“Mowgli tra noi”
Esperienza di didattica collaborativa a distanza tra le classi 3-4-5 dell’Istituto Comprensivo di Brivio
Relazione finale di Isa Maria Sozzi
Descrizione della situazione di contorno. Il progetto di didattica collaborativa a distanza, che è argomento di questa relazione, nasce come una proposta da me avanzata, in quanto funzione strumentale dell'area 2 – formazione e multimedialità, ai componenti della commissione multimedialità dell'istituto comprensivo di Brivio e, per loro tramite, a tutti i docenti. Ma per comprendere pienamente le motivazioni che mi hanno spinto a proporre all'interno della commissione multimedialità il progetto “Mowgli tra noi” è necessario aver presente la situazione e la storia dell'Istituto Comprensivo di Brivio. A seguito della verticalizzazione e della riorganizzazione operata nella provincia di Lecco, nell'anno 2000 è stato creato il nuovo istituto, comprendente le scuole elementari e medie dei comuni di Airuno e Brivio, cui l'anno seguente si è aggiunta una scuola dell'infanzia. Le sei scuole, però, non potevano avere un background più differente: nel personale, nelle strutture, nelle dotazioni, sia nello stile di organizzazione. La scuola dell'infanzia di Airuno era una scuola comunale, statalizzata nel 2001. Ha avuto un cambio totale di docenti, con un anno di personale a tempo determinato, e di organizzazione. Nel primo anno in cui è entrata a far parte dell'istituto le docenti, tutte con incarico a tempo determinato, hanno mostrato vivo interesse per l'informatica, benché il plesso fosse completamente sprovvisto di computer, ed hanno seguito più moduli interni di formazione sulle nuove tecnologie. Purtroppo la formazione non ha avuto ricadute didattiche, perché l'anno seguente sono arrivate docenti a tempo indeterminato, senza formazione. Delle tre scuole elementari solo il plesso di Airuno, dove io insegno, aveva un laboratorio informatico nel complesso adeguato e funzionante. Le altre due scuole erano dotate di un solo computer, scarsamente usato per la verità, ma soprattutto erano carenti dal punto di vista della formazione del personale. Non che la direzione didattica di provenienza non avesse offerto momenti formativi, ma l'accoppiata un solo computer/poche competenze /scarsa progettualità aveva fatto il resto. Lo stile organizzativo, in modo particolare, è stato quello dove sono emerse le differenze più evidenti. Da una parte una scuola abituata a proporre e “disporre” senza le imposizioni dall’alto, quindi sempre pronta a cogliere per prima le novità e le proposte, in tutti i campi. Dall’altra due scuole abituate ad una dirigenza impositiva, perciò poco abituate a iniziative e proposte autonome, maturate dalle esperienze e dalle esigenze “della base”. Delle due scuole medie, una aveva un laboratorio di medio livello e una docente molto preparata e motivata all'uso delle nuove tecnologie nella didattica. Purtroppo tale entusiasmo, instillato anche nei ragazzi, non era adeguatamente condiviso e sostenuto dagli altri docenti in progetti interdisciplinari. L'altra presentava (presenta tuttora) problemi di strutture. In un edificio vecchio e al limite dell'agibilità, i pochi computer erano stati traslocati in un'aula, posta presso la scuola elementare, ma senza adeguate caratteristiche di sicurezza. I tempi persi per gli spostamenti, le macchine decisamente vetuste, il continuo avvicendamento del personale a tempo determinato, l’assenza di formazione e il fatto che l'informatica fosse vista come una materia, quindi competenza di un docente “...altro”, praticamente avevano lasciato i computer inutilizzati. Viste queste premesse il primo passo è stato quello di realizzare in tutte le scuole un laboratorio minimo, meritevole di questo nome, naturalmente tenendo conto delle risorse umane presenti. Nel frattempo hanno preso avvio programmi di formazione e alfabetizzazione interni e i vari corsi ForTic A, D.M. 61 e D.L. 59, di cui sono stata tutor. Ora la situazione è decisamente migliorata, ci sono sempre difficoltà economiche e la formazione richiede impegno costante, ma tutte le scuole hanno la possibilità di “fare” o “pasticciare” al computer. Inoltre recentemente una grande azienda ha dismesso alcuni computer portatili, abbastanza recenti e in buono stato, con l’unico limite delle batterie deteriorate. Ne abbiamo ampiamente approfittato, portando a casa cinquanta macchine che hanno notevolmente abbassato il rapporto computer/allievi.
