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Di Maio, Salvini e il gioco delle parti

Politica Europea

Di Maio, Salvini e il gioco delle parti

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di Aldo AVALLONE

Il Movimento 5 Stelle ha votato ieri a Bruxelles, insieme ai popolari e ai socialisti, a favore della nomina di Ursula von der Leyen a Presidente della Commissione europea.

Un voto che ha fatto imbufalire Salvini che da Helsinky, dove si trova per partecipare a una riunione informale dei ministri dell’interno dell’Unione sul tema immigrazione, tuona sulla fine della fiducia nei confronti degli alleati di governo.

Dal canto suo Di Maio ribadisce l’impegno governativo del Movimento, spiegando il voto a favore della von der Leyen con la necessità per l’Italia di non rimanere i- solata in ambito europeo.

Fa trapelare sottovoce che il malessere della Lega è alle stelle solo perché è sfumata la nomina di un leghista a commissario europeo e rilancia prospettando l’idea di

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una possibile abolizione della tassa di possesso automobilistica con i risparmi derivanti dal calo dello spread.

Salvini minaccia apertamente le elezioni anticipate, ma sappiamo bene che l’ultima data possibile per sfiduciare l’esecutivo, per votare in autunno, è il 20 luglio prossimo.

Si alzano i toni ma nessuno ha realmente voglia di fronte all’opinione pubblica di prendersi la responsabilità di far cadere il governo.

Di Maio teme il calo dei consensi che viene attribuito da tutti i sondaggi ai cinque stelle; Salvini paventa un possibile governo tecnico o addirittura un accordo Pd – M5S, per lui disastroso in una fase in cui restare al potere servirà anche a controllare gli eventuali riflessi giuridici negativi del Rublogate.

Dal nostro punto di vista l’esecutivo resterà in carica almeno fino alla prossima primavera, i due vicepremier continueranno a litigare a uso e consumo dei propri elettori, in un gioco delle parti che non aiuta affatto il Paese.

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