti 1.120 i veronesi positivi tracciati nel fine settimana, tra l’altro in due giorni in cui l’attività di screening cala sensibilmente. Di pari passo è drammaticamente cresciuto anche il bilancio delle vittime: altre 30 persone non ce l’hanno fatta, 20 sabato e 10 ieri, portando il totale dei decessi a 761. Mai, da febbraio, la curva della Sars Cov 2 era arrivata a tali livelli nel Veronese. E se in Regione ieri è stata sfondata la soglia psicologica dei 100mila infetti, a casa nostra il dato «rimbomba» con la stessa preoccupazione negli ospedali dove è stata superata la quota dei 500 ricoverati: sono precisamente 503 i contagiati finiti in corsia, di

cui 68 gravi nelle rianimazioni. Analizzando solo il bollettino di ieri, è un bilancio domenicale amaro quello registrato in riva all’Adige. Verona e il suo territorio hanno avuto 362 nuovi casi portando il totale degli attualmente positivi a 11.343: dato record che, anche se frutto della grande quantità di tamponi eseguiti, ugualmente non conforta. Soprattutto se si trasporta poi il numero negli ospedali, la vera cartina-tornasole della diffusione dell’infezione a cui medici ed epidemiologi guardano con apprensione. A Borgo Roma e Borgo Trento ieri sera c’erano 154 pazienti in area non critica e 26 in terapia intensiva; a Legnago 56 in reparti a bassa intensità di cura e 9 in rianimazione; nel Covid Center di riferimento di tutta la provincia, cioè l’ospedale Magalini di Villafranca, erano 80 i malati non gravi e 17 quelli intubati. E poi via via, con i 41 a San Bonifacio, i 14 a Bussolengo, 59 a Negrar e i 39 a Peschiera. Da giorni sono stati aperti i ricoveri Covid a Bussolengo dove si trovano 14 pazienti, a Marzana (3) e a Bovolone (4). Le persone in isolamento

Unmedicocontrollasul computeri dati relativiadun pazientericoveratoin terapia intensiva

domiciliare sono 4.979 di cui 3.006 positive, le altre sono contatti stretti e viaggiatori. Come avevano detto i modelli matematici, dalla metà alla fine di Novembre l’andamento della curva avrebbe raggiunto il picco per poi, una volta stabilizzata sui valori più alti, iniziare la fase discendente. «Siamo infatti nel pieno della bufera», ha continuato a ripetere nelle ultime ore il presidente Luca Zaia, «bisogna quindi tenere alta la guardia, rispettare le norme di sicurezza ed evitare di creare situa-

zioni in cui il virus possa fare il suo gioco. A questo servono le nuove disposizioni restrittive». Ieri il Veneto è arrivato infatti a 101.954 tamponi positivi dall’inizio dell’epidemia Covid: la giornata si è conclusa con 1.078 nuovi casi per un totale di 62.161 veneti «attualmente contagiati». I decessi da inizio epidemia sono arrivati a 2.860. Con numeri della curva che continuano a salire, il Veneto è rimasto lo stesso «giallo». Perchè è soprattutto il parametro che fotografa il tasso

di ospedalizzazione dei malati, insieme a Rt, ad incidere. «Siamo gli unici del Nord a non aver cambiato fascia», ha commentato ieri Zaia, «ma non abbiamo vinto nulla, non siamo i primi della classe. Restiamo lo stesso preoccupati per la situazione in cui ci troviamo: i contagi continuano ad aumentare , siamo nel mezzo della turbolenza e non sappiamo quanto durerà. Vi prego, siate responsabili, tutti, e fate i piccoli sacrifici richiesti: mascherina, igiene e nessun assembramento». •

GUERRAAL VIRUS. Assomigliaall’esame perlagravidanza,costerà menodi tre euro«a pezzo»

Sperimentazionealvia per il primo test fai-da-te Verràpresentato oggi da Zaia Giàarrivati iprimi5.000 kit È ancora il Veneto il «tavolo» da laboratorio delle sperimentazioni nella ricerca del Covid: i test fai-da-te, simili ai kit per la gravidanza, sono già in fase di studio nella regione guidata da Luca Zaia. Come per altre «prime», il governatore ha affidato il coordinamento del progetto alla Microbiologia dell’Ospedale di Treviso, diretta dal dottor Roberto Rigoli coordinatore delle 14 microbiologie venete e vicepresidente dei microbiologi italiani. Forma e funzionamento dei fai-da-te saranno svelati a metà settimana, durante uno dei punti stampa di Zaia nella sede della Protezione Civile Regionale. Domani arriveranno nei magazzini della sanità veneta i primi 5.000 kit per l’auto-somministrazione del test. Oltre che a Treviso saranno diretti ad altre 4 o 5 Microbiologie regionali. La sperimentazione avviene «in dop-

pio»: ogni esame eseguito con il fai-da-te viene infatti verificato sul soggetto con il classico tampone molecolare. Si tratta, in sintesi, di un tampone da inserire nelle fosse nasali che poi va messo nel contenitore del reagente, per avere il risultato di positività o meno al SarsCov2. Il passaggio cruciale sarà la validazione da parte dell’Istituto superiore di Sanità (Iss). Superato questo step, i kit formato domestico saranno pronti per la vendita nelle farmacie. Una rivoluzione nei processi di screening. «Si tratta di un test che cambierà la vita degli operatori sanitari, ma anche dei cittadini» ha detto recentemente Rigoli. «L’Iss», spiega Rigoli, «ha una specifica sezione per la validazione dei test rapidi. Vengono valutati molti parametri, non solo quelli relativi alla specificità e sensibilità

Unaricercatrice allavoro in laboratorio

del test, ma anche la chiarezza nell’esecuzione, il fatto che non mostrino aspetti di nocività, e altri ancora. Finora hanno mostrato una grande affidabilità, oltre il 90% di sensibilità e specificità». «Quanto costeranno quando saranno disponibili? Meno di 3 euro» risponde il microbiologo. Luca Zaia ha accolto con soddisfazione quindi le parole di Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Oms, quando ha confermato la possibilità di avere in tempi brevi nelle farmacie i test in auto-somministrazione. «Bene», ha commentato il governatore, «quando lo dicevamo noi ci davano degli sprovveduti. Adesso che lo dice l’Oms spero che qualcuno ci prenda sul serio». Il Veneto, inoltre, è già un passo avanti su questa strada, avendo pronta la piattaforma informatica per raccogliere i dati di chi userà l’auto-test: l’app di biosorveglianza «Zero Covid Veneto» - in settimana ha avuto il via libera per la la privacy dal Consiglio regionale - sulla quale i positivi dovranno caricare gli esiti dei test per comunicarli alle autorità sanitarie. Il test cosiddetto fai-da-te verrà presentato oggi nel corso del briefing sull’andamento dell’epidemia da Covid-19 in Veneto, in programma nella sede della Protezione civile regionale, a Marghera, da Zaia, affiancato dal Rigoli. •

ViaMazzini ieripomeriggio: serrandeabbassate e pochepersone perlevie delcentr

Ospiti«speciali» Covidhotel,entrodomani lerichiestedalleRegioni Entro domani, martedì 17 novembre, tutte le Regioni dovranno trasmettere al commissario Domenico Arcuri i dati delle esigenze specifiche per ogni territorio in modo da poter attivare in pochi giorni i cosiddetti Covid hotel, per ospitare pazienti positivi con quadro clinico stabile o asintomatici che devono restare in isolamento domiciliare. L’obiettivo è alleggerire la pressione sugli ospedali. Le Regioni intanto si sono già date da fare sia nei mesi scorsi che nelle ultime ore. Alcune ne hanno aperti in diverse province o nelle aree metropolitane - come il Lazio per esempio che ne ha sei - altre - come Liguria, Marche e Veneto - stanno accogliendo i primi pazienti. E stando ai dati raccolti dalle Asl regionali emergono i particolari sulla platea di questi “ospiti speciali“. Si tratta di pazienti dimessi precocemente dagli ospedali, ma con quadro clinico stabile e non gravi, che devono essere monitorati e continuare le terapie. In queste strutture vengono anche ospitate persone in isola-

mento che non possono trascorrere la quarantena nel loro domicilio per problemi logistici. L’età va dai 20 agli 80 anni, gli anziani non autosufficienti vengono indirizzati nelle Rsa Covid. Le strutture alberghiere scelte si riempiono velocemente. Team di medici, infermieri e assistenti sociosanitari con turnazione 24 ore su 24 si occupano delle cure dei pazienti, con organizzazioni differenti a seconda di ogni regione e dei protocolli stabiliti. A decidere chi mandare nei Covid hotel sono i medici ospedalieri e le asl territoriali. I criteri sono stringenti, nessuno viene fatto uscire se vi è il rischio che possa peggiorare. Tuttavia, anche se non succede tutti i giorni, è capitato varie volte che un malato che sembrava stabile - raccontano dalle asl - si sia improvvisamente aggravato e sia stato subito riportato in ospedale. La permanenza media va dai tre ai dieci giorni. Quando arrivano i pazienti hanno la prescrizione terapeutica dell’ospedale che fornisce i farmaci per una settimana.


