Tiberio Savonuzzi, Artista

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M .A .D . G A L L E RY MODA

ARTE

DESIGN

TIBERIO SAVONUZZI Analisi critica a cura della Dott.ssa Marta Pisani Laureata in Archeologie a Storia dell’Arte all’ Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano

e della Dott.ssa Jessica Sottile Laureata in Storia delle Arti e Conservazione dei beni artistici presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia ed in Lettere Moderne all’ Università Alma Mater di Bologna


TIBERIO SAVONUZZI L’arte come riscatto di una vita passata in un aula di tribunale “Lasciare il mio studio di avvocato per dedicarmi alla mia passione è stata una vera rivoluzione. La pittura da un punto di vista socioeconomico non mi ha dato di più, ma in compenso mi ha rivelato chi sono veramente e mi ha dato modo di esprimere la mia visione della vita, e dicono debba essere affrontata, vivendola fino in fondo senza paura del domani”. Ed infatti Savonuzzi ha vissuto la sua arte fino in fondo tanto da conquistare negli ultimi anni un posto di rilievo nel panorama artistico internazionale, percorso coronato dalla sua partecipazione alla Biennale di Tokyo per la sezione Italy Art Tokyo 2015. Nello stesso anno ha esposto alcuni dei suoi quadri alla Galleria Le Dame di Londra e alla M.A.D. Gallery di Milano, ottenendo l’attenzione della critica.



Savonuzzi sceglie come tecnica artistica la pittura su tela; i primi lavori che realizza sono una serie di manichini che rimandano al tema della persona che vive in un mondo globalizzato e omologato, spersonalizzato e sfruttato dal sistema. L’evoluzione dal manichino ad un lavoro più introspettivo porta alla creazione di figure che esprimono il senso della mancanza, del vuoto emotivo e della complessità del vivere moderno. “I miei soggetti preferiti sono visi e figure perché penso che, in realtà, la percezione che abbiamo di noi stessi e della realtà sia molto diversa da ciò che realmente è per cui cerco di stravolgerla e reinterpretarla”. I volti mostrano un’umanità sofferente, urlante, in metamorfosi e vengono rappresentati per lo più in primo piano con segni rapidi a tecniche secche (carboncino, gesso) o a base liquida (vernice, acquerello, acrilici).


La pastosità dei materiali rende il soggetto tridimensionale, facendolo fuoriuscire dalla tela, quasi come se essa rappresentasse un muro da oltrepassare per guadagnare l’attenzione dello spettatore. I suoi volti sono la metafora della società moderna; figure che osservano con fissità chi le guarda e che provocano sgomento e ribellione verso ciò che le circonda. Per calcare questo senso di disagio crea un contrasto cromatico tra il volto in primo piano e il fondo scuro/colorato alienante, che incastra la figura all’interno della cornice del quadro. Accosta superfici bidimensionali decorative a volumi sfumati. Il biancore delle carni, simbolo di candore e purezza, stempera, forse sacralizza, con un freddo distacco la carnosità attraente della donna, figura che si pone in un limbo di ambiguità tra figura umana e manichino. Il viso diafano stride con la sensualità trasmessa dalle labbra carnose, dalle sopracciglia di innaturale estensione e da quegli occhi socchiusi, quasi in estasi, che ti seducono, come hanno sedotto lo stesso artista, dalla cui tensione erotica ha preso corpo questa immagine. Forse il suo ideale di donna ammaliatrice si concretizzerà in opere future.


Progetto grafico | Andrea Massucco

MAD GALLERY MILANO – Corso San Gottardo 18 | Milano Curators Alessandra Magni, Carlo Greco

tel: +39 348.28.54.357 |+39 347.36.01.557 info&press office: madgallerymilano@gmail.com web: www.madgallerymilano.com


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