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Primo Piano
Domenica 13 Settembre 2020 www.gazzettino.it
La ripartenza
Agli insegnanti fragili lavori fuori dalle aule: «Segretari o archivisti» Per chi chiede l’esenzione dal contatto con `Per i precari c’è il rischio di non essere gli alunni è possibile il cambio di mansione più chiamati dagli istituti come supplenti `
L’ANNUNCIO ROMA Via dalla cattedra, i docenti fragili a rischio Covid si spostano nelle segreterie scolastiche o in biblioteca. Possono anche cambiare scuola. Al loro posto, in classe, arriverà invece il supplente. Sarà quindi importante capire quanti sono gli insegnanti che avranno bisogno di restare fuori dalla classe, anche per quel che riguarda la chiamata dei precari che li andranno a sostituire. Si andranno infatti ad aggiungere alle cattedre vacanti, che andranno a supplenza, e a quei docenti che risulteranno positivi ai test sierologici e non potranno quindi restare tra gli studenti fino a quando i tamponi non risulteranno negativi. Non solo adesso, con i test volontari da cui sono emersi circa 13mila casi di docenti positivi da sostituire almeno nei prossimi giorni, ma anchedurante l’anno scolastico quando, inevitabilmente, si presenteranno nuovi casi di positività. Il tema dei lavoratori fragili, quest’anno, potrebbe essere più delicato rispetto agli anni passati. Il docente o il personale Ata, vale a dire addetti alle pulizie, alla segreteria o ai laboratori, possono chiedere al dirigente scolastico una visita ad hoc attraverso l’attivazione della sorveglianza sanitaria per valutare la loro idoneità o meno alle attività scolastiche.Non si tratta di un problema legatoall’età dellavoratore ma a quelle patologie a rischio che, con il Covid, potrebbero avere conseguenze
ANCORA NON SI SA QUANTI INSEGNANTI PRESENTERANNO IL CERTIFICATO. UN ALTRO BUCO NEGLI ORGANICI DA COPRIRE
pericolose.
CHI PUÒ CHIEDERLO Vale, ad esempio, per i malati cardiopatici o per quelli oncologici. Sarà unmedicoacertificarela condizione di lavoratore fragile. A quel punto si può decidere per diversestrade: il docente resta in classe ma con una protezione maggiore, ad esempio adottando le mascherine FFp2 o un maggiore distanziamento, oppure esce dalla classe. Può mettersi in malattia, restando quindi a casa, oppure può spostarsi a lavorare, ad esempio, in segreteria. «Un docente cosiddetto fragile - spiega Maddalena Gissi, segretaria nazionale Cisl Scuola - potrà coprire mansioni legate ai servizi di segreteria. Chiediamo uniformità di valutazioneda parte dei medici». Tra le mansioni previste per
La ministra Azzolina
«Si può tenere la mascherina al banco» «Nessuno vieta al ragazzo, se vuole tenere la mascherina in classe, di tenerla. Noi siamo l’unico paese al mondo a consegnare le mascherine ai ragazzi. Noi abbiamo detto una cosa diversa: se c’è il metro di distanza, da seduti, il ragazzo può abbassarla, ma se vuole tenerla anche in classe può farlo». Lo ha detto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. «Se c’è distanziamento, un
metro di distanza la mascherina può essere abbassata, ma se il ragazzo o ragazza ha paura può tenerla anche se c’è metro di distanza ha aggiunto Azzolina - e anche l’insegnante in classe se sta a due metri di distanza dagli studenti può togliere la mascherina, altrimenti deve tenerla ad esempio se si alza e gira tra i banchi deve tenerla».