SITUAZIONE ANNI 2000-2001 Provenienza Anno istituto N° classi N° alunni N° docenti * Docenti T.I/T.D. N° docenti con competenze anche minime ICT Laboratorio informatico N° computer - tipo
Scuola infanzia Airuno
Scuola elementare Airuno
Scuola elementare Beverate
Scuola elementare Brivio
Comunale
D.D. Olgiate Molgora
D.D. Robbiate
D.D. Robbiate
2001 3 75 7 0/7
2000 7 130 14 13/1
2000 5 60 8 7/1
2000 5 100 9 9/0
Scuola media Airuno S.M. “G. Carducci” Olginate 2000 6 100 14 8/6
0
8
0
0
1
2
No
Sì 6- PII 200 Win 98 1- P100 Win 95 portatile 2 -286 Dos Scanner masterizzatore ester. videoproiettore macchina fotografica digitale stampanti Sì Sì - modem 1 postazione
No
No
No
Sì
1 PII 300 Win 98
1 PII 300 win 98
3 PII 2-300 win 98
8 PIII 500 win 98
Scanner stampante
Scanner stampante
Scanner stampante
Scanner stampante videoproiettore
No
No
No
No
No
No
Altro hardware significativo L.A.N. Accesso Internet Uso computer per documentazione (docenti) Uso didattico computer Tipologia utilizzo Progetti significativi
Altri progetti - attività
No No
Scuola media Brivio S.M. “E. Gola” Olgiate Molgora 2000 6 90 13 6/7
Sì Sì - ISDN fino 4-5 postazioni
No
Sì
No
No
Scarso
Scarso
No
Sì
No
No
No
1 docente Ipertesti presentazioni
Testi- ipertesti PSTD S.e.T. B.I.M. (Biblioteca multimediale di rete) Ambiente ed ecologia Storia locale
Tempo prolungato Laboratorio musicale Sport
* Il numero dei docenti si riferisce alle persone effettivamente in servizio presso il plesso in questione. Comprende i docenti con part-time e quello con orario cattedra limitato o suddiviso su più scuole. I posti in organico sono notevolmente inferiori! SITUAZIONE ANNI Scuola infanzia Scuola elementare Scuola elementare Scuola elementare Airuno Airuno Beverate Brivio 2004-2005 N° classi 3 7 5 5 N° alunni 75 130 60 100 N° docenti * 7 14 8 11 Docenti T.I/T.D. 0/7 13/1 7/1 9/2 N° docenti con compe2 13 4 5 tenze anche minime ICT Laboratorio informatico Sì Sì Sì Sì N° computer - tipo 6- PII 200 Win 98 3 - P IV 3.0 Win XP 5- PIII 800 Win Home 9- PII 200-300 Win 2000P portatile 1- P IV 2.8 Win Xp 98 3 - PIII 500 Win 98 2- P IV 3.0 Win XP portatile 5- PIII 800 Win Home 5- PIII 800 Win 2000P portatile 1- P IV 2.8 Win Xp 2000P portatile portatile Altro hardware Scanner significativo masterizzatore ester. videoproiettore Scanner Scanner Masterizzatore macchine Stampante Stampante Scanner fotografiche digitali Macchina fotografica Macchina fotografica Stampante Stampanti A3 digitale digitale Microscopio web-cam Tavoletta grafica L.A.N. No Sì Sì Wireless Sì Accesso Internet Sì - modem 1 Sì - modem 1 Sì - modem 1 No postazione postazione postazione Uso computer per docuSì Sì Sì Sì mentazione (docenti) Uso didattico computer Sì, non sistematico Sì Sì Sì Tipologia utilizzo Software didattico Software didattico Software didattico Software didattico -testi – ipertestitesti testi presentazioni Presentazioni – presentazioni presentazioni montaggio video Progetti significativi E.S.T. Altri progetti - attività Ciack…si gira
Scuola media Airuno 6 100 14 8/6
Scuola media Brivio 6 90 13 6/7
5
6
Sì
Sì
4 PII 2-300 win 98 20- PIII 800 Win 2000P portatile
8 PIII 500 win 98 4 PIII 800 win Me 15- PIII 800 Win 2000P portatile
Scanner stampante (usa quello della scuola primaria)
Scanner stampante videoproiettore Macchina fotografica digitale Videocamera digitale
No No
Sì Sì – Adsl tutte le postazioni
Sì
Sì
Sì
Sì
Software didattico testi presentazioni
Software didattico ipertesti presentazioni
E.S.T. Tempo prolungato Laboratorio musicale Sport
