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I vivaisti

Politica

I vivaisti

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Antonella GOLINELLI

Di tutti gli slogan e iniziative strampalate del nuovo partito centrista, gli scissionisti dico, mi ha colpito particolarmente il binomio tessere-alberi. Davvero.

Afferma serenamente il senatore semplice che “per ogni tessera, online, verrà piantato un albero”.

Dove? Ma questa è la domanda più semplice. Non avete capito vero? Mi spiego. Mi sono chiesta su che criterio piantino alberi. Creano un bosco da qualche parte

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con gli alberi corrispondenti alle tessere fatte (si, lo so, sono ottimista. Non dite nulla) o piantano alberi nei luoghi di provenienza degli iscritti? Me lo sono chiesta ma subito dopo mi sono messa a ridere.

Non a caso, sia chiaro, mi sono messa a ridere perchè mi è venuto in mente che questa gente qui ha governato direttamente o per interposta persona per 5 lunghi anni. Mi è venuto in mente che in Italia di aree industriali dismesse ce ne sono tante, tantissime e non tutte recenti, non tutte dovute alla crisi del 2008. Mi è venuto in mente che nei 5 anni di governo mai è stata detta una parola sul recupero eco delle zone dismesse, mai un cenno alla demolizione degli stabili fatiscenti, alla bonifica delle aree e alla piantumazione al fine di ripulire terreni e aria. Nulla. Si sono riempiti la bocca di industria 4.0, di eccellenze e compagnia cantante. Come se il resto del lavoro non esistesse. E #adesso saltano fuori con un albero per tessera, i contadini, anzi no scusate, gli agricoltori e l'ecologia.

La butto in politica (si, lo so, sono antipatica).

Dopo questa crisi, se e quando finirà, per tornare ai livelli di prima occorreranno almeno 50 anni, bene che vada. Da qui a 50 chissà come si produrrà, con quali mezzi e quali esigenze edilizie. Come saranno le fabbriche verso la fine di questo secolo non è dato dirlo. Almeno io non sono in grado. Vedo la tendenza ma non ho certezza sugli sviluppi architettonici.

Le nostre città e non solo sono costellate di siti industriali fatiscenti, già in disuso da decenni. Ogni cambio industriale e societario lascia cadaveri sul terreno. Nel senso che lascia capannoni, edifici per uffici, magazzini, piazzali e tanto altro, che non hanno e non avranno mai più utilizzo.

A questi ruderi si sono aggiunti, causa crisi, siti più recenti certo ma di scarsissimo

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valore edilizio. Li vuoti che cascano a pezzi e occupano spazio.

Ora, in 5 anni di governo non si sarebbe potuto avviare un piano di demolizione e recupero ambientale?

Sono consapevole di ripetermi ma fa lo stesso: durante il mandato di governo non potevano avviare un piano industriale che comportasse azioni semplici come la demolizione dei poveri resti rugginosi di fabbriche di cui ormai non si ricorda più il nome? Togliere di mezzo questi rimasugli industriali, rimuovere l'impermeabilizzazione del terreno (le asfaltature oramai in briciole), rimuovere gli impianti interrati (di questi non si ricorda mai nessuno), bonificare i terreni e piantare alberi? Perchè vedete, avere un bosco su un'area abbandonata di 10/20 mila metri quadri piuttosto che spuntoni rugginosi fa la differenza. Soprattutto se le aree sono centinaia o migliaia. Boschi di pulizia, diciamo così, aiutano. Aiutano l'aria, aiutano le temperature, aiutano la fauna, aiutano soprattutto noi. Mal che vada fra 50 anni avremo legna da ardere, cellulosa, materiale naturale per costruire mobili. Soprattutto avremo terreno sano per l'agricoltura. Sapete quello strano mestiere che serve a produrre il cibo che portiamo in tavola, quello dimenticato e disprezzato da tutti da quasi sempre. Quello che non è cool e non è smart. Quello che fa sudare ed è faticoso. Quell'agricoltura di produzione che pure l'Europa ha dimenticato, prediligendo i contributi agli impianti alla produzione. Che fatti curiosi.

Comunque #adesso si sono svegliati i begli addormentati e per ogni tessera pianteranno un albero.

Dove non si sa, su che base non si sa uguale, ma lo faranno. Forse.

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