ViviConsapevole, Macrolibrarsi, trimestrale, Agosto/Ottobre 2013 n.34, Poste Italiane SPA, Sped. in Abb. Post. DL 353/2003 (Conv. in L. 27/02/04 art.1 Comma 1. DCB ForlĂŹ
Numero 34 - â‚Ź 2,50 - Agosto/Ottobre 2013
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Macrolibrarsi e ViviConsapevole:
costruiamo insieme un futuro migliore Pensiamo che un mondo più consapevole, più etico, più sano sia la miglior strada per la felicità personale, per il benessere globale e per garantire il futuro di questa terra e dei suoi abitanti. Macrolibrarsi diffonde conoscenza e consapevolezza sotto forma di libri, riviste, dvd, prodotti naturali, corsi ed eventi: nel mondo che vogliamo vediamo persone più consapevoli, che amano se stesse e la natura, che vivono in armonia con il prossimo, che ricercano e divulgano con passione nuove idee per un avanzamento collettivo di stampo ecologico-spirituale. Per raggiungere gli obiettivi della nostra Mission, oltre all’e-commerce Macrolibrarsi.it, abbiamo deciso di intraprendere nuove strade e dare vita ad altri progetti: La Fattoria dell’Autosufficienza — il progetto in permacultura sull’Appennino Romagnolo, centro studi di ecologia applicata; Macrolibrarsi Store — il negozio con erboristeria, alimenti biologici e libreria; ViviConsapevole — la nostra rivista istituzionale gratuita. Dal 2012 ViviConsapevole è distribuita a tutti i clienti di Macrolibrarsi.it, nelle principali fiere di ecologia e benessere e sul territorio nazionale in diversi esercizi commerciali a tema (negozi di alimentazione biologica e naturale, ambulatori di medicina alternativa, centri olistici, agriturismi…). Inoltre è scaricabile gratuitamente attraverso il web e sull’Apple Store. Con ViviConsapevole vogliamo diffondere i contenuti in cui crediamo, contenuti di qualità sui temi dell’agricoltura naturale, dell’alimentazione biologica e vegetariana, dell’autoproduzione e del saper fare, delle energie rinnovabili e del risparmio di risorse, della condivisione e della vita in comunità, della salute e del benessere, delle medicine alternative, del self help e della spiri-
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tualità. Per questo abbiamo deciso di creare una rivista gratuita stampata in 30.000 copie, in grado di raggiungere, sensibilizzare e appassionare un pubblico sempre più vasto. I riscontri positivi che riceviamo ogni giorno da voi lettori, le proposte di collaborazione e i contatti che arrivano sempre più numerosi ci fanno capire che siamo sulla giusta strada! Pensando di fare cosa gradita al nostro crescente pubblico abbiamo deciso di ampliare la rivista con un catalogo di libri e prodotti naturali dei migliori fornitori Macrolibrarsi: puoi trovare il catalogo sul retro della rivista. ViviConsapevole è sempre alla ricerca di nuovi spunti, di suggerimenti su possibili miglioramenti: non esitare a contattarci per proporre gli argomenti che vorresti vedere trattati sulla rivista e le tue personali esperienze di decrescita o di risparmio. Scrivici a redazione@viviconsapevole.it: ogni tuo suggerimento è prezioso! Buona Lettura Lo staff di Macrolibrarsi e ViviConsapevole
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Vivi Consapevole agosto/ottobre 2013 Anno X– numero 34 Editore Macrolibrarsi di Golden Books Ideatore Giorgio Gustavo Rosso Direttore Responsabile Marianna Gualazzi redazione@viviconsapevole.it Responsabile di Redazione Romina Rossi info@viviconsapevole.it In Redazione Angelo Francesco Rosso f.rosso@viviconsapevole.it Massimiliano Cirielli m.cirielli@viviconsapevole.it Grafica e Uff. Abbonamenti Editing , Casa Editrice & Servizi Editoriali - Cesena (FC) Tel. 0547 347627 abbonamenti@viviconsapevole.it Ufficio commerciale Francesco Rosso commerciale@viviconsapevole.it 3358137979 Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero Elena Parmiggiani Silvia Strozzi Alessandra Spina Stefania Rossini Dealma Franceschetti Grazia Cacciola Karola König Claudia Porta Luigi Foschi Marta Dina Renata Carugati Valerio Pignatta Luca Fortuna Vincenzo Valesi Romina Santoli Simona Oberhammer Immagini acquistate su www.sxc.hu www.shutterstock.com Copertina: Shutterstock, Inc.Copyright: Dudarev Mikhail Stampa Grafica Editoriale Printing Bologna
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21 settembre a Cesena il primo negozio
Macrolibrarsi Store, dove potrai toccare con mano la filosofia che ci anima. Vieni a trovarci, ti aspettiamo!
S
iamo nati come catalogo libri di vendita per corrispondenza. Poi siamo diventati negozio online, raggiungendo tutti gli obiettivi di crescita che ci eravamo prefissati, e anche di più. Poi abbiamo preso un podere abbandonato nell’Appennino Romagnolo e lo abbiamo trasformato nel progetto Fattoria dell’Autosufficienza: una scuola di pratiche sostenibili e agricoltura naturale che cresce di anno in anno. Poi abbiamo ideato e realizzato ViviConsapevole, la nostra rivista aziendale, con lo scopo di diffondere gratuitamente contenuti di qualità legati al mondo dell’ecologia e del benessere di corpo, mente e spirito. Poi siamo diventati “Azienda Etica” e ci siamo dati ambiziosi obiettivi futuri di sostenibilità ambientale e responsabilità sociale. Poi? Cosa puoi aspettarti ancora da Macrolibrarsi?
La nostra ultima sfida si chiama Macrolibrarsi Store: il nostro primo negozio fisico che aprirà le porte il 21 settembre 2013 a Cesena, in via Emilia Ponente 1705
In uno spazio di 250 mq troverai un ampio assortimento dei prodotti che caratterizzano da sempre il nostro catalogo: libri, prodotti naturali per l’igiene della persona e della casa, accessori per la casa, abbigliamento, articoli da regalo, alimenti bio, sementi, prodotti freschi regionali e a km 0. Ma perché in questi tempi di crisi abbiamo deciso di aprirci alla città e dare vita al negozio? Prima di tutto perché crediamo nelle scelte coraggiose, soprattutto se fatte in tempi bui e soprattutto se alla base ci sono valori forti da condividere, diffondendo i quali è possibile cambiare e migliorare il mondo. Inoltre il negozio ci dà la possibilità di conoscere meglio i vecchi clienti e di farci incontrare tante nuove persone; ci rende visibili nella città e nel territorio circostante, facendoci diven-
tare un punto di riferimento non solo per gli acquisti, ma sopratutto per la proposta culturale di stampo ecologista che stiamo portando avanti con sempre maggiore convinzione – non a caso all’interno del negozio è stato progettato uno spazio per ospitare incontri, seminari, conferenze. Quando verrai a trovarci in negozio, troverai la tua copia gratuita di ViviConsapevole, esattamente come se acquistassi dal nostro sito macrolibrarsi.it. Anche se non sei di Cesena, ma magari abiti in Romagna o se vivi più lontano e capiti dalle nostre parti ricorda che dal 21 settembre 2013 potrai sempre venirci a trovare al Macrolibrarsi Store di via Emilia Ponente 1705: saremo lieti di conoscerti e di accoglierti nella nostra nuova “casa”! Continua a seguirci perché le novità non sono terminate... e abbiamo tanti nuovi progetti favolosi in serbo per te! Lo staff di Macrolibrarsi e ViviConsapevole
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Indice l Intervista a Mario Tozzi Povera, calda e affollata La Redazione 18
Stress e ansia Vincenzo Valesi
Star of Bethlehem: il fiore che cura le ferite
l Focus: Fibre Naturali Vestirsi in fibre naturali: una carezza per la pelle e la salute
Romina Santoli
Romina Rossi
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Mi vesto di bamboo! Romina Rossi
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Karola König
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l Bambini e Genitori Homeschooling: la scuola a casa l Pianeta Donna Gymintima: ginnastica per donne Romina Rossi
l Fare da sé Il maglioncino... in tre pezzi Claudia Porta
Simona Oberhammer
l Consigli di Lettura Perdonare per crescere La Redazione
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La lana cotta Claudia Porta
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l Speciale: Isolanti Naturali Tieni calda la tua casa con la lana di pecora Luigi Foschi
Filosofia e pratica del cappotto Marta Dina Renata Carugati
Valerio Pignatta
Luca Fortuna
Marianna Gualazzi
Erbavoglio
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Jayadev Jaesrscky - Nandini Cerri
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RUBRICHE
Cucina
Frutta secca, energia dalla Natura Silvia Strozzi Vellutate e zuppe Alessandra Spina
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A tavola a costo zero Stefania Rossini
Autunno, tempo di zucca Dealma Franceschetti
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L’Essiccazione, un’antica arte mai abbandonata La Redazione
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Agricoltura
In compagnia dell’arcobaleno Elena Parmiggiani
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Verso l’autunno, seconda primavera Grazia Cacciola
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Una colazione di energia per il corpo e lo spirito
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La pillola è la scelta giusta per te? Impotenza: curarla con la Maca, il Catuaba e il Tribulus
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l Medicina olistica La vitamina D quando il sole non c’è Argilla: terra delle meraviglie
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Pelle sempre giovane con la Naturopatia
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Marianna Gualazzi
Perché vestirsi di canapa? La Redazione
Il buon Sonno ecologico
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Eventi
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In compagnia dell’ARCOBALENO Elena Parmiggiani
Sabato 29 giugno i coniugi Michel e Jude Fanton, autori de Il manuale per salvare i semi dell’orto e la biodiversità sono stati alla Fattoria dell’Autosufficienza per presentare il loro libro e sensibilizzare al salvataggio dei semi Salvare i semi per salvaguardare il futuro
Durante il workshop sui semi, i coniugi Fanton hanno raccolto fiori e semi dagli orti e poi hanno mostrato e spiegato in dettaglio piante e semi raccolti, dando suggerimenti e consigli per la raccolta e la conservazione. Il messaggio fondamentale che queste due persone stanno trasmettendo è che tutti noi possiamo e dobbiamo dare un contributo alla salvaguardia della biodiversità e più che le banche dei semi possono fare le reti di persone, che insieme portano avanti o porteranno avanti un piccolo pezzo della nostra storia. Sì, perché i semi non sono “solo” cibo. I semi sono informazioni: del suolo, del clima, dei
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nutrienti disponibili, della piovosità, della fertilità, delle origini e del passato delle piante. Ma sono anche memoria del nostro passato, delle nostre migrazioni, delle nostre battaglie come specie umana contro la carestia, dell’adattamento della nostra specie ad ambienti nuovi e mai visti prima, della nostra pazienza nel selezionare varietà, nella creatività e ingegno.
Ripopolare l’orto di semi dimenticati
I Fanton hanno viaggiato molto, in tantissimi Paesi del mondo e con loro hanno portato un messaggio di consapevolezza e speranza ai popoli con cui sono entrati in contatto. La battaglia contro la perdita di biodiversità dura da molti anni e la strada è costellata di esperienze molto belle e altre tristi, in cui abbiamo perso, specie dopo specie, varietà dopo varietà, il 90% dei frutti e dei vegetali usati dalla specie umana per la propria soprav-
vivenza e prosperità. In tutto il mondo la tendenza è simile, siamo passati da 7000 varietà di mela a 5, dall’utilizzare piante spontanee in cucina (il preboggion di ligure memoria) a solo 5 o 6 verdure a foglia larga, di cui gli onnipresenti spinaci la fanno da padrone. Ultimamente si sta riscoprendo l’orto, la coltivazione degli ortaggi e degli alberi da frutto, il salvataggio dei semi. Molte sono le iniziative di scambio semi in Italia, tra cui il famoso “mandillo” che si tiene in gennaio. Moltissimi sono gli orti comunitari, gli orti sinergici, gli orti di transizione, le coltivazioni sperimentali. Cosa altrettanto fondamentale è che si stanno riscoprendo i sapori, il valore nutritivo delle verdure coltivate da sé e la bellezza di riscoprire le varietà usate un tempo come la prugna coscia di monaca o la pera cocomerina, il pomodoro da secco (da coltivare senz’acqua) o il chayote (zucca centenaria). Si moltiplicano le feste e le celebrazioni di
Vita in Fattoria verdure che si consideravano estinte, si fanno finalmente pani di qualità ottima e digeribili con grani veramente antichi come il Gentil Rosso, senza dover pagare marche inventate ad hoc che fanno campagne di marketing sulla bontà del loro prodotto (ma del tutto simile ai grani moderni). Si ricomincia a utilizzare e diffondere la pasta madre e con essa si ottiene il recupero di tempi e riti antichi, di modi che contagiano in modo benevolo la modernità.
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Stili di vita che diventano sostenibili non è solo uno slogan, si può finalmente dire che ci si fa il pane in casa, il sapone, si mettono da parte i fagioli di lamon dello zio ottuagenario e ci si gode la fioritura della borragine nell’orto. Poi si fanno i primi passi, si comincia con le cose più semplici, come un seme di pomodoro, per arrivare in compagnia di un arcobaleno di bustine autoconfezionate, magari recuperando quelle del tè e degli infu-
Un seme è un sogno, pronto a nascere e ad av verarsi non appena le condizioni sono favorevoli
si oppure un origami di vecchi giornali, a tante varietà di piantine speciali a noi care da scambiare e da coltivare nelle stagioni successive. Un seme è un sogno, pronto a nascere e ad avverarsi non appena le condizioni sono favorevoli. Grazie a Jude e Michel e a tutti i seed savers del mondo, si possono conoscere molte informazioni su tantissime piante coltivate e salvare i propri semi è un primo passo alla portata di tutti.
Cosa leggere Michel e Jude Fanton Il manuale per salvare i semi dell’orto e la biodiversità Arianna Editrice, 2013
Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 089 433 Francesco Rosso con i coniugi Fanton durante il corso in fattoria.
musica del mondo! al Gruppo I seed savers sono la dur ante un’intervista rilasciata
Così li ha definiti Michel Fanton che d savers. Aggiunge la moglie, Jude, Editoriale Macro, parlando dei see orie fatt e col pic del mondo, vivono in i salvatori di semi: «Sono un terzo ndo ricoltura. Gli altri due terzi del mo e preservano la biodiversità dell’ag o». biodiversità che stanno salvand ancora i coniugi: dipendono da loro proprio per la per niente difficile come spiegano ma , ndi qui , nte orta imp lto mo con qualche seme Si tratta di un compito tutti lo possono fare. Si comincia li, cia spe lità abi ono serv non ers «Per diventare seed sav enta salvatori di semi». Paepiantato nel proprio orto, così si div o a macchia d’olio anche nel nostro end ond diff sta si ia, tral Aus in a a quota La rete di salvatori di semi, nat tacontadina.it), che con una piccol ivil w.c (ww ina tad Con iltà Civ di si è se, dove è attiva l’associazione di generazione in generazione. Più are and tram e re nta pia da ia tod vuole un intero villaggio, per permette di ricevere dei semi in cus : «Se per crescere un bambino ci ton Fan i are not no fan e com , ché vendono i semi e i consumeglio è, per di persone: i contadini, coloro che tà uni com ra inte un’ le vuo ci e preservare un sem crogruppoeditori ta su www.youtube.com/user/ma matori». Guarda l’intervista comple
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Frutta secca
energia dalla Natura Come e perché utilizzare la frutta essiccata e la frutta oleaginosa Silvia Strozzi
L
a frutta secca propriamente detta, come lascia facilmente intuire la stessa definizione, è la frutta che è stata fatta essiccare, ad esempio, prugne, pesche, albicocche, uvetta, fichi, ananas, mele, pere, datteri eccetera. Attraverso l’essiccazione viene eliminata l’acqua di cui la frutta è solitamente in buona parte composta. Una volta essiccata costituisce un vero e proprio concentrato di vitamine e minerali, e anche di calorie. La frutta oleaginosa, invece, comprende mandorle, noci, nocciole, arachidi, anacardi. Questa rappresenta una preziosa fonte di proteine e di importanti minerali e oligoelementi, quali calcio, ferro, potassio, fosforo, magnesio e zinco.
Quali sono i pregi della frutta secca?
Molta energia, tanti minerali e niente colesterolo. Questi sono i pregi della frutta secca, grazie ai quali può essere considerata un alimento completo. È più calorica della frutta fresca, ma più ricca di fibre, è facilmente digeribile e aiuta l’intestino. In particolare, la prugna è il rimedio privilegiato contro la stitichezza; la noce contiene il colesterolo “buono”, utile per combattere i radicali liberi; la mandorla apporta magnesio, vitamina E e proteine vegetali di buona qualità; la nocciola ha le vitamine B1, B2, la
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provitamina A, come anche i pinoli che, al pari dei fichi, presentano inoltre fosforo, calcio e ferro. I datteri sono una buona fonte di magnesio e potassio; le arachidi, oltre alle vitamine, contengono anche rame e zinco e l’albicocca è ricca di caroteni e di magnesio e l’uva passa di ferro, potassio e vitamina E. Da non dimenticare, poi, la riserva di proteine, che dispensano soprattutto il pinolo e l’arachide (29,6 e 29 g per 100 g), seguiti da mandorla, noce e nocciola (18,6 g, 14,8 g e 12,6 g per 100 g). È importante assumere una certa quantità di frutta secca lipidica ogni giorno (soprattutto le noci), in quanto i grassi in essa contenuti sono in prevalenza mono e polinsaturi, e, quindi, benefici per la salute delle arterie. Le noci, fra l’altro, sono una delle rare fonti di acido linolenico, un acido grasso essenziale (appartenente alla famiglia degli omega 3), che dobbiamo necessariamente assumere con l’alimentazione. La frutta secca in generale è anche molto ricca di calcio e, quindi, utilissima nella calcificazione delle ossa. È consigliata, quindi, alle donne in menopausa e in gravidanza ma anche ai bambini, agli adolescenti e a coloro che praticano sport anche a livello agonistico. Inoltre, ha proprietà antisettiche, lassative e ricostituenti. Il particolare e originale equilibrio di sali minerali,
vitamine, proteine e grassi ne fa un rinforzante del sistema nervoso, costituendo un sano e saporito antidepressivo naturale.
DOLCETTO SECCH E ALLE PRU G NE cche
ne se 200 g di prug di mandorle 300 ml di latte a di riso 150 ml di crem o d’acero 60 g di sciropp integrale 60 g di farina 3 uova e. lievito in polver 1 cucchiaio di in e ar er ne a mac Ponete le prug . da pi acqua tie un bicchiere di , lo va, unite il latte Sbattete le uo riso di ero, la crema sciroppo d’ac e vito setacciato e la farina, il lie ne. mescolate be e prugne, versat le e Incorporat i de o a fil una piro il composto in o rn fo da orzione pirottini monop da forno. a rivestiti di cart tura o rn a tempera Cuocete in fo a 30 minuti, media per circ stessa pirofila. servitelo nella
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150 g di quinoa un bicchiere di latte di 1 scalogno avena oli o d’oliva extravergine 1 cucchiaino di zafferan q.b. o in pistilli sale e pepe 3 cucchiai di pistacchi non salati 3 cucchiai di crema di tofu “vellutata” Lasciate in infusione lo zafferano in un bicchier e di latte di avena per alm ora. Soffriggete lo scalo eno un gno con 2 cucchiai di olio d’oliva extravergine e un acqua tiepida. Unite il ce o di reale e fate cuocere pe r 30 minuti circa a fuoco Salate e pepate. Unite lento. lo zafferano e il suo lat te, quindi mantecate co vellutato. Servite la zupp n il tofu etta con i pistacchi tritati .
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ie 4 carote med travergine olio d’oliva ex di ai hi cc cu 2 zenzero 1 pezzetto di di non salati 50 g di anacar ca di menta fres qualche foglia rry 1 pizzico di cu o olio di sesam di o ai 1 cucchi un barattolino, grattugiato in co es fr sale e pepe o er in infusione. mettete lo zenz gine e lasciate La sera prima er av tr gli anacardi e ex a iv l’olio d’ol derente, unite tia di an no lli de copritelo con un pa cemente, quin di sesamo in e saltate velo y lio rr l’o cu e le il at ite e ld et nd ca S ggiung a julienne, co ggermente. A gliate le carote Ta e. fateli tostare le rt ri e decorate pa da i anacardi inte o e tenete gl oc te fu ge il un te gi ne ag speg nzero, e l’olio allo ze to. con sale, pepe . Servite subi ca menta fres di e in ol ci ris con st
A chi è sconsigliata? Si tratta di frutta con un’elevata quantità di calorie, quindi è sconsigliata se si sta seguendo una dieta ipocalorica. Ci sono, poi, categorie di persone che si devono astenere dal consumarla, per esempio chi soffre di problemi renali e i diabetici, che devono evitarla per l’alto contenuto di zuccheri. Anche chi è affetto dal morbo di Crohn in fase acuta, da rettocolite ulcerosa o chi soffre di colite, perché queste sono malattie che impongono una dieta priva di fibre.
Silvia Strozzi Naturopata ed esperta di cucina naturale, giornalista pubblicista, Silvia Strozzi cura per Macro Edizioni la collana di cucina “Cucinare NaturalMente… per la salute”. Ha scritto sempre per Macro Edizioni i libri di cucina per bimbi 100 baby pappe e 100 baby ricette. Tiene con continuità conferenze e corsi di cucina naturale per la famiglia.
Silvia Strozzi
Frutta Secca Energia Naturale
Ricette - Curiosità - Approfondimenti Nonostante si trovi in commercio tutto l ’anno, la frutta secca è sempre stata consumata soprattutto in quel ristretto periodo dell ’anno che va da fine novembre a gennaio, specialmente durante le feste di Natale e Capodanno. Ma consapevoli della sua ricchezza in sostanze nutritive, oggi viene sempre più ricercata e utilizzata in tutte le stagioni. Ricca di sali minerali, di vitamine e di grassi che combattono l ’accumulo di colesterolo, è un alimento ideale per gli spuntini tra un pasto e l ’altro, come fonte di energia di pronto utilizzo ed è un ingrediente azzeccato per arricchire e completare il gusto e le qualità nutrizionali di tanti piatti. In questo volume sono presentate tante ricette gustose e salutari, capaci di abbinare gli ingredienti e la frutta secca in maniera da proporre piatti sempre nutrizionalmente completi. Libro – Pag. 96 – Prezzo € 9,80
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Vellutate e zuppe
per scaldare l’autunno Alessandra Spina
VELLUTATA DI SPIN ACI E PISTACCHI (R INGREDIENTI PER ICETTA CRUDISTA) 4 PERSONE
Abbiamo già parla to velocissima in alter della cucina crudista e oggi vi prop ongo una ricetta nativa alla vellutat a abbiamo visto ne lla ricetta preceden classica, con il procedimento che te. un toccasana per linea e salute, vi pe La cucina crudista, oltre che essere rmette di preparar cari, piatti belli da e vedere, rapidi e se nza dubbio invitanti per voi e i vostri colori sono vivi, il gusto ne guadagna . I sapori come i e intatte perché il ca lore non le ha deter le proprietà delle verdure restano iorate. Il tempo di questa ricetta è 10 realizzazione di minuti in totale.
