1 minute read

FRASTUONI

di Leonardo Cianfanelli

Artista a tutto tondo, celebre soprattutto per le sue inquietanti opere immersive e come performer, l’americano Lonnie Holley presenta il nuovo lavoro come musicista, il suo progetto apparentemente più mainstream vista la presenza del produttore Jacknife Lee (U2, Modest Mouse, Taylor Swift) e delle voci ospiti di Michael Stipe (R.E.M.), Justin Vernon (Bon Iver), Sharon Van Etten e della celebrata poetessa- musicista Moor Mother Solo apparentemente, però, perché il magico mondo di Holley, fatto di musica ambient e soul, testi mezzi cantati e mezzi parlati, momenti intensi intervallati a paesaggi morbidi, è tutt’altro che commerciale. Un album allo stesso tempo elegante e feroce, dove Lonnie trasforma l’inferno interiore di una vita non facile in bellezza cristallina e arte allo stato puro.

Advertisement

Sdoganato ormai da tempo dall’appellativo “artista di nicchia” e ospite di palchi e festival sempre più prestigiosi, il forever young americano Ron Gallo approda sulla storica label Kill Rock Stars (Elliott Smith, Bikini Kill, The Decemberists, Sleater-Kinney) per il suo quarto lavoro in studio. Sulla scia di artisti come Ty Segall o Mac DeMarco, Ron Gallo si muove sicuro tra territori garage, punk-rock e noise-pop parlando di tematiche pesanti come il timore delle generazioni future, il capitalismo o l’estremismo di destra con la solita lucida leggerezza che diverte e contagia. Una manciata di piccoli successi carichi di rabbia, ma anche di una speranza che traspare qua e là, che consolidano l’identità musicale dell’artista di Philadelphia e lo rendono portatore sano di buoni propositi.

Frastuoni Su Spotify

La dicotomia amore/odio ci unisce da tempo agli adorabili cazzoni Sleaford Mods, il duo di Nottingham coerente fino al midollo nel descrivere la vita del Regno Unito con irascibile sagacia e umorismo. Nonostante i dodici album, la combo rabbia tagliente, forza punk ed energia irrefrenabile non sembra esaurita, e i Nostri non fanno il minimo sforzo per trattenerla, vomitandocela addosso a conati di beat minimali, basse da capogiro e l’inconfondibile (ma più che altro incomprensibile) accentone delle depresse midland inglesi. Grazie anche ai guest di Perry Farrel dei Jane’s Addiction (in “So Trendy”) e Florence Shaw dei Dry Cleaning (in “Force Ten From Navarone”), Jason Williamson e Andrew Fearn ci offrono alcuni dei più eminenti e vitali commenti sociali e politici della loro carriera fino a ora.

La playlist di Frastuoni è su Spotify. Aggiornata settimanalmente, contiene una selezione dei migliori brani sia italiani che internazionali, in linea con i gusti della rubrica. Scansiona il QR code per accedere direttamente e segui la pagina Facebook di Lungarno per rimanere aggiornato. Per reclami, segnalazioni e pacche sulle spalle, scrivi a frastuoni@lungarnofirenze.it

This article is from: