M .A .D . G A L L E RY MODA
ARTE
DESIGN
Analisi critica a cura della Dott.ssa Alessia Lombardo Laureata in Scienze della Moda e del Costume presso l’ Università degli studi di Roma La Sapienza
FABIO BELLONI Versatile, trasformista, meticoloso, appassionato, questo è ciò che traspare dalla personalità poliedrica dell’artista Fabio Belloni. Il suo lavoro si presenta come un’attenta ricerca nella definizione dell’immagine, nella cattura di un istante, che come le sirene omeriche rapisce e furtivo ammalia. L’attenzione del fotografo è rivolta alla ricerca del “super dettaglio”, sia esso parte di un bastione medievale, di una brughiera incontaminata o di una incantevole figura femminile. I suoi scatti originano da una visione fortemente romantica, dove l’idillio si concretizza e palesa attraverso accorgimenti estetici di pregevole gusto. Edotto nella creazione di ambientazioni dove le figure umane sembrano muoversi in luoghi talvolta atemporali, Belloni è in grado di spaziare senza difficoltà alcuna tra le epoche, i luoghi e le storie più disparate, attraverso un volo pindarico è in grado di proiettarci in un romanzo di Tolkien, in una pellicola di Romero o in un ambiente dove donne di felliniana memoria affascinano e conquistano. Abile nel definire, come un versato regista, una storia fatta di colori, luci e forme, in cui persino quella che ai più potrebbe apparire come un’imperfezione, un errore, risulta una scelta intenzionale, studiata nel dettaglio per assecondare e dare maggior lustro alla propria visione.
Per mezzo di una tecnica lineare, priva di orpelli e artifici le opere di Belloni appaiono nella loro essenzialità singolari ed estremamente ricercate. Tuttavia la maestria dell’artista consiste nella sua inclinazione e passione volte a carpire e fissare nel tempo attraverso uno scatto immagini sublimi ed intrise di pathos, come la serie raffigurante luoghi abbandonati. Qui il lirismo di Belloni si estrinseca nella propria imponenza e nella mistificazione, quest’ultima atta a delineare una nuova estetica, in cui il fascino della decadenza ritrova e si fregia nuovamente degli antichi fasti. Questo universo ricreato dall’artista è idoneo ad ingenerare curiosità e fascino nel fruitore, il quale risulta fermamente attratto dall’ignoto che si cela oltre i luoghi ameni ivi rappresentati, che come fiori appassiti indugiano nel loro splendore e sottendono, forse al tramonto dell’esistenza stessa. Alessia Lombardo
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