Shalom
di
Domenico D’Ambrosio
CHIAMATI A… LIBERARCI DAI PROFETI DI SVENTURA
SONDAGGIO/2 FACEBOOK: SI O NO?
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Le opinioni di alcuni docenti
enedetto XVI nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II ha indetto un Anno della fede. Fedele all’insegnamento del Santo Padre la nostra Chiesa si prepara a vivere questo anno per rivivere, nella gratitudine e nella gioia, “la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX”, secondo le parole del Papa. Nel ripensare a questa grande grazia che ho vissuto negli anni della mia formazio-
ne teologica, mi sono sempre definito prete del Concilio essendo stato ordinato nell’anno in cui il Concilio Vaticano II è stato chiuso: 1965. In un momento segnato da incertezze e da paure mi sembra opportuno ricordare la ventata di speranza che il vecchio Papa, il Beato Giovanni XXIII, volle imprimere alla grande assise della Chiesa tutta. Noi credenti oggi, in una situazione storica che vede in un crescendo esponenziale l’aumento di troppe cassandre, siamo chiamati a riprendere con
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forza il nostro servizio alla storia che l’Apostolo Pietro ci ricorda con le sue parole: Pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Parte da qui la nostra ferma convinzione che deve muoverci a dissentire da quelli che Giovanni XXIII chiamava profeti di sventura che annunziano eventi sempre infausti. La certezza di una presenza che ci dà forza e ci costituisce testimoni di speranza e di gioia, impegna noi credenti a liberare e a liberarci ci e a liberare dalla pesante cappa di piombo che il quotidiano lottare rende sempre più pesante se non asfittica.
Lecce, 16 Giugno 2012
cinquanta centesimi
Spedizione in abbonamento postale comma 27 art.2 L. 549/95 - Filiale Poste Lecce
Nuova Serie - Anno XXII, n. 23
I TFA destinati ai precari movimenteranno qualcosa come 100 milioni di euro tra contributi d’accesso e tasse
QUANTO COSTA DIVENTARE INSEGNANTI... DA 2500 EURO IN SU PER ISCRIVERSI AI CORSI DOPO AVER SUPERATO LE SELEZIONI SEMAFORO ROSSO
GLI “EUROPEI”: PER “FARE L’EUROPA” Il momento è di quelli terribili, con una crisi che morde alle caviglie e con la vecchia Europa che arranca e che vede, giorno dopo giorno, assottigliarsi la sua ricchezza, il benessere dei suoi abitanti, con Paesi sull’orlo del default come la Grecia e altri come Spagna, Portogallo, Irlanda e la nostra Italia che rischiano di fare la stessa fine. Senza dimenticare la complessa situazione dell’Ucraina. In un contesto di grave preoccupazione lo sport, come sempre, è chiamato a risollevarci il morale, anche se i recenti scandali che hanno coinvolto il nostro calcio non lascerebbero molte speranze. Eppure abbiamo un po’ tutti l’esigenza di crederci, di provare a risollevare le sorti del Vecchio Continente, di ritrovare quell’unità che l’Europa delle banche e della finanza, degli egoismi nazionali hanno messo seriamente a rischio. Mentre seguiamo l’Italia che ha tenuto testa alla favorita Spagna (guarda caso le due nazioni più zoppicanti sul debito, restano tra le più blasonate sul campo), ci ricordiamo soprattutto che questi Europei vanno al di là del mero risultato sportivo. Come ha ricordato bene il nostro presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, “è importante che ci siano manifestazioni sportive che cementano lo spirito unitario di un Continente e che questo si consolidi, in ogni settore”. Leo Gabbi
FRANCESCO BRUNO
VIOLENZA IN FAMIGLIA: UN VERO DRAMMA SOCIALE Servizi alle pagg. 8-9
obiettivi
Scuola / Valutare la completa formazione personale
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ubito dopo aver letto sui tabelloni del Liceo i risultati dello scrutinio finale della figlia, alunna di seconda, indignata la madre della studentessa si è precipitata nell’adiacente sala dei professori ed ha rivolto all’insegnante di latino della figlia frasi come queste: “Mi vuole spiegare come avrà potuto dare a Sabrina un debito scolastico in latino, quando nell’ultima interrogazione, quella di qualche giorno fa, la ragazza ha preso un 6 pieno pieno?”. In tutto l’anno, la studentessa non aveva mai raggiunto la sufficienza. L’episodio dimostra che vi sono ancora genitori i quali condividono, e con molta convinzione, l’idea di tanti poco ingenui adolescenti,
