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Cambierà tutto
Politica e Tecnologia
Cambierà tutto
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Umberto SCOTTI DI UCCIO
Non vorrei sembrare un millenarista, non è affatto il mio spirito. Non millanto apocalissi basate sulla cabala o sull’esegesi delle ambigue quartine di Nostradamus, no. Parlo di tecnica, cose dure e concrete, quelle che semplicemente un giorno accadono. E quando accadono, ti cambiano la vita.
Come il giorno che entrò in casa la prima televisione: eravamo divertiti, ma anche infastiditi perché lo schermo a tratti si riempiva di neve e i colori erano sbavati. E il primo telefonino? Grosso e pesante, costoso e quasi inutile. Per non dire degli smartphone: ricordiamo la nostra l’aria di compatimento per gli ossessionati che spendevano soldi per vedere male brandelli di partite in metro, invece di tornare a
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casa e mettersi comodi. Oggi funziona tutto alla perfezione. Inutile dirlo: anchenoi, come tutti, ci siamo completamente arresi e col cellulare (con “lui”, non gli u-mani che lo usano dall’altro lato) quasi ci parliamo.
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La notizia: il Financial Times di Venerdì 20 Settembre 2019 riporta che alcuni ricercatori di Google avrebbero dimostrato la “quantum supremacy” (https:// www.ft.com/content/b9bb4e54-dbc1-11e9-8f9b-77216ebe1f17). Detta così sembra una cosa da Risiko o Guerre Stellari ma, se la notizia sarà confermata dagli ambienti accademici, ciò che gli scienziati hanno dimostrato finirà per stravolgere le nostre vite più della televisione, più degli smartphone, molto più dei computer e dei super-server che gestiscono il flusso di informazioni di Facebook, Twitter e Instagram messi insieme. La quantum supremacy consiste in questo: un computer quantistico esegue un calcolo che nessun computer tradizionale potrebbe eseguire. Una cosa da fantascienza che, a quanto sembra, è accaduta. Proviamo a capire insieme perché è tanto importante.
Il dominio dell’uomo sulla Natura è determinato dalla sua “potenza di calcolo”, grazie alla quale è in grado di elaborare informazioni e costruire modelli interpretativi e predittivi della realtà. Per molti secoli abbiamo pensato che questa dote fosse assolutamente unica, ma gli studi recenti sull’intelligenza artificiale ci stanno rapidamente convincendo di quanto fossimo sciocchi e superbi; siamo un granello di5
polvere nel Cosmo e anche il nostro piccolo elaboratore di bordo, il cervello, macchinastupenda, non ha nulla di speciale; è solo ben costruita. Bene, ecco il punto:siamo a un passo dal conoscere macchine costruite meglio.
Occorrono due ingredienti: il software e l’hardware. Del software c’è poco da dire: negli ultimi anni i “sistemi esperti” hanno fatto progressi spettacolari. Un sistema esperto è un software capace di imparare per esperienza, proprio come facciamo noi. Abbiamo sistemi esperti disseminati un po’ dovunque, certamente nei grandi sistemi informatici come Google, ma anche nelle piccole app che facciamo girare sui nostri pc o sui cellulari; funzionano, eccome. Dell’hardware, invece, dobbiamo constatare i limiti: rispetto a un “semplice” cervello umano, il più potente server paga ancora un grande ritardo in termini di flessibilità e gestione delle memorie. Nella nostra zucca abbiamo tra dieci e cento miliardi di neuroni e tra centomila e dieci milioni di miliardi di sinapsi, numeri da brivido, che ci permettono di ragio-
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nare velocemente a dispetto di un “clock” veramente lento: andiamo sì e no a 50 Hertz, mentre il nostro pc va sui Gigahertz (quasi un miliardo di volte più in fretta). Insomma, il collo di bottiglia per l’intelligenza artificiale è l’hardware. Almeno per ora; perché forse tra non molto, con l’avvento dei computer quantistici, non lo sarà più.
Parliamo di piccolissimi chip basati sulla tecnologia dei superconduttori, da mantenere freddissimi (appena un respiro al di sopra dello zero assoluto) e schermatissimi (il minimo disturbo li rende inefficaci). L’idea prevalente è che saranno abbinati a macchine più tradizionali nei supercomputer (come Google), ma non nei nostri pc. Sgombriamo il campo dai dubbi: in questo settore l’Europa è in condizioni di
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assoluta avanguardia. La UE mette in campo la Quantum Technologies Flagship (https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/quantum-technologies? fbclid=IwAR0-D2J2LP4ykjYuN_mBrKBDZ0zbyvWnDq- 4GrLN5DJ3ZhsNW5giE_DgNgA), una struttura organizzativa che coordina e promuove le iniziative degli Stati Membri nel settore. Anche l’Italia è ben rappresentata; dal profondo Sud ricordiamo con piacere che il lavoro pionieristico di Eduardo Caianiello, Antonio Barone e della loro scuola permette oggi a Napoli di presentarsi come polo di eccellenza e attrattore industriale nel settore delle Quantum Technologies.
Cosa ci aspetta? Per quello che ho detto, non ritengo che l’Europa corra il rischio di restare ai margini della rivoluzione quantistica; tutto lascia pensare che ne possa essere protagonista. Ancora una volta, è necessario ricordarlo, le singole Nazioni non bastano; il punto di forza è la UE, che le dichiarazioni della Von der Leyen impegnano fortemente su questo tema strategico. Altra cosa è il piano sociale. Capiteranno nei prossimi decenni cose tipo parlare con un computer credendo di parlare con un umano, perdere il lavoro perché un computer lo fa meglio di noi… e il resto non lo so.
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Intanto Isaac Asimov è tornato di moda: lui fu il primo a porre la questione eticadell’intelligenza artificiale, che ora molti filosofi studiano già con impegno.
Cosa permetteremo e cosa non permetteremo alle macchine?
Come proteggeremo i nostri interessi da “cose” che pensano più in fretta di noi?
Come eviteremo che alcuni uomini cinici utilizzino le macchine contro le masse?
Tutto questo non accadrà domani: per ora, ci assicurano i ricercatori, la quantumsupremacy riguarda un singolo esempio molto specifico e di interesse puramenteaccademico.
Accadrà dopodomani.
Ringrazio Rossana Cioffi per i suggerimenti e l’utile discussione sul tema.
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