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7 Febbraio 2015 - Anno XXV n. 5
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C A M PA N E DAL 1960 25045 Castegnato (Brescia) Via Padana Superiore, 131 Tel. +39 030 2722046 www.tema-campane.it
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2 INCHIESTA // LA FAMIGLIA, LA SCUOLA, LE DINAMICHE DI GRUPPO AL CENTRO DELL’ATTENZIONE DEGLI ESPERTI PER COMPRENDERE CIÒ CHE ACCADE NELL’UNIVERSO GIOVANILE
BULLISMO IN SALSA SALENTINA
IL BULLO E LA VITTIMA, SCARSA INTELLIGENZA EMOTIVA
di
Manuela Settimo
li episodi di bullismo a Lecce negli ultimi due anni sono vari: bruciature con l’accendino in un noto liceo, gruppi di adolescenti che minacciano per una sigaretta un loro coetaneo di 16 anni, bambini di 10 anni picchiati e ripresi col cellulare; episodi gravi che seguono la scia regionale e nazionale di violenza tra minori. Il termine bullismo è la traduzione dalla lingua inglese di bullyng ed indica un insieme di modalità comportamentali in cui un individuo si impone su un altro con violenza, fisica o verbale, al fine di dominarlo. In effetti si tratta di violenza, elemento primitivo della natura umana, che lo sviluppo dell’intelligenza e della coscienza consente di controllare in diversi modi, a seconda dei costumi e delle etnie, in tutte le civiltà, sia a livello personale che sociale. In Italia il bullismo è un fenomeno reale e preoccupante agito prevalentemente nelle scuole elementari e medie e con conseguenze gravi sia nei confronti dei protagonisti diretti (bullo e vittima) sia nei confronti del contesto scolastico che assiste, spesso in maniera inerme. Attorno
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alla coppia bullo - vittima troviamo un gruppo di spettatori, amici e/o compagni di scuola che osservano e che, anche non intervenendo, aiutano o rinforzano il persecutore e solidarizzano in modo non costruttivo con la vittima: il gruppo non esercita mai un atteggiamento neutrale, ma condiziona sia il comportamento del bullo sia quello della vittima in ruoli obbligati. Il bullo presenta alcune peculiari caratteristiche psicologiche: scarsa empatia ed incapacità di immedesimarsi nella vittima; desiderio di dominare gli altri; incapacità di riconoscere le espressioni non verbali manifestate dagli altri; deficit socio-cognitivo; sottovalutazione dei propri comportamenti violenti; capacità manipolativa ed abilità nel catturare le simpatie del gruppo; stile educativo familiare di tipo coercitivo, incoerente, anaffettivo, con relazioni intrafamiliari di tipo ambivalente, egoistico, individualista, limitato, troppo permissivo, che incoraggia la violenza e se ne compiace. Le caratteristiche psicologiche della vittima sono l’immaturità, la timidezza, la paura, il disagio e il disadattamento nonché uno stile educativo familiare della vittima di tipo immaturo, non formativo,
ADOLESCENTI IN CERCA D’AUTOR iperprotettivo. La vittima può manifestare paura, incapacità ad affrontare le situazioni e di rispondere alle prepotenze ed è sempre alla ricerca di protezione esterna e rassicurazione. Le conseguenze del bullismo possono essere gravi: le vittime hanno infatti ampie probabilità di divenire adulti soggetti a depressione e suicidio, mentre gli ex bulli presentano un grado di propensione alla criminalità molto più elevato rispetto ai loro coetanei.
Alcuni studi hanno dimostrato che vi è una caratteristica che accomuna bullo e vittima, ossia una preoccupante incapacità di riconoscere le emozioni altrui dovuta ad una carente intelligenza emotiva: il bullo non prova rimorso per ciò che compie e non ha un rapporto empatico con la vittima la quale, a sua volta, presenta un deficit nel riconoscimento della rabbia, ciò le potrebbe impedire di riconoscere i prepotenti e, conseguentemente, di difender-
si. Poiché tra le possibili cause del fenomeno vi è lo stile educativo o troppo coercitivo autoritario o troppo permissivo tollerante, per combattere il fenomeno è necessaria la prevenzione, intesa nel senso di recupero dell’autorevolezza da parte delle figure deputate al ruolo educativo. Per prevenire il fenomeno è necessario quindi intervenire sulle famiglie, sugli individui interessati, sulle dinamiche di gruppo e coinvolgere la scuola nel suo insieme, soprattutto il
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C A M PA N E DAL 1960
Famiglia Scuola
3 Direzione Centrale Polizia Criminale: i dati del 2013
155
Ragazzi scomparsi in Italia nel 2013 di cui:
94
Ragazzi tra 15 e 8 anni
34
Ragazzi tra 11 e 14 anni
27
Ragazzi tra 0 e 10 anni
Telefono Azzurro: i dati del 2012
27,6% Situazioni intollerabili, spesso ricollegabili ai rapporti con i familiari
9,1%
Limitati nella propria libertà
Telefono Azzurro: le cause tra il 2006 e il 2013
50,5% Presunta responsabile è la madre
37,1 Presunto
responsabile è il padre
4,5%
Incompresi
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LICEO ARTISTICO // LA RETE E LE SUE INSIDIE
FACEBOOK E I SUOI FRATELLI di
Anna Rita Favale
he cosa può succedere se un ragazzo non fa un buon uso di internet? Quali sono i maggiori pericoli che si nascondono nella rete? Quali sono i comportamenti che possono sfociare in reati penali anche se si è minorenni? Che cos’è il cyber-bullismo? E ancora, cosa porta un ragazzo all’autolesionismo o addirittura al tentativo di suicidio