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Lunedì 16 ....Novembre 2020

La Voce

PORTO VIRO

www.lavocedirovigo.it e-mail: provincia.ro@lavoce-nuova.it Tel. 0425.200.282 Fax 0425.422584

LA TRADIZIONE Messa solenne e poi il rito, strettamente legato alle origini contadine

E’ il giorno del Ringraziamento La tradizione si rinnova, più forte dell’emergenza sanitaria: la benedizione dei mezzi Barbara Braghin

PORTO VIRO – A Porto Viro si è svolta con estrema semplicità la festa dedicata ai mezzi agricoli. Una manifestazione che ha anticipato la consueta festa del Ringraziamento, una tradizione molto radicata nella comunità locale, che rimanda alle sue origini contadine, strettamente legate alla terra e alla sua lavorazione. In realtà è stata estesa a tutti i mezzi in generale, anche a quelli che non servono al lavoro agricolo e magari neppure al lavoro in genere, come automobili, camion, moto. Con l’occasione anche la polizia locale ha voluto partecipare alla bella iniziativa, profondamente sentita dalla comunità: ha infatti portato le tre auto che usano i componenti del corpo nel corso del proprio lavoro quotidiano. Dopo la celebrazione della messa della 11, nella chiesa di Donada, don Stefano è uscito e in piazza Marconi ha dato la benedizione a tutti i mezzi. A rappresentare l’amministrazione comunale era presente il consigliere Nicola Marinelli, che ha indossato la fascia tricolore. Alla cerimonia hanno partecipato diversi cittadini, tutti distanti tra di loro, tutti con la mascherina e tutti hanno rispettato le norme anti Covid. Le restrizioni, appunto scrupolosamente osservate, non hanno comunque impedito a nessuno di cogliere e godere nel contempo il significati profondo di questa tradizione, rispettata anche nel pieno dell’emergenza sanitaria. “Sono stato a messa come

Partecipazione sempre rispettosa delle disposizioni prese per contrastare la diffusione del coronavirus: la comunità ha risposto con coesione e buonsenso

ogni domenica – dice un cittadino - La festa dei mezzi agricoli è davvero simbolica nel nostro territorio”. “Anch’io - prosegue nel suo racconto, parlando della propria esperienza lavoravo la terra per cui

questa giornata fa davvero parte della mia vita. Certo, negli anni tutto è cambiato, ma è bello mantenere vive le tradizioni”. “Anche oggi sono a messa – afferma una signora Alla domenica non rinun-

LUTTO Era stato ricoverato in ospedale a Cona

cio a venire in chiesa. Quello che mi chiedo è se a Natale saremo qui, alla messa delle 11, o se saremo in casa a seguire la messa in televisione. Stiamo vivendo nuovamente nell’incertezza e non è bello. Vedremo co-

me andrà. Comunque anche oggi mi sono emozionata perché mi piacciono queste manifestazioni dove i protagonisti sono i mezzi del nostro territorio”. Questa sarebbe stata la festa del giorno del ringra-

ziamento, fatta, però con anticipo. E’ una festa di origine cristiana in segno di gratitudine verso Dio per il raccolto e per quanto ricevuto durante l’anno trascorso. © RIPRODUZIONE RISERVATA

DONADA Si è tenuto nella mattinata di sabato

Si è spento all’improvviso Sandro Ferro Il mercato con tutte le bancarelle presenti notissimo esercente: aveva solo 63 anni ha funzionato alla perfezione: regole e rispetto

Sandro Ferro Aveva solo 63 anni

PORTO VIRO – E’ morto Sandro Ferro, 63 anni, di Porto Viro. Aveva lavorato per tanti anni nel negozio di pavimenti, piastrelle, arredobagno che si trova in piazza a Donada. Nel tempo era anche diventato titolare e finalmente ad ottobre era andato in pensione. Purtroppo, è morto all’improvviso all’ospedale di Cona, Ferrara. Era sposato con Roberta e aveva due figli, Fabio e Simona. Mercoledì, alle 12, la salma verrà trasportata nella chiesa di Donada. I funerali saranno celebrati alle 14.30 e successivamente la salma seguirà per la cremazione. “Non ci posso credere – commenta un signore - Ad agosto mi aveva portato le piastrelle per la mia casa nuova”. B. B.

PORTO VIRO – Sabato si è svolto regolarmente il mercato di Donada. C’erano tutte le bancherelle, quelle alimentari, quelle di abbigliamento, di scarpe, di borse. Hanno rispettato l’ordinanza emanata dal governatore della Regione, Luca Zaia. Il perimetro dello spazio del mercato è stato circondato da un nastro bianco e rosso. I punti di entrata e di uscita erano due con la presenza degli agenti della polizia locale e da qualche volontario. Le persone hanno indossato la mascherina. Non è stato partecipato come sempre, in ogni caso i mercanti hanno potuto svolgere il loro lavoro. “Sono venuta a prendere due cose che mi servivano ma vado subito a casa”, dice una signora. B. B.

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IL GIORNALE DI VICENZA Lunedì 16 Novembre 2020

PROVINCIA

SANVITODILEGUZZANO

Ladridielemosine alcapitello

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ISOLAVICENTINA. Promotore il gruppodi mutuoaiuto “Talitàkum”

Ilgiardinodiciliegi perricordare 90figliscomparsi Il memoriale, voluto dalle famiglie che hanno subito ilgrave lutto,al santuariodiSantaMariadelCengio C’èancheuntotemdelloscultore delferroConverio Matteo Carollo

Un giardino e una scultura per sottolineare come l’amore per un figlio sia più forte della morte e continui ben oltre la vita terrena. Ad Isola Vicentina, al santuario di Santa Maria del Cengio, è stato inaugurato il “Giardino dei ciliegi”, una collina dove sono stati piantati 50 alberi di ciliegio selvatico e dove è stato po-

L’avvocato Accebbi: «Questepiante sonosimbolodella vitacomedono aglialtri»

sto un totem con i nomi di 90 figli scomparsi prematuramente. Promotore dell’iniziativa è stato il gruppo di mutuo aiuto “Talità kum”, che raggruppa altrettante famiglie colpite dal grave lutto della perdita di un figlio e che si ritrova periodicamente all’eremo isolano sotto la guida spirituale di padre Ermes Ronchi. L’idea è stata seguita, assieme agli altri genitori, da Maria Teresa Sperotto, presidente dell’associazione Accanto a Silvia, che con il marito, l’avvocato Daniele Accebbi, ha vissuto 17 anni fa lo straziante dolore della perdita della figlia Silvia in un incidente stradale. «Questi ciliegi selvatici sono un simbolo di gratuità, sono alberi che producono frutti per gli uccelli, per gli altri -

spiega l’avvocato Accebbi -. Rappresentano la metafora della nostra vita, il fatto di donare amore, sottolineando come l’amore duri appunto di più dell’esistenza terrena, così come i nostri figli continuano a vivere nei nostri ricordi». «L’albero è un simbolo di resurrezione, di rinascita annuale, di ripartenza - sottolinea padre Ermes Ronchi -. Vogliamo aiutare i genitori ad avere un simbolo di speranza». Dopo la messa celebrata da padre Ronchi nel chiostro del convento, i partecipanti alla cerimonia, rispettando le misure anti Covid, si sono ritrovati nel giardino per un momento di preghiera attorno al totem realizzato dallo scultore del ferro Mario Converio e dagli artisti Giuseppe Fochesato e Antonia

Lascultura inaugurata sullacollina deiciliegiaIsola Vicentina. MA.CA.