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secondo cui il voto dell’ultima interrogazione dovrebbe avere una funzione assolutamente determinante nel far decidere la promozione o la sospensione del giudizio dello studente. Orbene, quest’opinione sarebbe da condividere soltanto se le interrogazioni in classe si svolgessero su tutti, o su quasi tutti, gli argomenti del programma già svolto nell’anno scolastico. Se ciò avvenisse, sarebbe ben felice il docente dar la promozione senza debito allo studente che, interrogato l’8 giugno, dimostrasse di conoscere quasi l’intera materia. Il ragionamento, però, non reggerebbe se nelle interrogazioni gli insegnanti si dovessero limitare, per problemi di tempo o per pudica tradizione, a verificare la preparazione degli studenti sol-
tanto sulle ultime parti del programma trattato. In verità, la conoscenza della prassi didattica fa ragionevolmente ritenere che è tutt’altro che raro constatare che vi sono studenti i quali preferiscono risparmiarsi nello studio nella prima parte dell’anno scolastico, affastellando disinvoltamente voti di insufficienza nello scrutinio del primo quadrimestre. Costoro si riservano, così, le loro preziose energie per le ultime settimane di studio, quando, studiando soltanto gli ultimi argomenti del programma svolto, pensano di salvare l’intero anno, dimostrando di saper tutto sul conte Ugolino e sull’Arcivescovo Ruggieri, e dimenticando d’aver già dimostrato di non aver appreso nulla dei 32 precedenti canti dell’Inferno. La scuola
pubblica è ancora fondata sulla frequenza diligente e chi non la frequenta con profitto per l’intero corso difficilmente potrà trarne il beneficio d’una completa formazione personale, allo stesso modo in cui l’astuto ciclista che non si impegni nelle prime tappe del Giro, molto, molto difficilmente saprà recuperare il tempo perduto, sicché, seppur riuscirà a vincere la sola ed ultima tutta, concluderà il tour al fondo della classifica. Fabio Scrimitore (Dirigente scolastico liceo ginnasio “Giovanni Paolo II”- Lecce)
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Lecce, 16 Giugno 2012
Attentato Brindisi / La sua valutazione
VANTAGGIATO: PARANOIDE AL LIMITE DELLA SCHIZOFRENIA In riferimento all’ultimo drammatico episodio accaduto nel Salento con la morte di Melissa Bassi la posizione del prof. Bruno è stata quella di definire il Vantaggiato “un soggetto paranoide al limite della schizofrenia” caratterizzato da diffidenza e sospettosità che spingono a leggere i comportamenti degli altri come malevoli per la propria persona.
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ILpag 16 Giugno 2012 - Anno XXII n. 23
Prevenire la violenza a livello familiare è facile: perché in famiglia i diritti e i doveri non sono semplici accordi scritti. È importante incentivare, il ruolo educativo dei genitori nei processi di formazione e accentuare il compito del padre e delle regole
FRANCESCO BRUNO:
LA VIOLENZA può essere sempre
Intervista Esclusiva / Risponde il noto criminologo e consulente scientifico di v
IL PROFILO
CONSULENTE DEI CASI PIÙ CLAMOROSI Francesco Bruno, 64 anni, calabrese di Celico (Cs) vissuto a Roma, si laurea in Medicina e Chirurgia e si specializza in Neurologia e Psichiatria. Consulente Scientifico per vari organismi internazionali (Onu, Consiglio d’Europa, Comunità Europea, Oms) ha diretto e coordinato diversi programmi di ricerca sui problemi criminologici, giuridici e sociali dell’abuso di droga. Da oltre 30 anni svolge un’intensa attività pubblicistica sui principali organi d’informazione e partecipa, in qualità di criminologo e psichiatra forense, alle indagini e ai processi sui più clamorosi casi di cronaca giudiziaria dal caso Moro all’attentato al Papa, dal Mostro di Firenze al delitto di via Poma, dal mostro di Foligno all’omicidio di Castelluccio dei Sauri fino al caso Cogne. Professore alla Sapienza, docente di Criminologia in diverse università italiane e straniere, è Professore Ordinario di Pedagogia Generale e Sociale.
