23-SET-2020 Estratto da pag. 19
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-19
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-19
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 21
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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23-SET-2020 Estratto da pag. 21
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3043
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23-SET-2020 Estratto da pag. 27
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23-SET-2020 Estratto da pag. 27
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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23-SET-2020 Estratto da pag. 21
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23-SET-2020 Estratto da pag. 1-21
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23-SET-2020 Estratto da pag. 1-21
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23-SET-2020 Estratto da pag. 1-21
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23-SET-2020 Estratto da pag. 14
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-21
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3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-21
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23-SET-2020 Estratto da pag. 1-14
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-14
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-22
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-22
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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23-SET-2020 Estratto da pag. 1-22
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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23-SET-2020 Estratto da pag. 1-22
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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23-SET-2020 Estratto da pag. 1-2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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23-SET-2020 Estratto da pag. 1-2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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23-SET-2020 Estratto da pag. 1-5
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 5
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 25
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 25
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 14
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 21
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 18
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-19
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
*
DIFETTO DI STAMPA
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-19
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-19
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 8
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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23-SET-2020 Estratto da pag. 1-8
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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23-SET-2020 Estratto da pag. 1-8
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3043
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23-SET-2020 Estratto da pag. 1-8
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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23-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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23-SET-2020 Estratto da pag. 37
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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23-SET-2020 Estratto da pag. 3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-13
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-13
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-6
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-6
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 4
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 4
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-9
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-9
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-9
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 5
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 5
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 8
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-24
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-24
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 10-11
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-13
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-7
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-7
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-7
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 4-4
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 4-4
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-24
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-24
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-27
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-25
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-25
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-18
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-18
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-18
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 23
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-10
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-10
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-10
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-10
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-10
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-4
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-4
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-5
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-5
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-15
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-15
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 40
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 40
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 5
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-48
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-48
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 1-48
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 43
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 27
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 27
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
23-SET-2020 Estratto da pag. 33
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
2
Primo Piano
ELEZIONI2020 LA SFIDA VENEZIA Luigi Brugnaro ha (ri)conquistato Venezia al primo turno: sindaco con il 54 per cento dei voti, il 25% in più dello sfidante Pier Paolo Baretta, sottosegretario Pd al ministero dell’Economia che ha cercato quella che lui stesso ha definito «una scalata impossibile». Una vittoria netta, sulla scia di quella - nettissima - di Luca Zaia in Veneto: e il parallelismo tra i due ci sta. Un successo personale e della sua lista, i “fucsia” secondo la felice campagna di marketing che 5 anni fa gli cucì addosso Mauro Ferrari, guru della comunicazione politica. Stavolta Brugnaro non ha avuto bisogno di alcun “guru”, ha fatto tutto mettendo in campo 5 anni di governo della città in cui ha risanato il bilancio, correndo a destra e a manca a inaugurare cavalcavia, strade, campi sportivi, piste ciclabili, bus e vaporetti ecologici, presentando una classe dirigente che se nel 2015 era di neofiti, rimarcando la sua natura di “uomo delle istituzioni” ma non mancando di criticare quella parte di governo (la parte pentastellata soprattutto) accusata di non essere al fianco della città.
I CONFRONTI La sua campagna elettorale è stata questa, al punto che i suoi avversari lo hanno accusato di aver scansato i confronti diretti. Lui, del resto, sapeva benissimo che un confronto a 9 si sarebbe trasformato in uno scontro 8 contro 1. E così, mentre i suoi avversari mettevano in campo una campagna elettorale basata soprattutto sull’anti-Brugnaro, lui tirava diritto mettendo in campo proprio la sua persona, cambiando anche slogan: dal “ghea podemo far” del 2015 all’insegna della speranza a un “avanti con fiducia” all’insegna di una promessa per il futuro. Il tutto nell’annus horribilis di Venezia, quello degli incidenti delle navi da crociera, dell’Aqua Granda e del Covid che in laguna ha dato il colpo di grazia a una città già in ginocchio, ma che ha voglia di risollevarsi. E su questo ha spinto Brugnaro, sulla rinascita, sulla ripartenza, sull’orgoglio. Un risultato figlio sì del “fare” e del “comunicare”, ma anche di
Mercoledì 23 Settembre 2020 www.gazzettino.it
Le elezioni regionali I risultati Luigi BRUGNARO
Marco GASPARINETTI
66.750
54,1%
Luigi Brugnaro Sindaco
37.916
31,7%
Lega Salvini
14.806
12,4%
Fratelli d'Italia
7.855
6,6%
Forza Italia
3.255
2,7%
Mov. 5 Stelle
Lista Civica le Città
1.148
1,0%
Movimento 5 Stelle
Centrodestra
Pier Paolo BARETTA
Liste Civiche Terra e Acqua 2020
Sara VISMAN
Stefano ZECCHI
4.848
4,1%
Italia Viva-Partito Socialista Italiano-Civica
4.308
3,6%
Liste Civiche
0,5%
553
0,5%
Maurizio CALLEGARI
570
0,5%
570
0,5%
3,5%
4,9%
605
Civica Sitran
4.305
5.907
0,6%
3,9%
Giovanni "Andrea" MARTINI
Verde Progressista
783
4.716
3,5%
19,2%
0,6%
3,9%
4.228
22.964
Partito comunista dei lavoratori (Pcl)
807
4.822
Partito dei Veneti
Liste Civiche
Sinistra
Marco SITRAN
3,5%
29,3%
Partito Democratico
4,1%
4.344
36.092
Centrosinistra
5.005
Alessandro BUSETTO
Italia in Comune-Volt
952
0,8%
Tutta la Città Insieme!
3.023
2,5%
Idea Comune
789
0,7%
Per Mestre e Venezia
1.083
0,9%
Liste Civiche
Liste Civiche Italia Giovane SolidaleVox Italia-Partito Valore Umano
L’Ego-Hub
Brugnaro si riprende Venezia i “fucsia” sono il primo partito L’imprenditore riconquista la poltrona di sindaco `La sua lista “colorata” sfiora il 32&, togliendo voti senza passare per il ballottaggio, con il 54,2% dei voti anche agli alleati: Lega (12,3%), FdI (6,5%) e FI (2,6%) `
una maturazione politica che gli ha fatto serrare il patto con Luca Zaia, puntando sull’effetto election day e sul traino garantito dal governatore. Il “modello Venezia” lanciato da Brugnaro è chiaro: un centrodestra a guida civica. Un progetto che il sindaco imprenditore vorrebbe esportare anche livello nazionale.
I PARTITI E il verdetto delle urne gli ha dato ragione: la sua lista ha sfio-
rato il 32 per cento, relegando la Lega a poco sopra il 12 e l’astro nascente dei Fratelli d’Italia al 6.5. Praticamente scomparsa Forza Italia, che non è riuscita a raggiungere il 3 per cento. I “fucsia” insomma come la “Lista Zaia”: la lista del leader comanda, anche se in maniera meno netta che in Regione e con scenari diversi. «Brugnaro rischia di mettersi ai polsi il laccio dei partiti», dicevano i più diffidenti, forti anche di un accordo che prevede la
poltrona di vice sindaco ad Alberto Tomaello, segretario provinciale del Carroccio. I rapporti in Consiglio - dove la maggioranza è a quota 19 - raccontano in via non ufficiale che i brugnariani dovrebbero avere 14 seggi (più il sindaco), la Lega 5, Fratelli d’Italia 2 e Forza Italia 1. E questo in attesa della composizione della Giunta. Ma Brugnaro punta su un patto di acciaio, forte dell’esperienza di 5 anni fa, quando l’alleanza che lo sostenne perse qualche pezzo.
L’intervista Luigi Brugnaro indaco Brugnaro, la sua amministrazione sarà civica o di centrodestra? «La guida del Comune è civica, come lo era stata prima. Sostenuta dal centrodestra ma civica come confermano i voti che con il 33 per cento fanno dei Fucsia il primo gruppo in Consiglio comunale. Una sicurezza per i cittadini, perché governeremo per tutti e contro nessuno. E poi, c’è un allineamento tra la città e la Regione che non si era mai visto. Si può ricominciare a sognare».
S
In più occasioni ha parlato di estendere l’esperienza al resto del Paese. Ne è ancora convinto? «Il nostro successo e il successo di Zaia testimoniano che si vuole andare da un’altra parte. Vedremo se saremo bravi da portare un messaggio nazionale: la trasversalità e la proposta civica credo siano l’unico modo con cui il centrodestra possa tornare al governo. La nostra non è un’alleanza di comodo: siamo convinti che il Paese debba cambiare marcia. Deve vincere il lavoro, la fatica, non la paghetta sociale».
Il sindaco pensa “nazionale”: «La lista civica è la chiave per governare anche a Roma» Che differenze ci sono rispetto al 2015? «L’altra volta mi ero candidato perché eravamo di fronte a una situazione imbarazzante, la ribellione all’idea che fosse un magistrato ad amministrare la città. Questa volta c’è un passo in più. La città ha preso coscienza, con candidati di alto spessore civico e questa grande alleanza con Zaia. Con lui abbiamo una certa affinità da parecchi anni. E a Venezia vince il partito della concretezza, del fare. Apriremo anche all’opposizione, con la possibilità di fare proposte migliorative purché fattibili». Cosa farà domani? «Porto a scuola mia figlia e poi
vado a dormire. Sono in piedi da novembre dell’anno scorso e non mi sono mai fermato. Prima l’acqua alta, poi la riparazione e i ri-
«IL SUCCESSO DI ZAIA E MIO TESTIMONIANO CHE SI VUOLE ANDARE IN UN’ALTRA DIREZIONE: VEDREMO DI PORTARE IL MESSAGGIO»
sarcimenti ai danneggiati e poi il covid. In questi ultimi giorni abbiamo fatto ripartire le scuole. È stato durante la campagna elettorale e qualcuno si è lamentato che non andavo ai dibattiti. La verità è che nella gestione delle emergenze i sindaci sono stati lasciati da soli». Da dove partirà? «Dal rilancio della città e del lavoro, Porto Marghera, le bonifiche. Sul porto siamo molto preoccupati, c’è gente che non prende lo stipendio da febbraio. Poi un altro tema sarà la sicurezza e andremo giù molto pesante. Questa volta vogliamo in strada non solo i nostri vigili ma anche la polizia di Stato, vogliamo un presidio forte su Mestre, la stazione e
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Marghera. Non starò più zitto con il governo, mantengano le promesse. In questi due ultimi anni con la sicurezza ci siamo probabilmente fatti carico di cose che non ci competono, ora tocca anche agli altri. Che ci siano stati dei risultati per la nostra polizia locale è fuori dubbio. Chiedo una commissione aperta, voglia-
mo vedere quante sono le denunce dei singoli corpi di polizia, perché le nostre denunce e gli arresti li sappiamo, vogliamo conoscere anche i numeri degli altri. Non ci stiamo più a fare la parte degli eroi solitari e silenziosi. Qui lo Stato è mancato. L’autonomia non la chiede Zaia, la chiedono i veneti e la chiedono i veneziani».
3
Primo Piano
L’OPPOSIZIONE Già, il 2015: allora al primo turno fu Brugnaro a dover rincorrere Felice Casson, candidato del centrosinistra, che affrontò il ballottaggio col 38.01 contro il 28.56 del patròn della Reyer Basket. Al secondo turno, la rimonta: Brugnaro vinse col 53.21. Stavolta l’impresa gli è riuscita già al primo turno, con un risultato migliore di 5 anni fa. Complice anche un’opposizione divisa, un centrosinistra che ha cercato fino alla fine un candidato spendibile trovandolo poi in Pier Paolo Baretta, il quale ha iniziato a scalare la montagna senza però riuscire a coalizzare un fronte ampio contro Brugnaro, frammentato tra civiche ed esuli dal Pd. Non sono bastate le calate in laguna di mezzo governo, da ultimo il ministro dell’Economia Gualtieri. Gli stessi leader dem veneziani che contano anche a Roma non si sono spesi come Baretta pensava. E per il centrosinistra è stata una Caporetto, con il sottosegretario fermo a un risultato nettamente inferiore a quello di Casson 5 anni fa. A parziale consolazione, la conferma nel “fortino” del centro storico, dove la municipalità è andata al candidato del centro sinistra con ampio margine. Né è andata meglio ai 5Stelle, la cui candidata - Sara Visman è stata scelta in zona cesarini, fermandosi sotto il 4 per cento e superata dall’outsider civico Marco Gasparinetti, avvocato con un piede a Bruxelles, che ha intercettato lo spirito anti-Brugnaro in laguna. La vittoria dell’imprenditore, insomma, nasce sì dall’innegabile vantaggio di cui gode un sindaco uscente, ma anche da una strategia politica e di comunicazione nuova. «A Venezia sta accadendo qualcosa di straordinario» aveva detto pochi giorni fa in una intervista a Il Gazzettino, riferendosi proprio a quel “modello” di alleanza tra civica e centrodestra. Ca’ Farsetti, la sede del Comune sul Canal Grande, sarà sua per altri 5 anni. La scommessa sarà la tenuta del patto con i partiti davanti alle scelte strategiche per la città. «Io non ho tessere, sono un uomo libero», ripete. E questo, per i compagni di viaggio, è un messaggio chiaro su chi terrà in mano il pallino. Davide Scalzotto
Mercoledì 23 Settembre 2020 www.gazzettino.it
Disfatta a sinistra: Baretta si ferma al 29% staccato di 25 punti Sfida senza storia: il centrosinistra lontano dal `Pd al 19%. Lo sconfitto: «Ha pesato l’effetto 38% ottenuto da Casson al primo turno nel 2015 Zaia. Per noi questo è un punto di partenza» `
MINIMO STORICO MESTRE Il miracolo, alla fine, non c’è stato. L’exit poll che lunedì pomeriggio aveva riaperto uno spiraglio alle chance di Pier Paolo Baretta è stato nettamente smentito dai fatti, ovvero dai voti che hanno dato al suo avversario Luigi Brugnaro la vittoria al primo turno con la maggioranza assoluta del 54,1%. Una sconfitta con poche attenuanti, per l’esponente di governo che pure aveva accettato di correre una gara che si presentava tutta in salita. E non solo perché si trattava di sfidare la potenza di fuoco e l’abilità comunicativa di Luigi Brugnaro: prima di Baretta il centrosinistra si era diviso - non è una novità - su altre candidature, da Gabriella Chiellino al rettore uscente di Ca’ Foscari Michele Bugliesi.
