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massimo izzi

BACK IN THE USA Le tournée in Nord America dell’AS Roma (1967-2012)

Goalbook



Il Centro Studi UTR è nato, di fatto, in occasione della lunga preparazione della mostra “80 anni di tifo della Roma” del 2007, poi allestita a Testaccio. Il comitato storico-scientifico che ha preparato quella straordinaria esposizione, ammirata da oltre 200.000 visitatori, era formato dai più conosciuti storici e collezionisti dell’AS Roma. La maggior parte di questi membri, nel settembre 2008, ha realizzato la mostra UTR “I migliori anni della nostra storia”, presso la prestigiosa Galleria l’Agostiniana in Piazza del Popolo, anch’essa premiata da un grande successo. L’entusiasmo di questi appassionati tifosi è cresciuto nel tempo e la maggior parte delle iniziative, promosse al fine di mantenere vivi i valori della tradizione romanista, li ha visti in prima fila. Tra i primi fiori all’occhiello del Centro Studi, vanno menzionati il seminario tenuto il 7 giugno 2008 presso la Biblioteca Comunale di Testaccio di Via Zabaglia, sul legame tra il rione e la squadra giallorossa e il contributo dato al Comune di Frascati per i festeggiamenti dell’illustre cittadino Amedeo Amadei, Campione d’Italia 1941/42, omaggiato all’Auditorium delle Scuderie Aldobrandini il 20 maggio 2009, con un’ampia esposizione fotografica di quel trionfale campionato. Il 3 novembre 2009, in occasione dell’ottantesimo anniversario dell’inaugurazione di Campo Testaccio, è stato organizzato nel cuore del rione un incontro con i protagonisti e gli eredi di quell’epopea calcistica. Il 25 marzo 2010 si è inoltre svolto l’indimenticabile seminario: UTR ovunque. (MP)

“Storia dell’AS Roma: leggende, aneddoti e curiosità”, tenuto nell’Aula Magna dell’Università la Sapienza, per celebrare il decimo anniversario della costituzione dell’Unione Tifosi Romanisti. A partire dall’11 giugno 2011, infine, a Via Baccina 84, adiacente ai Fori Imperiali, vive “ la mostra sulla storia della AS Roma”. Qui, nella sala delle conferenze e dei trofei, si sono svolti numerosi incontri-dibattiti con prestigiosi relatori. Commovente l’evento che ha visto riuniti sotto lo stemma giallorosso gli eredi dei pionieri del calcio romanista. Collegandosi a queste attività il Comitato ha prodotto, direttamente tante opere sulla Roma e la sua storia e collaborato in maniera attiva e sistematica alla stesura di altre. Dopo tali gratificanti impegni è stato naturale pensare di proseguire a realizzare delle pubblicazioni che documentino con passione e rigore storico il passato e il presente dell’AS Roma, come nel caso di questo volume. Sperando di poter presto dare un contributo alla realizzazione del museo dell’AS Roma, il Centro Studi UTR, che ha continuato dal 2007 ad acquisire un patrimonio di cimeli e testimonianze giallorosse senza eguali, si propone di continuare a collaborare al successo di tutte le iniziative che avvicinino i tifosi alla conoscenza dell’ inimitabile storia del nostro UNICO GRANDE AMORE.

introduzione

Presidente Centro Studi Unione Tifosi Romanisti

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Fabrizio Grassetti

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La tournée del New York

1976

Montreal Rochester Toronto

La Roma come i Beatles, notte da sogno contro il Boca allo Shea Stadium 22

I

l giugno 1976 vide una grande popolarità del calcio made in USA. Merito, ad esempio delle indiscrezioni apparse sui maggiori organi giornalistici a partire dal 18 giugno circa una proposta d’ingaggio giunta a Gianni Rivera per trasferirsi a giocare nel “soccer”. Il Golden Boy dichiarò che aveva intenzione di giocare ancora un anno in Italia per poi trascorrere tre mesi negli States ma: “non per giocare nel Cosmos”. L’altro argomento caldo che rimanda oltreoceano è l’imminente tour della Roma che vedrà le sue tappe a New York, Montreal, Rochester e Toronto per l’organizzazione di Vittorio Mevo. La Roma parte per gli USA da Fiumicino a bordo di un volo PANAM alle ore 12:30 del 21 giugno. I quadri tecnici sono composti dai dirigenti De Paolis e Celebrano, dal segretario Camillo Anastasi, dal medico sociale Antonio Todaro, dall’allenatore Nils Liedholm e dal massaggiatore Roberto Minaccioni. Il parco giocatori conta su: “Batistoni, Paolo

