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n. 4 12 luglio 25 luglio 2009

Supplemento quindicinale di mag | zine, quotidiano online della Scuola di giornalismo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

LA MEDAGLIA D’ORO ALLA LOMBARDIA di Stefano Maullu Assessore alla Protezione Civile, Prevenzione e Polizia locale Regione Lombardia

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a Festa dello Statuto della Regione Lombardia, che abbiamo celebrato il 1 luglio, ha riservato ai volontari e ai componenti della protezione civile uno speciale riconoscimento: la medaglia d’oro «per l’impegno, la disponibilità e l’umanità degli addetti, doti dimostrate anche recentemente in occasione del terremoto che ha colpito l’Abruzzo». Un riconoscimento che ci riempie di orgoglio e che conferma l’alto valore della Lombardia sul fronte della protezione civile e della solidarietà. Un riconoscimento che trova riconferma negli attestati di stima e amicizia da parte della popolazione e delle istituzioni abruzzesi. Sono stati mesi difficili, che hanno visto i nostri operatori a fianco di quanti hanno perso la casa e, talvolta, gli affetti più cari. E l’impegno della Lombardia per la ricostruzione di questa terra offesa dal terremoto prosegue. È di qualche settimana fa la decisione di finanziare e costruire a L’Aquila una residenza universitaria da 120 posti e di donare le strutture per una scuola provvisoria di 15 aule nell’area di Assergi e alcuni moduli polifunzionali per attività scolastica nella frazione di Paganica.

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La segreteria del campo

Paganica 5 a un mese dall’apertura

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AGANICA 5, OVVERO IL NEONATO cresciuto molto in fretta tra i quattro campi gestiti dalla Protezione Civile della Regione Lombardia. Dopo Monticchio 1 e 2, dopo Rocca di Mezzo in via di chiusura, è arrivata l’area di accoglienza di Paganica 5. A un mese dalla sua apertura, il bilancio parziale può essere fatto solo con beneficio di inventario. D’altra parte, non si può nascondere che si tratti di una realtà difficile. Il terremoto del 6 aprile, infatti, ha messo in luce le sofferenze contingenti al sisma in sé. Ma ha scoperchiato anche quei problemi sociali che fanno parte della quotidianità di un Paese, che le istituzioni

si sforzano di risolvere e che restano spesso chiusi nell’alveo domestico. Con un certo fatalismo, potremmo dire che gli Eldorado sono impossibili da realizzare e che una qualsiasi collettività è ricca di chiaroscuri. Nel caso di Paganica 5, le criticità sono apparse fin da subito connesse con la convivenza tra italiani e stranieri. Un fenomeno riscontrabile anche nella vita normale. Ed è per questo che il campo può definirsi una realtà che ha dovuto correre e crescere in fretta. Il rischio era che i problemi potessero prendere il sopravvento.

Tom Tom e gli altri

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LORO

NOMI

SONO

Anna, Angela, Cristina, Daniela, Nancy e infine c’è Giancarlo. O meglio c’è Tom Tom. Sono alcuni degli ospiti di Monticchio 1 che si sono resi disponibili per partecipare alla vita del campo.

Aiutare i ragazzi della Protezione Civile vuol dire soprattutto migliorare la vita quotidiana di tutta la collettività. Perché chi partecipa alla sua amministrazione fa solo il bene di tutti.

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Nella prima area di accoglienza installata dalla Protezione Civile della Lombardia, la convivenza nasce dalla più stretta collaborazione tra gli ospiti e i volontari. Il campo è conosciuto come il “fiore all’occhiello” dell’intervento lombardo in Abruzzo. pagina 7


Primi bilanci per il campo di Paganica 5, una realtà che è corsa e cresciuta in fretta