500 ml di acqua (calda) 100 g di spinaci (o erbette) ½ avocado ¼ di succo di limone o lime 30 g di menta o altra erba fresca (potete usare ad esempio il coriandolo) pistacchi (40 g consigliati)
VELLUTATA DI CAVOLFIORI EE CON BATTUTO DI OLIVE TAGGIASCH MANDORLE INGREDIENTI PER 4 PERSONE
1 cavolfiore mandorle spelate q.b. olive taggiasche denocciolate q.b. olio evo pepe nero
a ebollizione, Mettere l’acqua sul fuoco e portarla lfiore in pezzi cavo il are tagli e re nel frattempo lava ndo l’acqua Qua abbastanza piccoli, 1-2 cm x lato. e con la cottura eder proc e lfiore cavo bolle immergere il al massimo): ti minu (da quando riprende il bollore 6-7 poco, cotte o vann rale gene la le verdure come rego le rali, mine sali i soprattutto se bollite, altrimenti tutti di a acqu nell’ cono finis re gene in vitamine e i nutrienti . iente nutr poco e ro cottura e il vegetale in sé resta pove he e iasc tagg olive di to battu il e arar Nel frattempo prep con un coltello. mandorle tritandole grossolanamente altrimenti il late ccio deno derle Le olive meglio pren diventa simile ta ricet tempo di preparazione di questa , troppo lungo! noré t-Ho Sain una e arar a quello per prep sapidità) di (quin re Serviranno per aggiungere sapo frullatelo cotto sarà lfiore cavo il ndo alla vellutata. Qua ottenere per ra cottu di aggiungendo man mano l’acqua ra anco tata vellu la ate pass poi una crema densa, o che l’eventuale mod in vivo o fuoc sul to minu che qual ti per servire nei acqua in eccesso evapori. Siamo pron ate la vellutata vers e piatti! Prendete una bella ciotola olive e mandorle di to battu il con tela fumante, cosparge Et voilà: la vostra o. crud e completate con un giro di olio serate d’inverno. re vost le ldare risca zuppa è pronta per
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Frullate spinaci, e un po’ di menta con metà dell’acq lim one, avocado ua liscia e densa. Ag giungere ora, lentam in modo da ottenere una crema acqua: la vostra zu ente e sempre fru llando, la restante pp servendo nei piatti a è pronta da servire. Completate la guarnizione con un trito di men ta e pistacchi da m del piatto. Se grad ite ettere al centro semplicemente so questa ricetta può essere gustata anche fredda stituendo l’acqua ca ambiente. lda con quella a tem peratura
Alessandra Spina Food blogger e cuoca nomade, da anni ha scoperto i benefici (personali e collettivi) della dieta prima vegetariana poi vegana. Crede nella filosofia del buon mangiare, delle materie prime di qualità, della stagionalità e della territorialità degli ingredienti. Ama avere sempre le mani in pasta, in cucina come nella vita. Per contatti: il-clan-destino.blogspot.com Pagina facebook/ilclandestinobio
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Stefania Rossini PIADINE DI POLENTA AV ANZATA polenta d’avanzo farina di riso un pizzico di sale Prima di lavorare la polen ta avanzata, eliminate l’ev quindi lavoratela con le entuale crosticina presen mani, sino a ottenere un te in superficie, impasto morbido. Aggiu la farina di riso, in modo ngete poco alla volta da valutare quando il com Procedete poi come con posto sarà lavorabile con le normali piadine, stend il mattarello. ete e fate cuocere il com i lati) in una padella antiad posto (da entrambi erente “sporca” di olio. Si può farcire con zucche chi non è vegano con il miele e con il cioccolato ro di canna e per . Nella versione salata può essere condita con crema di ceci e creme di legumi vari.
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sgocciolati 230 g di fagioli lessati e te cia us sg ole 100 g di nocci a cci bu a nz se e 5 mandorl integrale 80 g di zucchero canna re lve 40 g di cacao in po e 3 cucchiai di olio vegetal getale ve te lat di ca cir e 1 bicchier
tolo di vetro. e in frigorifero in un barat Frullare tutto e conservat per credere! È buonissima, provate
Stefania Rossini Ha 38 anni ed è mamma a tempo pieno di 3 splendidi bimbi, Riccardo 11 anni, Michela 6 anni e Beatrice 4 anni. È vegetariana da più di vent’anni, da sempre le piacciono le cose semplici e pratiche. Da tre anni, per necessità economica all’inizio e poi per soddisfazione, qualità e stile di vita, autoproduce molto di quello di cui necessita la sua numerosa famigilia: saponi, cosmesi, pane e generi alimentari, orto bio, uncinetto e maglia. È autrice dei libri Vivere con 5 euro al giorno e Cucinare guadagnando in soldi e salute, entrambi editi da Età dell’Acquario.
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Autunno tempo di zucca
Un ortaggio ricco di vitamine, sali minerali e fibre, utilizzato non solo in cucina, ma anche in cosmesi ed erboristeria
L
a zucca è un ortaggio eccezionale, ricca di proprietà benefiche e talmente eclettica da poter essere utilizzata per preparare primi, secondi e dolci deliziosi. I suoi usi non si fermano alla cucina, ma si estendono alla cosmesi, all’erboristeria e può essere utilizzata persino come contenitore. È ricca di moltissime vitamine, sali minerali e fibre, e nonostante il suo sapore dolce, è poverissima di zuccheri e calorie. Ricchissima di caroteni, dall’azione anti-tumorale, di vitamina A e C, magnesio, potassio e fosforo, risulta altamente digeribile, favorisce la diuresi e, grazie alle sue fibre, la regolarità intestinale. Sembra che la zucca sia l’ortaggio che più di ogni altro è capace di mantenere stabile la glicemia nel sangue e regolarizzare la pressione sanguigna.
Della zucca non si butta via niente
Ogni parte della zucca ha specifiche proprietà, quindi non si butta niente! I semi hanno proprietà diuretiche, antinfiammatorie, sedative, rilassanti, vermifughe e possono alleviare le infiammazioni della pelle e preveni-
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re le disfunzioni delle vie urinarie. Vanno fatti seccare, si toglie la pellicina esterna e si mangiano crudi oppure tostati in forno o in padella. La buccia contiene un potente antifungino che la zucca usa per proteggersi dai fughi. Sembra che questa sostanza “antifungo” sia attiva contro dieci tipi di funghi dannosi per la nostra salute, compresa la Candida albicans. Alcune varietà hanno una buccia molto sottile che “si lascia mangiare”. Basta spazzolare la buccia della zucca con una spugnetta di cocco (prima di tagliarla) e poi lavarla bene. Ovviamente non tutte le preparazioni si prestano a utilizzare anche la buccia. Una vellutata dal bel colore arancio va fatta solo con la polpa, ma la zucca al forno è perfetta anche con la buccia. Basta tagliare le fette di zucca e infornarle.
Dealma Franceschetti
La zucca, con il suo sapore dolce, rilassa profondamente, favorendo il sonno, alleviando la tensione, l’ansia, lo stress e riducendo la fame nervosa e la voglia di dolci. Secondo la macrobiotica, la zucca è dotata di un tipo di energia particolare che rinforza il sistema immunitario. Non è un caso che la natura la metta a nostra disposizione proprio nel periodo autunnale, quindi via alla zucca, anche nei dolci!
Dealma Franceschetti Cuoca e terapista macrobiotica. Da diversi anni tiene corsi di cucina macrobiotica vegan, seminari di auto-cura e consulenze personalizzate per il recupero del benessere attraverso un’alimentazione consapevole. Fornisce consulenze via skype in tutta Italia attraverso il proprio sito. Attraverso il suo blog diffonde l’alimentazione macrobiotica vegana con ricette sane e gustose. È autrice dell’ebook L’alimentazione macrobiotica edito da Bruno Editore. Per contatti: laviamacrobiotica.it - blog.laviamacrobiotica.it
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150 g di farina di farro integrale 100 g di farina di riso 300 g di polpa di zucca 40 g di uvetta spremuto a freddo 60 g di olio di mais o di girasole 1 cucchiaio colmo di malto di riso verbena 1-2 gocce di olio essenziale alla le gra 1 pizzico di sale marino inte e a al vapore. Lasciarla raffreddare Tagliare la zucca a fettine e cuocerl . a, oppure frullarla schiacciarla bene con la forchett e, il sale e l’olio. empo unire in una ciotola le farin fratt Nel tta. l’uve no bag a Mettere lio. all’o e ben ca modo che si unis Strofinare tra le mani la farina in nziale di tta strizzata, il malto e l’olio esse l’uve a, zucc di a pure la ere Aggiung ere un po’ di iung agg duro po . Se l’impasto è trop are una verbena. Impastare velocemente Form a. molle aggiungere un po’ di farin succo di mela, se invece è troppo ra. un’o per o rifer e metterla in frigo palla, avvolgerla con la pellicola erite. e tagliare i biscotti della forme pref ta pas la dere sten to pun A questo Infornare a 180° per 15 minuti.
A
MU FF INS DI ZU CC
farro “0” 150 g di farina di o ris di a 100 g di farin or o naturale (crem vit lie di a ½ bustin tartaro) zucca 200 g di polpa di 1 mela s 50 g di olio di mai o ris di to al m di g 150 ella in polvere 1 pizzico di cann 1 pizzico di sale o di soia q.b. latte di mandorle
la dare a fettine e cuocer a. Lasciar raffred Tagliare la zucca bid or m rà sa do etti. Mescolare le an zz qu pe a a o ta e tagliata al vapore fin ela e zucca, cia uc sb ela m la co n il mposto di m e frullarla bene co sale e la cannella. Aggiungere giusta la re ne te te per ot o, il farine con il lievit aggiungere del lat io ar ss ce ne Se o. poi l’olio e il malt 0°. minuti circa a 18 consistenza. e infornare per 20 s fin uf m r pe i Versare in stampin
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Michel e Jude Fanton
Manuale per Salvare i Semi dell’Orto e la Biodiversità Scopri e difendi 117 ortaggi, erbe aromatiche e fiori alimentari - Unisciti ai Seed Savers e goditi i miracoli della natura Quest’opera ci insegna a ritornare alla pura e semplice capacità, oggi ormai perduta, di raccogliere i semi dalle stesse piante che seminiamo nell’orto o nel giardino, ricominciando da dove si erano fermati i nostri genitori o nonni che selezionavano e conservavano le semenze delle piante alimentari di anno in anno. In mancanza di coltivatori appassionati e in mano solo delle multinazionali, i semi dei nostri principali alimenti non potrebbero esistere: sono sicuri solo nelle mani di persone che li salvano, li coltivano e ne mangiano i frutti. Un manuale utilissimo per tutti noi che coltiviamo buon cibo nei nostri orti o nelle nostre aziende agricole. Un’opera essenziale per tutti gli orticoltori, agricoltori, cuochi e genitori che desiderano una vita sana con un’alimentazione naturale, per far crescere i propri bambini con gusti variegati e un cibo genuino. Libro – Pag. 160 – Prezzo € 11,50
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Essiccazione:
un’antica arte mai abbandonata La Redazione
La conservazione di alimenti, erbe e fiori non è mai stata così semplice e naturale... E la fantasia in cucina corre!
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in dall’antichità l’uomo ha sempre conservato i suoi alimenti rimuovendo l’acqua in essi contenuta: si tratta dell’essiccazione, un procedimento semplice che impedisce la proliferazione di microorganismi, mantenendo al contempo l’intriseca qualità dei prodotti. Per questo la frutta e la verdura essiccate conservano le loro proprietà nutrizionali, così come erbe e fiori i loro profumi. Ma non solo, essiccare significa poter realizzare in casa dado granulato, purè, fette biscottate, cracker, biscottini e barrette, pasta, meringhe, biscotti, patatine, tisane, e tutto ciò che la fantasia suggerisce. Ecco tre ricette adattissime all’autunno, due da realizzare in cucina e una per abbellire e profumare la casa, anche in vista delle festività natalizie!
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TAGLIATELLE AI FUNGHI
Incredibile ma vero, con l’essiccatore si può anch e fare la pasta! Ecco una splendida ric etta per realizzare le tag liat elle ai funghi in modo originale e rapido! Siete pronti con le forchette? 20 g di funghi secchi 400 g di farina 200 ml circa di acqua 1 uovo Frullate i funghi, fino a ottenere una sorta di far ina. Unite ai funghi gli altri ing redienti, mescolate fino a ottenere un panetto sod elastico. Lasciate riposar o ma e il panetto per una decin a di minuti, ben coperto canovaccio. da un Riprendete l’impasto e lavoratelo con il mattarello (o per i più muniti con i ottenere le tagliatelle. Fo rulli) fino ad rmate dei piccoli nidi di tagliatelle, ed essiccate Quando i nidi saranno li. completamente essiccati lasciateli un paio d’ore ambiente, dopodiché con a temperatura ser Cuocere queste tagliatelle vateli in un vasetto ermetico o in una scatola di latta. è semplice: basta versar con salvia e burro. Il pro e i nidi nell’acqua bollen fumo che emana quest te, e condire o piatto è indescrivibile. funghi mettete la zucca? E se invece dei Pro Fonte: http://essiccare.com vate per credere, il risutato è ugualmente stre pitoso. /2012/11/06/tagliatelle-pr ofumate-ai-funghi/
Redazionale
FICHI SECCHI ALLE MAN DORLE Ecco
un dessert tipico puglie se che può essere preparato con l’aiuto di un essiccatore. Provatel o: vi servono soltanto un po ’ di fichi e di mandorle! fichi freschi mandorle tostate buccia di limone cannella cioccolato fondente alloro chiodi di garofano
Essicchiamo i fichi: sce gliete alcuni fichi di medie dimensioni, di preferen senza sbucciarli. Tagliat za ben maturi ma ancor eli quindi a metà e dispo a saldi. Lavateli e asciug neteli sui cestelli del vos raggiungono la comple ateli accuratamente tro essiccatore, con l’in ta essiccazione in circa terno rivolto verso l’alto. 36 ore, ma per questa rice Rimuovere dunque i fich Normalmente i fichi tta occorre un prodotto i dopo circa 20/24 ore o non del tutto disidratato in ogni caso quando no Prepariamo il dessert: ma . n siano ancora diventati ntenendo vicine le due troppo duri. metà dello stesso frutto, di limone grattugiata, can disponete su una delle nella e cioccolata grattug due una mandorla tostata iata Ricomponete quindi il fico , un po’ di buccia sovrapponendo la secon a piacere. perfettamente. Passate da metà e pressate dolce i fichi così composti nel me nte tra le ma ni, in modo che le due forno a 150 °C per una Disponeteli infine, il più parti combacino decina di minuti, fino a com quando saranno dorati. Fonte: http://essiccare.com patti possibile, alternandoli con alloro e chiodi di garofano in vasi di vet /2012/03/12/fichi-secchi-a ro da richiudere accura lle-mandorle/ tamente.
SA DECORAZIONI PER LA CA
cati Frutta, fiori ed erbe essic anche possono essere utilizzati casa. Il per l’arredamento della duplice: risultato che si ottiene è stanze. le o an fum arredano e pro creativi! più i r pe Ecco uno spunto arance essiccate mele essiccate stecche di cannella rametti di pino bacche nastri colorati
pere o ben attenti a non rom o stuzzicadenti e stand un e altr con le vi do stro tan na aiu al le, ate nce e di me stri rossi). Attacc sommità delle fette di ara fare un altro talizio si consigliano na te na en o fici riod suf pe è (in le: stri me na Forate delicatamente la i alle de arance e per il foro così ottenuto re le decorazioni sotto alle create con spray trasparente: in tal modo la buccia. Fate passare possibile anche attacca e È nd e). irla gh cch le ba e o, zat pin ruz di Sp tti decorazioni (rame che le altre delizie. an o ess ad re cca atta no, e nno essere riciclate foro, passarvi un nastri , e le decorazioni potra mente. stre ova fine nu , a tale risc na di scu si eri tta alb eviterete che la fru rtata di mano: pareti, o ciò che vi passa a po Ora potete decorare tutt i/ cessivi. -per-le-vostre-decorazion anche negli inverni suc 12/12/14/arance-e-mele /20 com re. cca ssi ://e Fonte: http
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Verso l’autunno... Le stagioni nell’o rto
seconda
primavera Grazia Cacciola Erbaviola.com
Come coltivare rabarbaro e rosa canina, due gioielli dell’orto autunnale
S
ettembre quest’anno comincia con un trigono di calore, a cui da metà mese seguirà un tempo fresco. I primi accenni di autunno arriveranno solo con ottobre con qualche sporadica giornata ancora calda e notti molto più fresche che ci faranno rimontare le serre mobili. All’inizio di settembre, forti ancora della luna di agosto, avremo il momento ideale per la raccolta di frutti e ortaggi da destinare alle ultime marmellate estive e con il novilunio comincerà la lunazione dei profumi, quando riprende più intenso il flusso della linfa nelle piante e la terra assorbe nuove energie: ora tutti i lavori nell’orto sono favoriti. L’autunno è una seconda primavera. Ottobre è il mese ideale per cominciare la coltivazione di alcune perenni, per esempio il rabarbaro, utile per fare ottime marmellate e conserve fin dalla prossima stagione. Non avendo tanto spazio nell’orto, io pianterò il rabarbaro nel giardino: grazie ai suoi colori rosso-violetti è considerata anche una pianta ornamentale. Il metodo che da
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più successo è quello della talea per divisione dei rizomi in due o quattro porzioni, da ripiantare subito. L’unica accortezza per mantenerlo qualche anno in produttività, sarà di recidere gli stami fiorali, pena altrimenti la morte della pianta subito dopo la fioritura. Un po’ di compost e di macerati fertilizzanti faranno il resto. Arriverà poi novembre, con l’estate di San Martino: le giornate soleggiate che spesso si registrano attorno all’11 di novembre ritardano il riposo dei vegetali perenni. I giorni di San Martino sono anche tradizionalmente quelli in cui si chiude una stagione di lavori e si va verso il riposo, senza dimenticare le ultime precauzioni: se
I periodi migliori
di piantagione in questi mesi, secondo la biodinamica, saranno: Settembre: dalla mattina
dell’1 al pomeriggio del 12 e dalla mattina del 26 alla sera del 30. O ttobre: dalla mattina dell’1 alla sera del 9 e dal pomeriggio del 23 alla sera del 31. Novembre: dalla mattina dell’1 alla sera del 5 e dalla sera del 19 alla sera del 30.
non lo si è già fatto in ottobre, bisogna raccogliere tutti i residui organici rimasti nell’orto e allestire dei cumuli per il compostaggio. È anche il momento ideale per piantare alberi da frutto per la nuova stagione. E mentre i viburni incendiano l’inverno in arrivo con le loro bacche rosse, non dimentichiamoci quelle ben più utili della rosa canina, il gioiello d’autunno: io ne raccoglierò per preparare conserve, marmellate, tisane e decotti. Essendo ricca di vitamina C e di bioflavonoidi che ne aiutano l’assorbimento, non può proprio mancare sui bordi degli orti o nei giardini per aiutarci ad affrontare l’inverno.
Grazia Cacciola Grazia Cacciola (www.erbaviola.com), è specializzata in tecniche agronomiche ecosostenibili. È autrice di saggi professionali e manuali divulgativi sull’alimentazione consapevole e gli stili di vita etici, tra cui L’orto sul balcone. Coltivare naturale in spazi ristretti, FAG, e Scappo dalla città. Manuale pratico di downshifting, decrescita e autoproduzione, FAG. Ha strutturato e supervisionato progetti dell’Unione Europea per l’incentivazione delle coltivazioni con metodo biologico e biodinamico. È stata l’esperta di coltivazione naturale nella trasmissione Geo&Geo, «Rai3». Collabora con il Movimento Decrescita Felice e diversi gruppi di transizione.
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Essendo ricca di vitamina C e di bioflavonoidi che ne aiutano l’assorbimento, la rosa canina non può proprio mancare sui bordi degli orti o nei giardini per aiutarci ad affrontare l’inverno
SETTEMBRE
OTTOBRE
Semina in semenzaio
Semina in semenzaio Lattuga e lattughini da taglio.
Semina in vaso/piena terra
Semina in vaso/piena terra Cicorie, radicchi, fave, piselli, ravanelli, spinaci, bietole.
Cavoli cappucci, cipolle, indivia.
Cicorie, lattughe, ravanelli, spinaci, valeriana.
Trapianti
Broccoli, cavolfiori tardivi, finocchi.
Trapianti Indivia, cavolfiori, broccoli. Raccolta Fagioli rampicanti, melanzane, aglio invernale, tutte le verdure da foglia, zucchine, patate, cavolfiori, zucche.
NOVEMBRE Semina in semenzaio Bulbilli di aglio. Semina in vaso/piena terra Cicorie, radicchi, fave, piselli, ravanelli, spinaci. Trapianti Cavolo cappuccio primaverile. Raccolta Cavoli, cicorie, lattughe e lattughini, sedano, porri, finocchi, prezzemolo, carote, ravanelli.
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Povera, calda e La fotografia che il geologo Mario Tozzi fa della terra: anche se a rischio non è la sopravvivenza del pianeta, ma la nostra
La Redazione
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Intervista a Mario Tozzi
affollata N
el 2019 immaginato da Mario Tozzi nel suo ultimo libro, l’umanità è scomparsa e il pianeta soffre le conseguenze di un’antropizzazione brutale e senza freni: la contaminazione radioattiva totale non permette più la vita sulla terra, i mari sono popolati solo da meduse, i ghiacciai si sono sciolti e alcune città come Venezia, New York e Londra sono state sommerse. Utopia o realtà? Il futuro che ci attende imminente sarà davvero così? Secondo il geologo Mario Tozzi se non invertiamo la rotta dell’inquinamento ambientale e del depauperamento delle risorse che caratterizza le società industriali da oltre un secolo, tra pochi anni l’umanità dovrà fare obbligatoriamente i conti con le proprie scelte. Mario Tozzi, da dove nasce la sua passione, la difesa e la salvaguardia dell’ambiente? Nasce da quando ero bambino, dalla mia infanzia trascorsa in
campagna, in Liguria, a stretto contatto con la natura. Avevo uno zio geologo che mi ha avviato a questo tipo di interessi e quindi allo studio scientifico della natura. Come sta oggi il pianeta Terra? Qual è la fotografia attuale? Direi che la Terra è povera, calda e affollata. Povera perché il pianeta è impoverito a livello di risorse, che sono molto diminuite anche rispetto a un solo secolo fa, e poveri sono anche la maggior parte degli uomini che la abitano, dal momento che noi – i ricchi – siamo solo una piccola parte. Poi è calda, perché il clima è molto più caldo rispetto agli inizi della storia moderna dell’uomo. Ed è affollata, perché noi siamo sette miliardi: siamo una massa considerevole con grandi bisogni. Il suo ultimo libro si intitola Pianeta Terra ultimo atto. Perché saranno gli uomini a distruggere il mondo, ed è ambientato in un 2019 distopico. Qual è lo scenario che ci attende se andiamo avanti così?
