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Aperture da superstar

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Frastuoni

Frastuoni

di Raffaella Galamini

In Oltrarno lungo via dei Renai non è passata inosservata l’apertura del Supercazzola store. Si trat-

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Dalla Napoli di Sophia ta di un omaggio a “Amici Miei” Loren alla Firenze di ma in senso più generale a tutta Amici Miei, passando la commedia all’italiana da Paolo per il Frappuccino di Villaggio con la Coppa Cobram ad Starbucks. Le nuove aperture a Alberto Sordi con Il Marchese del Firenze fanno più che mai no- Grillo. Il film di Monicelli gioca di tizia questo mese. certo “in casa” visto che lungo la In piazza della Repubblica la pri- via si trovava il bar Necchi: ecco mavera ha portato l’apertura del quindi i vini de La Tognazza, azien“Sophia Loren - Original ita- da portata avanti oggi da Gian lian food”, il primo ristorante de- Marco Tognazzi nel ricordo del dicato alla famosa attrice padre, e una separtenopea. Protagonista rie di magliette in menù la pizza di Francesco Martucci, incoronato miglior pizzaiolo d’Italia nel 2020 e patron del locaTra la Loren e Starbucks® ispirate ai modi di dire toscani e alle battute più celebri delle “I Masanielli” a Caserta. In cucina un altro grande nome: a firmare i piatti del locale Gennarino Esposito, chef bistellato del ristospunta il Supercazzola store le varie pellicole. Ai Gigli, dopo tanti rinvii, è sbarcato Starrante Torre del Saracino bucks®, il pria Vico Equense mentre la mo in Toscana pasticceria è quella di Carmine di e il dodicesimo a livello nazionale. Donna, già visto all’opera proprio Un’ottima notizia per gli amanti alla Torre di Saracino. A convincere del Frappuccino® . l’indimenticabile interprete de “La A gestire il locale Percassi, partner ciociara” e di tanti altri grandi film licenziatario unico per l’Italia: 15 i l’imprenditore Luciano Cimmino posti di lavoro creati. Lo store da (Yamamay e Carpisa). All’interno oltre 160 mq conta 55 posti a sedere del locale di oltre 1.500 mq, dispo- e uno spazio esterno privato. sto su 3 livelli e con 270 coperti e 2 cucine professionali c’è il ritratto della Loren realizzato da Luigi Masecchia con 1600 tappi di metallo.

TRADIZIONI FIORENTINE

di Riccardo Morandi

La bistecca

In altre parti d’Italia la chiamano “la fiorentina”. A Firenze non è possibile visto che indicherebbe la squadra di calcio viola. Questo taglio nel capoluogo si chiama solo “bistecca”: ma non è un problema, visto che in talune lande sudiste si appella come “SUGO” un normale condimento a base di pomodoro. Chiariamo subito la questione fondamentale: non esiste grado di cottura. E non esiste grado di richiesta a colui che la cucina, chè non siamo internazionalisti a Firenze: il “bleu” innanzitutto si pronuncia “blè”, e si riferisce a un tono di colore tendenzialmente abbinato ad autovetture o vestiti. La cottura è una. Stop. Veniamo allo spessore del prodotto. Tralasciando l’apocrifa tagliata, data in pasto dall’oste con un sorriso sarcastico agli “wannabe della carne” allo stesso modo con cui un pescatore di Marsala potrebbe dare una carta di fritto di pesce con “soli tondini” agli ospiti, rifuggiamo le disamine, spesso nordiche, di tagliare bistecche alte quanto un barattolo di marmellata. E rifuggiamo anche, sonoramente, sia le questioni sul tipo di carne (oramai la scelta pare più complessa che scegliere un gestore telefonico) che sulla squallida tradizione ristoratoria di appendere tranci di manzo in vetrina. Cattivo gusto per tutti. La bistecca è la bistecca a Firenze: uno dei piatti più mangiati, e ci stupisce peraltro vista la banalità del prodotto. Che dire: si vede che alle volte al non-fiorentino piace sentirsi fiorentino in questo semplice modo. Come se peraltro a Firenze mangiassimo costantemente costate. Ultimo consiglio: rifuggere sempre da colui che professa “la migliore bistecca è quella che mangio a casa mia”. Un mitomane. Quindi un fiorentino.

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