Conti, Cordova, De Sisti, Di Bartolomei, Morini, Negrisolo, Orazi, Peccenini, Petrini, Prati, Quintini, Rocca, Sandreani e Santarini”.

Nelle ultime ore si erano risolti alcuni casi spinosi, come quello del portiere di riserva Quintini, partito nonostante una contusione rimediata in un’amichevole contro l’EUR Olimpia. L’estremo difensore aveva dovuto stringere i denti perché i portieri della Primavera: Orsi, Ticconi e Vannoli, non erano convocabili in quanto privi di passaporto. Anche Valter Casaroli che in un primo momento era stato individuato da Liedholm

come sedicesimo nominativo della lista, aveva dovuto rinunciare essendo impegnato con la Primavera nella disputa della bella per l’assegnazione della Coppa Italia di categoria. Le motivazioni della Roma, reduce da un campionato deludente, le illustra capitan Santarini che quando si trova già a New York dichiara: “Dobbiamo cercare di uscire di scena con dignità.

Il presidente Gaetano Anzalone ha avuto sempre comprensione per noi”.

Del resto a fornire stimoli in abbondanza c’è un avversario di prestigio, il Boca Juniors di Buenos Aires e un impianto leggendario, vale a dire lo Shea Stadium, tempio della squadra di baseball dei Mets, reso mitico da uno storico concerto tenuto dai Beatles il 15 agosto 1965. L’arrivo, previsto per le 15:35 ora di New York, si era realizzato con tre ore di ritardo, creando non pochi problemi logistici. Dopo una rapida passeggiata a Manhattan e un pasto in un ristorante italiano, la squadra aveva, infatti, dovuto subito prepararsi a scendere in campo. I tecnici dei due team, prima della gara d’andata della “Coppa dell’Indipendenza”, fanno professione di stima per i rivali. Lorenzo, trainer del Boca e vecchia conoscenza della Roma, osserva come: “Rocca vale come tre giocatori”, Liedholm da parte sua non è da meno: “Un tecnico come Lorenzo può giovare

molto agli argentini in questo periodo. Secondo me, anzi, meriterebbe di guidare la Nazionale, come nel ‘66 in Inghilterra”. Scendendo più sulle considerazioni tecniche il Barone dice: “Dobbiamo giocare bene e dobbiamo soprattutto evitare discussioni e qualsiasi incidente di campo”. L’immediata vigilia del match, sul fronte gial-


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Panoramica dello Shea Stadium, impianto in cui la Roma gioco’ il 22 giugno 1976. (FG)

lorosso, è però turbata dalle notizie che rimbalzano da Roma circa la cessione di Negrisolo al Verona. Liedholm, che le cronache degli inviati delle testate italiane descrivono “preoccupato e amareggiato” si mette immediatamente in contatto telefonico con il Segretario generale Mupo. Arrivati allo Shea Stadium, Liedholm osserva la situazione. Al fine di disporre di una superficie completamente erbosa le dimensioni del campo, di solito adibito al baseball, appaiono piuttosto ridotte. Intanto, Pierino Prati, alle prese con qualche acciacco, prova in uno spiazzo erboso appena fuori dallo spogliatoio. Il prof. Danilo Tagliabue gli ha raccomandato di giocare solo se non avverte fastidio alcuno. Alle 20:30 del 22 giugno si arriva finalmente alla gara. Sugli spalti, 19.555 spettatori, che si godono una serata calda e umida. Per inciso, gli italiani devono fare i conti con un fuso orario di sei ore. Il match si dimostra assai scorbutico, Gutierrez mette fuori gioco Prati con un pestone al piede destro e l’equilibrio si rompe solo negli ultimi secondi di gioco. Pellegrini sfrutta un servizio di Petrini, che sull’allungo di Cordova ha disorientato e mes-