Il progetto “Mowgli tra noi” nasce proprio come passo successivo. Dopo aver realizzato le strutture, creato le risorse tecniche e umane minime, bisognava dare attuazione alla didattica assistita dalle nuove tecnologie. Per molti docenti, a questo punto, si è trattato di dover reinventare il proprio modo di pensare il computer e non solo. Con l’introduzione della legge di riforma Moratti anche l’informatica è entrata nella scuola come “materia” obbligatoria, fatta usando i computer (si spera, visti i fondi …inesistenti!). Pur avendo indicazioni specifiche, non ci sono prescrizioni per quanto riguarda gli accorpamenti disciplinari e l’insegnante “titolare”. E’ sottinteso che tutti i docenti di un’équipe pedagogica, ciascuno nello specifico delle proprie materie, possano usare i computer per approfondire un aspetto delle indicazioni nazionali. Certamente le indicazioni per la scuola primaria sono abbastanza globali e lasciano molto spazio al singolo insegnante di svilupparne i contenuti, ma vengono emanate circolari e suggerimenti ai tutor-formatori di consigliare l’uso di piattaforme, molto strutturate e rigide (vedi www.ildivertipc.rai.it) Anche nel mio istituto si è discusso su come affrontare il nuovo compito e la domanda più frequente è stata: “So usare abbastanza il computer, ma cosa faccio in classe con gli alunni?” Un primo passo è stato quello di utilizzare i software didattici più o meno gratuiti, reperibili anche in rete. Spesso però non sono risultati all’altezza delle aspettative: troppo onerosi in termini di tempo e di costi (costi per tutte le licenze, requisiti minimi di sistema, problemi di installazione e gestione, compatibilità, ecc.), troppo limitati nei contenuti, pensati più per una didattica “tradizionale” volta a sviluppare competenze strumentali ed un uso delle Nt da istruzione programmata (ben vengano l’ortografia, la grammatica e le abilità di calcolo, ma non sono quelle le sole competenze da sviluppare) che competenze metacognitive. Inoltre gli alunni, dopo poco tempo, mostrano segnali di noia e cercano un altro “gioco”: i videogiochi classici sono decisamente più accattivanti delle farfalle che interrogano sulle tabelline! Anche la visione, più che l’esplorazione, di cd-rom multimediali comporta dei problemi. I bambini e i ragazzi, secondo la mia esperienza, sembrano preferire l’essere autori di un prodotto piuttosto che semplici fruitori. Dire ad una classe di lavorare ad un materiale che verrà pubblicato in Internet dà moltissima soddisfazione e sprona gli studenti a lavorare con impegno e “disciplina”. Usare altri software e pensare a progetti di più ampio respiro, richiede però molte competenze tecniche e disponibilità a lavorare in team. Partire subito con un progetto ambizioso, ma probabilmente destinato a fallire, avrebbe creato più danni che benefici, tenendo conto soprattutto delle aspettative degli alunni e non solo. In particolare i genitori, sommersi dalla pubblicità mediatica (più inglese, informatica, …) della riforma si aspettano fatti e lavori visibili. Purtroppo o per fortuna, l’informatica non ha un quaderno o un libro di testo, anche se alcuni docenti ne lamentano la mancanza. L’informatica ha il computer e i suoi prodotti, per lo più, sono immateriali. Cosa fare allora per coinvolgere in un progetto comune gli insegnanti più preparati e quelli appena alfabetizzati, se non del tutto digiuni di tecnologie didattiche? L’idea è nata dalla collaborazione, ormai di lunga data, tra me e la collega Claudia Bongiolatti, funzione strumentale area 3 - collaborazione con enti esterni (in particolare B.I.M. Biblioteca Interscolastica Multimediale). Insieme abbiamo elaborato progetti per la nostra scuola riguardanti l’integrazione tra vecchie e nuove tecnologie (progetto “Clicca un libro, leggi un computer”), insieme abbiamo coordinato il lavoro di storia locale (progetto “Airuno, nella prima metà del ‘900”), concluso con la realizzazione di un cd-rom distribuito a tutte le famiglie. Ci siamo confrontate anche in questo frangente ed è nata l’idea di integrare, con l’aiuto delle nuove tecnologie, il progetto “Mowgli, a scuola con noi” della commissione biblioteca. Ogni anno la commissione biblioteca propone a tutte le classi dell’istituto la lettura di uno o più libri, su un argomento comune, da sviluppare poi con produzioni varie (cartelloni, giochi, esplorazioni sonore, oggetti, ecc.) su temi correlati, da esporre in occasione della mostra di fine anno.