CORSA IN SALITA Alla fine, a pochi mesi dalle elezioni (originariamente previste a primavera) e alla vigilia del lockdown la scelta era ricaduta sul sottosegretario al Mef. Che non è stato neppure fortunato: a fine maggio, con le città
Il suo successo è stato travolgente, tranne in gran parte della città storica, dove il voto per Baretta ha sfiorato il 50 per cento. «Basta con l’“arriva Brugnaro, il provinciale, quello che viene dalla periferia”, a risolvere i problemi del centro storico. È finita questa storia. Io i cassonetti a Venezia non li pulisco più. Se veramente avete a cuore il futuro del centro storico di Venezia e ci abitate, basta mangiare e mettere in tasca. Che si tirino su le maniche». Chi si sente di ringraziare? «Ringrazio Forza Italia e il coordinatore Michele Zuin che mi ha dato fiducia fin dal primo giorno nel 2015. E poi la Lega con Andrea Tomaello, Fratelli d’Italia, il mio amico Renato Boraso, poi voglio ringraziare Roberto Panciera, già assessore della giunta Orsoni, che in mio appoggio ha formato una lista di spessore. Ringrazio la squadra che mi ha sostenuto, che ha fatto la gavetta ed è pronta per un altro giro. Da ultimo, Stefania e i miei figli». Michele Fullin © RIPRODUZIONE RISERVATA
Baretta assicura di avere dormito bene lunedì notte, dopo avere sperato nel miracolo. E alla fine, da politico navigato, cer-
PORTOGRUARO Fuori il sindaco uscente, Maria Teresa Senatore. A Portoguaro sarà ballottaggio fra il candidato del centrosinistra, Stefano Santandrea, e il candidato della Lega Florio Favero. Le previsioni della vigilia hanno trovato conferma alle urne. L’incognita, prima delle elezioni, riguardava chi avrebbe sfidato al secondo turno Santandrea, sostenuto da centrosinistra compatto. La partita reale era infatti tra il sindaco uscente, Maria Teresa Senatore, e il candidato della Lega, Florio Favero, che si opponeva al secondo mandato della prima cittadina. Alla fine, tra i due, l’ha spuntata Favero. A metà pomeriggio, con 11 sezioni scrutinate, Favero risultava addirittura in vantaggio sul candidato del centrosinistra. Poi le percentuali si sono capovolte e Santandrea, fino alla fine dello spoglio, non ha più abbandonato la prima posizione. In serata, il più votato è risultato Santandrea, medico di base in pensione, che ha ottenuto, assieme alle liste del Partito Democratico, Articolo Uno, Città per l’uomo, Tutta un’altra Portogruaro e Per Stefano Santandrea Sindaco, il 37 per cento circa dei voti. Favero si è fermato al 30 per
ca di vedere il bicchiere mezzo pieno. «Davanti avevamo una montagna difficilissima da scalare, in condizioni difficili, con un tempo limitato a poche settimane di vera campagna elettorale. E con risorse inarrivabili rispetto all’avversario», come
Stefano Santandrea Centrosinistra
37,02% Florio Favero
Fuori il sindaco uscente Il ballottaggio sarà tra Lega e Centrosinistra NEL VENETO ORIENTALE
LA RIPARTENZA
Portogruaro
EFFETTO ZAIA
Portogruaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IN SELLA Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro
appena riaperte dopo la quarantena, era caduto sulle scale di casa fratturandosi un polso. Ora Baretta - e con lui il centrosinistra, è caduto di nuovo e l’infortunio dal punto di vista politico non fa meno male: a conti fatti il Pd, un tempo egemone a Venezia, scende sotto la soglia del 20%, ben al di sotto del 38% che cinque anni fa porto Felice Casson al ballottaggio poi vinto a sorpresa da Brugnaro, in grado di recuperare in due settimane dieci punti percentuali di svantaggio. Una débacle, figlia forse dello smarrimento vissuto dai militanti dopo lo choc della sconfitta del 2015 e dall’abbandono della politica attiva da parte dello stesso Casson. E non è molto consolante che anche i partner di Governo del M5S abbiano ottenuto poco meno del 4%, portando a Ca’ Farsetti una sola rappresentante, la candidata sindaca Sara Visman per la quale il risultato è «quantomeno positivo, perché ci permette di continuare con i progetti iniziati gli anni scorsi».
cento, garantendosi la possibilità di un secondo turno. Il candidato della Lega ha superato di 4 punti Maria Teresa Senatore, il cui risultato si è attestato al 26 per cento. Più sotto i candidati delle civiche Graziano Padovese e Ennio Vit, che hanno ottenuto rispettivamente il 4,5 per cento e il 2,2 per cento dei voti. «Sono soddisfatto del risultato ottenuto», ha detto Santandrea. «Siamo la prima coalizione. La mia squadra – ha aggiunto - si è dimostrata un gruppo coeso molto motivato fin dall’inizio e questo è ciò che abbiamo raccolto. Ora affrontiamo il ballottaggio come sempre insieme e uniti e valuteremo in questi giorni le possibili alleanze». «Siamo molto soddisfatti per il risultato ottenuto - il commento di Favero Abbiamo fatto una bella campagna elettorale, intelligente, misurata nei toni, inattaccabile. Abbiamo presentato un buon programma, approfondito, dettagliato e articolato». Amaro il commento della Senatore, sostenuta dalla sua lista civica, da Forza Italia e da Fratelli d’Italia: «Abbiamo dato cuore e anima al nostro progetto. O noi non siamo riusciti a farci conoscere e capire oppure i cittadini hanno preferito, come sembra, i partiti». (t.inf.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
to Zaia che nei giorni scorsi aveva paertecipato con Brugnaro a un’affollata kermesse all’Arsenale. Rispetto a cinque anni fa, prosegue, quando al ballottaggio Brugnaro aveva stravinto ovunque, tranne un paio di sezioni di Marghera, il voto «è molto articolato». «C’è una chiara prevalenza di Brugnaro e della sua lista in terraferma e una prevalenza mia e nostra in centro storico. Questo sarà motivo di riflessione». Ma il centrosinistra del candidato sconfitto dovrà riflettere anche sulla dispersione dei voti al proprio interno: alla coalizione di Baretta, che pure annoverava a proprio interno Verdi, candidati di Articolo Uno ed esponenti moderati come l’ex sindaco Ugo Bergamo, hanno voltato le spalle altre forze della sinistra. A cominciare dal gruppo dell’ex Pd Giovanni Andrea Martini, che dopo aver lanciato la propria candidatura al Pd ha preferito fare corsa a sè. Ma anche altre liste di ispirazione civica hanno finito per fare concorrenza al centrosinistra rifiutando di riconoscersi nelle sigle che da oltre mezzo secolo erano state al governo della città.
Centrodestra
30,55% Maria Teresa Senatore Centrodestra
25,84% Graziano Padovese
sottolineato più volte da Baretta nelle ultime settimane. Il sottosegretario cerca di vedere qualche elemento positivo nell’esito delle elezioni: «I dati significativi sono che non c’è stato il plebiscito che ci si aspettava di Brugnaro, il cui suo risultato dipende molto dall’apporto di Zaia, che ha ottenuto un ottimo risultato in città, mentre la Lega di Salvini non va oltre l’11». Lo stesso exit poll di lunedì, ipotizza Baretta, non avrebbe tenuto conto dell’effet-
Il traino di Zaia non basta Sartoretto costringe Marcon al secondo turno PARTITA APERTA
4,44%
CASTELFRANCO Nonostante un risultato migliore per la Lega rispetto a cinque anni fa, il sindaco uscente Stefano Marcon dovrà andare al ballottaggio per confermarsi alla guida del municipio di Castelfranco Veneto. Il traino delle regionali, dove Luca Zaia ha segnato un exploit storico, non è bastato. E pensare che per quasi tutta la giornata di ieri Marcon è stato sopra il 50%, salvo poi scendere al 47,38% quando sono stati scrutinati i voti del centro cittadino. È una vittoria nettissima, che non consente però al sindaco uscente di riconfermarsi al primo turno. Se la vedrà tra 2 settimane con l’avvocato Sebastiano Sartoretto, candidato sindaco per il centrosinistra, arrivato al 25,06%, con il quale andrà al ballottaggio. Al terzo posto, con il 17,54% dei voti, l’ex sindaco Maria Gomierato, candidata a capo di una coalizione civica composta da “Noi la Civica” e “Castelfranco Rinasce” di Maria Grazia Azzolin. Al quarto posto il giovane Lorenzo Angelo Zurlo della civica “Punto d’Incontro” che ha ottenuto il 6,76%. All’ultimo si piazza il Movimento 5 Stelle con Cristian Bernardi fermatosi al 3,27%.
Comitati Civici
2,14% Castelfranco Veneto Stefano Marcon Centrodesta
47,38% Sebastiano Sartoretto Centrosinistra
25,06% Maria Gomierato
Lista Azzolin Gomierato Sindaco
17,54% Lorenzo Angelo Zurlo Punto d’Incontro
6,76% Cristian Bernardi
Movimento 5 Stelle
3,27%
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© RIPRODUZIONE RISERVATA
Castelfranco Veneto
7 Frazioni in Comune Città del Lemene
Ennio Vit
Per Baretta però il risultato delle Comunali non deve andare disperso: «Questa è una città nella quale abbiamo portato un punto di partenza - dice - continueremo in consiglio con un’opposizione rigorosa e costruttiva e continueremo a lavorare nel territorio». Lui stesso, assicura, rimarrà in Consiglio comunale come punto di riferimento dell’opposizione, al contrario di quanto avvenuto a suo tempo con Casson che dopo il ballottaggio si dimise da consigliere. «Non commetteremo conclude Baretta - l’errore di cinque anni fa». (a.fra.)
NUOVO APPUNTAMENTO Il 4 e 5 ottobre i cittadini di
Castelfranco dovranno dunque scegliere il prossimo sindaco tra Marcon e Sartoretto. In casa Lega il risultato ottenuto è stato notevole. Nel centrosinistra invece si festeggia per aver evitato una vittoria secca della Lega al primo turno, cosa che a un certo punto della giornata sembrava possibile. Delusione nelle fila della coalizione civica di Maria Gomierato che puntava ad aggiudicarsi il secondo posto, e dunque il ballottaggio.
