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DUE SETTIMANE IN EUROPA
Sì, io sono proprio quella ragazza che è nata e cresciuta in Italia, ha deciso di partire per un anno di scambio in America e poi quando le è stato proposto di andare in una gita in Europa ha accettato.
Il professore di arte in ottobre aveva proposto alla classe un viaggio all’estero e io mi ero subito interessata. Adesso che sono qui, e le persone mi chiedono cosa sono venuta a fare, una volta che hanno ascoltato la mia spiegazione ridono e dicono “
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Tu italiana vai in America per farti un viaggio in Europa”. Diciamo che fa ridere. Il viaggio era strutturato in questo modo: la prima settimana a Parigi in una famiglia ospitante e la seconda settimana a Londra in un airbnb. Il tutto è iniziato alle sette di mattina il 26 gennaio: ci siamo ritrovati tutti e 8 (2 insegnanti e 6 ragazzi) davanti alla scuola e siamo partiti con due macchine per andare all’aeroporto di San Francisco, dove poi avremmo preso l’aereo per Parigi. Una volta arrivati abbiamo scoperto le nostre famiglie ospitanti: io sono stata ospitata da una famiglia con 4 figli e una mamma. La ragazza più grande di 14 anni poi uno di 13, uno di 11 e una di 8. Devo dire che nonostante fosse solo una settimana abbiamo legato parecchio e so che loro mi mancheranno. Ci siamo già promessi di rivederci magari la prossima estate, anche solo per un giorno o due.
Come prima cosa ci terrei a dire che l’appartamento dove ero ospitata era molto vicino alla
Tour Eiffel quindi la prima sera la mia famiglia ha deciso di accompagnarmi a vederla. Il primo giorno non abbiamo fatto molto, era venerdì, abbiamo conosciuto le famiglie, abbiamo visto la scuola in cui i ragazzi ospitanti vanno ed erava- mo tutti eccitati, anche i professori, perché questa settimana è stata il primo passo per mettere in contatto le scuole e, si spera, anche le fondamenta di una lunga relazione.
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Il secondo giorno non avevo proprio un piano. Eléa, la mia sorella ospitante, mi ha accompagnata a visitare Parigi. Ho visto l’Opera ma solo dall’esterno, poi siamo andate in un centro commerciale, non ricordo esattamente ma credo che fosse Le Grands Magasins Du Primntemps; questo non tanto per comprare qualcosa perché se volessi comprare anche solo una maglietta dovrei prima trovare un modo per vendere i miei reni e poi spendere il ricavato in vestiti, ma più perché la vista dal tetto era meravigliosa. Andando verso la chiesa di Maddalena siamo passate per un parco in cui c’era la Cappella Espiatoria; non è stato nulla di eccezionale ma ci siamo divertite ed è stato il primo momento in cui abbiamo iniziato a costruire la nostra relazione. Accanto alla chiesa c’era anche un’esposizione d’arte che ho trovato molto interessante: tutti dipinti con queste forme umanoidi.
Il terzo giorno avevamo deciso di andare alla Fondazione Luis Vuitton, insieme agli altri studenti dalla California. Per andarci siamo passati attraverso un gigantesco parco in cui c’era una sorta di ruscello ghiacciato e il bambino in noi si è risvegliato: abbiamo giocato con i pezzi ghiacciati e ci siamo divertiti scattando foto, anche se sinceramente sembravamo dei cavernicoli che avevano appena scoperto l’acqua. Una volta arrivati nel museo siamo entrati e abbiamo iniziato a goderci le opere. I dipinti esposti non erano molti e appartenevano esclusivamente a due pittori: Claude Monet e Jean Mitchell. Di Monet c’era una grandissima collezione di quadri con le ninfee, mentre Mit- chell è un’artista più legata all’astrattismo.
Il quarto giorno, la mattina, siamo andati a scuola e abbiamo seguito una lezione di inglese con gli altri ragazzi; il pomeriggio, invece, siamo semplicemente andati in un’area commerciale, con molti negozietti; qui abbiamo trovato un bouquet di lego che avremmo diviso come ricordo dell’esperienza. Posso dire che questo, più che un reportage, sta diventando un diario, ma non importa.