È a rischio la fine del pianeta o quella dell’umanità? Il pianeta continuerà a fare il suo mestiere, come ha sempre fatto: è grande e ha le risorse necessarie per ristabilire il proprio equilibrio. Quello cui rischiamo di andare incontro è, se non la fine dell’umanità, la fine del benessere dell’umanità, del nostro benessere di uomini occidentali e la riduzione della popolazione umana sul pianeta. Alluvioni e terremoti sempre più frequenti sembrano indicare che la terra si sta rivoltando contro di noi. Questi eventi sono tra loro correlati? In particolare, cosa ci può dire del risveglio sismico mondiale cui stiamo assistendo negli ultimi anni? Nel mio libro ipotizzo che sia in corso una tempesta sismica, ovvero grandi terremoti ne scatenano altri altrettando potenti: è una teoria sulla quala si sta lavorando e potrebbe dare una descrizione di quello che sta effettivamente accadendo. Oppure è
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Intervista a Mario Tozzi tutto casuale e in effetti i terremoti non sembrano essere legati tra loro. È ancora presto per poter verificare questa teoria. Il nostro territorio è per tutta la sua estensione sottoposto a rischio sismico: per difenderci da eventuali sismi quello che dobbiamo fare è costruire di meno e meglio. Dobbiamo costruire lontano dalle zone sensibili (fiumi e vulcani) e ristrutturare con i criteri del caso il patrimonio architettonico esistente. Quali sono le azioni fondamentali che secondo lei ogni singolo individuo dovrebbero intraprendere per invertire la rotta della distruzione della Terra? Sicuramente ognuno può fare qualcosa, si possono fare tante piccole cose, ma io non penso che le azioni dei singoli siano sufficienti per invertire la rotta. Lei come vive? Quali sono le buone pratiche che ha deciso di adottare nel quotidiano? Io, ad esempio, ho deciso di limitare l’uso dell’automobile e il consumo di carne e di pesce. Non ho più una vettura di proprietà, in questo modo ho tagliato sulle spese per il mantenimento della stessa, sul costo della benzina, sull’inquinamento e non ho il problema di dove parcheggiarla. Mi sposto con la bicicletta e con lo scooter. Uso i mezzi pubblici, il taxi e quando proprio mi serve la macchina o la prendo in affitto o uso il car sharing, una forma di condivisione dell’autovettura che in alcune città come Roma è possibile. Inoltre sono vegetariano. L’allevamento bovino è forse la prima causa di rilascio di gas inquinanti in atmosfera: basterebbe questa motivazione per indurre tutti ad abbandonare il consumo di carne. Allevare animali peggiora quindi lo stato del clima, inquina le falde, impoverisce i suoli e toglie cibo
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r sharinngdivisa a c il ’è s o c Che uto co (dall’inglese a
Il car sharing dell’automobile) è un e o condivision rmette di utilizzare e p e ne, servizio ch su prenotazio un e il b o m to u ’a in un e riportandola prelevandola agando in ragione p parcheggio, e o. di tt o di politiche o dell’utilizzo fa viene utilizzato all’intern ss e ss gio dal po io Questo serviz ibile, per favorire il passag esso al servizio di c n mobilità soste so dello stesso (cioè all’ac re all’automobile ia ’u c ll n a u n o ri z del mez consentire di roprie esigenze di a d o d o m in p mobilità), ità delle i beni di n alla flessibil do, passa dall’ambito de o n a m ta va ri o p m to, in questo o mobilità. L’au llo dei servizi. e in cui è attiv e n a u q li a a it o tà m it c su con sulle na visita il sito informazioni Per maggiori r sharing e su come funzio ca il servizio di .it. icscarsharing
(sotto forma di cereali) all’alimentazione umana. Da un punto di vista di salute ambientale, meno carne e meno pesce si mangia meglio è. Da un punto di vista personale, inoltre, ormai tutti sanno che la salute ne guadagna parecchio: diminuiscono i tumori al colon, le malattie cardiovascolari, il diabete. Se le azioni dei singoli non possono bastare, quali politiche nazionali e internazionali dovrebbero, secondo lei, essere intraprese per salvaguardare il patrimonio naturale di cui disponiamo? Ci vogliono degli accordi che preservino delle aree e delle tematiche. Ad esempio, uno sforzo di tutti per ridurre le emissioni di gas serra, come si è cercato di fare a Kyoto. Ma questo tipo di accordi devono essere sottoscritti e rispettati da tutti i Paesi, cosa che ancora non è stata fatta, con il risutato che i Paesi non firmatari si trovano avvantaggiati oggi dal punto di vista economico. Ma si tratta di un vantaggio fittizzio, temporaneo.
È vero che tutti i tentativi sino a ora attuati per stipulare accordi sull’ambiente controfirmati a livello globale non sono ancora andati in porto, ma, prima o poi, questa scelta andrà fatta, anche perché se non la faremo in maniera razionale, la subiremo traumaticamente. Cosa direbbe ai giovani che volessero intraprendere il suo stesso percorso di studio delle scienze della Terra? Attualmente ci sono alcune facoltà, che sono le facoltà scientifiche tradizionali (fisica, biologia, geologia) che sono fortemente depauperate in numero di studenti iscritti al primo anno a favore di altri tipi di percorsi di studio più professionalizzanti... Cosa ne pensa? Quello che dice è vero: si pensa di lavorare di più con una laurea in ingegneria ambientale, piuttosto che con una laurea in scienze naturali o in geologia. Ma questo non corrisponde al vero, inoltre bisogna tener conto non solo dell’aspetto lavorativo, ma anche
Intervista a Mario Tozzi
I libri di Mario Tozzi e soprattutto dell’aspetto formativo. A mio parere scienze naturali e scienze geologiche sono oggi i percorsi di studio migliori per occuparsi di ambiente a livello lavorativo. Ma secondo lei c’è spazio per occuparsi di ambiente in Italia oggi? Lei vede un miglioramento della sensibilità nazionale sui temi ambientali (tutela del paesaggio, risparmio delle risorse)? La situazione è un po’ contraddittoria: da un lato non sembra che le cose migliorino mentre spesso nei sondaggi i nostri connazionali si descrivono molto meglio di come sono. Però i dati ci dicono che ricicliamo meglio e di più, stiamo più attenti al consumo di acqua e di energia, per cui tutto sommato le cose vanno un po’ meglio. Nello scorso numero di ViviConsapevole abbiamo parlato di Vacanze Verdi. Quali sono secondo lei le mete in Italia che
ancora vale la pena visitare a livello di bellezza del paesaggio? L’Italia ancora non devastata dal cemento è molto poca e io consiglierei di andarla a vedere prima che sparisca. Si tratta di alcuni tratti di costa della Sardegna, piccoli lembi di Toscana, soprattutto l’Arcipelago Toscano, qualcosa in Sicilia. Anche alcune città sono ancora bellissime da visitare perché rimaste come nel Medioevo – penso ad esempio a una città come Siena. Roma non vale più la pena andarla a vedere, tanto è soffocata dal traffico e da periferie ingombranti e orribili.
Pianeta Terra: ultimo atto Perché saranno gli uomini a distruggere il mondo Rizzoli, 2012 Italia Segreta Viaggio nel sottosuolo da Torino a Palermo BUR, 2010 L’Italia a Secco La fine del petrolio e la nuova era dell’energia naturale Rizzoli, 2006
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Abbiamo intervistato Mario Tozzi Mario Tozzi (Roma, 13 dicembre 1959) è un geologo, divulgatore scientifico e giornalista italiano. Laureatosi in Geologia all’Università La Sapienza, poi dottore di ricerca e ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, si occupa dal 1996 anche di televisione, prima come esperto di Geo & Geo e altre trasmissioni, passando nel 2003 a Che tempo che fa. Oltre a essere primo ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, è responsabile per la divulgazione della Federazione Italiana Scienze della Terra. Dal 20 novembre 2006 presiede l’Ente Parco nazionale Arcipelago Toscano.
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Vestirsi in fibre naturali: una carezza per la pelle e la salute Mentre le fibre sintetiche sono sì più economiche ma anche più problematiche per la salute, le fibre di origine vegetale e animale sono del tutto sicure e senza rischi per la pelle Romina Rossi
S
cegliere un capo d’abbigliamento non è cosa di poco conto: oltre alla sua bellezza, alla vestibilità e al prezzo, dovrebbe essere fondamentale scegliere anche il tipo di fibra usato. Molto spesso si preferisce scegliere un capo in fibre sintetico perché più economico rispetto a un capo in materiale naturale, ma quanto costa realmente in termini di salute un capo che provoca allergie al nostro organismo? Le fibre sintetiche (acrilico, poliammide, poliestere, polipropilene, elastan, clorofibra), largamente usate nel tessile a livello mondiale per il loro basso costo e la robustezza, sono prodotte a partire dal petrolio e derivati e subiscono complesse trasformazioni chimico-fisiche fino a diventare adatte a essere tessute e filate. La fase di lavorazione si conclude con la colorazione e il fissaggio del colore attraverso l’uso di coloranti chimici detti dispersi. L’uso massiccio di materiali non naturali è fonte però di seri danni non solo alla pelle ma anche al nostro organismo e in particolare provoca:
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Molto spesso si preferisce scegliere un capo in fibre sintetico perché più economico rispetto a un capo in materiale naturale, ma quanto costa realmente in termini di salute un capo che provoca allergie al nostro organismo? • accumulo di carica elettrostatica positiva (è il fenomeno che si verifica quando il tessuto a contatto con dei metalli provoca le scintille, oppure quando togliendo un indumento sintetico i peli della pelle e i capelli si elettrizzano, o quando togliendo un indumento lo si sente crepitare), che il corpo non riesce a smaltire. A lungo andare quest’accumulo provoca stress, danni al sistema nervoso e persino alterazione della flora batterica intestinale. • dermatiti e allergie: si calcola che solo in Italia il 7% delle persone
allergiche lo è ai coloranti dispersi; fra i bambini la percentuale è del 4%. • poca sudorazione del corpo: i materiali sintetici sono poco traspiranti, quindi soprattutto d’estate possono provocare dermatiti e la sensazione di appiccicaticcio sulla pelle. Ricorrere a un tipo di abbigliamento naturale non è solo un modo per vivere più naturalmente, ma significa soprattutto prenderci cura di noi stessi e della nostra salute. Vediamo di seguito quali sono i tessuti naturali più diffusi.
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Cotone
È la fibra naturale più conosciuta e utilizzata, ma è importante che sia certificata biologica. Quella non biologica è inquinata dagli agenti chimici impiegati durante la coltivazione – il 25% dei pesticidi prodotti a livello mondiale è destinato alle coltivazioni di cotone – anche per accelerare la crescita della pianta che è molto lenta. La conseguenza è che tracce di pesticidi rimangono nelle sue fibre entrando a contatto con la pelle, provocando quindi allergie. Inoltre, vista la crescente richiesta di questa fibra naturale, le grandi piantagioni di cotone concorrono alla deforestazione di boschi e foreste, per cui il cotone rischia di non essere più ecologico. Gli indumenti di cotone sono traspiranti con un alto potere di assorbire l’umidità, e sono in grado di disperdere velocemente il calore del corpo. l
Lana
È stato il primo tessuto usato dall’uomo che si ottiene dal vello di pecore, capre, conigli d’angora, cammelli e lama (gli Alpaca delle Ande). La pura lana vergine è nuova di tosa, la lana comune proviene invece dalla lavorazione di stracci o altri scarti industriali. Ha un’ottima capacità di regolazione termica che la rende un perfetto isolante sia contro il caldo che contro il freddo, è altamente traspirabile, impermeabile all’acqua e assorbe l’umidità respingendo le impurità esterne. A contatto con la pelle spesso può indurre prurito, la lanolina presente nelle fibre può dare reazioni allergiche a persone predisposte; per ovviare il problema basta indossare i capi di lana sopra a quelli di cotone. l
Lino
I capi in lino, ricavati dalla pianta che cresce nelle zone costiere del Nord Europa, si riconoscono per l’effetto stropicciato che li caratterizza, tipico di questa fibra rigida. I tessuti di lino sono più freschi del cotone, hanno un maggiore potere di dispersione del calore
del corpo, adattandosi ottimamente al clima estivo. È il tessuto più indicato per chi soffre di malattie della pelle poiché ha un potere curativo e lenitivo. l
Seta
La lavorazione della seta è molto antica, risalente addirittura al 6000 a.C. Di derivazione animale, è una fibra con caratteristiche diverse rispetto alle altre fibre naturali: è impermeabile all’umidità ma a contatto con il sudore si macchia facilmente. Poco resistente all’usura, i colori tendono a sgualcire se troppo esposti al sole. Al momento non esiste seta naturale o biologica: quella in commercio è sottoposta a trattamenti chimici, che la rendono più incline ad allergie e orticaria. La seta grezza si ottiene dalle prime secrezioni del baco prima che formi il bozzolo; questo tipo di seta si ottiene quindi senza dover uccidere il baco ed è per ciò apprezzata da animalisti e vegani. l
Iuta
La pianta da cui si ricava la fibra di iuta, il secondo tessuto più utilizzato dopo il cotone, è imparentata con la pianta della canapa sativa, altra grande pianta dalla quale si ricava un ottimo tessuto per filati. La iuta è un tessuto molto resistente, rigido e ruvido, completamente biodegradabile e riciclabile.
Viene usato principalmente per fare sacchi, borse, cinture, cappelli e tappeti. l
Ortica
Il tessuto che si ricava da una varietà di ortica, detto ramie, era conosciuto e utilizzato fin dal 5000 a.C. in Egitto (gli abiti delle mummie erano in ramie) e in Cina dov’era usata prima dell’introduzione del cotone. Recentemente si è diffusa anche in Occidente, più che altro in indumenti misti a cotone. Il ramie è un tessuto resistente allo strappo e nella colorazione richiede un terzo del colore che necessita il cotone, poiché lo assorbe molto bene; inoltre è anallergico e in grado di resistere bene all’umidità. Probabilmente è ancora poco diffuso per via dei suoi alti costi di produzione. Le fibre tessili naturali non si esauriscono qui: nelle prossime pagine ne scoprirete altre ottime per confezionare indumenti per adulti e bambini sempre nel rispetto della naturalezza.
Fonte http://www.ecomiqui.it/blog/cotonetradizionale-e-pericoli-per-i-consumatori/#.UhH5JYBH5dg
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Perché vestirsi
di canapa? L’abbigliamento in canapa è confortevole, resistente, etico ed ecologico
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tessuti ottenuti dalla fibra di canapa sono molto morbidi e piacevoli al tatto. Per la sua stessa struttura la fibra di canapa ripara efficacemente dal freddo e dall’eccesso di calore: vestirsi di canapa significa stare caldi d’inverno e freschi d’estate. Morbida, traspirante e confortevole, la fibra di canapa è ottima per la regolazione termica e per l’assorbimento del sudore. Vestire capi d’abbigliamento in canapa biologica comporta molteplici vantaggi, da più punti di vista, sia etici, sia estetici. Il mercato del tessile è totalmente globalizzato: nel 99% dei casi è impossibile sapere di cosa vestiamo, come e dove vengono prodotte le fibre, come e dove vengono confezionati i capi. Se consideriamo le ragioni della natura e della mente, possiamo dire che la
canapa è una fibra naturale al 100% riciclabile, viene coltivata senza l’uso di pesticidi e con una quantità moderata di acqua, estremamente inferiore ad esempio a quella utilizzata nelle colture di cotone. Inoltre, rispetto al cotone è cinque volte più resistente: una felpa di canapa dura più a lungo di una felpa di cotone, non teme i lavaggi e non sgualcisce facilmente. Le colorazioni usate per la tintura sono ecologiche e non vengono utilizzati fissanti chimici. Oltre ai fondamentali vantaggi per l’ecologia e per una corretta gestione del territorio (la canapa era tradizionalmente utilizzata nella rotazione delle colture poiché ripuliva e remineralizzava i terreni) – è una coltura molto resistente che si adatta a quasi tutti i microclimi.
La Redazione
Una fibra che fa bene al corpo
Se invece parliamo delle ragioni del corpo, bisogna dire che i capi di canapa sono molto traspiranti: freschi d’estate e caldi d’inverno (come dicevano i nostri nonni che la canapa la conoscevano bene!), assorbono il sudore e si adattano bene agli sbalzi climatici… la sensazione che da sulla pelle è di un morbido e sano piacere. La canapa è inattaccabile da acari, muffe, funghi e tarme; è anallergica e inoltre non conduce energia elettrica per cui non si carica di elettricità statica. La non tossicità dei tessuti fa sì
Bottega della Canapa®, la prima catena di negozi interamente dedicata alla canapa, è rivenditore in Italia del marchio Pacino®: si occupa di “vestire critico”, cioè di legare i temi dell’ecologia a quelli dell’eticità nei modelli produttivi (dalla coltivazione al confezionamento) e nella commercializzazione, campo nel quale, anche grazie ad attività di informazione, Bottega della Canapa è già oggi, e intende sempre più diventare, un punto di riferimento a livello nazionale. PACINO ethical natural manifacture®, un marchio di abbigliamento biologico uomo/donna in tessuti naturali (canapa, cotone biologico, lana di Yak ecc.)
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LA COLTIVAZIONE DELLA CANAPA IN ITALIA
che gli indumenti in canapa biologica Inoltre i capi d’abbigliamento in siano altamente tollerati anche da chi canapa si lavano in lavatrice, generalha problemi dermatologici di allergie mente non occorre stirarli e durano o ipersensibilità ai trattamenti chimici una vita (o quasi)! cui sono sottoposti i tessuti “convenzionali” che normalmente utilizziamo, o più semplicemente persone che Gli indumenti in canapa biologica risentono della scarsa sono altamente tollerati anche da chi traspirazione della ha problemi dermatologici di allerpelle vestita di fibre sintetiche (problema gie o ipersensibilità ai trattamenti spesso sentito, ad chimici cui sono sottoposti i tessuti esempio, dalle taglie “convenzionali” forti).
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con colorazioni ecologiche, in altre parole non vengono usati metalli pesanti in fase di fissaggio del colore: questa caratteristica, insieme all’assenza di pesticidi e diserbanti chimici nelle colture delle piante da fibra utilizzate (vengono utilizzati tessuti provenienti da colture BIO Certificate), fa davvero la differenza per la salute della pelle (molto importante soprattutto per gli indumenti intimi) e, naturalmente, dell’ambiente.
La fibra della canapa è ottenuta dalle piante di Cannabis sativa. Prima dell’avvento del proibizionismo della cannabis essa era diffusa nel mondo come materia prima per la produzione di carta, essendo una delle piante più produttive in massa vegetale di tutta la zona temperata. Le sue fibre inoltre hanno costituito per migliaia di anni importanti grezzi per la produzione di tessili e corde. Oggigiorno sono coltivabili legalmente per usi tessili, varietà selezionate di cannabis libere da princìpi psicoattivi. La coltivazione della canapa in Italia vanta una lunga e storica tradizione soprattutto in alcune regioni quali l’Emilia Romagna e il Piemonte. Si calcola che nella sola Emilia-Romagna, nel 1910 vi erano 45.000 ettari di terreno coltivati a canapa, soprattutto nel ferrarese, mentre il dato complessivo di tutta Italia portava la superficie a 80.000 ettari. La coltivazione è andata progressivamente in crisi per la concorrenza, negli usi meno nobili soprattutto produzione di sacchi, della juta e successivamente del cotone e delle fibre sintetiche. Dal 1975, quando è stato inasprito il divieto della coltivazione della canapa indiana Cannabis indica e nello stesso tempo sono state messe in atto severe normative per la canapa tessile, il settore è stato progressivamente abbandonato. Una difficoltà obiettiva, con il restringimento della normativa contro gli stupefacenti, è data dalla somiglianza morfologica delle due specie di cannabis, nonostante la profonda diversità di contenuto di THC (tetraidrocannabinolo) il principio con effetti stupefacenti. Per le difficoltà legislative e per la mancanza di volontà politica, la reintroduzione della coltivazione della Cannabis sativa stenta a decollare: nel 2004 si registravano solo 1000 ettari di coltivazione tra Emilia Romagna, Piemonte e Toscana.
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Mi vesto di
bamboo! La fibra che si ricava dalla pianta infestante è biodegradabile e anallergica
Romina Rossi
N
egli ultimi anni si registra una crescita di richiesta di bamboo a livello mondiale. Il legno di questa pianta – famosa soprattutto per essere l’unico alimento di cui si ciba il panda – viene usato per molteplici scopi, tutti ecologicamente compatibili: per la fabbricazione di carta, mobili, parquet, oggettistica in legno, e persino per tessuti e filati!
Una pianta amica dell’ambiente
Il bamboo fa parte della famiglia delle Bambusa, con fusto tipico delle graminacee (grano, riso e mais), composto da nodi cilindrici e internodi cavi da cui nascono i germogli e le foglie. È una delle piante più diffuse – ne esistono circa 1300 specie – in Asia, ma oggi si trova anche in Europa, Nord e Sud America e in Africa, dato che si adatta a qualsiasi clima. Cresce spontaneamente e molto in fretta – circa 60 centimetri al giorno per arrivare alla propria grandezza massima in 4-5 anni – tanto da essere considerata una pianta infestante molto resistente. In Cina e in Asia, dov’è molto diffusa, l’uomo non la coltiva, ma si serve di quella che nasce naturalmente (si diffonde per radice). Si tratta quindi di una pianta naturale al 100%, che non ha bisogno di pesticidi o concimazione.
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ottime caratteristiche, raggiungendo Inoltre, il bamboo nutre il terreno su risultati sorprendenti. La fibra ricacui cresce, senza impoverirlo, ed è in grado anzi di ripulirlo di eventuali vata dal bamboo è del tutto naturale e biodegradabile al 100%, perfetta sostanze nocive. La sua capacità di quindi per confezionare capi d’abbiassorbire grandi quantità di biossido di carbonio trasformandolo in ossige- gliamento. no, ne fa una pianta in grado di com- Diversi studi effettuati sulla fibra del bamboo hanno riscontrato che si battere l’effetto serra. tratta di materiale anallergico, non In estremo Oriente il bamboo è irritante, durevole, fresco e morbido usato da sempre e nei secoli passati sulla pelle e traspirante. È persino il legno veniva usato per realizzare antibatterico: ogni tipo di contrario oggetto, comLa fibra ricavata dal bamboo al della fibra del prese zattere è del tutto naturale e cotone in cui in grado di proliferano i navigare alla biodegradabile al 100%, perfezione. perfetta quindi per confezio- batteri, nella fibra di bamAncora oggi, nare capi d’abbigliamento boo, dov’è con il bampresente un boo si possoantibatterico no fabbricare naturale che si autoproduce naturalbiciclette, ponti, case e strumenti mente, i batteri non sopravvivono, musicali. per cui la fibra mantiene a lungo la In Cina, dov’è considerata la pianta propria azione deodorante senza prodella longevità, data la lunga vita che vocare cattivi odori. raggiunge la pianta, il bamboo viene Queste caratteristiche ne fanno un usato per preparare birra, grappa e tè oltre a vari medicinali per disturbi vari. tessuto adatto anche all’abbigliamento dei bambini. Capi d’abbigliamento e tessuti in Vestire naturale bamboo si possono trovare nei negoVista la crescente richiesta del merzi specializzati in abbigliamento di cato di avere capi d’abbigliamento fibre particolari: l’ultima apprezzata in materiale ecologico e naturale, anche il settore tessile ha cominciato caratteristica è il prezzo più economico rispetto ad altri tessuti naturali! a interessarsi a questa pianta dalle
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Il buon sonno
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Ecologico
Domire in una stanza e in un letto che privilegiano materiali naturali e non trattati è garanzia di salute e benessere
C
erto, a tutti piacerebbe vivere in una casa sana in mezzo alla natura, ma non essendo in paradiso, cerchiamo di fare ciò che ognuno di noi può realizzare. Va premesso che il sonno è la situazione più intima e quindi più individuale della vita, perciò non si possono dare indicazioni precise, solo delle linee guida. Una regola però c’è: diffidare di chi cerca di proporci questo letto o quel materasso senza conoscere profondamente le particolarità della nostra situazione fisica, psichica e le nostre preferenze personali. La scelta idea-
le sarebbe la produzione artigianale della propria zona. Facendo qualche riflessione sui punti fondamentali, partiamo dalla camera da letto. Il luogo in cui dormiamo va allestito con soli materiali naturaliecologici: pavimento e mobili in legno non verniciato, perché “pulisce” l’aria; pareti pitturate con calce, argilla o tempera e in maniera non troppo grossolana per evitare depositi di polvere; tutti i materiali tessili ecologici. Le radiosveglie, così come tutti gli apparecchi elettronici, vengono banditi, nonché grandi pezzi di metallo: in breve, tutto ciò che può
Karola König indurre corrente elettrica o creare campi elettromagnetici.
