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Il silenzio dei colpevoli
Il Silenzio dei colpevoli
di Rosaria CATALETTO
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Sociale
È forte l'immagine di quei bambini che vengono strappati alle mamme, ai papà, levando in alto quel disperato grido di dolore "papà vienimi a prendere".
E' qualcosa di dilaniante, degno di pellicole hollywoodiane atte a riempire sale cinematografiche.
Purtroppo non è una pellicola, non è una rappresentazione scenica ma è una realtà nostra, tutta italiana, che non ha portato gloria a nessuno, se non un infinito mare di sofferenza alle vittime di queste irreali vicende.
Tutto inizia con "C'era una volta", ispirandosi alla famosa fiaba dei fratelli Grimm, Hans e Gretel. Come tutte le fiabe, anche in questa c'è un fondamento di realtà. Siamo nel XVII secolo, la storia è di una giovane donna, Katharina Schraderin, vit-
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tima dei tempi, accusata prima di stregoneria e poi assolta, e vittima per mano di un uomo, Hans che la uccise per impossessarsi del segreto del suo lievito con la complicità della sorella Gretel.
E' chiaro che una storia tanto cruenta suscita la fantasia per intesserci una favola con tanto di morale.
Nulla di nascosto, nulla di segreto, i professionisti che avevano creato l'associazione omonima della fiaba, nella loro malata perversione avevano chiaramente detto cosa andavano a fare, agendo nelle fasi di vita in cui i processi di separazione individuazione sono in atto. Il continuo confrontarsi che si verifica in età prepuberale tra il mondo esterno e il mondo interno, dove una volta si scappa dall'uno, una volta dall'altro spesso richiede una forma di protezione in una terza figura, quella e- sterna. Su questo si è agito.
Da qui la necessità di alterare i ricordi attraverso l'induzione di parole e simboli che evocavano inconsce paure, la fuga verso l'appoggio e il nutrimento in un'altra figura salvifica che potesse fare da sostituto materno. E seguendo la trama della fiaba, la vecchina amabile non era il contenitore affettivo e base sicura che richiedevano i minori, ma la strega malvagia e divorante così come in alcuni di questi affidi, si sono poi rivelate le figure affidatarie. Inizia così quel vorticoso giro di denaro sulla disperazione di genitori e di bambini, ignorando la sofferenza degli uni e degli altri.
Le vittime erano scelte in base a criteri ben specifici; bambini che attraversavano momenti di difficoltà familiare. Ma, invece di attivare sistemi a rete che potessero aiutare le famiglie, era più facile e conveniente distribuirli tra i diversi centri di accoglienza o amici vari.
Impulsi elettrici poco prima delle udienze, disegni artefatti, rappresentazioni sceniche di mostri, risposte pilotate, minacce subliminali, hanno portato centinaia di bambini ad alterare i loro ricordi, le immagini percettive delle loro figure genitoriali, per essere poi dati in affido a coppie che percepivano sussidi comunali. Esami d’idoneità genitoriale, per questi sempre positivi, nonostante oggi le attuali indagini hanno rivelato ben altro, mentre per le famiglie naturali, bastava ben poco, per essere considerati inadeguati da alcuni operatori dei servizi sociali coinvolti, per avere il potere di allontanare i bambini dal loro naturale nucleo e inserirli nel business più redditizio dagli albori dell'umanità: quello di carne umana. Uno Stato civile prevede che quando le famiglie attraversano fasi di stagnazioni come conseguenza di un qualsiasi disagio, sarebbe compito di questo coadiuvare la stessa con supporti emotivi e concreti, al fine di aiutare a superare quelle fasi di difficoltà.
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Procedimenti questi, sicuramente molto meno dispendiosi, ma ben lontani dai risvolti economici e spesso anche politici che hanno sorretto questa infernale macchina di menzogna e dolore da oltre vent'anni a oggi. Diagnosi false, sentenze avvenute, nuovi procedimenti, nuove speranze, ripetute delusioni, suicidi consequenziali, controlli mai avvenuti e certificati, fiumi di carte atte solo a infangare intere comunità del più aberrante dei crimini, "la violazione dell'infanzia".