Bortoloso, anche questi ultimi colpiti dalla perdita di una figlia. «Sull’opera sono raffigurati i nomi dei nostri figli che si alzano in volo come uccelli - continua Accebbi -. Dalla sommità, poi, si sviluppa una linea che simboleggia l’infinito, con alcune farfalle che volano in cielo, un’altra metafora: il bruco muore

per diventare farfalla». Il gruppo di mamme e papà, che comprende anche famiglie da Verona e Milano, ha lavorato per sistemare i sentieri e i camminamenti che si inerpicano sulla collina, dando vita ad un luogo dall’afflato spirituale, che vuole indurre alla meditazione. • © RIPRODUZIONERISERVATA

VILLAVERLA. Il giudice in pensione Gellio aveva 80 anni:viveva a Milano COGOLLODELCENGIO. È in piazzaLibertà

Stroncatoda malore ilmagistratoGhellini ErastatopretorediThiene tra il1979e il1982 Ilcollega Crestani:«Preparatoe coscienzioso» Il giudice in pensione Gellio Ghellini, la cui storica famiglia era originaria di Villaverla e Santomio, è morto l’altra sera a Milano 3 a causa di un improvviso malore. Il magistrato pur vivendo da molti anni a Milano, dove aveva svolto quasi l’intera carriera come giudice civile fino alla quiescenza, era rimasto molto legato al territorio d’origine, dove spesso ritornava. «Lo conobbi alla fine degli anni Settanta quando divenne pretore di Thiene - ricorda il giudice in pensione Dario Crestani - Io all’epoca ero pretore a Valdagno ed era un magistrato molto preparato, uno dei migliori che ho incontrato nella mia carriera per l’impegno con il quale lavorava ai suoi fascicoli». Gellio Ghellini aveva 80 anni, essendo nato a Padova il 10 giugno 1940, giorno in cui

Ilricordo dell’avv.Calgaro: «Eraunapersona coltaemolto attaccataalle sueorigini»

GellioGhellini, aveva80 anni

Mussolini dichiarò guerra a Francia e Inghilterra. Il padre era un docente dell’istituto enologico. Il futuro magistrato si era laureato a pieni voti in Giurisprudenza a palazzo Bo e quindi aveva vinto il concorso in magistratura giovanissimo. Aveva iniziato la carriera a Milano, prima di farsi trasferire a Thiene, dove si era fatto le ossa come pretore dal 1979 al 1982, quando

decise di ritornare al palazzo di giustizia milanese. «La caratteristica di Ghellini era quella di essere un giudice scrupoloso e coscienzioso - afferma l’avvocato Mario Calgaro, che aveva mantenuto con lui una lunga consuetudine - Egli era una persona colta e molto attaccata alle sue origini. A Santomio la sua famiglia aveva un palazzo ed era un profondo conoscitore della storia dei Ghellini, famiglia di origine toscana, che nel XIII° secolo si era trasferita nel Vicentino e aveva fondato le fornaci a Villaverla». A Milano Gellio Ghellini era stato presidente anziano di sezione e prima di andare in pensione era stato vicepresidente del tribunale. «Aveva una grande cultura giuridica, era una persona serena e distaccata, anche se la vita l’aveva segnato - prosegue l’avv. Calgaro -. Ghellini aveva voglia di capire ed era un acuto osservatore». Negli ultimi anni aveva avuto problemi di salute e un probabile infarto l’altra sera l’ha stroncato all’improvviso. Lascia la compagna e il figlio Lucio. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Iladridielemosinetornanoacolpire. Dopo aver oltraggiato l’antico capitello dell’Addolorata , hanno scassinato e divelto la cassettina delle offertedell’edicoladISant’Antonio. B.C.

MALO. Lanomina

ARSIERO. Ierisera

Retemuseale SilviaBerlato allaguida dell’ente

Tragica scoperta Trovatomorto un74enne

L’assessoreSilvia Berlato. STELLA

Pattugliedeicarabinieridi Schio

È Silvia Berlato la nuova presidente di Musei Alto Vicentino, la rete museale che raggruppa 17 Comuni per un bacino di 166 mila abitanti. Berlato, assessore alla cultura del Comune di Malo, ha assunto la presidenza al termine di una riunione in streaming tra i rappresentanti dei Comuni aderenti alla rete. «Il prossimo passo sarà quello di far evolvere la cultura dei musei e farla diventare un asset dal punto di vista dell’attrazione turistica - spiega -, con turisti che potranno consumare nel territorio, creando quindi un ritorno. Il senso è anche quello di allargare la rete ad altri Comuni nei quali siano presenti musei: ben venga la loro adesione». • MA.CA.

Tragico ritrovamento nella serata di ieri ad Arsiero. I carabinieri di Schio sono intervenuti per il rinvenimento del corpo senza vita di un uomo di 74 anni. Il corpo è stato trovato senza vita all’interno di un’abitazione in via Lanari. Secondo i primi rilievi l'uomo, che viveva da solo, sarebbe morto per cause naturali. A chiedere l’intervento dei carabinieri, i parenti preoccupati che hanno dato l'allarme verso le 21 di ieri, dopo aver cercato di mettersi in contatto con il 74enne che non rispondeva alle chiamate. I vigili del fuoco di Schio, assieme ai militari, hanno trovato l'uomo senza vita nella sua casa. Sono stati i sanitari del 118 a constatare purtroppo il decesso del 74enne. •

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SCHIO. Lamozione di LegaePrimaSchio

«Ilsindacospieghi come sipuòriusare oggil’exospedale» Ipotizzatalariconversionein “HCovid”.«Ma cirisulta inagibile»

Ilmunicipio ospitailcentrodi ascolto antiviolenza. G.M.F.

LoSportellodonna controleviolenze raddoppia il servizio Sarà aperto nella sede municipale allunedìeoraancheal giovedì Lo “Sportello di centro antiviolenza” raddoppia i suoi accessi al pubblico. È di questi giorni, infatti, la decisione di aggiungere al tradizionale giorno d’ apertura del martedì, dalle 9.30 alle 12.30, quello, sia pure temporaneo, del giovedì, sempre con gli stessi orari. Inaugurato in Piazza Libertà nel giugno 2019, in un locale del pianterreno del palazzo municipale, il Centro, sostenuto anche da un apposito contributo regionale, e gestito con la collaborazione del Domi group so.coop, persegue l’obiettivo di offrire alle donne, anche dei paesi vicini, il sostegno e l’aiuto ne-

cessari per iniziare un percorso di uscita dalla violenza, attraverso varie consulenze che sono del tutto gratuite. Lo sportello offre tre tipi di consulenze. La prima, quella sociale ed educativa, che riguarda l’accompagnamento ai vari servizi, l’orientamento lavorativo e l’assistenza burocratica. La seconda consulenza è quella psicologica, col sostegno emotivo per l’elaborazione della violenza subita e la presa di coscienza della donna come agente attivo nel recupero di se stessa. Infine, c’è la consulenza legale per la tutela dei diritti. • G.M.F. © RIPRODUZIONERISERVATA

Lega e PrimaSchio avevano chiesto alla giunta comunale di mettere a disposizione alcuni alloggi comunali per le famiglie dei contagiati di Covid che non potevano restare nelle proprie case. Il sindaco Valter Orsi rispose che quelli disponibili non erano al momento agibili e che però si poteva ipotizzare il riuso dell’area ex degenze del De Lellis, ora cattedrale nel deserto. « A noi risulta che ad agosto fossero liberi quattro alloggi di proprietà comunale destinati all'emergenza sociale abitativa per i quali non serve alcun bando al fine dell’assegnazione», replicano Alex Cioni e Luigi Santi. . Ma la partita vera è l’ex ospedale De Lellis. Con la mozione i due consiglieri chiedono al sindaco di «verificare presso gli enti competenti lo stato di agibilità, ovvero la certificazione di idoneità statica dell’ex ospedale per esaminare la fattibilità o meno di un riutilizzo temporaneo di una parte dello storico edificio o di altri edifici adiacenti, così da predisporre un “albergo Covid” che contribuirebbe ad aumentare i posti letto per i casi meno gravi, piuttosto

