RASSEGNA STAMPA 19 NOVEMBRE 2020

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19-NOV-2020 Estratto da pag. 15

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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da pag. 1-12 Quotidiano nazionale

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19-NOV-2020 Estratto da pag. 1-5

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19-NOV-2020 Estratto da pag. 1-5

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da pag. 12 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Tarquinio

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da pag. 14-14 Quotidiano nazionale

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19-NOV-2020 Estratto da pag. 1-24

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da pag. 17 Quotidiano nazionale

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da pag. 1-17 Quotidiano nazionale

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da pag. 1-15 Quotidiano nazionale

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da pag. 25 Quotidiano nazionale

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19-NOV-2020 Estratto da pag. 10

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19-NOV-2020 Estratto da pag. 1-7

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19-NOV-2020 Estratto da pag. 1-30

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19-NOV-2020 Estratto da pag. 6

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19-NOV-2020 Estratto da pag. 5

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19-NOV-2020 Estratto da pag. 1-27

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da pag. 15 Quotidiano nazionale

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da pag. 1-6 Quotidiano nazionale

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19-NOV-2020 Estratto da pag. 1-21

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da pag. 1-12 Quotidiano nazionale

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da pag. 15 Quotidiano nazionale

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19-NOV-2020 Estratto da pag. 26

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19-NOV-2020 Estratto da pag. 6

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19-NOV-2020 Estratto da pag. 1-7

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DAL 1887

il Quotidiano

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del NordEst

ANNO 134- N° 274

VENEZIA MESTRE

Giovedì 19 Novembre 2020

Mestre Il ministro: ci sono i soldi per le bonifiche di Marghera

La storia L’uomo che guarda le nuvole e scopre forme e ritratti segreti

Calcio La giovane Italia va e diventa grande Bosnia battuta, azzurri in Final four

Carraro a pagina 17

Angeloni a pagina 20

A pagina XIII

y(7HB1C0*QKOOLQ( +”!=!#!#!} www.gazzettino.it

Caos ristori, ultimatum di Zaia Non sono previsti risarcimenti per le attività `Il presidente: «O il governo interviene o stop colpite dai maggiori divieti decisi dal Veneto alle restrizioni». Baretta: «In vista nuove misure» `

L’analisi

L’illusione sulla crescita e l’assenza di prospettive Paolo Balduzzi olo poche settimane fa, quando il governo ha presentato il Documento programmatico di bilancio (Dpb), nei palazzi della politica era diffuso un forte ottimismo rispetto alla ripresa economica ormai imminente. I dati estivi erano confortanti, questo è vero. E addirittura si prospettava di rivedere in meglio le previsioni sulla recessione del 2020. Tuttavia, bastava guardare a quello che ancora accadeva nel mondo e nella stessa Europa per capire che una seconda ondata del virus non ci avrebbe risparmiati. Ci siamo illusi di aver fatto tutto ciò che andava fatto. E di averlo peraltro fatto bene. Si viveva insomma come se il peggio fosse ormai passato. Un atteggiamento normale per il comune cittadino, specialmente se uscito dal primo lockdown con gravi perdite economiche. L’errore è stato però quello di trasformare l’ottimismo in illusione che ormai la strada fosse tutta in discesa. Un errore già evidente proprio nei primi documenti che anticipavano la legge di bilancio, vale a dire la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (...) Segue a pagina 23

S

La vicenda è paradossale: la Regione del Veneto, per limitare la diffusione del contagio ha introdotto - d’accordo con il ministero della Salute - ulteriori divieti, come la chiusura dei centri commerciali nel weekend e di tutti i negozi la domenica. La perdita economica è da quantificare ma scontata, meno scontato è il fatto che il governo non abbia previsto questa variabile. Il governatore Luca Zaia avverte: «O il Governo assicura i ristori oppure stop alle restrizioni delle Regioni». Vanzan a pagina 3

L’inchiesta A confronto i dati di marzo e novembre a Nordest

«Autostrade, una vergogna ma io non c’entro nulla»

Il Veneto “tiene” per adesso rimane in giallo Veneto e Lazio, le due regioni in fascia gialla, per ora stanno tenendo. Mentre altre regioni, come Puglia e Basilicata, rischiano di finire in rosso. Evangelisti e Gentili a pagina 6

Contagi, ricoveri ed età com’è cambiato il virus

Venezia

Case di riposo, inchiesta su venti morti Venti morti nelle case di riposo della provincia di Venezia: la procura ha aperto altrettanti fascicoli e ha affidato le indagini ai carabinieri del Nas.

EPIDEMIA Molti più contagi (e tamponi) rispetto a marzo, ma ricoveri più brevi. Pederiva a pagina 5

Delitto Noventa, condanne confermate La Cassazione ha respinto il ricorso degli avvocati di Freddy Sorgato, della sorella Debora e della tabaccaia Manuela Cacco, i tre assassini della segretaria di Albignasego, Isabella Noventa. Le sentenze di condanna inferte ai tre in secondo grado diventano definitive. Trent’anni ai due fratelli Sorgato e sedici a anni alla Cacco. La sentenza di fatto sigilla anche la ricostruzione dell’omicidio fatta dalle indagini coordinate all’epoca dal pm euganeo Giorgio Falcone. Isabella Noventa è stata uccisa la notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016 nella casa di Freddy Sorgato dallo stesso Freddy e dalla sorella Debora. Ingegneri a pagina 10

utostrade non è il mio mestiere. Detto questo, trovo vergognoso e inaccettabile quello che abbiamo letto in questi giorni e nessuno può rimanere indifferente rispetto a quanto è stato scritto”. A mettere nero su bianco queste parole su Instagram non è un cittadino qualsiasi, ma Alessandro Benetton, il figlio di di Luciano, esponente di punta della seconda generazione della dinastia trevigiana e fondatore di 21 Investimenti, società di investimenti protagonista negli ultimi anni di numerose operazioni di rilancio aziendale. Alessandro ha voluto scendere in campo e prendere posizione sulle novità emerse dall’inchiesta della Procura di Genova che ha portato a sei misure cautelari, tra cui gli arresti domiciliari per l’ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci. Interrogato da un follower in merito al “silenzio assordante” della famiglia rispetto a quanto emerso dall’inchiesta e alle intercettazioni pubblicate sui giornali, Alessandro ha voluto marcare in maniera netta la sua distanza, anzi la sua estraneità, da ogni punto di vista (...) Filini a pagina 11

“A

Il focus

Amadori a pagina 7

Benetton

Treviso

Permasteelisa, 150 esuberi su 700 addetti I rappresentanti di Permasteelisa hanno annunciato ieri alle delegazioni delle categorie metalmeccaniche delle organizzazioni sindacali 150 esuberi su circa 700 dipendenti, 131 dei quali fra gli impiegati e 19 fra gli operai. OMICIDIO Isabella Noventa

Barea a pagina 15

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GIOVEDÌ 19 NOVEMBRE 2020 IL MATTINO

PRIMO PIANO

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Coronavirus: il rischio sanitario nel Padovano

Ospedali, un letto su 5 per pazienti Covid L’Usl Euganea ha già attivato 380 posti, l’Azienda ospedaliera 204. Sono 249 in più rispetto alla scorsa primavera Elena Livieri / PADOVA

Quasi un letto su cinque negli ospedali padovani è dedicato a pazienti Covid positivi. La pandemia sta sottraendo alla sanità spazi e personale. La fame del virus è nettamente aumentata oggi rispetto alla prima ondata e a testimoniarlo sono i numeri. Nel confronto tra marzo e aprile e la situazione attuale, sono saliti da 220 a 380 i posti letto Covid dedicati negli ospedali dell’Usl 6 Euganea, da 150 a 239 nell’Azienda Ospedale-Università di Padova. Un aumento di 249 posti e non è detto che bastino, tanto più che se la scorsa primavera il picco massimo di ricoveri è stato di 370, ora siamo già a 450. RIVOLUZIONE USL

NUOVA GEOGRAFIA

Una geografia Covid nuova, quindi, distribuita sull’intero territorio provinciale. Nell’assistenza Covid sono coinvolti oltre a Schiavonia, gli ospedali di Cittadella, Camposampiero e Piove di Sacco. A cui si aggiungono i posti letto dei cosiddetti

Posti letto Covid USL 6 EUGANEA 220 prima ondata Pandemia 330 Oggi di cui 45 Terapia intensiva Ospedale di Comunità 44 Previsione +50 Ospedale di Comunità SECONDA ONDATA PANDEMIA 380 su 1.900

AZIENDA E SANT’ANTONIO

Anche via Giustiniani ha dovuto plasmare la risposta al-

AZIENDA OSPEDALEUNIVERSITÀ DI PADOVA 150 prima ondata Pandemia 204 Oggi di cui 36 Terapia intensiva 36 Terapia Subintensiva +20 area non critica Previsione +11/15 Terapia intensiva SECONDA ONDATA PANDEMIA 239 su 1.600

Ha ceduto anche il fortino Sant’Antonio dove è stata dedicata una Rianimazione la seconda ondata della pandemia, sacrificando sull’altare della necessità l’unico ospedale fino a pochi giorni fa Covid free. Riempita la Terapia intensiva in Azienda, infatti, la scelta è stata quella di attivarne una seconda proprio nell’ospedale di via Facciolati. Scelta motivata dall’opportunità di non sacrificare ulteriori posti di Rianimazione in Azienda così da non dover limitare l’attività chirurgica maggiore, a partire da trapianti e interventi oncologici. Nella prima fase dell’emergenza i posti letto dedicati ai pazienti Covid erano 150, oggi siamo a 204, di cui 36 di Terapia intensiva e altrettanti di Subintensiva. All’assistenza dei pazienti positivi oltre alla palazzina di Malattie infettive, sono dedicati il terzo, il settimo, l’ottavo, il nono e il decimo piano del Monoblocco. Ed è già pronto il progetto per aggiungere alla lista anche il decimo piano, oltre un’ulteriore Terapia intensiva, con 11 o 15 postazioni. Una cosa è certa: tutti gli ospedali - si intenda chi li dirige e chi vi lavora in corsia - hanno dovuto impratichirsi alla svelta per essere pronti, quasi in tempo reale, a cambiarsi d’abito per l’occasione. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’Azienda ospedaliera ha dedicato al Covid 5 piani del Monoblocco oltre a Malattie infettive

strutture in affanno

«Fase più critica di sempre i ricoveri non rallentano» Donato, direttore sanitario di via Giustiniani, non nasconde la complessità del momento «Con pazienti più anziani meno flessibilità e reparti pieni» PADOVA

«Stiamo affrontando la fase decisamente più critica dell’emergenza Covid»: Daniele Donato, direttore sanitario dell’Azienda OspedaleUniversità di Padova e capo della task force Covid, non nasconde le difficoltà che ogni giorno sembrano sommarsi nella gestione della

pandemia. «L’età media dei pazienti è tornata ad alzarsi e questo comporta una degenza media più lunga, togliendo flessibilità ai ricoveri. Siamo passati da 10 giorni a 15/18, così che i posti letto occupati aumentano. Ed è il motivo per cui abbiamo già ampliato al decimo piano del Monoblocco l’assistenza Covid, prima usandone metà e poi tutto, e siamo pronti a convertire anche il sesto piano. Impreparati non siamo, ma è evidente che ogni passaggio diq uesto tipo comporta uno grande sforzo organizzativo che

coinvolge tutto il personale. Per ora la scelta sulla Terapia intensiva è stata quella di dedicarne una del Sant’Antonio al Covid, per non incidere sull’attività chirurgica maggiore in via Giustiniani. Qui, come come hub regionale, dobbiamo continuare a garantire gli interventi di più alta specializzazione, fra tutti i trapianti ma anche gli oncologici». Come imposto dalla delibera regionale di un paio di settimane fa, anche Donato ha provveduto a ridurre l’attività ordinaria in ospedale: «Abbiamo sospeso tutta l’atti-

Corsa ai tamponi fai-da-te «Non sono ancora in vendita» Sono bastati pochi minuti e un’immagine per fare breccia nell’immaginario collettivo: il presidente della Regione Zaia che si infila una sorta di cotton fioc nel naso, un po’ di qua e un po’ di là, lo infila nella provetta con il reagente e dopo pochi istanti verifica: Covid negativo. Un test semplice e, stando a quanto annuncia il governa-

tore, efficace. Tanto è bastato ai padovani – ma non solo – per decidere di accaparrarsi il test fai-da-te per l’auto diagnosi sul Covid rivolgendosi alle farmacie per l’acquisto. Poco importa che il governatore avesse chiarito immediatamente che la sua era solo una dimostrazione, l’annuncio di una strada imboccata, ma che ha ancora bisogno di tempo per essere mes-

sa in commercio. Troppo forte il messaggio visivo, troppo grande la speranza. Il resto l’ha fatto l’annuncio collaterale e sibillino di chi sostiene che i tamponi fai da te sono già presenti in qualche farmacia, anche se senza l’imprimatur del Ministero, che pure non è proprio un passaggio trascurabile. «I tamponi fai-da-te non sono ancora in vendita e non si sa se e quando arriveranno»

vità in libera professione, sia di ricovero che ambulatoriale» conferma, «e per recuperare medici e infermieri da dedicare ai reparti Covid abbiamo ridotto all’essenziale Day e Week Surgery. Allo stesso modo le prestazioni ambulatoriali sono ridotte, e sono assicurate solo urgenze e priorità: da 4.500 siamo passati a 3.700 al giorno. Una riduzione inferiore rispetto alla scorsa primavera quando durante il lockdown degli ospedali siamo arrivati a 2.800». Tenere insieme gli equilibri di una struttura sanitaria così complessa è una sfida che si rinnova ogni giorno: «A differenza della prima ondata ora c’è anche la Pediatria che registra numeri significativi di ricoveri Covid» appunta Donato, «tanto che ai piccoli positivi è stato dedicata l’intera area dell’Urgenza». — E.L.

chiarisce immediatamente il presidente dell’Ordine dei farmacisti Giovanni Cirilli dopo essere stato informato da alcuni colleghi delle richieste da parte dei cittadini di poter acquistare il test, giunte in numero sufficiente da reclamare una risposta «i tamponi fai-da-te sono ancora in via sperimentale. Una volta superata questa fase dovranno ottenere l’eventuale validazione dal Ministero e a quel punto si parlerà di commercio» chiarisce Cirilli che puntualizza inoltre «abbiamo anche richieste di privati che vogliono acquistare test sierologici. Questi sono disponibili in farmacia, ma possiamo venderli solo ai medici». —

cirilli, presidente dell’ordine dei farmacisti

PADOVA

CROMASIA

Rispetto alla prima ondata l’Usl 6 Euganea ha modificato abbastanza radicalmente il suo assetto Covid. A marzo la Regione Veneto aveva individuato quello di Schiavonia come Covid Hospital, ed è lì che tra marzo e aprile è stata concentrata l’assistenza ai pazienti positivi. Negli altri ospedali dell’Euganea il Covid è entrato innescando qualche focolaio prontamente isolato. Allora al Covid vennero dedicati 220 posti letto a Schiavonia. Ora siamo già a 380, con gli ultimi 50 che aprono proprio oggi con la conversione a reparto Covid dell’ospedale di Comunità di Montagnana. La differenza sostanziale è che tutti gli ospedali dell’Usl hanno oggi un reparto Covid, per accogliere sia pazienti in area non critica che in Terapia intensiva.

ospedali di comunità di Camposampiero, Piove di Sacco, Conselve e Montagnana dove vengono indirizzati i pazienti positivi in via di guarigione. Complessivamente l’Usl sta dedicando al Covid il 20% dei suoi posti letto.

