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piromani della natura
from MCG_02_2023
by MCG Magazine
Ci sono tre diverse spe ci di rapace, in Austra lia, che usano il fuoco per cacciare. Questo comportamento viene raccontato da sempre dagli aborigeni, che li hanno soprannomina ti “firehawks” (falchi di fuoco) e di recente è stato documentato dall’ornitologo Bob Gosford. Gli uccelli trasportano con le zampe, bastoncini infuocati sottraendoli dagli incendi e li usano per appiccare nuovi roghi. Gli uccelli poi attendono che le loro prede fuggano dalle tane per evitare il fuoco, finendo così tra i loro artigli. In questo modo gli uccelli possono cacciare senza sforzo. Gli uccelli che usano questa tecnica sono il nibbio fischiatore, il nibbio bruno e il falco bruno. Pare però che questa tecnica sia diffusa solo tra i rapaci dell’Australia e in particolare, dagli uccelli che vivono nella zona nord chiamata top end.
di giacomo gabriele morelli
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Il progressivo depauperamento del patrimonio botanico delle nostre campagne, col pressoché totale annientamento degli alberi di alto fusto e delle siepi, ha comportato il conseguente curioso fenomeno dell’incremento delle nidificazioni degli uccelli nei parchi e nei giardini urbani. Soprattutto questi ultimi, realizzati in quantità negli ultimi decenni nei nuovi quartieri di provincia, sono stati silenziosamente colonizzati da svariate specie ornitologiche un tempo osservabili solo in aperta campagna. Una maggiore sensibilità e un positivo interesse da parte dei cittadini, col posizionamento ad hoc di un moltiplicato numero di mangiatoie invernali e di nidi artificiali posizionati ad hoc, hanno ulteriormente contribuito a rendere abituale e ormai comune la presenza di avifauna alata davanti alle nostre finestre. Accade così per assurdo che, nonostante condizioni ambientali, veleni ed inquinamento stiano riducendo fortemente le popolazioni animali più fragili, piccoli uccelli in primo luogo, la forzata concentrazione di questi ultimi nei centri abitati li renda più visibili ed apprezzati. Piacevolissimo anche il loro contributo sonoro, dal momento che i nostri giardini si sono arricchiti anche di una nutrita gamma di canti a cui non eravamo abituati. Oltre agli ormai ubiquitari merli, la schiera dei cantori è stata ampliata da cinciallegre, capinere, verzellini, cardellini e verdoni (per citare le specie dal canto più significativo): purtroppo quasi sparita la specie un tempo più comune: il passero. La nuova climatologia che ha comportato l’innalzamento delle temperature medie, mitigando alquanto gli inverni, ha contribuito ad allargare verso la pianura gli areali di alcune specie prettamente collinari o montane. Così un’altra specie variopinta e dal canto piacevole, il fringuello, ha trovato casa nei parchi con alberi di grandi dimensioni. Insomma una piccola invasione destinata a poco a poco ad essere notata anche da coloro che colpevolmente dedicano alle bellezze della Natura poca attenzione.