TALINE BALIAN

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M.A.D. GALLERY MILANO

presenta

TALINE BALIAN Art Directors: Alessandra Magni & Carlo Greco


L’artista visiva libano-canadese Taline Balian dipinge dall’infanzia e ha fatto della sua passione anche un modo per poter sensibilizzare su problemi sociali, soprattutto sulla realtà virtuale che, come afferma l’artista stessa, crea una cecità collettiva che ci travolge con una pesante illusione di sicurezza e benessere, che in realtà non esiste. Per questo vuole entrare sempre di più nell'esplorazione di esperienze di coinvolgimento alternative, desiderose di soddisfare le esigenze emotive e coinvolgenti per lo spettatore. Lei sostiene che finché siamo formati da materia organica abbiamo bisogni organici, sia fisici che, soprattutto, interni a noi stessi, intimi. Quindi nelle sue opere, soprattutto nei numerosi ritratti, utilizza pennellate, trame, colori e materiali organici per offrire allo spettatore un mezzo per fargli scoprire nuove realtà interiori. Bisogna quindi tornare alle origini di noi stessi e guardarsi dentro, nonostante tutta la realtà fasulla e virtuale che ci costruiscono intorno. L’artista ha affermato che spesso utilizza la musica come strumento per innescare sentimenti e ricordi di esperienze passate: le note si trasformano in colori, forme e pennellate. Infatti, Taline utilizza colori molto forti, accesi e soprattutto intensi perché il colore è il mezzo più immediato per esprimere ciò che si sente. Soprattutto i suoi ritratti sono opere con una forza emotiva sconvolgente: quei volti e soprattutto quegli occhi che parlano così chiaramente allo spettatore pur pronunciando nessuna parola. Per Taline il ritratto è il mezzo per immergersi nelle emozioni e nei sensi, esplorare nuove forme di sentimenti: ritrovando forse così il proprio volto nel volto di qualcun altro. Le sue opere parlano di vita e di bellezza, ma anche di tristezza e di inganno, parlano di esperienze personali, ma cercano anche di dare una visione critica su questioni politiche e culturali, attraverso i segni visivi che sono a lei più famigliari: pittura ed installazioni su tela. The Lebanese-Canadian visual artist Taline Balian paints from childhood and has made of her passion also a way to raise awareness on social problems, especially on virtual reality that, as the artist herself, says, creates a collective blindness that overwhelms us with a heavy illusion of safety and well-being, which in reality does not exist. For this reason, he wants to get more and more into the exploration of experiences of alternative involvement, eager to satisfy the emotional and engaging needs of the spectator. She claims that as long as we are made of organic matter, we have organic needs, both physical and, above all, internal to ourselves, intimate. So, in his works, especially in numerous portraits, she uses brushstrokes, textures, colors and organic materials to offer the viewer a means to make him discover new inner realities. We must therefore go back to the origins of ourselves and look inside us, despite all the fake and virtual reality that build us around. The artist has stated that she often uses music as a tool to trigger feelings and memories of past experiences: the notes are transformed into colors, shapes and brushstrokes. In fact, Taline uses very strong colors, bright and above all intense because color is the most immediate means to express what you feel. Above all her portraits are works with an upsetting emotional force: those faces and above all those eyes that speak so clearly to the viewer while saying no words. For Taline, portraiture is the means to immerse oneself in emotions and senses, to explore new forms of feelings: perhaps, by rediscovering one's own face in someone else's face. Her works speak of life and beauty, but also of sadness and deception, they speak of personal experiences, but also try to give a critical vision on political and cultural issues, through the visual signs that are more familiar to her: painting and installations on canvas.


Simulated crust

Come affermava Luigi Pirandello “imparerai a tue spese che lungo il tuo cammino incontrerai ogni giorno milioni di maschere e pochissimi volti”, perché tutti noi indossiamo una maschera ogni giorno, la maschera che ci fa essere quello che la società vuole che noi siamo. In quest’opera Taline lo rappresenta in modo efficace: rappresenta il momento esatto in cui ci togliamo la maschera e sveliamo il nostro vero volto. Sul volto della donna è visibile un’espressione di angoscia e di timore, resa con un colore molto caldo, simbolo di passioni e sentimenti che si sprigionano quando siamo noi stessi e mostriamo il nostro vero volto. La maschera invece ha un’espressione neutra, che fa trasparire solo una serenità fittizia, ed è rappresentata con colori tenui, immersa nei toni freddi e rilassanti del blu. L’artista gioca con la tridimensionalità: quella sorta di raggrinzirsi della tela sembra la rappresentazione delle forze e delle energie che fuoriescono dal vero volto e che ora possono diffondersi senza maschera.

As Luigi Pirandello said "you will learn at your expense that along your way you will meet millions of masks and very few faces every day", because we all wear a mask every day, the mask that makes us what society wants us to be. In this work Taline represents it in an effective way: it represents the exact moment in which we take off the mask and reveal our true face. On the woman's face there is an expression of anguish and fear, made with a very warm color, a symbol of passions and feelings that emanate when we are ourselves and show our true face. The mask, instead, has a neutral expression, which reveals only a fictitious serenity, and it is represented with soft colors, immersed in the cold and relaxing tones of blue. The artist plays with three-dimensionality: that sort of wrinkling of the canvas seems to represent the forces and energies that come out of the true face and which can now spread without a mask.


“Ci sono due modi per guardare il volto di una persona. Uno, è guardare gli occhi come parte del volto, l’altro, è guardare gli occhi e basta… come se fossero il volto” (Alessandro D’Avenia). Spesso solo gli occhi sono in grado di esprimere davvero i sentimenti. Come nella tela precedente, anche qui, il blu della tranquillità e dell’armonia diventa all’improvviso un rosso acceso dal quale si vedono due occhi che esprimono inequivocabilmente tristezza e disagio. È la tela stessa che si concretizza e si concentra, come raggrinzendosi, intorno a queste due fessure che dicono più di mille parole.