so fuori causa la difesa argentina. L’attaccante vede la palla attraversare l’area da destra verso sinistra, si gira di scatto e piazza la palla nell’angolo opposto: Roma – Boca 1-0. Il quotidiano Il Messaggero scriverà: “I no-

stri connazionali, insomma, possono giustamente essere fieri di questa Roma che ha dominato gli avversari e che meritava d’imporsi con netto scarto. Cordova uno dei più applauditi e modello di destrezza ed eleganza fino all’ultimo, a dispetto della tendinite che lo affligge”.

Alla fine delle ostilità Pellegrini viene premiato da un rappresentante della comunità italo americana quale “man of the match”, con la consegna di una caravella d’oro. Frank Arcamone, per meglio motivare l’assegnazione del premio dichiara: “Erano decenni che non vedevamo vincere una squadra italiana”. Il 23 giugno la Roma comunica ufficialmente di aver accettato di allungare il tour incontrando il Rochester Lancers. Si conferma che i Metros canadesi avranno in campo il mitico Eusebio (ma un infortunio lo impedirà …) e forse chiederanno in prestito l’ex juventino Altafini, in forza al Toronto. A Montreal la Roma viene accolta da un nubifragio che limiterà l’afflusso del pubblico a sole 3.000 unità. Il retour match finisce con una sconfitta per 2-1, e in ossequio ad un curioso regolamento, il trofeo viene


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dunque consegnato agli argentini in quanto la gara di New York era stata considerata casalinga per il Boca. Il trasferimento a Rochester, a questo punto, fu particolarmente avventuroso a causa di uno sciopero dei piloti canadesi scesi in agitazione per protestare contro la legge che in servizio li obbligava all’uso della lingua francese oltre che all’inglese. La Roma dopo alcuni disperati tentativi decide di affrontare il viaggio in “torpedone”. Un percorso da favola, ma estenuante, con il panorama del Lago San Lorenzo e dell’Ontario che scorre dai finestrini. Accomodato (si fa per dire) su uno dei sedili, Liedholm concede al giornalista Francesco Rossi un’intervista profetica (non a caso intitolata: “Liedholm e il futuro”) : “Hai visto

che gol ha saputo segnare Di Bartolomei? Forse la Roma ha trovato il suo Antognoni. Certo sono differenti, e si può pure pensare a un mio sogno. Ma parlo seriamente. Prima di tutto la taglia di Di Bartolomei. Un fisico eccezionale, gambe alte, da cavallo di razza. E’ tornato da Vicenza sicuro di sé, con la consapevolezza del ruolo e della carriera da compiere. Sono però soprattutto la spontaneità e la potenza dei suoi tiri in porta, da qualunque posizione, a fornire alla Roma qualcosa che finora le è mancato. Poi c’è Bruno Conti, sa muoversi con gli scatti improvvisi e l’estro di Causio, e sa piazzare le palle dove vuole, il gioco non può che migliorare. Ma il problema della Roma è un altro: si tratta di trovare in attacco ciò che Prati aveva rappresentato nel campionato del terzo posto”.

va al portiere, lo invitava all’uscita e deponeva il pallone in rete. Il gol viene però annullato per un dubbio fuorigioco. Nel secondo tempo la Roma cresceva e al 29’, su calcio d’angolo battuto da Pellegrini, Caires respingeva debolmente: poco fuori dall’area raccoglieva De Sisti, tiro in porta e Mijatovic deviava mettendo fuori causa il portiere facendo calare il sipario sull’incontro. Da Rochester, sempre in torpedone, la Roma si sposta a Toronto facendo una sosta turistica alle cascate del Niagara. Prima del match conclusivo, Giancarlo De Sisti rientra a Roma. Sbarcato a Fiumicino confermerà di aver ricevuto una proposta (diecimila dollari più incentivi in base al rendimento) per trasferirsi a giocare negli USA. La gara con i Toronto Metros Croatia viene risolta da una rete di Agostino Di Bartolomei a tre minuti dal triplice fischio finale. La Roma rimpatrierà il 30 giugno a bordo di un volo Alitalia sbarcando a Fiumicino il 1 luglio 1976.