Il letto
Il letto ideale è di legno non verniciato senza parti in metallo. Si preferisce il legno regionale a quello certificato FSC. A parte i gusti, non tutti i legni fanno per tutti e anche il meraviglioso cembro, ad esempio, va scelto solo da chi sa di poterlo sopportare bene (agisce sul cuore). Lasciamo il piacere della scelta al proprio gusto, tenendo conto di qualche considerazione: • è bene che l’altezza del letto
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Speciale Fibre Naturali
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permetta la circolazione dell’aria sotto e faciliti la rimozione della polvere; una persona anziana può avere difficoltà ad alzarsi da un posto basso, perciò si può eventualmente proporre un letto più alto; una pediera alta aiuta a tenere ferma la coperta; le sponde alte su più lati possono essere indicate per chi sente il bisogno di protezione; chi ama coccolarsi in un guscio, può idearsi un baldacchino.
La rete
La rete a listelli è perfetta. Dev’essere coordinata con la compattezza del materasso; per esempio una rete elastica non va combinata con un materasso morbido.
Futon, materasso, coprimaterasso
Se usiamo il futon, lo dobbiamo arieggiare per bene (nei Paesi di origine non rimane per terra durante il giorno). La scelta del materasso va fatta con attenzione e richiede consulenza esperta e sincera da parte del produttore, perciò si consiglia di rivolgersi a un artigiano di fiducia. I punti importanti nella scelta del materasso sono misura e compattezza. Ecco alcuni concetti da tenere a mente per la scelta di un buon materasso: • nel sonno il corpo richiede più spazio; • la misura minima per il letto singolo è 120 x 220 cm; • per il matrimoniale si consiglia 200 x 220 cm; • il lattice deve sempre essere naturale e coperto di fibre; • in stato di salute debole è indicato un materasso meno fermo; • il materasso è troppo morbido se il corpo sprofonda/affonda così tanto che muscoli e legamenti vengono tesi. Un coprimaterasso o futon sottile – sempre coordinato col materasso – dona ulteriore protezione.
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Coperte e cuscini
Coperte e cuscini non dovrebbero essere imbottiti di piume visto che non assorbono l’umidità. Inoltre i medici sospettano che con il tempo le piume si sbriciolino e che, trasformate in piccole particelle, possono entrare nei polmoni. Preferiamo quindi trapunte e cuscini imbottiti di fibre animali e vegetali. Come scegliere le fibre: • la lana è la fibra chimicamente più affine alle nostre proteine; • la miscela di alpaca con altre fibre è calda e confortevole; • il pelo di cammellino è molto soffice e si adatta molto bene alla forma del corpo; • la seta è la fibra indicata per l’estate; • cotone e kapok (fibra vegetale) sono indicati per i vegani. Riguardo a queste ultime c’è da dire che il kapok non va mai usato solo, perché tende a sbriciolarsi e i pezzettini possono entrare nei polmoni. Con il cotone bisogna stare attenti in climi umidi e freddi perché marcisce facilmente. È meglio non inserire erbe aromatiche o trucioli di legno nelle imbottiture, perché tendono ad ammuffire. Fra i tanti marchi non è facile trovare l’articolo giusto, per cui bisogna informarsi bene se: • la lavorazione è interamente ecologica; • la lavorazione è artigianale; • i macchinari non sono aggressivi; • vengono usate materie prime di altissima qualità; • è trasparente la provenienza dei materiali;
Letti, materassi, trapunte, biancheria: cosa scegliere? Per ulteriore informazioni relative alla scelta personalizzata di letti, materassi, futon, trapunte e biancheria, l’autrice dell’articolo, Karola König, può essere contattata via mail: karola.koenig@ karolakoenig.de. L’azienda Progetto Verde è un centro di bioedilizia e arredamento naturale che propone, oltre all’arredamento ecologico, materassi e futon in vari materiali di altissimo livello da realizzarsi su misura rispetto alle esigenze di ogni singolo cliente: progetto-verde.it. Una ricca scelta di materassi e futun ecologici è disponibile su macrolibrarsi.it.
Speciale Fibre Naturali • la merce viene prodotta su misura e su richiesta del cliente.
Il cuscino
Il cuscino serve per riempire il vuoto fra collo/nuca, spalla e testa. Trovandosi questo vuoto durante la notte in tantissimi posti diversi, la persona che dorme dev’essere in grado di plasmarsi il cuscino da sé. Forma e misura del cuscino devono permettere questa operazione e l’imbottitura che più la facilita sono le palline di lana. I cuscini preformati sono da evitare.
La trapunta
Qualche criterio per la scelta della trapunta: • anche per il matrimoniale sarebbero preferibili due coperte singole; • la misura giusta per una persona adulta è 155 x 220 cm; • la misura necessaria per due persone è 250 x 220 cm; • la grammatura va scelta secondo le proprie necessità; • con temperature molto basse è indicata la trapunta con camera d’aria in mezzo; • le fibre naturali sono resistenti allo sporco e non hanno bisogno di lavaggi; • le fibre assorbono tanta umidità, perciò bisogna arieggiare bene; • per l’igiene le trapunte vengono infilate in un sacco lavabile.
Biancheria da letto
Il materiale ideale per la biancheria da letto è il lino che assorbe fino al 35% di umidità, è battericida, antistatico e resistente allo sporco – inoltre viene prodotto in Europa. Essendo meno resistente all’abrasione, quando si lava non si deve riempire troppo la lavatrice. Chi preferisce il cotone tinto e stampato, scelga quello certifica-
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Il luogo in cui dormiamo va allestito con soli materiali naturali-ecologici
to secondo i criteri più severi – IVN Best – perché anche se una fibra è naturale, il finissaggio la può rendere nociva. Quest’avvertenza vale di più per la biancheria da lettino e per i sacchi nanna e più ancora per i pannolini lavabili – se già stiamo pensando ai più piccini – perché anche quelli sono benefici solo se liberi dalle cariche chimiche dei finissaggi convenzionali. Se nella scelta di finiture, arredi e biancheria per la camera del riposo
seguiamo il filo conduttore delle riflessioni qui proposte, ci comportiamo in maniera responsabile verso l’ambiente, i lavoratori e noi stessi, abbiamo la coscienza pulita, e possiamo dormire sonni tranquilli.
Il sacco nannaItalia, il sacco nanna è
Quasi sconosciuto in bambino dalla nascila trapunta ideale per il oltre. Molto diffuso ta ai due anni, e anche pa, il sacco nanna nei Paesi del Nord Euro pelo con le maniche è una sorta di sacco a nti che garantisce ai e una cerniera sul dava imenti e soprattutto la bimbi confort nei mov bi uilli al calduccio. I bim ocertezza di sonni tranq sc si e to durante il sonno piccoli si muovono mol le coperte “normali”: molto spesso i con prono continuamente anche al fatto che rni sono da ricondursi ttu no gli ve ris ti en qu fre r questo il sace freddo e si sveglia. Pe nt se to er op sc no bi m bino, sopratil ba re per il sonno del bam io igl m a elt sc la è a nn co na tutto nei mesi invernali. sponibili i sacchi nanna in cotone di Su macrolibrarsi.it sono mi per i bambini anche i prodotti Otti biologico di Cotonea. ibili sul sito. Kleiner, sempre dispon di i) in sc (trapunte e cu
Chi è Karola König Ha studiato Storia dell’Arte e Filologia Neolatina all’università di Tubinga. Durante i suoi primi anni da mamma ha imparato e poi insegnato varie tecniche tessili (filatura, tessitura, tessitura nastro). Ha aperto uno tra i primi laboratori di tintura naturale in Germania e in Europa. Appasionata e cultrice del mondo dell’ecologico, attualmente svolge attività di consulenza e vendita per diversi prodotti e metodi ecologici, sia in Italia che in Germania. I coloranti naturali sono rimasti il suo tema personale della vita. Attualmente Karola sta portando avanti un progetto di riciclaggio di biancheria da letto per il quale è alla ricerca di biancheria prodotta prima del 1935, chiunque fosse intressato ad aiutarla nella ricerca può contattarla a karola.koenig@karolakoenig.de.
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Il maglioncino... in tre pezzi Come realizzare ai ferri un capo d’abbigliamento fai da te facile, veloce e versatile
U
n maglioncino semplice e veloce da realizzare, adatto a stagioni incerte come quelle che si susseguono da un po’ di tempo. Le maniche amovibili possono essere sfilate e infilate a seconda delle condizioni climatiche e sono anche, da sole, un’idea regalo semplice e veloce per i mesi più freddi. Realizzato in lana o in cotone, il maglioncino tre pezzi saprà rendersi utile tutto l’anno.
Occorrente
Filato: Merinos otto o altro filato dalla resa corrispondente Ferri: n.6
Per la maglia
Montare 60 maglie e lavorarle a costa 1/1* per 20 ferri. Proseguire a maglia rasata** fino a ottenere una lunghezza totale di 30 cm (potete modificare la lunghezza in base alla vostra corporatura. Questa è la distanza tra lo scalfo della manica e il bordo inferiore del vostro maglioncino). Chiudere 3 maglie da una parte e, al ferro successivo, 3 maglie dall’altra. Ripetere l’operazione ancora una volta per parte poi proseguire a maglia rasata fino a ottenere una lunghezza totale di 50 cm (come sopra,
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Claudia Porta
Fare da sé
Come adattare il modello alla vostra taglia
potrete modificare la lunghezza in base alle vostre esigenze). Chiudete tutte le maglie. Ripetete esattamente lo stesso procedimento per la parte posteriore. Riprendete con un ferro tutte le maglie dello scalfo manica (dal punto in cui avete effettuato la prima diminuzione fino al bordo superiore del maglioncino) e lavoratele a costa 1/1. Ripetete dall’altro lato e poi sulla parte posteriore. Lasciando libere 6 maglie per lato, riprendete quelle centrali nel bordo superiore del maglioncino e lavoratele a costa 1/1 per 12 cm circa. Ripetete con la parte posteriore. Cucite le due parti e il vostro maglioncino è pronto. *Costa 1/1: un punto diritto e uno rovescio. **Maglia rasata: un ferro diritto e uno rovescio.
Sull’etichetta del vostro gomitolo troverete un quadratino che riporta il numero di maglie necessarie per creare un campione di 10x10 cm. Io consiglio sempre di aggiungerne qualcuna di più, per un risultato più preciso. Per la Merinos otto, ad esempio (il filato utilizzato per questo progetto) le indicazioni sono 15 maglie x 22 ferri. Montatene 20 e lavoratele per 30 ferri. Stirate il vostro campione e, con 1 cm, misurate il numero di maglie necessarie per una larghezza di 10 cm. Può darsi che corrispondano a quelle indicate in etichetta, ma il numero può variare a seconda del modo in cui lavorate. Con le istruzioni riportate qui sopra otterrete un maglioncino largo 40 cm circa. Per adattarlo alla vostra taglia misurate un maglione che già possedete e traducete i centimetri in maglie utilizzando il campione che avete lavorato. Se ad esempio il vostro campione vi dice che per ottenere 10 cm dovete lavorare 15 maglie e la larghezza desiderata per il vostro maglioncino è di 55 cm, dovrete aggiungere 15 + 7,5 (saranno 7 o 8) maglie, cioè 22 o 23 in totale. Lo stesso discorso vale per la lunghezza, anche se è molto più semplice posare il vostro lavoro sul maglione utilizzato come modello per seguirne la traccia.
I libri di Claudia Porta Giochi con Me? Tanti modi creativi per accompagnare i nostri figli nella crescita Il leone verde 2012 Giochiamo allo Yoga DEd’A, 2011 La Mia Mamma sta con Me Conciliare famiglia e lavoro grazie a internet Il leone verde 2011 Come realizzare una bambola Waldorf ebook sraricabile gratuitamente dal blog di Claudia: lacasanellaprateria.com Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 089 433
Per le maniche
Montate 40 maglie e lavoratele a costa 1/1 fino a ottenere la lunghezza desiderata. Piegatele in due e cucitele lasciando un’apertura per il pollice. Le misure sopra riportate corrispondono a una taglia S. Per adattarle alla vostra taglia procedete come indicato di seguito.
Claudia Porta Mamma di tre bambini, blogger, autrice e creativa. Tra le sue passioni: la pedagogia montessoriana, lo yoga, la creazione di abiti e accessori con materiale di recupero. Sul suo blog lacasanellaprateria.com trovate articoli di approfondimento, tutorial per la realizzazione di materiale montessori fai da te, abiti, accessori, travestimenti di carnevale per bambini, prodotti per il corpo e tanto altro.
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La lana
cotta Come realizzarla e come utilizzarla
Claudia Porta
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ealizzare la lana cotta è molto semplice. Questo materiale infatti è il frutto dell’infeltrimento (volontario o involontario) di un tessuto o di un capo lavorato a maglia. Per ottenere un tessuto di lana cotta, lavorate il vostro filato e poi buttatelo in lavatrice ad alte temperature. Attenzione: si restringerà notevolmente. Bisognerà quindi calcolare dimensioni nettamente superiori (almeno il doppio, ma il risultato non è mai preciso) rispetto a quelle che desiderate. Può sembrare uno spreco, ma scegliere una bella lana (ricordate: i filati sintetici non si infeltriscono!) morbida permetterà di ottenere un tessuto morbido. In base all’uso che dovete farne, converrà quindi scegliere filati di maggiore o minore qualità. Per una borsa potete scegliere un filato a basso costo ma per un capo che andrà a contatto con la pelle meglio optare per un filato gradevole al tatto.
La borsa gialla è stata realizzata da Ballee di knittingajour.blogspot.it
Che fare se l’infeltrimento è accidentale?
Se avete infeltrito il vostro maglione preferito, purtroppo, non c’è molto da fare. Potete passarlo ai vostri figli oppure tagliarlo come se fosse un tessuto per creare qualcos’altro: un berretto, un paio di guanti, una borsetta, o qualunque altra cosa vi verrà in mente. Ecco, di seguito, due esempi di lavori realizzati con la lana cotta. Ora non vi resta che dare sfogo alla vostra creatività!
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La borsetta rosa è stata lavorata in tondo, con ferri circolari, e poi messa in lavatrice a infeltrire.
Fare da sĂŠ
Foto: Top in Lana Cotta. Ho realizzato un tessuto di lana cotta che ho poi tagliato e cucito per realizzare un top.
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Tieni calda la tua casa
con la lana di pecora Isolare la casa con materiali naturali significa scegliere di vivere in ambienti sani, temperati e piacevoli in ogni stagione Luigi Foschi
L’
isolamento termico e acustico è di fondamentale importanza per un edificio, perché oltre a garantire un forte risparmio energetico e la riduzione dell’inquinamento atmosferico, rende l’ambiente interno più sano e piacevole da vivere. Il microclima interno delle abitazioni (e dei luoghi di lavoro) influenza le persone che vi soggiornano: è quindi importante creare le condizioni ideali per rendere piacevole e sana la vitanegli ambienti domestici e di lavoro. Nel caso della propria abitazione, utilizzare un buon isolante è indispensabile per garantirsi il giusto grado di umidità e di calore in inverno e di fresco d’estate, e soprattutto per non incorrere in fastidiosi problemi creati dai prodotti chimici che contengono allergizzanti. Spesso, infatti, malattie allergiche come l’asma da polveri, possono aggravarsi o scaturire a causa degli inquinanti presenti nei materiali edili non naturali. L’ideale sarebbe, ovviamente, scegliere prodotti di bioedilizia in tutte le fasi della costruzione. Per quanto riguarda gli isolanti naturali, questi possono contribuire in modo efficace
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Le fibre della lana non sono attaccabili da muffe, anzi ne contrastano la formazione
a migliorare le performance acustiche, termiche, idrometriche e di elevata traspirabilità di un edificio, sia di nuova costruzione che nella ristrutturazione di edifici di vecchia data.
I materiali più adatti per l’isolamento naturale
Gli isolanti naturali, oltre ad avere ottimi requisiti termico-acustici, garantiscono anche un minor impatto ambientale sia in fase di costruzione che in fase di smaltimento, in quanto risultano totalmente riciclabili. In commercio esistono vari materiali naturali, possono essere di origine
vegetale come il sughero, di origine minerale come la lana di vetro o di roccia, e infine di origine animale come la lana di pecora.
La lana di pecora
La lana di pecora è una materia prima conosciuta da migliaia di anni per le sue proprietà di termoregolatore, sia per il caldo che per il freddo. Principalmente è usata nel campo tessile e viene utilizzata per proteggersi dalle temperature invernali, ma non tutti sanno che anche i beduini del deserto la usano per proteggersi dalle elevate temperature.
Speciale Isolanti Naturali Inoltre la lana di pecora ha altre proprietà inaspettate: • è molto resistente allo sporco, soprattutto alla polvere che non entra in profondità; • è praticamente ignifuga, infatti prende fuoco con difficoltà e provoca poco fumo; • può assorbire il vapore acqueo fino a 1/3 del suo peso senza risultare bagnata; • è composta per l’85% di cheratina, sostanza presente nei capelli e nelle unghie e per il 15% da lanolina e minerali che la rendono impermeabile all’acqua (ma non al vapore acqueo e all’umidità); • non si polverizza mai e non innesca quindi reazioni allergiche. Per tutte queste caratteristiche, in edilizia la lana di pecora risulta un ottimo isolante. Inoltre riesce a rilasciare gradualmente l’umidità mantenendola al giusto grado per i materiali edili che la circondano, per cui è molto consigliata per le costruzioni di fabbricati in legno. Recenti studi hanno confermato, inoltre, la capacità della lana di assorbire e neutralizzare sostanze nocive all’interno dell’abitazione come la formaldeide NOx e COx, presente in molti prodotti utilizzati in casa, come i deodoranti, o nelle vernici dei mobili. Ultimo ma non ultimo: le fibre della lana non sono attaccabili da muffe, anzi ne contrastano la formazione.
un giusto grado di umidità. I rotoli vengono tagliati manualmente in cantiere, con semplici forbici, e fissati alle pareti. Può essere posata a secco o con ancoranti nei muri, nelle intercapedini, nei divisori in cartongesso, così come nei pavimenti in legno (come sottofondo), nei controsoffitti, o nei sottotetti. Come tutti gli isolanti usati in edilizia, anche la lana di pecora ha bisogno di una corretta posa in opera e quindi di artigiani esperti.
Un processo di produzione ecologico La lana di pecora arriva da tanti allevamenti ovini estensivi che passano all’edilizia solo la lana più grossa e
arricciata (quella più difficile da utilizzare per i tessuti), che spesso verrebbe buttata per inutilizzo. Viene tosata nel periodo estivo per permettere all’animale il ripristino del pelo per i mesi freddi. Dopo essere stata lavata con sapone di marsiglia e soda e trattata con sostanze protettive antitarme, viene lavorata per realizzarne materassini isolanti di diversi spessori. Tutto il processo prevede l’utilizzo di leganti naturali. La lana di pecora proviene da una fonte rinnovabile (bello descrivere così la pecora!) e il dispendio di energia per la sua produzione è davvero basso perché si lavora a bassissime temperature e in modo meccanico.
Come si usa?
La lana di pecora viene proposta da varie aziende in Italia per essere acquistata in rotoli, sotto forma di feltro, di diversi spessori e dimensioni. Si utilizza per l’isolamento dei tetti, ventilati e non, solai, pavimenti e murature perimetrali. Si adatta a tutti i tipi di materiale, ma è particolarmente consigliata per le strutture in legno, in quanto mantiene
Luigi Foschi Geometra e arredatore d’interni, appassionato di bioedilizia e costruzioni a impatto zero, da circa 15 anni lavora nel settore dell’edilizia. Avendo sperimentato diversi sistemi di risparmio energetico e bioedilizia nella propria casa, propone ai suoi attenti clienti soluzioni ideali per il vivere naturale. Sta completando il percorso per diventare Consulente per CasaClima. Riceve su appuntamento nel suo studio creativo a Cesena (FC). Per informazioni e consulenze: geom.foschi@libero.it - cell. 339 5733261
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Filosofia e pratica
del cappotto
Risparmio energetico, vantaggi economici e confort abitativo: come e perché scegliere il cappotto ecologico per la propria abitazione Marta Dina Renata Carugati
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ipararsi dal caldo, ripararsi dal freddo. In entrambi i casi ci si deve coprire. Coprire e non scoprire. Sembra strano ma è così. Pensiamo agli eschimesi che per far fronte a temperature che arrivano a -30, si devono coprire con indumenti fatti prevalentemente di pelli, ma anche ai Tuareg, popolazione nomade del Sahara, che si coprono di lana per proteggersi dalle elevate temperature del deserto. Per ovviare al mancato comfort, quando le condizioni ambientali non sono tra le più miti e piacevoli, risulta utile creare una sorta di filtro con l’esterno che migliora la percezione del nostro benessere. Questo filtro deve avere delle caratteristiche ben studiate, sia che si parli di un abito sia che si parli di un isolante per la casa. Facciamo un esempio parlando della lana, anche se i miei amici vegani, a ragion veduta, non sarebbero contenti. Ma questo ci consente di ragionare introducendo anche altre questioni, ossia l’importanza dell’approvvigionamento del materiale. La lana è un materiale di origine animale dalle grandi qualità, ha la straordinaria virtù di tenere caldo in inverno e fresco in estate. Il segreto
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della lana sta nella naturale arricciatura delle fibre non trattate, che permette la creazione di micro spazi pieni d’aria che agiscono come isolanti nei cambiamenti di temperatura. Le fibre hanno la singolare caratteristica di assorbire fino al 18/25% del loro peso in umidità, garantiscono una forte protezione termica, sono elastiche, resistenti all’usura e alla fiamma. Il contenuto di lanolina, le rende inoltre antibatteriche e autopulenti. Ecco perché gli indumenti dei Tuareg sono di lana. Molte delle caratteristiche della lana sono presenti in altri materiali isolanti per coibentare la casa e la stessa lana naturale di pecora è sempre stata ed è ancora considerata un eccellente materiale per l’isolamento termico, unendo disponibilità e praticità, leggerezza e resistenza all’acqua. Aggiungo che in particolare la lana, a mio giudizio, ha senso usarla in edilizia solo in economie di piccola scala e non attraverso produzioni industriali che arrecano danno e sofferenza agli animali. Anche il sughero è un materiale isolante e insonorizzante molto buono che però comporta, a causa di un lentissimo ripristino della sua corteccia, un utilizzo limitato a certe zone e a produzioni locali e controllate.