Giovanni Cirilli, presidente dell’Ordine dei farmacisti padovani

S.ZAN.


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GIOVEDÌ 19 NOVEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

Coronavirus: il rischio sanitario l’economia colpita dalle restrizioni

I ristori al Veneto Zaia: «Roma decida Un rifiuto sarebbe imbarazzante» Domani il ministro aggiornerà le classi di rischio delle regioni «La nostra sanità regge la sfida, spero resteremo in giallo» Filippo Tosatto / VENEZIA

Il Veneto beneficerà dei risarcimenti statali garantiti alle regioni in fascia rossa e arancione? Se la tinta gialla scongiura il lockdown non esime però dalle restrizioni (nazionali e regionali) che gravano sull’economia locale e il timore di una beffa aggiuntiva al danno - «Non siamo un territorio di serie B, subito liquidità alle imprese o la crisi sociale sarà devastante», si accalora il senatore Antonio De Poli - diventa palpabile. «Sui ristori ci sono notizie contraddittorie, chi ha avuto qualcosa e chi non ha ricevuto nulla, servirebbe una contabilità ufficiale e la può assicurare soltanto Roma visto che a gestire la partita è l’Agenzia delle entrate», il commento di Luca Zaia in apertura di briefing; «Di sicuro troverei imbarazzante se il governo, dopo averci sollecitato ordinanze più stringenti, non ristorasse le nostre attività danneggiate. Se così fosse, nessuno sarebbe più disposto ad assumere provvedimenti ma voglio sperare che il buon senso e lo spirito di equità prevalgano». UN PIANO “SEGRETO” PER L’EMERGENZA

In tema di classificazione epidemiologica, domani è atteso un aggiornamento da parte del ministro della salute: «Spero vivamente che sia confermata la nostra soglia di rischio moderato, penso che non abbiamo demeriti per pas-

sare all’arancione. Qui non ci sono pazienti nei corridoi, il nostro piano di sanità pubblica regge, fino a 6 mila ricoveri ci siamo. Non bastasse abbiamo un protocollo “segreto” nel caso la situazione precipitasse... Staremo a vedere, l’algoritmo decisionale è un metodo inquietante, non sai mai cosa viene fuori e poi siamo tutti appesi all’indice di contagio Rt: lo stiamo calcolando. Confido che, eventualmente, ci siano i tempi per argomentare e chiarire le soluzioni». Ma il Covid morde impietoso:

Tre assessori positivi in isolamento: «La giunta lavora in remoto Io? Vivo in una bolla» i decessi hanno superato quota tremila e l’esplosione di contagi non risparmia l’amministrazione regionale con tre assessori - la vice Elisa De Berti (mobilità e infrastrutture), Francesco Calzavara (bilancio e personale), Federico Caner (turismo e agricoltura) costretti all’isolamento domiciliare dopo il test positivo: «Ad oggi non c’è alcun contraccolpo sull’operatività della Giunta», ribatte il governatore «abbiamo già modificato il regolamento autorizzando il lavoro da remoto, facciamo tamponi ogni cinque giorni e personalmente, al pari dei colleghi, vivo in una bolla. Unici

contatti, voi giornalisti, il gruppo di lavoro a Marghera e mia moglie. Punto. Non frequento nessuno, se capita esco a fare la spesa, in orari in cui non c’è calca». 41 MILIONI DI MASCHERINE IN MAGAZZINO

Detto del test fa-da-te («È in corso la validazione scientifica su 1500 volontari, al momento non è in commercio, chi lo mette in vendita infrange la legge»), Zaia cede il passo all’ingegnere Paolo Fattori, il responsabile del “magazzino” di Azienda Zero, lesto a snocciolare le cifre dei dispositivi di protezione stoccati in questi mesi: «Disponiamo complessivamente di 41 milioni di mascherine tra chirurgiche, Ffp2, Ffp3, sufficienti a garantire un’autonomia di sei mesi. E poi 5 milioni di camici, 2 di calzari e altrettanti di cuffie, 25 mln di guanti». E poi gel, occhiali, tute, visiere... «Censiamo mensilmente il fabbisogno, il portale ci segnala dotazioni e consumi». INFLUENZA: A DICEMBRE 150 MILA VACCINI

Infine i vaccini antinfluenzali, divenuti merce rara: «Stiamo compiendo una ricognizione generale, il prossimo lotto di 150-170 mila dosi arriverà all’inizio di dicembre», fa sapere la diligente Manuela Lanzarin «nel frattempo abbiamo acquisito altri tre mila pezzi e valutiamo l’offerta governativa di un vaccino per i minori». Alla prossima. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luca Zaia, il governatore del Veneto, presenta in anteprima il test fai-da-te per l’autodiagnosi del Covid

Lo scienziato succede a Mantoan

Il virologo veneto Palù nuovo presidente dell’Agenzia del farmaco IL PERSONAGGIO

arà il virologo dell’ateneo patavino Giorgio Palù il nuovo presidente di Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco. La Conferenza delle Regioni, in seguito alle dimissioni di Domenico Mantoan (il top manager uscente della sanità del Veneto approdato alla direzione di Agenas) ha indicato il suo nome al ministro della salute, Roberto Speranza che formalmente ne proporrà la nomina alla Stato-Regioni straordinaria che dovrebbe riunirsi nella giornata di domani. In virtù di una prassi politica

S

consiglio regionale

Il bilancio ai tempi del Covid «È una manovra da 17 miliardi» Primo confronto in commissione Calzavara: ricorreremo ai fondi dell’Ue per arginare il calo del Pil Sandonà: priorità significative Camani: serve il cambio di passo VENEZIA

All’assemblea del Veneto la manovra 2021-2023 avvia il suo percorso articolandosi in quattro provvedimenti - Documento di economia e finanza

e nota di aggiornamento, Legge di stabilità, Collegato, Bilancio di previsione - che formano nel complesso circa 17 miliardi di euro. In mattinata l’assessore leghista Francesco Calzavara (nella foto), a dispetto dell’isolamento imposto dalla positività al Covid, è intervenuto da remoto in prima commissione evidenziando anzitutto il rapporto tra il pacchetto finanziari e l’attuale congiuntura macroecono-

mica condizionata dall’epidemia:«Il calo del Pil veneto a fine anno dovrebbe attestarsi tra il 9 e l’11% ma è prevedibile una ripresa già a partire dalla seconda metà del prossimo», la premessa; a riguardo, ha affermato, la Regione potrà attingere, per un valore di circa 24 miliardi sul totale assegnato all’Italia, alle risorse stanziate dal piano Next Generation dell’Unione europea, imperniato su 6 missioni: digi-

talizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per la mobilità; istruzione, formazione, ricerca e cultura; equità sociale, di genere e territoriale; e last but not least, salute. I primi commenti? «Tra gli aspetti più rilevanti del bilancio c’è la conferma dei 195 milioni di cofinanziamento triennale ai programmi comunita-

Giorgio Palù ha settant’anni

ri, già in passato hanno fatto da volano alle iniziative di sostegno al tessuto imprenditoriale, aspetto questo decisivo in una fase economica come quella attuale», osserva Luciano Sandonà (Lista Zaia), il presidente della commissione bilancio. In questa prima fase di illustrazione, ha aggiunto, spiccano i 15 milioni all’anno destinati alla prevenzione del rischio idraulico, i 60 per fare fronte agli oneri del trasporto pubblico locale, l’impegno per il rifinanziamento dei Giochi olimpici di Cortina 2026, la conferma dei 31 milioni erogati alle scuole paritarie, nonché i 29 stanziati nel 2021 per il sistema della formazione professionale e i 2 impegnati nella lotta alla cimice asiatica». Critici i toni dell’opposizio-

consolidata, infatti, al ministero spetta la scelta del direttore generale mentre ai governatori compete l’indicazione riguardante il presidente. Palù, settantenne, nativo di Oderzo, è una figura scientifica di rilievo: professore ordinario di microbiologia e virologia all’università di Padova - dove dirige il dipartimento di medicina molecolare - ha svolto un’intesa attività internazionale nei poli accademici d’eccellenza (Londra, Harvard, Yale, New York, tra gli altri) e conta 380 pubblicazioni. Ha presieduto per molti anni la Società europea di virologia. Studioso tenace, Palù non ha peli sulla lingua. Di recente si è dichiarato fermamente contrario alle ipotesi di lockdown generale, definendolo «un suicidio per la nostra economia che penalizzerebbe l’educazione dei giovani e priverebbe di cure adeguate i malati affetti da altre patologie, specialmente tumori». —

ne. «Stiamo attraversando una fase delicatissima, sia dal punto di vista sanitario, che da quello economico, e ciò imporrebbe una lettura del bilancio innovativa e diversa rispetto al passato», è la riflessione della vicepresidente Vanessa Camani (Pd); «Ringraziamo l’assessore Calzavara di aver preso parte comunque ai lavori odierni ma ci sembra che dalle sue parole emerga una narrazione ancora lontana dalla realtà e dalla gravità della situazione del Veneto e dell’Italia». Schermaglie iniziali: l’esame in dettaglio della manovra avverrà nelle prossime settimane, l’obiettivo dichiarato dell’amministrazione Zaia è il via libera definitivo prima di Natale. — FILIPPO TOSATTO



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REGIONE ATTUALITÀ

Giovedì 19 Novembre 2020 Corriere del Veneto

LA SUPERSTRADA VENETA COLLEGA TREVISO A VICENZA Pedemontana, avanzamento dei cantieri Come cambiano i «Tempi di percorrenza» Ieri

Oggi 25 minuti

Da Bassano a Breganze Da Bassano a Malo

10 minuti 17 minuti

45 minuti

Da Bassano a Vicenza

Montebelluna O

Bassano E Breganze E A31 Schio

Breganze O

Malo

Bassano O Marostica

Conegliano

30 minuti

55 minuti

Riese Pio X

Spresiano

Montebelluna E

Connessione A27

Mussolente

Connessione A31

TREVISO

Castelfranco V.

A27

Cittadella A31 Castelgomberto

Montecchio Arzignano

Tratte aperte al traffico Apertura novembre 2020 Ultimazione lavori febbraio 2021

VICENZA

Ultimazione lavori maggio 2021 Ultimazione lavori gennaio 2022

Connessione A4 VENEZIA Uno slittamento di 3-4

mesi causa Covid c’è stato, ma la Pedemontana ha ingranato la quarta. La superstrada che collega il Trevigiano al Vicentino oggi vedrà la terza «inaugurazione», quella del tratto lungo 15 chilometri fra il casello di Breganze e il casello «Bassano del Grappa Ovest». Un’inaugurazione tutta virtuale nella logica di evitare assembramenti, fosse pure di giornalisti e curiosi, nei giorni di picco della pandemia. È una foto sbiadita quella del taglio del nastro in pompa magna con l’allora vice premier Matteo Salvini a giugno del 2019 con la folla (giustamente) giubilante delle maestranze. Non è più tempo. Fatto sta che da oggi a mezzogiorno, chiunque potrà percorrere il totale dei 35 chilometri aperti su un totale di 94 complessivi. E i numeri che raccontano una delle opera più travagliate in Veneto (il primato resta, ovviamente, al Mose) sono quelli delle inaugurazioni appunto: il 3 giugno 2019 i primi 6 km a Breganze, il 18 giugno 2020 fra Malo e la Valdastico e oggi lo scatto di reni con quel collegamento fino a Bassano che comincia a dare senso tangibile ai tempi di percorrenza che si dimezzano. Prima delle performance, però, ieri il governatore Luca Zaia ci ha tenuto a citare gli interventi di mitigazione ambientale come i 9 chilometri di barriere anti-

A4 A57

L’Ego - Hub

La Pedemontana a Bassano, da oggi aperti 35 chilometri Zaia: finita a febbraio 2022

Nuovocentrooperativo.InprimaverasiarriveràaMontebelluna Il punto

● La Pedemontana che collega Montecchio Maggiore (Vi) a Spresiano (Tv) e in buona parte già asfaltata, quasi tutti attrezzati i 14 caselli. Mancano la galleria di Malo e l’aggancio con l’A4. Oggi apre il centro direzionale

rumore in vetro, i 2,5 in calcestruzzo e, soprattutto, i 427 mila metri quadrati di superfici riportate a prato e i 32.485 alberi piantati. «Un’infrastruttura gradevole da percorrere ha detto Zaia - con scarpate molto dolci e verdi, nuova nel suo genere, sarà come guidare in un bosco di latifoglie». Ma veniamo agli attesi tempi di percorrenza:il tratto Breganze-Bassano passerà da 30 a 10 minuti, tra Bassano e Malo da 45 a 17 minuti, da Bassano a Vicenza da 55 a 30 minuti. Ci sono poi altri «tempi» annunciati, quelli di completamento dell’opera. L’altra apertura cruciale è in programma a primavera 2021 con la tratta Bassano-Montebelluna ed entro l’estate 2021 l’apertura di tutto il resto tranne la galleria di Malo e l’attacco alla A27. La martoriata galleria di Malo è stata sequestrata e disseque-

strata tre volte. Dagli ultimi monitoraggi, la struttura di progetto diretta con pugno di ferro nel proverbiale guanto di velluto dall’ingegner Elisabetta Pellegrini, sta correndo per recuperare il tempo sospeso dal sequestro, si conta di riuscire a completare gli sfondamenti delle due canne entro i mesi estivi, con una drastica riduzione, quindi, dei camion di accesso alle bocche della galleria. Il governatore prevede l’apertura della galleria avverrà entro febbraio 2022. A quel punto dovranno essere pronti anche gli agganci, cruciali, con le due principali arterie autostradali che intersecano l’opera: oltre a quello con l’A27 a Spresiano, nel Trevigiano, anche quello con l’A4 a Montecchio Maggiore, nel Vicentino. A oggi, le opere d’arte (viadotti, cavalcavia ecc) sono tutte completate e i caselli

quasi tutti attrezzati. Anche le aree di servizio lungo la A27, Piave est e ovest, previste in trasferimento nelle nuove realizzate Sile est e ovest, sono in fase di trasloco, già avvenuto per la ovest, per permettere un pressing sui lavori di attacco all’autostrada che porta a Belluno. Questa nuova tessera del puzzle Pedemontana viene letta dalla vicepresidente della Regione e assessore alle Infrastrutture, Elisa De Berti, come «un segnale di forte incoraggiamento e di speranza. Stiamo portando a compimento una delle principali opere pubbliche della penisola». Per il momento e fino al completamento definitivo dell’opera, i pedaggi saranno incassati dal concessionario, il canone di disponibilità che la Regione pagherà, previsto in accordo alla concessione, fino al 2060, scatterà solo allo-