GLI SCENARI In questo quadro è già partita la sfida per il ballottaggio. Maria Gomierato, così come il grillino Bernardi hanno già dato indicazione di voto: «Sosteniamo Sartoretto». Meno esplicito Zurlo, ma la direzione sembra la stessa. Stefano Marcon dunque dovrà vedersela contro tutti gli altri schieramenti uniti. Decisivo sarà anche e soprattutto il voto di quel 40% di aventi diritto che non sono andati a votare. Su 30.559 solamente 18.595 sono andati alle urne, con un’affluenza del 60,85%. Mancano all’appello quasi 12 mila voti che potrebbero essere davvero determinanti ai fini del risultato. La sfida insomma è aperta e il risultato non così scontato. La città dovrà di fatto dare un voto al governo leghista degli ultimi 10 anni, ai 2 sindaci Dussin e Marcon, alla Lega. Giuliano Pavan © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
L’OPPOSIZIONE Già, il 2015: allora al primo turno fu Brugnaro a dover rincorrere Felice Casson, candidato del centrosinistra, che affrontò il ballottaggio col 38.01 contro il 28.56 del patròn della Reyer Basket. Al secondo turno, la rimonta: Brugnaro vinse col 53.21. Stavolta l’impresa gli è riuscita già al primo turno, con un risultato migliore di 5 anni fa. Complice anche un’opposizione divisa, un centrosinistra che ha cercato fino alla fine un candidato spendibile trovandolo poi in Pier Paolo Baretta, il quale ha iniziato a scalare la montagna senza però riuscire a coalizzare un fronte ampio contro Brugnaro, frammentato tra civiche ed esuli dal Pd. Non sono bastate le calate in laguna di mezzo governo, da ultimo il ministro dell’Economia Gualtieri. Gli stessi leader dem veneziani che contano anche a Roma non si sono spesi come Baretta pensava. E per il centrosinistra è stata una Caporetto, con il sottosegretario fermo a un risultato nettamente inferiore a quello di Casson 5 anni fa. A parziale consolazione, la conferma nel “fortino” del centro storico, dove la municipalità è andata al candidato del centro sinistra con ampio margine. Né è andata meglio ai 5Stelle, la cui candidata - Sara Visman è stata scelta in zona cesarini, fermandosi sotto il 4 per cento e superata dall’outsider civico Marco Gasparinetti, avvocato con un piede a Bruxelles, che ha intercettato lo spirito anti-Brugnaro in laguna. La vittoria dell’imprenditore, insomma, nasce sì dall’innegabile vantaggio di cui gode un sindaco uscente, ma anche da una strategia politica e di comunicazione nuova. «A Venezia sta accadendo qualcosa di straordinario» aveva detto pochi giorni fa in una intervista a Il Gazzettino, riferendosi proprio a quel “modello” di alleanza tra civica e centrodestra. Ca’ Farsetti, la sede del Comune sul Canal Grande, sarà sua per altri 5 anni. La scommessa sarà la tenuta del patto con i partiti davanti alle scelte strategiche per la città. «Io non ho tessere, sono un uomo libero», ripete. E questo, per i compagni di viaggio, è un messaggio chiaro su chi terrà in mano il pallino. Davide Scalzotto
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Disfatta a sinistra: Baretta si ferma al 29% staccato di 25 punti Sfida senza storia: il centrosinistra lontano dal `Pd al 19%. Lo sconfitto: «Ha pesato l’effetto 38% ottenuto da Casson al primo turno nel 2015 Zaia. Per noi questo è un punto di partenza» `
MINIMO STORICO MESTRE Il miracolo, alla fine, non c’è stato. L’exit poll che lunedì pomeriggio aveva riaperto uno spiraglio alle chance di Pier Paolo Baretta è stato nettamente smentito dai fatti, ovvero dai voti che hanno dato al suo avversario Luigi Brugnaro la vittoria al primo turno con la maggioranza assoluta del 54,1%. Una sconfitta con poche attenuanti, per l’esponente di governo che pure aveva accettato di correre una gara che si presentava tutta in salita. E non solo perché si trattava di sfidare la potenza di fuoco e l’abilità comunicativa di Luigi Brugnaro: prima di Baretta il centrosinistra si era diviso - non è una novità - su altre candidature, da Gabriella Chiellino al rettore uscente di Ca’ Foscari Michele Bugliesi.
CORSA IN SALITA Alla fine, a pochi mesi dalle elezioni (originariamente previste a primavera) e alla vigilia del lockdown la scelta era ricaduta sul sottosegretario al Mef. Che non è stato neppure fortunato: a fine maggio, con le città
Il suo successo è stato travolgente, tranne in gran parte della città storica, dove il voto per Baretta ha sfiorato il 50 per cento. «Basta con l’“arriva Brugnaro, il provinciale, quello che viene dalla periferia”, a risolvere i problemi del centro storico. È finita questa storia. Io i cassonetti a Venezia non li pulisco più. Se veramente avete a cuore il futuro del centro storico di Venezia e ci abitate, basta mangiare e mettere in tasca. Che si tirino su le maniche». Chi si sente di ringraziare? «Ringrazio Forza Italia e il coordinatore Michele Zuin che mi ha dato fiducia fin dal primo giorno nel 2015. E poi la Lega con Andrea Tomaello, Fratelli d’Italia, il mio amico Renato Boraso, poi voglio ringraziare Roberto Panciera, già assessore della giunta Orsoni, che in mio appoggio ha formato una lista di spessore. Ringrazio la squadra che mi ha sostenuto, che ha fatto la gavetta ed è pronta per un altro giro. Da ultimo, Stefania e i miei figli». Michele Fullin © RIPRODUZIONE RISERVATA
Baretta assicura di avere dormito bene lunedì notte, dopo avere sperato nel miracolo. E alla fine, da politico navigato, cer-
PORTOGRUARO Fuori il sindaco uscente, Maria Teresa Senatore. A Portoguaro sarà ballottaggio fra il candidato del centrosinistra, Stefano Santandrea, e il candidato della Lega Florio Favero. Le previsioni della vigilia hanno trovato conferma alle urne. L’incognita, prima delle elezioni, riguardava chi avrebbe sfidato al secondo turno Santandrea, sostenuto da centrosinistra compatto. La partita reale era infatti tra il sindaco uscente, Maria Teresa Senatore, e il candidato della Lega, Florio Favero, che si opponeva al secondo mandato della prima cittadina. Alla fine, tra i due, l’ha spuntata Favero. A metà pomeriggio, con 11 sezioni scrutinate, Favero risultava addirittura in vantaggio sul candidato del centrosinistra. Poi le percentuali si sono capovolte e Santandrea, fino alla fine dello spoglio, non ha più abbandonato la prima posizione. In serata, il più votato è risultato Santandrea, medico di base in pensione, che ha ottenuto, assieme alle liste del Partito Democratico, Articolo Uno, Città per l’uomo, Tutta un’altra Portogruaro e Per Stefano Santandrea Sindaco, il 37 per cento circa dei voti. Favero si è fermato al 30 per
ca di vedere il bicchiere mezzo pieno. «Davanti avevamo una montagna difficilissima da scalare, in condizioni difficili, con un tempo limitato a poche settimane di vera campagna elettorale. E con risorse inarrivabili rispetto all’avversario», come
Stefano Santandrea Centrosinistra
37,02% Florio Favero
Fuori il sindaco uscente Il ballottaggio sarà tra Lega e Centrosinistra NEL VENETO ORIENTALE
LA RIPARTENZA
Portogruaro
EFFETTO ZAIA
Portogruaro
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appena riaperte dopo la quarantena, era caduto sulle scale di casa fratturandosi un polso. Ora Baretta - e con lui il centrosinistra, è caduto di nuovo e l’infortunio dal punto di vista politico non fa meno male: a conti fatti il Pd, un tempo egemone a Venezia, scende sotto la soglia del 20%, ben al di sotto del 38% che cinque anni fa porto Felice Casson al ballottaggio poi vinto a sorpresa da Brugnaro, in grado di recuperare in due settimane dieci punti percentuali di svantaggio. Una débacle, figlia forse dello smarrimento vissuto dai militanti dopo lo choc della sconfitta del 2015 e dall’abbandono della politica attiva da parte dello stesso Casson. E non è molto consolante che anche i partner di Governo del M5S abbiano ottenuto poco meno del 4%, portando a Ca’ Farsetti una sola rappresentante, la candidata sindaca Sara Visman per la quale il risultato è «quantomeno positivo, perché ci permette di continuare con i progetti iniziati gli anni scorsi».
cento, garantendosi la possibilità di un secondo turno. Il candidato della Lega ha superato di 4 punti Maria Teresa Senatore, il cui risultato si è attestato al 26 per cento. Più sotto i candidati delle civiche Graziano Padovese e Ennio Vit, che hanno ottenuto rispettivamente il 4,5 per cento e il 2,2 per cento dei voti. «Sono soddisfatto del risultato ottenuto», ha detto Santandrea. «Siamo la prima coalizione. La mia squadra – ha aggiunto - si è dimostrata un gruppo coeso molto motivato fin dall’inizio e questo è ciò che abbiamo raccolto. Ora affrontiamo il ballottaggio come sempre insieme e uniti e valuteremo in questi giorni le possibili alleanze». «Siamo molto soddisfatti per il risultato ottenuto - il commento di Favero Abbiamo fatto una bella campagna elettorale, intelligente, misurata nei toni, inattaccabile. Abbiamo presentato un buon programma, approfondito, dettagliato e articolato». Amaro il commento della Senatore, sostenuta dalla sua lista civica, da Forza Italia e da Fratelli d’Italia: «Abbiamo dato cuore e anima al nostro progetto. O noi non siamo riusciti a farci conoscere e capire oppure i cittadini hanno preferito, come sembra, i partiti». (t.inf.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
to Zaia che nei giorni scorsi aveva paertecipato con Brugnaro a un’affollata kermesse all’Arsenale. Rispetto a cinque anni fa, prosegue, quando al ballottaggio Brugnaro aveva stravinto ovunque, tranne un paio di sezioni di Marghera, il voto «è molto articolato». «C’è una chiara prevalenza di Brugnaro e della sua lista in terraferma e una prevalenza mia e nostra in centro storico. Questo sarà motivo di riflessione». Ma il centrosinistra del candidato sconfitto dovrà riflettere anche sulla dispersione dei voti al proprio interno: alla coalizione di Baretta, che pure annoverava a proprio interno Verdi, candidati di Articolo Uno ed esponenti moderati come l’ex sindaco Ugo Bergamo, hanno voltato le spalle altre forze della sinistra. A cominciare dal gruppo dell’ex Pd Giovanni Andrea Martini, che dopo aver lanciato la propria candidatura al Pd ha preferito fare corsa a sè. Ma anche altre liste di ispirazione civica hanno finito per fare concorrenza al centrosinistra rifiutando di riconoscersi nelle sigle che da oltre mezzo secolo erano state al governo della città.
Centrodestra
30,55% Maria Teresa Senatore Centrodestra
25,84% Graziano Padovese
sottolineato più volte da Baretta nelle ultime settimane. Il sottosegretario cerca di vedere qualche elemento positivo nell’esito delle elezioni: «I dati significativi sono che non c’è stato il plebiscito che ci si aspettava di Brugnaro, il cui suo risultato dipende molto dall’apporto di Zaia, che ha ottenuto un ottimo risultato in città, mentre la Lega di Salvini non va oltre l’11». Lo stesso exit poll di lunedì, ipotizza Baretta, non avrebbe tenuto conto dell’effet-
Il traino di Zaia non basta Sartoretto costringe Marcon al secondo turno PARTITA APERTA
4,44%
CASTELFRANCO Nonostante un risultato migliore per la Lega rispetto a cinque anni fa, il sindaco uscente Stefano Marcon dovrà andare al ballottaggio per confermarsi alla guida del municipio di Castelfranco Veneto. Il traino delle regionali, dove Luca Zaia ha segnato un exploit storico, non è bastato. E pensare che per quasi tutta la giornata di ieri Marcon è stato sopra il 50%, salvo poi scendere al 47,38% quando sono stati scrutinati i voti del centro cittadino. È una vittoria nettissima, che non consente però al sindaco uscente di riconfermarsi al primo turno. Se la vedrà tra 2 settimane con l’avvocato Sebastiano Sartoretto, candidato sindaco per il centrosinistra, arrivato al 25,06%, con il quale andrà al ballottaggio. Al terzo posto, con il 17,54% dei voti, l’ex sindaco Maria Gomierato, candidata a capo di una coalizione civica composta da “Noi la Civica” e “Castelfranco Rinasce” di Maria Grazia Azzolin. Al quarto posto il giovane Lorenzo Angelo Zurlo della civica “Punto d’Incontro” che ha ottenuto il 6,76%. All’ultimo si piazza il Movimento 5 Stelle con Cristian Bernardi fermatosi al 3,27%.
Comitati Civici
2,14% Castelfranco Veneto Stefano Marcon Centrodesta
47,38% Sebastiano Sartoretto Centrosinistra
25,06% Maria Gomierato
Lista Azzolin Gomierato Sindaco
17,54% Lorenzo Angelo Zurlo Punto d’Incontro
6,76% Cristian Bernardi
Movimento 5 Stelle
3,27%
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© RIPRODUZIONE RISERVATA
Castelfranco Veneto
7 Frazioni in Comune Città del Lemene
Ennio Vit
Per Baretta però il risultato delle Comunali non deve andare disperso: «Questa è una città nella quale abbiamo portato un punto di partenza - dice - continueremo in consiglio con un’opposizione rigorosa e costruttiva e continueremo a lavorare nel territorio». Lui stesso, assicura, rimarrà in Consiglio comunale come punto di riferimento dell’opposizione, al contrario di quanto avvenuto a suo tempo con Casson che dopo il ballottaggio si dimise da consigliere. «Non commetteremo conclude Baretta - l’errore di cinque anni fa». (a.fra.)