Il “filtro” cappotto
Per produrre calore l’organismo brucia gli zuccheri come una casa brucia, per esempio, metano, entrambi combustibili. Se non vogliamo intaccare le riserve energetiche, dobbiamo “filtrare” la differenza di temperatura tra l’esterno e l’interno. Ecco che entrambi, il corpo e la casa, ovviano al problema indossando un bel cappotto! In edilizia il “cappotto” consiste in una coibentazione esterna delle pareti verticali mediante materiale isolante di diverso genere, rasato da uno strato sottile di intonaco per esterni. In questa sede ci limitiamo a parlare di coibentazione dall’esterno perché essa offre maggiori vantaggi rispetto a quella interna. Il cappotto fornisce in pratica, con il suo inscindibile pacchetto, sia l’isolamento sia la finitura. Si tratta di un vero e proprio “sistema a cappotto” usato in Europa ormai da una cinquantina d’anni per la coibentazione degli edifici nuovi o già esistenti e il recupero di immobili storici e di pregio, residenziali, commerciali, industriali. Si parla di “sistema” in quanto esiste una certificazione di realizzazione e posa del cappotto da parte di alcune ditte specializzate riunite in Italia in un Consorzio
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(www.cortexa.it) che lo garantiscono una decina di anni, e inoltre, tutti i componenti e materiali sono marchiati e certificati e devono essere posati a regola d’arte. Vengono usati il collante-rasante per l’incollaggio dei pannelli isolanti alla struttura di supporto e per la formazione del primo strato di intonaco rinforzato con una rete in fibra di vetro o materiali naturali, eventualmente un primer quale prima protezione dell’intonaco rinforzato e a completare, la mano di finitura con rivestimento continuo sottile a protezione dell’intero sistema dagli agenti atmosferici. Spesso i pannelli, oltre a essere incollati al supporto, vengono tassellati alla struttura, si utilizzano profili metallici
Il cappotto permette di isolare senza discontinuità gli ambienti riscaldati (abitati) dal freddo e dal caldo, migliorando sensibilmente il comfort abitativo
o plastici leggeri per le modanature verticali od orizzontali e sigillanti per i giunti degli infissi. È necessario, inoltre, utilizzare elementi speciali di polipropilene con struttura alveolare o in schiuma poliuretanica per evitare ponti termici e danni al cappotto per il fissaggio di veneziane e persiane, bal-
coni, arcarecci di tettoie ecc. L’installazione del sistema richiede molta attenzione alle istruzioni della sequenza di montaggio che si possono trovare esposte nelle schede tecniche e di applicazione dei diversi produttori di materiali, oppure nel manuale per l’applicazione del sistema a cap-
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Speciale Isolanti Naturali potto a cura del Consorzio citato. Le attrezzature necessarie sono quelle usualmente richieste per l’applicazione degli intonaci tradizionali. Si tratta di studiare in fase di progettazione i dettagli tecnici esecutivi per risolvere particolari nodi costruttivi e di privilegiare sistemi di isolamento caratterizzati da parametri ecologici in linea con una costruzione compatibile nel rispetto dei princìpi di ecosostenibilità.
La scelta del materiale
Il tipo di sistema da utilizzare dipende da tanti fattori e come sempre non esiste una sola ricetta. Tenendo presente quanto si è consigliato nella scelta di materie prime riciclabili e a basso impatto ambientale, è possibile scegliere tra una vasta gamma di soluzioni che prevedono sostanzialmente due tipi di lavorazioni: la posa di pannelli e il riempimento di intercapedini. I pannelli in fibra di legno godono di un’alta inerzia termica a differenza di altri materiali artificiali, cioè cambiano lentamente la temperatura in risposta alla variazione della temperatura esterna o interna e, di conseguenza, hanno uno sfasamento maggiore (il tempo impiegato dall’onda termica per arrivare all’interno dell’edificio). La fibra di legno è consigliabile quindi anche dove fa caldo e come coibentazione del tetto. Ci sono anche pannelli a base di idrati di silicato di calcio che uniscono le caratteristiche ecologiche ai vantaggi di un isolante massiccio completamente minerale. Nel caso di intercapedini da riempire, un ottimo materiale riciclato risulta essere la fibra di cellulosa proveniente da carta di giornale selezionata e trattata con sali di boro.
Perché isolare con il cappotto?
Gli obiettivi sono molteplici: risparmio energetico e vantaggi economici, termici, strutturali e di durata nel tempo. Il cappotto permette di isolare senza discontinuità gli ambienti
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Stratigrafia parete esterna - Progettazione di casa privata di Area Progetto Ass. PAEA
riscaldati (abitati) dal freddo e dal caldo, migliorando sensibilmente il comfort abitativo, protegge le facciate e quindi la struttura degli edifici dagli agenti atmosferici. Il sistema a “cappotto” serve per isolare in modo sicuro e continuo pareti costituite anche da materiali diversi, la cui diversità può riguardare il comportamento alle sollecitazioni termiche, le caratteristiche meccaniche, la conformazione superficiale; pensiamo ad esempio alle strutture in cemento armato e laterizio. La muratura protetta dal cappotto viene posta in condizioni termiche e igrometriche stazionarie, nonostante grandi differenze di temperatura e/o
umidità tra l’esterno e l’interno abitativo ed è possibile eliminare la causa di crepe, infiltrazioni, muffe, fastidiosi moti convettivi interni ai locali e di conseguenza anche i ponti termici, attraverso i quali parte del calore viene disperso. Con l’installazione del sistema a “cappotto” tutti questi fenomeni vengono annullati o comunque fortemente attenuati. Inoltre le stesse murature non dissipando più il calore all’esterno, svolgendo l’importante funzione di volano termico, ovvero di una massa temperata uniforme nelle diverse stagioni e condizioni atmosferiche. A questo proposito si tenga presente che il
Cappotto in fibra di legno della casa privata passiva di Busana (RE)
Il risparmio in bolletta dato dal cappotto aumenta indirettamente le finanze familiari disponibili e, non da ultimo, permette di ridurre le immissioni inquinanti nell’atmosfera
sistema a cappotto lavora in maniera unitaria sull’involucro dell’edificio e sul concetto di riscaldare le superfici piuttosto che l’aria. La continuità della coibentazione dovrebbe riguardare anche la qualità e la corretta posa degli infissi, nonché l’isolamento delle superfici orizzontali, quali solaio e tetto. Altra funzione fondamentale del cappotto è che esso permette di razionalizzare l’uso del combustibile liquido, solido o gassoso che sia, riducendone
l’impiego. Il conseguente risparmio in bolletta aumenta indirettamente le finanze familiari disponibili e, non da ultimo, permette di ridurre le immissioni inquinanti nell’atmosfera. Per fare un esempio, un’abitazione tipo non isolata, disperde circa l’80% di calore attraverso le diverse superfici non coibentate: è come se a fronte di una spesa annuale per il riscaldamento di 3000 euro annui, disperdessimo 2400 euro!
Marta Dina Renata Carugati Architetto, collabora con l’Associazione PAEA - Progetti Alternativi per l’Energia e l’Ambiente (paea.it).
La detrazione per il cappotto L’intervento di realizzazione del cappotto fa parte dei miglioramenti dell’efficienza energetica di un edificio e come tale è detraibile dalle tasse. Dal 6 giugno 2013, la detrazione è passata dal 55% al 65% (d.l. 4 giugno 2013 n. 63 pubblicato in G.U. 130 del 5/06/2013) e prorogata fino al 31 dicembre 2013, salvo che per interventi relativi a parti comuni di edifici condominiali o che interessino tutte le unità di un condominio, per i quali la proroga è al 30 giugno 2014. Informazioni sul portale dell’ENEA: http://efficienzaenergetica.acs.enea.it
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La vitamina D
quando il sole non c’è Come rifornirsi di questa importante vitamina per proteggersi dall’influenza e altre malattie Valerio Pignatta
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Medicina olistica
È
ormai abbastanza risaputo e comprovato che nelle nostre società occidentali industrializzate la carenza di vitamina D sia un fatto grave e costituisca quasi un’epidemia tra la popolazione. Dato che l’approvvigionamento di questa vitamina avviene essenzialmente attraverso l’esposizione della pelle ai raggi solari UVB, è facile comprendere come al giorno d’oggi sia per molti impossibile o quasi assimilare una corretta e costante dose di sole durante l’arco dell’anno. Infatti, la maggior parte delle persone occidentali vive e lavora in ambienti chiusi e non espone mai il proprio corpo all’aria, nemmeno quando ne ha la possibilità, dato che per molti anni i dermatologi hanno invitato alla cautela in quanto una eccessiva esposizione sarebbe causa di cancro alla pelle e invecchiamento precoce.
Danni da mancanza di vitamina D
Se una certa accortezza è quindi presumibilmente necessaria (ma che non giustifica l’uso indiscriminato di creme solari ad alta protezione), è anche vero che comunque un eccesso nella direzione opposta può comportare squilibri di salute altrettanto negativi e traumatici per il benessere dell’organismo umano. Parecchi studi scientifici mettono infatti in correlazione una mancanza grave di vitamina D dell’adulto con patologie come la parodontite, l’osteoporosi, la fibromialgia, il dolore cronico, il diabete (sia di tipo I che II), la sclerosi multipla, il deterioramento cognitivo senile, l’asma e molte altre malattie tra cui diciassette diversi tipi di cancro. Nel bambino è invece conosciuto da molto tempo, come conseguenza di carenza grave di vitamina D, il rachitismo.
La vitamina D, insomma, è un costituente basilare di parecchie funzioni fisiologiche dell’organismo. In effetti, non si tratta nemmeno di una vitamina, ma di un ormone, che interviene quindi in molteplici trasformazioni enzimatiche e biochimiche (per esempio allevia l’insulinoresistenza). È stato dimostrato che i recettori della vitamina D sono presenti in molti organi e tessuti e che possono interagire o interfacciarsi con duecento o più geni che contengono gli elementi di risposta a questa vitamina-ormone. Per la stragrande
studi hanno notato, ad esempio, che le epidemie di influenza invernali coincidono con il picco di massima carenza della vitamina D nell’essere umano. Infatti d’estate, attraverso l’esposizione solare, la vitamina D in eccesso (ossia se ne abbiamo una quantità ottimale) viene immagazzinata nell’organismo (nel grasso corporeo dato che è liposolubile) e poi riutilizzata in tempi di carenza ambientale ovvero in autunno e inverno. La copertura che la vitamina D dà rispetto ai virus viene a mancare quando le quantità di cui
La vitamina D è un costituente basilare di parecchie funzioni fisiologiche dell’organismo. In effetti, non si tratta nemmeno di una vitamina, ma di un ormone, che interviene quindi in molteplici trasformazioni enzimatiche e biochimiche maggioranza, gli organi del corpo rispondono alla vitamina D, e quindi ciò vuol dire che le cellule degli stessi sono in grado di assicurare funzioni biologiche che dipendono dalla disponibilità della vitamina D stessa. L’interazione coi geni di quest’ultima avviene dentro le cellule dell’organismo, in modo tale che si ritiene essa possa accelerare la guarigione dei tessuti e delle cellule, quindi ridurre il rischio che divengano cancerose.
Un’alleata contro le malattie invernali Ma queste non sono le uniche e vitali funzioni che la vitamina D svolge. Nella nostra quotidianità è del pari molto importante. Molti
dispone il corpo sono esigue e quindi le invasioni virali hanno la meglio. Questa correlazione è stata stabilita da vari studi epidemiologici e infatti molti medici ortomolecolari consigliano di sostenere lo stock di vitamina immagazzinata con dosi supplettive orali durante questi mesi. Alle nostre latitudini, infatti, non è possibile, nemmeno esponendosi al sole, assimilare il dovuto quantitativo di vitamina D nei mesi che vanno da novembre a marzo compresi. In quel periodo, l’inclinazione dei raggi solari e la loro distanza rispetto alla Terra ne impediscono l’azione atta. Infatti, maggiore è la latitudine in cui ci si trova, al di sopra dei 35°, meno intensi sono i raggi UVB e quindi
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Molti studi hanno notato, ad esempio, che le epidemie di influenza invernali coincidono con il picco di massima carenza della D nell’essere umano
inducono una minore produzione di vitamina D. Nello specifico, quando il sole è più basso nel cielo (alle latitudini maggiori), i raggi UVB hanno una distanza più lunga da percorrere per raggiungere la Terra. Inoltre, devono effettuare il loro viaggio attraversando una fascia di ozono e di nuvole di maggiore spessore prima di arrivare alla nostra pelle. Quando il sole è più alto nel cielo (alle latitudini minori), gli UVB hanno una distanza minore e un percorso con meno ostacoli verso la superficie terrestre (in particolare si può affermare che la carenza di vitamina D colpisce la quasi totalità della popolazione dei Paesi al di sopra del 35° parallelo come l’Italia). Quindi, d’inverno, l’unica fonte di approvvigionamento che abbiamo nel nostro Paese è costituita dagli integratori o, per chi volesse osare, le lampade abbronzanti, che hanno però effetti collaterali d’altro tipo per cui non tutti ne consigliano l’uso.
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Integratori per i mesi senza sole: quali scegliere
Un buon integratore a base di vitamina D3 (anche detta colecalciferolo), la forma più assimilabile e meno tossica, può essere di grande aiuto per garantire le quantità necessarie a passare l’inverno incolumi. La D2 (o ergocalciferolo), invece, che pure ritroviamo in molte preparazioni, non è adatta in quanto molto meno efficace nel far risalire i livelli di vitamina D nell’organismo. Inoltre la vitamina D2 è anche considerata più pericolosa rispetto alla D3, dato che con essa sono stati riportati più casi di sovradosaggio e tossicità. Le quantità giornaliere di una eventuale integrazione di D3, e consigliate dalle varie fonti mediche, vanno dalle 2000 UI (Unità Internazionali) al giorno, in caso di mancato controllo medico e senza analisi del sangue
di partenza, alle 4000 o anche 5000 UI al giorno sotto diretto controllo medico e con un esame sanguigno che stabilisce la reale necessità e le riserve disponibili nell’organismo. Normalmente, oggi sono considerati ideali livelli di 40-50 ng/ml (nanogrammi per millilitro) di vitamina D nel sangue, ma molti medici confermano che la maggior parte dei pazienti ha valori che si collocano fra i 5 e i 20 ng/ml, quindi livelli già bassi anche per i superati range di normalità nei nostri ospedali che erano basati sul minimo di 20 ng/ml per scongiurare il rachitismo nei bambini. Va precisato che, per quanto riguarda le integrazioni, Unità Internazionali (UI) e microgrammi (µg) non coincidono. Le confezioni di integratori a base di questa vitamina spesso sono vendute con indicazioni delle unità di misura appunto in microgrammi. Per fare il calcolo della corrispondenza basta dividere la quantità espressa
Medicina olistica
Una vera medicina preventiva si effettua solamente con una corretta ma abbondante esposizione solare nei mesi caldi e un’adeguata integrazione nutrizionale nei mesi di calo delle riserve
in UI per 40 e si ottengono i microgrammi. In altre parole, 1 microgrammo equivale a 40 UI, 1000 microgrammi equivalgono a 1 milligrammo. In ogni caso, non si devono temere conseguenze. Effetti collaterali tossici da sovradosaggio non ce ne sono a questi livelli. Basti pensare che è sufficiente mezz’ora in spiaggia in costume al sole estivo in pieno giorno per assimilarne circa 20.000 Unità. L’ideale è quindi farne una gran scorta d’estate, per essere più resilienti durante i lunghi mesi freddi invernali. Alcuni naturopati o medici olistici suggeriscono di fare affidamento per tale scopo anche sulla vitamina D che è possibile reperire con l’alimentazione. Ma gli alimenti a base di vitamina D aggiunta (latte di soia, latte vaccino, cereali da colazione ecc.) o i cibi che la contengono naturalmente (olio di fegato di merluzzo, vari tipi di pesce, uova, latte, funghi
ecc.) non cambiano di molto il quadro (a parte l’olio di fegato di merluzzo) in quanto le quantità apportate sono risibili in caso di necessità consistenti e per il lungo periodo. Una vera medicina preventiva si effettua solamente con una corretta ma abbondante esposizione solare nei mesi caldi e un’adeguata integrazione nutrizionale nei mesi di calo delle riserve. Per quanto riguarda i corretti tempi di esposizione ci sono controversie tra gli scienziati. Tuttavia, secondo il dottor Michael Holick della Boston University, una procedura che sembra sicura e che allo stesso tempo garantisce un sufficiente approvvigionamento di vitamina D è l’esporsi, sia al sole che (per chi osa) alla lampada sul lettino abbronzante, per un massimo di tempo che va dal 25 al 50% della MED (Minima dose
eritematogena) – cioè il tempo che la pelle impiega ad arrossarsi – più volte alla settimana. In poche parole, se vogliamo uno stato di salute migliore dobbiamo sforzarci di uscire da nostri gusci di cemento e metallo e accogliere il benefico abbraccio del mondo naturale che ci circonda coi suoi raggi, le sue energie, i suoi frutti e le sue brezze riossigenanti.
Cosa leggere Soram Khalsa I poteri curativi della vitamina D Macro Edizioni, 2013 Jörg Spitz La vitamina D Il superormone: come proteggersi dalle malattie croniche Tecniche Nuove, 2013 Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 089 433
Valerio Pignatta Laureato in Scienze Politiche all’Università di Pavia e laureato in Storia all’Università di Genova, giornalista, lavora come traduttore, redattore e collaboratore di riviste e case editrici, fra cui il Gruppo Editoriale Macro. Ha pubblicato diversi articoli su periodici nazionali inerenti al rapporto salute/ambiente e testi divulgativi di medicina naturale. Ha scritto, inoltre, testi di storia per l’editoria scolastica, nonché ricerche storiche per istituti universitari. Attualmente prosegue la sua attività di ricerca e studio dedicandosi alla storia delle religioni e della medicina. È naturopata.
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Argilla:
terra delle meraviglie I benefici per la pelle e la salute, i consigli di utilizzo e le attività terapeutiche Luca Fortuna
Per millenni l’argilla è stata utilizzata come rimedio per la cura e il trattamento di innumerevoli disturbi. Dopo essere stata trascurata per lungo tempo dalla medicina, è stata oggi rivalutata alla luce di studi e ricerche che ne hanno validato le proprietà. Un pacchetto di argilla non dovrebbe mai mancare in casa perché, come scrisse l’abate Kneipp nel suo testamento spirituale: «Per molti disturbi non v’è medicina che agisca con altrettanta efficacia e facilità come l’argilla» Caratteristiche
Le argille sono terre complesse, il risultato del deposito dei sedimenti formati dai prodotti dell’erosione e disintegrazione di rocce più antiche. Hanno due caratteristiche fondamentali: i granelli devono avere un diametro inferiore a due millesimi di millimetro (due micron), e quando vengono bagnate con una piccola quantità d’acqua devono formare
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una pasta facilmente modellabile. Le proprietà non dipendono da un solo elemento, quanto piuttosto dall’interazione delle varie sostanze di cui è composta, che ne moltiplicano l’efficacia. L’argilla ha un ruolo catalizzatore, accelera i tempi con cui avvengono le reazioni rigenerative dell’organismo. Le proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti dipendono dalla presenza di silice e di allumina, mentre le capacità assorbenti e disinfettanti sono dovute alle caratteristiche di struttura e alle dimensioni dei granelli. Una buona argilla deve contenere almeno il 40% di silice e almeno il 10% di allumina. La percentuale di calcare dev’essere la più bassa possibile, come pure quella di sabbia e gesso. Eventuali tracce di altri minerali, come argento, rame, oro, ferro, titanio, manganese, calcio, potassio, mercurio ne possono aumentare le proprietà curative. Le proprietà dell’argilla dipendono in linea di massima da due fattori: la composizione chimica e la tessitura del minerale.
I diversi tipi di argilla
L’argilla bianca o caolino: contiene il 48% di silice e il 28% di allumina. Possiede un elevato potere assorbente unitamente a una elevata capacità di scambio ionico, per cui è estremamente valida come antisettico e rimineralizzante. L’argilla bianca è particolarmente indicata per uso interno: combatte le fermentazioni e le intossicazioni intestinali. Contrariamente all’argilla verde, che può causare stitichezza, facilita il transito intestinale. Si usa altresì per i bruciori di stomaco e le infezioni batteriche. L’argilla verde o montmorillonite: è l’argilla più comune e si trova facilmente in commercio, contiene il 50% di silice e il 10% di allumina. Presenta un grande potere assorbente, ma una debole capacità di scambio cationico, da cui discende una scarsa azione rimineralizzante e antibatterica. In commercio si trova anche quella che viene chiamata argil-
Copyright: Petar Paunchev
Medicina olistica
* la verde ventilata: è un’argilla verde in polvere resa molto fine, quasi impalpabile, caratterizzata da granelli di dimensioni regolari. L’argilla verde impiegata per uso esterno, grazie all’alto potere assorbente, è particolarmente adatta per la cura dell’acne e degli eczemi. Se usata per via interna, svolge un’attività disintossicante. Bentonite: ha un buon potere fissante e la capacità di assorbire radioattività in eccesso. Favorisce la penetrazione dei principi attivi, cosmetici o medicamentosi, attraverso la pelle. L’argilla tedesca o Luvos: scoperta in Germania nel secolo scorso, si presenta di colore grigia. Indicata per uso interno, come l’argilla bianca, è utile nella cura della acidità di stomaco e delle infiammazioni intestinali.
Come si utilizza
La preparazione vera e propria è estremamente semplice e agevole,
è sufficiente disporre una parte di argilla sul fondo di un recipiente, che può essere di vetro o di ceramica, ma non di metallo né di plastica (materiali che possono interferire con l’argilla), ricoprirlo con tre parti di acqua e lasciarlo riposare per qualche ora, fino a quando non si sarà ottenuto un fango molto liquido. Il cataplasma e l’impiastro di argilla: spesso chiamati impropriamente impacchi, sono le tecniche più usate per l’applicazione dell’argilla. Il cataplasma consiste nell’applicare sul corpo la miscela di argilla avvolta in un telo di stoffa. L’impiastro viene invece applicato direttamente sulla parte del corpo che si intende trattare. Oltre ad acqua e argilla possono essere presenti altre sostanze come ad esempio oli essenziali e oli vegetali. Maschere di argilla: indicate per purificare le pelli miste, impure e acneiche, ma anche per donare minerali e rivitalizzare i tessuti. Si preparano disponendo l’ar-
Le argille sono terre complesse, il risultato del deposito dei sedimenti formati dai prodotti dell’erosione e disintegrazione di rocce più antiche gilla più adatta in un recipiente, aggiungendo acqua e mescolando per formare una pasta omogenea abbastanza corposa e non troppo liquida. Si distendono sulle zone da trattare con l’aiuto di un pennello o con le mani ben pulite e si tengono in posa quindici o venti minuti. Possono essere utilizzate sul viso, sul corpo e sul cuoio capelluto. Acqua d’argilla: la preparazione è molto semplice, si versa un cucchiaino di argilla ventilata in un bicchiere, si aggiunge acqua e si mescola (senza usare strumenti in metallo) fino a ottenere una soluzione omogenea. Si copre con un tovagliolo e si lascia riposare per alcune ore, meglio se al sole o per tutta la notte. In questo modo l’argilla si depositerà sul fondo, lasciando una sospensione sopranatante che contiene tutti gli elementi dell’argilla di partenza. Andrà assunta solo la sospensione, lasciando il deposito che verrà poi gettato.