Zaia Sarà una strada piacevole, un po’ come guidare in un bosco di latifoglie

De Berti È una delle principali opere pubbliche, un segnale di forte speranza

ra. I 94 chilometri di nastro d’asfalto, quasi tutto in trincea attraverso 36 Comuni e 14 caselli ha richiesto un investimento di 2 miliardi e 258 milioni di euro. Oggi apre i battenti anche il nuovo centro direzionale della Pedemontana che ospita la sala operativa per il controllo di tutta l’infrastruttura. Nel tratto che si inaugura oggi c’è una minor incidenza del tracciato in trincea o in galleria che è pari a circa il 30%, rispetto al 65% dell’intera infrastruttura. Fra Breganze e Bassano si passerà sul viadotto Silan, sul ponte del torrente Laverda, il ponte sul Brenta a 7 campate, sotto la passerella pedonale sopraelevata che collega le aree di servizio in fase di costruzione ma anche in 4 gallerie artificiali (si chiamano Venezia, Olmo, Marostica est, Marostica ovest, per un totale di quasi due chilometri) e 3 cavalcavia per lo svincolo di Breganze, per Via delle Miliane e per Via Torquato Fraccon. Aprono due nuovi caselli: oltre a Bassano Ovest anche Colceresa. «Avevamo annunciato più volte che quella dell’apertura del casello di Bassano sarebbe stata una giornata epocale - commenta Gaetano Marangoni, vicepresidente di Confindustria Vicenza - e finalmente possiamo celebrare questo traguardo per la nostra provincia». Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il caso Autostrade, le intercettazioni e la manutenzione

Alessandro Benetton: «Abbiamo letto cose vergognose» TREVISO Condensato in poche

righe vergate su Instagram, il giudizio è talmente lapidario da assumere i toni di una sentenza verso tutto il management coinvolto: «Autostrade non è il mio mestiere. Detto questo, trovo vergognoso e inaccettabile quello che abbiamo letto in questi giorni e nessuno può rimanere indifferente rispetto a quanto è stato scritto». Così parlò - anzi, così scrisse - Alessandro Benetton, rispondendo a un utente sul suo profilo social a proposito della dolorosa vicenda autostrade. Ed è evidente a chiunque abbia letto, nei giorni scorsi, le intercettazioni pubblicate dopo l’arresto dell’ex

plenipotenziario Giovanni Castellucci e di altri manager Aspi, che il disappunto di Benetton si riferisce a quelle conversazioni, relative alla manutenzione della rete, che hanno scandalizzato l’opinione pubblica. Prima fra tutte la definizione, infelicissima, sulle barriere autostradali fonoassorbenti «incollate con il Vinavil» (copyright Lucio Ferretti Torricelli, manager di Spea); ma anche quell’altro passaggio, contenuto nella conversazione tra il presidente di Edizione (la cassaforte di casa Benetton), Gianni Mion, e l’economista Giorgio Brunetti, in cui si dice che «le manutenzioni le abbiamo fatte in calare... Così distribuiamo più utili e

Sui social Alessandro Benetton in uno dei suoi video postati su Instagram

Gilberto e tutta la famiglia erano contenti». E poi ci sarebbero, sul piano interno alla famiglia, anche le considerazioni, riferite sempre allo zio, pronunciate nella telefonata intercettata fra Mion e il manager Carlo Bertazzo, numero uno di Atlantia: «Il nostro problema è l’incompetenza di Gilberto, possiamo dirlo, no?». Parole complessivamente molto difficili da digerire, dalle parti di Ponzano. Tanto che, nei giorni scorsi, il Corriere del Veneto scriveva che Mion stava valutando di rimettere il mandato di presidente di Edizione. Alessandro, per inciso, rappresenta il ramo di Luciano nel consiglio di amministrazione della

holding di famiglia Edizione, per l’appunto -, che controlla il gruppo delle infrastrutture Atlantia, nel cui portafoglio c’è l’88% di Autostrade per l’Italia. «Personalmente - ha scritto ancora su Instagram - sono stanco di continuare a precisare che io con Autostrade non ho nulla a che fare. Faccio l’imprenditore in proprio (la sua società è 21 Invest, operante nel private equity, ndr) e di questo vivo. Come ho più volte ripetuto, a esclusione di una parentesi, breve perché non ci siamo trovati, ho scelto tanti anni fa di fare un percorso indipendente». Alessandro Zuin © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Giovedì 19 Novembre 2020 www.gazzettino.it

L’emergenza a Nordest LA GIORNATA VENEZIA È come se un intero paese fosse scomparso. Più di tremila persone morte in nove mesi. Tutte con un comune denominatore: il coronavirus. Ieri il Veneto ha superato la soglia delle tremila vittime da Covid-19: il bollettino pomeridiano dava 3.039 vittime di cui 56 nelle ultime 24 ore. Gli altri dati - ricoveri, intubati in terapia intensiva - continuano invece a segnalare un debole miglioramento: ci sono stati solo 65 ricoverati in più, oltre ai 10 in terapia intensiva, mentre resta alto il trend dei contagi, con 3.312 nuovi casi, per un totale dall’inizio della pandemia di 110.273 positivi. Va anche detto che si continua a fare tanti tamponi: ieri 50.054 contando i molecolari e i rapidi (che sono la stragrande maggioranza, 33.132). In isolamento ci sono ancora più di 33mila veneti, mentre i dimessi dall’ospedale ieri sono stati un’ottantina. Ma alla luce di questi dati - tanti morti, un leggero miglioramento nei ricoveri - la domanda è: con questo dati il Veneto resterà “giallo” o sarà declassato nella fascia arancione o, peggio ancora, in quella rossa?

L’ATTESA Il verdetto è atteso per venerdì, quando il Cts, il Comitato tecnico scientifico, darà il suo aggiornamento sulla classificazione in fasce colorate dell’Italia. Le Regioni avevano chiesto di ridurre da 21 a 5 i criteri per la classificazione, giusto per semplificare l’analisi, sta di fatto che l’attenzione continua a essere concentrata su ricoveri, tamponi, indice di contagio Rt. Ma le previsioni quali sono? «È un po’ come il sabato del villaggio - ha commentato il presidente della Regione Luca Zaia citando l’opera leopardiana -. È l’aspettativa di come sarà il dì di festa per poi magari scoprire che si stava meglio il giorno prima. Ma i nostri dati sono assolutamente buoni. Noi non abbiamo pazienti nei corridoi, il nostro

Zona gialla, obiettivo riconferma Ma le vittime sono oltre tremila Altri 56 decessi in 24 ore, ma Zaia: «I nostri dati `Il governatore: «Nel caso c’è un piano di riserva sono buoni, il sistema tiene fino a 6mila ricoveri» L’algoritmo? Inquietante, non sai mai cosa succede» `

I numeri

50.054 i tamponi eseguiti ieri, tra test rapidi e molecolari, in Veneto

33.000 i veneti per i quali è ancora disposto l’isolamento

65 nuovi ricoveri in ospedale, 10 nei reparti di terapia intensiva

piano tiene, fino a 6.000 ricoverati ci siamo e abbiamo un piano di riserva che però non sveliamo. Staremo a vedere, l’algoritmo è una cosa inquietante, non sai mai cosa viene fuori dal “frullatore”. Per noi siamo sotto controllo, poi tutti siamo appesi all’Rt (l’indice di contagio, ndr). Lo stiamo calcolando, spero che il Veneto si possa riconfermare zona gialla, non abbiamo demeriti per l’arancione. Speriamo che si possano valutare i nostri dati e ci sia tempo per i tecnici di argomentare e spiegare le proprie posizioni». Ossia: se venerdì il Cts deciderà come “colorare” l’Italia, oggi le Regioni eventualmente da declassare dovrebbero essere contattate. «Dovrebbe essere la

giornata del confronto», ha detto Zaia.

LA CONFESSIONE Il consiglio di Zaia è sempre lo stesso: rispettare le regole. Ossia: mascherina, distanziamento, igienizzazione. E com’è che un terzo della sua giunta è finita ko? Su nove componenti, presidente compreso, ben tre sono risultati positivi al Covid-19: la vicepresidente Elisa De Berti, l’assessore al Bilancio Francesco Calzavara, l’assessore al Turismo Federico Caner. «L’operatività dell’esecutivo è comunque garantita - ha detto il governatore -, facciamo le riunioni da remoto, in videoconferenza, noi - ha detto guardano gli assessori Manuela Lanzarin e

I DISPOSITIVI

I MEDICI: MANCANO I VACCINI PER L’INFLUENZA LANZARIN: «L’ULTIMO LOTTO A INIZIO DICEMBRE»

IL FOCUS VALDOBBIADENE (TREVISO) Anche il punto nascite chiuso 25 anni fa ora verrà trasformato in un reparto Covid. L’ex Guicciardini di Valdobbiadene sarà il primo vecchio ospedale a essere riaperto per far fronte all’emergenza coronavirus. Dodici infermieri in pensione hanno comunicato all’Usl trevigiana la loro disponibilità a tornare in corsia. Si riparte da qui. La settimana prossima ci saranno i primi trasferimenti: i pazienti positivi che si stanno mettendo l’infezione alle spalle verranno spostati a Valdobbiadene per liberare posti negli ospedali principali, che ad oggi contano 461 ricoverati. La struttura era stata sistemata dagli Alpini durante la prima ondata. All’epoca non era servita. Adesso, invece, è necessaria.

IL PUNTO All’inizio verranno resi operativi i 30 letti ricavati al quinto piano, nell’ex reparto di Medicina, che era stato chiuso nel 1999. E di seguito verranno usati gli altri 30 allestiti un piano più sotto, dove c’era l’unità di Ginecologia e ostetricia, con annesso punto nasci-

Magazzini strapieni Mascherine? Per due anni

LAVORI IN CORSO Valdobbiadene, un ospedale da riaprire

Il vecchio ospedale riparte dagli infermieri pensionati te. È ormai tutto pronto. Il sistema per la distribuzione dell’ossigeno è stato rimesso a nuovo, le bombole sono ai loro posti, il riscaldamento funziona e alcuni letti hanno già le lenzuola. Negli ultimi due giorni sono state portate a termine le pulizie in ogni locale. Anche nella vecchia sala

VIAGGIO NELL’EX GUICCIARDINI DI VALDOBBIADENE GIÀ PRONTO AD OSPITARE PAZIENTI COVID

parto, che al momento non ospita letti ma che potrà comunque tornare buona. Le camere sono accoglienti: si va dalle singole a quelle da quattro. Ogni stanza ha il proprio bagno. E praticamente tutte hanno anche l’accesso al terrazzo, dove si apre il panorama verso il centro e le colline. I percorsi per l’accoglienza dei pazienti sono già stati definiti. «Arriveranno all’ex pronto soccorso a bordo delle ambulanze – spiega Aldo Lorenzon, tecnico del dipartimento di Prevenzione che sta seguendo l’operazione di riapertura dell’ex Guicciardini – da qui, dopo i primi controlli, saliranno nei reparti Covid». Teoricamente pure gli altri

piani dell’edificio potrebbero essere risistemati. Solamente il secondo è considerato non agibile. Alla fine potrebbero essere complessivamente ricavati 160 posti. Ma il lavoro non è semplice. E, soprattutto, non c’è abbastanza personale. È questo il nodo principale. L’Usl trevigiana ora riuscirà ad attivare i due reparti Covid grazie alla disponibilità degli infermieri in pensione pronti a tornare in campo per dare una mano nell’emergenza. Il personale entrerà in servizio attraverso una cooperativa. Si pensa a un allargamento del raggio d’azione della coop Orchidea, che gestisce già l’ospedale di comunità di Treviso.

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VENEZIA Stanco di sentirsi dire che in Veneto mancano i dispositivi di sicurezza individuale, ieri il governatore Luca Zaia ha chiamato all’Unità di crisi della Protezione civile a Marghera l’ingegner Paolo Fattori, direttore della struttura di progetto per il potenziamento della rete ospedaliera, così da fornire i dati sulle scorte di mascherine e quant’altro. Eccoli. La Regione Veneto ha in magazzino 11.615.657 mascherine Ffp2, che basteranno a soddisfare il fabbisogno per 22 mesi. I flaconi di antisettici e disinfettanti stoccati sono 231.925, con altri 166.572 già ordinati e in consegna tra novembre e dicembre e una autonomia di sette mesi. I calzari sono 3.854.855, con altre 3.347.631 unità in arrivo e un’autonomia di 17 mesi. I camici impermeabili sono 4.634.374, con altri 4.463.456 camici in arrivo a dicembre e un’autonomia di 18 mesi. Le cuffie in magazzino sono 9.301.910, altre 168.790 sono in arrivo e basteranno a soddisfare il fabbisogno per 12 mesi. E ancora: i flaconi di gel igienizzante sono 454.096 (più altri 3.698 in arrivo) e basteranno per sei mesi. Guanti in lattice, in magazzino ce ne sono 6.753.900, entro dicembre ne arriveranno altri 42.074.500, ma in questo caso l’autonomia è di soli due mesi. La mascherine chirurgiche in magazzino sono 14.819.458, più altre 593.482 in arrivo, e basteranno per quattro mesi. Le mascherine Ffp3 sono 1.733.233 più altre 174.798 in arrivo, e basteranno a coprire il fabbisogno di ben 26 mesi. Gli occhiali per il personale sanitario in magazzino sono 640.099, ma quasi il doppio, 1.200.991, sono in arrivo. La scorta basterà per 12 mesi. Le tute protettive in magazzino sono 1.261.552, e altre 586.144 sono in arrivo. Basteranno per ben 30 mesi. Le visiere protettive in magazzino 1.016.202, a cui se ne aggiungono altre 902.856 in arrivo, per una copertura già assicurata di 14 mesi. Gli scafandri, infine, sono 26.800 e basteranno per sei mesi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gianpaolo Bottacin - tra l’altro ci sottoponiamo al tampone ogni cinque giorni». E qui Zaia si è lasciato andare a una confessione: «Io vivo in una bolla. I miei contatti stretti siete voi», ha detto rivolgendosi ai giornalisti presenti al punto stampa all’Unità di crisi della Protezione civile a Marghera. Aggiungendo: «Vedo voi e il gruppo di lavoro, 5-6 persone, che sta al piano di sopra. A casa mia moglie. Punto. Non frequento nessuno. Se capita vado a fare la spesa, ma stando attendo a scegliere gli orari in cui non c’è la calca».