Quinto giorno: ho visitato un piccolo museo con Céline, la mia mamma ospitante, poi da sola sono andata ad esplorare Parigi. Come prima cosa ho visto la statua della libertà, poi sono andata alla Tour Eiffel e infine sono arrivata alla mia destinazione: un museo d’arte moderna che, purtroppo, era chiuso, ma fortunatamente la mostra di un pittore del 1900, Oskar Kokoschka, era visitabile: è un pittore interessante perché ha uno stile tutto suo, mi verrebbe da dire una sorta di mix tra Guernica e lo stile impressionista. Poi tornando a casa sono passata vicino all’Arco di Trionfo. La giornata è poi proseguita benissimo perché sono riuscita ad andare ad un allenamento di pallavolo professionistico con delle ex giocatrici veramente brave e mi sono divertita un sacco. Mi manca pallavolo, probabilmente ero in astinenza o non saprei che altro però mi è sembrato l’allenamento più divertente della mia vita.
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Sesto giorno, sveglia alle 7, metro alle 8 e alle 9 a scuola per poi andare direttamente al museo Louvre. La giornata è stata molto impegnativa non perché siamo stati in tanti posti diversi ma, un po’ perché ero stanca dall’allenamento e un po’ perché per visitare il Louvre si deve camminare molto. Abbiamo visto un sacco di cose e ogni volta che varcavamo la soglia di una stanza, sembrava di andare in un’epoca completamente diversa da quella della stanza precedente. Un esem- più di tanto, perché la quantità di persone che è in quella stanza solo per quel dipinto è insensata.
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Il settimo giorno siamo andati al museo d’Orsay, molto più piccolo del Louvre, ma comunque meraviglioso: è caratterizzato da un salone enorme con sculture da tutte le parti; una di queste è La Porta dell’Inferno di Auguste Rodin, meravigliosa! ispirata a ciò che Dante ha scritto nella Divina Commedia. Poi oltre alle sculture ci sono vari dipinti, dipinti che tutti noi abbiamo visto nei libri di arte delle scuole medie e poi li abbiamo dimenticati, ma quando li si rivede tornano in mente; c’era anche una collezione di Van Gogh. Dopodiché siamo andati alla Basilica del Sacro Cuore e, non solo la basilica è fantastica ma per di più si trova in un quartiere carinissimo e la vista dalla collina su cui è costruita è meravigliosa. Infine, come ultima esperienza della giornata, siamo andati a vedere la Tour Eiffel, che illumina la città nella notte.
L’ottavo giorno abbiamo fatto le valigie e quando eravamo pronti, per mezzogiorno, siamo andati a mangiare il sushi anche con gli studenti francesi e poi abbiamo preso il treno per Londra.
Giorno nove, primo giorno a Londra. Ci siamo svegliati abbastanza presto e non avevamo nessun piano: abbiamo solo gironzolato. Non ero mai stata a Londra e la prima impressione che mi ha dato è sembrava di camminare in un film, letteralmente la città sembra uscita da un film o un libro.
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Giorno dieci. Oggi siamo andati a vedere i luoghi iconici e poi abbiamo girato tra i negozietti di Piccadilly.
Giorno undici: prima tappa museo Tate Modern in cui abbiamo visto tantissime opere. La possibilità di vedere cose che stai studiando dal vivo è meravigliosa; puoi vedere un sacco di dettagli che dalla foto ti erano sfuggiti, puoi vedere come è stata usata la pittura o capire che materiali sono stati utilizzati. L’odore stesso di certe opere rende il tutto molto più chiaro.