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Medicina olistica
Breve prontuario
Ecco come usare l’argilla per i più comuni problemi di salute. Afonia o abbassamento della voce: condizione che può verificarsi a seguito di infezioni alle alte vie aeree, all’esposizione a caldo o freddo eccessivo, al contatto con sostanze tossiche o caustiche, o a seguito dell’uso massiccio della voce e della parola. Si interviene con un cataplasma caldo preparato con argilla verde posizionato sulla gola e tenuto fermo con una sciarpa, con l’aggiunta di 2 gocce di olio essenziale di sandalo. Acne: uno dei disturbi cutanei più diffusi che colpisce soprattutto i giovani a cominciare dai 12-13 anni, ma può presentarsi anche dai 30 anni in avanti. La
cura di argilla ha lo scopo di eliminare le tossine e apportare elementi nutrizionali, le applicazioni localizzate sono utili per disinfiammare, decongestionare, lenire, favorire il ricambio cellulare, purificare, normalizzare e disinfettare. Si interviene con un impiastro di argilla verde, con l’aggiunta di 2 gocce di olio essenziale di patchouli. Anemia: l’argilla è un ottimo strumento per il trattamento dell’anemia, sia per il contenuto diretto di ferro, sia per la presenza di altri minerali e oligoelementi che rientrano nel metabolismo del ferro. Assumere per tre mesi un bicchiere di acqua di argilla al mattino a digiuno arricchito con 2 gocce di olio essenziale di arancio amaro.
Artrite: cataplasmi caldi di argilla con olio essenziale di ginepro sulle parti dolenti sono utili per alleviare il dolore. Bruciore di stomaco: è la conseguenza di un’eccessiva secrezione acida, che riesce a superare lo strato di muco che protegge la parete dello stomaco, provocando dolore e infiammazione. L’aumento dell’acidità può essere dovuto a molte cause: la prima sono i pasti troppo abbondanti, ma può dipendere anche dall’abuso di caffè, alcol e tabacco. Esistono poi situazioni legate a caratteristiche individuali, la reazione a particolari cibi o allo stress, o all’assunzione di determinati farmaci (aspirina, antinfiammatori come l’ibuprofene, piroxicam ecc.). L’argilla può sostituire egregiamente i comuni
Argilla per la bellezza : Ricetta base per maschere di argilla asciugare, in e tamponare con una spugna per ca fres ua acq con • detergere il viso schera; ma e pronta all’applicazione della questo modo la pelle è tonificata ata di argilla, onendo in una ciotola una manci • preparare un fango di argilla disp rnativa gilla assorba tutta l’acqua, o in alte aggiungere acqua e lasciare che l’ar nere un fango morbido; emulsionare con le dita fino a otte labbra nello largo e morbido, evitando le pen un di uto l’ai con viso sul re • applica e il contorno occhi; . Le maschere e poi rimuovere con acqua tiepida • lasciare agire per trenta minuti tempo; del tà iano in posa per circa la me arricchite con altri elementi si lasc i in base al proprio tipo di pelle. • applicare infine oli vegetali pur cace era all’argilla straordinariamente effi Per la realizzazione di una masch ce. goc 2 ti ali. Sono sufficien si possono impiegare gli oli essenzi rosa. arino ct-verbenone, geranio e palma rosm Per la pelle grassa scegliere tra: a. tsug , rosa ma gliere tra: ylang ylang, pal Per la pelle secca, ma impura, sce niaouli, patchouli, cedro legno. Per la pelle acneica scegliere tra: ino. arancio dolce, lavandula e gelsom Per la pelle normale scegliere tra: ylang ylang e achillea. Per la pelle sensibile scegliere tra: enso. tra: gelsomino, arancio amaro, inc Per la pelle invecchiata scegliere mirra, cedro legno, sandalo. Per la pelle disidratata scegliere tra:
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Medicina olistica antiacidi e non presenta le controindicazioni di questi farmaci. Assumere un bicchiere di acqua di argilla prima dei pasti con 1 goccia di olio essenziale di limone. Dermatite da contatto: manifestazione cutanea infiammatoria, eritematosa con vescicole essudative oppure desquamative. La dermatite irritativa è causata dall’azione di una sostanza che produce un danno cellulare se applicata alla pelle. Le sostanze che possono causare la dermatite sono numerosissime: alcuni metalli, come il nichel, il cromo, il cobalto, componenti della gomma, sostanze antibatteriche, come il mercurio e derivati, formaldeide, alcuni farmaci e additivi di medicamenti, vegetali, come primula e crisantemo, detersivi. La terapia risolutiva è rappresentata dalla sospensione del contatto con la sostanza incriminata. Utili cataplasmi e compresse di argilla con olio essenziale di lavandula. Ferite: un taglio alla cute con eventuale lesione dei tessuti sottostanti e due possibili complicazioni: l’infezione e l’emorragia. Si distinguono le ferite in semplici (superficiali, poco estese) e gravi (estese, profonde, sporche, a margini irregolari e contusi, maciullati, macerati e schiacciati). Entrambe sono sottoposte al pericolo di infezione: quelle gravi danno più facilmente luogo a emorragia. Per il primo soccorso cospargere la ferita con argilla ventilata e applicare poi un cata-
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Una buona argilla deve contenere almeno il 40% di silice e almeno il 10% di allumina
plasma freddo con olio essenziale di achillea o niaouli. Osteoporosi: malattia caratterizzata dalla progressiva riduzione della densità e dall’assottigliamento delle ossa, che diventano porose, al di sotto del limite necessario per lo svolgimento della funzione di sostegno. L’argilla è utile per apportare minerali e per regolare i meccanismi che regolano il metabolismo osseo. Acqua di argilla con 1 goccia di olio essenziale di salvia. Varici o vene varicose: si stima che una donna su dieci tra i 30 e 60 anni presenti questa patologia, le varici sono dilatazioni venose che per lo più colpiscono gli arti inferiori, gambe e cosce. Il sangue per risalire dalle vene delle gambe fino a raggiungere il cuore, ha bisogno dell’azione di valvole che, disposte a intervalli in tali vene, gli impediscano di ridiscendere per effetto della legge di gravità. Quando queste valvole si indeboliscono e non sono più in grado di svolgere normalmente la loro funzione, il sangue rifluisce verso il basso, provocando la dilatazione delle vene. Cataplasmi freddi con 5 gocce di olio essenziale di cipresso.
Vuoi saperne di più sui mille usi dell’argilla? Leggi l’articolo completo su: bit.ly/Argilla-Terra
Luca Fortuna Esperto di aromaterapia, creatore di profumi, fragranze e percorsi di benessere naturali. Docente e consulente per numerose aziende. I suoi prodotti e trattamenti sono venduti in oltre 30 nazioni. Scrittore di talento è autore di numerosi testi divulgativi e di saggi specialistici. Per informazioni e consulti individuali: info@lucafortuna.it.
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La pillola anticoncezionale
è la scelta giusta per te? Gli effetti collaterali relativi all’assunzione della pillola anticoncezionale si fanno sentire anche nella ricerca di una gravidanza: un valido motivo per affidarsi a metodi contraccettivi naturali che rispettano la fisiologia e il corpo della donna Marianna Gualazzi
S
enso di gonfiore, mal di testa, stanchezza, diminuzione drastica del desiderio e della capacità di provare piacere, infezioni genitali ricorenti: di cosa stiamo parlando? La maggior parte delle donne che, come me, l’hanno assunta per un periodo della loro vita, hanno certamente capito che stiamo parlando della pillola anticoncezionale. Sinonimo della liberazione sessuale della donna tra gli anni Sessanta e Settanta, la pillola è stata assunta da due generazioni di donne come se si trattasse della caramella magica capace di liberare la sessualità femminile eliminando il rischio di gravidanze indesiderate. Di effetti collaterali si è sempre parlato poco, al massimo il medico metteva in guardia sul rischio di un po’ di cellulite in più. Ma tante di noi hanno potuto riscontrare sulla propria pelle effetti collaterali ben più gravi e temuti, primo tra tutti – paradossalmente – il calo del desiderio sessuale: come dimenticare il ritorno del desiderio, della sensualità, dello stare bene con se stesse e con gli altri non appena si
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smette di assumerla? Quando è capitato a me è stato come stappare una bottiglia di champagne!
del concepimento e della gravidanza. Ma gli effetti negativi della pillola si trasferiscono anche al nascituro: nelle donne che restano incinte dopo aver assunto la pillola si riscontrano livelli assai ridotti di acido folico e di zinco, elementi indispensabili per il corretto sviluppo fetale. Gli scarsi livelli di zinco causano alla donna smagliature, il formarsi di un perineo rigido, travagli prolungati e ragadi ai capezzoli. Inoltre, questa carenza è stata messa in correlazione con la depressione postpartum.
Pillola e gravidanza
Riconnettersi con il proprio ciclo
Ma le conseguenze della pillola sulla salute della donna non si fermano a questo: nel loro libro ABC per la donna in piena salute Jane Bennet e Alexandra Pope portano all’attenzione dei lettori studi relativi agli effetti che la pillola può avere sulla fertilità. La difficoltà nella ricerca di una gravidanza che si può riscontrare dopo aver assunto la pillola per tempi prolungati può essere facilmente spiegata tenendo conto del fatto che l’introduzione di ormoni “extra” nell’organismo può facilmente squilibrare la delicata danza ormonale su cui si basa il complesso meccanismo
Ma prima di ogni effetto collaterale, non dobbiamo dimenticare che la pillola elimina il ciclo mensile e con esso i numerosi e spesso fastidiosi problemi ad esso legati (mal di testa, crampi, insonnia, depressione, sbalzi d’umore): cancellarlo sembra un’operazione tanto semplice quanto innocua, eppure disconnetterci dal nostro ritmo naturale – così simile a quello delle fasi e dei cicli lunari, così vicino all’alternarsi delle stagioni, così in sintonia con la forza e l’energia della Terra – nasconde il grande pericolo di allontanarci dalla nostra natura femminile.
«La società moderna – scrive Miranda Gray nel libro Luna Rossa – considera l’esperienza del ciclo mestruale come un evento passivo, riconosciuto ma spesso ignorato o nascosto. Alle donne viene detto che devono sopportarne i disagi senza attirare l’attenzione perché questo “fa parte dell’essere donna”. Per questo motivo le donne spesso nascondono le loro difficoltà per paura di essere considerate deboli o piagnucolose e questa mancanza di comunicazione e attenzione sociale relega il ciclo mestruale nell’ambito di un evento da nascondere e di cui vergognarsi. Il ciclo è invece un evento dinamico che, se liberato da condizionamenti e restrizioni sociali, può influenzare attivamente la crescita fisica, emozionale, intellettuale e spirituale della donna ma anche della società e dell’ambiente in cui vive». Aggiungono Jane Bennet e Alexandra Pope nel loro libro ABC per la donna in piena salute che «il ciclo mestruale è strettamente connesso con la salute fisica e psicologica delle donne: riscontrare problemi e disturbi durante
il ciclo è una modalità efficace per ricavare informazioni di vitale importanza su noi stesse e il nostro benessere». Non rimuovere il ciclo con i problemi ad esso connessi, ma imparare a viverlo, a riconoscere le sue fasi, a “starci dentro”, è lo strumento principale che noi donne abbiamo a disposizione per imparare tanto su noi stesse, sulla nostra salute e sulla la nostra sessualità. Sessualità intesa in senso lato, e quindi non solo come capacità di avere rapporti sessuali, ma di conoscere profondamente la nostra sensualità, di capire cosa ci dà piacere, non solo tra le lenzuola ma anche nella vita, una vita che abbiamo l’opportunità di vivere con passione, in contatto con il nostro vero sé – non dimentichiamo che tra le esperienze sessuali ci sono anche la gravidanza, il parto e l’allattamento. Senza contare che un’esperienza del ciclo consapevole ci dà informazioni importantissime su come possiamo vivere il parto e la gravidanza, su quali possono essere le nostre paure più profonde e le nostre più inaspettate e inesauribili risorse.
Oggi, fortunatamente, noi donne abbiamo la possibilità di utilizzare metodi contraccettivi naturali non ormonali la cui efficacia di contraccezione è pari a quella della pillola, metodi che ci permettono di rimanere connesse con la nostra natura più profonda, di osservarla, studiarla, capirla e affrontarla, nei suo lati positivi e negativi. Metodi che oggi possono farci stare serene e sicure rispetto a una gravidanza non desiderata e la cui scelta si rivelerà fondamentale domani, quando cercheremo un bimbo e quando dovremmo affrontare un parto, consapevoli degli strumenti di gestione del dolore e delle difficoltà che abbiamo appreso, pronte per farci invadere dal fiume benefico di ossitocina – l’ormone dell’amore – scatenato dall’arrivo del nostro bambino.
Fonti http://babycomp-italia.blogspot.it Jane Bennet e Alexandra Pope, ABC per la donna in piena salute, Macro Edizioni Miranda Gray Luna Rossa, Macro Edizioni
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Impotenza:
curarla con la Maca, il Catuaba e il Tribulus L’impotenza è un tabù per molti uomini. Ciò nonostante, i disturbi dell’erezione sono più diffusi di quanto si pensi
Erbavoglio
I
problemi di erezione riguardano spesso gli uomini con più di 40 anni. In Italia, quasi 3 milioni di uomini devono affrontare questo problema che turba la loro vita sessuale in modo irreversibile. Quasi il 40% degli uomini tra i 25 e i 40 anni ne ha sofferto almeno una volta nella vita. Che si tratti di una reale disfunzione o di affaticamento passeggero, gli uomini finiscono sempre per mettere in dubbio la loro virilità. Le cause di queste disfunzioni possono essere diverse e si dividono in organiche e psicologiche.
Contrastare il deficit erettile grazie alla citrullina e all’arginina
La citrullina è un aminoacido non essenziale la cui carenza può causare forte stanchezza, sonno e debolezza muscolare. È importante perché implicata in un gran numero di funzioni del corpo umano: quando la citrullina viene assimilata dall’organismo si trasforma in ossido nitrico e
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arginina, entrambi elementi essenziali per un cuore e un corpo sano. L’arginina è anch’essa un precursore dell’acido nitrico, il composto che dilata i vasi sanguigni e assicura un adeguato apporto di ossigeno ai muscoli e al cuore. La disfunzione erettile è l’incapacità di iniziare o di mantenere un rapporto sessuale, e spesso questa situazione è migliorata favorendo l’afflusso san-
guigno ai corpi cavernosi del pene (vasi sanguigni locali). La maggiore biodisponibilità di ossido nitrico, ottenibile attraverso la somministrazione di arginina e precursori che la sintetizzano, ha proprio lo scopo di migliorare l’afflusso sanguigno al pene. Rifornire l’organismo di arginina di buona qualità è dunque il primo passo verso la soluzione del problema,
Medicina Olistica senza gli effetti collaterali dei farmaci. Il potenziamento dell’aminoacido arginina può essere fatto utilizzando altri co-fattori quali, appunto, la citrullina e alcune piante note per le loro proprietà afrodisiache, come il Tribulus, il Catuaba e la Maca.
Il Tribulus
ll tribulus terrestris è una pianta appartenente alla famiglia delle Zygophyllaceae. È diffusa in Europa, Asia, Africa e Australia, nelle zone calde tropicali. Da secoli il Tribulus terrestris viene impiegato nella medicina tradizionale cinese e indiana con scopi diversi. La proprietà più importante del Tribulus terrestris è tuttavia legata alla sua presunta azione stimolante sulla produzione di ormoni androgeni. Tali ormoni, tipici dell’uomo ma importantissimi anche per l’organismo femminile, regolano la libido, i caratteri sessuali e lo sviluppo muscolare.
Il Catuaba
Il Catuaba (Anemopaegma mirandum, fam. delle Eritroxilacee) gode di fama e prestigio in tutto il Brasile perché è considerato un valido aiuto nella cura dell’impotenza funzionale di entrambi i sessi. Il Catuaba è un afrodisiaco naturale e uno stimolante sessuale.
La Maca
La Maca (Lepidium Meyenii) è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Brassicacee, cresce nelle Ande ed è un piccolo tubero della famiglia delle crucifere. Le radici sono ricche di zucchero, amido, proteine e sostanze minerali essenziali – soprattutto ferro e iodio. La radice secca, dolce e saporita è una prelibatezza. La radice di Maca seccata possiede un elevato valore nutritivo, simile a quello di altri cereali, quali il mais, il riso e la farina. È costituita da carboidrati (59%), proteine (10,2%), fibre (8,5%)
e lipidi (2,2 %). Contiene inoltre una grande quantità di aminoacidi essenziali, ferro, calcio, magnesio, zinco, vitamina B1, vitamina B2, vitamina B12, vitamina C e Vitamina E. La Maca è in grado di riequilibrare e stabilizzare gli apparati del corpo umano. Ad esempio può aumentare la pressione, se è troppo bassa o ridurla, se è troppo alta. Consente di ottenere un «potenziamento» del sistema immunitario e un miglioramento della vitalità fisica. La Maca non agisce in modo particolare sui singoli apparati, ma esplica un’azione ad ampio spettro su tutto il corpo.
Libido e potenza maschile: una delle principali caratteristiche della Maca è la capacità di stimolazione sessuale. Essa contiene acidi grassi, steroli, minerali, alcaloidi, tannino e saponina in notevole quantità. Le sostanze afrodisiache determinanti sono gli isocianati aromatici biologicamente attivi. Migliaia di uomini sfruttano la sua azione di stimolazione sessuale in oltre 200 Paesi in tutto il mondo. La versione integrale dell’articolo può essere consultata in questo link http://bit.ly/impotenza-curarla
Le cause dei problemi di erezione Cause organiche - Ormonali: dopo i 50 anni, una mancanza di testosterone causa problemi di erezione. - Vascolari: tutte le malattie cardio-vascolari causano problemi di erezione, poiché esse provocano una diminuzione dell’afflusso sanguigno nel pene. Per esempio: ipertensione arteriosa, alcool, tabacco, obesità, sedentarietà. - Farmaceutiche: certi trattamenti, come gli antidepressivi, i neurolettici, i trattamenti ormonali, gli antipertensivi, gli anticonvulsivi, possono provocare disfunzioni. Cause psicologiche - Individuali: sono legate allo stress, all’ansia, all’affaticamento, alla depressione, alla paura di non essere all’altezza. - Relazionali: sono legate a eventuali conflitti interni alla vita di coppia, a separazioni, a comportamenti negativi della partner.
Scritto da Erbavoglio Erbavoglio progetta e formula fitopreparati di alta qualità, con l’uso esclusivo di materie prime naturali, altamente selezionate. Lo scopo principale di Erbavoglio è il desiderio di poter recuperare valori antichi e metodologie che hanno reso l’uomo capace di sentirsi in armonia con la Natura, creando un comportamento che dia un senso migliore alla vita.
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Una colazione di energia per il e lo
corpo
spirito Gli esercizi di ricarica di Paramhansa Yogananda: il modo yogico di ricaricarti di energia gratuita
Q
uando ci sentiamo stanchi, vogliamo avere più energia, vero? Da dove viene l’energia che desideriamo? Dal cibo, dal sonno, dal caffè? Con che cosa ricarichiamo i nostri corpi? Ecco la grande scoperta degli yogi: esiste un’altra fonte di energia “gratuita”, invisibile, inesauribile, rinnovabile. Una fonte alla quale puoi attingere con una tecnica straordinaria che richiede solo quindici minuti di pratica, in qualsiasi momento, senza nessun altro investimento. Un segreto che può accompagnarti per tutta la vita. Creati da uno dei grandi maestri dello yoga, Paramhansa Yogananda (1893-1952), autore del famoso classico spirituale Autobiografia di uno yogi, gli “Esercizi di ricarica” sono una pratica rivoluzionaria per ottenere la salute e il benessere su tutti i livelli: fisico, mentale e spirituale. Rivoluzionari perché? Perché ci rivelano un tesoro poco conosciuto: ci aprono al controllo dell’energia inte-
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Jayadev Jaesrscky - Nandini Cerri riore, in maniera pratica e tangibile, liberandoci dall’idea che la nostra energia dipenda esclusivamente da fonti esterne.
L’Energia Cosmica: conoscerla e utilizzarla
Gli esercizi di ricarica si basano sull’antico insegnamento secondo cui l’intero universo è un condensato di energia. La scienza, a partire da Einstein, concorda: la materia è energia. Applicando la legge di Einstein E = mc2, gli scienziati calcolano che in un solo grammo di cellula umana si trovano 25 milioni di chilowattora, cioè una quantità di energia sufficiente per dare elettricità a una città come Chicago per 12 ore. All’epoca di Yogananda sarebbero stati persino due giorni interi. Ecco perché egli affermava: «La scienza ci dice che un grammo di carne contiene abbastanza corrente per far funzionare la città di
Chicago per due giorni!». Ancora più significativo, è il fatto che il nostro universo è un mare di energia – libera, pulita, potente – che si trova tutt’intorno a noi in attesa che ne usufruiamo. L’essere umano vive circondato da questo mare di Energia Cosmica, esattamente come un pesce vive circondato dall’acqua. Gli esercizi di ricarica insegnano ad attingere copiosamente a questa fonte di Energia Cosmica, che è disponibile ovunque, per tutti, liberamente e senza limiti. Sono una tecnica dinamica che insegna il controllo del prana, la forza vitale che scorre sotto il livello fisico, su un piano più sottile.
Prana, benessere e guarigione
Il prana è un’energia intelligente che muove tutta la Natura e che determina in larga misura il nostro benessere o malessere fisico, il nostro sentirci “su” o “giù”. Un basso flusso di
Medicina olistica energia porta poco entusiasmo per la vita, ci fa sentire giù, mentre un forte flusso di prana ci fa vivere più gioiosamente perché ci sentiamo più vivi. Energia e gioia vanno mano nella mano. Un’armoniosa abbondanza di prana nel corpo è quindi la base di quel benessere che gli esercizi di ricarica vogliono donarci. Il prana guarisce gli organi e l’intero organismo: è la vera chiave della salute e del benessere. Yogananda spiega: «Un metodo di guarigione è inferiore o superiore nella misura in cui è capace di risvegliare o stimolare la forza vitale, fulminando così la malattia. Di conseguenza, tutti i metodi di guarigione sono in verità modi indiretti per risvegliare l’energia vitale, che è la guaritrice vera e diretta di tutte le malattie».
Una colazione di energia per il tuo corpo...