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L’impegno dei ragazzi delle tante squadre che si sono succeduti ha portato a un progressivo controllo della situazione. Ma non solo. A questo si è affiancata, ogni giorno di più, la collaborazione degli ospiti. Il work in progress di Paganica 5 si è visto fin da subito. Prendiamo come esempio la piazza di ingresso. Inizialmente il suo aspetto era quello di uno slargo freddo, funzionale per l’arrivo dei mezzi e per il loro scarico, ma privo di senso di umanità. Poi le cose sono migliorate. Sono comparse le fioriere, un’aiuola, una lunga staccionata che copre l’ingresso dei bagni. La comprensibile e necessaria praticità di cui era caratterizzata l’area di accoglienza nelle prime fasi di installazione ha saputo cedere una parte del terreno in favore del concetto di accoglienza. È stato introdotto il valore del “benvenuto!” per chi entra a Paganica 5. Nel campo, poi, è facile imbattersi nelle infrastrutture e nelle opere lasciate dai capi campo che sono passati da qui. Iniziative che hanno contribuito a migliorare la vita degli ospiti. Le altalene

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OSÌ NON È STATO.

per i bambini – montate anche grazie all’aiuto dei Vigili del Fuoco – la ludoteca, oppure la segreteria in legno. Paganica 5 vanta una serie di attrezzature di altissimo livello. E ciascuna di essere costituisce un ricordo dei giorni vissuti dai volontari insieme agli ospiti. Ed ecco, appunto, parliamo di loro. Tra gli stranieri sono prevalenti le comunità albanese e macedone che ha saputo intrecciare la propria quotidianità con le famiglie italiane. La lingua, le tradizioni differenti, ma anche eventuali attriti precedenti al sisma costituiscono gli ostacoli più difficili da superare. Bisogna ricordarsi, infatti, che il campo di Paganica 5 è nato per accogliere tutti coloro che sono tornati dalle residenze requisite sulla cosa. A differenza di Monticchio 2, sorto spontaneamente per diretta volontà dei monticchiesi, questo può essere considerato come una sorta di assemblato nuovo. Di conseguenza, ha fatto da collettore delle tensioni e delle problematiche emerse in altre realtà di accoglienza. Le preoccupazioni per le possibili difficoltà di affiatamento sono state contenute grazie all’impegno dei capi campo di mantenere un dialogo sempre aperto con tutti. È un compito difficile,

questo, ma che nel passaggio di consegne si cerca di portare avanti. Ogni squadra che si avvicenda ha bene in mente che bisogna raggiungere gli obiettivi prefissati. Questo si vede nei risultati positivi raggiunti. Il coinvolgimento delle comunità straniere non solo nelle attività quotidiane del campo, ma anche “eleggendo” i loro portavoce che possano fare da mediatori con gli italiani costituisce un esempio. I problemi di convivenza, in questo modo, dispongono di una cassa di risonanza all’interno della quale si definiscono le soluzioni possibili e soprattutto si evita che le crisi possano degenerare. Da qui, l’ancora più importante partecipazione ai briefing conclusivi della giornata da parte dei rappresentanti degli ospiti. Sia italiani sia stranieri. Questo significa che, a dispetto delle difficoltà iniziali, Paganica 5 si sta definendo come una comunità organizzata. È l’interazione tra ospiti e volontari quella che tiene basse le tensioni e permette, con i tempi necessari, la rinascita della normalità.

Antonio Picasso


I giochi con i ragazzi della Cattolica

La cucina del Comune di Milano

A Monticchio 1 l’area In bocca al lupo, verde per i bambini Rocca di mezzo!

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uori uno! Con la chiusura del campo di Rocca di Mezzo, essere schietti è un obbligo. Schietti e felici di questa notizia. Domenica 5 luglio, infatti, le ultime tende che ospitavano gli ormai pochi ospiti del campo sono state smontate e l’intera struttura di Rocca di Mezzo è stata destinata altrove. La bellissima cucina da campo, un gioiello della Protezione Civile, è stata spostata. Gli anziani, i più restii a tornare a casa, si sono convinti che non c’è più nulla da temere. Rocca di Mezzo chiude. Anzi no! Rocca di Mezzo riapre. Riapre i battenti come tranquilla meta turistica dell’Appennino abruzzese e torna sulla strada della sua vita normale, con la sua aria frizzante, invidiata da tutti quelli che soffrono il caldo. Qui il terremoto comincia a essere davvero classificato come un capitolo concluso. Insomma, l’inizio della fine.