Numero di classi coinvolte, di insegnanti, di ragazzi che hanno partecipato alla sperimentazione. Ho proposto allora di partire dalla fine del libro “Il libro della giungla”, che avrebbe dovuto essere letto in classe, ma che i bambini conoscono abbastanza bene attraverso film e cartoni animati, per inventare il proseguimento della storia, immaginando che Mowgli fosse improvvisamente iscritto nella nostra scuola. Per questo primo esperimento di collaborazione ho consigliato di limitare il gruppo di classi coinvolto, anche per ovviare ad eventuali problemi o difficoltà incontrate. Infatti, questa scelta si è rivelata opportuna. Discutendo con le colleghe della commissione multimediale, si è deciso di scegliere le classi terze, quarte e quinte della scuola primaria. Questa scelta è motivata dalle seguenti ragioni: •
Nella scuola primaria le insegnanti sono abituate a lavorare in team, affrontando insieme i diversi argomenti,
•
In queste classi operano in percentuale maggiore insegnanti con competenze relative alle nuove
tecnologie •
Anche una buona percentuale di bambini aveva già avuto un approccio al computer
Perciò le classi coinvolte sono state 11, con 187 alunni e 18 insegnanti (di classe, specialisti L2, sostegno). scuola
classe
alunni
insegnanti
Primaria Airuno
3 sez. A 3 sez. B 4 sez. A 5 sez. A 5 sez. B 3 sez. A 4 sez. A 5 sez. A 3 sez. A 4 sez. A 5 sez. A
18 17 20 15 14 20 10 12 20 21 20
}3
Primaria Beverate Primaria Brivio
} 3
} }
3 4
}5
Descrizione di contenuti, tempi, luoghi, fasi, modalità e strumenti. Gli obiettivi didattici da sviluppare si sono concentrati nelle due aree principali coinvolte: lingua italiana e informatica. Gli obiettivi primari relativi all'area linguistica in italiano: 1) Ascolto e comprensione a) sviluppo del gusto della lettura b) promozione della capacità di ascolto e comprensione c) comprensione letterale ed inferenziale 2) produzione a) scrittura di testi finalizzati a diversi scopi comunicativi b) scrittura di testi, in modo personale ed usando un lessico appropriato c) uso di diversi registri linguistici in relazione alle diverse esigenze comunicative Per informatica: 1) procedure generali a) accensione e spegnimento del computer b) apertura e chiusura di programmi c) salvataggio di file nel percorso predefinito d) salvataggio di file nel percorso scelto e) apertura di file già salvati 2) uso dell'elaboratore testi e relativa formattazione a) uso della tastiera per l’immissione dei caratteri (maiuscole, caratteri accentati e particolari) b) formattazione dei testi (carattere, dimensione, colore, allineamento) c) inserimento di immagini (dimensioni e disposizione del testo) d) stampa 3) uso di un semplice programma di grafica (Paint e/o Drawing for children) a) creazione di disegni liberi e a tema usando gli strumenti disponibili b) salvataggio con eventuale scelta del tipo di file (solo IV e V) 4) uso dello scanner a) scansione di disegni, senza modifica delle impostazioni definite dall’insegnante b) eventuale uso di semplici strumenti di ritocco (ridimensionamento, ritaglio, clone, gomma) c) salvataggio 5) uso della posta elettronica come strumento di comunicazione a) apertura del programma b) creazione di un nuovo messaggio con elementi di base (indirizzo, oggetto, corpo messaggio) c) inserimento di allegati Naturalmente durante il procedere del lavoro sono emerse tematiche relative ad altri obiettivi compresi nel progetto generale di istituto, quali quelli relativi alla convivenza civile, all’intercultura e all’educazione ambientale. La fase prettamente organizzativa non è stata semplice. Quando si usano le nuove tecnologie bisogna aver chiaro il protocollo da seguire e rispettarlo alla lettera. Lavorando con computer diversi, nonostante le
indicazioni, ci sono stati problemi con le diverse versioni di un software, con i formati delle immagini e le dimensioni dei file da inviare per posta elettronica, solo per citare quelli più rilevanti. E’ stata affrontata anche la discussione riguardante la scelta del software, cioè quale/i programmi usare e perché. In molto casi vengono preferiti software prodotti da Microsoft, perché ritenuti migliori e più facili, ma problemi di budget ci hanno costretto a puntare su altri pacchetti. Si è discusso se l’uso scolastico di un solo tipo di prodotto non contribuisca a creare o favorisca una situazione di monopolio. Organizzativamente si è deciso di: •
Assegnare ad ogni classe (o classi parallele) 15 giorni per realizzare e digitalizzare la storia
•
Usare un formato doc o html per il salvataggio dei file, lasciando libera ciascuna classe di scegliere il software da usare (scelta prevalente MsWord)
•
Usare le formattazioni preferite per titoli, testi ecc.
