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Palati fini

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Libri e libellule

Libri e libellule

testo e illustrazione di Marta Staulo

La Schischetta

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C’ è una parola nel dizionario pandemico che è stata scansa- ta, insieme a termini desueti come buoni pasto e Tinder, a favore di smart worky e Zoom, ma che voi, amici che vi appresta- te a tornare in ufficio con l’abbronzatura della mascherina, se an- cora non vi sono cadute le dita dall’igienizzante, dovrete, insieme all’eye-liner, rimparare a maneggiare: la schiscetta! Analizziamo di seguito, dall’alto chi torna a casa per pranzo, le casistiche più estreme che riscontriamo nei nostri compagni di scrivania. GLI AVANZI DELLA SERA PRIMA Che fanno rima con “massima stima”. Spiegate il vostro segreto a chi è tutta la vita che prova a cucinare mezzo chilo di pasta in modo da esser sicura ma sicura che la metà che resta in pento- la sia troppa per dirti "dai, siamo rimasti in pochi, mangiaci!”. Causa principale di insonnia quando resisti, rischi di farla fuori comunque a colazione. IL BEVERONE Gusti infiniti come la tristezza che si shakera giù a sorsi di mela e avena, cheesecake al kiwi dell’Antartico e così via. Combo per- fetta quando vuoi rendere il tuo girovita più magro del tuo già emaciato conto in banca. LE VERDURE BOLLITE Dato che prova costume is over, che voi siate bocciati, promossi o rimandati, per favore, relax e proteine. L'ASSEMBLAMENTO Può suonare come “assembRamento” in pratese, ma trattasi di composizione ain’t no tupperware: scartoffiamenti che passano in disinvoltura dalla busta del Conad dritti al cavo orofaringeo e che annoverano nella top list salmone affumicato/ fiocchi di latte/ gallette di riso. Solo se vi stanno montando la cucina.

SPIRITO LIQUIDO

di Andrea Bertelli

Rhum Agricole

«Sweeping floors working nine to five Working for the weekend just to stay alive Streets are dead but I'm totally wired (Dude it's 4 am) and my soul is on fire!»

Spesso si associano i rhum bianchi a prodotti di scarsa qualità, niente di più sbagliato, soprattutto se parliamo di Agricole. Sono prodotti dalla distillazione del succo fermentato ottenuto dalla canna da zucchero, non da zucchero o melassa. Le canne ven- gono tagliate e raccolte nel minor tempo possibile e fatte passare in dei mulini dove si estrae e si raccoglie il “Vesou”, succo ad alta concentrazione zuccherina. Esso viene poi filtrato e lasciato a de- cantare nei tini. La fermentazione è spontanea, e dura dalle 36 alle 48 ore circa. Il liquido ottenuto viene poi distillato, dando origine ad un prodotto dal grado alcolico intorno ai 70%, per diminuirne il tenore alcolico, viene aggiunta acqua demineralizzata. Il prodotto può essere così consumato oppure messo ad invecchia- re all’interno di botti di rovere, solitamente ex-bourbon in quanto sono le meno costose. Va considerato il fatto che 1 anno di invec- chiamento del Rhum solitamente equivale a 3 anni del whisky, es- sendo l’angel’s share, cioè la percentuale di evaporazione del liqui- do, molto più alta nei paesi con clima tropicale. La maggior parte della produzione di Rhum agricole non subisce invecchiamento e viene consumata direttamente in loco. Bevuto a qualsiasi ora del giorno, viene servito con un po’ di zucchero, mescolato con succo e scorza di lime, la versione caraibica del Daiquiri. Vi consiglio di provarlo in un tumbler, con un cubetto di ghiaccio ed una scorza di lime, in sottofondo una tuonante “Wasted Again” dei Turbonegro. Cheers!

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