NUOVO APPUNTAMENTO Il 4 e 5 ottobre i cittadini di
Castelfranco dovranno dunque scegliere il prossimo sindaco tra Marcon e Sartoretto. In casa Lega il risultato ottenuto è stato notevole. Nel centrosinistra invece si festeggia per aver evitato una vittoria secca della Lega al primo turno, cosa che a un certo punto della giornata sembrava possibile. Delusione nelle fila della coalizione civica di Maria Gomierato che puntava ad aggiudicarsi il secondo posto, e dunque il ballottaggio.
GLI SCENARI In questo quadro è già partita la sfida per il ballottaggio. Maria Gomierato, così come il grillino Bernardi hanno già dato indicazione di voto: «Sosteniamo Sartoretto». Meno esplicito Zurlo, ma la direzione sembra la stessa. Stefano Marcon dunque dovrà vedersela contro tutti gli altri schieramenti uniti. Decisivo sarà anche e soprattutto il voto di quel 40% di aventi diritto che non sono andati a votare. Su 30.559 solamente 18.595 sono andati alle urne, con un’affluenza del 60,85%. Mancano all’appello quasi 12 mila voti che potrebbero essere davvero determinanti ai fini del risultato. La sfida insomma è aperta e il risultato non così scontato. La città dovrà di fatto dare un voto al governo leghista degli ultimi 10 anni, ai 2 sindaci Dussin e Marcon, alla Lega. Giuliano Pavan © RIPRODUZIONE RISERVATA
2
MERCOLEDÌ 23 SETTEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI
PRIMO PIANO
Il dopo elezioni
Conte sposta il governo a sinistra «Via i decreti sicurezza, poi Ius soli» E sul Mes chiede a Zingaretti più tempo: «Con il Movimento 5 Stelle diviso non abbiamo i numeri in Parlamento» Ilario Lombardo / ROMA
Prima di parlare, entrambi, quasi in contemporanea, Giuseppe Conte e Nicola Zingaretti si sono sentiti e hanno concordato cosa dire. Decreti sicurezza da modificare al più presto, no al rimpasto, discussione aperta sullo Ius soli, non forzare i tempi sul Mes per non cadere sui numeri del traballante M5s in Senato. Con il successo delle urne in tasca, il Pd non ha troppe difficoltà a ottenere dal premier lo spostamento del baricentro di governo verso sinistra. A partire da migranti e diritti. Le frasi di Zingaretti e di Conte quasi si sovrappongono, sono l’eco l’una dell’altra: «Al primo Consiglio dei ministri utile si può procedere sui decreti sicurezza, nel governo va aperta una fase nuova», avverte senza minimamente forzare i toni e con una smorfia di soddisfazio-
Il primo ministro e il leader dei Democratici concordano letture convergenti
TREND DEL VOTO PER IL PD 50%
41,2 40%
33,6
32,6
30%
ne il leader del Pd, dalla sede del Nazareno a Roma: «Non rivendico un posto nel governo e il Pd non pone il tema del rimpasto, è una valutazione che spetta a Conte». Poche centinaia di metri più in là, Conte sta per parlare a un convegno in piazza di Spagna. I giornalisti lo attendono, i collaboratori gli riportano le dichiarazioni di Zingaretti. Ma il premier le conosce già: «Non sento l’esigenza del rimpasto e il Pd non pone il tema», certifica Conte. Per quanto riguarda invece i decreti Sicurezza, dopo aver annunciato un
24,7 26,1
20%
25,4
22,1
24,8 18,7
16,1
10%
8,8 0%
Regionali Camera 2005 2006
Fonte: Istituto Cattaneo
Camera Europee Regionali Camera Europee Regionali Camera Europee Regionali 2008 2009 2010 2013 2014 2015 2018 2019 2020
I valori si riferiscono alla percentuale dei consensi nelle 6 regioni che hanno votato domenica e lunedì
piano rimpatri «più efficace ed efficiente», conferma: «Li portiamo al più presto in Cdm. Abbiamo le idee chiare e un testo di modifica è stato concordato già prima dell’estate perché vogliamo assicurare ai cittadini italiani la sicurezza, non per ragio-
nare con slogan tipo “porto aperto, porto chiuso”. Vogliamo allargare il raggio della sicurezza dei cittadini e garantire la protezione dei migranti». Conte gioca a sottrarsi dalla personalizzazione della vittoria: «Non ero in bilico ie-
ri e non sono inamovibile oggi». Ma deve subito trovare un orientamento nella mappa di una maggioranza che esce dal voto entusiasta e confusa, come sono i volti dei due partiti che la compongono. Il M5S è a pezzi. Non basta il referendum vin-
In alto Giuseppe Conte passeggia a Roma. Sopra Nicola Zingaretti
to, come era ovvio. Luigi Di Maio ci ha provato a trovare riparo sotto il 70 per cento di Sì al taglio dei parlamentari. Ma poi lui e tutta la tribù grillina sono stati risucchiati, dal tonfo elettorale alle Regionali, dalle accuse di Alessandro Di Battista sulla «peg-
RENZO GUOLO
IL COMMENTO
Dopo il voto fanno festa quasi tutti, fa eccezione Salvini
I
l mancato sfondamento della destra salviniana segna le elezioni di fine estate. Dopo quella mancata in Emilia, nemmeno la spalla-
un miraggio. La vittoria nelle Marche, così come quella in Umbria lo scorso anno, è rilevante ma non ha l’impatto che avrebbe avuto la caduta del governo regionale toscano: il Pd non poteva reggere una sconfitta in riva all’Arno, come ieri
giore sconfitta di sempre» e dalla faida sulla leadership e sul congresso-fantasma che il reggente Vito Crimi tarda a convocare. «In queste condizioni rischiamo di non avere i numeri in Parlamento» è il ragionamento che Conte ha fatto
quella all’ombra delle Due Torri. Il nuovo presidente regionale marchigiano, poi, è in quota Fratelli d’Italia che, nonostante lo smacco pugliese, cresce a spese dell’alleato. Salvini si arena anche sul fronte interno: non si radica a Sud e prende un sonoro ceffone a Nord, dove la vittoria bulgara di Zaia gli crea più problemi di quanto ammetta. Il consenso al presidente veneto, frutto della costruzione di un blocco sociale che fa della Lega locale la vera erede della Dc
dorotea, oltre che di una gestione della sanità che ha contenuto la pandemia, non è compatibile con la linea salviniana. Più l’autonomista Zaia si rafforza, più il progetto nazionale Salvini si indebolisce. A poco vale il ritornello “la lista del governatore è composta da leghisti” : i due leader e le due linee sono destinati a cozzare. Il plebiscito zaiano è, anche, uno sbarramento alla svolta nazionale della Lega. Gli elettori hanno colto la contraddizione insita in un patto
in stile prussiano-bavarese, che molti vivono come faustiano, tra una Lega salviniana centralista e una zaiana autonomista. Così hanno rovesciato i rapporti di forza. Se a Sud diffidano, a Nordest si cautelano. Le urne confermano le difficoltà del M5S, ostinatamente impegnato nella corsa solitaria verso l’irrilevanza. Al di là del risultato referendario, annegato in una trasversale ostilità alla politica, il consenso evapora. Nemmeno la scontata
vittoria del “Si” traina i pentastellati. Il MoVimento è al bivio: o fa chiarezza, e trasforma l’intesa con il Pd in alleanza organica anche a livello locale, oppure scompare. Le sue “evoluzioni” sono troppo lente e tardive. Respira il Pd che vince, oltre che in Toscana in Puglia e Campania. Oltretutto senza il decisivo apporto della meteora renziana e dei riluttanti pentastellati. La destra cresce nel paese ma per Zingaretti la parte più agitata della “nuttata” sembra
ottenuta in questi mesi di passata. Sarà meno arduo provare a far cedere i cinquestelle su Mes e decreti sicurezza. Anche perché si apre, potenzialmente, una fase di stabilità. Fanno da collante i finanziamenti Il secondo europei,exploit, l’elezione dopo perla il prossimo inquilino del Colle, cui aspira Conte, la stessa “vitd’Italia: toria delil tacchino” partito di grillina: Giorgia Meloni molti vincitori si è affermato dell’ultima come lotteria parlamentare non bramatrodestra no per mettere al Sud. a rischio L’unica la proad pria sin troppo benigna sorte mini in unaassoluti competizione rispettoche sia ridialle mensiona la possibilità di rielezione. Si chiama eterogenesi vranista dei fini e, di ovviamente, Salvini haacosì loro un inconcorrente saputa, i grillini tutto l’hanno interno tenaal cemente perseguita. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
MERCOLEDÌ 23 SETTEMBRE 2020
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IL COMMENTO
L’OPINIONE
CONTE SPOSA I TEMI DELLA SINISTRA «VIA DECRETO SICUREZZA POI IUS SOLI»
UNA VITTORIA PER TUTTI MA SALVINI FA ECCEZIONE
IL DOGE E LO SCERIFFO COSÌ UNITI MA DISTANTI
/ PAGINE 2 E 3
GUOLO / PAGINA 2
VICINANZA / PAGINA 5
il dopo elezioni
Zaia: prometto sanità e lavoro Via al terzo mandato. «Rivoluzione totale in stile laburista che partirà dall’autonomia. Cambierò il volto del Veneto»
TOSATTO / PAGINA 6
l’editoriale
Ora la speranza di una stagione di sviluppo e coesione sociale PAOLO POSSAMAI
L
a (ennesima) campagna elettorale è finita. Prepariamoci adesso alla più dura crisi economica dal dopoguerra. Tocca a chi è stato investito di responsabilità politica interpretare la sfida innescata, o forse solo accelerata, da Covid 19. Il virus, tra gli altri drammatici effetti collaterali che porta con sé, toglie una esimente a chi governa: da Bruxelles arriverà un torrente di denaro. Se all’Italia sono stati destinati 209 miliardi, possiamo ritenere plausibile che la decima parte possa prendere la via del Veneto? Per rendere plausibile tale ipotesi occorre riempirla di idee, progetti, programmi autenticamente praticabili. Esattamente quel che manca da tanti anni, ammorbati da disillusioni, tradimenti, pentimenti. / PAGINA 10
il voto nel padovano
il post elezioni
gli altri comuni
I fortini del centrosinistra travolti dall’onda zaiana
I Cinquestelle sono senza seggi Pronto il ricorso per Cappelletti
A Sant’Angelo e a Casale il vento leghista spazza via tutti
Esclusi dal consiglio regionale per pochi voti, un colpo da ko da cui è difficile rialzarsi. Il M5s prepara il ricorso. SALMASO / PAGINA 10
La Lega pianta la bandiera dei suoi sindaci a Sant’Angelo di Piove e a Casale di Scodosia con Carlin e Marchioro. / DA PAG. 33 A PAG. 37
Non è vero che era tutto previsto. E non è neppure vero che è facile da spiegare. Nei fortini del centrosinistra, dove i sindaci li ha messi il Pd e non cent’anni fa, l’anno scorso - il mito dell’uomo forte che piace a tut-
ti e da tutti si fa votare non aiuta a venire a patti con questa vittoria straripante di Zaia. Da Rubano a Piove di Sacco, comuni guidati da sindaci Pd, è difficile spiegare questa svolta. CADONI / PAGINA 17
padova
bagnoli
Plateatici in piazza Scoppia la rivolta dei residenti contro la proroga
Dramma in azienda Malore stronca operaio di 58 anni mentre lavora
Rivolta dei residenti delle piazze contro la decisione del Comune di prorogare la gratuità e l’allargamento degli spazi pubblici da destinare a tavolini e sedie dei locali del centro. Abitanti ed esercenti, fazioni divise da guerra fredda che dura da anni. PREEZIUSI / PAGINA 45
Malore fatale per un operaio a fine turno. Alessandro Griggio, 58 anni, è stato trovato dai colleghi riverso a terra, nella sua postazione di lavoro alla Ine Spa in via dell’Industria. Un attacco di cuore, del tutto imprevedibile, non gli ha lasciato scampo. STIEVANO / PAGINA 55