bambini dei campi di accoglienza di Monticchio 1 e 2 sono in festa per l’apertura dell’area verde. Da qualche giorno, oltre il blu delle tende, si scorge un giardino attrezzato con cavallucci a dondolo e un gazebo. Lo spazio è stato allestito grazie all’aiuto dei volontari della Protezione Civile che, con attrezzi da lavoro alla mano, hanno costruito la staccionata ed equipaggiato l’area. Un angolo di verde ideale per i giochi e per svolgere attività creative, con le ragazze del campo estivo dell’Università Cattolica di Milano. Tra le varie iniziative, è in cantiere la costruzione di una casetta in legno all’interno dell’area, che grazie alla donazione di legname fatta dai Vigili del Fuoco si potrà presto realizzare. I bimbi hanno così il loro piccolo parco divertimenti. Un regno dove giocare, ma anche crescere insieme. All’insegna di valori come l’amicizia, l’aiuto reciproco e la responsabilità.

All’opera per l’allestimento

L’interno della cucina

La lezione sui segnali stradali

Educazione stradale sulla pista ciclabile

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n’iniziativa particolarmente interessante realizzata nel campo di Monticchio 1, accolta con notevole entusiasmo dai bambini, è stata la lezione di educazione stradale e la realizzazione della pista ciclabile per i piccoli del campo. Nei giorni 30 giugno e 1 luglio, le ragazze dell’Università Cattolica con la partecipazione della Polizia Municipale di Firenze hanno spiegato ai bambini attraverso una lezione teoricopratica l’importanza della sicurezza stradale e le regole per andare in bicicletta. L’idea, richiama il più ampio progetto Vigilandia, realizzato in Toscana. Ai bambini sono state spiegate le norme di comportamento da tenere sia come pedoni sia come ciclisti per poi coinvolgerli attivamente nella realizzazione del percorso ciclabile attraverso la costruzione della segnaletica stradale. Un metodo originale per dare maggiore consapevolezza al bambino sull’importanza della conoscenza del codice della strada. Giocando si impara!

Le “prove su strada”

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Terremoto: i come e i perché spiegati dai sismologi della Protezione civile

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di parlare con un sismologo. L’incontro del 24 giugno a Monticchio 1 con Carlo Giacomelli e Giuseppe Naso, inviati dal Dipartimento della Protezione Civile ed esperti in materia, ha permesso agli ospiti di avere una serie di considerazioni sotto il profilo tecnico ma anche umano sulla calamità naturale che il 6 aprile 2009 ha investito l’Abruzzo. Il clima informale è stato confermato dallo stesso Naso, che ha introdotto il suo intervento sottolineando la sua intenzione di «non voler fare una lezione, ma una chiacchierata». Il terremoto è un fenomeno di certo conosciuto a molti. La nostra memoria ci A TEMPO SI CERCAVA

rimanda probabilmente agli episodi più recenti, ma calamità di questa natura si sono verificate da sempre, basti pensare al sisma che ha colpito lo stesso Abruzzo nel lontano 1461. Da sempre ci si chiede come poter fare previsioni per evitare il maggior numero di vittime e danni possibili. A questo proposito, l’incontro ha messo in luce un dato importante, sottolineato da entrambi gli esperti, cioè che il terremoto non è un fenomeno naturale prevedibile. Bisogna diffidare, quindi, da chi cerca di vendere il falso basandosi su delle supposizioni che non hanno alcuna base scientifica. L’istinto di chi si sente minacciato da una sciagura è probabilmente quello di seguire la voce di colui

Il viaggio dell’acqua, la torcia olimpica dei giochi del Mediterraneo

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I È CONCLUSA il 5 luglio la XVI Edizione dei Giochi del Mediterraneo, aperti a Pescara il 26 giugno 2009. A ribadire la vicinanza della manifestazione verso l’Abruzzo è stata la cerimonia di apertura, segnata dal passaggio dell’ampolla con l’acqua – simbolo di questi giochi – che ha coinvolto alcuni dei centri colpiti dal sisma: da L’Aquila a Paganica, Onna, San Gregorio e Villa Sant’Angelo, è arrivata fino a Pescara. Durante i giochi, gli atleti provenienti dai paesi del bacino del Mediterraneo si sono sfidati in diverse discipline sportive e dare un messaggio di solidarietà per sostenere la rinascita dell’Abruzzo.