I VACCINI

Per quanto riguarda la campagna di vaccini antinfluenzali, i medici di base lamentano la mancata fornitura delle dosi. «Abbiamo il 25-30 per cento di pazienti che aspettano di essere vaccinati - ha detto Maurizio Scassola della Fimmg Venezia - Il guaio è che se non sappiamo quando ci saranno consegnate le dosi, non possiamo programmare gli appuntamenti rispettando tutte le norme anti-assembramento per evitare i contagi. Nel frattempo, non ricevendo gli ultimi vaccini, abbiamo dovuto disdire centinaia di sedute». A denunciare «i gravi ritardi nella distribuzione dei vaccini antinfluenzali» sono state anche le consigliere regionali del Pd Anna Maria Bigon e Francesca Zottis, firmatarie di una interrogazione. L’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, ha confermato: mancano 150-170mila dosi. «L’ultimo lotto arriverà a inizio dicembre, faremo una ricognizione Ulss per Ulss. Ma arriveranno anche 3mila dosi di vaccini per pazienti con allergie e forse anche un vaccino dedicato ai minori». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

Anche i centri servizi per anziani San Gregorio di Valdobbiadene, che garantiranno la consegna dei pasti nei reparti Covid, si sono impegnati nella ricerca di operatori sanitari. Alcuni sono stati trovati addirittura fuori dal Veneto.

TAMPONI In attesa dell’arrivo dei primi pazienti, intanto, continua l’attività del punto tamponi allestito al primo piano dello stesso ex Guicciardini. Dopo la ricognizione nei reparti che stanno per riaprire, anche Lorenzon indossa tuta, visiera e mascherina per iniziare a fare i test, assieme a Rita e Moira, due infermiere dell’Usl. Il sindaco di Valdobbiadene è tra i volontari che gestiscono l’accesso delle persone in attesa di sottoporsi al tampone. «La struttura è a posto e il personale è stato individuato: siamo pronti a partire con i reparti Covid – tira le fila il primo cittadino, Luciano Fregonese – grazie a questa struttura sarà possibile sgravare gli ospedali dai pazienti che non hanno bisogno di cure ad alta intensità. Questa struttura può essere utile per i pazienti che stanno combattendo contro il coronavirus». Mauro Favaro © RIPRODUZIONE RISERVATA


6 Primo Piano

IL GIORNALE DI VICENZA Giovedì 19 Novembre 2020

L’epidemianelVicentino

Aiutati, aiutaci

Indossala

L’emergenza,le contromisuree gli imprevisti

ACACCIA DELVIRUS. LaFimmg confermaun’adesionein massa alrichiamodella Regione

Medicidibaseescreening «Il90%fagiàitamponi» Masuikitèliteconl’Ulss Ilsindacatodeidottori:«Ce ne hannodatisolo20, troppopochi» L’aziendaBericareplica: «Siamogiàallaterza tranchediconsegne» Franco Pepe VICENZA

«Tamponi? Un 80-90% di noi li fanno. E vengono fuori anche molti positivi». Un’ottima percentuale. Vicenza è fra le prime tre Ulss del Veneto come numero di adesioni agli screening ordinati dal presidente Zaia ai medici di base. Alcuni medici, però, si lamentano. «Ci hanno dato solo 20 tamponi. Troppo pochi». Ma l’Ulss replica: «Niente vero. Siamo già alla terza tranche di consegne». Almeno 240-270 dei 305 medici di base dell’Ulss Berica precettati dal governatore Zaia stanno facendo i test rapidi fra i loro assistiti ai sintomatici o ai contatti delle persone positive. I camici bianchi del territorio hanno “obbedito” in massa, anche se non pochi “obtorto collo”, all’ordinanza veneziana, dopo le proteste sindacali e individuali delle scorse settimane per un diktat bollato come “dittatoriale” e per i toni drastici usati dal presidente della Regione che ha minacciato, per gli inadempienti, severe sanzioni disciplinari fino alla revoca della convenzione con il Servizio sanitario nazionale. «Il problema però è un altro - dice Silvio Regis segretario provinciale della Fimmg, il sindacato dei medici di base Finora l’Ulss ci ha fornito solo 20 tamponi e sembra, dopo questo cancan nazionale, che più di tanti non ne pagheranno». La stessa cosa dice Matteo Tecchio medico di base a Camisano: «Ce ne hanno consegnati, come prima tranche, solo 20 per medico. Una cifra irrisoria. Con questi numeri estendere ai medici di base i tamponi sembra più una trovata della politica.

Tanto clamore per nulla. Si fa presto a finirli. Un goccia nel mare. In una settimana ne abbiamo già fatti 5 pur facendoli solo alle persone che ne avevano veramente bisogno. L’Ulss ha assicurato che ne consegnerà ancora ma non ci sono date precise». L’Ulss, peraltro, smentisce. «Abbiamo già mandato tutti i tamponi che avevamo in casa - spiega il direttore dei servizi sociali Giampaolo Stopazzolo, regista della distribuzione di test e dispositivi di protezione - I primi 50 li abbiamo dati a 102 medici che si erano messi subito a disposizione volontariamente. Venti li abbiamo distribuiti a tutti i 305 medici di base. Ora siamo già alla terza tranche. Consegneremo a tutti un altro stock di 20 man mano che arriveranno anche a noi. Anzi già ieri abbiamo consegnato altri 114 kit oltre ai vaccini anti-influenzali rimasti in arretrato e ai Dpi. In ogni caso, dopo il primo invio, abbiamo spedito una email a tutti dicendo che sia-

Chièfuori dallemedicine digruppoelavora dasolorischia moltodipiù SILVIOREGIS SEGRETARIOPROVINCIALE FIMMG

Giàmandati tuttiikit cheavevamoin casa,oraunaltro stockda20

GIAMPAOLOSTOPAZZOLO DIRETTORE SERVIZI SOCIALI ULSS 8

mo pronti a farli avere a chi li vuole. Non è che li sprechiamo. Li facciamo avere a tutti coloro che, contattati dal distributore, hanno accettato di averli». Anche Enrico Ioverno, medicina di gruppo a Dueville, conferma: «Noi i tamponi li abbiano ricevuti e sono più che sufficienti, purché le forniture siano continue. Ma siamo fiduciosi. Con l’Ulss c’è una buona collaborazione. Siamo 3 medici, ne abbiamo 25 a testa, ne facciamo 12-13 al giorno, e quindi bastano». I tamponi sono quelli che il commissario Arcuri dovrebbe spedire alla Regione, la quale, a sua volta, provvede, tramite l’Azienda Zero, a girarli alle Ulss. «Chi opera nelle medicine di gruppo ed è in condizioni di sicurezza – dice ancora Regis - riesce certamente a farli. Fanno più fatica i medici che lavorano da soli, i quali rischiano pure di infettarsi e di inquinare l’ambulatorio. Io che sono da solo ho comunicato che non ho uno studio idoneo all’esecuzione dei test. Poi, come prescrive la norma, ho parlato con il sindaco, il quale ora mi dovrà dire se può concedermi dei locali». In alcuni casi il ritardo nella consegna si spiega perché l’Ulss ha chiesto preventivamente ai medici chi fosse pronto a partire con i tamponi nel proprio stabile e chi dovesse invece chiedere il supporto logistico dei Comuni o della Protezione civile per una location adeguata e sicura. Ed è sempre di Regis la chiosa finale: «Resta il fatto che fare il tampone non è un atto medico ma infermieristico, tanto è vero che nei distretti non mi risulta che siano i medici ad eseguire questa prestazione». •

Inumeri

305

IMEDICI DIBASE DELL’ULSS PRECETTATIDAZAIA

Diquestisonofrai240ei 270quellichestanno facendoitest rapidifrai loroassistiti,aisintomatici eaicontattidellepersone positive.

3

LETRANCHE DICONSEGNA DEITAMPONIAIMEDICI

Visteledisponibilità limitatenevengono consegnati20allavolta, maadessol’UlssBericaè giàarrivataallaterza tranchediconsegna.

50

ITAMPONI DATIAI MEDICI VOLONTARIDASUBITO

Inquestaprimafasel’Ulss hadatolaprecedenzaa quellapartedi medici,102 su305, chesieranomessi subitoadisposizione volontariamente.

114

IKITCONSEGNATI IERI INSIEMEAI VACCINI

Manmanochericeve il materiale,l’Ulss lo distribuiscefrai mediciin modochetutti possano avernea disposizionea sufficienzain attesadelle nuoveconsegne.

© RIPRODUZIONERISERVATA

Unmedicodi famigliaesegueuntest rapido suun paziente

LASVOLTA. L’accessoaipunti-tampone saràdirettodal 23novembre

Test,dalunedìsicambia Sparisce la prenotazione Confermatala necessità diavere l’impegnativa delmedico,ma viene eliminatoil preludio online VICENZA

L’Ulss cambia. Da lunedì 23 novembre si potrà accedere ai punti-tampone senza prenotazione online. Resta, però, l’obbligo di portare con sé l’impegnativa del medico di base. Senza la prescrizione si ritorna indietro. Rimane confermato il criterio della non discrezionalità della richiesta. Per ottenere la prestazione-tampone occorrono ragioni giustificate: presenza di sintomi sospetti, essere contatto di positivo, controllo successivo all’isolamento, arrivare da paesi a rischio. Ora, dunque, la nuova misura messa in atto, spiega l’Ulss, «per agevolare l’utente e semplificare al massimo le moda-

Lafilaper loscreening nel puntotamponiin fiera. COLORFOTO

lità con cui ottenere la prestazione». Basta, quindi, prenotazioni via internet. Non è più necessario. Anche se l’opzione on line collegandosi al sito aziendale era risultata per lo più molto gradita e comoda. L’accesso sarà diretto. Basta, appunto, presentarsi con l’indispensabile lasciapassare che è l’impegnativa rilasciata dal medico curante.

Il nuovo criterio-free si applicherà a tutti i punti-tampone attivati dall’Ulss 8 Berica in tutta l’area di competenza sanitaria, sia nelle maxi-strutture allestite nei giorni scorsi nel padiglione centrale della Fiera in città e nei locali dell’istituto Da Vinci di Arzignano, sia negli ambulatori in azione da tempo negli ospedali-satelliti di Noventa e Valdagno. Restano invariati gli

OLTRE LA PAURA DEL CONTAGIO. Per il momento sono poche segnalazioni: il procuratore ha assicurato estrema cautela

Eincorsia arrival’incubo delle cause Glistudipropongonoazioni legali contro medici o strutture sanitarie Laura Pilastro VICENZA

Non c’è solo lo stress e il sovraccarico di lavoro, ma anche il timore di passare dal piedistallo degli eroi alle aule di giustizia. È un clima di preoccupazione quello che serpeggia tra gli operatori sanitari, mentre in rete sono sempre più frequenti i casi di studi legali che pubblicizzano la disponibilità a sostenere cause contro medici e strutture

ospedaliere per i decessi dovuti al coronavirus. Una presenza aggressiva che, specialmente sul web, dilaga a tutte le latitudini e che fa discutere perché al confine tra la spinta ad esercitare un diritto e il tentativo di speculare sulle vittime e la disperazione dei familiari, con una tendenza marcata verso questa seconda opzione. Nel Vicentino, il fenomeno è sotto controllo e si contano sulle dita di una mano o poco

più le segnalazioni che giungono alle compagnie assicurative circa l’avvio di un percorso di accertamento che potrebbe avere come conseguenza la richiesta di risarcimento ai singoli o alle strutture, sia pubbliche, sia private. A confermarlo è anche il presidente dell’ordine dei medici, Michele Valente. «Diversamente da altre province d’Italia, per il momento ci sono state poche segnalazioni, che si trovano in una fase istruttoria. Come ha già assicurato il procuratore Orietta Canova, ogni caso sarà valutato con estrema cautela, tenendo conto della situazione di

emergenza e dello stato dell’arte delle conoscenze al momento in cui si sono verificate le condizioni al centro della contestazione. Nessun medico, comunque, ha finora ricevuto alcun avviso di garanzia». Nonostante tutto, l’atmosfera tra gli operatori sanitari non è delle più serene: «Le consulenze legali pubblicizzate perlopiù attraverso i social network e destinate ai parenti delle vittime, spesso con la promessa di un primo incontro gratuito – prosegue Valente -, non lasciano tranquilli i medici. Anche l’ordine della provincia di Vicenza, dopo aver fatto

appello ai medici legali sull’applicazione del codice deontologico affinché si intervenga solo là dove il cittadino ne abbia diritto, si è mobilitato per chiedere un intervento a livello centrale da parte dell’Antitrust e del ministero della Salute. Non solo: poiché certi messaggi sono arrivati anche via Whatsapp, abbiamo chiesto, attraverso la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, di sensibilizzare anche il gestore telefonico che permetteva che queste comunicazioni pubblicitarie fossero veicolate. È ovvio che in questo clima non è sempli-

Oltrelostress ela paura delcontagio:per imedici c’èl’incubo cause

ce lavorare e i medici sono molto sfiduciati. Si vive già con la paura legata al rischio di contagiarsi e contagiare le proprie famiglie. Se poi ci si mette anche questa caccia al

medico e all’errore per fare soldi, la situazione diventa più pesante. Lo sportello dell’ordine sta facendo di tutto per supporli». • © RIPRODUZIONERISERVATA