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6
MERCOLEDÌ 23 SETTEMBRE 2020 IL MATTINO
PRIMO PIANO
Elezioni regionali
Enrico Cappelletti
LUCA ZAIA
VOTI
ARTURO LORENZONI
79.615
%
3,3%
Movimento 5 Stelle
VOTI
1.883.267 76,8%
%
385.584
VOTI
VOTI
15,7%
%
%
2,7 %
Paolo Girotto VOTI
LISTE COLLEGATE
55.240
21.668
%
0,9%
Movimento 3v Libertà Di Scelta
LISTE COLLEGATE VOTI
14.910
%
0,7%
Antonio Guadagnini ZAIA PRESIDENTE
VOTI 915.670
% 44,6%
FORZA ITALIA
VOTI 73.224
% 3,6%
LEGA
VOTI 347.722
% 16,9%
VOTI 196.261
% 9,6%
VOTI 244.769
IL VENETO CHE VOGLIAMO
% 11,9%
VOTI 41.259
% 2,0%
EUROPA VERDE
VOTI 34.629
VOTI 1.581.790
VOTI 337.298
% 2,4%
% 77,0%
VOTI 14.237
% 0,7%
% 16,4%
% 0,1%
%
0,8%
19.749
%
1,0%
Paolo Benvegnù VOTI
18.516
%
0,8%
Solidarietà Ambiente Lavoro Rif. Comunista PCI
SANCA AUTONOMIA
VOTI 2.404
20.491
Partito Dei Veneti VOTI
TOTALE LISTE COLLEGATE
+VENETO IN EUROPA - VOLT
VOTI
% 1,7%
TOTALE LISTE COLLEGATE
LISTA VENETA AUTONOMIA
VOTI 48.913
PD
FRATELLI D’ITALIA
VOTI
11.838
%
0,6%
Ecco Zaia III: autonomia, sanità, lavoro «Prometto una rivoluzione laburista» Il governatore: è un voto di popolo, Roma non dorma sonni tranquilli, rappresenterò anche tanti elettori di centrosinistra Filippo Tosatto / VENEZIA
«Cosa prometto ai veneti? Cinque anni di rivoluzione pacifica e totale che cambieranno il volto della nostra regione: l’autonomia sancita dalla Costituzione, gli investimenti massicci nella sanità pubblica universalista, la difesa del lavoro ferito dall’epidemia, il rilancio delle infrastrutture che generano crescita e benessere, la promozione degli eventi capaci di proiettarci sulla scena internazionale. Oggi il Veneto è autorevole e rispettato ai tavoli romani, dieci anni fa eravamo la periferia dell’impero». Il giorno dopo, mentre lo spoglio definitivo gli assegna uno sbalorditivo 76, 8% («È stato un master dopo la laurea, importante soprattutto sotto il profilo umano»), Luca Zaia ricapitola così le priorità programmatiche del suo terzo e conclusivo mandato a Palazzo Balbi. «IO AL POSTO DI BONACCINI? NO»
Smentita, una volta ancora, ogni velleità di leadership «Non voglio fare il segretario della Lega e tantomeno aspiro alla carriera ministe-
riale. Sì, Matteo Salvini mi ha inviato un messaggino, è sufficiente, ci conosciamo da una vita» - il governatore ribatte stizzito a quanti (in primis Arturo Lorenzoni, travolto dalle urne al pari del centrosinistra) attribuiscono il suo successo alla «visibilità smisurata» durante l’epidemia. «Abbiamo lavorato bene e questo ce l’hanno riconosciuto i cittadini, dire che il Covid fa vincere le elezioni equivale a trattarli da idioti». La Conferenza delle regioni, divenuta una forza di governo nell’emergenza, è a trazione centrodestra: pronto a subentrare a Stefano Bonaccini nella presidenza? «Neanche per sogno, è un impegno che richiede tempo ed energie. finora non ho rubato un istante al lavoro amministrativo nel Veneto», è la replica che sottace astutamente al patto di ferro vigente con il collega dem emiliano. IL CONSENSO E LA RESPONSABILITÀ
«Un consenso così ampio comporta grandi responsabilità», riprende «sono cosciente che molta parte del popolo del centrosinistra mi ha votato, è successo an-
che in passato e avverto il dovere di rappresentare anche questo elettorato che tipicamente non è nostro. Maggioranza bulgara e opposizione al lumicino? Per lottare sul piano delle idee non conta il numero ma la qualità delle proposte, quando ho esordito in politica, distribuendo volantini, noi leghisti eravamo quattro sfigati derisi per strada». La chiave del successo? «Dare voce alle aspi-
Il messaggino di Salvini e la telefonata di Boccia «Chi parla di un effetto Covid offende i veneti» razioni della nostra terra, pensare in grande perché abbiamo potenzialità straordinarie, coltivare la trasparenza e rispettare le opinioni di tutti, a cominciare dagli avversari». COREA DEL NORDEST E BALENA BIANCA
L’agenda, allora: «Questa mattina mi ha chiamato il ministro Boccia e ho subito chiesto: mi hai chiamato per firmare l’autonomia?
Era solo un saluto, ma di buon auspicio»; manco a dirlo, «la volontà è di andare avanti per portare a casa questa partita. A Roma non dormano sonni tranquilli, abbiamo in cantiere progetti che metteranno in difficoltà i burocrati, chi si ostina a guardare al processo federalista come ad una sottrazione di potere, è un irresponsabile. Avrei avuto l’opportunità di fare altro in molte altre occasioni ma questa sfida è la vera pagina di storia per il Veneto e con tutto il calore dimostrato non posso che restare qui». Corea del Nordest, blocco sociale erede della Balena bianca, Zaia nuovo Bisaglia... «Mai stato democristiano anche se a Rovigo abbiamo un’eletta che si chiama così. La mia è piuttosto una visione labour». TENTAZIONI DI MONOCOLORE
Monocolore del Carroccio o apertura della Giunta agli alleati di centrodestra? «Valuteremo il risultato e gli equilibri, noi rispettiamo i compagni di viaggio, chissà se a ruoli invertiti avrebbero fatto lo stesso... ». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
osservatorio elettorale
Il Ferro-Fini è più rosa Le consigliere elette salgono da dieci a 17 VENEZIA
Spuntano i record di preferenze per Luca Zaia man mano che si completa il quadro degli scrutini: a San Mauro di Saline, microcomune del Veronese, il governatore ha spuntato il 93,1% dei consensi. Su 350 voti espressi per i candidati presidente, all’amministratore leghista ne sono andati 326. Numeri simili in un altro piccolo comune della Lessinia (Verona), Erbezzo, dove il dato per Zaia è stato del 92,9%. Intanto si apprende che la prossima assemblea regionale del Veneto vedrà aumentare il numero delle consigliere donne: dalle 10 di cinque anni fa passeranno ora ad almeno
17. Nel gioco delle redistribuzioni dei seggi la quota rosa potrebbe arrivare a 18 componenti. Tra le curiosità sul voto in Veneto, sottolineate ieri dal politologo Paolo Feltrin, dell'Osservatorio elettorale del Consiglio regionale, vi è anche il fatto che circa il 20% degli elettori ha votato esclusivamente il candidato presidente. Quanto agli eletti nell'assemblea di Palazzo Ferro Fini, lo spoglio quasi ultimato vede alcune vittorie al fotofinish, come nel caso della Lista Zaia: a Treviso Stefano Busolin risulta non eletto per una sola preferenza rispetto a Nazzareno Gerolimetto. Debutto riuscito per Daniele Polato (10.783), neoeletto nelle file di Fratelli d'Italia. —
MERCOLEDÌ 23 SETTEMBRE 2020 - ANNO XVIII - N. 226
REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: Via F. Rismondo 2/E - 35131 Padova - Tel 049 8238811 - Fax 049 8238831 E-mail: corriereveneto@corriereveneto.it
Il romanzo
La kermesse
Disabilità e battaglie Il libro di Sgaggio «L’eredità dei vivi»
22°
Temporale e schiarite
Film, spettacoli, dialoghi: riparte il Festival Biblico
a pagina 25 Visentin
LE ALTRE EDIZIONI: Padova-Rovigo, Treviso-Belluno, Vicenza-Bassano, Corriere di Verona
Distribuito con il Corriere della Sera - Non vendibile separatamente
9.36 Km/h 86%
GIO
SAB
Pio da Pietrelcina
corrieredelveneto.it
In laguna
Comunali Il sindaco: «Roma ci restituisca poteri»
IDUEDOGI ELAPARTITA DAGIOCARE
Venezia, Brugnaro bis sul trono: «Con Luca una grande sintonia»
di Claudia Fornasier
L
a grande alleanza tra Luca Zaia e Luigi Brugnaro, immortalata sul bacino d’acqua dell’Arsenale, riavvicina Venezia al Veneto dopo secoli di reciproco isolamento e permette al sindaco-imprenditore di rivincere, battendo la «maledizione» dei dogi moderni. Dal Dopoguerra solo tre sindaci erano stati eletti due volte di seguito: Favaretto Fisca (1960-1970), Mario Rigo (1975-1985) Massimo Cacciari (19932000 con tris nel 2005). Da ieri Brugnaro è il quarto. Entrato in politica nel 2015, ha vinto il suo secondo referendum in nove mesi.
continua a pagina 2
Regionali
di Francesco Bottazzo
B
La festa Luigi Brugnaro brinda alla vittoria. L’onda fucsia ha sconfitto il centrosinistra
DOM
18°/ 23° 18°/ 22° 13°/ 18° 13°/ 15°
a pagina 26 Verni
VENEZIA E MESTRE
VEN
rugnaro festeggia una vittoria al primo turno non scontata contro Pier Paolo Baretta ma, soprattutto, riesce nell’impresa di staccare la Lega di quasi venti punti. Era il vero obiettivo per poter dichiarare: «Si conferma una strada a guida civica, ho sempre detto di non avere nessuna tessera politica di nessun tipo e lo riconfermo una volta di più oggi». Questo nulla toglie al ritrovato feeling con la Regione, specifica Brugnaro.
GLI ALTRI COMUNI AL VOTO
Zanchin vince a Eraclea Portogruaro al ballottaggio A Eraclea diventa sindaco Nadia Zanchin con il 37% sostenuta dalle forze che amministravano la città prima dell’inchiesta sui casalesi che travolse l’amministrazione. «Una pagina da archiviare». Ballottaggio invece a Portogruaro fra Stefano Santandrea e Florio Favero, Lega primo a pagina 7 partito.
VENEZIA
Nadia Zanchin sindaco di Eraclea
a pagina 2
Dopo il voto Al lavoro sulla squadra di giunta: i fedelissimi verso la riconferma in Regione. Tre big per la vicepresidenza
Autonomia, nuovo piano di Zaia
L’ALIBI BULGARO «Unprogettotecnicochemetteall’angoloilgoverno».Lalistadelgovernatorequartaforzanazionale DI CHI PERDE IL NUOVO CONSIGLIO MARCATO MISTER PREFERENZE C’è il fronte interno (il
di Stefano Allievi
L
a battuta è stata del leader dell’opposizione, Lorenzoni, quando gli è stato chiesto come commentava le elezioni: «in bulgaro o in italiano?». È un vecchio vizio di chi non si identifica con i vincitori, e guarda attonito – tra l’allibito e l’invidioso (nel caso di Lorenzoni, forse solo autoironico) – il travolgente successo di Zaia , tirare in ballo le «percentuali bulgare», Lukashenko o lo zar Putin. Ma qui non c’è nessun autoritarismo, nessuna tentazione totalitaria, nessun dominio di partito unico:
continua a pagina 13
VENEZIA
rebus fra ripescaggi e manuale Cencelli per trovare la quadra sulla nuova giunta) e poi c’è il fronte esterno. Segnatamente quello romano per l’autonomia e le percentuali bulgare raccolte da Zaia, secondo il diretto interessato, peseranno: « A Roma non possono far finta che non sia successo nulla: abbiamo un progetto per metterli in difficoltà sul piano tecnico e giuria pagina 8 Bonet dico».
Venticinque neoeletti Più giovani e più donne
IL RACCONTO
❞
● SCONFITTI& CONSEGUENZE
IN CITTA’ FDI SUPERA LA LEGA
Verona, la città dei Fratelli d’Italia
di Matteo Sorio
La maglia dedicata al Friuli e ai Fogolârs Furlans è già in vendita al MACRON STORE della Dacia Arena e online su store.udinese.it
a pagina 9
Grande ricambio in Consiglio: i neoeletti sono 25. La strabordante vittoria di Zaia cambia i rapporti di forza: 41 in maggioranza contro 9 di a pagina 10 Zuin opposizione.