Vuole pure Pruzzo? “Conosco bene Pruzzo. Lo scoprii quattro

anni fa al torneo di Sanremo e dissi subito che avrebbe fatto carriera. Sarebbe dunque sciocco se adesso, nell’interesse di certe trattative cercassi di negargli il mio apprezzamento”.

Il giorno 27 è il turno di Rochester Lancers–Roma. Il terreno di gioco, con l’erba alta e il pallone più leggero degli standard europei creano qualche problema agli uomini di Liedholm. A rendere più aspra la salita ci prova anche Moia, ex centravanti del Benfica, che all’11’ si presenta da solo davanti a Paolo Conti che però sventa la minaccia. Al 38’ una serpentina di De Sisti consente ad Orazi di andare in gol. Il giallorosso si accosta-

27 giugno 1976: il match program di Rochester Lancers–Roma giocata a Rochester. (GP)


22/06/1976 I Martedì 20:30 I New York

ROMA - BOCA JUNIORS BUENOS AIRES 1-0 Torneo, andata

à

Roma: Conti Paolo; Peccenini, Rocca; Cordova, Batistoni, Santarini; Negrisolo, Morini, Prati (01’ 2t Pellegrini), De Sisti, Petrini. A disposizione: Quintini, Di Bartolomei, Orazi. Allenatore: Liedholm. Boca Juniors Buenos Aires: Gatti; Tesare, Tarantini; Pernia, Sugnè (01’ 2t Ribolsi), Gutierrez; Rios (26’ 2t Salas), Benitez, Trobiani, Cambon (01’ 2t Taverna), Diaz. A disposizione: Biasutto, Ovide. Allenatore: Lorenzo. Arbitro: D’Ippolito (USA). Reti: 90’ Pellegrini (R) Note: La partita è stata giocata allo Shea Stadium alle 20:30 corrispondenti alle 02:30 del 23.06.1976 in Italia. Spettatori paganti 19.555 (per i due terzi di nazionalità argentina). Alla partita hanno assistito il console argentino e il vicesindaco di New York.

25/06/1976 I Venerdì 20:00 I Montreal

ROMA - BOCA JUNIORS BUENOS AIRES 1-2 Torneo, ritorno

1976

1976

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New York I match del Montreal Rochester Toronto

à

Roma: Conti Paolo; Peccenini, Rocca; Cordova, Santarini, Batistoni; Negrisolo (01’ 2t Di Bartolomei), Morini, Pellegrini, De Sisti, Petrini. A disposizione: Quintini, Orazi. Allenatore: Liedholm. Boca Juniors Buenos Aires: Biasutto; Tesare, Ovide; Pernia, Salas, Sotelo L.; Rios, Alves, Taverna, Ribolsi, Diaz (01’ 2t Sotelo A.). A disposizione: Paterno, Quintieri. Allenatore: Lorenzo. Arbitro: Ben Fusco (Canada). Reti: 22’ aut. Santarini (di testa, su tiro di Pernia destinato a finire fuori), 59’ Di Bartolomei (R), 85’ Alves (B). Note: La partita è stata giocata alle 20:00 corrispondenti alle 02:00 del 26.06.1976 in Italia, ma per un violento nubifragio è cominciata alle 21:00. Appena 3.000 spettatori. Per le cattive condizioni fisiche di Prati, rimasto in tribuna, la Roma ha portato in panchina solo 3 giocatori. La Coppa dell’Indipendenza 1976 è assegnata al Boca Juniors di Buenos Aires: il curioso regolamento prevedeva che la prima partita, disputata a New York, fosse considerata “in casa” del Boca Juniors e la seconda partita, disputata a Montreal, fosse considerata “in casa” della Roma. Pertanto la Coppa è vinta dagli argentini per il maggior numero dei gol segnati “in trasferta”.