Il dodicesimo giorno siamo andati al British Museum, dove è contenuta una collezione egiziana incredibile: sarcofagi, la Stele di Rosetta, gioielli anfore
Il tredicesimo e il quattordicesimo giorno sono stati, secondo me, i migliori. Siamo andati a vede- re l’università Central St Martins e una studentessa ci ha accompagnati a visitare la scuola all’interno, ci ha spiegato i vari corsi e cosa fanno gli studenti. È una scuola bellissima che dà spazio alla creatività. Il giorno dopo siamo andati a vedere la galleria in cui la stessa studentessa lavora e ha il suo studio. È una galleria in fase di sviluppo ed è particolarmente piccola, ma la cosa bella è che puoi vedere come e dove un artista sviluppa i suoi progetti.
Il sedicesimo giorno eravamo molto stanchi e siamo andati a rilassarci con una passeggiata in Hill Garden, un giardino non tanto affollato, un giardino magico che sembra uscito da un libro, come tutta Londra in effetti. Una struttura abbastanza antica in cui la natura ha preso il sopravvento e le colonne di pietra sono adesso circondate da piante che si intrecciano tra loro, creando una sorta di armonia che non posso spiegare a parole. Sembra che tutto sia collegato, che ci sia una connessione tra le piante, gli animali e le persone che visitano il parco. Poi, la sera, siamo andati a mangiare tutti insieme e abbiamo condiviso le nostre esperienze, le nostre opinioni e i momenti più belli.
Diciassettesimo giorno, abbiamo fatto le valigie, pulito la casa e poi siamo partiti per il rientro in California. Attualmente mi trovo sull’aereo che vola da Londra a San Francisco, con un sorriso grande come quello dello Stregatto e una voglia di condividere la mia esperienza con tutta la famiglia che mi aspetta in California. :)
SARA CHIARINI, 4°AAFM
A Lisbon Story
State organizzando un viaggio ma siete indecisi sulla meta? volete evadere dalla vostra routine senza andare troppo lontano? oppure avete voglia di visitare una città estera in soli pochi giorni?
Probabilmente Lisbona è il luogo che fa al caso vostro!
Affacciata sull’Oceano Atlantico, la capitale portoghese vi incanterà con le sue viuzze irregolari, le case colorate, i monumenti tappezzati da piastrelle dagli svariati motivi e la ricca movida e atmosfera familiare, che non vi stancheranno mai.
Io stessa, durante il periodo di febbraio, ho avuto modo di visitare questa vivace città insieme alla mia famiglia, e, nonostante un iniziale scetticismo da parte di mia mamma, la piccola capitale si è rivelata ricca di particolarità e curiosità da ammi- rare.
Il nostro viaggio è iniziato la mattina del 12 febbraio quando, dopo circa due ore e mezza di volo, siamo atterrati all’aeroporto di Lisbona, tra persone che si muovevano con foga, continui annunci in portoghese e, fortunatamente, quasi 10 gradi in più rispetto a Brescia. Tempo mezz’ora e ci trovavamo già all’interno del nostro piccolo appartamento che ci ha ospitati esclusivamente per il pernottamento, poiché i nostri tre giorni trascorsi in questa caratteristica città sono stati particolarmente intensi, all’insegna della scoperta e della curiosità. Difatti, sono numerosi i monumenti e le attrazioni, siano esse Chiese, Musei, castelli, o semplicemente i colori e i negozi tipici del posto che, d’altronde, sono pure i primi particolari che si no- tano, in quanto si discostano fortemente da quelli Bresciani. Lisbona si caratterizza infatti per la presenza di case ed edifici dai colori sgargianti o decorati con piastrelle di ceramica molto particolari, che fanno assumere loro un carattere distintivo, quasi artistico; quindi, che voi stiate passeggiando per delle strette vie in pendenza o per le strade principali un po’ più ampie, il vostro viaggio sarà sempre accompagnato da queste vivaci abitazioni che facilmente riescono a catturare lo sguardo.
