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l'Unità Laburista - Contropiede! - Numero 32 del 30 gennaio 2020
Politica
Verde bile
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Raffaele FLAMINIO
Questo lunedì 27 gennaio 2020 ha portato buoni auspici. La vittoria di Bonaccini in Emilia Romagna dirada le fosche nubi che si assiepavano sul cielo della sinistra italiana. Il movimento delle Sardine nato per contrastare l’odio e la volgarità, ha ridato fiato e coraggio a tanti elettori che per anni avevano disertato le urne. La politica rinasce e funziona partendo dalla presenza fisica delle persone che si toccano, ascoltano, partecipano e propongono. Di tutto ciò ne ha fatto le spese il Movimento 5 Stelle che, da astro nascente della politica italiana, si ritrova ai minimi termini nella regione che lo aveva fatto nascere e accudito. La chiusura nel palazzo l’ha reso asfittico. La rigidità delle scelte e l’arroccamento
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politico hanno determinato l’allontanamento della base dall’idea originaria di potente cambiamento che il Movimento 5 Stelle si proponeva. Pizzarotti, sindaco di Parma, è stato avvertito come una cassandra, la sua giunta, se, pur con le difficoltà della politica, è stata flessibile. Ha saputo intercettare le istanze della cittadinanza. Matteo Salvini, dal punto di vista della comunicazione, si conferma una “Bestia”: un emiliano su tre ha votato Lega. L’argine, però, è stato posto. Ciò non significa che sia stato sconfitto. Il malessere nel Paese in tutte le sue componenti è presente ed evidente. Il Matteo “verde” ha scelto di metterci la faccia. Si è sovra esposto, Lui che meditava di essere un “ Il novello Garibaldi” unificatore all’insegna dell’odio e dell’apartheid è arretrato. La sua faccia, nella conferenza stampa di domenica poco prima di mezzanotte, mal celava il livore verde che trasudava. Per fortuna gli italiani ogni giorno si alzano presto e vanno a lavorare conoscendo meglio di lui che cosa significhi il lavoro oggi. Il PD finalmente ha battuto un colpo. Ammaccato dalla doppia scissione di Leu e Italia Viva, sembra riprendere la barra a diritta ma, guai a fidarsi troppo presto. Zingaretti, al contrario di Salvini, ha scelto il profilo basso in queste elezioni regionali. Non commettendo l’errore di nazionalizzarle per la tenuta del governo, trattando l’appuntamento elettorale per quello che era: elezioni locali. Certo qualche problema il Governo lo avrà. Una parte di esso si è liquefatta. Ma la sua tenuta complessiva non dovrebbe essere a rischio. Nessuno degli attuali parlamentari ha realmente voglia di nuove elezioni. Gli appuntamenti elettorali in questo 2020, saranno molteplici e saranno un banco di prova serio. Intercettare e capire le esigenze degli italiani, sia a livello locale che nazionale sarà difficile, ma non impossibile. L’attuale congiuntura politica internazionale, dietro il nostro uscio di casa, non lascia spazi a tentennamenti o in-
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certezze. Il recupero di credibilità internazionale dell’Italia potrà e dovrà dare frutti positivi. Bisogna osservare attentamente la Francia e la Germania sullo scacchiere mediterraneo. Il Mediterraneo è il “ Mare Nostrum”. Il dialogo aperto dal governo con le Organizzazioni sindacali è la chiave di svolta delle politiche del lavoro. La giungla di contratti nella quale si muovono i lavoratori italiani è diventata, come il filo spinato della Grande Guerra che imprigiona, stritola e dissangua le persone che lavorano. La schiavitù da lavoro deve cessare. Chi lavora deve vivere e avere una prospettiva di crescita economica e civile. I protocolli siglati tra le associazioni datoriali e i sindacati sulla rappresentatività, devono trovare spazio in una legge quadro che regolamenti la materia ponendo fine ai contratti pirata che flagellano il mondo produttivo e i lavoratori, restituendo dignità e corpo al lavoro che somiglia, sempre più, ad un corpo floscio in cui alberga l’alien dello sfruttamento. Il mondo produttivo, complessivamente, nei rinnovi dei CCNL e negli accordi di secondo livello in molti comparti è più avanti della politica. Il Jobs act è stato tenuto fuori nel rinnovo del CCNL dei bancari, si è istituita una cabina di regia nella quale le segreterie generali delle OO.SS. di categoria e le aziende si confronteranno sull’ organizzazione del lavoro e degli impatti che la digitalizzazione potrà comportare sui lavoratori. E’ indispensabile che la legge sugli appalti sia rinnovata e adeguata, eliminando il concetto di massimo ribasso che a cascata si ripercuote sulla struttura aziendale e sui lavoratori. Questi sono alcuni dei temi che i cittadini sperano siano affrontati e risolti dalle politiche che il governo si accinge a discutere con i sindacati. La prima risposta sulla riduzione del cuneo fiscale sul lavoro è un passo che concorre a intraprendere una strada virtuosa.
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Quello che il cittadino elettore chiede è la risoluzione di problemi concreti che attengono il quotidiano. Una progettualità di medio termine fattibile che comporti un sollievo concreto rispetto alle angustie e alle incertezze che vessano il ceto medio nazionale che corrisponde alla spina dorsale del Paese. Questa tornata elettorale di carattere locale ha dimostrato che, la partecipazione, la condivisione, la semplicità e la chiarezza delle parole, sono gli strumenti di lavoro più idonei che la sinistra deve utilizzare per rifondarsi e radicarsi nei territori, li dove gli interessi dei cittadini sono più concreti e urgenti, sconfiggendo il senso di solitudine e di isolamento che le persone sentono in questi anni. Solo l’occupazione fisica degli spazi vuoti lasciati in questi anni dalla sinistra può restituire alla stessa dignità e forza di rappresentanza.
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