•
Scansire le immagini a 75 dpi circa, in formato jpg
•
Inviare il/i file ottenuti con la posta elettronica alla classe successiva e per cc alla responsabile del progetto.
•
Seguire una tabella concordata (3e di Airuno, 3a di Beverate, 3a di Brivio, 4a di Airuno e così via) per il passaggio dei capitoli.
•
Ricevere e leggere le varie puntate con un turno di ritardo (le varie classi ricevono quanto inventato dalle 3e di Airuno dopo 30 giorni, ecc.).
•
Nel frattempo la responsabile di progetto provvede ad inserire il capitolo nell’apposita pagina Web del sito di istituto
•
L’incipit della storia scelto: “All’improvviso, sentiamo bussare alla porta. Entra un nuovo bambino….”
•
Ciascuna classe può scegliere liberamente “le avventure” di Mowgli, ma deve lasciare il finale aperto per l’invio alla classe successiva.
La decisione di usare come formato di diffusione la pagina web è stato da me consigliato per ridurre al minimo i problemi di compatibilità. La quasi totalità delle nostre famiglie, che possiede un computer, ha programmi Windows. Solo un numero ristretto possiede degli Apple, non conosco nessuno che abbia dichiarato di avere un sistema Linux. Nonostante ciò elaborare un prodotto di altro tipo avrebbe richiesto, per la visualizzazione, accorgimenti particolari (vedi le difficoltà descritte successivamente per la presentazione) o la disponibilità di versioni particolari di uno stesso software. Scegliere un output a stampa, praticabile in termini di fattibilità, è stato scartato per i costi delle cartucce. Le pagine web richiedono solo un comune browser (nel nostro caso la struttura molto semplice non crea complicazioni con i diversi tipi di browser), possono essere distribuite su supporto fisico , inviate per posta elettronica (solo poco più di 2 Mb) o fruite direttamente via Internet. In media ogni classe ha impiegato circa 10 ore di lavoro (2-4 per l'invenzione della storia, 2-4 per la preparazione dei materiali e delle illustrazioni, 2-4 per la digitalizzazione, 1 ora per le comunicazioni) più il tempo per la lettura delle produzioni altrui. Le classi di Airuno, in particolare le terze, hanno svolto anche attività per la produzione e registrazione digitale di sottofondi musicali presso il laboratorio musicale (8 ore preparazione, 2 ore per l’esecuzione). Successivamente si è pensato di presentare il lavoro ai genitori ed ai cittadini, in concomitanza con uno spettacolo teatrale sul tema dell’acqua. Certamente proiettare delle pagine web, sia pure su grande schermo, non avrebbe ottenuto un esito molto attraente. All’inizio si è pensato di inserire nelle varie slide le immagini già disponibili e di far leggere la storia ai bambini, man mano che le diapositive scorrevano. L’effetto ottenuto, però, non mi soddisfaceva in pieno: troppo statico. Ho provato a scontornare dai disegni i personaggi e salvarli come immagine separata da animare con gli effetti a disposizione. Visti i tempi ristretti a disposizione e gli strumenti da utilizzare (programma di fotoritocco e salvataggio in vari formati), ho lavorato personalmente per almeno una trentina di ore. Coi ragazzi, invece, nelle settimane successive abbiamo inserito i commenti vocali, utilizzando il registratore di suoni e animato le diapositive a tempo con le parole. Nonostante il notevole impegno richiesto è stato molto piacevole e soddisfacente ciò che è uscito
Eventuali difficoltà incontrate, sia tecniche che metodologico-didattiche Durante il lavoro ci sono stati diversi problemi e difficoltà, tecniche e di competenze, che hanno fatto temere il fallimento dell’esperienza. Tra le difficoltà tecniche: • Blocchi di sistema e conseguenti perdite di lavoro
• Interferenze e incompatibilità tra scheda di rete wireless e scanner in un plesso • Virus • Connessioni a 56 kps Maggiori le difficoltà per scarse competenze e mancato rispetto del protocollo concordato • Mancato rispetto dei tempi (a volte incolpevole per troppi impegni) • Formati non concordati (in particolare le immagini scansite a 300 dpi e salvate in formato bmp creano problemi con la posta elettronica e connessione lenta! E non possono essere salvate su floppy) • Mancato uso di un programma per comprimere i file • Scarsa competenza con il masterizzatore (cd non chiusi) Quindi si è trattato di sollecitare i ritardatari, di richiamare le norme concordate, magari intervenendo nelle scuole per consulenze sui singoli software. Alla fine tollerando l’invio dei file su floppy o cd, con passaggio manuale, quando la posta elettronica finiva per essere più lenta di una lumaca. Ogni classe ha inventato la propria parte di storia, scrivendola subito al computer oppure ricopiando la traccia scritta a mano. L’invenzione