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I match del

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New York Montreal Rochester Toronto

27/06/1976 I Domenica 20:00 I Rochester

ROCHESTER LANCERS - ROMA 0-1 Torneo

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à

Rochester Lancers: Tamindzic; Reynolds (01’ 2t Lippman), Pollihan (01’ 2t Cannon); Caires, Mijatovic, Silva Carlos (01’ 2t Cupello); Silva Ibraim (01’ 2t Mambo), Pedro, Moia (01’ 2t Rizzato), Pescov (01’ 2t Odoi), Archibald. Allenatore: Popovic. Roma: Conti Paolo; Peccenini, Rocca; Cordova (01’ 2t Pellegrini), Santarini, Batistoni; Di Bartolomei, Morini, Prati, De Sisti (39’ 2t Negrisolo), Orazi (39’ 2t Petrini). A disposizione: Quintini. Allenatore: Liedholm. Arbitro: Tim Dickley (USA). Reti: 30’ aut. Mijatovic (su tiro di De Sisti). Note: La partita è stata giocata all’Holleder Stadium di Rochester (New York) alle ore 20:00 corrispondenti alle 02:00 del 28.06.1976 in Italia. Spettatori 6.000 circa (quasi tutti italiani). Prima della partita, che era valida per l’assegnazione di un’altra Coppa dell’Indipendenza, è stata consegnata ai dirigenti della Roma Anastasi, Celebrano e De Paolis la chiave di Rochester, un gesto simbolico di amicizia. Cordova si è infortunato al 05’ 1t al ginocchio sinistro, ma è rimasto in campo, quasi inutilizzato: è stato sostituito solo all’inizio del 2t. Dopo la partita De Sisti è tornato in Italia per sostenere gli esami di maturità classica al Liceo Virgilio.

29/06/1976 I Martedì 20:00 I Toronto

TORONTO METROS CROATIA - ROMA 0-1 Amichevole

à

Toronto Metros Croatia: Bilecki; Sutevski (01’ 2t D’Agostino), Iarusci; Cukon, Blaskovic, Polak (01’ 2t Koraks); Rigas, Marcantonio, Lukacevic (37’ 1t Gemert), Pilas (01’ 2t Strenicer), Ferreira (01’ 2t Juricko). Allenatore: Markovic. Roma: Conti Paolo (01’ 2t Quintini); Peccenini (30’ 2t Orazi), Rocca; Cordova, Santarini, Batistoni; Morini, Di Bartolomei, Prati (01’ 2t Pellegrini), Negrisolo, Petrini. A disposizione: (tutti entrati). Allenatore: Liedholm. Arbitro: Arrowsmimtk (di Toronto - Canada). Reti: 87’ Di Bartolomei (R). Note: La partita è stata giocata alle 20:00 corrispondenti alle 02:00 del 30.06.1976 in Italia. Spettatori paganti 8.142. In tribuna il console italiano Rosario Nicosia. Il Toronto Metros Croatia è privo del campione portoghese originario del Mozambico Eusebio (infortunatosi nella precedente partita di campionato a Miami) e del portiere italiano Paolo Cimpiel (tenuto a riposo). Per il rientro in Italia di De Sisti, la Roma ha portato in panchina solo 3 giocatori.


Calciatore AS Roma 1960-65 e 1974-79

1976

“Di fronte all’accoglienza della comunità

1976

L’intervista

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Giancarlo De Sisti

italo americana non potei che ringraziare di tutta la simpatia e l’affetto commovente che ci avevano riservato”

N

el 1976 hai preso parte al tour negli USA e in Canada dove ricevesti anche una proposta per trasferirti a giocare. Ricordi?

“Vagamente, ma sai in quel momento non eravamo preparati per affrontare discorsi di quel genere. Il Nord America non si raggiungeva con un’ora e devo dire che non presi neanche in considerazione l’ipotesi, anche se essere apprezzato e cercato fa sempre piacere”. In quel giugno 1976 avete toccato le città di New York, Montreal, Rochester e Toronto, cosa ti torna in mente?

“Non ricordo più in quale città, forse New York, forse Montreal, mi ritrovai in mano un microfono prima dell’inizio della gara. Eravamo contrariati per alcuni aspetti logistici che non erano andati per il meglio, forse il mio avrebbe voluto essere un discorso di rabbia, ma di fronte all’accoglienza della comunità italo americana non potei che ringraziare di tutta la simpatia e l’affetto commovente che ci avevano riservato. Indimenticabile”. In quel tour hai ritrovato da avversario, come allenatore

del Boca, Juan Carlos Lorenzo.