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che cerca di allertarlo pur non avendo un fondamento scientifico, creando falsi allarmismi o indirizzando la gente verso luoghi che potrebbero non essere sicuri. «Pensate che, poche settimane prima del 6 aprile, si era parlato che un evento sismico prossimo a venire nella zona di Sulmona», ha ricordato Naso. «Se avessimo ascoltato queste ipotesi, avremmo smobilitato la popolazione, dirigendola verso L’Aquila. Immaginatevi quali conseguenze disastrose avrebbero avuto le nostre scelte». A questo si è aggiunta la riflessione di Giacomelli in merito all’importanza della prevenzione, intesa come «il rispetto delle norme in materia di costruzione per far si che in casi di disastri naturali ci si possa difendere bene», ha detto l’ingegnere. «Questo significa che si può evitare la perdita di vite umane, obiettivo numero uno in casi di catastrofi. In termini di prevenzione, quindi, sarebbe opportuno un valido investimento nel settore della sicurezza, benché lo Stato garantisca il finanziamento per la ricostruzione». I due esperti non sono stati risparmiati dalle domande del pubblico. E così è apparso evidente come alcune convinzioni fossero poco corrette. È il caso delle anomalie attribuite al terremoto del 6 aprile, mentre l’evento sismico è stato valutato come “classico” dai sismologi. La presenza dei tecnici stranieri, nei giorni immediatamente successivi al disastro, era dovuta alla necessità di studiare comunque il fenomeno. In merito alla questione agibilità Naso non ha potuto formulare valutazioni per ciascun singolo caso. Ma ha comunque voluto sottolineare il bisogno «di pensare in maniera ottimistica». «Nella sciagura generale, bisogna far emergere il valore della vita umana rispetto a quello di una casa», ha concluso. Maria Marano


Giovannino, dopo una vita da minatore in Belgio continua a rimboccarsi le maniche

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per tutta la mia vita sotto terra. E ora è la terra che sembra volere uscire fuori. Ma la conosco bene e non mi preoccupo troppo. Dopo la prima notte, non ho mai avuto nessuna intenzione di andarmene da Monticchio». Giovannino Santarelli, 74 anni, baffi bianchi e folti alla Vittorio Emanuele III, è nato e vive in uno dei paesi che da tre mesi sta cercando di ricostruire la propria identità. A 20 anni, tuttavia, era emigrato in Belgio, “mineur” a Fontaine-l’Évêque, come tanti altri suoi corregionali. «Lì lavorava mio fratello, Giulio. Avevamo bisogno di guadagnare dopo la guerra. L’Italia aveva stipulato l’accordo con il Belgio: inviava minatori in cambio di carbone sottocosto. Pochi mesi dopo che ero arrivato là, ci fu l’incidente di Marcinelle. Me lo spiegò un collega polacco perché non avevo ancora imparato il francese. La paura cominciò a diffondersi tra noi O LAVORATO