Bimbi malati all’asilo, focolai in Veneto e in Lombardia SCUOLA VENEZIA Focolai tra piccolissimi in alcuni asili veneti e lombardi. In Veneto due bimbi di appena due anni che risiedono uno a Mussolente (Vicenza) e l’altro a Portogruaro (Venezia), hanno contratto il virus. Nei giorni scorsi avevano qualche linea di febbre e per questo sono stati sottoposti al tampone che ha dato esito positivo. Il piccolo di Portogruaro frequenta la scuola dell’infanzia paritaria ”Bambin Gesù” del popoloso quartiere di San Nicolò. Con i due bambini
sono finite in quarantena tutte le sezioni dei nidi che hanno avuto contatto con loro. La notizia della positività dei bambini è stata data dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, durante il punto stampa per l’aggiornamento dei contagi e l’avvio dell’anno scolastico di domani. Per quanto riguarda Portogruaro la scuola dell’infanzia era stata aperta lo scorso 3 settembre e ha accolto da subito 84 bambini, inseriti in 4 sezioni a seconda dell’età. Il dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 4 del Veneto Orientale ha precisato che il piccolo aveva sintomi e
febbre. «La scuola – spiega la direttrice - ha adottato tempestivamente le misure di contenimento previste dal Protocollo nazionale». Lo stesso accade anche a Pavia dove la scuola comunale “8
HANNO SOLO DUE ANNI I PICCOLI RISULTATI POSITIVI AL COVID IN DUE NIDI DI MUSSOLENTE E PORTOGRUARO
Insegnanti delle scuole di Napoli si sottopongono al test sierologico
undocentefragilecisonoilservizio di biblioteca e l’organizzazione dei laboratori, i supporti didattici ed educativi o nell’utilizzo degli audiovisivi e delle tecnologie informaticheo più in generale i servizi amministrativida36oresettimanali. Oggi un docente svolge 18 ore di lezione settimanali in cattedra alle quali cui si aggiungono almeno altrettante di programmazione e preparazione dellelezioni oltreai collegi pomeridiani. L’insegnante inido-
marzo” è stata messa in quarantena dopo che una bambina di 4 anni è risultata positiva al Covid-19. Anche qui a far scattare l’allarme sono state alcune linee di febbre che la bambina ha accusato in settimana. La mamma ha contattato il pediatra che ha disposto il tampone effettuato la mattina del 10 settembre. Su 65 tamponi effettuati quel giorno su bambini, 6 sono risultati positivi: oltre all’alunna della scuola materna “8 marzo”, anche un bambino di 1 anni, uno di 2 anni, una bambina di 5 anni, uno di 11 e infine uno di 13. Intanto anche 25 bambini di una sezione di una scuola materna di Porto Mantovano (Mantova) sono stati posti in isolamento domiciliare dopo che sei di loro hanno accusato sintomi influenzali. L’isolamento è precauzionale in attesa degli esiti dei tamponi. r.ian. © RIPRODUZIONE RISERVATA
neo alle sue mansioni dovrà ripetere le visite perché questa condizione, strettamente legata all’emergenza Covid, è ovviamente temporanea. Se in una scuola dovessero esserci più lavoratori fragili, è possibile anche che decidano di spostarsi su altre scuole. Per i presidi le indicazioni dal ministero dell’istruzione sono arrivate troppo a ridosso dell’avvio dell’anno scolastico: «Potrebbero presentarsi difficoltà applicative - spiega Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi - considerato che la platea dei lavoratori interessati si configura senz’altro più ampia di quella che risulta coinvolta in condizioninoneccezionali».
