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Boris Brexit
Esteri/Regno Unito
Boris Brexit
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di Antonella GOLINELLI
Ieri sera quando ho lasciato Londra alle nove, la vita scorreva tranquilla come sempre. La gente camminava, i manager tessevano rapporti e concludevano affari bevendo, i turisti ocaravano.
I conservatori hanno eletto Boris Johnson con 92.153 voti contro i 46.656 di Jeremy Hunt. Voto per posta riservato agli iscritti, non certo ai passanti.
Oggi riceverà l'incarico da Her Majesty e si trasferirà al numero 10 di Downing Street.
Sgombriamo il campo da equivoci. Gli inglesi, i cittadini inglesi, vogliono andarsene. Non capiscono l'Europa e il principio base di vincoli di bilancio. Non capiscono perché economie ferme non investano in consumi interni.
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Si pongono la domanda “se non pagano la gente che lavora come potranno vivere, consumare?” tradotto: se alla gente non dai un salario decente come può fare anche solo la spesa?
Sono anche un po' stufi gli imprenditori di non riuscire a programmare acquisti e investimenti causa l'incertezza della situazione.
Detto questo, non pensate che il biondo scapigliato eletto sia solo un personaggio pittoresco. Viene da una famiglia dell'alta borghesia, ha alle spalle grandi scuole, tipo Eaton. Sa bene da dove viene e come viene. Ha riferimenti certi, economici intendo. Ha un forte legame con gli USA, forse perché nato a New York. Non sarà un caso il sostegno di Trump immagino. L'obiettivo primario è uscire il 31 ottobre, temo ad ogni costo. Peccato che grazie alla sua fronda, tesa alla conquista del potere, si siano buttati al vento due anni. Del resto per alcuni gli accordi hanno valori diversi a seconda di chi li firma.
Restano sul tavolo tutti i problemi, a partire dal confine irlandese. Vedremo come evolve. Anche la crisi irachena è un bel problemino da risolvere. Chissà se Hunt resterà al suo posto? Perché collateralmente si vanno dimettendo ministri, esattamente come capitò alla May coi ministri che facevano riferimento all'area dura e pura di Johnson. È pur vero che i ministri si
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trovano, ma questo è un indice dei termini della guerra interna al partito conservatore.
Dice il biondissimo che vuole battere i laburisti. Son convinta.
Solo che a votare a breve non ci vuole andare nessuno, i tories hanno preso una tranvata imponente alle europee, cui hanno dovuto partecipare, e crescono in maniera esponenziale i verdi e i libdem, per non parlare di Farage.
Comunque, anyway, qui il mondo non è ancora crollato.
Vi terrò informati.
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