GIOVEDÌ 19 NOVEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

17

REGIONE

Pedemontana Veneta, apre il terzo tratto Da oggi (alle 12) percorribili anche i 15 chilometri da Breganze a Bassano. Il Covid porta la fine lavori a gennaio 2022 VENEZIA

La Pedemontana Veneta arriva al terzo atto. Oggi, alle 12, sarà infatti aperta la terza tratta funzionale dal casello di Breganze a quello di Bassano del Grappa Ovest. Si tratta di ulteriori 15 chilometri che portano la superstrada a pagamento a una percorribilità di circa 35 chilometri su 94 chilometri complessivi. «Si tratta di un tratto strategico – ha detto il presidente della Regione Luca Zaia, annunciandone l’apertura – che consentirà un dimezzamento dei tempi di percorrenza tra le diverse loca-

lità servite dalla nuova arteria stradale, in quello che è il cuore produttivo del Veneto. Con l’apertura del primo tratto nel giugno 2019, del secondo nel giugno scorso e il terzo di domani (oggi, OES), stiamo gradualmente constatando i grandi vantaggi di questa infrastruttura dal punto di vista logistico e ambientale, nuova nel suo genere, anche gradevole da percorrere, con scarpate dolci, molte alberature e ampie superfici a prato». Da Bassano sarà possibile raggiungere Vicenza in poco più di 30 minuti anziché gli attuali 55, Breganze in 10 minuti anziché 25,

Sondaggio Ance Veneto tra gli associati «Si aprono grandi opportunità per il settore»

«Edilizia, ora si punti su riqualificazioni sostenibilità e messa in sicurezza» IL RAPPORTO

essa in sicurezza del territorio, che nel Triveneto è particolarmente fragile; riqualificazione del patrimonio pubblico e privato; focus sulla sostenibilità delle infrastrutture sia in fase progettuale, che manutentiva. Sono i tre ambiti sui quali dovrà puntare il settore delle costruzioni per ripartire dopo il brusco stop imposto dalla pandemia. È la convinzione

M

delle aziende del settore secondo quanto emerso da un sondaggio condotto da Ance Veneto. «I prossimi anni saranno anni di opportunità, tra gli investimenti pubblici resi possibili dai piani europei e i cambiamenti strutturali del mercato», è l’analisi di Alfredo Martini, direttore di Civiltà di Cantiere, house organ di Ance Veneto, in riferimento all’evoluzione demografica del nostro Paese, all’emergere di nuovi valori sul fronte della domanda, nonché ai processi di digi-

Malo in 17 minuti anziché 45, «liberando i centri abitati dell’area interessata dai flussi di traffico, soprattutto quelli pesanti». Il Concessionario dell’opera ha recentemente garantito alla Regione che entro la primavera 2021 potrà essere conclusa la tratta da Bassano a Montebelluna ed entro l’estate 2021 tutto il resto, tranne la galleria di Malo e l’attacco alla A27. Per questi – Covid permettendo – l’obiettivo è arrivare a chiudere i cantieri entro gennaio 2022. «Questo ulteriore passo avanti verso la definitiva rea-

Un’immagine dall’alto del nuovo tratto che sarà aperto oggi

talizzazione «che modificano radicalmente le nostre vite». Di questi temi si è discusso nel corso del webinar promosso da Ance Veneto e Ance Friuli Venezia Giulia dal titolo “Quale mercato e quale industria delle costruzioni serve al nord est?”, organizzato per presentare Nec, piattaforma di informazione e di dialogo con gli operatori attivi nel settore delle costruzioni, grazie alla quale sarà possibile approfondire e conoscere le opportunità offerte dal mercato. La scelta di dar vita a questo progetto assume una particolare rilevanza alla luce degli effetti determinati dalla pandemia che ha evidenziato da un lato la rilevanza assunta dalla comunicazione digitale e dall’altro l’importanza di creare un grande fronte comune per superare la crisi economica. «Nec è l’acronimo di Nord Est Costruzioni», ha spiegato Paolo Ghiotti, presidente di Ance Veneto. «Abbiamo introdotto questa novità perché siamo convinti che le opportunità di crescita per il settore non sono finite. Viviamo mesi difficili, ma al contempo si

Operai al lavoro in un cantiere edile

Occhialeria, calzaturiero e tessile crolla l’export dei distretti veneti Si salvano (in parte) l’agroalimentare, la farmaceutica e i poli tecnologici. Ma complessivamente la frenata è di quelle che lasciano il segno: a fronte di esportazioni in calo complessivamente del 14,4% nei primi sei mesi a Nordest (6,3 miliardi in valore), i distretti triveneti hanno fatto peggio (-18,5%) dopo un secondo trimestre disastroso (-31,3%). Significa che rispetto al secondo trimestre 2019, la pandemia ha presentato un conto da oltre 2,7 miliardi di cui oltre 2,2 miliardi in Veneto. Il dato emerge dal Monitor dei distretti industriali del Triveneto a fine giugno 2020, curato dalla Direzione Studi e

Ricerche di Intesa Sanpaolo. Basta dare un’occhiata ai “campioni” per farsi un’idea sull’impatto che sta avendo la pandemia sul tessuto economico: l’occhialeria bellunese, nell’arco di primi sei mesi, fa segnare un crollo del 40% delle vendite all’estero (-57% nel secondo trimestre), il calzaturiero del Brenta -41,6% in sei mesi (-66% negli ultimi tre), il tessile-abbigliamento di Treviso -29%, lo Sportsystem -22%. Ma anche la flessione del 5% del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, seppur più contenuta, la dice lunga. «In questo difficile momento il nostro obiettivo è continuare a sostenere le imprese con i finanziamenti sia per la

Andamento delle esportazioni dei distretti del Veneto per settore nel 2° trimestre 2020 ANALISI TRIMESTRALE (MILIONI DI EURO) DIFFERENZA 2° TRIMESTRE 2° TRIMESTRE TRA 2° TRIM 2020 2019 2020 E 2° TRIM 2019

6.901 TOTALE DISTRETTI AGROALIMENTARE 652 Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene 181 Ittico del Polesine e del Veneziano 23 ALTRI SETTORI 555 Materie plastiche di Treviso, Vicenza, Padova 489 SISTEMA CASA 1.104 63 Prodotti in vetro di Venezia e Padova 256 Elettrodomestici di Treviso 57 Sistemi per l'illuminazione di Treviso e Venezia 504 Legno e arredo di Treviso 1.518 METALMECCANICA 214 Macchine agricole di Padova e Vicenza 317 Termomeccanica di Padova 3.072 SISTEMA MODA Tessile e abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno 445 298 Calzatura sportiva di Montebelluna 194 Tessile e abbigliamento di Treviso 198 Calzature del Brenta 833 Occhialeria di Belluno Fonte: elaborazione Intesa Sanpaolo su dati Istat

M.MAR.

stanno aprendo nuove prospettive: pensiamo ai nuovi flussi finanziari in arrivo dall’Ue. Per cogliere queste opportunità occorre farsi trovare pronti, rafforzando la filiera». Il webinar è stata l’occasione per fare il punto sull’andamento del settore. Dopo un inizio dell’anno nel segno della crescita, con un aumento della massa salari pari al 5,6% rispetto al primo bimestre del 2019, il Nordest nel mese di aprile ha registrato il dato peggiore con un calo del -62% (contro un -76,5% a livello nazionale). Il ritorno in terreno positivo si è avuto a giugno con un +5%. Per poi raggiungere ad agosto un +14,4% come massa salari e un +15,5% di ore lavorate. Un trend confermato anche a settembre con un +7,6% contro una media Italia del +5%. Tra gli analisti c’è la consapevolezza che le nuove restrizioni in atto potranno aggravare nuovamente il quadro, ma resta un moderato ottimismo di fondo per le trasformazioni che attendono il comparto nel medio periodo. —

il monitor di intesa sanpaolo

PADOVA

lizzazione della Pedemontana – sottolinea il vicepresidente del Veneto e assessore alle infrastrutture Elisa De Berti – rappresenta, in un momento difficile come quello che stiamo attraversando, un segnale di forte incoraggiamento e di speranza. Il Veneto non si ferma nemmeno nelle fasi più sfavorevoli e oggi stiamo portando a compimento una delle principali opere pubbliche del Paese, nonostante gli innumerevoli ostacoli di carattere economico e burocratico che abbiamo dovuto superare negli ultimi cinque anni». —

4.639 593 153 18 461 409 806 54 224 39 347 1.221 210 266 1.559 259 177 92 101 359

-2.263 -60 -28 -6 -94 -81 -299 -9 -32 -18 -157 -297 -4 -51 -1.513 -186 -121 -102 -97 -474

VARIAZIONE TENDENZIALE 2° TRIMESTRE 2020

GENNAIOGIUGNO 2020

-32,8 -9,1 -15,5 -25,0 -16,9 -16,5 -27,1 -14,0 -12,5 -32,3 -31,2 -19,6 -1,8 -16,0 -49,3 -41,8 -4-0,5 -52,7 -49,1 -56,9

-19,3 -1,9 -5,2 -21,8 -7,6 -6,7 -15,6 -6,6 -6,1 -21,5 -18,9 -12,9 -2,4 -13,1 -29,1 -22,8 -22,0 -29,1 -33,0 -40,3

LUIGI DELL’OLIO

liquidità sia per investimenti; nei primi 9 mesi dell’anno abbiamo erogato al Triveneto finanziamenti a medio e lungo termini per 7,7 miliardi di euro, in crescita del 65% rispetto allo stesso periodo del 2019» sottolinea Renzo Simonato, direttore regionale Veneto Friuli Venezia Giulia Trentino Alto Adige di Intesa Sanpaolo. «Ora le imprese, dopo la discesa delle vendite del secondo trimestre, sono impegnate a recuperare il fatturato e rapporto con i propri clienti. La pandemia inoltre ha reso ancora più evidente la necessità di puntare a una crescita di lungo periodo basata sulla sostenibilità e in tutto questo la digitalizzazione può contribuire a realizzare soluzioni attente anche all’impatto ambientale. Di fronte abbiamo un periodo dove essere più flessibili per sviluppare nuovi modelli di business e nuovi prodotti sarà fondamentale oltre che utilizzare anche nuovi canali distributivi». Il crollo registrato dai distretti veneti nel secondo tri-

mestre (-32,8%) è il più profondo dalla crisi finanziaria del 2009 (-22,5%). Sono stati risparmiati solo i distretti veronesi dell’industria alimentare, che hanno segnato un aumento delle esportazioni (+1,4% Carni di Verona e +9,6% Dolci e pasta veronese). Hanno retto anche i distretti legati al mondo agricolo le cui attività non si sono interrotte nemmeno all’estero (le macchine agricole di Padova e Vicenza -1,8%) e quelli legati ai consumi domestici (Elettrodomestici di Treviso -12,5%), al packaging alimentare e alla sanificazione (Prodotti in vetro di Venezia e Padova -14%, Termomeccanica di Padova -16 %). I poli tecnologici del Triveneto chiudono il secondo trimestre 2020 in sostanziale stabilità per effetto di due risultati contrastanti: da una parte balzano le esportazioni dell’Ict di Trieste (verso il Giappone) dall’altro perdono in modo rilevante quelle del Polo Ict Veneto e del Biomedicale di Padova. — M.MAR.


GIOVEDÌ 19 NOVEMBRE 2020 - ANNO XVIII - N. 275

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Il volume

Il teatro

Dogi, marmo e memoria: l’opera omnia di Venezia

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Nebbia al mattino

«StraborDante» tra arte, jazz e poesia al Salieri

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VENEZIA E MESTRE

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2°/ 9°

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Il virus Il governatore e il confronto odierno per le nuove fasce alle Regioni: «Abbiamo numeri da area gialla». Tamponi, sforati i 2,6 milioni

Il tesoretto veneto anti-Covid

Mascherine, attrezzature, ossigeno: nei magazzini regionali scorte per mesi. Raggiunti i tremila morti I VACCINI E LA CRISI DI FIDUCIA di Massimiano Bucchi

O

ltre un quinto degli italiani non ha intenzione di farsi vaccinare nel momento in cui il vaccino sarà effettivamente disponibile. Più di un terzo (38%) pensa di vaccinarsi, ma non subito. Una quota quasi identica (36%) è orientata a farsi vaccinare prima possibile. È uno dei dati più significativi e più preoccupanti registrato dalla recente rilevazione dell’Osservatorio Scienza Tecnologia e Società, che monitora periodicamente percezioni e atteggiamenti della popolazione italiana. L’Osservatorio aveva già analizzato gli orientamenti della società nel corso della prima ondata della pandemia, tra marzo e aprile. In quell’occasione, in Italia come in altri Paesi, i dati avevano messo in luce, a dispetto di diffusi luoghi comuni, la tendenza dei cittadini a privilegiare perlopiù fonti di informazione istituzionali e ad attribuire un ruolo minoritario alle informazioni provenienti dai social media o dai propri conoscenti. Anche i giudizi sull’operato delle istituzioni locali e nazionali nella prima fase della pandemia erano largamente positivi, con punte di apprezzamento che superavano l’85% per la Protezione Civile e il 65% per il Governo (dati analoghi si registravano a livello internazionale).

continua a pagina 2

VENEZIA Piano anti-Covid, il Veneto schiera un tesoretto di oltre 56,3 milioni di pezzi tra mascherine, camici, guanti, calzari, cuffie, tute, visiere, scafandri, occhiali e detergenti da distribuire a centomila operatori sanitari e delle case di riposo. Altri 53,6 milioni ne sono stati ordinati. Predisposti quasi seimila letti tra Infettivi, Terapie intensive e Semi-intensive, ospedali di comunità ed ex ospedali riaperti. Ieri intanto si sono superati i tremila decessi e oggi nuovo confronto tra governo e Regioni per le fasce. Zaia: «Non abbiamo demeriti per finire arancioni, ma siamo appesi all’Rt». a pagina 2 Nicolussi Moro

«CARTELLONI DA DICEMBRE»

● ALL’INTERNO

● LE MISURE

L’ORDINANZA DI ZAIA

RESTRIZIONI REGIONALI L’IMPRESA IL VENETO ORA CHIEDE Nicolòeilgiro delmondo RISTORI «AD HOC»

(conilvirus)

di Martina Zambon

L Le speranze dei teatri a pagina 14 Barone

a zona «Gialla plus», vale a dire quel mix nato dalla collocazione in fascia gialla (nazionale) e di ordinanza (regionale) fa del Veneto un caso anche sotto il profilo dei ristori. Il governatore Zaia: «L’ordinanza di Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia ha l’intesa del Ministro della Salute e impegna il governo sui ristori. Il governo dovrà assumere decisioni a pagina 3 nei prossimi provvedimenti».