AlexCioni e LuigiSanti

che per i ricoveri cosiddetti sociali e per coloro che hanno bisogno di isolamento ma che non hanno a disposizione un alloggio adeguato». Nella mozione si ricorda che nel 2015 la medesima struttura rischiò di divenire un centro di smistamento per migranti scatenando le proteste trasversali del sindaco di Schio e dello stesso presidente Luca Zaia. «Una delle ragioni che impedirono alla prefettura di proseguire nel suo piano di creazione di un centro di smistamento al De Lellis fu la presa d’atto che l'edificio è inagibile e che in quanto tale andrebbe demolito». • M.SAR. © RIPRODUZIONERISERVATA


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LUNEDÌ 16 NOVEMBRE 2020 LA NUOVA

PRIMO PIANO

Coronavirus: i controlli

Market aperto, pugno duro del Prefetto L’esercizio di Mestre non ha rispettato le restrizioni dell’ordinanza: stop alle vendite per 5 giorni e multa di 400 euro MESTRE

Non chiude il market di sabato, arrivano i carabinieri e con loro la sanzione e la chiusura, minimo per cinque giorni. Nel primo sabato dell’ordinanza anti-pandemia del presidente Zaia c’è chi ha disatteso le prescrizioni, ignorando in maniera palese i divieti. Questo sia tra gli operatori commerciali che tra le persone. E nonostante mesi e mesi di raccomandazioni c’è chi la mascherina la usa come sciarpa al collo. Ancora una palese violazione, in barba alle recenti norme di prevenzione della diffusio-

ne del contagio, che i trasgressori cercano di giustificare spiegando di non aver capito che le nuove regole sono entrate in vigore in questo fine settimana. Da sabato scorso infatti i grandi esercizi di vendita di merce non-alimentare devono tenere le serrande chiuse nel fine settimana. A una pattuglia di carabinieri della compagnia di Mestre non è sfuggita, sabato sera, la situazione che si era creata al negozio Aumai Market di via Porara in zonaex Auchan. Vetrine illuminate, saracinesche alzate e decine di clienti all’interno.

L’arrivo dei carabinieri ha interrotto però le vendite (erano stati emessi 244 scontrini), come minimo dall’inizio della giornata sono entrate più di 250 persone. I militari hanno riportato tutti alla cruda realtà, il gestore di nazionalità cinese è stato identificato e sanzionato amministrativamente con 400 euro, mentre tutti i clienti sono stati fatti uscire. Ora l’attività sarà chiusa dal Prefetto. La sospensione varia da un minimo di cinque giorni ad un massimo di trenta. La Prefettura e i vertici delle forze di polizia richiamano ancora una volta l’attenzione di

I carabinieri hanno sanzionato un market a Mestre

mestre: il Caso in via sernaglia

La coda di cittadini moldavi in fila per votare al ballottaggio ha creato polemiche anche via social

Una coda con 500 persone Moldavi al voto, è polemica «Assembramenti rischiosi» MESTRE

La coda iniziava persino in via Dante e in via Piave, per poi percorrere via Sernaglia e gettarsi in via Cappuccina, fino a raggiungere il centro civico. Uno a fianco all’altro, raramente sono stati meno di 500. Sono i cittadini residenti in Italia, ma di origine moldava, ieri al voto per il ballottaggio per l’elezione del Presidente del loro Paese. Alle 15 avevano votato già in 2. 700; alla fine della giornata, quasi il doppio. Una lunghissima fila di persone, dai volti tutti coperti da una mascherina. Una scena analoga si era vista due settimane fa, al primo turno. Ma è soprattutto ora che le immagini stridono con i più recenti provve-

CARLO MION © RIPRODUZIONE RISERVATA

il report

dimenti che impediscono qualsiasi assembramento. «Avevamo chiesto che ci fosse concesso un secondo seggio a Mestre, in aggiunta a quelli di Padova, Treviso, Verona e Vicenza, ma ci è stato rifiutato», spiega il presidente dell’associazione “Gente moldava” Ion Plop, il primo a dare il suo voto, ieri mattina. In coda dall’alba. «Abbiamo fatto di tutto per garantire il rispetto dei protocolli di sicurezza, assoldando persino 10 nostri volontari per la misurazione della temperatura e il controllo del distanziamento». Un ruolo condiviso con la Polizia locale, due delle cui pattuglie hanno vigilato per l’intera giornata. Ma non riuscendo nell’impresa di evitare le polemiche che, puntuali, si sono rincorse, tanto per strada, quanto sui social. «Da ieri è in vigore un’ordinanza regionale che vieta anche le semplici passeggiate in luoghi a rischio assembramento. Qui non c’è alcun controllo e le persone stanno ammassate anche per ore» scrive su Facebook una residente della zona. La risposta di una donna moldava, che ricorda l’importanza del voto: «Siamo qui per eliminare la corruzione dal nostro Paese, così potremo tornare e lasciare a voi italiani i lavori di badanti e colf». Ecco infatti l’altra questione che preoccupa. «Domani, quelle stesse persone, torneranno nelle case degli anziani che accudiscono, delle famiglie presso cui lavorano». «Noi abbiamo rispettato tutte le norme. È vero, c’era un po’ di assembramento, ma abbiamo fatto di tutto per limitare qualsiasi rischio. Speriamo di avercela fatta», risponde Plop. «Queste sono elezioni molto importanti nel nostro Paese. Il risultato è ancora in bilico e si stanno fronteggiando gli stessi due politici che si erano scontrati nel 2016, alle ultime elezioni. Al primo turno, l’europeista Maia Sandu ha di poco avuto la meglio sul Presidente uscente, il filorusso Igor Dodon. Tutto può cambiare. È per questo che è importante votare». Nel Veneziano vivono 12 mila moldavi. — LAURA BERLI NGHIERI

La lunga coda per eleggere il presidente della Repubblica moldava

tutti al rispetto delle norme che è bene conoscere, applicare e far applicare. Ricordano, infatti, che loro non possono essere contemporaneamente dappertutto e spetta al senso civico di ognuno far sì che vengano rispettate le regole stabilite per poter uscire da questa fase acuta di emergenza. Altri servizi di intensificazione del controllo del territorio in funzione anti-covid saranno svolti, come stabilito in sede di Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza Pubblica, per tutta la settimana. –

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Ieri 6 vittime del virus È massima allerta nelle case di riposo MESTRE

I dati non saranno spaventosi come quelli di sabato, il giorno più nero nella nostra provincia dall’inizio della pandemia, ma anche i numeri di ieri sono segnale di un contagio che non accenna a rallentare. Ieri nel Veneziano si sono registrati altri sei decessi, che conducono al totale di 454 persone vinte dal Covid in questi nove mesi. Ma i numeri sono tutti in aumento. Si registrano 352 nuovi casi, che portano al totale di 8.656 attualmente positivi. E aumentano in maniera importante i ricoveri, con l’occupazione di venti nuovi posti letto, quattro dei quali nei reparti intensivi. Il totale è dunque di 390 veneziani tra gli ospedali e le strutture territoriali della provincia, di cui 43 in rianimazione. Un aumento che appare verticale, se si considera che esattamente una settimana fa i ricoveri complessivi erano 283, quindi oltre un centinaio in meno; ma, soprattutto, i letti di terapia intensiva occupati erano appena 23, praticamente la metà. Altro dato in netto aumento è quello degli isolamenti domiciliari, situazione a cui sono costretti 5.531 veneziani (record regionale), con un aumento di 429 quarantene in 24 ore. In questo scenario, il fronte più caldo rimane quello delle case di riposo, con una serie di casi che si registrano in 21 strutture: alla Casson di Chioggia, alla residenza Riviera del Brenta di Dolo, nella rsa dell’ospedale Fatebenefratelli di Venezia, alla Relaxxi di Noale, alla Don Moschetta di Caorle, alla Ida Zuzzi di San Michele al Tagliamento, al centro servizi San Giobbe, San Lorenzo e alle Zitelle a Venezia, alla Santa Maria