è stata un lavoro collettivo, con un segretario-scrivano per la bozza. Poi ogni alunno ha trascritto un pezzetto al computer, quasi sempre lavorando in coppia. La maggioranza dei gruppi ha lavorato usando word, tre classi hanno usato l’editor di testi di Sun StarOffice 7 e una classe ha editato direttamente in html con FrontPage Express. Perciò per inserire i testi nel sito ho dovuto convertire e ripulire il codice dei file usando anch’io FrontPage Express. Le immagini sono state realizzate con metodi tradizionali e scansite, con tutte le difficoltà elencate prima. In qualche caso ho dovuto manipolare non poco il file per alleggerirlo, prima di inserirlo nel file definitivo. Un problema che è emerso, a cui non è stato possibile porre rimedio, è stato la resa grafica di certi disegni. L’uso di pastelli dà un’ottima resa su carta, con effetti e sfumature delicate, ma fornisce immagini digitalizzate generalmente sbiadite e scarsamente contrastate. Per le mie limitate capacità nel fotoritocco non sono riuscita ad avere risultati paragonabili ai disegni realizzati con pennarelli, più brillanti e luminosi. Ho anche progettato la semplicissima interfaccia delle pagine, con pulsanti di navigazione testuali standardizzati. Durante l’elaborazione dei diversi capitoli ho cercato di migliorare l’interfaccia, uniformando l’impostazione grafica delle pagine (stessi font, dimensioni e colore, sfondi, dimensioni e disposizione delle immagini).
Vantaggi e svantaggi (vedi le voci del punto 1). Le fasi previste hanno consentito a tutte le classi di partecipare, pur con ovvie differenze e difficoltà. All’inizio alcuni insegnanti avrebbero preferito realizzare lo stesso progetto senza strumenti tecnologici, visti come un ulteriore carico di lavoro. Alla fine sono prevalse le considerazioni rispetto alla motivazione degli allievi, alla soddisfazione dei genitori e ai vantaggi della facilità di conservazione, diffusione e duplicazione dei materiali, con relativamente poco impegno. Tutti i bambini aspettavano con ansia l’arrivo del nuovo capitolo. I miei, quando si approssimava la data di scadenza per l’invio di una successiva puntata, erano ansiosi di scaricare le mail e rimanevano veramente delusi quando, per quel giorno, non trovavano il messaggio desiderato. Anzi i problemi con la posta elettronica sono stati proprio i più gravi ed evidenti. I genitori all’inizio erano un po’ scettici, per dirla con un eufemismo. Una parte evidentemente pensava ai pericoli della rete e delle comunicazioni “non protette”, altri ritenevano il progetto al di sopra delle possibilità di alcune scuole e di molti non navigatori. Proprio per venire incontro al numeroso gruppo di famiglie che non possiede un computer o non lo sa usare, abbiamo pensato di rendere pubblico il prodotto finale, non nella sua forma originale, ma tramite una presentazione animata. Alla fine si sono mostrati sorpresi per i risultati, soprattutto quando hanno capito il valore della metodologia e non solo del prodotto in sé. Il lavoro di trasformare delle pagine web in una presentazione, nato come idea durante una riunione collegiale, si è ben presto rivelato più impegnativo del previsto. All’inizio si è pensato di inserire nelle varie slide le immagini già disponibili e di far leggere la storia ai bambini, man mano che le diapositive scorrevano. L’effetto ottenuto, però, non mi soddisfaceva in pieno: troppo statico. Ho provato a scontornare dai disegni i personaggi e salvarli come immagine separata da animare con gli effetti a disposizione. Le prime slide sono venute decisamente accattivanti e le colleghe mi hanno esortato a continuare, ma a una settimana dalla data prevista per la presentazione al pubblico ho dovuto fare qualche nottata al computer per manipolare tutte le immagini, a volte anche riacquisendo gli originali. Insomma bisogna proprio progettare a tavolino le fasi del lavoro e non modificarle troppo in itinere, per non ritrovarsi con l’acqua alla gola. Anche l’impegno degli insegnanti più inesperti è stato compensato. Il prodotto finale ha smussato le differenze tecniche presenti nei file originali, quindi non ci sono stati dislivelli e confronti fra classi e scuole, cosa paventata da alcuni. Avere un file, che può essere consultato e distribuito così com’è, via Internet o su un floppy, e navigato con un browser normalmente presente su tutti i computer, ha diminuito le difficoltà relative alla compatibilità dei diversi programmi. La scelta digitale ha fatto risparmiare un sacco di fotocopie, nei vari passaggi (quando avvenuti come programmato) ed ha permesso ad alcune classi che lo desideravano di stampare un piccolo libretto, di buona qualità, con tutta la storia.