DÉBÂCLE LORENZONI In piazza I tabelloni elettorali a Vittorio Veneto
ViaggionelprofondoZaiastan «Ciharidatoilsognodell’identità» di Emilio Randon
Resadeiconti M5S fuori D’Incà: alleanze nelPd:Bisato giallodimissioni con i dem a pagina 12
a pagina 9
Influenza, vaccini anche ai pediatri
Gratis ai bimbi da sei mesi ai sei anni. «Usl oberate dai richiami saltati» VENEZIA Il Veneto è la prima re-
gione d’Italia ad aver già deliberato la gratuità del vaccino anti-influenzale per i bambini dai sei mesi ai 6 anni, che potranno assumerlo anche dal proprio pediatra di libera scelta, non più solo nei Servizi di Igiene. «È una vaccinazione fortemente raccomandata, soprattutto per evitare sovrapposizioni con il Covid-19, spiega il dottor Simone Rugolotto, presidente regionale della Società italiana di Pediatria e primario a Rovigo. a pagina 14 Nicolussi Moro
LA STORIA
Quegli animali imbalsamati finiti in salotto
di Andrea Priante
I Il gatto Uno degli animali imbalsamati
CINQUESTELLE SENZA POSTI
l cane nel salotto di una casa a Spinea, il pappagallo in cucina a Padova: sempre più veneti fanno imbalsamare i loro animali domestici. a pagina 15
a pagina 13
MERCOLEDÌ 23 SETTEMBRE 2020 LA TRIBUNA
PRIMO PIANO
5
Il dopo elezioni
Lega, il flop al Sud diventa un caso «Rinnovare i vertici» Nel Meridione il partito è gestito da proconsoli arrivati dal Nord Molteni: «Irreversibile la scelta di essere un partito nazionale» Alberto Mattioli / MILANO
Posta un po’ brutalmente, diciamo pure alla Salvini, la domanda è: perché al Sud la Lega non sfonda? Ci prova da anni, ha messo in soffitta la Padania e perfino il Nord del nome, eppure non si muove. Nelle due regioni del Sud dove si è votato è stato un plebiscito, ma per gli avversari: in Puglia, Emiliano stacca Fitto di 8 punti; in Campania, De Luca polverizza Caldoro con 51. E la Lega ex Nord si ferma, rispettivamente, al 9,5 e al 5,6%. Dieci o anche solo cinque anni fa, sarebbe stato un trionfo. Oggi è una mezza delusione. Ovvio che in casa leghista se ne discuta. Le spiegazioni sono due: una tattica, relativa alle caratteristiche di queste elezioni, e una strategica, sulla difficoltà di trapiantare al Sud un partito che resta intrinsecamente “nordista”. Ieri, a caldo, il vicesegretario Lorenzo Fontana ha spiegato che serve un rinnovamento della classe dirigente. Tradotto: candidare Caldoro e Fitto non è stata una buona idea. «Questo voto si è giocato molto sulla personalità dei candidati. Ma o candidi qualcuno di davvero nuovo, o al Sud non sfonderai mai. E quei due, bravissime persone per carità, tutto erano meno che nuovi». Conferma un leghista pugliese di peso: «Siamo riusciti nell’impresa di far sembrare Emiliano, due volte sindaco di Bari e due volte presidente della Regione, il campione del cambiamento e l’argine contro il ri-
torno al passato». I sentimenti per Fd’I che ha imposto Fitto non sono esattamente amichevoli. Però al Sud è difficile trovare qualcuno che faccia politica senza un passato. «Qui solo chi ha 18 anni non è mai stato in nessun partito – conferma l’anonimo pugliese –. Però l’anno scorso a Bari abbiamo eletto la prima consigliera comunale “nativa leghista”». Questo è il tema. Faticosamente, sta emergendo una nuova classe politica leghista. Piccoli Salvini crescono a Mezzogiorno. Tipo Gianpiero Zinzi, 37 anni, a Caserta il candidato del centrodestra più votato di tutta la Campania: 15mila preferenze, roba da vecchia Dc. Eppure non basta. «Il centrodestra è arrivato alle elezioni sfaldato e con una squadra che, se prendi il 16%, chiaramente non era quella giusta. Però quel che ci è mancato davvero è il tempo. Abbiamo bisogno di tempo per costruire una classe dirigente di qualità. Per me e per quelli della mia generazione la Lega non è un partito “nordista” , ma nazionale. E, tuttavia, per far passare il messaggio ci vuole tempo». Intanto, però, nel Meridione il partito è gestito da proconsoli che arrivano dal profondo Nord, come Nicola Molteni, da Cantù a Napoli. «Ma no – dice lui – non c’è alcuna colonizzazione. E poi non è vero che siamo andati male: alle precedenti regionali non ci eravamo nemmeno presentati, oggi eleggiamo tre consiglieri. Hanno votato Salvini 133
mila campani, il 5 e mezzo per cento. Non si sfonda, ma si semina». Alle europee la Lega qui però era al 19. E allora entra in gioco un vecchio problema della politica al Sud, dove è il potere a generare consenso e non viceversa. «È chiaro che quello delle europee è un voto più d’opinione. E non è un caso che in Campania andiamo meglio dove il tessuto economico è più vivace, a Salerno e a Caserta». In ogni caso, giura Molteni, «la scelta di diventare un partito nazionale è irreversibile. E ha anche pagato: da quando siamo al Sud, abbiamo raddoppiato i consensi a Nord». Resta il problema di conciliare esigenze apparentemente opposte. Fontana spiega la quadratura del cerchio: «Noi siamo nazionali, non nazionalisti. E soprattutto identitari. La Lega dev’essere il partito dove ogni territorio e ogni comunità fa avanzare le sue istanze». Esattamente quel che fa arrabbiare chi non ha mai accettato la svolta salviniana. Sono molti di più di quanto sembri perché lo dicono in pochi. Come l’ex deputato romagnolo Gianluca Pini: «Non solo al Sud la Lega di Salvini non ha mai sfondato, ma sta arretrando. L’unico momento di spolvero l’ha avuto dopo il reddito di cittadinanza, l’esatta antitesi di tutti i valori della Lega. E, intanto, la questione settentrionale è abbandonata. Allora è normale che un veneto metta la croce sul nome di Zaia e non su quello di Salvini». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
TREND DEL VOTO PER LA LEGA 40%
33,1
30% 20%
10,1 10%
0%
3,8
7,4
3
5,1
1,6
I valori si riferiscono alla percentuale dei consensi nelle 6 regioni che hanno votato domenica e lunedì
Il leader della Lega Matteo Salvini con la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni
E la Val d’Aosta è in stallo Il Carroccio ha vinto ma non può governare AOSTA
Nell’unica regione italiana in cui non c’è elezione diretta del Governatore e ci si affida al vecchio caro sistema proporzionale, la Lega trionfa, ma rischia di rimanere all’opposizione. È l’esito per certi versi paradossale del voto che si è svolto in Valle d’Aosta, dove i risultati sono arrivati solo ieri sera in virtù di una legge elettorale che ha anche un altro unicum: lo spoglio centralizzato, con il tra-
sporto delle schede dai seggi a 8 poli dislocati sul territorio per evitare i rischi di controlli del voto, specie nelle località più piccole. Un rischio tanto temuto da far introdurre, quest’anno, un’ulteriore novità: la preferenza unica, strumento a doppio taglio che in questa tornata ha mietuto non poche vittime illustri, compresi ex assessori della passata legislatura, ma non l’«Highlander» della politica valdostana: Augusto Rollandin, già presidente della Regione per
sei volte, consigliere regionale uscente, ma sospeso da oltre un anno per la Legge Severino scattata dopo una condanna in primo grado per corruzione e che due giorni prima delle elezioni si è visto inserito tra i 13 nomi indicati dall’Antimafia come «impresentabili». La più votata di queste elezioni è stta la leader della Lega valdostana Nicoletta Spelgatti. Non ce l’hanno fatta a superare il quorum, invece, due liste legate ai partiti nazionali. Forza Italia e Fratelli d’Italia, coalizzatesi, restano fuori dal Consiglio regionale valdostano per soli 25 voti. Molto peggio ha fatto il Movimento 5 Stelle che dai quattro seggi conquistati nel giro precedente si ritrova adesso a zero con un misero 3,9%. —
LUIGI VICINANZA
Il doge Zaia e lo sceriffo De Luca così uniti, così distanti
I
13,1
Camera Europee Regionali Camera Europee Regionali Camera Europee Regionali 2008 2009 2010 2013 2014 2015 2018 2019 2020
L’OPINIONE
l travolgente successo personale di Luca Zaia (76,8 per cento) e di Vincenzo De Luca (69,5) afferma un bipolarismo politico tanto inedito quanto innestato su radici antiche: Nord e Sud. I due estremi geografici finiscono per identificarsi in due governatori totalmente diversi tra di loro, legittimati da un consenso popolare trasversale, entrambi così dissonanti dai partiti di origine. Un dato su tutti, per quanto paradossale possa apparire. Sia Zaia che De Luca
9,5 7,9
Regionali Camera 2005 2006
Fonte: Istituto Cattaneo
8,9
avrebbero potuto essere ugualmente eletti anche senza l’apporto dei voti dei partiti di appartenenza. In Veneto infatti la Lega si è fermata al 17 per cento, appena un terzo dei consensi incassati dalla lista del presidente. In Campania il Pd, per quanto sia il primo partito, è solo al 16,9 per cento incalzato dalla lista del governatore. Nel momento più difficile della storia italiana del dopoguerra Zaia e De Luca hanno saputo riscattare e rivalutare il ruolo delle regioni, garan-
tendo sicurezza a tutti, in particolare ai ceti più deboli, e attuando buone pratiche nella gestione dell’epidemia. Così facendo hanno intercettato il favore di settori amplissimi della società. Il primo a parlare di un consenso trasversale, oltre la destra e la sinistra, è stato proprio De Luca appena incassata la riconferma. Sin da quando era sindaco di Salerno aveva capito - forse unico a sinistra - quanto fosse importante per la qualità della vita dei cittadini il tema della sicurezza e dell’ordine
pubblico. Tanto da guadagnarsi il soprannome di “sceriffo”, appioppatogli con disprezzo da pezzi del suo stesso mondo politico. Ora il governatore dà corpo a un rinnovato orgoglio meridionale, rivendicando risorse per la sanità della Campania e del Sud pari almeno a quelle destinate alle regioni settentrionali. A Zingaretti e al quartiere generale Pd ha già mandato a dire che sulla scelta del prossimo candidato sindaco di Napoli - si vota l’anno prossimo con Roma,
Milano, Torino - lui vuole decidere, eccome. Non intende accettare accordi nazionali nei quali non sia protagonista. Zaia risponde chiedendo maggiore autonomia per il Veneto. Obiettivo concreto rispetto al sovranismo ideologico imposto da Matteo Salvini. Conviene essere cauti nel sostenere che l’attuale capo della Lega sia lo sconfitto di questa tornata elettorale. Certo non gli è andata come auspicava. Zaia dunque incarna l’alternativa politica ri-
spetto all’estremismo del Papeete. Concretezza, buona amministrazione, ottimi rapporti con il mondo produttivo. Il Doge, si sa, nega di avere ambizioni nazionali. Governerà per il terzo mandato consecutivo la piccola patria veneta e, se volesse, potrebbe farlo per altre due volte ancora; lo Statuto infatti è stato modificato per consentire un potere che duri un quarto di secolo. In politica mai dire mai. Per ora Zaia e De Luca hanno messo un’ipoteca sui rispettivi partiti. Uniti e distanti. Prima o poi si vedrà chi e come intenderà incassarla. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
PRIMO PIANO
Mercoledì 23 settembre 2020
Opposizioni e voto
MAURIZIO CARUCCI
I
rapporti di forza nella coalizione di opposizione rischiano di cambiare gli equilibri interni. La mancata "spallata" al governo Conte, il successo di Giorgia Meloni nelle Marche e il crollo dell’azzurro Caldoro contro De Luca in Campania (assieme al generale calo di Forza Italia) sono tra gli argomenti che animano il centrodestra dopo le Regionali. «Questa presunta eterna competizione tra me e Matteo Salvini appassiona i giornalisti – ricorda in tv la leader di Fratelli d’Italia –. Mi pare sia chiaro a tutti come stanno le cose: i partiti competono sempre tra loro, però ho spiegato 100 volte che non mi interessa in alcun modo crescere a scapito degli alleati, ma per raggiungere maggioranze solide. Fdi ha dimostrato di non voler andare al governo a tutti i costi. Ho le idee molto chiare su cosa voglio fare». Prova a stemperare Meloni, svicolando dalle accuse - più o meno velate - dei leghisti di aver scelto in Puglia il candidato sbagliato, Fitto, spingendo così molti elettori al voto disgiunto. Meloni viene descritta - anche dalla stampa estera - come «una leader sempre più popolare» sulla scena italiana e anche come figura emergente della coalizione, ma è scaltra nel non cantar vittoria. Numeri alla mano, in effetti, la Regione andata a Emiliano è l’unica in cui si registra il sor-
Leghisti e Fdi evitano le polemiche Meloni: costruiamo coalizione solida Così la Lega LE REGIONALI Liguria 2015 2020 Marche 2015 2020 Veneto 2015 2020
POLITICHE ED EUROPEE % 40
30
13,02% 22,38% 17,83% 16,92%
Toscana 2015 2020
16,02%
20
17,35% 10
0
21,78%
Campania 2015 2020
34,26%
20,25% 17,14%
4,09% Politiche 2013 Puglia 2015
5,63%
6,15% Europee 2014
Politiche 2018
Valle d’Aosta 2018 17,07% 23,9% 2020
2,42%
2020
Europee 2019
9,57%
anche Fi registra un dato accetto al 5,17% rispetto al 17,82% tabile, l’8,91% (5 anni fa era del 2015, che faceva ben speraall’11,37%). Silvio Berlusconi rire per il futuro. Ma sul come rimane silente, ma nel partito azsollevarsi c’è incertezza. «I rizurro, ancor più ridimensionasultati non ci soddisfano pieto, si mastica anamente – maro. In Veneto, commenta la dove Fdi si attecapogruppo alsta al 9,55%, la Camera, MaForza Italia crolriastella Gelmila al 3,56%, anni – e da domacora più giù del ni andrà avviata 5,87% scorso. una riflessione Pure in Liguria costruttiva». E si ferma al uno dei vincito5,27% dal 12,6% ri delle Regionadel 2015. li, il governatore Matteo Salvini (Lega) Giovanni Toti, iPer Fi è un vero flop rispetto al potizza un futupassato: in Campania il candiro che passi da «un allargadato azzurro Stefano Caldoro è mento del centrodestra oltre stato surclassato da Vincenzo l’ala sovranista». © De Luca e il partito è precipita-
CENTRODESTRA Dopo il risultato "a metà", aria di riflessione nei tre partiti. Specie dentro Fi, precipitata ai minimi. Salvini: noi primo partito, e rivendica la Conferenza delle Regioni Oggi riunione fra i vertici
RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte: Eligendo, il dato delle Politiche è relativo alla Camera; Europee Italia+estero
passo di Fdi (secondo partito, dopo il Pd, al 12,63%) sul Carroccio che intanto - Campania a parte e senza contare Veneto e Liguria, dove i numeri sono sfalsati dall’effetto delle "liste dei presidenti" - arretra dalle Europee 2019, ma cresce sulle politiche del 2018 e sulle precedenti regionali. Il segretario del Carroccio, anche se ha mancato il successo in Toscana, al Tg1 rivendica di essere il «primo partito» e ricorda che «in Puglia e in Campania avevamo zero consiglieri regionali: oggi passiamo da 0 a sei, vorrei sempre sconfitte così. E sono posti dove abbiamo perso, per cui serve un ripensamento dell’offerta del
centrodestra». È, il suo, un accenno a una riflessione da fare dentro il partito, galvanizzato però dal trionfo di Zaia in Veneto. Per fare il punto, Salvini oggi riunisce i "colonnelli" e i segretari regionali, a Roma. «Il voto è sovrano - continua Salvini -. Il centrodestra governa 14 regioni su 20. Chiediamo che il governo ci coinvolga. Ci ascolti, visto che rappresentiamo la maggioranza degli italiani». E, intanto, la Lega reclama la presidenza della Conferenza delle Regioni, ora in mano al dem Bonaccini. In tutte le sei Regioni maggiori, comunque, Meloni aumenta i consensi, dando filo da torcere alla Lega salviniana e portando a casa 29 consiglieri rispetto ai 6 delle elezioni del 2015. E la Puglia è l’unica Regione dove
Così FRATELLI D’ITALIA LE REGIONALI Liguria 2015
POLITICHE ED EUROPEE % 7
2020 Veneto 2015 2020 Toscana 2015 2020 Campania 2015 2020
6
10,87%
2020 Marche 2015
6,44%
3,07% 5
6,51% 18,66%
3,67%
4
«Ha vinto solo Conte» «Comunque, in estrema sintesi, le elezioni le ha vinte l’unico che non ha partecipato: Giuseppe Conte». Lo ha scritto su Twitter Guido Crosetto, ex deputato di Fdi.