Una terapia intensiva

del mare di Pellestrina, all’Antica scuola dei battuti a Mestre, al centro Nazaret di Zelarino, all’istituto Carlo Steeb al Lido ma, soprattutto, tra le strutture di Villa Fiorita e Villa Althea (a Spinea) e Stella Maris, al Lido. Queste ultime, residenze Codess nelle quali si contano 160 positivi, di cui oltre un centinaio tra gli anziani. Una condizione che preoccupa, anche in ragione degli organici sempre più risicati. Per questo, come già fatto nel Veneto orientale, ieri anche l’Usl 3 ha pubblicato un avviso per reclutare volontari tra gli infermieri e gli operatori socio-sanitari che già lavorano per l’azienda sanitaria, chiedendo loro un’eventuale disponibilità per coprire turni di servizio nelle case di riposo in sofferenza. Una procedura che è già iniziata proprio a Villa Fiorita. Il compenso orario, a carico delle rsa, è di 30 euro per gli infermieri e 25 per gli oss. «È una bella soddisfazione» commenta Dario De Rossi di Cisl, sindacato che da tempo spingeva per la ratificazione dell’accordo. «Siamo felici che l’Usl abbia preso in considerazione una soluzione che è aiuto concreto alle case di riposo in grande difficoltà». —


4 Primo Piano

IL GIORNALE DI VICENZA Lunedì 16 Novembre 2020

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IlVenetoelalottaalvirus

IPAZIENTI ENTRATI INUN GIORNOIN RIAMAZIONE

Siaprela settimanadecisiva, quella dell’attesopicco

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Continuanoacrescereanchei postilettooccupatinellearee noncritichecomepneumologiae malattieinfettive.Ierigiornata neracon101ingressi.

NUOVICASI POSITIVI INUN SOLOGIORNO

Lamoledeitamponicontinuaa riservareamaresorprese:le personeinquarantenaperché attualmentepositiviinVeneto sono62.161

LA LETTERA. La mossa del capo del Comitato di crisi a fronte delle tante chiamate al 188 non piace alla Cgil: «Fuori luogo». Lui chiarisce: «Nessuna intenzione di punire»

Medicidibase e Regione, ancorascintille Rosiscriveaidg:«Segnalateinomidichiinvia ilpazientealprontosoccorsosenzaaverlovisitato» Fimmgsulpiedediguerra:«Èlasantainquisizione»

LALETTERA. Intanto, la situa-

zione nei pronto soccorso del Veneto è diventata bollente. In tanti, troppi, si sono presentati con difficoltà respiratorie e febbre sostenendo di essere stati inviati dal medico di base. Moltissimi di questi poi, per fortuna, sono stati rimandati a casa. La domanda è: sono stati davvero inviati dal medico? In ogni caso, giovedì Rosi ha scritto ai direttori delle Centrali operative del Suem 118, ai direttori sanitari e ai dg delle Ulss: «Facendo seguito alle ripetute segnalazioni pervenute alle Centrali operative di pazienti affetti da iperpiressia e sintomi respiratori minori che vengono invitati a rivolgersi al 118 dal medico di medicina generale, senza che questi abbia provveduto ad un alcun provvedimento clinico, si invitato i direttori delle Centrali operative a registrare i nominativi dei medici interessati e a trasmetterli ai direttori del di-

Superati i100mila positivi Decessi:+31 Un’altra giornata nera per il Veneto che supera il tetto dei 100mila casi positivi, più precisamente a ieri sera risultavano essere 101.954 cioè ben + 2.910 in un solo giorno. Questi i dati diffusi dall’Azienda Zero. I veneti attualmente positivi e in isolamento risultano essere in 62.161 con un incremento di 1.838 in una giornata. In particolare Vicenza si mantiene la provincia con il maggior numero di persone in quarantena: si registrano 11.862 positivi; nel Veronese 11.343 e a Padova sono 11.582. Nelle ultime 24 ore, poi, risultano deceduti 31 contagiati con il Covid e il triste conto arriva a 2860 da inizio emergenza. E veniamo agli ospedali. In un giorno nelle aree non critiche sono stati ricoverati 101 pazienti arrivando a quota 2.079 di cui 1.972 positivi. L’ospedale di Santorso, sempre nel Vicentino, è quello che ha il numero più importante (140) seguito da Schiavonia (109) e Vicenza (102). In Azienda ospedaliera di Padova sono 137 mentre al Borgo Roma sono 79 e al Borgo Trento 75. Nelle terapie intensive del Veneto in 24 ore sono state ricoverate 13 pazienti nuovi arrivando cosìa quota 262. I dimessi da inizio emergenza, cioè i curati, salgono a 5687 con un + 53 in una giornata. • © RIPRODUZIONERISERVATA

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stretto che dovranno provvedere alle opportune verifiche e ai necessari provvedimenti per evitare il ripetersi di tali comportamenti. Ciò andrà fatto pure per le Usca». gionale della Fimmg, Domenico Crisarà, è amareggiato: «È fuori luogo una nota del genere perché crea sconcerto e rabbia. Queste polemiche non fanno bene prima di tutto ai pazienti che, invece, hanno paura e vanno tranquillizzati. Bene il protocollo coi saturimetri, ma ancora non li abbiamo. Qualcuno poi mi deve spiegare perché questa estate i medici di famiglia erano considerati degli eroi e ora sono diventati il peggio della sanità tanto da far partire una santa inquisizione». Forte condanna poi da Ivan Bernini, segretario generale Fp Cgil Veneto: «È evidente che l’attuale situazione tende a esacerbare conflitti latenti, ma non ci si può permettere di rompere la coesione tra professionisti. La delibera sulla gestione domiciliare è del 13 novembre. Dello stesso giorno la nota di Rosi che chiede di segnalare quei medici che indirizzano i pazienti al 118 o ai pronto soccorso: è fuori luogo». Ma poi quali sarebbero le conseguenze? LA PRECISAZIONE. In serata

Rosi tenta di ricucire: «Con “segnalazione” vuol dire riferire l’episodio al direttore del distretto responsabile dell’organizzazione. Nessuno ha invitato a “punire“ i medici. Non c’è alcun intento persecutorio e nessuno sostiene che molti medici di base non stiano facendo il loro lavoro. Le centrali del 118 hanno segnalato pazienti che riferiscono che il medico di base li ha invitati a chiamarli senza porre alcun quesito volto ad approfondire la reale natura dei sintomi. Sono episodi isolati: la quasi totalità dei medici agisce nel rispetto delle procedure». • © RIPRODUZIONERISERVATA

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LE REAZIONI. Il segretario re-

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Si apre un altro fronte di scontro tra Regione e medici di famiglia. Stavolta non sono i tamponi obbligatori da eseguire a creare tensione, ma una lettera inviata da Paolo Rosi, coordinatore del Comitato di crisi emergenza coronavirus, ai direttori generali delle Ulss dal titolo pesante: “Segnalazione inadempienze medici di medicina generale”. Dura la reazione di Fimmg e Cgil che condannano modi e contenuti. Passo indietro per capire. Nei giorni scorsi il governatore Zaia ha presentato il nuovo protocollo per curare a casa i malati Covid che ha lo scopo di alzare il muro a difesa degli ospedali: cioè meglio si cura a casa meno si ingolfano i reparti. Tra le nuove “armi” a disposizione di medici di base, Usca (unità speciali di continuità assistenziali) e Sisp (servizio igiene e sanità pubblica) ci sono i saturimetri e la terapia con l’ossigeno.