Come nella favola dei Fratelli Grimm, la casa nel bosco era diventata la casa degli orrori, la bassa modenese era diventato simbolicamente il bosco irto di pericoli e di paure. Indagini partite dalla quella zona e ora estese, fortunatamente, a tappeto su tutta la penisola. A tal proposito sono riemersi anche casi simili nelle dinamiche dell'allontanamento dei bambini, nel salernitano, dove stranamente i ricordi evocati erano gli stessi; messe nere, bambini ammazzati, figli costretti dai genitori a bere sangue umano. Ricordi che nella realtà non hanno mai trovato rispondenza. E spesso, la pur mancata corrispondenza della realtà, anche quando sentenziata da Tribunali, non riusciva a riportare i minori a casa, nonostante le leggi a riguardo lo prevedano.
E' forte la rabbia popolare. Lo sconcerto è elevato di fronte a simili efferatezze ma ancora più sconcertante è vedere il silenzio delle forze politiche intorno alla vicenda. Ci si chiede perché? Le risposte sono difficili, Il sistema sociale ruota intorno alle forze politiche, tutte le forze politiche. Si potrebbe a questo punto ipotizzare, che sono responsabili tutti, ma questo non sarebbe possibile, troppo semplicistico come sviluppo, per cui è saggio utilizzare la logica della responsabilità personale, dove ogni coinvolto, risponderà alla giustizia. Si allarga la lista degli indagati e alcune forze oppositrici urlano alla gogna, ogni qualvolta salta il nome di un politico, facendone di un dramma umano, una propaganda elettorale. Ancora tutto è nebuloso, ancora tutto è incerto circa i nomi coinvolti, ma una sola certezza si ha al momento; a prescindere chi e quanti sono i personaggi politici coinvolti sempre che sono realmente coinvolti, la vera colpa è nella mancanza di controlli serrati a tali procedure, perché l'affido a terzi o la sistemazione in strutture alternative, secondo la legge, deve essere solo l'estrema soluzione in caso di disagio conclamato e irreparabile.
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Difficile dire se fatta la legge, non si sono eseguiti i controlli dovuti, affinché questa fosse rispettata in tutte le sue forme, E, infatti, a oggi nel registro degli indagati, in tutta Italia, ben duecento giudici non togati risultano avere legami con strutture di accoglienza. E la legge vieta a questi, qualsiasi rapporto di carattere economico o professionale con i centri di accoglienza. Purtroppo il sistema è cosi complesso e articolato che riesce difficile anche da spiegare. L'opinione pubblica è tesa solo al risultato, dato dall'infinita sofferenza a intere famiglie, alcune delle quali al dolore non hanno retto.
E' inutile negare lo stato di delusione per il silenzio della politica. Ma purtroppo viviamo uno stato di tale incertezza, dove negli ultimi mesi tra lo scandalo di una magistratura traballante, il dramma dei migranti che riaffiora ciclicamente e oggi anche il sospetto di Rublogate, l'insofferenza popolare è alta. E' chiaro che di fronte a cosi gravi incertezze, si avverte il senso di minaccia per il più antico sistema inserito nella nostra società: la famiglia. Ed è dovere delle istituzioni, dello Stato e dei Governi assicurarsi che il diritto di un minore non venga leso in qualsiasi sua forma. Forse sarebbe il caso, in questa grande nube fatta di forse e di sospetti, a- spettare che la magistratura faccia il suo corso, individui i reali responsabili e faccia giustizia alle tante vittime di quest’orrida vicenda. Nell'attesa chiediamo di non spegnere la luce su questo inferno ovattato, di non abbassare la guardia per il futuro e di non permettere mai più che il silenzio regni sull'ingiustizia e sulla sofferenza.
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