italiani». La sua vita da emigrante cominciò nel segno di un’altra tragedia: ben 136 italiani perirono. Nonostante questo, Giovannino rimase in Belgio e non fece marcia indietro come non pochi connazionali scelsero di fare. «Ho continuato a scendere nelle viscere della terra fino alla pensione nel 1979. E sono stato decorato dal Re con due medaglie! Ero diventato un operaio qualificato». La patria d’origine non gli era mai uscita dal cuore. «Dopo i primi cinque anni da pensionato, ho deciso di tornare a Monticchio. Finalmente potevo riposarmi. Ho avuto il tempo per dare una mano a mio fratello nella sua azienda agricola. Fino a poco tempo fa». Il terremoto ha cambiato tutto. Giovannino – Giovanni per gli amici – si è ritrovato inizialmente quasi da solo. «Quando è successo, sono sceso in strada, come tutti. La mia casa, per fortuna, non è stata molto danneggiata e così sono rimasto. Poi l’hanno dichiarata agibile. A poco a poco anche altri sono tornati, ma per molto tempo solo io e mio fratello ci ritrovavamo al Parlamento». Così viene chiamato lo spazio antistante al monumento dei caduti, dove gli abitanti di Monticchio si incontravano per discutere i fatti del giorno. Giovanni non ha voluto rinunciare alle sue abitudini: tra una visita ai campi di Monticchio 1 e 2 a trovare gli amici e qualche passeggiata con il fratello, è sicuramente un esempio della tenacia di un monticchiese, di un abruzzese, di un italiano che non ha mai voluto arrendersi. Come già nel 1956, anche dopo questa tragedia, il suo imperativo è stato: «Guardiamo avanti!». Luca Salvi

A Piazza San Pio X tornano le attività professionali

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nizia a soffiare l’aria di ripresa nella città de L’Aquila. Dopo un periodo di tristezza che si avvertiva passando per le strade deserte del capoluogo abruzzese, finalmente si vede con piacere un inizio di vita. Girando per la città infatti, si osservano dei luoghi ove la rinascita è palese. Un esempio è la piazza di San Pio X ove, con il consenso del Padre Provinciale Don Giorgio, è stato possibile realizzare una serie di prefabbricati che offrono servizi diversi. E’ possibile incontrare presso il bar Fucsia professionisti nelle varie ore della giornata, un po’ come accadeva prima del terremoto presso “i quattro cantoni”. Il vocio vivace dei bambini che vengono al mattino per il campo estivo e la presenza di alcuni studi professionali, né sono la testimonianza. Da parte mia c’è stata l’iniziativa, insieme alla collaborazione dei dottori Annaclaudia e Luigi Iannessi, di aprire uno studio medico, che possa ospitare nella massima sicurezza, i bambini per visite pediatriche gratuite ed odontoiatriche. Invito quindi, i genitori a venirci a trovare quanto prima, saremo felici di dare prestazioni sanitarie a chi ne richiedesse. Pierfranco Cocco Pediatra

Vuoi raccontare la vita nel campo dal tuo punto di vista? Vieni all’Info point di Monticchio1 o scrivi a

tendopolis@gmail.com

Al via il progetto sportivo con il Coni Abruzzo

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5 LUGLIO è stato dato il via alla collaborazione tra Coni Abruzzo, Protezione Civile e Croce rossa italiana per dare la possibilità a bambini e ragazzi di tutti i campi d’accoglienza di conoscersi e sfidarsi in tante discipline sportive, tra cui equitazione, pallavolo, calcio, basket, tennis e tiro con l’arco. Il Coni ha messo a disposizione per luglio e agosto un tecnico dello sport in ogni campo. Con il coordinamento del progetto scuola dell’Università Cattolica, per i bambini e i ragazzi di Monticchio 1, Monticchio 2 e Paganica 5 la Croce rossa organizzerà i trasferimenti per le strutture sportive. I giovani interessati a partecipare devono far firmare l’autorizzazione dai genitori. OMENICA

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Continua l’impegno lombardo premiato con la medaglia d’oro quella che risulta al momento la prima opera della ricostruzione in Abruzzo, e altri 700.000 euro per acquistare e consegnare le strutture per la scuola temporanea. L'opera sarà realizzata con strutture antisismiche prefabbricate di grande pregio e con tutti gli accorgimenti più avanzati dal punto di vista della sicurezza, del rispetto dell'ambiente e del risparmio energetico. Da parte dell’Assessorato Protezione Civile prosegue, oltre all’attività ordinaria di gestione dei campi di accoglienza, la sua costante attività di

prevenzione e controllo. Con alcune squadre di volontari dell’Antincendio Boschivo, per esempio. Fino al 30 agosto i nostri volontari, 29 unità divise in 6 squadre operative, presidieranno un’area di circa 40 km su due direttrici stradali con postazioni fisse e mobili nell’area circostante l’Aquila. Mentre si sono definitivamente concluse le attività di verifica dell’agibilità abitativa su oltre 6000 edifici lesionati dal sisma. Un impegno, quello della Regione Lombardia, che vuole proseguire per rendere sempre meno difficile agli abruzzesi il lento ritorno alla normalità. La loro gratitudine e stima sono il nostro migliore riconoscimento.