Il prana con cui si lavora durante gli esercizi di ricarica ha costo zero, eppure può dare benefici straordinari. «Una volta appresa questa tecnica, dieci minuti di pratica quotidiana daranno risultati ineguagliabili» – ha affermato Yogananda. Si tratta di una sequenza di trentanove esercizi, che richiedono ogni giorno solo 12-15 minuti. Sono facili ed efficaci, adatti a tutti, giovani e anziani, anche a chi non è abituato a fare esercizio fisico. Pur applicando la tensione e il rilassamento muscolare, non si tratta affatto di esercizi fisici. Per usare il linguaggio yogico, sono una forma di prana-yama: un potente controllo dell’energia. Il primo passo per ottenere tale controllo è la percezione dell’energia stessa. Non è tanto difficile sentirla, si tratta soltanto di diventare consapevoli di un “colore” che è sempre in noi. Prova un esercizio pratico: strofina vigorosamente le mani per un minuto, poi separale un poco e prova a percepire il campo magnetico che
si è creato tra le mani. Ciò che senti è il prana. Una volta percepita questa energia, il passo successivo è l’arte di attingerla con consapevolezza dalla Fonte cosmica, divina. Il motto di Yogananda era: «Più forte la volontà, più forte il flusso di energia». Gli esercizi di ricarica insegnano, infatti, a usare la forza di volontà per attingere direttamente l’energia dalla Fonte cosmica e dirigerla consapevolmente ai miliardi di cellule in ogni parte del corpo per ricaricarle e risanarle. Gli esercizi di ricarica, quindi, vanno fatti con una forte volontà, animata dal desiderio profondo che il proprio corpo venga pervaso dall’Energia Cosmica. Come dice gioiosamente Yogananda: «Quando ti svegli la mattina, dai al tuo corpo una colazione di energia».
... e per la tua anima
Un aspetto importante degli esercizi di ricarica è che contribuiscono a spiritualizzare la nostra consapevolezza: invece di percepire noi stessi solamente come esseri fisici («Io sono un corpo»), impariamo a percepirci a livello dell’energia (il livello astrale). È necessaria una continua e profonda consapevolezza durante la pratica, per poter percepire l’energia che sta dietro alla contrazione fisica. Yogananda, infatti, insegna questo secondo assioma fondamentale per gli esercizi di ricarica: «Tendi con
Cosa leggere Paramhansa Yogananda, Jayadev Jaerschky Gli Esercizi di Ricarica di Paramhansa Yogananda DVD + Libro Ananda Edizioni, 2013 Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 089 433
volontà, rilassa e senti». Egli dice: «Praticando queste tecniche, probabilmente percepirai per la prima volta la differenza tra la carne e l’energia». E insegna ad affermare: «Sempre più dipenderò, per l’energia, dall’illimitato flusso della sorgente interiore della coscienza cosmica e sempre meno da altre fonti di energia corporea». Se praticati profondamente e con costanza, gli esercizi di ricarica possono diventare un vero tesoro per tutti noi, uno strumento per raggiungere uno stato di salute radiosa nel corpo, nella mente e nell’anima e per diventare esseri umani straordinari. Il nostro augurio è che possiamo tutti sperimentare personalmente nella nostra vita la verità di queste parole di Yogananda: «La luce perfetta è divinamente presente in ogni parte del mio corpo. Ovunque questa luce di guarigione si manifesta, vi è perfezione. Io sto bene, perché la perfezione è in me». Buona pratica e buona Energia a tutti!
Chi è Paramhansa Yogananda Qualche cenno su Yogananda, per chi non lo conosce: Paramhansa Yogananda (1893-1952) è stato definito “il padre dello Yoga in Occidente”, poiché è stato il primo maestro indiano trasferitosi a vivere e insegnare in Occidente. Con la sua personalità magnetica, Yogananda ha trasmesso sia le leggi per una vita felice (di corpo, mente e anima), sia la scienza della profonda spiritualità. La tecnica principale che egli ha insegnato è il Kriya Yoga. Chi desidera conoscere in modo più approfondito la vita di Yogananda troverà un tesoro letterario nella sua Autobiografia di uno yogi (edizione originale del 1946, Ananda Edizioni) e un altro capolavoro nel Nuovo Sentiero di Swami Kriyananda (Ananda Edizioni).
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Stress
e ansia
Come disinnescare i sistemi di allarme dell’organismo alla base dello stress cronico Vincenzo Valesi
I
l termine stress, che in inglese significa letteralmente “strizzamento”, si riferisce a tutti quei fenomeni che avvengono nel nostro organismo in risposta a stimoli di varia natura, esterni e interni e che, percepiti come pericoli, presunti o reali, dal nostro sistema di regolazione, attivano una serie di reazioni coinvolgenti Psiche, Sistema Nervoso, Endocrino e Immunitario, secondo una relazione orizzontale e parallela. Di fronte a eventi potenzialmente o realmente pericolosi per la sopravvivenza, l’organismo inserisce una specie di “pilota automatico” estremamente sofisticato, ma anche suscettibile di “esplodere” e di esaurirsi quando la capacità di resistenza è sopraffatta dall’intensità dell’aggressione (concetto di sovraccarico allostatico). I fattori causa di stress (stressori) si dividono in cognitivi (quelli che si associano a emozioni) e non cognitivi (chimici, fisici, metabolici, infettivi). È bene sottolineare che, almeno per quanto riguarda gli stressori
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cognitivi, l’azione patogena è relativa; cioè non dipende tanto dalla loro importanza oggettiva, ma è soggettivamente legata alla chiave di lettura degli eventi, a sua volta correlata a fattori culturali, da parte dell’individuo visto con le sue caratteristiche costituzionali e il suo vissuto: il che definisce l’identità psicobiologica. L’integrazione di tali fattori avviene a livello dell’ipotalamo e porta all’attivazione di una risposta complessa psico-neuro-endocrinaimmunitaria che si estrinseca attraverso due vie:
L’ansia
Come correlare l’ansia ai meccanismi dello stress? L’ansia è sostanzialmente una forma di paura, emozione che spesso non ha un obiettivo cosciente, ed è quindi collocabile fra gli stressori cognitivi. È certo più facile difendersi da un nemico conosciuto che da uno che sfugge alla nostra capacità di percezione, ma che pure mette in allarme il nostro sistema di regolazione omeostatica.
Esistono paure biologiche: quella della fame, della sete, del non poter riprodursi, della morte per soffocamento o per altra causa; e paure indotte dalla cultura e dal giudizio: come quella di essere rifiutati dal proprio clan per aver trasgredito le sue regole sociali. Per l’uomo primitivo essere rifiutato significava confrontarsi da solo con un ambiente ostile da cui poteva derivare morte per fame o sete, per sopraffazione da parte degli elementi della Natura o per opera degli animali predatori o dei nemici.
La paura del giudizio come causa di stress e ansia
Tali regole, lungi dall’essere sintoniche con la biologia, sono finalizzate all’instillazione nel cervello di ogni essere umano del senso di colpa da cui deriva la paura del castigo/rifiuto da parte del clan. Poco conta se ciò si realizzi attraverso misure di contenzione, soppressione fisica o isolamento socio-culturale: il risultato finale è
Medicina Olistica
i di Bach
con i Fior are la calma
Ritrov
lehem. m,Star of Beth EDY RESCUE REM atis, Rock Rose, Cherry Plu amma di situazioni di m ag Impatiens, Cle e stabilizzante in una vast vante da crisi di sconte eri n d a Effetto calm o ansia e stress perazione. sm si o rv e n i u is ngoscia e d discussiotensione tra c enti, isteria, a ori come dover affrontare av sp i ss ro g , in oporsi a forto di tensione m ubblico o sott i p n in io z re a a tu rl si a p e Anch sami, stenere degli e ni animate, so ro. colloqui di lavo aa, Crowea, Jac si c u F sh u B P , O ia STRESS ST sh, Boron san, Bottle Bru w Paw. u S d ye -e ck la li effetti B nnel Flower, Pa stati d’ansia, attenuando g migliora la F e tl it L , a d ran ie are rsi e ad elimin i ritmi biologic Aiuta a rilassa risce l’armonizzazione de vo nel dello stress. Fa nno. cità di gestire a p a c so l la e o d d n tà li ra iglio la qua a e stabilità, m e. Promuove calm faticose attività quotidian le re o li ig modo m
quell’emarginazione che, per l’uomo primitivo che ancora alberga nella memoria biologica dell’uomo del Ventunesimo secolo, significa morte sicura ad opera di belve, insulti atmosferici o aggressione da parte di individui di clan rivali. Il senso di colpa protratto e strutturato è quindi uno dei principali fattori che attivano l’asse cognitivo dello stress, e che, attraverso l’ipercortisolemia cronica, si traduce in una cronica attivazione del braccio del sistema immunitario che causa infiammazione (T Helper 2) a spese di quello che ci difende da aggressioni virali e dall’insorgenza di neoplasie. Ne consegue l’opportunità pedagogica ed etica di sostituire modelli culturali basati sul giudizio con modelli culturali più tolleranti e basati sull’osservazione.
proprio dal sintomo. I traumi psichici non si cancellano mai. Altro fattore importante di stress cognitivo, correlato alla paura di mori- Nello stress avviene anche una desincronizzazione dei ritmi biologici, re, è la memoria di traumi riferibili a problematiche di sopravvivenza, anche perché l’eccesso di cortisolo surrenalico destruttura l’attività recettoriale risalenti alla vita intrauterina o al momento della nascita, e in quest’otti- dell’ippocampo. Ne derivano insonca un ruolo molto importante è svolto nia, difficoltà di memoria, anomalie dall’amigdala e dall’ippocampo. Non nel ritmo circadiano della pressione solo, ma sappiamo anche che lo stress arteriosa e del cortisolo stesso, disturdella madre durante la gestazione ipe- bi del comportamento sessuale. rattiva i sistemi dello stress del feto, Le tecniche corporee come aiuto imprintandoli a una risposta esaltata, una upregulation che permane poi fondamentale tutto il resto della vita extrauterina Se la memoria del trauma non candell’individuo. cellato che mantiene la paura/ansia La memoria di ogni trauma viene regi- richiede una risposta di estinzione strata (come per esempio nel caso del rappresentata dal sintomo (e quindi postraumatic stress disorder) nell’ala risposta non può essere cancellata migdala, che la invia all’ippocampo perché è una risposta fisiologica finacon lo scopo di elaborare una serie di lizzata a salvare la vita), la soluzione risposte corporee finalizzate a creare più plausibile è vicariarla, cioè sostiun equilibrio, rappresentato spesso tuirla fornendo al sistema un nuovo
La memoria di un trauma
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Medicina Olistica
schema più vantaggioso che parte dalla periferia, attraverso tecniche corporee, di respirazione, tecniche di rilassamento e meditazione, training autogeno, EFT, recitazione di mantra, visualizzazioni, yoga. Questo lavoro di informazioni rassicuranti dal corpo alla mente è definibile come somato psichica per agire sulla psicosomatica. Non a caso nello yoga per esempio si dice: la mente non può curare se stessa, la mente si cura col respiro.
La presa di coscienza
Un’elaborazione cosciente corticale permette di “digerire” la memoria del trauma, che se rimane nel sistema confinata nel “limbo” cortocircuita con risposte automatiche pertanto incoscienti: da qui l’importanza anche di tutte le tecniche finalizzate alla presa di coscienza e alla consapevolezza. Infatti, come detto sopra, il nemico più difficile è quello invisibile. Esiste un altro tipo di stress molto significativo dal punto di vista esistenziale: è lo stress legato al fatto di non aver potuto realizzare il proprio progetto di vita. Il dottor Edward Bach diceva che alla nascita iniziamo a dipingere un quadro, dove poi tutti vogliono mettere mano o naso, distogliendoci dal progetto originale; e proprio da questo tradimento, da questa deviazione dal programma esistenziale, derivano tutte le malattie.
Cosa leggere Vincenzo Valesi I Rimedi Naturali del Medico di Famiglia Consigli e terapie per le malattie più diffuse Un prontuario di emergenza da tenere in casa per ogni famiglia, un repertorio terapeutico naturale, un testo che affronta in modo naturale i numerosi problemi e disturbi comuni che in uno studio medico di base sono all’ordine del giorno. Macro Edizioni, 2011 Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 089 433
ad attività che reputiamo piacevoli; e il nostro cervello è programmato per attuare comportamenti finalizzati a provare nuovamente il piacere conosciuto. Un gruppo importante di cellule nervose, contenenti dopamina, presenti nell’area tegmentale ventrale (VTA), sopra al tronco encefalico, manda messaggi “di piacere” alle cellule nervose del cosiddetto nucleo accumbens, una struttura del sistema limbico, e alla corteccia cerebrale prefrontale, che le interpreta come piacevoli e tranquillizzanti, e questo favorisce il disinnesco dei meccanismi dello stress. Tale meccanismo naturale di motiva-
zione non è quindi di per sé patologico, perché favorisce anche la creatività e l’evoluzione dell’individuo e del clan, ma nello stesso tempo può rappresentare la base di tutte le dipendenze: da quella verso i carboidrati, all’alcool, a quella da tabacco, a quella da videoterminali e da gioco d’azzardo, a quella per le droghe leggere o pesanti, o verso comportamenti e ideazioni sessuali compulsive, soprattutto in un cervello cronicamente stressato che non riesce a svincolarsi dal giro vizioso di un “dialogo interno” per lui svantaggioso e conseguentemente fonte di mantenimento di una iperattivazione cronica dei sistemi di allarme.
Brain Rewarding System
Il Brain Rewarding System è il sistema di ricompensa cerebrale, che si attiva proprio per la necessità di difendere il nostro cervello “infiammato” dall’incendio di cortisolo e catecolamine, conseguenza dell’eccesso di stress cronico. Questo sistema è basato sulla produzione di piacere attraverso varie soluzioni: mangiare, godere degli amici, ascoltare musica, leggere libri che ci piacciono, fare sesso, farci massaggiare, dedicarci comunque
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Chi è Vincenzo Valesi Laureato in medicina, svolge la sua attività professionale in qualità di medico di famiglia, integrando nella pratica clinica di tutti i giorni le conoscenze e gli insegnamenti delle medicine non convenzionali con quelle della medicina accademica classica. Da quasi trent’anni si dedica allo studio e alla pratica delle medicine non convenzionali, tra cui: agopuntura, auricoloterapia, omeopatia, omotossicologia, medicina manuale, podokinesiologia, podologia, riflessologia e iridologia secondo Bourdiol, fitoterapia, medicina estetica biologica, floriterapia, elettroagopuntura secondo Voll. Ha partecipato e continua a partecipare a numerosi seminari e gruppi di studio sulle medicine non convenzionali in varie parti d’Italia.
Star of
Bethlehem: il fiore che cura le ferite
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tar of Bethlehem (stella di Betlemme) fa parte della famiglia delle liliacee, presente su tutto il territorio nazionale, che fiorisce da aprile a maggio; è una “pianta antica che cura antiche ferite”. Il fiore da cui si estrae il rimedio è una stella a sei punte con una seconda stella a sei punte più piccola al suo interno, di colore bianco. Bach lo ha classificato come un fiore transitorio, cioè non ha una sua connotazione in un profilo psicologico che lo contraddistingua ma il suo principio agisce in maniera trasversale. L’azione di riarmonizzazione di Star of Bethlehem “scioglie il blocco” dovuto a un trauma che per la persona è stato talmente destabilizzante da creare una rottura nel corpo e nell’anima. A seguito dell’evento vissuto non si è in grado di prendere contatto con il dolore, di trasformarlo e metabolizzarlo; l’esperienza crea così una rottura nel corpo energetico che spesso è segnalata da attacchi di panico e da crisi d’ansia improvvise. In tale situazione la persona vive un “blocco emozionale” che non permette il libero fluire delle emozioni, ma crea un intorpidimento dell’anima: ci si sente bloccati, spesso si percepisce il dolore come un’angoscia sorda che non ci abbandona. Come meccanismo di difesa, la psiche congela il dolore che la memoria del trauma rievoca.
Romina Santoli
Il rimedio per i traumi dei bambini
Star of Bethlehem è un rimedio consigliato in qualsiasi forma di trauma: essendo la nascita il primo trauma importante che ognuno di noi vive, è adatto ai neonati, soprattutto nei casi di parti pilotati, di taglio cesareo o utilizzo di forcipe. Può accompagnare il bambino nelle sue fasi evolutive, soprattutto quando vive traumi familiari o eventi che non sono subito di immeditata comprensione. Di fronte a uno shock è importante che gli adulti non distolgano il bambino da ciò che ha appena vissuto, ma gli facciano raccontare l’esperienza vissuta a ripetizione, in modo che possa prendere contatto con l’emozione trasformandola e metabolizzandola. In questi casi qualche goccia di Star of Bethlehem aiuta a ritrovare la serenità in tempi rapidi, lasciando il ricordo dell’evento ma non il dolore.
Il cicatrizzante dell’anima per gli adulti
Star of Bethlehem agisce sulla sofferenza repressa nella persona adulta che non prende parte alla vita e spegne i propri sogni e desideri fingendo di non averne bisogno. Quando si inizia ad assumere il rimedio si possono rivivere episodi del passato (può sembrare un peggioramento), ma in realtà si sta liberando il dolore sedimentato ed eliminando il trauma. A livello fisico il rimedio stimola la riparazione a livello dei tessuti, in quanto “scioglie”, cioè rilassa, la muscolatura per cui è utile anche per combattere l’asma. Considerato il “cicatrizzante” del sistema floreale, viene utilizzato anche in crema in caso di ferite e piaghe, ottimo nelle fratture assunto per via orale. Può venire in aiuto ai terapeuti con pazienti che hanno una resistenza nei confronti della terapia o non vogliono essere aiutati.
Romina Santoli Naturopata, art therapist, trainer SIAF, presidente SIAF regione Emilia-Romagna. Tiene corsi intensivi accreditati sui fiori di Bach per ogni ordine e grado. Il suo studio di naturopatia offre consulenze e percorsi personalizzati volti al miglioramento psico-fisico e alla crescita personale e consulenze di naturopatia per la donna in gravidanza. Le date dei suoi corsi sono: 28/29 settembre, 12/13 ottobre, 26/27 ottobre 2013 a Cesena. Corso di fiori di Bach per l’infanzia: 5/6 ottobre, 19/20 ottobre 2013 a Cesena. Per corsi e consulenze: 3394803738, romina.santoli@gmail.com
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Homeschooling: la scuola a casa Come e perché fare scuola a casa: Erika Di Martino, mamma di quattro bambini, ha scelto l’educazione parentale e ci racconta il variegato mondo dell’homeschooling Marianna Gualazzi
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n un mondo in cui inserire un bimbo in comunità a soli 4 o 5 mesi di vita è diventato la norma, pensare di tenere ed educare i propri figli a casa per l’intero ciclo della scuola elementare e poi media inferiore e superiore è una di quelle scelte che non passano di certo inosservate. E mentre le critiche piovono numerose a destra e a manca, i genitori che scelgono di fare scuola a casa raccontano di una meravigliosa riscoperta dello stare insieme ai propri figli, di un risparmio economico notevole e di un arricchimento emotivo e culturale non da poco. Erika Di Martino, mamma di quattro bimbi educati a casa e consulente per tutti coloro che vogliono praticare l’homeschooling, ci racconta la sua esperienza. Molte persone pensano che tenere i bimbi a casa da scuola non sia possibile, addirittura non sia legale: ci spieghi come funziona la scuola a casa da un punto di vista legislativo? Fare scuola a casa è assolutamente legale. Cosa deve fare una famiglia che decide di educare a casa i propri figli? Deve individuare qual è il circolo didattico al quale appartiene e inviare una lettera al proprio diri-
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gente in cui il genitore comunica che si occupera in primis dell’educazione del proprio figlio/i. Va notato che si tratta di una comunicazione da parte del genitore, non di una richiesta di permesso alla scuola. Questa procedura va fatta nel momento in cui si fanno le iscrizioni all’anno scolastico successivo, per cui di solito verso fine febbraio primi di marzo. La comunicazione va poi rinnovata di anno in anno, sempre seguendo la stessa tempistica e la stessa modalità. La comunicazione va portata in segreteria e fatta protocollare, oppure può essere spedita con raccomandata con ricevuta di ritorno. Se il bambino viene ritirato da scuola in corso d’anno, non ci sono tempistiche da rispettare. Il ritiro può essere fatto in qualunque momento contestualmente alla comunicazione che si farà scuola parentale da far pervenire in segreteria con le modalità di cui sopra. Per quel che riguarda la questione esami, è un diritto del genitore chiedere che il bambino venga esaminato alla fine di ogni anno (esame di idoneità): è bene specificare che si tratta di un diritto del genitore, una scelta della famiglia, non di un dovere. Anche per quel che riguarda l’esame di idoneità ci sono tempistiche da
rispettare per fare la domanda che variano per ogni circolo didattico, per cui è bene informarsi per tempo presso il proprio. L’esame di fine anno non è un obbligo e la scuola non può richiederlo alle famiglie. Su quali assunti pedagogici si basa la scuola familiare? Più che assunto pedagogico, si può parlare del modo di fare scuola. E anche qui ti potrei dire che ci sono tanti tipi di educazione parentale quante sono le famiglie che la praticano. Di solito chi fa questa scelta lo fa per esigenze di indipendenza, e di rispetto totale delle proprie necessità e prerogative. Generalizzando – anche per far capire meglio cos’è l’educazione parentale – possiamo distinguere tra le famiglie che praticano homeschooling seguendo i programmi ministeriali e utilizzando lo stesso materile che hanno i bambini a scuola e le famiglie che lasciano la completa libertà ai loro bambini di imparare seguendo le proprie inclinazioni e le proprie passioni (unschooler). Queste famiglie non seguiranno un percorso predefinito, ma andranno incontro a quelle che sono le necessità e le richieste di ciascun bambino: è un percorso molto particolare, sicuramente più complicato rispetto al seguire un programma; tutto è da inventare e penso sia molto più divertente, almeno per me lo è, dato che io seguo questo tipo di percorso con i miei figli. Tra questi due poli
c’è tutto un mondo variegato e disomogeneo: ci sono quelli che fanno un po’ dell’uno o un po’ dell’altro, ci sono quelli che si ispirano alla pedagogia montessoriana, quelli che si ispirano a Steiner. Tu e tuo marito, che avete deciso di intraprendere per i vostri quattro figli la strada della scuola parentale, come siete riusciti a coniugare il tempo che dedicate loro con il tempo per il vostro lavoro e per le vostre passioni? Siamo fortunati perché da qualche anno mio marito riesce a lavorare da casa e si è svincolato da un lavoro che lo portava spesso fuori casa per oltre dieci ore al giorno: averlo a casa è una grande gioia per tutti noi e un grande aiuto. Io a volte faccio traduzioni, a volte insegno e sono attività che riesco a fare nei ritagli di tempo quando i bambini sono impegnati con attività sportive, quando dormono, la notte... Devo sottolineare che la scissione del bambino dal
lavoro del genitore sembra una cosa ovvia e dovuta e invece non lo è: nel mio caso, ad esempio, se insegno fuori casa a volte mi porto i bimbi e loro partecipano a quello che è il mio lavoro. Inoltre imparano in che cosa consiste il mio lavoro e imparano a rispettarlo, sanno che ha un valore. Chiaramente se si vuole praticare dell’homeschooling si devono fare delle scelte: se una coppia di genitori con un lavoro impiegatizio da otto ore al giorno con orari rigidi volesse fare homeschooling sarebbe difficilis-
simo. C’è da mettere in conto che in questo tipo di scelta il tempo da dedicare ai bambini è un tempo “lungo”: bisogna organizzarsi in maniera radicalmente diversa rispetto allo stereotipo del genitore che esce la mattina e rientra alle 19 o alle 20 di sera. Le principali obiezioni che vengono fatte alla scuola familiare e i timori dei genitori che “vorrebbero ma hanno paura” sono sostanzialmente due: il problema della socializzazione del bambino – che a casa
Homeschooling: la voce di chi lo fa Oltre all’esperienza di Erika e alle sue riflessioni sull’educazione (e non solo) che potete leggere su controscuola.it, segnaliamo la rubrica di Irene Malfatti “Io faccio scuola a casa” su bambinonaturale.it e i blog lacasadiserendippo.altervista.org e apprendimentonaturale.blogspot.it.