“There are two ways to look at a person's face. One, it is to look at the eyes as part of the face, the other, to look at the eyes and just ... as if they were the Floating skin face" (Alessandro D'Avenia). Often only the eyes are able to really express the feelings. As in the previous painting, even here, the blue of tranquility and harmony suddenly becomes a bright red from which you can see two eyes, expressing unequivocally sadness and discomfort. It is the canvas itself that is concretized and concentrated, like shriveling, around these two cracks that say more than a thousand words.

Il tema del volto che fuoriesce è affrontato da Taline anche in quest’altra opera. Qui il volto è presentato senza occhi, quindi senza una identità precisa e per questo potrebbe essere ognuno di noi. Cerca di uscire e rompe fisicamente la tela: infrange questa realtà che lo nasconde e questa lentamente si sgretola. L’artista vuole dare qui un messaggio molto forte in relazione alla tematica a lei molto cara della realtà virtuale: non ci si deve nascondere dietro una realtà fittizia che nasconde il vero volto, ma bisogna infrangerla e andare oltre per mostrare con forza chi siamo. The theme of the face that emerges is also addressed by Taline in this other work. Here the face is presented without eyes, so without a precise identity and for this he could be each of us. He tries to get himself out and physically Polished cracked being breaks the canvas: he breaks this reality that hides him and this slowly crumbles. The artist wants to give a very strong message in relation to the very dear topic of virtual reality: we must not hide behind a fictitious reality that hides the true face, but we must break it and go further to show who we are.


Polished cracked being

Life 2

So beautiful in your world

In queste opere dell’artista è il blu, come nelle opere di Klein, ad invadere tutto e a diventare il protagonista assoluto. Simbolo di armonia e equilibrio, il blu trasmette però anche quel senso di calma ma anche di vulnerabilità. Nella prima opera queste sensazioni sono date anche dalla rappresentazione del viso di un bimbo, con quell’espressione di dolce serenità che solo loro sanno esprimere. Pennellate decise e ben visibili riescono a creare, attraverso le sfumature, un profilo quasi abbozzato. È poi la luce a sottolineare i volumi del volto e delle manine. Nella seconda opera è invece la vulnerabilità a fuoriuscire maggiormente: il volto è parzialmente coperto da questi capelli che sembrano quasi fluttuare ma, pur non vedendosi gli occhi, si può cogliere quest’espressione un po’ persa nel vuoto e tesa. Qui il blu dello sfondo è infatti molto più intenso, quasi a voler sottolineare maggiormente il soggetto. In these works of the artist is the blue, as in the works of Klein, to invade everything and become the absolute protagonist. A symbol of harmony and balance, the blue also transmits that sense of calm but also of vulnerability. In the first work these sensations are also given by the representation of a child's face, with that expression of sweet serenity that only they can express. Sharp and well visible brushstrokes manage to create an almost outlined profile, through the nuances. It is then the light that underlines the volumes of the face and hands. In the second work, however, is the vulnerability to escape more: the face is partially covered by hair that seem to fluctuate but, although not seeing the eyes, you can grasp this expression a bit lost in the void and tense. Here the blue of the background is in fact much more intense, as if to underline the subject.


“Il sublime oggi per me è nei volti più che nelle opere” (Alberto Giacometti). La forma artistica del ritratto riesce ad esprimere appieno ciò che davvero sta dentro di noi. Quale mezzo migliore abbiamo, se non il volto, per esprimere i nostri sentimenti, le nostre emozioni, attraverso le espressioni e soprattutto gli occhi? Nessuno! L’artista qui crea un netto contrasto tra la parte sinistra del volto, delineata con colori freddi, scuri e con pennellate ben visibili e decise, e la parte destra invece in cui prevalgono la luce e colori dolci. Una cosa però rimane inalterata in entrambe le parti e questa sono gli occhi: sia che mostriamo la nostra parte più dolce e calma, sia che mostriamo invece quella più dura e forte siamo sempre noi, i nostri occhi non cambiamo.

The face

"The sublime today for me is more in the faces than in the works" (Alberto Giacometti). The artistic form of the portrait is able to fully express what really is inside of us. What better means, if not the face, to express our feelings, our emotions, through expressions and above all the eyes? Nothing! The artist here creates a sharp contrast between the left side of the face, outlined with cold, dark colors and with clearly visible and decisive brushstrokes, and the right side instead where the light and sweet colors prevail. But one thing remains unchanged in both parts and this is the eyes: whether we show our sweetest and calmest part, and whether we show the hardest and strongest part we are always, our eyes do not change.


Un volto dagli occhi chiusi fuoriesce dalle pennellate decise e i colori accesi. Un volto che sembra pensoso e sofferente. Nella parte del dipinto che rappresenta la sua mente sono individuabili tre figure senza volto o dai lineamenti appena accennati: queste, come ci suggerisce il titolo, potrebbero essere le anime della persona raffigurata, che combattono dentro di lei per emergere e prevalere sulle altre. Quale volto è giusto mostrare? Quale parte di me far emergere?

Souls

A face with closed eyes emerges from the decisive brush strokes and bright colors. A face that seems pensive and suffering. In the part of the painting, that represents his mind, there are three faceless figures or features just mentioned: these, as the title suggests, could be the souls of the person depicted, who fight inside him to emerge and prevail over others. Which face is right to show? What part of me to bring out?

Art Curator: Silvia Grassi


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