continua da pagina 1 DI QUALCHE SETTIMANA FA la decisione di finanziare e costruire a L’Aquila una residenza universitaria da 120 posti e di donare le strutture per una scuola provvisoria di 15 aule nell’area di Assergi e alcuni moduli polifunzionali per attività scolastica nella frazione di Paganica. L’accordo operativo siglato dal nostro presidente, Roberto Formigoni, dal presidente dell’Abruzzo, Giovanni Chiodi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Guido Bertolaso, dal sindaco de L’Aquila, Massimo Cialente e dal presidente della Provincia, Stefania Pezzopane, prevede un investimento di 7 milioni di euro delle sue risorse del programma Fas - Fondo per le aree sottoutilizzate di cui 6,3 milioni per la realizzazione di

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GIORGIO SOFFIENTINI — STORIA DI UN VOLONTARIO La prima volta che sono arrivato in Abruzzo è stato l’8 aprile, due giorni dopo la catastrofe. Con i volontari della Colonna Mobile di Milano, della quale faccio parte ormai da dieci anni, il Gruppo di Operatori Radio e i Volontari Antincendio di Caino ci siamo immediatamente messi all’opera per mettere in piedi quello che oggi è il campo d’accoglienza di Monticchio 2. Ritornato a casa il 23 aprile sono poi rapprodato sul territorio abruzzese altre due volte, e non nascondo la mia intenzione di tornaci in futuro, anche perché il prossimo obiettivo sarebbe quello di restituire la scuola ai bambini. Come in tutti i contesti di emergenza le situazioni che ti si presentano sono tante e con sfumature diverse. Uno dei miei tanti ricordi mi rimanda a quando sulla strada per Bagno Grande, mentre con altri volontari andavo a portare viveri alla popolazione, abbiamo incontrato una famiglia rom. Stefan, il capo famiglia, con la moglie e il bambino, adottato subito come mascot, aveva trovato rifugio sotto un tendone di plastica. Ci siamo allora immediatamente resi operativi per montargli una tenda più confortevole. Da aneddoti come questi si passa gioco-forza al dolore della gente, ma anche all’energia con la quale stanno reagendo i residenti del campo nel quale sono operativo. Non posso non sottolineare l’altruismo e la generosità di queste persone, la loro forza nel voler creare una condizione di “normalità”, seppur all’interno di un campo d’accoglienza. Posso testimoniare che a Monticchio 2 si è riuscito a creare uno stato di collettività, dove ognuno mette al servizio dell’altro le proprie forze e ne condivide la propria storia. Certo le cose da fare all’interno del campo sono molte, ma non mancano le occasioni per allentare la tensione e fermarsi un attimo a condividere momenti di gioia collettiva. I festeggiamenti per i 100 anni della signora Maria, la nascita del piccolo Simone, oppure la cena abruzzese con montagne di arrosticini organizzata per la partenza della mia squadra ne sono un buon esempio. Momenti come questi, trascorsi con persone come Assunta, tanto per voler fare un nome – l’insegnante di Monticchio 2 che tutti conoscono – sono attimi che un “angelo in giallo” – così mi chiamano – non può dimenticare. E concedetemi in chiusura di ringraziare, per il loro lavoro quotidiano, i cuochi e le cuoche che si alternano in cucina. Grazie ragazzi! Grazie a tutti!