SUPPLENTI A RISCHIO Non solo, purtroppo non tutti i lavoratori fragili sono uguali: i supplenti sono,difatto,ancorapiù fragili. Non possono rischiare di rimanere a casa e perdere un anno di lavoro e, quindi, di punteggi. «Abbiamo chiesto -spiega FrancescoSinopoli, segretario nazionale della FlcCgil - che a questi lavoratori venga garantito lo stesso trattamento siadalpuntodivistadelrapportodi lavoro, che del trattamento economico. Solounodiquestiduepuntiè stato acquisito: il diritto a stipulare comunque il contratto a tempo determinato spettante sia nel caso in cui, successivamente alla stipula, dovesse essere certificata la situazione di fragilità, sia nel caso in cui questa situazione sia già preesistente». Lorena Loiacono © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Quel banco senza compagni
Corsa contro il tempo per avere le mascherine chirurgiche il primo giorno di scuola. I corrieri stanno distribuendole, alcune scuole nel week end sono chiuse ed è possibile che domani molti studenti debbano portarsele da casa. > PAG12
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di FERDINANDO CAMON
«Gravi ritardi ma il 14 settembre cambierà tutto»
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> DUSO PAG13
REGIONE. Zaia:trattativa conscienziati conclusa
Verso la quarantena disolisettegiorni di PIERO ERLE
«Siamo vicini all’accordo tra Stato e regioni per ridurre la quarantena da 14 a 7 giorni». Il governatore veneto Luca Zaia conferma la svolta nazionale nella gestione della pandemia: l’evidenza di infezione in corso si ha in 5-6 giorni, gli scienziati stanno convergendo. > PAG6
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L’inaugurazioneieridi Voice,fiera dell’oro aitempi delcovid
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COGOLLODELCENGIO. Un tragico incidentel’altranotte tra ilterzo e quartotornante
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on so se domani esploderà qualche fatto di cronaca che riempirà le pagine dei giornali e attirerà l’attenzione di noi tutti noi, ma c’è un fatto normale, ciclico, previsto, un fatto ovvio e perfino banale, che s’avvicina, riguarda la vita delle famiglie e ha una grandissima importanza per i nostri figli, forse è l’evento più importante che li riguarda: si prepara la riapertura delle scuole. Da come riaprono e come funzionano dipenderà la formazione del carattere e del comportamento dei nostri figli, oggi piccoli uomini, domani veri uomini. I problemi aperti sono tanti, e non sappiamo come verranno risolti. Abbiamo visto mille volte nei tg i nuovi banchi dove i nostri ragazzi siederanno. La novità più sensazionale è che saranno banchi singoli, ogni scolaro sarà solo, non avrà il compagno di banco, e così sparisce una figura d’importanza enorme, culturale affettiva comportamentale, nella vita dei nostri figli. Il primo giorno non ce ne accorgeremo, la prima settimana nemmeno, ma a lungo andare questo vuoto creerà una lacuna nella vita di ciascun ragazzo e ragazza, non ci sarà quella figura d’appoggio che noi tutti abbiamo avuto e che non abbiamo più dimenticato. Tuttavia credo che il problema principale che si porrà nelle scuole fin da subito sarà la scuola “in presenza” o come si dice “da remoto”. Da uomo di scuola, che ha insegnato per tutta la vita, spero fortemente che chi deve affrontare questa scelta avverta l’importanza enorme che ha la presenza dell’insegnante nel trasmettere la cultura e nel formare il carattere dell’alunno-scolaro-studente. Un insegnante ottiene per quel che sa, certo, ma ottiene anche per quel che è. Uno “è” un insegnante, non “fa” l’insegnante. Se “è” un insegnante, insegna anche quando sta zitto, guardandoti e sorridendoti, se “fa” l’insegnante consegna un insegnamento meccanico, non-umano, morto. Fa più cultura un insegnante “in presenza” in un’ora che un insegnante “da remoto” in una giornata. L’insegnante è un vice-madre, un vice-padre. Il ragazzo gli si deve affezionare. Vedersi e stare a contatto è fondamentale. •