Ilbollettino

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L’EGO-HUB

Cristina Giacomuzzo

Nuovi casi di operatori sanitari con tampone positivi per settimana

ILFOCUS. Dal report dell’AziendaZeroemergono anchepiù bambini

Piùsanitari contagiati rispettoa primavera Gliinfermierisono la categoriache sièinfettata dipiù.Bassepercentuali per dottoriospedalieri edi base Il Covid non risparmia nessuno, bambini e sanitari. È l’immagine impietosa che arriva dall’ultimo report diffuso da Azienda Zero della Regione che ha lo scopo di aggiornare sull’andamento della epidemia fornendo focus su molti aspetti. Uno di questi riguarda il numero di nuovi casi positivi tra coloro che lavorano nella sanità: ciò che emerge è che, rispetto alla prima ondata, ci siano più infettati. Il grafico qui sopra mostra l’andamento dei nuovi casi, settimana per settimana, e salta all’occhio come l’ultima rilevata, quella cioè che va dal 5 all’11 novembre, sia più elevata rispetto a tutte le settimane primaverili. In particolare, poi la settimana dal 29 ottobre risulta essere la più alta,

DasinistraLanzarin, Zaia, Rosie Bottacin

almeno per il momento, da quando è iniziata l’emergenza da Sars-Cov 2 in Veneto, cioè la fine di febbraio. Va poi rilevato un ulteriore distinguo. Tra tutti gli operatori sanitari, quelli che al momento mostrano un andamento della curva più alto, che indica cioè un maggior numero di nuovi contagi, sono gli infermieri, seguiti poi dagli operatori in generale. Solo più sotto si trovano gli oss, i medici ospedalieri e quindi, un bel po’ più in basso i medi-

ci di base e i pediatri. Sotto a questi, c’è un’altra categoria, “altri operatori sanitari“, intesi come i tecnici della radiologia, per esempio, che fortunatamente vedono un andamento lineare, quasi parallelo allo zero. Un andamento pressoché uguale a zero, poi, è stato registrato per tutte le categorie sanitarie per un lungo periodo: da giugno al primo di ottobre. Solo poi tutte le curve dedicate alle diverse professioni hanno iniziato a muoversi repentinamente verso l’alto.

Il governatore, Luca Zaia, ha sempre citato con orgoglio i tassi molto bassi di infezione dei medici e degli infermieri che sono in prima linea, a conferma che le protezioni, cioè le mascherine, funzionano bene e vanno portate sempre anche da tutti i veneti. «La causa dei contagi - aveva spiegato Paolo Rosi, Coordinatore del comitato di crisi per l’emergenza - non è quindi da cercare nel contagio con il positivo malato in ospedale, ma in occasioni extra lavorative, in particolare cene al ristorante e tra amici». L’altro dato che emerge dal report di Azienda Zero riguarda i minori da 0 a 14 anni: questa fascia, compresi i neonati equamente distribuiti per sesso, rappresenta ben l’8,4% dei positivi. L’evidente diffusione del Covid tra i più piccoli è un fenomeno tutto autunnale, nel senso che i numeri che si registravano nella scorsa primavera erano davvero molto bassi rispetto agli attuali. Come per le infezioni dei sanitari, durante il periodo estivo erano sparite, per poi rispuntare nella seconda parte di agosto in modo lieve fino al rapido aumento da ottobre a novembre. • CRI.GIA. © RIPRODUZIONERISERVATA

LA NUOVA FRONTIERA. Il governatoreZaia stamattinaillustrerà le fasi del progetto con Rigoli a capo delle Microbiologie

Test fai-da-te, via alla sperimentazione «Dopoi tamponirapidi,il Veneto sempreprimoperinnovazione» È ancora il Veneto il “laboratorio” delle sperimentazioni nella ricerca contro il virus Sars-Cov2: dopo i test rapidi, ecco i test fai-da-te che sono già in fase di studio. Come per altre anteprime, il governatore Luca Zaia ha affidato il progetto a Roberto Rigoli, coordinatore delle 14 microbiologie venete e vicepresidente dei microbiologi italiani. Forma e funzionamento dei saranno svelati stamattina durante il consueto punto

stampa nella sede della Protezione Civile Regionale. Sono infatti arrivati nei magazzini della sanità veneta i primi 5.000 kit per l’auto-somministrazione del test. Oltre che a Treviso saranno diretti ad altre 4 o 5 Microbiologie regionali. La sperimentazione avverrà “in doppio”: cioè ogni esame eseguito con il metodo fai-da-te viene verificato sul soggetto con il classico tampone molecolare. Si tratta di

un tampone da inserire nelle fosse nasali che poi va messo in un particolare contenitore con del reagente. Poco dopo arriva la risposta. Risposta che deve essere verificata. Questo il compito della sperimentazione. Il passaggio cruciale sarà poi la validazione da parte dell’Iss, istituto superiore di Sanità. Superato questo step, i kit formato domestico saranno pronti per la vendita nelle farmacie. «Una rivoluzione nei processi di screening. Si tratta di un test che cambierà la vita degli operatori sanitari, ma anche dei cittadini - ha dichiarato Rigoli. L’Iss ha una

specifica sezione per la validazione dei test rapidi. Vengono valutati molti parametri, non solo quelli relativi alla specificità e sensibilità del test, ma anche la chiarezza nell’esecuzione, il fatto che non mostrino aspetti di nocività, e altri ancora. Finora hanno mostrato una grande affidabilità, oltre il 90% di sensibilità e specificità. Quanto costeranno quando saranno disponibili? Meno di 3 euro». Ma non finisce qui. Una volta effettuato il test e ottenuto il risultato questo andrà inserito nella piattaforma informatica per raccogliere i dati.

Si tratta dell’applicazione di bio-sorveglianza “Zero Covid Veneto” che venerdì in consiglio regionale è stata oggetto di una legge ad hoc. Serviva cioè attenuare la disciplina sulla privacy per consentirne l’uso in tutte le sue potenzialità. Primo, come detto la comunicazione al servizio sanitario regionale dell’esito ed eventuale presa in carico se l’esito è positivo. Secondo il controllo a distanza sullo stato di salute dei positivi che con un clic dal proprio telefonino potranno segnalare eventuali stati febbrili o altrepatologie. • CRI.GIA. © RIPRODUZIONERISERVATA

Tamponimolecolarie rapidi hannoi giornicontati, arrivano ifai da te


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LUNEDÌ 16 NOVEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

Coronavirus: il rischio sanitario

La sanità in trincea contratti prorogati ai direttori, caccia ad un top manager Elevato da 140 a 266 mila euro lo stipendio del successore di Mantoan e non si esclude un professionista extra Veneto Filippo Tosatto / VENEZIA

costanze essenziali. Anzitutto, il grado di inclusione, mai così elevato, dei dg nella gestione materiale della crisi, con videoconferenze giornaliere che consentono al governatore del Veneto - e agli assessori “guardie del corpo” Manuela Lanzarin e Giampaolo Bottacin - di monitorare nel dettaglio l’attività, i bisogni e le criticità del circuito ospedaliero («Il censimento di personale, materiali

Un’eventualità che si è rapidamente tramutata in certezza. La scossa pandemica che investe il sistema sanitario sconsiglia alla Regione un cambio affrettato ai vertici di Ulss e Aziende, viceversa il contratto dei direttori generali sarà prorogato rispetto alla scadenza naturale del 31 dicembre. Contemplato da un decreto ministeriale, il prolungamento del mandato coinvolgerà tredici figure apicali e avrà, presumibilmente, una durata trimestrale, salvo manifesta indisponibilità degli interessati. Sullo sfondo, procede la ricerca dell’erede di Domenico Mantoan, “zar” dell’Area sanità e sociale per un decennio, migrato infine a Roma, dove abbina il timone di Agenas (il braccio operativo del ministero della salute) alla presidenza dell’Agenzia del farmaco. A Venezia ne ha assunto l’interim Gianluigi Masullo, apprezzato capo del dipartimento bilancio, ma una decisione definitiva al riguardo si impone.