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Bambini e Genitori non avverrebbe – e il problema del genitore non adeguato come insegnante... Si tratta di due miti assolutamente da sfatare. Per quel che riguarda la socializzazione c’è da notare che la scuola come esempio “madre” di socializzazione è molto scarna. La classe io la vedo un po’ come un acquario in cui sono sempre gli stessi pesci a girare nello stesso piccolo luogo: i compagni sono sempre gli stessi per molti anni, hanno tutti la stessa età, vivono spesso vicini. I bambini educati a casa non vengono tenuti “in casa” sotto una campana
Cosa leggere Alexander Neill I Ragazzi Felici di Summerhill L’esperienza della scuola non repressiva più famosa al mondo Red Edizioni, 2012 Alfie Kohn Amarli Senza Se e Senza Ma Dalla logica dei premi e delle punizioni a quella dell’amore e della ragione Il Leone Verde, 2010 Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 089 433
di vetro, ma escono, partecipano alla vita del genitore, fanno commissioni, conoscono bambini di età diverse, frequentano adulti e anziani, vivono il quartiere: in definitiva si relazionano con maggiore frequenza con un gruppo eterogeneo di persone e non trovano difficoltà nel farlo. Sul fatto del genitore che non ha le competenze per fare l’insegnante, mi viene da dire che non esiste un insegnante che sappia rispondere a tutte le domande di un bambino e se anche ci fosse non avrebbe il tempo di farlo, perché i tempi scolastici sono quelli che sono. Penso che il problema fondamentalmente non sussista: non ci si ricorda più le frazioni o le divisioni in colonna o le equazioni? Ci sono i libri, si va a vedere, si ripassa e si fa. Utilizzando insieme al bambino gli strumenti adeguati si può affrontare qualsiasi argomento a qualsiasi livello e si insegna al bambino la cosa più importante, ovvero come utilizzare i migliori sussidi didattici a disposizione (libri, internet, riviste, dvd, biblioteca, museo, altre persone) per far fronte alla propria sete di conoscenza. Io trovo che questo approccio sia splendido, perché si tratta di un’occasione meravigliosa per ampliare la propria conoscenza insieme ai propri figli.
Abbiamo intervistato Erika Di Martino Erika è un’insegnante di inglese madrelingua di 32 anni che abita tra Milano e Pavia. Divisa tra l’Italia e gli Stati Uniti per la sua doppia cittadinanza è cresciuta in un ambiente multilingue, ha viaggiato per l’Europa e dopo essersi laureata ha deciso di intraprendere la carriera di mamma full-time. Thomas 7, Olivia 5, Nicholas 3 e Benjamin 6 mesi (tutti bilingue dalla nascita), hanno spinto Erika a riflettere su quale sia il modo migliore per educare i propri figli difendendo la loro libertà di scelta e alimentando la loro sempre maggiore autonomia. Erika è inoltre una consulente per famiglie e nello specifico su come praticare l’educazione parentale qui in Italia, come organizzarsi, quali argomenti affrontare e come relazionarsi con le istituzioni. Per info e contatti: controscuola.it
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Sepp Holzer
Guida Pratica alla Permacultura
Come coltivare in maniera naturale Giardini, Orti e Frutteti Che cos’è la Permacultura? Permacultura significa sostanzialmente praticare l’agricoltura seguendo il modello naturale, basato sui cicli naturali e gli ecosistemi: tutti gli elementi di questo sistema interagiscono fra di loro. Per praticare la permacultura è necessario seguire alcuni fondamentali principi: • Tutti gli elementi del sistema sono in interazione reciproca • Multifunzionalità: ogni elemento adempie a diverse funzioni e ogni funzione viene svolta da svariati elementi • Utilizzo energetico razionale ed efficiente sotto tutti gli aspetti, lavoro con energie rinnovabili • Sfruttamento di risorse naturali • Utilizzo intensivo di sistemi in piccoli spazi • Sfruttamento e coinvolgimento di processi e cicli naturali • Promozione e utilizzo di effetti margine (creazione di strutture dalla superficie poco estesa e altamente produttive) • Molteplicità invece di uniformità. Libro – Pag. 290 – Prezzo € 19,50
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Eventi
Consigli di lettura
Gymintima: ginnastica per donne Un metodo che permette di migliorare molti aspetti della propria femminilità Romina Rossi
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ivere la femminilità non è sempre facile: come donne si deve fare i conti con disturbi ginecologici, ciclo mestruale doloroso e più o meno irregolare, gravidanza, parto, maternità e infine bisogna affrontare i disagi della menopausa. Senza contare i problemi che molto spesso si affrontano nella sfera sessuale. Eppure esiste un metodo, sperimentato ormai da migliaia di donne, che permette di risolvere tutti questi problemi, migliorando la nostra vita sotto molteplici aspetti e anche di riacquistare la femminilità: è il Metodo Gymintima, messo appunto dalla dottoressa Simona Oberhammer. Per i lettori più affezionati di Vivi Consapevole, questo nome non è di certo una novità: di sicuro hanno letto i consigli dispensati nella sua rubrica fissa come esperta naturopata. Il Metodo Gyimintima è confluito nel libro Ginnastica Intima per Donne, in uscita per i tipi di Bis Edizioni.
Un metodo semplice alla portata di tutte
Il Metodo Gymintima è un tipo di ginnastica intima pensato per raffor-
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Simona Oberhammer ha messo a punto questo metodo in anni di studi e ricerche, grazie a un lavoro esperienziale fatto con centinaia di donne durante i suoi seminari
zare e sviluppare i muscoli pelvici, spesso sconosciuti ma che sono causa di molti disturbi (prolasso dei tessuti con formazione dell’antiestetica pancetta, sensazione di gonfiore, cistite, solo per citarne alcuni). Gli esercizi sono pensati per le parti più nascoste del nostro corpo, non visibili ma percepibili da ogni donna. È un insieme di tecniche piacevoli e rilassanti e anche divertenti. Richiedono poco tempo e alcuni di questi esercizi, detti “invisibili” si possono eseguire mentre si sta facendo altro e ovunque si sia (al lavoro, per strada, al supermercato). Simona Oberhammer ha messo a punto questo metodo in anni di studi e ricerche, grazie a un lavoro esperienziale fatto con centinaia di donne durante i suoi seminari. È questa la forza di questo metodo: l’essere stato testato da donne che ne hanno verificato l’efficacia su se stesse, rimanendo piacevolmente colpite dai moltepli-
ci benefici che si possono ottenere. Oltre a permettere di risolvere disturbi legati alla salute, il metodo di Simona Oberhammer permette di riprendere contatto con il nostro corpo, conoscerlo e viverlo in maniera consapevole, riscoprire la propria femminilità – ormai sempre più sacrificata nella nostra era. E perché no, anche di vivere una vita sessuale più soddisfacente! Il metodo è adatto a tutte le donne di qualsiasi condizione ed età: i diversi esercizi proposti sono divisi per livello e grado di difficoltà e con la pratica, ogni donna può ottenere i miglioramenti desiderati. Grazie al suo linguaggio chiaro e comprensibile Ginnastica intima per Donne si rivolge sia alle lettrici generiche che a un pubblico di professionisti: ginecologi, infermieri, ostetriche, naturopati, fisioterapisti e altri specialisti della salute che potranno trovare fra le pagine del libro tanti particolari e dettagli scientifici.
Cosa leggere Simona Oberhammer Ginnastica intima per donne Riscopri la tua femminilità con il Metodo Gymintima Bis Edizioni, 2013 Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 089 433
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Pelle sempre giovane con la Naturopatia
I cibi, le piante e gli integratori per una pelle giovane e bella Simona Oberhammer
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na pelle giovane e luminosa è prima di tutto una questione di salute: la vera cura di bellezza proviene infatti da dentro, dal nostro stato di benessere, più che da ciò che applichiamo fuori. Certo, i cosmetici sono un ottimo supporto, ma una pelle luminosa, tonica e liscia è garantita soprattutto dall’alimentazione, dalle abitudini di stile di vita e da eventuali integratori che assumiamo. La Naturopatia ha molto da offrirci al riguardo: è infatti una grande alleata non solo della nostra salute ma anche della nostra bellezza. Ecco alcuni suggerimenti utili.
Alimentarsi in bellezza
La vera crema di bellezza, quella che nutre profondamente la nostra pelle, è rappresentata da ciò che mangiamo: gli alimenti che scegliamo di portare in tavola fanno la differenza. Bastano poche settimane e i risultati si vedono, a qualsiasi età. Le verdure di stagione, per esempio, sono ricchissime di sostanze antiossidanti, che ritardano l’invecchiamento dei tessuti. Contengono inoltre molte vitamine, in particolare la C che, intervenendo nella produzione del collagene, serve a mantenere la pelle tonica ed elastica. Oppure il betacarotene (precursore della vitamina A) che, come un filtro solare, scherma l’aggressione dei raggi ultravioletti. Ecco gli alimenti più indicati per
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Certo, i cosmetici sono un ottimo supporto, ma una pelle luminosa, tonica e liscia è garantita soprattutto dall’alimentazione, dalle abitudini di stile di vita e da eventuali integratori che assumiamo
mantenere l’elasticità della pelle e quelli che aiutano a prevenire le rughe. I CIBI PER L’ELASTICITÀ DELLA PELLE Frutta secca. Contiene acidi grassi essenziali e rame che mantengono elastici i tessuti. Olio extravergine d’oliva. Apporta vitamina E, antiossidante, e acidi grassi essenziali ad azione emolliente. Uova. Hanno buone percentuali di zinco e vitamine del gruppo B, utili per la tonicità della pelle. Legumi. Contengono proteine vegetali, vitamine del gruppo B e fibre,
che depurano il corpo da scorie e tossine e nutrono la cute. Formaggi freschi. Crescenza, fiocchi di latte, caprini forniscono proteine nobili, utili per mantenere toniche le cellule cutanee. GLI ALIMENTI ANTIRUGHE Frutti di bosco. Sono ricchi di bioflavonoidi, che rafforzano i capillari, migliorano l’irrorazione sanguigna e combattono i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento precoce. Anche le altre varietà di frutta sono preziose, perché ricche di liquidi, che contrastano l’avvizzimento dei tessuti. Prezzemolo. Ha alte percentuali di
Pianeta Donna vitamina C, che migliora la circolazione e ostacola la degenerazione cellulare. Hanno proprietà simili i kiwi, gli agrumi, le fragole, i peperoni, i cavoli, le patate. Oli di semi e frutta secca. Sono ricchi di acidi grassi essenziali e vitamina E, due sostanze importantissime per mantenere i tessuti morbidi e ben ossigenati e contrastare i radicali liberi, molecole che accelerano la degenerazione cellulare. Pesci grassi (pesce spada, salmone, tonno). Forniscono la giusta quantità di proteine, che servono a mantenere integri i tessuti. Inoltre apportano grassi preziosi per l’elasticità cutanea. Riso. Ha un effetto disintossicante su tutto l’organismo, con ripercussioni benefiche sull’aspetto della pelle.
Disintossicarsi per far risplendere la pelle
Quando l’organismo è carico di tossine, la pelle ne risente subito: è più opaca, spenta, segnata dalle rughe; si evidenziano imperfezioni quali brufoli e comedoni. Al contrario, dopo un periodo di depurazione, la pelle sembra rifiorire: è più idratata, si notano meno i segni del tempo e diventa più liscia e tonica. Ecco alcune indicazioni di fitoterapia per la depurazione cutanea. UNA PIANTA PER LA PELLE: LA BARDANA (ARTICUM LAPPA) Possiede ottime proprietà detossificanti e depurative: la bardana è una pianta che permette di preparare facilmente in casa un’infusione che facilita l’eliminazione delle tossine che rendono opaca e imperfetta la cute. Come naturopata consiglio questo rimedio per tre settimane: aiuta a purificare e rinfrescare la pelle, riducendone le imperfezioni. Preparazione. Prendete 50 grammi di foglie essiccate di bardana e lasciatele in infusione in un litro di acqua
Quando l’organismo è carico di tossine, la pelle ne risente subito: è più opaca, spenta, segnata dalle rughe; si evidenziano imperfezioni quali brufoli e comedoni
bollente per 10 minuti. Bevetene tre tazze al giorno, meglio se lontano dai pasti. In alternativa: Articum lappa T.M., da assumere nella dose di 50 gocce, per 3 volte al giorno, poco prima dei pasti.
Idratare la pelle dall’interno
Con il passare del tempo l’attività dei radicali liberi si fa più intensa e influisce sulle fibre elastiche – collagene ed elastina – che costituiscono il derma, con conseguente perdita di tono, elasticità e con la formazione di rughe. Si riduce anche la capacità della pelle di trattenere acqua, contribuendo alla disidratazione, alla secchezza e ai segni del tempo. Ecco un integratore che nella mia pratica naturopatica ho constatato molto efficace per questa situazione. ACIDO IALURONICO È uno speciale mucopolisaccaride naturalmente presente nel corpo umano. Sostanza tra le più ricercate in medicina, può vantare migliaia di studi clinici. L’acido ialuronico
è davvero un eccellente idratante naturale: è infatti una delle molecole che assorbe maggiormente l’acqua in natura. Elemento importantissimo per la nostra pelle, favorisce il mantenimento dell’umidità nei tessuti e un’adeguata elasticità del tessuto connettivo. Ripristinando i livelli di acido ialuronico nel corpo, la pelle riceve la giusta idratazione e si mantiene morbida ed elastica, evitando le rughe. Siccome con l’avanzare del tempo il corpo riduce la produzione di acido ialuronico (il processo inizia già a partire dai 25 anni), a una certa età è consigliabile utilizzarlo periodicamente come integratore. Consiglio di assumere l’acido ialuronico in forma liquida, e non come compresse, perché più facilmente assimilabile, per la durata di un mese circa 3 volte all’anno. La pelle diventerà più turgida e idratata. Ne beneficia contemporaneamente ogni tipo di secchezza, per esempio quella oculare. Se si ha la costanza di seguire questi semplici consigli i risultati non si faranno attendere.
Dottoressa Simona Oberhammer È naturopata, specializzata in nutrizione, bioterapie e idrocolonterapia (USA). Ha ideato diversi metodi. Tra i principali: • Naturopatia Oberhammer®, naturalmente sani; • Eucolon®, disintossicazione intestinale; • Olofem,®, la Via Femminile. La dottoressa diffonde i suoi metodi in Italia e all’estero con libri, conferenze e corsi organizzati. Per maggiori informazioni: www. simonaoberhammer.com; facebook.com/naturopatiaoberhammer.
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Perdonare per crescere La tecnica di Tipping permette di migliorare la propria vita
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i sono libri che cambiano la vita di chi lo legge: Il perdono assoluto di Colin C. Tipping è uno di questi. Con il suo messaggio chiaro e il metodo alla portata di tutti il manuale ha contribuito a migliorare la vita di migliaia di persone in tutto il mondo. Il tema affrontato da Tipping è appunto quello del perdono che però è qualcosa di completamente diverso da quello che viene chiamato perdono in senso tradizionale. Il perdono
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assoluto proposto nel libro è un processo che permette di trasformare la sofferenza che viviamo oggigiorno, complice una società sempre più pregna di violenza, come testimonia anche la tv, in qualcosa di assolutamente diverso, che ci permetta di svincolarci dall’archetipo di vittime che incarniamo inconsciamente. Lo strumento che ci permette di attuare questo cambiamento profondo e radicale è appunto il perdono inteso come “assoluto”. Si tratta di un processo benefico, che regala padronan-
La Redazione za e migliore controllo della propria vita, più energia e salute e relazioni più sincere. E come spiega Tipping è un processo del quale non possiamo fare a meno: «Siamo entrati nel nuovo millennio e nella nostra evoluzione spirituale ci accingiamo a compiere un grande balzo in avanti. È quindi essenziale che adottiamo uno stile di vita basato sul vero perdono, sull’amore incondizionato e sulla pace, anziché sulla paura, sul controllo e l’abuso di potere. È ciò che intendo con l’aggettivo assolu-
Cosa leggere
to: qualcosa che ci porti a un cambiamento radicale, e ci permetta di compiere la trasformazione che ci aspetta».
Perdonare è uno stile di vita
Rispetto al perdono tradizionale, il perdono assoluto è molto più semplice, accessibile e immediato: non richiede la lunga applicazione e l’eroismo del primo tipo di perdono. Per poterlo mettere in atto bisogna tornare alle situazioni in cui ci siamo sentiti vittime e trasformare quell’energia negativa in un’energia positiva e costruttiva. Attraverso questo processo, abbiamo la possibilità di crescere spiritualmente: il perdono assoluto è infatti un sentiero spirituale che conferisce uno straordinario potenziale di trasformazione della coscienza. Tipping parte dal punto di vista secondo il quale qualunque problema ci capiti non va visto come una disgrazia di cui sentirci vittime, ma piuttosto come un dono e un’opportunità per far evolvere la nostra anima e avvicinarci così al nostro essere divino. Nulla di quello che ci succede è casuale. Siamo noi stessi ad attirarlo, per offrirci una grande possibilità di crescita interiore. Ma come si fa a trasformare l’energia di situazioni che molto spesso creano stallo o shock nella nostra vita? Attraverso l’amore, che deve continuare a fluire anche quando viviamo situazioni avverse. Piano piano chi sperimenta il perdono assoluto ne fa un’abitudine, trasformando questa semplice tecnica in uno stile di vita, che regala ogni giorno felicità, armonia e pace. Proprio Tipping si era accorto, nel suo lavoro di ipnoterapeuta clinico che molti dei suoi pazienti erano afflitti da malattie provocate dalla mancanza di perdono. Per questo insieme a sua moglie ha messo a punto la tecnica descritta nel libro edito da Essere Felici, che
Attraverso questo processo, abbiamo la possibilità di crescere spiritualmente: il perdono assoluto è infatti un sentiero spirituale che conferisce uno straordinario potenziale di trasformazione della coscienza permette di evolversi su più livelli dell’esistenza. Tipping è consapevole di esporre tematiche che possono risultare difficili da accettare, ma esorta comunque il lettore a tentare la strada del perdono assoluto: «Il perdono assoluto è una sfida, un invito a trasformare radicalmente la nostra percezione del mondo e la nostra interpretazione di quanto ci succede nella vita, di modo che possiamo smettere di fare le vittime. Il mio unico scopo è quello di aiutarvi in questo cambiamento. Mi rendo perfettamente conto che per qualcuno le idee proposte in queste pagine potranno risultare quasi inaccettabili, soprattutto per chi ha subìto grandi violenze e si sente ancora pieno di dolore. Vorrei che, qualunque sia la vostra condizione personale, provaste a leggerlo con mente aperta, disposti a verificare se il suo contenuto vi aiuta a sentirvi meglio». La lunga esperienza decennale di corsi durante i quali è stata usata la tecnica del perdono assoluto e le persone che testimoniano di avere cambiato radicalmente la loro vita in meglio dopo il perdono,
sono il miglior biglietto da visita per Tipping, che è fiducioso di fare parte di un progetto più alto e divino: «L’incredibile risposta dei lettori mi fa sentire ancor di più un piccolo strumento nelle mani di qualcosa di grande; non c’è voluto molto prima che mi rendessi conto di essere usato dallo Spirito per far circolare questo messaggio, di modo che potessimo tutti quanti guarire, innalzare la nostra vibrazione e tornare alla nostra vera dimora. Sono grato di aver potuto rendere un tale servizio».
Cosa leggere Colin C. Tipping Il perdono assoluto Perdonare per crescere Essere Felici, 2010 Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 089 433
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Calendario degli Eventi Autunno 2013 SETTEMBRE
OTTOBRE
7-10 settembre Fiera SANA 25° salone internazionale del biologico e del naturale Bologna – Quartiere fieristico www.sana.it
5-6 ottobre Fiera Biosalus – Festival nazionale del biologico e del benessere olistico Urbino (PU) – centro storico della città www.biosalusfestival.it
13-15 settembre Corso Come realizzare una foresta commestibile Docenti: Elena Parmiggiani Bagno di Romagna (FC) Fattoria dell’Autosufficienza www.autosufficienza.com 19-21 settembre Fiera klimaenergy Fiera internazionale energie rinnovabili per usi commerciali e pubblici Bolzano – fiera www.fierabolzano.it 28-29 settembre Corso distillare oli essenziali e idrolati Docente: Massimo Corbara Sarsina (FC) 349 4248355 info@1virgola618.it 28-29 settembre Corso Uso sostenibile dell’acqua Docente: Stefano Soldati S. Giuliano Milanese (MI) www.laboa.it 28-29 settembre Corso di Gioielli Energetici con pietre e cristalli Docente: Giovanna Bellini Ripe (AN) – La città della Luce www.lacittadellaluce.org
5-6 ottobre Corso laboratorio di caseificazione (fare il formaggio) Docente: Lorenzo Bruschi Milano – Scuola di pratiche sostenibili www.scuoladipratichesostenibili.org 11-12 ottobre Fiera Yogafestival Milano Milano – Superstudio più, via Tortona 27 www.yogafestival.it/; info@yogafestival.it 12-13 ottobre Corso di eco-calzatura: impara a realizzare le tue eco-ballerine Docente: Raquel Maria Ripoll Sala Ripe (AN) – La città della Luce www.lacittadellaluce.org 12-13 ottobre Laboratorio di autoproduzione di saponi e creme naturali - Docente: Francesca Moccia e Lorena Mariani Milano – Scuola di pratiche sostenibili www.scuoladipratichesostenibili.org
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17-20 ottobre Fiera Abilmente Mostra-atelier internazionale della manualità creativa Vicenza fiera www.abilmente.org 19 ottobre Guarire con i numeri Seminario dal vivo con Petra Neumayer Bellaria (RN) – Pal. del Turismo www.diapasonbooking.com 26-27 ottobre Corso T. Colin Campbell, L’autore di The China Study ritorna in Italia! Vicenza www.diapasonbooking.com 26-27 ottobre Corso sulle coltivazioni arboree Docente: Giovanni Zanni Milano – Scuola di pratiche sostenibili www.scuoladipratichesostenibili.org NOVEMBRE 2 novembre Laboratorio di detergenti naturali per la casa fai da te Docente: Giulia Landini Milano – Scuola di pratiche sostenibili www.scuoladipratichesostenibili.org 6-9 novembre Fiera Ecomondo Rimini fiera www.ecomondo.com
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