L’ESPERTOINSICUREZZA
È successo venerdì notte fra il terzo e il quarto tornante del Costo: una Harley Davidson si è scontrata con una Volkswagen Passat. La vittima è il 52enne alla guida della moto, Alessandro Salvatore, operatore ecologico per Alto vicentino ambiente: ieri mattina i colleghi di lavoro lo attendevano. > PAG28
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PRIMO PIANO
DOMENICA 13 SETTEMBRE 2020 IL MATTINO
Coronavirus: l’epidemia in Italia
Regioni contro il governo sulla scuola Mascherine e insegnanti in ritardo Mancano anche i banchi. Azzolina: «L’importante è tornare a in aula sapendo che è un anno straordinario» Federico Capurso / ROMA
La ripartenza della scuola sarà per il governo il primo grande ostacolo da superare di questa fase tre. Una passerella o un patibolo, in vista delle Regionali e del referendum del prossimo fine settimana, che Giuseppe Conte ha voluto affrontare chiedendo lo sforzo collettivo di tutto il governo. A 24 ore dalla campanella, però, sul tavolo del premier e della ministra Lucia Azzolina sono ancora numerosi i nodi organizzativi da sciogliere, tra le consegne di banchi e mascherine in ritardo e le nomine degli insegnanti ancora in corso. Il Comitato tecnico scientifico, poi, mette in guardia dall’aumento dell’indice di contagi collegato alla riapertura e lo fa mentre si registrano i primi casi tra gli alunni che sono rientrati in anticipo in classe, come la bambina di 4 anni risultata positiva, anche se asintomatica, in un asilo di Pavia. Le preoccupazioni di genitori, studenti e corpo docente - a cui il premier oggi parlerà in diretta da palazzo Chigi – sembrano tutt’altro che affievolirsi. E anche Papa Francesco «auspica che la ripresa dell'anno scolastico sia vissuta con grande senso di responsabilità», twitta Vatican News. «L’importante – dice Azzolina – è tornare a scuola sapendo che è un anno straordinario». Fondamentale, semmai, sarà tornarci in sicurezza, fanno notare presidenti di regione e sindacati. Tema sul quale il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, si fa capofila di un malessere diffuso soprattutto tra i colleghi d’area di centrodestra, da Luca Zaia a Giovanni Toti.Tra gli ultimi temi di scontro c’è la misurazione della febbre degli studenti. Responsabilità che Cirio, con un’ordinanza, ha trasferito dalle famiglie agli istituti scolastici. Toti, dalla Liguria,
i Nodi
Gli spazi Domani le scuole riapriranno, ma non tutte. Molte non hanno ancora gli spazi né i banchi monoposto. Secondo la Cisl un istituto su 4 non riuscirà a riaprire regolarmente. «Sulla consegna dei banchi riceviamo segnalazioni di ritardi, si parla di 200mila consegnati su 2.400.000» denuncia l’Associazione nazionale presidi. Il comune di Milano ha acquistato 50 moduli per ospitare alcune classi, a Roma il Municipio I si è accordato con la direttrice del Colosseo per fare lezione dentro il Foro Romano.
Insegnanti Gli ultimi preparativi in una scuola alla vigilia dell’apertura ufficiale dell’anno scolastico. In basso la ministra Lucia Azzolina
sottolinea invece la carenza di mascherine, che dovevano essere inviate dal commissario Arcuri agli istituti scolastici: «Tutto questo è inaccettabile – tuona -. La sicurezza degli alunni deve essere una priorità per il Paese». E sulla stessa linea si posiziona il governatore della Campania Vincenzo De Luca, Pd, che dice di aver «deciso di fare dei test obbligatori per il personale scolastico». Non più, quindi, su base volontaria come aveva prescritto l’esecutivo, «perché i bambini non possono rischiare nulla». E addirittura, dopo aver già rinviato l’apertura al 24, non esclude un ulteriore ritardo: la scuola campana sarà pronta per quella data?, gli chiedono,
