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Quarantaquattro gatti e qualche volpe
Quarantaquattro gatti e qualche volpe
Antonella BUCCINI
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Politica
Non è lo Zecchino d’oro, né il coro dell’Antoniano e neanche un saggio dellascuola. A Pontida i bambini non si esibiscono ma sono esibiti. Un cambio di pro-
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spettiva che ha un certo peso. Se solo però pensiamo ai comunisti che li mangianola cosa in sé è risibile ai più. Nondimeno due parole vogliamo spenderle.
Dunque, come è noto, a Pontida ogni anno si celebra il raduno dei leghisti, un tempo con l’ampolla. Questa volta era necessaria una liturgia di assoluzione per il capitano che ha fatto una cazzata. Nell’onda di commovente riappacificazione il capitano ha voluto strafare evocando i sentimenti puri e semplici del suo popolo. Poco rileva se Lerner è stato apostrofato per le sue origini o la stampa, quella dei “giornaloni”, ha faticato ad avere accesso. Il momento di massima aggregazione doveva ancora arrivare.
I bambini, si sa, fanno sempre un certo effetto. Sono catalizzatori di generosità a buon mercato anche per i più riluttanti, sollecitano emozioni un po’ come a Natale. In questo caso a trionfare era la notiziona che “giustizia è fatta”, sì perché la ragazzina, che il capitano abbraccia e solleva sul palco, sarebbe sfuggita al peggiore dei destini e restituita alla famiglia. Una storia a lieto fine a fronte delle perversioni di Bibbiano. Il racconto del fatto è un tantino vago. Forse perché la condizione della piccola Greta non è esattamente quella che si vuole far intuire al popolo inconsapevole di Pontida. Infatti la bambina ha una storia affatto diversa da quelle riconducibili a Bibbiano, e che comprende una sentenza del tribunale di Milano, un affido temporaneo a una comunità, la fuga della stessa bambina a casa della madre da cui era stata allontanata per gravi problemi. Ma che importa. Per questa volta si mette da parte il rosario e, senza fare ammenda alla Vergine Maria, si approfitta di un efficace testimone delle “buone” intenzioni della politica, quella che sarebbe più vicina al popolo plaudente. La piccola Greta, già vittima di un disagio famigliare di
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non poco conto, si è ritrovata al centro di uno spot elettorale di cui non può ancoraaver colto la crudeltà e il cinismo, furbo e ingiusto anche se fosse stata sottrattaall’uomo nero.
I papà e le mamme sempre citate dal capitano a margine di ogni infelice azione chene pensano?
Non abbiamo una maglietta da mostrare a nessuno, tantomeno in parlamento, ma“Parliamo di Greta”.
Sarebbe urgente chiarire e poi impedire questa deriva della politica per il decoro ela democrazia di questo paese.
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