Il report Studio dell’Ance: così Tav, Olimpiadi e maxi-incentivi stanno ridando fiato al settore

Opere e superbonus, edilizia sprint PADOVA Il superbonus 110%, la ripartenza dei cantieri per la Tav e le future Olimpiadi invernali di Cortina lanciano lo sprint per il settore edilizio in Veneto, dopo lunghi anni bui. a pagina 11 Rossi Tonon

Il vicentino Nicolò Guarrera

D

a Malo a Malo. In m e z z o u n a «passeggiata» lunga 33mila chilometri. Il 26enne vicentino Nicolò Guarrera da tre mesi sta tentando il giro del mondo a piedi, per di più in piena emergenza coronavirus. «Ho lasciato il mio lavoro in ufficio per affrontare quest’avventura», racconta. a pagina 5

VERONA,PARLACOBELLO

«Citrobacter, midissero diunsolocaso»

ALESSANDRO BENETTON

«Autostrade, vergognoso ciò che ho letto»

di Michela N.Moro

È

di Alessandro Zuin

I

l giudizio che emerge sull’operato del management di Autostrade suona come una sentenza: «Ciò che abbiamo letto in questi giorni (nelle intercettazioni, ndr) è vergognoso e inaccettabile». Così Alessandro Benetton su Instagram.

di Andrea Priante

Pedemontana, aprono altri 15 chilometri a pagina 6

a pagina 6

Marghera, 172 milioni per le bonifiche Pace tra Brugnaro e il ministro Costa. Paratoie del Mose, manutenzione a Fincantieri

VENEZIA «Nelle ultime settima-

ne ho firmato tutte le risorse economiche per Marghera, 172 milioni di euro», ha detto ieri il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Soddisfatto il sindaco Luigi Brugnaro, che aveva chiesto al governo, nel corso dell’assemblea Anci, di «decidere in fretta» sui tanti temi aperti, compresi i marginamenti. Intanto ieri il Tar ha ribaltato la gara con cui il Cvn aveva assegnato a Cimolai la manutenzione delle paratoie di Treporti: ora la farà Fincana pagina 10 Zorzi tieri.

LA CASSAZIONE

UcciseroIsabella, trent’anni aifratelliSorgato di Roberta Polese PADOVA Condanne confermate per Freddy Sorgato, sua sorella Debora e la loro complice Manuela Cacco: per la Cassazione sono loro i killer di Isaa pagina 9 bella Noventa.

colpa dei medici. È la replica di Francesco Cobello, commissario dell’Azienda ospedaliera di Verona, alla relazione firmata dagli ispettori sul caso Citrobacter, il batterio killer che ha colpito cento bimbi ricoverati in Terapia intensiva neonatale. a pagina 7


4 Primo Piano

IL GIORNALE DI VICENZA Giovedì 19 Novembre 2020

IlVenetoelalottaalvirus

Ieritratamponi molecolari erapidisi èarrivati a 50mila

«È un primo importante segnale per tante imprese del Veneto». Alessia Rotta (Pd), presidente commissione “Ambiente” della Camera, segnala che in Veneto è giunta la prima tranche di aiuti: quasi 88 milioni di euro a favore di 17 mila soggetti (bar, ristoranti, gelaterie, attività sportive,servizi allapersona,altro)per una ciframedia di4.882 euro.

L’ON.ROTTA E LECIFRE

Ristori,a17 mila veneti oltre 88 milioni

LASETTIMANA DECISIVA. Perilpresidentedel Venetoè prestoperdirese abbiamo superatoilpicco.E lanciaun appelloal governoperché attiviiristori alleattività ferme

Superatalasogliadelle3milavittimedelCovid Zaia:«Stiamogestendol’emergenzanegliospedali Almomentosiamogialli,nonmeritiamol’arancione Neimagazziniscorteperannidimascherineetute» Il Veneto piange oltre 3mila morti da inizio emergenza, il 21 febbraio scorso, cioè quasi nove mesi fa. Il tetto è stato superato ieri. Ne ha dato notizia il presidente della Regione, Luca Zaia, dall’unità di crisi di Marghera. E la battaglia non è ancora finita, purtroppo. Si cerca una prospettiva temporale nell’algoritmo del modello di previsione della Regione che aveva stimato la fase peggiore proprio in questi giorni. Zaia aggiorna: «Se abbiamo superato la fase di picco? Non lo so ancora. La curva sembra iniziare a flettere. Ma è presto. Quel che è certo è che stiamo gestendo con non poca difficoltà la situazione. Stiamo continuamente creando nuovi posti letto per i pazienti Covid. E nelle ultime 24 ore abbiamo registrato anche un buon numero di turn over, cioè pazienti che escono dalla fase acuta. Certo, ci sono anche quelli che ci entrano. Ma c’è uno “scarico” che prima non c’era». GIALLO SÌ, GIALLO NO? Gli oc-

chi poi sono puntati sugli scenari a colori delle Regioni. Il Veneto al momento “resiste” in giallo. Per riuscire a rallentare la curva dei contagi il governatore una settimana fa ha emanato una nuova ordinanza con alcune importanti restrizioni, una sorta di lievi anticipazioni dello scenario arancione, che hanno bloccato l’attività nei centri commerciali nel fine settimana e hanno dato un senso più forte alla lotta agli assembramenti vietando di fatto le passeggiate nei centri storici o nei luoghi affollati. Non solo «Vediamo anche gli effetti delle cure che abbiamo potenziato sul territorio». Insomma, si lavora su tanti fronti. E a Natale cosa succederà? «Lo sapremo a Natale», taglia corto in modo secco il governatore. La cabina di regia del governo, intanto, si riunirà do-

mani. Arriveranno novità? «È un po’ come il “Sabato del villaggio“ - replica -. Attendiamo. Noi non abbiamo pazienti nei corridoi e il nostro piano tiene fino a 6.000 ricoverati. Poi abbiamo anche un ulteriore piano anche se cade un meteorite in Veneto». CONFRONTO SUI PARAMETRI.

Una cosa Zaia la fa capire chiaramente. La Regione sta pianificando e si sta sforzando di tenere tutto sotto controllo. A fronte di questo chiede altrettanta chiarezza dal Governo che è poi quello che decide in quale scenario relegare le varie Regioni. «Siamo tutti appesi all’Rt - continua Zaia -. Lo stiamo calcolando, spero che il Veneto si possa riconfermare zona gialla, non abbiamo demeriti per l’arancione. Speriamo che si possano valutare i nostri dati e che ci sia tempo per i tecnici di argomentare e spiegare le proprie posizioni. Le Regioni, poi, hanno proposto di usare 5 parametri e non gli attuali 21 ed è una proposta tecnica, non politica. Ne parleremo ancora con il Governo». L’APPELLO PER I RISTORI. Re-

sta aperta la questione dei ristori per quelle attività, a seguito dell’ordinanza regionale, che sono state bloccate. «Quel provvedimento, fatto con Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, ha trovato l’intesa del Ministro della Salute. Sarebbe imbarazzante che ci fosse un ristoro solo per le misure attivate a livello nazionale». Di qui l’appello al Governo a renderle subito operative: «Se non attiviamo i ristori vuol dire fare male

«Maipiùsenza. Dipresidi Ffp2neabbiamo periprossimi30 mesi.Diguanti periprossimi2»

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all’occupazione e ridurre il gettito. Insomma, se salta questo concetto salta tutto il sistema».

© RIPRODUZIONERISERVATA

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Piero Erle

La vertiginosa crescita dei nuovi positivi in Veneto si è fermata. Lo dimostra il nuovo “bollettino settimanale” diramato da Azienda Zero, che questa ha analizzato i numeri della pandemia da lunedì 9 a domenica scorsa. La settimana precedente, quella fino a domenica 8 novembre, i nuovi positivi erano stati 20.446 in sette giorni, con un

aumento del +31% rispetto alla crescita di contagi (+15.500) che era stata registrata la settimana prima. La quale, a sua volta, aveva visto addirittura un balzo del +66% rispetto a quella prima: era la terribile ondata di nuovi positivi registrati nella seconda metà di ottobre. Questa volta invece no: i “nuovi positivi” della seconda metà di novembre sono sempre stati tantissimi, e cioè 20.782 (la media + di

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1 ottobre Fonte: elaborazione dati da Regione Veneto Azienda Zero

1 novembre

18 novembre

L’HA DECISO LA REGIONE. E la Fiavet veneta ringrazia l’assessore Caner

Agenzieviaggi,bando per garantire contributi Bastafare richiestain base aesigenzediliquidità per l’attivitàpost-lockdown Giàpronti 2,21 milioni La Regione, su proposta dell’assessore Federico Caner, ha approvato un bando per erogazione contributi alle agenzie di viaggio e turismo colpite dell’emergenza epidemiologica da Covid-19: sarà l’agenzia Avepa a seguire la gestione tecnica, finanziaria e amministrativa dei procedimenti. «Vista la necessità di sostenere le imprese turistiche colpite dagli effetti dell’emergenza epidemiologica attraverso strumenti di immediata efficacia - spiega Caner - con il provvedimento approvato abbiamo destinato all’iniziativa oltre 2,21 milioni, ma prevediamo di integrare la dotazione finanziaria del bando con le risorse che si renderanno a breve disponibili a bilancio, che

Un’agenziadi viaggio

già possiamo quantificare in un ulteriore milione di euro, per finanziare il maggior numero possibile di domande che saranno ritenute ammissibili». Il bando è rivolto alle micro, piccole e medie imprese del settore turistico, che sono iscritte nell’apposito elenco regionale, svolgono attività di agenzie di viaggio, che hanno dovuto sospendere l’attività per il lockdown e ora «debbano far fronte alla realizzazione di interventi volti alla

Rallentailboom dei“nuovipositivi” quasi 3 mila al giorno: ieri in effetti sono stati +3312), ma sono solo il +1,6% rispetto alla massa della settimana prima. Insomma, emergono i primi segnali del fatto che la curva dei nuovi contagi è ormai giunta a un colmo e potrebbe anche iniziare a calare. Questo fa sperare che poi si possa vedere una frenata anche nella crescita dei ricoveri in ospedale, e successivamente nelle terapie intensive, cioè i ricoveri più gravi, e alla fine anche nella terribile crescita di decessi. Ieri però i ricoveri hanno segnato +65, fino a quota 2231, e +6 nelle terapie intensive fino a 293.

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I DATI DELLA PANDEMIA IN VENETO. I ricoveri nei reparti hanno superato quota 2200 (e 293 casi gravi). Più negativizzati

AziendaZero:in unasettimana solo+1,6%. Lacurva è alcolmo

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FORNITURE E OSPEDALE DEL QATAR. Nel quadro delle tan-

te misure messe in piedi dalla Regione per contrastare l’emergenza c’è anche quella delle forniture. Dopo l’incubo vissuto nella primissima parte dell’emergenza, quando non si trovavano neppure mascherine e guanti, il Veneto ha deciso di non farsi prendere più in contropiede. «Di mascherine Ffp2, stiamo parlando delle “ferrari“ delle mascherine, ne abbiamo in magazzino per 22 mesi - dichiara con non poca soddisfazione il governatore -. Arrivare a questo non è stato facile. Un esempio? In Azienda ospedaliera di Padova prima del Covid si usavano 950 camici al mese. Ora siamo passati a 4.500 al giorno. Questo per dire, insomma, che la programmazione era impensabile. Di più. Se avessimo fatto un simile carico di scorta in fase pre-Covid saremmo stati perseguiti per danno erariale. Quindi, per avere una puntuale ricognizione di ciò che serve, ad ogni responsabile di reparto è stato chiesto di completare una tabella con i fabbisogni giornalieri». Il quadro poi lo precisa Paolo Fattori di Azienda Zero con un elenco che vale milioni di euro. La Regione vanta scorte di mascherine FFp3 per 26 mesi; di tute protettive ne ha per i prossimi 30 mesi e di cuffie per 12. Con i guanti si è in difficoltà, si fa per dire, con soli due mesi di scorta e le mascherine chirurgiche per 4. Ogni giorno vengono usati 7.575 calzari, 21.569 camici, 8.804 cuffie, e 98.471 di guanti. Infine, da segnalare che il maxi ospedale tenda regalato dall’emiro del Qatar allestito a Schiavonia è stato in una piccola parte smontato. Quelle parti saranno utilizzati come tendoni per i drive-in dei tamponi. •

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L’EGO-HUB

Cristina Giacomuzzo

La progressiva crescita di vittime legate al SarsCov2 nella seconda ondata

Proprio i decessi, intanto, segnano un’altra impennata nella rilevazione settimanale di Azienda Zero: sono stati 272 in sette giorni, con un aumento di qualcosa come il +62% rispetto alla settimana prima (la quale con 168 lutti già segnava un +76% rispetto a quella prima). Anche ieri sera il report quotidiano ha purtroppo indicato una nuova crescita di 56 nuovi decessi, di cui 15 ciascuno per Veronese e Veneziano, 13 nel Trevigiano e 5 ciascuno per Padovano e Vicentino. Sempre per i decessi, Azienda Zero segnala che si è risaliti al 52% di maschi, e che si resta al