Abilità acquisite dagli insegnanti e dagli alunni Non essendo tutti gli alunni e tutti gli insegnanti allo stesso livello di partenza, per alcuni si è trattato di conseguire degli obiettivi minimi, per altri le performance raggiunte sono state di più alto livello. In generale, gli alunni e gli insegnanti con livello di partenza più basso (classi inferiori o senza esperienze tecnologiche) hanno lavorato soprattutto sull’elaboratore testi, per ottenere le competenze previste dalla programmazione. Come già evidenziato in precedenza l’uso della posta elettronica ha creato le maggiori difficoltà, sia per la lentezza dei collegamenti, sia per la scarsa abitudine all’uso del mezzo. Nel corso del tempo, però, ho notato che sono aumentate le comunicazioni via mail tra i plessi dell’istituto, tra i componenti delle commissioni ed anche tra docenti e dirigenza (in apposita circolare interna è stato reso obbligatorio l’invio o la consegna di tutte le comunicazioni anche in formato digitale!) Nelle situazioni più favorevoli, dove l’uso dei computer era praticato da più anni, si è puntato maggiormente sulla manipolazione delle immagini e successivamente sull’uso degli strumenti di presentazione.
Modalità di relazione osservate tra alunno e docente (analogie e differenze con le altre situazioni d’apprendimento.) L’uso del computer modifica notevolmente le relazioni tra alunno ed insegnante. Nelle classi dove opero, quando si va in aula informatica, gli alunni diventano più propositivi ed attivi. Qualcuno si lancia in “esplorazioni” personali dei vari menu, altri, di solito distratti e poco motivati, sembrano rianimarsi e sono molto stimolati dai buoni risultati ottenuti. Con l’uso dell’elaboratore testi vengono messi in secondo piano i problemi relativi all’ortografia (dislessia), segnalati e corretti con l’aiuto del software, così forse l’intervento dell’insegnante è visto come meno valutativo e più propositivo (se clicchi lì, guarda cosa succede … non vorresti mettere una decorazione …). Devo rimarcare che ho due allieve con grossi problemi di comunicazione. In pratica in un anno scolastico io e le mie colleghe siamo riuscite a strappare dalle loro bocche, al massimo, dei sì e dei no. Quando abbiamo proposto di inventare la storia e di scriverla al computer, siamo rimaste esterrefatte: non solo hanno partecipato alle conversazioni, ma hanno interpretato loro stesse nella registrazione del PowerPoint, leggendo la parte (né con blandizie, né con minacce eravamo mai riuscite a farle leggere a voce alta!).
Modalità di relazione osservate tra alunno ed alunno (analogie, differenze …) Anche nelle relazioni tra alunni ho notato delle differenze. Prevale un rapporto di collaborazione e cooperazione. I consigli dati ad un bambino sull’uso di un particolare strumento, nel giro di pochi minuti vengono passati a tutta la classe. Il clima di solito è più sereno e, nonostante gli spostamenti per vedere il lavoro degli altri e per lo scambio di suggerimenti e consigli, c’è più tranquillità e serenità del solito. Per il numero insufficiente di macchine spesso si deve lavorare a coppie, se non in tre. In linea di massima tutti riescono a lavorare senza litigare, turnando nei compiti.