“Lo avevo avuto da tecnico alla Roma. Era un uomo a cui senz’altro non mancavano le parole, un sanguigno. Lo ricordo agli allenamenti al Tre Fontane, spesso in ritardo, tanto che Schnellinger parlando con il suo vice Flamini, una volta indicando la lavagna presente negli spogliatoi gli indicò la scritta: “Ore 10:00 pronti” con uno sguardo che valeva più di un discorso. Poi c’erano le sue mille scaramanzie. A Velletri ci fece fermare sotto un ponte in attesa del passaggio del trenino, perché, ci disse, transitando sotto nel momento in cui arrivava il convoglio, la vittoria era sicura”. Nel tour del 1976 si mise in luce Agostino Di Bartolomei appena tornato da un anno di prestito a Vicenza. In quei giorni hai speso significative parole d’elogio per Agostino. Com’era la convivenza in campo con il futuro capitano dello scudetto?

“Ho sempre creduto che un’intesa tra chi sa giocare al calcio si trova sempre e fu così anche in quell’occasione. Anche perché eravamo diversi nelle nostre caratteristiche. Io ero più “svelto” nel brevissimo, nel chiamare il triangolo e nel suggerire palloni filtranti. Agostino era più potente, aveva un lancio di 50 metri che io non possedevo e aveva una bomba micidiale che “non ci si credeva”. A dire il vero avevo capito che fosse un grandissimo giocatore anche prima di quel tour. Giocare con lui è stato un grande piacere e un privilegio”.

Giancarlo De Sisti in un’immagine della stagione 1974-75

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Il Wrigley Field per un giorno sveste i panni da Baseball per vestire quelli del soccer. (MP)


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La Roma schierata nel match inaugurale della tournée 2012 negli USA. (MP)

L’undici iniziale sceso in campo al Wrigley Field di Chicago. (MP)


fastidio niente, a loro sì. Nemmeno hanno dormito”.

Francesco (che in ritiro ha già perso tre chili), assieme a Zdenek Zeman e Bradley, dalle 11:30 partecipa alla conferenza stampa e strappa più di un sorriso quando gli viene chiesto: “E’ vero che stai meglio di 13 anni fa come ha detto Zeman?”. Il Capitano risponde: “Ho corso tanto perché era l’ultimo giorno di ritiro ed ero contento!”. Nel pomeriggio la Roma sostiene un allenamento (esercitazione sugli schemi offensivi con tanto di partitella tra squadra gialla e rossa, vinta da quest’ultima per 2-0 con reti di Bojan e Nico Lopez) presso l’University of Illinois. Nella palestra dell’ateneo americano, prima dell’allenamento, qualche giocatore come Totti, Rosi e Jose Angel (sei su sette nei tiri da tre) si cimenta in alcuni tiri a canestro (Bojan per la cronaca riceverà in regalo da James Pallotta le scarpe di Kevin Garnett, stella dei Boston Celtics). Alle 14:30 (21:30 in Italia) del 22 luglio la squadra è attesa dalla prima gara del Tour contro i polacchi dello Zaglebie Lubin. Prima di partire, però, passeggiata per le strade del centro di Chicago. Bojan e Rosi si fanno immortalare accanto alla statua di Michael Jordan davanti allo United Center, il palazzetto dei Chicago Bulls.

fuso orario, il caldo e il lavoro di questi giorni sono da mettere in conto”.

