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MUSICA CIneMA & Arte

COSTELLAZIONI MUSICALI, TRA FAMIGLIA E VIAGGIO NELLA STORIA

Non semplici contaminazioni. Queste “Stravaganze consonanti” non raccolgono, nell’abbraccio accattivante di un ossimoro, solo una bella storia di famiglia, ma rappresentano più sottilmente l’audace anelito di comprendere le molteplicità della musica. Stefano Montanari, alla testa di un manipolo di splendidi musicisti, da par suo, con slancio spavaldo non privo di note di toccante introspezione, conduce l’ascoltatore in un dedalo di miniature che distillano qualcosa come il meglio della produzione che dalla grandiosa polifonia fiamminga si fa largo fino alla stagione del barocco. E, a rammendare pagina a pagina, in un cammino senza soluzione di continuità, chiama a sé Gianluigi Trovesi, suocero ma soprattutto principe della scena jazz italiana ed internazionale. A lui affida interventi stranianti solo sulla carta, intrisi al contrario di sorprendente capacità dialogica, nei quali il clarinetto e sax del musicista bergamasco contrappunta, con perfetto equilibrismo tra stravaganza e consonanza, le voci di Purcell, Dufay, Desprez, e si cimenta in una personale riscrittura della storia.

Visti Per Voi Al Cinema

Il Respiro Della Foresta

Il Respiro della Foresta, film diretto da Jin Huaqing, è un documentario incentrato sulle 20.000 monache buddiste, che vivono in un monastero isolato dal resto del mondo, sito tra gli altipiani innevati del Tibet nel bel mezzo di una natura selvaggia.

(Fonte comingsoon.it)

Campioni

Campioni, il film diretto da Bobby Farrelly, vede Woody Harrelson protagonista nei panni di Marcus Marakovich, un ex allenatore di basket di una lega minore. Dopo una serie di passi falsi, l’uomo si ritrova di fronte a un tribunale, che gli toglie ogni incarico e gli affida la gestione di una squadra di giocatori con disabilità intellettive.

(Fonte comingsoon.it)

Il Pianoforte Caleidoscopico Di Filippo Gamba

Il pianoforte di Filippo Gamba, applaudito ospite di un intenso concerto di chiusura della Stagione concertistica del Comunale di Casalmaggiore, continua ad essere un miracolo di misura, saggezza, trepidante discrezione. Mani artigiane capaci di costruire cattedrali a partire dalla singola pietra, e di risvegliare nella cordiera brucianti domande. A distanza di una manciata di mesi, la luce sul mondo beethoveniano dell’op.90 ne amplificava a dismisura la tensione introspettiva fino a proiettarne la narrazione in una lontananza scorciata, di reminiscenza. E la sagoma schubertiana, già prima così ben aleggiante, ora si faceva ombra lunga, pervasiva tra lo smarrimento del primo movimento e l’intimismo affabile che si dipana, ricorsivo, tormentato, nel secondo. Sul suo congedo sommesso, Gamba già pareva presagire l’annunciarsi dell’op.101, di quel suo passo esitante con cui prende vita per poi, subito, addentrarsi in un ben più fitto paesaggio fatto di trasalimenti, abbandoni, sublimi trapassi. Fino al monumento dell’op.106, un arco unico, vertiginoso, a disegnare linee segrete, umori inaspettati, brucianti divaricazioni.

Il Giardino Delle Parole

La pioggia, le parole, la fragilità umana sono i collanti dei due protagonisti de Il Giardino della parole, un’opera delicata e intima che attraverso un sofisticato uso delle parole e degli oggetti messi in scena vuole provare a narrare temi profondi immersi in una storia apparentemente semplice.

(Fonte comingsoon.it)

Un Altro Domani

Un altro domani, film diretto da Silvio Soldini, è un documentario che indaga nell’intimo più profondo delle relazioni per comprendere dove nasce e come si insinua la violenza, solitamente difficile da decifrare, ma minacciosa. È quella violenza che dà inizio a una spirale del male, che compromette l’esistenza di una persona.

(Fonte comingsoon.it)

La Poesia Alata Di Gabrio Taglietti

È avvenuta nel segno di Gabrio Taglietti, sul filo della sua scrittura raffinata e tesa, l’inaugurazione del cartellone di Eterotopie, la rassegna concertistica nata da un progetto dell’associazione Diabolus in Musica. Suo, sul leggio, il ciclo di dodici Canzoni per mezzosoprano e pianoforte composte su testi del poeta milanese Alberto Mari. Frutti aspri e sorprendentemente intensi concepiti come immaginarie cartoline da inviare ad amici compositori, nella reclusione del secondo lockdown. Miniature scolpite con pennino fine, addossate alla parola sonora del poeta e capaci di travasarne, oltre che le risonanze, il continuo, inquieto trascolorare di umore in umore, la guizzante, spesso stridente combinazione di opposti. Pagine in cui la voce – quella drammatica, viscerale, esatta, di Eleonora Filipponi – intavolava un dialogo serrato con lo strumento, chiamato non ad avvolgerne la linea del canto ma, piuttosto, a solleticarne il racconto, ad insinuarsi tra detto e non detto con una trama mercuriale e materica. Applausi per un concerto da ricordare.

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