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La vita che diventa cinema: Firenze Sotto Vetro
di Caterina Liverani
Un film nato dall’urgenza di fissare un momento straordinario nelle nostre vite e nella storia di Firenze. Firenze Sotto Vetro è il documentario, diretto da Federico Micali e Pablo Benedetti, che come un puzzle si compone di tante e diverse storie filmate da persone comuni durante il lockdown in città e recapitate agli autori tramite i canali social del progetto. “Io e Pablo eravamo in contatto quando tutto è cominciato. Ci veniva costantemente ripetuto dai media che il modo migliore per aiutare era rimanere a casa, che è qualcosa che può anche rivelarsi piacevole e affatto complicato, salvo il rendersi conto che c’era chi stava facendo davvero la differenza come il personale sanitario. Da qui la nostra voglia di contribuire con lo strumento che ci è più congeniale. Il nostro lavoro consiste nel fissare dei passaggi temporali e abbiamo deciso quindi di lasciare una memoria di quello che stava accadendo. Il frangente ricordava l’esperienza dell’alluvione di Firenze del '66 di cui effettivamente sopravvive una memo
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L’orizzonte di gloria
LOVE (GASPAR NOÉ, 2015) Amore appunto, e non quell’erotismo patinato e programmato dagli agenti su quanti centimetri di pelle le star debbano mostrare in una scena di sesso. Love di Gaspar Noé è un film che racconta il sesso, anche quello più esplicito, senza mettere da parte i sentimenti. Un’opera talmente coraggiosa e audace che non è stata ovviamente compresa da molti, ma questo è poco importante. Love, dopo una inspiegabile sospensione, è tornato disponibile su Netflix. Un'estetica coraggiosa, elegante e sfacciata. Una colonna sonora impeccabile. ria storica e visiva data dai filmati che furono girati all’epoca”. Un progetto nato in un momento di crisi che, racconta Federico Micali, si è modellato sulla volontà di un racconto il quanto più possibile collettivo: “Inizialmente ci siamo limitati solo a qualche storia ma ne sarebbe scaturita una visione solo parziale”. Il Social Film Making è un’esperienza già attentamente indagata dal cinema di Micali: “Il mio background di media-attivista mi ha sempre imposto di mettere la libera circolazione del pensiero al primo posto nel mio lavoro. Questo tipo di condivisione si adattava molto bene alla condizione del lockdown in cui ognuno era si chiuso nel proprio ambiente ma connesso al mondo esterno attraverso la rete. Da qui è nata l’idea di un instant movie”. Un invito alla partecipazione e alla condivisione accolto con entusiasmo dai fiorentini e supportato dalle istituzioni cittadine: “Sono arrivati più di mille filmati. Abbiamo scelto di limitarci alla sola area di Firenze per raccontare questa nostra realtà che finisce poi per essere esemplificativa di molte altre. È l’osservazione di un microcosmo che si organizza e reagisce in un momento di crisi unico e, speriamo, irripetibile. La partecipazione delle istituzioni è stata essenziale alla buona riuscita del progetto: Comune di Firenze, Mediateca Toscana, Lady Radio, PS Comunicazione, Toscana Film Commission e Andrea Mugnaini con la Malandrino Film ci hanno immediatamente appoggiato permettendo al nostro progetto di arrivare ai cittadini. Maggiore è la partecipazione, più efficace sarà il racconto”. Gli obiettivi, così come i tempi di uscita, di Firenze Sotto Vetro non tradiscono lo spirito con cui l’avventura ha preso l’avvio: “La nostra è una impostazione no-profit”, spiega Micali, “la speranza è di riuscire ad aiutare delle realtà che hanno a che fare con i lavoratori dello spettacolo danneggiati dallo stop forzato. Per novembre vogliamo che il nostro film sia in sala e, con l’occasione, abbracciar
down & up
ci davvero tutti”.
Il viale del tramonto
LE RAGAZZE DI WALL STREET Di certo non è un film femminista anche se probabilmente l’intenzione era quella. C’è una splendida Jennifer Lopez, pochissimo vestita, che dall’alto dei sui tacchi a spillo vertiginosi coordina una squadra di Erinni pronte a spennare magnati dell’alta finanza a colpi di alcool, droga e lap dance… ma poco altro. Coreografie, luci e costumi sono accattivanti e anche il montaggio ha un piacevole andamento classico, ma la pellicola non insidia il capolavoro del genere streep-tease di Paul Verhoeven Showgirls (1995).