Affettuoso il pensiero dedicato ai tanti tifosi romanisti presenti a Chicago: “Si sta bene quando

senti l’entusiasmo dei nostri tifosi, ancora di più quando giochiamo all’estero e così lontano da casa. Le squadre si costruiscono per loro. Se non si fa per

Franco Baldini firma autografi ai tifosi presenti allo stadio di Chicago. (MP)

2012

Intanto, Hapal, tecnico dello Zaglebie dichiara: “Se non fosse andato alla Roma, Zeman avrebbe guidato la nostra nazionale”. La partita del 22 luglio, davanti a oltre 22.000 spettatori, vede il debutto assoluto in giallorosso per Castan e Tachtsidis e un’apparizione speciale per Bradley, che a Chicago ha vissuto da bambino. Dopo appena 37 secondi i giallorossi sono già in vantaggio, Tachtsidis pesca in profondità Bojan che spedisce al centro per Osvaldo che di piatto mette in rete. Al 19’ è Tachtsidis, con uno splendido pallonetto di sinistro a battere nuovamente Koziol. Arriva il 30’ ed è ancora spettacolo: Pjanic apre sulla destra e Lamela con un esterno sinistro al volo mette la palla sotto la traversa. Prima dell’intervallo, Bojan va via a tre avversari e disegna una diagonale con il destro che fissa il risultato sul 4-0. Nella ripresa il Lubin va ripetutamente vicina al gol della bandiera (colpendo ben tre legni), ma anche Totti, subentrato a Bojan, al 70’ centra il palo. Lo score, però, non cambia più. Zeman, da perfezionista, nel dopopartita dirà: “Sul gioco e sulla prestazione non sono contento. Il

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per un tuffo nel lago”. 21 luglio: sul campo dei Chicago Cubs il Wrigley Field, Totti simula la battuta di un giocatore di baseball che riceve il pallone, mentre Baldini scherzando gli grida: “Non così la presa Francesco!” e lui di rimando: “Hai visto il piede come l’ho messo perfetto?”. Il fuoriclasse di Porta Metronia indossa la canottiera rossa d’allenamento che lascia scoperto il tatuaggio del Gladiatore, ripreso da telecamere e fotografi. Il Wrigley Field è lo stadio in cui è stato girato il film “Il Migliore”, era giusto che il capitano della Roma ci giocasse almeno una volta. La squadra affronta l’allenamento (una nutrita serie di ripetute da 100, 200, 300 e 400) con una temperatura di 30 gradi, un calvario, accompagnato da un imperturbabile Zeman in tuta e con la solita filosofia zen: “A me non dà

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Il Fenway Park, stadio di Boston in cui la Roma ha giocato il 25 luglio 2012. (FG)

la gente non serve a niente”. Dopo la gara la Roma s’imbarca su un volo charter e decolla alla volta di Boston dal Midway International Airport. Dopo due ore e mezzo, l’arrivo al Logan International Airport e il trasferimento all’Harbor Hotel, splendida costruzione in Rowes Wharf, con le finestre che si affacciano sull’Atlantico. Al risveglio la Roma è accolta da James Pallotta, che dopo i saluti e le foto ricordo di rito si reca, assieme a Franco Baldini e Mark Pannes, alla City Hall ad incontrare il sindaco di Boston Thomas Michael Menino. Esaurito l’impegno istituzionale il patron della Roma ospita la squadra a pranzo a Little Italy, nel North End di Boston dove è cresciuto. Alle 17:00 del 23 luglio (le 23:00 in Italia), Totti dopo una mattinata di libertà (in visita al Quincy Market, indossa la casacca numero 34 dei Boston Celtics) è già in campo per il primo allenamento, presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT). Alle 18:30, quando finisce la seduta, Bojan, Lopez e Florenzi si trattengono in campo cercando di centrare i pali da football americano

Il badge per fotografi e il ticket di Roma–Liverpool del 25 luglio 2012. (MP, FG)


rossi dalla testa e si è messo a ballare musica brasiliana (…) Questo è James Pallotta, patrimonio da un miliardo di dollari e spirito da uomo del popolo”.

In coda all’allenamento, sempre sul campo del MIT, conferenza stampa sostenuta da Bradley, Pjanic, Totti, Baldini e Zeman. E’ proprio il boemo ad utilizzare una parola ricorrente nella preparazione giallorossa: “E’

un’amichevole, continuiamo a lavorare duro ma bisogna imparare a soffrire. Gli americani sono abituati allo spettacolo, cercheremo di fare quello che possiamo”.