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Naturalmente la bellezza di Lisbona non è data esclusivamente da questi elementi, ed una semplice camminata per le vie principali può dimostrarlo; sono diversi i luoghi di interesse in cui ci si imbatte durante il viaggio, a partire dalle grandi piazze presenti nel paese. Tra le prime e le più belle che abbiamo visitato vi è senza dubbio Piazza del Commercio che, affacciata sul fiume Tago, incanta ogni visitatore con la sua immensità e la sua struttura singolare; la piazza, infatti, nella sua semplice forma quadrata, presenta decori bianchi e geometrici, che si districano per l'intera ampiezza e che fanno da tappeto ad un'alta statua centrale, protagonista del luogo. Il tutto è recintato da grandi palazzi dal colore giallo, uno dei quali interrotto dal rinomato Arco trionfale di Rua Augusta che si impone fortemente sulla piazza e su cui è possibile salire, per avere una vista della grande piazza dall'alto. Non lontana, si trova un'altra importante piazza, stavolta di dimensioni minori, ma ugualmente mozzafiato: Piazza del Rossio. È la zona più vivace della città e si presenta con delle caratteristiche molto particolari, come la decorazione a onde del pavimento, su cui si estende imponente la colonna di Pedro IV, accompagnata dalla bellezza della fontana centrale. In questo caso la piazza è molto più semplice, ma riesce lo stesso a lasciare a bocca aperta i visitatori che, con soli pochi minuti di camminata, possono raggiungere un’ulteriore attrazione: l’ascensore di Santa Justa. Anche noi, come tanti altri turisti, abbiamo deciso di dirigerci lì, nonostante la lunga coda, per capire a cosa fosse do- vuto tutto l’interesse. Difatti, questo monumento con caratteristiche ottocentesche, nato come opera funzionale, è diventato uno degli elementi più affascinanti della città e, con le sue cabine in legno, permette alle persone di raggiungere una terrazza panoramica, dove è possibile ammirare la zona Baixa nella sua interezza e bellezza. Ma le sorprese non terminano con questa meravigliosa vista; dopo essere saliti sulla terrazza panoramica, infatti, ci si ritrova davanti un’altra zona della città, più vecchia e riservata, ma ricca di elementi incantevoli. Il più maestoso è senza dubbio il Convento do Carmo, che rappresenta la più importante chiesa gotica di Lisbona, con un’importante peculiarità, che è ciò che l’ha resa così famosa. Infatti, questa chiesa, è priva di soffitto a causa di un terremoto che nel 1755 devastò Lisbona, e da allora il monumento non è mai stato ristrutturato e ne sono rimaste, invece, le rovine, altrettanto affascinanti. Infatti, una volta entrati nel Convento si resta incantati dalle lunghe arcate che spiccano verso il cielo limpido, che sembra quasi prendere il posto del soffitto, e, nonostante si tratti principalmente di rovine, si resta ugualmente stupiti dall’imponenza e dalla bellezza della struttura.
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Un altro luogo storico della città è il castello di Sao Jorge, assolutamente da visitare se si vuole avere una meravigliosa vista della città. Il luogo, all’esterno, si presenta come un qualsiasi castello e, inizialmente, pensavo sarebbero stati così anche gli interni ma, fortunatamente mi sono dovuta ricredere, poiché appena varcate le porte del castello, siamo stati accolti da un’inaspettata sorpresa: numerosi pavoni che zampettavano per i giardini della struttura. Si tratta di uno dei luoghi più belli e imprevedibili di Lisbona che, un’altra volta, si dimostra ricca di sorprese.
Infine, tra gli elementi che più mi hanno affascinata da questa magica città, vi è principalmente l’atmosfera in cui si vive; vivacità e leggerezza accompagnano i visitatori tra stradine ricche di artisti di strada, musici- sti o ristoratori che cercano di invogliarti a mangiare da loro, in luoghi totalmente diversi da quelli italiani. Difatti, tra le peculiarità che più ho apprezzato di Lisbona, vi sono i ristoranti piccoli e intimi, dove la sera si tiene il tipico Fado, un genere di musica popolare che viene messo in scena davanti ai clienti che, per assicurare un perfetto silenzio durante l’esibizione, devono essere limitati.
Quindi, se come prossima meta per i vostri viaggi opterete per la capitale portoghese, resterete stupiti: meraviglie nascoste dietro ogni angolo, stili di vita esuberanti e un clima vivace sono ciòchecaratterizzaquestacittà.
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CLARA SCAGLIA, 5°AAFM