L’emergenza Covid sconsiglia cambi ai vertici di Ulss e Aziende entro il 31 dicembre

C’È IL VIA LIIBERA MINISTERIALE

UN PUZZLE COMPLICATO

La prudenza di Luca Zaia, par di capire, è dettata da due cir-

Né, ecco l’altra considerazione, l’opzione di un rinnovo po-

e posti letto si estende spesso ai singoli reparti») allargando l’esame ai versanti “sensibili”, dalle cure domiciliari alla profilassi territoriale, con frequenti correzioni in corsa. Problematico, allora, rinunciare al patrimonio di esperienze cumulate, ancor più riavviare il rapporto di sintonia nell’emergenza in atto.

trebbe limitarsi a qualche riaggiustamento pilotato. Concluso il concorso nazionale, mancano i tempi tecnici affinché la commissione completi l’esame delle candidature entro San Silvestro. Nel frattempo alcune professionialità di rilievo - Luciano Flor (Azienda) e Domenico Scibetta (Ulss) a Padova, Adriano Rasi Caldogno (Belluno), Antonio Compostella (Rovigo) - sono avviate alla quiescenza; altri uscenti, è il caso di Giuseppe Dal Ben (Venezia) e Francesco Benazzi (Treviso), concorrono a traguardi di prestigio; e a scalpitare sono anche l’emergente Mauro Bonin, Carlo Bramezza (Veneto Orientale), il “cavallo di ritorno” Gino Gumirato nonché l’attiva Patrizia Simionato (Azienda Zero). Un caso a parte è quello rappresentato da Francesco Cobello, investito dal ciclone batterico che ha seminato la morte tra i neonati di Verona: salvo sorprese, cederà il passo a Giovanni Pavesi, oggi in forza a Vicenza. CACCIATORI DI TESTE ALL’OPERA

Un puzzle complicato, insomma, che vieta mosse improvvisate. Né va escluso in partenza il ricorso ad un professionista

Luca Zaia e Domenico Mantoan: un binomio decennale concluso dalla promozione romana del top manager

estraneo alla sanità veneta quale successore di Mantoan. Certo, al riguardo era circolato il nome del veterano Dal Ben (senza conferme né smentite da parte di Palazzo Balbi) ma una scelta “interna”, avverte uno stretto collaboratore di Zaia, rischierebbe di innescare risentimenti e tensioni tra gli esclusi. L’ostacolo maggiore - secondo i “cacciatori di teste” - è di natura finanziaria, perché i compensi erogati dalla Regione non reggono gli standard privati. Di qui la mossa del governatore che, in avvio di legislatura, ha firmato una proposta di legge che eleva da 140 a 266 mila euro lo stipendio annuale del top manager innalzando a 65 anni l’età utile alla nomina. Basterà? — © RIPRODUZIONE RISERVATA

uno scontro senza precedenti

Medici veneti contro il capo dei 118 «Accuse infondate, ci tuteleremo» VENEZIA

Stanchezza e nervi tesi ai tempi del Covid fanno da sfondo all’iniziativa tranchant di Paolo Rosi. Il medico trevigiano, coordinatore del Comitato di crisi istituito dalla Regione e uomo di fiducia del governatore Luca Zaia, ha diramato una nota bellicosa che esorta il management della sanità territoriale ad individuare i medici di famiglia «inadempienti» meritevoli di richiamo. Di che si tratta? «Facendo seguito alle ripetute segnalazioni delle centrali operative del Suem relative a pazienti affetti di iperplessia e sintomi respiratori minori, che vengono invitati a rivolgersi al 118 dal medico di medicina generale, senza che

questi abbia provveduto ad alcun approfondimento clinico, si invitano i direttori delle centrali operative a registrare i nominativi dei medici interessati e a trasmetterli ai direttori del distretto, che dovranno provvedere alle opportune verifiche e ai necessari provvedimenti atti ad evitare il ripetersi di tali comportamenti», recita testualmente la lettera. Non è tutto: «Analoga segnalazione dovrà essere effettuata anche per eventuali casi riguardanti i medici del servizio di continuità assistenziale», è la chiosa. Come dire, per i camici bianchi che “dirottano” alle ambulanze le chiamate dei mutuati in debito d’ossigeno senza visitarli né tantomeno somministrare loro i tamponi previsti

Paolo Rosi capo del Suem-118

da un accordo ministeriale, si profila un redde rationem. Acuminata, sul versante opposto, la replica della categoria, affidata a una nota della Federazione regionale degli ordini dei medici, chirurghi e odontoiatri. Che riassume anzitutto la prassi adottata: «I medici di famiglia ricevono su appuntamento, previo triage telefonico, per evitare che loro assistiti malati di Covid, possano contagiare lo studio e/o trasmettere direttamente l’infezione ad altri pazienti, per la maggior parte anziani e affetti da altre patologie. I pazienti con febbre e con sintomatologia suggestiva per Covid sono seguiti a distanza, è prescritta la terapia e consigliato loro di rimanere a casa e di non recar-

oggi l’avvio della sperimentazione

Zaia e Rigoli lanciano il nuovo test fai-da-te VENEZIA

Nel corso del briefing odierno sull’andamento dell’epidemia in Veneto, in programma a partire dalle 12.30 nella sede della Protezione civile regionale a Marghera, il governatore Luca Zaia, affiancato dal dottor Roberto Rigoli, coordinatore delle 14 microbiologie venete e vicepresidente dei microbiologi italiani, presenterà il test an-

si al pronto soccorso. La visita domiciliare può esser eseguita direttamente dal medico solo se in possesso dei dispositivi di sicurezza individuale»; viceversa, saranno gli operatori delle Usca, in contatto con il curante, ad effettuare il tampone antigienico rapido. Conclusione: «I medici sono sempre stati al fianco dei loro assistiti, a volte infettandosi e pagando anche con la vita, contribuendo ad evitare il diffondersi del contagio e prendendosi cura sempre anche di tutte le altre

Rosi lamenta il ricorso al Suem senza visita preventiva ai pazienti Cgil: mossa fuori luogo patologie, che non sono affatto scomparse. Infatti, la qualità dell’assistenza territoriale del Veneto è stata citata come esempio a livello nazionale». Circostanza che induce la federazione «a valutare le opportune iniziative a tutela della professionalità e del decoro dei

ti-Covid fai-da-te. Si tratta, afferma una nota della Regione di un «test di autodiagnosi di cui il Veneto avvierà la sperimentazione per verificarne la effettiva validità scientifica. Al termine del percorso, qualora i risultati in parallelo con i tamponi molecolari ne dimostrassero l’efficacia, sarà quindi avanzata richiesta di validazione alle competenti autorità scientifiche nazionali». —

suoi iscritti»; «È triste che in questo tempo di pandemia, in cui la sinergia Istituzionale dovrebbe essere scontata, accadano simili episodi». «Nessuna caccia alle streghe, per carità, la stragrande maggioranza dei medici di base agisce correttamente», getta acqua sul fuoco Rosi «c’è qualche falla che va sanata nell’interesse primario del paziente, del sistema sanitario e dei tanti professionisti che operano con impegno e generosità. I provvedimenti ventilati? Chiarimenti amichevoli per evitare che questi inconvenienti, pure limitati, si ripetano». Assai meno conciliante è la Cgil: «Ci pare», commenta il dirigente Ivan Bernini, «un’iniziativa fuori luogo che non tiene conto, del carico di lavoro di questi medici che accanto all’emergenza devono continuare a svolgere un’attività ordinaria di controllo e visite. E che, non va banalizzato, in questi mesi hanno pagato un dazio altissimo anche in termini di morti e contagi nell’esercizio della loro attività». — FILIPPO TOSATTO


Provincia 23

L'ARENA

Lunedì 16 Novembre 2020

EFFETTOORDINANZA.In tantihannodeciso diconcedersi un’escursione in montagnama iltimore degli assembramentihatenuto lontanoi più daicentri storici

Piazzalepienodi auto diescursionisti aMalgaSan Giorgio

Marikaallavoro all’ufficio Iatdi BoscoChiesanuova

C’èchisceglie cenae pernottamentoe almattino ungiro inmountain bike, tuttimostrano timore delcontagioe chiedonodelle nuoveregole

sembramenti. Ma comunque avanti sempre, fin che ci lasciano lavorare». «Ma è un brutto lavorare», conferma Giorgio Perini, titolare del centrale Joste Bar, «per la continua tensione a dover igienizzare tutto ed essere attenti a tutti i dispositivi di sicurezza. È vero, sono calate le presenze, ma tutto sommato è anche meglio così, piuttosto della ressa delle scorse settimane». Anche Giustino Scandola chef e titolare dell’Hotel Frizzolan spezza una lancia a favore dell’ordinanza di Zaia: «Ha contenuto le presenze ed evitato la ressa. Le scorse settimane l’afflusso era eccessivo e con il crescere dei positivi si sente anche nella gente la tensione del possibile passaggio a zona arancione, per