«non lo so», la risposta lapidaria. Le frizioni a colpi di ordinanze tra Regioni e governo non accennano a diminuire. Le definisce «inaccettabili» il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, che dice di aver aperto «una istruttoria» sulla legittimità di quelle del Piemonte e della Sardegna (che ha reintrodotto il “passaporto sanitario”). «Non è ammissibile – dice Boccia - che alcune regioni approvino ordinanze per proprio conto, dopo aver chiuso all’unanimità con tutte le altre regioni accordi che hanno messo in sicurezza una serie di servizi» tra cui scuola o trasporti. «Piccole criticità nessuno le nega – ammette Azzolina nel
Alessandria, giovedì era arrivato in ospedale con 38,5° di febbre La rabbia dei pazienti: «A noi impongono mascherine e tamponi»
Il focolaio tra i sanitari in corsia Il medico contagia 4 infermiere IL CASO
Fabio Poletti INVIATO A AD ALESSANDRIA
L
unedì già non stava bene. Martedì diceva che era per la cervicale. Mercoledì era rimasto
a casa. E poi c’era quel raffreddore, non infrequente in questa stagione di temperature assai variabili, che gli stava dando fastidio. «Ma niente di grave, solo un raffreddamento», ripeteva ai colleghi e agli infermieri, alcuni già perplessi. Giovedì si era presentato nuovamente in reparto, ma era troppo tardi. Temperatura a 38,5,
misurata dal termoscanner all’ingresso dell’ospedale Sant’Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria, dove è scoppiato l’ultimo focolaio di Covid-19. Un piccolo focolaio, con quattro infermiere del suo reparto contagiate ma asintomatiche e ora a casa in quarantena. Un piccolo focolaio, ora sotto controllo, in un
corso di una diretta con Corriere Tv -, ma le stiamo risolvendo in un periodo difficilissimo». E di fronte all’agitazione dei governatori, prova a dare risposte con un’ordinanza grazie alla quale le scuole potranno attrezzarsi per creare videocollegamenti con chi deve rimanere a casa, tra cui gli studenti “fragili” o chi avrà malanni stagionali, che quest’anno impediranno l’ingresso a scuola. Non abbastanza per Salvini, che alle critiche aspre degli ultimi giorni fa seguire l’annuncio, per la prossima settimana, della presentazione di una mozione di sfiducia contro la ministra dell’Istruzione. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
posto che non ti aspetteresti mai. Se il medico, da giovedì ricoverato nel reparto Malattie Infettive, in isolamento, non grave ma in condizioni serie, sia entrato volontariamente nel suo reparto, sottovalutando i sintomi ed eludendo i controlli, è tutto da vedere. Il direttore generale della struttura pubblica Giacomo Centini, a capo di 2400 dipendenti tra medici, infermieri e impiegati per 650 posti letto, ci va cauto: «Abbiamo aperto un’inchiesta interna, aspettiamo di poterlo sentire, potrebbero arrivare anche provvedimenti disciplinari. Se fosse accertato che è entrato in ospedale volontariamente sapendo di avere il coronavirus faremo una segnalazione alla magistratura. Ma
stiamo facendo tutti gli accertamenti necessari ». L’ipotesi, vista da dentro, sembra improbabile. Da fuori è tutta un’altra storia. Sui social molte pazienti del reparto e parenti di degenti, invocano a gran voce che venga reso noto il suo nome. La legge della privacy, e la verifica di quello che è successo davvero, impongono il riserbo. Una signora col pancione e i capelli a caschetto davanti all’ospedale non nasconde qualche misurato timore: «Per fortuna non è il mio medico. Ma non capisco come possa essere successo. A noi impongono la mascherina, ci controllano la temperatura, io ho già fatto il tampone e per fortuna è negativo...». Dall’ospedale assicurano che la situazione è sotto con-
Delle 85mila assunzioni annunciate ad agosto da Azzolina ne arriveranno 22mila, meno del 30% di quanto autorizzato, perché i posti disponibili sono in luoghi e materie diverse da quelli dove si registra l’offerta.
Mascherine Il primo giorno di scuola per molti studenti sarà con una mascherina portata da casa. Da venerdì, molti istituti hanno ricevuto un pacco con la quantità necessaria per una settimana. Entro oggi arriveranno i 77 milioni di mascherine che ancora mancavano.
L’ospedale di Alessandria