58% di maschi tra i ricoverati in ospedale anche se come numero di casi di infezione maschi e femmine sono pari. Il dato positivo è che anche la crescita di “attualmente positivi” sta calando rispetto a inizio novembre. E in parallelo c’è stata un’impennata dei “negativizzati”, considerati guariti totali: in una settimana se ne sono registrati altri 7.098, raggiungendo poi la quota totale di 42 mila persone, mentre la settimana prima erano stati poco più della metà (+3980). E ieri i nuovi “negativizzati” sono stati ben 1605 nel giro di 24 ore. • © RIPRODUZIONERISERVATA

ripresa dell’attività aziendale in conseguenza della pandemia». Il contributo a fondo perduto va da 2.500 a 4.600 euro, in base al numero degli addetti. Il turismo ha patito moltissimo per la pandemia, sottolinea Caner, e «il danno più rilevante lo stanno subendo le oltre mille imprese venete di intermediazione turistica, a causa del calo, se non addirittura dell’azzeramento dell’attività di incoming e outgoing svolta dalle agenzie di viaggi e turismo». Di qui la decisione di aitarle col bando per “Aiuti per investimenti in macchinari, impianti e beni intangibili, e accompagnamento dei processi di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale”: permette di erogare un contributo per «far fronte alle esigenze di liquidità e non connesso, quindi, alla realizzazione di investimenti produttivi». Il bando, contenente i requi-

siti da possedere per presentare la domanda, le tempistiche e le modalità di presentazione, i criteri per la valutazione e ogni altro elemento informativo utile e necessario per proporre l’istanza da parte dei soggetti interessati, sarà pubblicato nel Bur del Veneto nei prossimi giorni. Soddisfazione viene espressa dal presidente di Fiavet Veneto, Giancarlo Reverenna, che nei giorni scorsi aveva lancoiato l’allarme per la possibile chiusura di tantissime attività di agenzie viaggi: «Potremmo dire: detto e fatto. Riconosciamo all’assessore Caner di aver subito dimostrato attenzione e di essersi attivato con prontezza per fare quanto si era impegnato: per questo lo ringraziamo pubblicamente», afferma Reverenna in una nota. «A seguito dell’emergenza epidemiologica e il blocco del turismo nazionale e internazionale, il nostro il settore di fatto è stato annullato. Tra il 20 e il 30% delle agenzie purtroppo è a forte rischio di chiusura. Con questo aiuto e con i sostegni che stanno arrivando dal governo, speriamo di poter cominciare a rivedere la luce». • © RIPRODUZIONERISERVATA

Leprovince con più “attualmentepositivi”

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1914 Vicenzaguidala classifica.I dati di AziendaZerosono dell’altrasera


GIOVEDÌ 19 NOVEMBRE 2020 LA TRIBUNA

PRIMO PIANO

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Coronavirus: la situazione sanitaria nella Marca

Letti quasi esauriti negli ospedali di Montebelluna e Vittorio Veneto Troppi operatori malati di Covid, congelati 40 posti a Costa La prossima settimana apre il Guicciardini di Valdobbiadene TREVISO

Il numero dei ricoveri continua a salire. 399 i pazienti in area non critica negli ospedali di Marca in base al report di ieri pomeriggio, 432 con i pazienti nei due ospedali di comunità di Treviso e Vittorio Veneto. L’incremento è di 30 ricoveri in più in un solo giorno. Le proiezioni in mano all’azienda sanitaria hanno messo in conto una crescita progressiva dei posti letto occupati , fino a domani, poi la curva dovrebbe ricominciare a scendere. Nel frattempo gli ospedali stanno arrivando alla saturazione dei letti previsti nel piano di emergenza: esauriti i 635 posti disponibili, ai quali vanno aggiunti i 104 della terapia intensiva, l’Usl 2 dovrebbe mettere mano ad un ulteriore piano di massima emergenza. «Ma sono ottimista – frena il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi – venerdì 20 dovrebbe esserci il picco dei ricoveri e poi si dovrebbe cominciare a scendere. Adesso siamo arrivati ai numeri di aprile come ricoveri ordinari». Mentre, a differenza di marzo-aprile scorsi, va decisamente meglio per i posti di Terapia Intensiva. 33 i letti occupati pari al 31,7% del totale disponibile (104 letti). SEMAFORO ROSSO

Su un totale di sette strutture con reparti Covid in provincia di Treviso, gli ospedali da semaforo rosso sono quelli di Montebelluna e Vittorio Veneto – ma anche il Ca’ Foncello che da ieri conta 97 ricoverati

no n critici – molto prossimi al livello di saturazione del blocco letti attivati e immediatamente attivabile che ammonta rispettivamente a 99-100 letti e a 193 complessivi, contando quindi sia i letti occupati che quelli pronti. C’è ancora margine, soprattutto al Costa che è da settimane Covid Hospital. Il problema non trascurabile, però, è legato al reperimento del personale. Gli operatori colpiti dal coronavirus sono circa 140 tra contagiati e contatti in quarantena, in tutta l’Usl. «A Vittorio Veneto a dicembre abbiamo la possibilità di aprire altri 40 posti letto, però manca il personale – spiega infatti il numero uno della sanità trevigiana – ci sono quei 130-140 operatori ammalati o contatti di positivi in isolamento e stiamo aspettando».

ciFre e dati

432 I pazienti in area non critica ricoverati negli ospedali trevigiani secondo il report di Azienda Zero

635 La disponibilità di posti in area non critica per pazienti Covid negli ospedali dell’Usl2

68% La percentuale di saturazione degli ospedali della Marca

I COVID HOSPITAL

Se a Vittorio Veneto la situazione è congelata, a Montebelluna dieci letti di degenza di libereranno non appena verrà aperto l’ospedale Guicciardini di Valdobbiadene. L’azienda sanitaria conta di partire la prossima settimana, indicativamente da lunedì. A Valdobbiadene il “tesoretto” ammonta a 60 letti attrezzati per la somministrazione di ossigeno ai pazienti. Si partirà con l’attivazione di metà posti, una trentina. Per fare fronte alla carenza di personale l’azienda ha stretto un accordo con gli Istituti San Gregorio. L’Ipab per anziani di Valdobbiadene ha messo a disposizione 12 infermieri e 7 ausiliari, mentre l’Usl invierà i propri

Un reparto ospedaliero di terapia intensiva

112 I ricoverati all’ospedale di Vittorio Veneto, una delle strutture già “esaurite”

130 I nuovi ricoveri nell’ultima settimana, da mercoledì 11 novembre a ieri

33 I posti occupati da pazienti Covid in Terapia intensiva, dove la disponibilità è di 106 posti

medici. Altro personale potrebbe mettersi a disposizione a titolo volontario. Il progetto per quel che riguarda il Covid Hospital Guicciardini, è di adibirlo ai cosiddetti ricoveri intermedi, per i pazienti che escono dalla terapia intensiva e per chi ha bisogno di assistenza prima del rientro a casa. Sono in arrivo, frattanto, a Treviso e Conegliano i tendoni della protezione civile che serviranno per il pre triage. «Esclusa la possibilità che i nostri pazienti possano andare, in caso di estrema emergenza, in ospedali di altre Usl» conclude Benazzi. — MARZIA BORGHESI © RIPRODUZIONE RISERVATAHHHH

da oggi a domenica

Nuovo direttivo dell’Ordine medici e dentisti vanno al voto Al via la terza convocazione per eleggere il direttivo dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Treviso che rappresenterà gli iscritti per i prossimi quattro anni. Due le liste che concorrono “Medici uniti” e “Libertà medica”. Si vota oggi dalle 9 alle 19 in sala Dal Col all’ospedale Santa Maria dei Battuti di Conegliano, domani con lo stesso orario nella sa-

Tamponi anche in farmacia nella Marca pronte in cento

TREVISO

Anche i farmacisti schierati nel grande esercito chiamato ad effettuare i tamponi sulla popolazione. Giovedì della scorsa settimana si è tenuto un

incontro in Regione per affrontare il duplice tema vaccini antinfluenzali e tamponi. Per quel che riguarda le dosi vaccinali, i presidi nel territorio le attendono per i primi di dicembre in modo da riservare i prossimi stock all’immunizzazione degli anziani rimasti a secco. Sul fronte emergenziale dei tamponi, i farmacisti hanno fornito la propria disponibilità a mettere a disposizione gli spazi: un centinaio nella Mar-

ca ha detto sì. «Una buona parte ha aderito – spiega Franco Gariboldi Muschietti, presidente di FarmacieUnite – ci vuole uno spazio adeguato perché i tamponi si faranno all’esterno della farmacia per chi ha il parcheggio, all’interno se il locale è adatto. Bisognerà organizzarsi con gli orari perché non si possono mescolare quelli che devono fare il tampone con gli altri utenti, quindi durante la pausa pranzo o dopo

V. C.

la chiusura, a farmacia chiusa». L’inghippo, anche in questo caso, riguarda il personale. «I tamponi possono essere somministrati solo da personale incaricato, cioè infermieri. Per partire basterebbe trovarli». E chi paga l’infermiere che fa il tampone in farmacia? «Lo dobbiamo reperire noi e pagarlo. I tamponi li fornisce l’Usl». Sembra che chi si recherà in farmacia dovrà pagare per effettuare il tampone. Il punto verrà chiarito quando il progetto partirà. E i test di autodiagnosi? Secondo i farmacisti andrà acquistato, ma l’altroieri il presidente della Regione Luca Zaia ha affermato il contrario. Il vero nodo da sciogliere è la tracciabilità . —

la novità

I presidi nel territorio metteranno a disposizione i negozi e le aree esterne «Andranno fatti fuori orario ma servono infermieri»

la riunioni via Togliatti del nosocomio di Montebelluna, sabato e domenica si voterà nella sede dell’ente ordinistico in via Cittadella della Salute a Treviso. Tutti gli iscritti all’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri sono chiamati a votare per rinnovare consiglio direttivo e collegio dei revisori dei conti. —

M.B.

Le farmacie, avamposti nel territorio contro il Covid 19

© RIPRODUZIONE RISERVATA


GIOVEDÌ 19 NOVEMBRE 2020 IL MATTINO

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CULTURA & SOCIETÀ Lo studio

Vita e morte monumentale dei dogi a Venezia Nelle loro sepolture storie d’arte e di potere Viaggio affascinante di Toto Bergamo Rossi, con le immagini di Matteo De Fina: un itinerario inedito tra marmi e chiese Manuela Pivato

Chi disteso, nella posizione ultima, chi seduto sulla propria vecchiaia, chi in piedi, nell’atto di ricevere l’omaggio del popolo. Tutti egualmente solenni, con il corno ducale in testa, il manto di porpora sulle spalle, nel freddo del marmo e nella gloria dei secoli, raccontano da morti che uomini furono in vita. Sessanta tombe di altrettanti dogi (sui 120 che ressero la Repubblica), sparpagliate tra una dozzina di chiese veneziane, costituiscono la narrazione del volume “I monumenti dei dogi. Sei secoli di scultura a Venezia” di Toto Bergamo Rossi con Sebastiano Pedrocco, le fotografie di Matteo De Fina, l’introduzione di Marino Zorzi, la benedizione del presidente della Regione Luca Zaia che ha sostenuto il progetto, edito da Marsilio e da oggi nelle librerie. IL VOLUME

Il volume – 368 pagine, 250 illustrazioni a colori, tre chili di peso – illumina un pantheon diffuso pressoché sconosciuto, opera di ignoti scalpellini nel Medioevo e di sommi scultori dal Rinascimento in poi quali Pietro Lombardo, Antonio Rizzo, Jacopo Sansovino, Alessandro Vittoria, Baldassarre Longhena ai quali i dogi stessi affidavano la propria immortalità, pagando di tasca propria cifre a volte pazzesche, maggiori di quelle spese per le tombe papali, poiché soltanto quando non c’era più, il capo dello Stato del-

la Serenissima poteva lasciarsi andare senza remore all’autocelebrazione. Realizzato nei mesi del lockdown, scritto di notte, terminato a fine settembre, il libro, a dispetto dell’argomento, è una festa per gli occhi, per le dita sulle pagine, che dalla carta può prendere sostanza in ogni momento, nelle chiese grandi e piccole della città, secondo un itinerario inusuale, con tocchi pop, che sarebbe perfetto per i 1.600 anni della fondazione di Venezia. I MARMI

La collana di monumenti funebri alza il velo, infatti, sulla stupefacente bellezza dei marmi preziosi e di recupero così come sul carattere del committente, in un accordo felice tra arte e intimità. «Oltre a restaurarle, ho sempre guardato le tombe» spiega Toto Bergamo Rossi «questo libro vorrebbe rendere accessibile a tutti una materia che può essere ostica; nell’immaginario uno pensa, che noia, ma invece le tombe sono come una grande messinscena». LE CHIESE

il progetto

Come quella del Mausoleo Valier, a Ss. Giovanni e Paolo (dove sono sepolti dodici dogi), alto venti metri, quasi un set teatrale per il grande atto prima della fine del doge Bertuccio, del doge Silvestro e della dogaressa Elisabetta Querini, troppo ricca per essere criticata. O il monumento nella Basilica dei Frari di Giovanni Pesaro, rimasto doge per dieci mesi appena, ma deciso a

Nella foto ©Matteo De Fina, un dettaglio della spettacolare sepoltura dei dogi Bertucci e Silvestro Valier nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo (Andrea Tirali, Pietro Baratta e altri, inizio XVIII secolo). A destra la copertina del volume edito da Marsilio, di Toto Bergamo Rossi con Sebastiano Pedrocco; fotografie di Matteo De Fina, introduzione di Marino Zorzi.

farsi seppellire nella seconda tomba dogale più grande di Venezia. TOMBE E STORIE

L’alidà, così come l’adilqua, era tutto a carico del doge che poteva scegliere dove essere sepolto sbaruffandosi, a volte, con i frati; non stupisce, dunque, che qualcuno più sparagnino si sia limitato a un mezzo busto tra due putti o abbia sposato l’understatement, come Alvise Mocenigo, che giace sotto una semplice lastra di

untitled 2020

Punta della Dogana, mostra online e arredi d’artista in vendita a 1 euro La mostra collettiva “Untitled, 2020. Tre sguardi sull’arte di oggi” a Punta della Dogana, curata da Caroline Bourgeois e Thomas Houseago si sposta online grazie a video dedicati a ciascuna sala, podcast e video-interviste con gli artisti, disponibili sui canali social e sul sito www.palazzograssi.it. Accompagnato da Caroline Bourgeois, attraverso 20 video dedicati che, sala per sala, illustrano il percorso espositi-

vo e grazie a interviste esclusive dal titolo “Ten minutes with” in cui la curatrice discute con gli artisti presentati in mostra (come Luc Tuymans, Valie Export, Alice Kettle, Hélène Delprat, Ser Serpas, per svelarne i processi creativi), il pubblico potrà così proseguire nella visita e nella scoperta di “Untitled, 2020. Tre sguardi sull’arte di oggi”,sospesa lo scorso 5 novembre in rispetto delle misure di contenimento

del Covid-19. Spaziando tra diversi media, dalla scultura al video, dalla pittura alla fotografia, le opere di oltre sessanta artisti si articolano in 18 sale, ciascuna dedicata a uno dei grandi temi al centro della ricerca artistica contemporanea, come la morte, la vita, il sesso, la politica. Il percorso espositivo si snoda intorno all’allestimento concepito a partire dall’atelier dell’artista inglese Tho-

