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Tutta la siccità in 5000 litri

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CARO ZODIACO

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Wired ha recentemente realizzato una mappa dei luoghi inquinati da Pfas in Italia, consultabile sul loro sito. Da un censimento del Forever Pollution Progejct – una cordata di 17 partner guidati dalla testata francese Le Monde per indagare sulle contaminazioni in Europa – oltre 1600 siti in Italia risultano compromessi da questi agenti inquinanti di lunga permanenza nell’ambiente, utilizzati dagli anni 50 per rendere più resistenti i tessuti, la carta, i contenitori per alimenti e un sacco di altre cose. Nella sola provincia di Firenze appaiono 19 punti dove è confermata la presenza di questi composti nell’ambiente; selezionando tutta la regione la mappa si riempie. E all’inquinamento si aggiunge la siccità, con gli esperti che stimano la necessità di piogge (a metà marzo, ndr) per almeno 50 giorni per non restare senza acqua, con il rischio di rovinare alcuni raccolti. La rete idrica fiorentina nel 2022 aveva perdite per circa il 31%, Publiacqua dichiarava di voler raggiungere il 20%, in una media nazionale attestata al 40%. Imbrattare un edificio del 1300 simbolo della città – l’azione di Ultima Generazione sulla facciata di Palazzo Vecchio, accusato da questi attivisti di fare poco per l’emergenza climatica –, non è probabilmente la strategia migliore per sensibilizzare sul tema, in un luogo dove basta una recensione negativa di una studentessa americana per far esplodere l’indignazione cittadina. I 5000 litri di acqua utilizzati per ripulire la facciata sembrano però una goccia se affiancati alla cascata di dati sopra citati. Con 5000 litri puoi riempire per metà una di quelle piscine montabili da 400 euro, irrigare per una settimana un orto domestico di 100 m2 e scacciare un buon numero di mangiatori di panini dalle scalinate delle chiese.

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COPERTINA makemorenoise di cursaria

Sara Corsi aka cursaria è un’illustratrice e grafica fiorentina. Freelancer dal 2019, ha collaborato come illustratrice per Cancerworld (Sharing Progress in Cancer Care), SOS Children’s Villages, War Child Holland. Unisce la tecnica digitale a quella analogica, inserendo spesso del lettering fatto a mano nelle sue opere. Ama l’idea di parlare del suo fare artistico con la prospettiva di arrivare a (di)segnare per poter esistere in questo mondo sotto la forma di tracce in cui possa riconoscersi appieno.

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