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Accanto ai volontari, meno ospiti e più protagonisti nella vita del campo Monticchio 1 continua da pagina 1

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ANTENERE IN VITA questa fama è un’importante responsabilità. Ed è possibile grazie alla partecipazione di tutti nel soddisfare le esigenze, cercare di risolvere i problemi e soprattutto mantenere elevato il grado di tolleranza. Obiettivamente parlando, due sono le criticità strutturali di questo campo: la discontinuità nell’avvicendarsi da parte delle squadre di volontari e il numero non molto consistente di ospiti che prendono parte alla gestione dell’area. Tuttavia, questi due problemi potrebbero essere vicendevolmente risolti. Spetta ai volontari, che si alternano ogni settimana, garantire quella continuità per cui le decisioni assunte e le iniziative intraprese da un capo campo non

subiscano un cambio di velocità con l’avvicendamento. Questo è un impegno sicuramente difficile. Tuttavia, è quanto si sta cercando di realizzare. Il passaggio di consegne, effettuato nel modo più meticoloso possibile, rappresenta il punto di partenza di questa operazione. Sta poi alla “nuova amministrazione” – forte della propria esperienza giornaliera – capire quanto possa essere portato avanti dall’eredità raccolta o, al contrario, modificare la rotta. In questo senso, il contributo degli ospiti è fondamentale. Sono loro stessi che preservano gli equilibri e l’organizzazione del campo. A tre mesi dal sisma, la fase di emergenza è stata sostituita con quella della stabilizzazione. Tuttavia, questa non può essere travisata come sedimentazione. Le persone colpite dal sisma si trovano di fronte a un dovere

Il vicesindaco Roberto Riga: tre punti chiave per ripartire

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ARE LE CASE a coloro che sono stati colpiti dal terremoto, riaprire le scuole e far ripartire l’economia abruzzese». Il 30 giugno il vice sindaco di L’Aquila, Roberto Riga, ha incontrato i monticchiesi presso il campo di Monticchio 2. Ed è stato chiaro nello stabilire la linea della giunta comunale per traghettare la regione oltre il terremoto. Il piano per la ricostruzione – non solo fisica, ma anche morale e della vita quotidiana – poggia su questi tre pilastri espressi sinteticamente ma altrettanto chiaramente dal vicesindaco. Riga ha

risposto ai concittadini desiderosi di capire come L’Aquila si stia attrezzando per la realizzazione del “Progetto C.a.s.e.” (Complessi antisismici sostenibili ed ecocompatibili). Il suo intervento si è focalizzato sul concetto di rinascita. Rinascita in senso generale, come realtà protagonista della vita culturale italiana. Rinascita fisica, relativa all’intervento a 360 gradi che è necessario per tornare alla vita normale. In ambito economico, comparto fondamentale per far riavviare i motori abruzzesi, bisogna che le istituzioni locali e i singoli imprenditori raggiungano un

verso loro stesse e verso il loro Abruzzo. Risollevarsi. Quando si dice che L’Aquila tornerà a volare, non ci si vuole abbandonare alla retorica. Tutt’altro, l’obiettivo è più che concreto. Si vuole infatti spingere questa fiera e operosa regione a reagire e riconquistarsi la vita che il terremoto le ha solo momentaneamente bloccato. Gli ospiti di Monticchio 1 che hanno scelto di collaborare con la Protezione Civile della Lombardia possono essere considerati un esempio positivo per gli altri, come pure una risorsa preziosa per i volontari. La loro è una reazione orientata alla ricostruzione. Essi non vogliono sentirsi superiori né tantomeno comandare. Condividono con tutto il resto del campo i disagi e le piccole difficoltà. Però cercano di rendere entrambi meno pesanti. Aiutano i volontari, consci che senza la Protezione Civile la situazione sarebbe più complessa. Certo, l’organizzazione e la procedura operativa dell’area spetta a quest’ultima. Le decisioni, soprattutto quelle più difficili, vengono prese da coloro che vantano un’esperienza vissuta in questo settore così delicato del “sistema-Paese”. Però il loro contributo è fondamentale. Da un punto di vista pratico, perché conoscono i piccoli segreti e le astuzie per informare gli altri ospiti – anche solo al microfono – tenere elevato il livello di igiene nel campo e guidare come navigatori provetti fra le strade del circondario. Da un punto di vista simbolico, perché costituiscono quelle timide ma comunque forti fiammelle di rinascita dopo il dramma. Gli ospiti volontari sono abruzzesi. E questo non è poco. Antonio Picasso