4,35%
3
2,60%
2
9,55% 1
3,82%
0
13,5%
1,96% Politiche 2013 Puglia 2015
5,47% 5,98%
2020
Europee 2014
2,45% 12,63%
Politiche 2018
Europee 2019
Valle d’Aosta 2018 2,92%* 5,7%* 2020 *in coalizione con Fi
INTERVISTA AL CAPOGRUPPO LEGHISTA AL SENATO, MASSIMILIANO ROMEO
«Nessuna frenata, restiamo forti Non torneremo un partito del 7%» VINCENZO R. SPAGNOLO
peravamo di poter strappare qualche Regione in più al centrosinistra, ma in generale il bilancio è positivo: siamo passati da 46 a 70 consiglieri regionali, per la prima volta entriamo in Campania e Puglia e abbiamo vinto anche in moltissimi comuni al Sud». C’è rammarico e voglia di guardare avanti nelle considerazioni post voto di Massimiliano Romeo. Il capogruppo della Lega al Senato non nasconde l’amaro in bocca: «Ovviamente avremmo preferito vincere anche in Toscana e Puglia, ma sapevamo che erano obiettivi difficili». La sconfitta in Toscana brucia di più? Matteo Salvini in campagna elettorale si diceva ottimista. Bisogna trarre insegnamento da ciò che avviene. Come l’Emilia Romagna, la Toscana si è confermata una roccaforte "rossa" difficile da espugnare, un sistema controllato dal centrosinistra. Comunque rispettiamo la volontà popolare, ha vinto Giani e la nostra candidata gli ha fatto gli auguri di buon governo. E la Puglia? Sulla scelta di Fitto c’era stata discussione nel centrodestra. Un altro candidato avrebbe fatto di più? Inutile ragionare col senno di poi. Credo che, in tempi di Covid, siano stati premiati alcuni governatori e sindaci uscenti. Probabilmente, con un altro candidato, avremmo avuto un risultato simile. Il progetto della Lega a caratura nazionale ne esce frenato? Non direi. Chi spera che la Lega torni ad essere un partito del 7%, sogna. La realtà è tutt’altra: lavoriamo per superare la vecchia antitesi Nord-Sud e gli elettori lo sanno, come mostrano i risultati in territori come Calabria, Sicilia, Umbria e ora nelle Marche, ex regione "rossa" dove siamo il primo partito della coalizione. Governiamo come centrodestra in 15 regioni su 20. E anche in Campania e Puglia, dove abbiamo perso, come Lega abbiamo preso i primi consiglieri re-
gionali. Una politica dei piccoli passi che alla fine paga. Il calo di popolarità nei sondaggi, i processi giudiziari imminenti. Non c’è un appannamento della leadership di Salvini, a fronte della crescita di esponenti come Luca Zaia? Io non lo vedo. Chi confronta gli esiti delle scorse Europee con le Regionali, paragona mele con pere. E chi vagheggia divisioni interne, perde solo tempo. Salvini è il leader della Lega e Zaia una risorsa, un valore aggiunto. Non mi pare di aver capito che abbia velleità a livello nazionale. Senz’altro lavorerà in sinergia con Salvini per riportare al centro della politica il tema dell’autonomia, finito nel dimenticatoio. L’ascesa di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni vi mette in difficoltà? Potrebbe mettere in discussione la guida del centrodestra? Capisco che il gioco ora sia mettere Salvini contro Meloni o contro Zaia. Ma chi lo fa, ri-
peto, perde solo del gran tempo. L’importante è che il centrodestra sia oggi maggioranza in Italia. In un Paese democratico, forse sarebbe il caso di sciogliere le Camere e andare al voto. Non è il solo, nel suo partito, a ipotizzare elezioni anticipate. Ma mi pare di aver capito che Salvini non la pensi così. Non sono il solo a ritenere che questo Parlamento non sia più legittimato per via della riforma costituzionale, ma anche perché vi siede un alto numero di eletti di un movimento, quello dei 5 stelle, che in realtà ormai nel Paese ha scarso consenso. Ciò detto, concordo con Salvini ritenendo improbabile che si vada al voto anticipato. C’è il Recovery plan da varare e poi il voto per il presidente della Repubblica. Per giunta c’è chi argomenta, e non senza ragione, come la legislatura sia ormai "blindata" perché, dopo il taglio, per molti parlamentari questo sarà l’ultimo "giro di giostra". I risultati della tornata elettorale rendono più solido il governo Conte?
In epoca di governo gialloverde, quando nelle regionali noi drenavamo i consensi persi a destra dai 5 stelle, i commentatori dicevano: il governo adesso rischia. Ora che è il Pd a drenare i voti persi a sinistra da M5s, non si capisce perché il governo ne esca rafforzato. Due pesi e due misure che non si spiegano. Pensate mai allo strappo agostano di un anno fa? Vi siete pentiti della scelta di uscire da quel governo con M5s? Mah, forse ci sarà pure qualcuno che ci ripensa con qualche rimpianto. Non certo io. Anzi, se ci fosse qualcuno, lo farei riflettere su un aspetto: se ora, in epoca Covid, fossimo stati al governo, tutto il mondo ci avrebbe dato addosso, altro che senso di responsabilità... Da domani, cosa farete? La nostra parte, come sempre, con un’opposizione costruttiva ma ferma, lavorando senza sosta per andare in futuro al governo del Paese.
«Passiamo comunque da 46 a 70 consiglieri regionali Zaia? Risorsa, però il leader è Salvini» Le elezioni anticipate? «Opportune, ma legislatura pare blindata»
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SI TRATTA DEL MANAGER BERGAMASCO ANGELO LAZZARI
Fondi Lega, un nome salda le inchieste di Milano e Genova Nuovi elementi emergono dall’indagine sull’acquisto di un capannone da parte della Regione Lombardia e che coinvolge commercialisti vicini a Salvini
DAVIDE RE Milano
L
e inchieste sui conti economici della Lega, che vedono impegnate più Procure in Italia, proseguono arricchendosi ogni giorno di nuovi elementi. Da ieri, per esempio, il nome di un manager bergamasco, Angelo Lazzari, che compare sia nelle carte sul caso Lombardia Film Commission (partecipata di Regione Lombardia) che in quelle sui presunti "fondi neri" del Carroccio, sembra collegare l’indagine di Milano a quella di Genova sui famosi 49 milioni di rimborsi elettorali spa-
riti dai conti del Carroccio, prima di un sequestro preventivo. Un trait d’union insomma tra società coinvolte sia nella vicenda della presunta vendita gonfiata del capannone di Cormano per la Lombardia Film Commission che in quella sui soldi del Carroccio. Intanto, nel fascicolo milanese, che ha portato ai domiciliari i due revisori in Parlamento per la Lega, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni (i quali hanno chiesto al Riesame la revoca dei domiciliari), e l’altro contabile Michele Scillieri, gli accertamenti proseguono anche con l’ipotesi investigativa di
Guido CROSETTO Ex deputato di Fratelli d’Italia
Fonte: Eligendo, il dato delle Politiche è relativo alla Camera; Europee Italia+estero
«S
9
presunti finanziamenti illeciti. Anche se allo stato non è contestato il finanziamento illecito. Il collegamento è stato trovato grazie ad un’informativa del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, depositata nell’inchiesta dell’aggiunto di Milano Fusco e del pm Civardi, in cui si parla di Lazzari come «socio unico di Ivad sarl (Lussemburgo) e socio di minoranza di Sevenbit srl, società risultate coinvolte nelle indagini sul riciclaggio dei fondi del partito "Lega Nord"». E il «nominativo di Lazzari», si legge ancora nelle carte, è emerso anche nell’inchiesta
milanese. Lazzari è venuto a galla «in relazione alla compagine societaria di un’altra società risultata partecipata e amministrata» da Di Rubba, già ex presidente di LFC. Ossia la Taac srl, una delle società «veicolo» attraverso le quali sarebbero passati gli 800mila euro drenati con la presunta vendita gonfiata dell’immobile. Taaac che è «domiciliata presso lo studio commercialista di Scillieri». L’indagine milanese è delicatissima e si concentra su una serie di movimentazioni finanziarie sospette tra società dei contabili, imprese, Lega e «entità» collegate. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Paolo CIANI Coordinatore nazionale Demos
«Dicevano 6 a 0...» «Dicevano che sarebbe finita 6-0 o 5-1, ma la coalizione di centrosinistra esce dalle regionali rafforzata. Propaganda e fake news non sempre pagano»
Solo la Lega a Lesina ma il voto non è valido A Lesina, in provincia di Foggia, l’unico candidato sindaco, il leghista Primiano Di Mauro, non ce la fa perché le lezioni non sono valide a Lesina. Di Mauro era il solo candidato sindaco in lizza nel comune pugliese: la presenza di una sola lista richiede il quorum del 50% che non è stata raggiunta per una sessantina di voti. L’affluenza alle comunali è stata del 49,01%. E dire che il segretario della Lega, Matteo Salvini, aveva dato il risultato per scontato: «Un sindaco in Puglia lo avremo comunque», aveva detto in occasione della visita nel paese. La scelta del mancato quorum è stata voluta da molti cittadini, invitati apertamente all’astensione da un apposito comitato e a non accettare la scheda delle comunali. Infatti al referendum l’affluenza è stata più alta (60,52%). Di conseguenza, a Lesina, l’amministrazione comunale sarà retta da un commissario.