Modalità di relazione osservate tra docente e docente (analogie e differenze …) Nella scuola elementare siamo abituate a lavorare in team. Di solito i team sono formati da tre o quattro docenti (lingua italiana, lingua straniera, matematica e scienze, area antropologica). Ad Airuno circola una battuta scherzosa sulla relazione tra le docenti: i team sono più stabili di certi matrimoni. Infatti, salvo cause di forza maggiore (pensionamenti, trasferimenti o variazioni d’organico), molte persone lavorano insieme da innumerevoli anni. Io lavoro con la collega dell’area antropologica da ben sedici anni e con quella dell’area linguistica da quasi dieci. Per noi e per le altre è stato “pacifico” suddividerci i compiti: una per l’invenzione della storia, l’altra preparare le immagini e infine io per “passare” il tutto al computer. Si sono modificati in qualche misura i rapporti tra i docenti dei diversi plessi. A parte un aumento delle comunicazioni via e-mail (decisamente incentivate anche dal dirigente scolastico) sono aumentati gli scambi di consigli e opinioni tecniche tra i più ed i meno esperti. Potrei quasi azzardare un paragone simile a quello che capita con gli alunni: chi riceve un consiglio, poi lo passa agli altri. L’idea di inserire il commento vocale con la lettura della storia da parte dei bambini è già stato riutilizzato da più di un docente in altri prodotti, sia a livello di scuola dell’infanzia che di scuola secondaria (in precedenza nessuno lo aveva mai provato). Questa esperienza poi ha costituito un incentivo o un punto di partenza per altri lavori, realizzati da vari docenti, che prima non si erano mai “buttate”, temendo appunto le difficoltà e i problemi di riuscita.
Valutazione delle tecnologie e del materiale usato Ricchezza/correttezza/interesse contenuti Il prodotto in effetti è ben minimo rispetto a tanti altri. Il suo valore sta nell’aver fatto partecipare ed usare per la prima volta gli strumenti multimediali a molti alunni e docenti. L'uso dei sussidi informatici è stato solo uno dei modi utilizzati per sviluppare competenze linguistiche. Nello stesso tempo il progetto "Mowgli tra noi" ha previsto momenti nel laboratorio musicale (l'istituto è sede di uno dei laboratori della provincia) per la sonorizzazione degli "ambienti" inventati e i brani registrati costituiscono la documentazione sonora del progetto, di solito trascurata, a vantaggio di quella visiva e testuale. Funzionalità didattica Come ogni iniziativa che si discosta dal tradizionale modo di insegnare, all’inizio ha suscitato qualche dubbio in alcuni insegnanti, soprattutto timorosi dell’impatto con le nuove tecnologie. Poi si è visto che l’impegno richiesto non ha stravolto i ritmi normali della classe, se non i qualche caso dove si sono sovrapposti molti impegni. Facilità d’accesso e fruizione La parte realizzata in html, oltre ad essere accessibile tramite Internet, non presenza problemi di compatibilità, perché può essere salvata e diffusa su periferiche rimovibili e necessita del solo browser di default. Gli strumenti di navigazione sono semplici e limitati. La presentazione, invece, richieste la presenza sul computer di un programma specifico o almeno del relativo visualizzatore. E’ stato usato PowerPoint nella versione 97, proprio per dare la massima compatibilità all’indietro, senza far perdere effetti. La diffusione a cura delle insegnanti di classe, qualche volta, ha generato dei problemi: mancanza del visualizzatore, non salvataggio del set dei caratteri usati ecc.
Valutazione dell’esperienza in termini di arricchimento professionale Non è la prima volta che lavoro con le nuove tecnologie in un progetto che coinvolge più classi e docenti, ma è stata la prima volta che ho collaborato con docenti di altre scuole, anche se del mio stesso istituto. Anch’io ho dovuto imparare molte cose nuove o rispolverare vecchie conoscenze (usare gli strumenti meno consueti per modificare le immagini, registrare i suoni, estrarre una traccia da un cd audio …), ma soprattutto ho potuto divulgare, almeno in parte, queste competenze ai colleghi.
Valutazione dell’esperienza da parte dei ragazzi I bambini e le bambine sono veramente soddisfatti dell’esperienza. Hanno sperimentato tutti qualcosa di nuovo ed hanno imparato molti trucchi, anche facendo tesoro degli errori commessi. Sembrano non annoiarsi nel rivedere per l’ennesima volta i file, forse perché si rivedono e risentono all’opera. Molti, a casa, hanno messo in pratica quanto appreso, realizzando in completa autonomia dei piccoli prodotti, piccoli e semplici, ma deliziosi. In questo campo pochi genitori sono in grado di supportare i loro bambini. Tra gli adulti che sanno usare il computer, la maggior parte si limita ad usare le funzioni di base dell’elaboratore testi o al più del foglio di calcolo, con qualche competenza di navigazione e invio di e-mail. Una percentuale minima conosce gli strumenti di presentazione e l’editor html.
Indicazioni circa una eventuale prosecuzione dell’esperienza L’esperienza è stata considerata da tutti come molto positiva e si pensa riproporre un’esperienza simile nel futuro, con il coinvolgimento di tutte le classi/sezione dell’istituto.