compromesso per la più concreta collaborazione. «Sono più di 1500 le attività produttive solo nel centro storico aquilano», ha sottolineato Riga. «Questa ricchezza non può essere dimenticata». «È nostro dovere lavorare per loro». Per quanto riguarda la ricostruzione, «sono cominciare le operazioni di puntellamento», ha detto ancora Riga. «Sia nel centro storico di L’Aquila, sia nei piccoli centri del circondario». Effettivamente, nelle frazioni e nei comuni vicini al capoluogo abruzzese è ormai facile imbattersi in squadre di Vigili del Fuoco impegnate in ingegnose opere di rinforzo – in legno o in acciaio – dei muri degli edifici e dei monumenti. L’obiettivo è recuperare il più possibile del patrimonio artistico-architettonico e sgomberare in tempi brevissimi le macerie.

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Auguri nonna Maria

LA REDAZIONE Tendopolis è un supplemento di mag|zine, mag|zine quotidiano online della Scuola di giornalismo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. via Sant’Agnese 2 20123 - Milano tel. 02 72342802 fax 02 72342881 Progetto realizzato da: Regione Lombardia, Scuola Superiore di Protezione Civile- Iref, Almed. Hanno lavorato a questo numero: Stefano Maullu, Marco Lombardi, Matteo Scanni, Ornella Sinigaglia, Antonio Picasso, Maria Marano, Pierfranco Cocco, Luca Salvi Tendopolis è distribuito nei campi di: Monticchio 1, Monticchio 2, Rocca di Mezzo, Paganica 5.

Auguri nonna Maria! Maria Parisse, classe 1909, è l’ospite più anziana di Monticchio 2. Una vita di duro lavoro la sua: a 6 anni aiutava la famiglia nei campi, e alle spalle ha due terremoti e due guerre mondiali. Non poco, ma oggi la sua serenità sta tutta nel suo sorriso.

Per collaborare: tendopolis@gmail.com Tendopolis è online: http://issuu.com/magzine/docs/

IL DECRETO ABRUZZO È LEGGE Il 24 giugno la Camera dei Deputati ha trasformato in legge il “decreto Abruzzo”. Il testo aveva già ottenuto il 21 aprile l’approvazione dal Senato. La normativa prevede il pagamento completo e con contributo a fondo perduto, da parte dello Stato, della ricostruzione e della riparazione della prima casa. Arriveranno, inoltre, i sostegni di 10 mila euro per i danni di piccola entità. Sarà effettuato poi un subentro nei mutui di chi ha subito danni a causa del terremoto, per un importo fino a 150 mila euro e la proprietà dell’immobile passerà a Fintecna. Le imprese coinvolte dal sisma, a loro volta, avranno a disposizione incentivi fiscali per la ripresa e sarà dato più spazio ai Comuni nella pianificazione della ricostruzione, anche attraverso la deroga dal patto di stabilità interno. Infine, dal 2010 verrà istituito un fondo per le misure anti-sismiche.

I NUOVI CAPI MISSIONE

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MAURIZIO MOLARI

GIOVANNI CALDIROLI

Laureato in ingegneria civile, è in protezione civile dal 1999. Responsabile del Centro funzionale regionale per il monitoraggio dei rischi, ha partecipato alle verifiche dell’agibilità di edifici danneggiati da terremoto in Umbria nel 1997, in Molise nel 2002 e a Salò nel 2004.

Laureato in Scienze geologiche. In protezione civile dal 1998, si occupa di pianificazione di emergenza, volontariato, mezzi e materiali. Dal 2004 è inserito nel programma di formazione della Task Force di protezione civile della Comunità Europea.


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