MERCOLEDÌ 23 SETTEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI
PRIMO PIANO
7
Elezioni regionali
I RE DELLE PREFERENZE
Daniela Sbrollini VOTI
15.191
%
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49
0,6%
Iv, Psi, Pri, Civica Veneto VOTI
12.422
%
0,6%
Patrizia Bertelle VOTI
14.506
%
0,6%
Veneto Ecologia Solidarietà VOTI
9.052
%
0,4 %
Simonetta Rubinato VOTI
13.685
%
0,6%
Veneto Per Le Autonomie VOTI
12.013
%
0,6%
TOTALE CANDIDATI 2.452.523
% 100% CROMASIA
VOTI
TOTALE LISTE VOTI
2.054.312
% 100%
Roberto Marcato Giacomo Possamai Stefano Valdegamberi Daniele Polato Elena Donazzan Manuela Lanzarin Roberto Ciambetti Gianpaolo Bottacin Chiara Luisetto Ignazio Nicola Finco Sonia Brescacin Roberto Bet Alberto Villanova Joe Formaggio Stefano Casali Anna Maria Bigon Silvia Rizzotto Massimo Giorgetti Fabrizio Boron Elisa Venturini Andrea Zanoni Vanessa Camani Luciano Sandonà Enoch Soranzo Carlo Cunegato Cristiano Corazzari Silvio Giovine Federico Caner Vincenzo Forte Luigi Bisato Giuseppe Pan Elisa De Berti Massimiliano Barison Stefano Busolin Nazzareno Gerolimetto Filippo Lazzarin Rachele Scarpa Milena Cecchetto Francesco Calzavara Giandomenico Allegri Filippo Rigo Elena Ostanel Claudio Valente Elisa Cavinato Marco Zecchinato Mirko Patron Giulio Centenaro Tommaso Razzolini
Lega Salvini Partito democratico Zaia presidente Fratelli d’Italia Fratelli d’Italia Lega Salvini Zaia presidente Zaia presidente Partito democratico Lega Salvini Zaia presidente Zaia presidente Zaia presidente Fratelli d’Italia Fratelli d’Italia Partito democratico Zaia presidente Fratelli d’Italia Zaia presidente Forza Italia Partito democratico Partito democratico Zaia presidente Fratelli d’Italia Veneto che vogliamo Lega Salvini Fratelli d’Italia Lega Salvini Fratelli d’Italia Partito democratico Lega Salvini Lega Salvini Veneta autonomia Zaia presidente Zaia presidente Lega Salvini Partito democratico Lega Salvini Zaia presidente Partito democratico Zaia presidente Veneto che vogliamo Fratelli d’Italia Zaia presidente Zaia presidente Fratelli d’Italia Forza Italia Zaia presidente Fratelli d’Italia
Padova Vicenza Verona Verona Vicenza Vicenza Vicenza Belluno Vicenza Vicenza Treviso Treviso Treviso Vicenza Verona Verona Treviso Verona Padova Padova Treviso Padova Padova Padova Vicenza Rovigo Vicenza Treviso Vicenza Padova Padova Verona Padova Treviso Treviso Padova Treviso Vicenza Venezia Verona Verona Padova Verona Padova Vicenza Venezia Padova Padova Treviso
11.660 11.515 11.422 10.807 10.743 10.370 9.951 9.078 8.989 8.939 8.853 8.506 8.406 7.867 7.533 7.521 7.308 7.133 6.574 6.559 6.428 6.187 6.009 5.858 5.810 5.560 5.487 5.178 5.076 5.044 5.039 4.941 4.920 4.908 4.901 4.825 4.727 4.645 4.595 4.555 4.521 4.488 4.427 4.361 4.326 4.296 4.227 4.141 4.041
La tabella contiene i nomi dei candidati che hanno ottenuto più di 4.000 preferenze
Luca Zaia e, a destra, il commissario veneto della Lega Lorenzo Fontana
nuova giunta, grandi manovre
Marcato, record di preferenze e un’opa sulla vicepresidenza Il “bulldog” dei leghisti oltre quota 11.600. Verso la conferma Lanzarin, Bottacin De Berti e Corazzari. Caner vacilla, Pan è out: le poltrone in ballo a Padova e Treviso schermisce il furbone «io dedico questo risultato al me paròn, il popolo veneto, e al mio segretario Matteo Salvini, sempre generoso nel sostegno alla causa».
verità, a differenza dei colleghi Riccardo Barbisan e Alessandro Montagnoli, il veneziano di Musile non ha percepito nulla e se riuscirà a documentare la rinuncia preventiva ai fatidici 600 euro, potrebbe es-
CALZAVARA, BRESCACIN, FAVERO
Roberto “bulldog” Marcato, recordman delle preferenze in Veneto VENEZIA
Se la strada che conduce alle poltrone di Palazzo Balbi è lastricata di preferenze, sarà Roberto “bulldog” Marcato a fare la voce grossa. Pur candidato nella lista della Lega (circostanza che gli è costata l’annullamento di un migliaio di “like” tracciati accanto al simbolo Zaia), l’assessore uscente allo Sviluppo economico balza
a quota 11.603 centrando il primato solitario nella tornata regionale. Nella coalizione di maggioranza solo il “cimbro” di rito zaiano Stefano Valdegamberi ha retto il passo (11.251), e il citato exploit ipoteca la permanenza del padovano in Giunta con un pensierino ulteriore alla vicepresidenza vacante... «Di incarichi non so niente, è tutto nella testa del presidente», si
Avviate al mandato bis anche le “guardie del corpo” di Luca Zaia nella fase più acuta dell’epidemia, ovvero la vicentina Manuela Lanzarin assessore a Sanità e sociale (10.370) e l’ingegnere bellunese con delega alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin (9078). Scontata, o quasi, la conferma di Elisa De Berti alle Infrastrutture e trasporti: a Verona non ha fatto sfracelli (4769) ma gode della piena fiducia del governatore. Prospettive favorevoli anche per Cristiano Corazzari (5560), privo di concorrenza in Polesine. Fin qui le ragionevoli certezze, i dubbi invece iniziano dal Bilancio, acefalo dopo le dimissioni (dalla carica e dal consiglio, con rinuncia volontaria a due mensilità) di Gianluca Forcolin, abile a tenere i conti in ordine ma inciampato nel bonus Covid; in
Occhi puntati sulla delega al bilancio vacante dopo le dimissioni di Forcolin sere ripescato in extremis come esterno; viceversa, nel segno della rappresentanza territoriale “cencelliana”, potrebbe scoccare l’ora di Francesco Calzavara (4595), esperto di urbanistica e già sindaco di Jesolo. In forse la delega al Turismo di Federico Caner: il trevigiano si è ben difeso dal fuoco amico nella roccaforte di Marca (5156) ma “sconta” la ventennale presenza nelle istituzioni regionali: potrebbe subentrargli la taciturna Sonia Brescacin, forte di 8833 preferenze e fedelissima di Zaia ma qualche chance è accreditata
anche al dinamico Marzio Favero (3315), ex sindaco di Montebelluna. IL TIMONE A CIAMBETTI
Lotta serrata a Padova dove spicca la clamorosa esclusione di Giuseppe Pan - l’assessore uscente ad Agricoltura, caccia e pesca - al quale non sono bastati 8833 voti personali; primo dei non eletti, approderà all’assemblea legislativa grazie alle dimissioni di Marcato (obbligate, ai sensi dello Statuto, per chi entri nell’esecutivo) ma difficilmente resterà in Giunta: a subentrargli in quota patavina concorrono il veterano Fabrizio Boron (6558) e l’emergente Luciano Sandonà (6005). Battaglia anche a Vicenza dove il capogruppo Nicola Finco (8839) cerca un posto al sole mentre Roberto Ciambetti, il presidente del Ferro-Fini da tre lustri a Venezia, gongola per la performance conseguita (ha sfiorato quota 10 mila) e si avvia, salvo sorprese, a riprendere il timone dell’aula. È tutto? Quasi. DONAZZAN PRIMA SCELTA DI FDI
Detto che le nove poltrone potrebbero lievitare a dieci (leggi scorporo di sanità e sociale, unificate provvisoriamente dopo l’addio di Luca Coletto migrato in Umbria), c’è da soddisfare anche l’appetito degli alleati, in primis Fratelli d’Italia che oggi conta sei consiglieri. A fare incetta di preferenze a destra (10.744) è stata la “camerata” Elena Donazzan, che nella legislatura alle spalle ha retto con impegno puntuale Istruzione e lavoro. Difficilmente mollerà l’osso. — FILIPPO TOSATTO
il messaggio
«Stima e fiducia» Gli auguri del Patriarca
Il Patriarca Francesco Moraglia «L’ampia fiducia che le è stata accordata dimostra una stima diffusa che la gratifica e nel contempo la stimola a proseguire con impegno intenso e lungimirante, sempre attento alle necessità reali delle nostre genti». Lo scrive il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia, al neo rieletto governatore del Veneto Luca Zaia in una breve nota in cui gli augura «Buon lavoro». Nelle scorse settimane, la Conferenza episcopale del Triveneto è intervenuta a più riprese sul versante amministrativo, raccomandando a candidati e futuri governanti del Veneto un impegno particolare a tutela delle figure sociali più fragili della comunità e un sostegno concreto alla ripresa dell’economia e del lavoro piegati dall’emergenza Covid.
MERCOLEDÌ 23 SETTEMBRE 2020
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IL COMMENTO
L’OPINIONE
CONTE SPOSA I TEMI DELLA SINISTRA «VIA DECRETO SICUREZZA POI IUS SOLI»
UNA VITTORIA PER TUTTI MA SALVINI FA ECCEZIONE
IL DOGE E LO SCERIFFO COSÌ UNITI MA DISTANTI
/ PAGINE 36 E 37
GUOLO / PAGINA 2
VICINANZA / PAGINA 39
le elezioni comunali
Brugnaro sindaco bis Niente ballottaggi, vince al primo turno: 54,1% contro il 29,3% di Baretta / DA PAGINA 2 A PAGINA 39 dopo il trionfo alle regionali
Zaia promette sanità e lavoro «Cambio il volto del Veneto» «Cosa prometto ai veneti? Cinque anni di rivoluzione pacifica e totale che cambieranno il volto della nostra regione: l’autonomia sancita dalla Costituzione, gli investimenti massicci
nella sanità pubblica universalista, la difesa del lavoro ferito dall’epidemia, il rilancio delle infrastrutture». Così Luca Zaia dopo il trionfoi n Regione. TOSATTO / PAGINE 22 E 23
l’editoriale
l’intervista
Ora la speranza di una stagione di sviluppo e coesione sociale
Cacciari: in Regione gli elettori di destra hanno fatto una scelta moderata
PAOLO POSSAMAI
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a (ennesima) campagna elettorale è finita. Prepariamoci ora alla più dura crisi economica dal dopoguerra. / PAGINA 26
a valanga Zaia e la riconferma («scontata») di Brugnaro a Venezia. Il Pd che in Veneto «le ha sbagliate tutte». Massimo Cacciari non le manda a dire a quello che un tempo fu il suo partito. VITUCCI / PAGINA 29
borghi presidente
la sfida
eraclea
Venezia roccaforte del Pd presa l’unica Municipalità
Portogruaro al ballottaggio con Santandrea e Favero
Zanchin sindaca dopo la bufera dei Casalesi Teso “approva”
Centrosinistra contro Lega a Portogruaro. Santandrea contro Favero. Fuori dal ballottaggio la sindaca Senatore.PADOVANO / PAGINE 14 E 15
Nadia Zanchin sindaca a Eraclea, dopo la bufera Casalesi. Ma rientrano tre ex del Consiglio di Mirco Mestre. Teso: giustizia fatta. / A PAG. 16
Solo Venezia regge all’onda d’urto dei fucsia di Brugnaro. Tiene Baretta ma tengono anche Gasparinetti e Martini. Tra le Municipalità, l’unica che resta in mano al centrosinistra è quella di Venezia, Murano e
Burano, che passa nelle mani di Marco Borghi, direttore dell’Istituto veneziano per la Storia della Resistenza. Il resto, compresa Marghera, è tutto di Brugnaro. FURLAN E TANTUCCI / PAGINE 7 E 11
venezia
campo santa margherita
Giudice di pace cento udienze in una mattina Ressa e proteste
Movida e risse due vigilantes colpiti da giovani ubriachi
Cento udienze in una mattina. Una manciata quelle svolte, la gran parte rinviate Tutt’intorno, in attesa sparpagliati in fondamenta o ammassati lungo i corridoi aspettando il proprio turno, assembramenti e ressa. Proteste degli avvocati. PENDOLINI / A PAG. 45
La rissa è iniziata all’una di notte, nelle vicinanze di campo Santa Margherita, a Venezia. Dalle parole è stato un attimo passare alle vie di fatto e all’uso di bottiglie. Intervento dei vigilantes, che sono stati accolti da un lancio di bottiglie. MION / A PAG. 46