“The Studio”, Opere di Thomas Houseago e Muna El Fituri

mas Houseago, scelto come simbolo del luogo di creazione per antonomasia: lo studio dell’artista, realizzato nel Cubo disegnato da Tadao Ando, il cuore di Punta della Dogana. In occasione dell’anticipato

disallestimento della mostra rimane inoltre attivo fino al 27 novembre il bando lanciato da Palazzo Grassi – Punta della Dogana per la selezione di un soggetto, pubblico o privato, cui cedere al prezzo simbolico di 1 euro sei pezzi di ar-

marmo nella chiesa di San Stae scomparendo nel pavimento esattamente come non aveva voluto apparire in vita. «Non sono tombe, sono storie» dice ancora il curatore. Anche di banale burocrazia, come quella che paralizzò il cantiere del Doge Leonardo Loredan, morto nel 1521, e la cui tomba a Ss. Giovanni e Paolo, tra progetti non accolti, decesso dello scultore e baruffe, fu finita solo un secolo più tardi. – © RIPRODUZIONE RISERVATA

redo, firmati dall’architetto Jeff Guga e realizzati per l’installazione site-specific della sala espositiva “Lo studio” ispirata all’atelier di Thomas Houseago. Data l’imponenza e l’impossibilità di un riutilizzo da parte dell’istituzione, Palazzo Grassi ha scelto di promuovere un bando che garantisse una nuova destinazione d’uso collettivo a questi oggetti. Continua anche il racconto delle mostre di Palazzo Grassi “Henri Cartier-Bresson. Le Grand Jeu” e “Youssef Nabil. Once Upon a Dream”, ugualmente per il momento sospese al pubblico, attraverso contenuti di approfondimento, interviste e conferenze online disponibili sui canali digitali dell’Istituzione. —


PRIMO PIANO

Corriere del Veneto Giovedì 19 Novembre 2020

LE MISURE

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di Martina Zambon

VENEZIA Nei corridoi di palazzo,a Roma, si scherza sulle «cinquanta sfumature di giallo» del Veneto. Ma battute sulle nuances a parte, la zona «Gialla plus», vale a dire quel mix nato dalla collocazione in fascia gialla (nazionale) e di ordinanza (regionale) fa del Veneto un caso anche sotto il profilo dei ristori. Facciamo un passo indietro. Il presidente della Regione, Luca Zaia si è battuto per acquisire, per la sua ordinanza, l’intesa del ministero della Salute. Perché? Perché, ha spiegato a suo tempo e ha ribadito anche ieri, «così si dovrebbero agganciare i ristori nazionali». Traduciamo: con l’ordinanza regionale, i bar, ad esempio, hanno un vincolo in più: l’obbligo di consumare esclusivamente da seduti dalle 15 alle 18. E poi, ancora, i centri commerciali, ma anche le superfici di vendita medie e grandi in generale, sono chiuse nel week end. La domenica, infine, a parte i negozi essenziali, gli altri restano chiusi. Queste ulteriori restrizioni rispetto alla «zona gialla semplice» hanno una ricaduta negativa sui registratori di cassa che, nello schema pensato dalla Regione, va ristorata ulteriormente. «Capiamoci - ha detto ieri Zaia - le nostre restrizioni significano meno assembramenti, meno contagi e quindi meno spese sul sistema sanitario. Mi pare logico che vadano ristorate le attività che si sacrificano. Anche perché, viceversa, se il governo non la pensasse così passerebbe il concetto che le chiusure decise da Roma si ristorano e quelle decise dalle Regioni no. Sarebbe una negazione subdola e strisciante dell’autonomia che ci viene concessa nel decidere nuovi giri di vite». Una bordata che cade nel

Zona gialla «plus» il Veneto chiede a Roma un piano di ristori ad hoc L’ordinanza regionale

Bar e ristoranti: fasce e ordinanza Con l’ultima ordinanza regionale, per bar e ristoranti, oltre a dover chiudere alle 18 come previsto dal Dpcm (per chi è in fascia gialla) in vigore, si consuma solo al tavolo dalle 15 alle 18. Chi è in fascia arancio o rossa resta invece chiuso

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Centri commerciali e week end L’ordinanza regionale colma un «vuoto normativo» del Dpcm che prevede la chiusura dei centri commerciali nel week end. In Veneto è prevista la chiusura per tutte le attività commerciali «di medie e grandi superfici»

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Negozi chiusi la domenica Una chiusura non prevista per le regioni in fascia gialla ma scelta dal Veneto è la chiusura dei negozi la domenica. Tutti tranne quelli essenziali: alimentari, farmacie, edicole e tabaccherie. In fascia rossa i negozi sono tutti chiusi, sempre

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Gli italiani e la seconda ondata Rispetto alla gestione della pandemia, come giudica l’operato dei seguenti soggetti? (valori %) Protezione Civile Comune di residenza Regione o Provincia di residenza Esperti scientifici nazionali Organizzazione Mondiale della Sanità Governo nazionale Mezzi di informazione Unione Europea

ottobre aprile marzo ottobre aprile marzo ottobre aprile marzo ottobre aprile ottobre aprile marzo ottobre aprile marzo ottobre aprile marzo ottobre aprile

17,8

VE

Il governatore: «Con le nostre restrizioni meno malati e meno spesa pubblica». Baretta: «Si elabori una stima in regione»

Il dibattito lano, il 20% dei veneti è stato sottoposto a screening. Ma oggi sarà una nuova giornata campale per capire se la regione potrà restare in area gialla o passerà in quella arancione, il che significherebbe divieto di spostamento anche tra Comuni e chiusura totale di bar, ristoranti, pub, gelaterie e pasticcerie. «Stiamo completando il caricamento dei dati richiesti dall’Istituto superiore di Sanità secondo i 21 parametri stabiliti e che le Regioni hanno chiesto di ridurre a cinque per scelta tecnica, non politica — annuncia il governatore —. Ci manca un dato, siamo in difficoltà soprattutto su Verona, ma stiamo correndo. I nostri indicatori sono buoni, non abbiamo malati in corridoio ed è appena arrivata una bella scorta di plasma iperimmune, donata dai pazienti guariti dopo gli appelli lanciati dalle Usl e da trasfondere a nuovi degenti. Insomma, la situazione è sotto controllo, le misure anti-assembramento stanno funzionando e quindi non abbiamo demeriti per passare in area arancione. Certo, siamo appesi all’Rt (l’indice di trasmissione del virus, che nell’ultimo monitoraggio era sceso da 1,57 a 1,29, ndr) — aggiunge Zaia — lo stiamo ricalcolando e speriamo che Roma valuti i nostri parametri fino in fondo. E che, in caso di problemi, ci sia spazio per i tecnici di argomentare». Oggi il confronto tra le Regioni e il ministero della Salute, ma niente previsioni sul Natale, perché «ogni giorno ha la sua pena». Per chiudere la «chicca» sull’ospedale da campo donato dal Qatar ma senza le opportune attrezzature e rimasto un grande tendone allestito dalla Protezione civile all’esterno del Covid Hospital di Schiavonia. Il corpo centrale resterà lì, mentre le due piccole ali laterali, essendo modulari e divisibili in più parti, verranno trasformate in cinque presidi per i tamponi drive-in da allestire in giro per il Veneto. Sono due capannoni larghi 10 metri e lunghi 60, predisposti anche per resistere al maltempo e alla neve. Michela Nicolussi Moro

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Negativo Positivo Non so giudicare 68,9 13,4 17,7 86,5 8,2 5,3 76,1 9,0 14,9 62,3 23,4 14,3 75,1 12,7 12,2 64,6 17,9 17,5 56,1 29,0 14,9 77,5 15,3 7,2 64,1 20,6 15,3 49,5 26,0 24,5 72,4 10,3 17,3 46,5 32,3 21,2 62,7 19,5 17,8 61,0 21,9 17,1 49,6 37,2 13,2 65,6 23,1 11,3 53,3 31,9 14,8 43,8 40,7 15,5 63,1 26,7 10,2 47,5 41 11,5 33,3 39,8 26,9 66,6 15,6

Fonte: Dati dell’Osservatorio Scienza Tecnologia e Società

giorno in cui lo stesso presidente del consiglio Giuseppe Conte annuncia: «Ci rendiamo conto che quanto sin qui fatto non è sufficiente. Si sta ragionando su nuovi incentivi». Nel frattempo, Zaia sottolinea che «sui ristori ci sono notizie in contrapposizione, chi ha avuto e chi non ha avuto nulla, servirebbe una contabilità ufficiale e la può fare solo il governo. Auspico che il governo dia informazioni su chi ha avuto queste risorse. L’ordinanza di Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia ha l’intesa del Ministro della Salute e impegna il governo sui ristori. Sarebbe imbarazzante che ci fosse un ristoro solo per le misure attivate a livello nazionale. Penso che il governo dovrà assumere decisioni nei prossimi provvedimenti». Dal Mef ricordano che il decreto Ristori bis attua erogazioni «graduate». Per i bar, ad esempio, il ristoro (automatico per chi già lo chiese col primo decreto Ristori) è del 150% per chi è in zona gialla e del 250% per chi è in fascia arancio o rossa (i locali in questi due casi sono chiusi del tutto). «Non c’entra assolutamente l’autonomia - risponde il veneziano Pier Paolo Baretta, sottosegretario dem all’Economia - e lo schema di divisione per fasce l’abbiamo costruito insieme alle Regioni. Detto questo, come calcolare l’effetto di scoraggiamento fra gli avventori per l’obbligo di consumare solo seduti? Un calcolo di quello che potrebbe essere le conseguenze lo potrebbe fare la Regione... Nel momento in cui pone questo problema, proponga anche una valutazioni di merito su come valutare, si stimi il dato». Il princ i p i o d e i r i s to r i , s p i e g a Baretta, è quello del «criterio prevalente». «Si è scelta come

Le chiedo ora di pensare agli esperti scientifici italiani che sono intervenuti pubblicamente sulla pandemia. Con quale di queste affermazioni si sente più in accordo?(valori %) Dati raccolti tra il 21 e il 31 ottobre Dati raccolti tra il 2 e il 9 aprile Da parte degli esperti scientifici italiani ci sono stati pareri troppo diversi, si è creata confusione 61,9 47,8

priorità inequivocabile di partire con i ristori dalle attività completamente chiuse - aggiunge -dando priorità alle zone rosse. Fortunatamente il Veneto si trova in una zona gialla e bisogna tener conto di questa differenza. Ciò detto, è del tutto evidente che la semplice applicazione di misure di ristoro solo a chi ha chiuso per decisione del governo è insufficiente. Penso alle attività virtualmente aperte ma completamente ferme come gli alberghi o chi organizza eventi. Posso assicurare che è un tema presente nella discussione in seno al governo come dimostrano le dichiarazioni del premier». A fornire i numeri del dl Ristori in Veneto è Alessia Rotta, presidente della commissione Ambiente alla Camera (Pd): «Oltre 87 milioni a fondo perduto subito nei conti correnti delle attività del Veneto vale a dire aiuti a 17 mila attività per un importo medio di 4.882 euro. Una risposta concreta ai tanti imprenditori che stanno vivendo un momento di grande difficoltà a causa delle nuove misure per contenere la pandemia». Intanto, il senatore Udc Antonio De Poli attacca: «Il Veneto non è una regione di serie B, sui ristori è essenziale che il governo faccia la sua parte e, quindi, siamo in piena sintonia con le richieste di Zaia». A proposito di economia e di commercio, infine, Patrizio Bertin, Confcommercio Veneto, si scaglia contro il professor Massimo Galli del «Luigi Sacco» di Milano, «reo» di aver caldeggiato lo shopping natalizio online. All’indomani della campagna lanciata da Confcommercio a favore dei negozi di vicinato, Bertin tuona: «Nel prossimo Dpcm vietassero ai virologi di parlare di economia». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Nel momento in cui sarà disponibile un vaccino, lei personalmente: Si farà vaccinare appena possibile 36,2%

Si farà vaccinare, ma non subito

Gli interventi pubblici degli esperti scientifici italiani sono stati chiari ed efficaci 19,2 33,3 Sarebbe meglio che gli esperti scientifici dessero i propri pareri in via confidenziale alle istituzioni, e non pubblica 9,2 11 Gran parte degli esperti scientifici è competente ma non è in grado di comunicare in modo chiaro 9,7 7,9

37,9%

Non si farà vaccinare 21,5%

Dati dell'Osservatorio Scienza Tecnologia e Società rilevati su un campione della popolazione italiana con un'età maggiore o uguale ai 15 anni proporzionale e rappresentativo per genere, classe d'età, provincia di residenza e titolo di studio (n marzo=979; n aprile=1029; n ottobre=991) L’Ego-Hub

La misura anti virus

Padova prepara l’ordinanza anti fumo

PADOVA Vietato fumare all’aria aperta, nei luoghi pubblici e quando si è in presenza di altre persone. Con l’obiettivo di frenare la pandemia da coronavirus e quindi ridurre il numero di contagi, il sindaco di Padova, Sergio Giordani, ha fatto sapere ieri di essere intenzionato a replicare pure all’ombra del Santo l’ordinanza antifumo firmata venerdì scorso dal suo collega di Cittadella, Luca Pierobon. Un provvedimento, quello in vigore nella città murata, che prevede appunto, pena una multa da 150 euro, il divieto di fumo «in tutto il centro storico, alle fermate dei mezzi di trasporto pubblico, in prossimità degli istituti scolastici e nelle aree pubbliche in situazioni di coda in attesa di accedere a esercizi commerciali e uffici pubblici e privati». «Lo dico da ex fumatore incallito - ha scandito Giordani - Fumare fa male. E in questo periodo di emergenza sanitaria, può essere ancora più pericoloso. Sia per se stessi che per gli altri. Secondo alcune teorie scientifiche, infatti, il fumo può rappresentare un veicolo di diffusione del virus. E dunque, già nei prossimi giorni, mi confronterò con il direttore generale dell’Usl 6 Euganea, Domenico Scibetta, e con quello dell’Azienda Ospedaliera, Luciano Flor, per decidere il da farsi». Il sindaco, poi, ha rivendicato le recenti misure anti-crisi varate a sostegno delle categorie economiche, come la gratuità (dopo le 14) di 255 stalli blu a ridosso del centro, la «liberalizzazione» della Ztl e l’ampliamento fino a 350 posti auto dell’area di sosta dell’ex caserma Prandina: «Bisognava dare un segnale di aiuto a commercianti e ristoratori che, a causa delle restrizioni anti-Covid, sono in grossa sofferenza». Davide D’Attino

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