Altro appuntamento del tardo pomeriggio si consuma all’interno del Fenway Park, per la presentazione del match amichevole con il Liverpool. In rappresentanza dei reds arrivano Gerrard e gli ex giallorossi Aquilani e Borini, per la Roma c’è naturalmente Totti che dona al capitano avversario la seconda maglia della Roma, presentata ufficialmente proprio in questa occasione. Non poteva mancare, da parte di un giornalista americano, una battuta sulla sconfitta in Coppa dei Campioni del 1984. Totti risponde da par suo: “Ma io quella volta non giocavo.

Semmai il Liverpool ci ha battuti anche dopo e io in quei casi c’ero. Per me è sempre importante giocare contro una delle squadre più forti d’Europa”. Zeman sulla questione osserverà: “La vidi in Sicilia, a Licata. Ero già da anni allenatore, e

Sempre nella giornata del 24 luglio, Totti non aveva mancato di inviare un messaggio di auguri a Daniele De Rossi (che a sua volta lo aveva cercato telefonicamente) per il suo compleanno: “Auguri, Capocciò! 29 anni, ormai ti stai

2012

quello fu l’anno della nostra prima promozione, dalla C2 alla C1. Ricordo bene i rigori e la delusione della gente ... ma all’epoca Roma per me era lontana… “.

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presenti nell’impianto con dei calci piazzati Vengono intanto diffusi i dati che annunciano il “Sold Out”, con 40.000 biglietti venduti per la sfida del Fenway Park con il Liverpool. Il 24 luglio (giornata che in Italia porta all’acquisto di Matteo Destro), doppia seduta di allenamento dalle 9:30 alle 16:00, con un lavoro impostato sulla brillantezza: corse brevi, scatti, allunghi sui 300, 200, 100 metri e sulle verticalizzazioni improvvise con il pallone. Il lavoro pomeridiano, svolto davanti a circa 150 tifosi (compreso, a sorpresa, James Pallotta), viene interrotto per la fitta pioggia che lo accompagna, pericolosa per via del campo sintetico. Nonostante questo, il patron della Roma si è intrattenuto con tutti i calciatori giallorossi e incrociando Castan, come si legge sul Corriere dello Sport: “gli ha tolto gli enormi auricolari

invecchiando, mi hai quasi ripreso. Noi stiamo in America e tu stai a correre a Trigoria! Ciao, un bacione”.

In serata la Roma cena al “Nebo”, ristorante gestito da Christine e Carla Pallotta, assieme a James Pallotta e a Michael Ruane. Poche ore dopo il patron romanista si farà fotografare al Fenway Park in un impeccabile completo da uomo d’affari mentre afferra in volo una palla da baseball, con tanto di guantone. Un “catch” proprio sotto al tabellone dello score del match che l’impianto si accinge ad ospitare: Roma-Liverpool. Il 25 luglio vede finalmente la Roma battere il Liverpool nell’amichevole al Fenway Park, il più antico stadio di baseball degli Stati Uniti. Per capire il fascino di questo impianto leggendario è utile citare il tecnico dei Reds, Brendan Rodgers, che ai suoi giocatori dice: “Quando

avrete 50 anni potrete raccontare di aver giocato al Fenway Park”.

Gli impegni della giornata erano iniziati alle ore 08:30 alla fine della colazione con il trasferimento al campo d’allenamento, dove la squadra è accolta da uno striscione del Roma Club Denver: “A 1.600 metri e più… Giallorosso per sempre”. A conclusione del lavoro il ritorno in albergo, dove il gruppo è raggiunta da Pallotta. Prima della gara, a dire il vero si serve l’amaro: video celebrativi della finale di Coppa dei Campioni ’84 (con Ian Rush, al seguito della Tv tematica dei Reds ad assistere, mentre l’organizzazione della squadra inglese ha fatto affiggere ad uno degli ingressi dello stadio la scritta “You’ll never walk alone”… ), inno nazionale americano, inno del Liverpool e… niente “Roma-Roma-Roma”. In tribuna, intanto, Pallotta incrocia il suo amico John Henry, proprietario dei Boston Red Sox e del Liverpool e gli lancia una scherzosa sfida: “John ci vediamo presto in Champions

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foto: Luciano Rossi



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