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ai cellulari più avanzati, ha accresciuto il rischio in modo esponenziale. Ogni giorno la cronaca ci riporta episodi di bullismo informatico che ogni tanto, purtroppo, sfociano in drammi senza ritorno. A volte, postare una foto o un filmato di pochi secondi può innescare un meccanismo perverso che conduce alla diffamazione, o al furto d’identità, o alle truffe on-line”. Particolare attenzione, durante l’incontro, è stata data ai reati di pedopornografia online perpetrata ai danni di inconsape-
5,8% Desiderio di stare con il/la ragazzo/a
MAI BANALIZZARE IL VISSUTO DEI RAGAZZI
ALTRIMENTI SCAPPO DA CASA econdo la Direzione Centrale Polizia Criminale i minori italiani scomparsi nel 2013 sono 155, di questi 94 hanno tra 15 e 18 anni, 34 tra gli 11 e 14 anni e 27 tra 0 e 10 anni. Fuggire dalla propria casa è tipico di adolescenti e preadolescenti che cercano di allontanarsi da situazioni vissute come intollerabili, situazioni che spesso si ricollegano ai rapporti con le figure familiari. I dati forniti da Telefono Azzurro sono esplicativi in tal senso: nel 2012 il 30% dei ragazzi ha vissuto tale esperienza e il 27,6% lo ha fatto perché non riesce ad andare d’accordo con i propri genitori o perché si sente limitato nella propria libertà (9,1%) o comunque incompreso (4,5%). Sempre secondo Telefono Azzurro dal 2006 al 2013 la percentuale di scomparsi in Italia è pari all’1,8% e il presunto responsabile dell’azione di emergenza tra cui la fuga è la madre nel 50,5% dei casi ed il padre nel 37,1%. Tra le motivazioni che spingono i ragazzi a fuggire da casa vi è anche il desiderio di stare con il/la ragazzo/a (5,8%) e problemi legati alla scuola, come il bullismo (1,2%). Il problema relazio-
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RE corpo docente, che deve agire in via pedagogica e disciplinare anche sul gruppo di spettatori. Le tecniche con cui si ottengono maggiori risultati sono problem solving e role-playing, dato che il bullismo trae origine da dinamiche di gruppo. Da ottobre 2014 il Ministero dell’Interno di intesa con il Miur ha predisposto un numero verde per le emergenze sul bullismo a cui è possibile inviare sms per denunciare situazioni di abuso in tempo reale: 43002
nale rimane, quindi, il più frequente e grave. Sicuramente il ragazzo che fugge da un ambiente che dovrebbe sentire come protettivo, lo fa perché sente oggettivamente o soggettivamente carente tale protezione sia per difficoltà relazionali con i genitori sia per le difficoltà tra i coniugi. In entrambi i casi il ragazzo si sente privo di risorse e soluzioni e allontanarsi fisicamente e psicologicamente è l’unica alternativa valida. Inoltre, in questa fase del loro sviluppo i ragazzi sperimentano, provocando l’adulto, una sorta di autonomia personale svincolandosi dalle regole e dai ruoli imposti loro da famiglia e società. Scappare da casa diventa anche un modo per dimostrare a se stessi di essere adeguati alle situazioni e di riuscire a “cavarsela” da soli. Spesso questi ragazzi non sono circondati da adeguate agenzie di supporto come gruppi dei pari con cui stabiliscono valide relazioni di fiducia e vivono per questo un profondo senso di solitudine e abbandono, convinti di non essere compresi nella loro sofferenza. Per tale motivo è fondamentale improntarsi all’ascolto senza banalizzare il vissuto emotivo dei ragazzi. (M.S.)
dopo aver subito gli attacchi dalla gogna mediatica di 3a generazione? A questi e ad altri interrogativi posti dagli alunni di seconda classe del Liceo Artistico “Ciardo-Pellegrino” ha risposto la dott. Luigina Quarta, ingegnere informatico, consulente scientifico della Procura della Repubblica di Lecce, sempre a stretto contatto e in continua collaborazione con la Polizia postale e le altre Forze dell’ordine, durante le due giorni presso le due sedi dell’Istituto dedicata a “Facebook e i suoi fratelli… Come difendersi dalle trappole della rete”. La conversazione ha avuto un carattere molto familiare e soprattutto si è basata su alcuni dei casi oggetto d’indagine dell’ing. Quarta. La consulente informatica, senza fare alcun riferimento all’identità delle persone, ha spiegato come spesso la cronaca riporta fatti che sono la naturale conseguenza di alcune imprudenze che si ripetono nell’uso sconsiderato e incontrollato della rete. “La possibilità - ha spiegato la Quarta - di poter aver il web a disposizione h24 grazie
voli minori che si lasciano adescare da faLsi profili incrociati nei social network. “Per evitare spiacevoli sorprese - ha concluso l’ingegnere occorre autoregolamentarsi, rispettare le più elementari norme di galateo informatico che in sostanza inducono ogni utente alla massima attenzione e soprattutto alla razionalizzazione dei tempi di utilizzo. Meno ore si trascorrono smanettando inutilmente e di meno sono i pericoli che si possono correre”. “Prestiamo la massima attenzione a scuola - ha dichiarato la dirigente scolastica del Liceo Artistico, Tiziana Paola Rucco - perché i ragazzi siano lontani dalle insidie della rete. E siamo in prima linea per rilevare eventuali disagi adolescenziali e bisogni educativi speciali, per affrontarli con strategie che li soddisfino e li risolvano. Questa è la più grande collaborazione - ha concluso la ds Rucco - che noi del Liceo Artistico possiamo offrire alle famiglie anche aldilà della formazione scolastica che resta la nostra prima missione”.