Pienoin alta Lessinia,vuoti ipaesi Vittorio Zambaldo

L’ultima ordinanza del governatore Zaia, almeno in Lessinia, ha fatto effetto, perché nonostante la giornata splendida, l’afflusso è stato moderato e regolare. In realtà non sono mancate le presenze, più in alta Lessinia che nel centro di Bosco Chiesanuova, ma non si è registrato il finimondo della domenica precedente. Marika, dello Iat Lessinia, l’ufficio di informazione turistiche aperto in questa stagio-

ne tutti i fine settimana (045. 2477050) lo conferma: «La gente va direttamente in alta Lessinia e le ultime restrizioni hanno portato sicuramente una riduzione di presenze in paese. Però ho notato il rispetto che tutti adottano, portando la mascherina, igienizzandosi le mani prima di entrare. Tanti chiedono percorsi da fare partendo dal centro di Bosco. La maggior parte li affronta a piedi, qualcuno chiede espressamente itinerari per mountain bike e in questo periodo sono i colori dell’autunno l’attrattiva più

gettonata», riconosce. In piazza Chiesa i tavolini del plateatico del Bar Dal Campe sono esauriti all’ora dell’aperitivo: «Non c’è la ressa di domenica scorsa, ammettono al bancone del bar, «perché tanti sono disorientanti dalle normative e non capiscono se possono o no venire in centro. Questo ci ha danneggiato, ma ancora di più ha danneggiato la chiusura dei negozi in centro: i nostri sono piccoli esercizi, non centri commerciali, dove si entra una o due persone alla volta, e non si creano certo as-

GiustinoScandola

cui tutti sono attenti a prendere precauzioni e ad essere più prudenti. Forse però era meglio adottare subito misure drastiche, per avere poi più libertà nel periodo natalizio», dice. Intanto al Frizzolan si sono organizzati per pranzi completi d’asporto, un take away che pare funzioni, «e ha trovato molti consensi anche fra i residenti», rivela Scandola. Gian Maria Boninsegna, che con Giorgia Brentegani è alla sua seconda stagione di apertura di Casa Leon d’oro, riconosce: «Ogni volta che esce una nuova regolamentazione qualcosa si perde. Tanti chiedono cosa sia possibile fare e notiamo molta attenzione alle regole da parte della clientela». Nel ristorante ha eliminato il 20 per cento

dei posti a sedere per rispettare le distanze ai tavoli, «e qualche prenotazione si è persa, in particolare dalla Lombardia, ma abbiamo incrementato le presenze dalla nostra provincia. Tanti, per timore di spostarsi troppo, ci scelgono e apprezzano i nostri pacchetti che offrono la cena di sabato, il pernottamento e una buona colazione la domenica mattina prima di partire per un’escursione a piedi o in bici nei dintorni». Lungo la provinciale dei Lessini che sale a San Giorgio e scende a Velo abbiamo incontrato diversi punti di parcheggio, in particolare Branchetto, piazzali di San Giorgio e al Parparo Vecchio, ma senza gli assembramenti e le code che si erano viste la domenica precedente. •

tenti nel chiedere. Vale di domenica ma anche nei giorni infrasettimanali in cui siamo aperti». Non si lamenta dei numeri più bassi: «La nostra è una gestione familiare e siamo soddisfatti per come abbia-

mo lavorato durante questa estate eccezionale e anche per il fascino di questo autunno mite», ci racconta sulla porta della malga in maglietta a maniche corte nonostante i 7 gradi centigradi che si registrano già alle 14. • V.Z.

LETESTIMONIANZE. L’autunnomite consente ancora lavoro,concoperti bendistanziati

Tuttoesaurito inagriturismo eaitavoli deirifugi inmalga Mac’èchi fa picnicinauto con cibod’asporto epoiva acamminare Da San Giorgio si sono avviati a piedi i veronesi Alessandro e Giada, con la loro piccola Aurora e due bulldog: «Abbiamo fatto picnic in auto e ora partiamo per un’escursione. Riteniamo giusto stare a casa e uscire il meno possibile. Dispiace per chi deve chiudere e nel nostro piccolo cerchiamo di aiutare con pasti da asporto. Speriamo che tutto questo finisca presto», dicono. Seduti davanti al Ristorante Genzianella, si godono l’ultimo sole della giornata i coniugi Pino e Cristina da Arzi-

gnano. «Abbiamo scelto di venire qui perché troviamo che sia un posto tranquillo, lontano da resse, e ci abbiamo azzeccato. Ottimo servizio, clienti rispettosi della distanza, tutti con mascherina che tengono abbassata solo per mangiare. Ci siamo incamminati fino a Malga Gaibana e abbiamo incontrato pochissime persone. Era quello che cercavamo, per evitare città e assembramenti». I rifugi registrano invece il tutto esaurito, ma nel rispetto delle normative. A Malga Moscarda sono quasi le due

quando qualcuno telefona al titolare Michele Tupini per sapere se troverà ancora un posto a tavola: «Dalle 11.30 alle 16.30 serviamo ancora tutti», precisa, «e con questa ordinanza, avendo un calo del 20 per cento di presenze, siamo sereni nel servizio e diamo più tranquillità agli ospiti». «Adesso la speranza però è che non si arrivi a chiudere del tutto. Intanto affrontiamo giorno per giorno la situazione, noi sempre bardati così da otto mesi per tutto il giorno», aggiunge indicando

la mascherina. Non ce n’è stato bisogno nella giornata di ieri, ma aveva provveduto a creare un percorso di accesso a tappe, scandite da cartelli che annunciano i metri mancati per sedersi a tavola: ogni cartello riporta particolarità della Lessinia, geologiche, naturalistiche e gastronomiche, come sistema divertente per aiutare chi sta in fila a non annoiarsi e a non scoraggiarsi per l’attesa. A Maga Campolevà di sotto Luca Campara, titolare con le sue tre sorelle dell’agriturismo, ha esaurito tutti i 38 po-

ClientiaMalgaMoscarda

sti a sedere all’interno dell’accogliente e restaurata struttura antica: «La gente è educata e noi essendo agriturismo, siamo avvantaggiati per non fare servizio bar. I clienti che vengono sono solo prenotati, rispettano le norme e sono at-

ANNUNCI ECONOMICI

MEZZANE. Bocciatalamozione del gruppodi minoranzaconlaquale sichiedevapiù condivisionediinformazioni

Covid, la comunicazione fa litigare il Consiglio Il Consiglio comunale di Mezzane, con i voti unanimi della maggioranza, ha bocciato la mozione del gruppo di minoranza Progetto Mezzane con la quale si chiedeva al sindaco Giovanni Carrarini di rendere più efficiente e condivisa la comunicazione relativa all’emergenza sanitaria e l’istituzione di una conferenza permanente dei capigruppo o una commissione consilia-

re permanente, ovvero di attivare «altri canali di comunicazione, anche non ufficiali, mediante un confronto diretto». Nella risposta data in Consiglio, l’amministrazione ha rigettato l’accusa di non aver fornito risposta alcuna ad analoghe richieste avanzate anche precedentemente dalla minoranza. «Le risposte, infatti», ha ribadito il primo

cittadino, «vi sono state anche se, evidentemente, di segno non gradito.» «Partendo dalla premessa che la pandemia è entrata in una fase acuta e questo impone a tutti di agire con maggior senso di responsabilità», ha aggiunto Carrarini, «un’azione è davvero tale se ciascuno svolge con cura e attenzione le funzioni assegnategli nel mutuo rispetto dei ruoli.

Ed è efficace se scevra da sovrastrutture e priva di elementi che la rendano eccessivamente complessa». Il sindaco, dunque, ritiene giusto continuare quanto già sta facendo: monitorare costantemente la situazione del contagio nel Comune e renderne informata la popolazione mediante la pubblicazione di bollettini, più o meno settimanali, che contengono dati

reali e trasparenti. «Di conseguenza», ha concluso Carrarini, «auspico che da parte di tutti e in particolare del gruppo consiliare Progetto Comune mi pervengano segnalazioni utili a orientare il processo decisionale e la susseguente azione amministrativa. Il tutto, peraltro, senza istituire luoghi di discussione al di fuori del Consiglio comunale». • G.C.

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