“DELITTI IN FAMIGLIA: INNANZITUTTO UN URGENTE INTERVENIRE CONTRO LA MAN
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abato 9 giugno si è svolto presso l’Hotel Hilton di Lecce il seminario sugli omicidi in famiglia nel Salento. Il prof. Francesco Bruno, Criminologo, Psichiatra e docente di Pedagogia Sociale ha illustrato le motivazioni all’origine del fenomeno ed ha indicato alcune ipotesi di prevenzione. “I delitti in famiglia sono un problema sociale - dice Bruno - e derivano dalla perdita dei valori morali e da una società senza padre. Una forma di prevenzione compete ai centri di salute mentale che dovrebbero seguire la gente invece del territorio ed insieme con essi bisognerebbe agire sulla mancanza
di valori incentivando, a livello sociale, il ruolo del padre e delle regole”. Professore, cosa si intende con legami di sangue? Il termine è usato nel doppio senso di parentela, che noi sappiamo essere basata sul cosiddetto sangue, sul fatto che due sposi mettono al mondo dei figli
moglie e non dovrebbero esserlo anche perché se lo fossero si creerebbero delle incompatibilità che possono riflettersi poi sul patrimonio genetico dei figli. Contemporaneamente sangue significa il fatto che in famiglia, il luogo degli affetti e della comprensione e dei comportamenti solidali, in realtà spesso vengono fuori gli odi più
Si vive un presente senza passato. È assolutamente necessario che l’anziano trasmetta ai giovani la sua esperienza, altrimenti viene meno l’orgoglio di rappresentare i propri antenati
che poi riconoscono questo legame normalmente nei confronti dei genitori, nei confronti dei nonni e successivamente nei confronti dei propri figli. Paradossalmente si potrebbe dire che consanguinei sicuramente non sono il marito e la
forti che possono condurre anche all’omicidio. La violenza intrafamiliare, generata dalla crisi di identità e dalla fragilità di chi la agisce, può essere evitata? La violenza può essere
sempre evitata. L’uomo si distingue per essere un animale violento, ma anche per essere soprattutto dotato di ragione e quindi di controllo sulla propria violenza bruta. L’uomo nel tempo ha potuto discostarsi dal mondo animale per convogliare in forme di convivenza sociale regolamentate da norme. Prevenire la violenza a livello familiare è facile, perché la famiglia è una piccola società in cui i diritti e i doveri delle norme non sono semplici accordi scritti su pezzi di carta, ma provengono dalle usanze ancestrali che hanno sempre legato i figli con i genitori e i figli tra loro. La famiglia è la sede dei processi di formazione con i genitori nel ruolo di educatori che dovrebbero comprendere il naturale processo di crescita del figlio ed evitare le incomprensioni. In realtà la società costringe le famiglie a rinunciare alle sue funzioni fondamentali. Una donna che lavora, ad esempio, è costretta a limitare il tempo di cura nei confronti del figlio.
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La moglie
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ginone
Lecce, 16 Giugno 2012
16 Giugno 2012 - Anno XXII n. 23
RICERCATORE E OPINIONISTA SU RAI DUE Sposato con Simonetta Costanzo, psicoanalista e ricercatore confermato di pedagogia generale e sociale presso l’Università della Calabria, autrice di molti libri sulla prevenzione del disagio familiare e scolastico. La Costanzo è nota al pubblico per le sue partecipazioni a “Pomeriggio sul 2” come opinionista e criminologa su temi di attualità e cronaca nera.
Pagine a cura di Manuela Settimo L’impegno dell’Associazione A.I.A.S.U.
DIGNITÀ UMANA E PACE TRA I POPOLI ssociazione Internazionale per le Applicazioni delle Scienze Umane - è un’associazione a carattere internazionale con lo scopo di promuovere l’interdisciplinarietà e l’integrazione tra le scienze umane. È fondata su una concezione generale che intende la scienza al servizio dell’umanità nel rispetto della dignità e dei diritti dell’uomo e nella prospettiva della pace, dello sviluppo, della comune conoscenza e della collaborazione tra i popoli. L’associazione opera promuovendo, organizzando e coordinando progetti di studio e di ricerca, iniziative di rilievo culturale e sociale, assistendo le istituzioni nella realizzazione di programmi applicativi, attraverso le proprie attività di analisi dei problemi e l’individuazione e l’indicazione dei mezzi tecnici, scientifici ed operativi necessari per la loro soluzione. AIASU intende favorire lo sviluppo di tutte le Scienze Umane nelle loro applicazioni positive alla vita dell’uomo inteso come individuo e sistema.
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DELITTI DENUNCIATI DALLE FORZE DI POLIZIA ALL’AUTORITÀ GIUDIZIARIA A LECCE Anno 2010
evitata
Omicidi volontari
consumati
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Tentati omicidi
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Infanticidi
vari organismi internazionali
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N PROBLEMA SOCIALE. NCANZA DI VALORI” Sarebbero necessarie delle norme sociali che consentano alla mamma di stare con il proprio figlio per il tempo necessario che è almeno tre anni, senza lavorare. Una norma di questo genere contrasta, però, con gli interessi economici della società. In ottica pedagogica, sembrano mutati i bisogni educativi della società. Quali funzioni deve o può assumere l’anziano? È assolutamente necessario che l’anziano trasmetta ai giovani la sua esperienza. Perché questo possa avvenire, c’è bisogno di una linea di comunicazione, di informazione aperta tra il mondo degli anziani ed il mondo dei giovani. Questa linea per ora è interrotta dai genitori che ospedalizzano l’anziano e lo escludono dal proprio ambiente. In questo modo i giovani perdono la trasmissione dell’esperienza che assume necessariamente un aspetto educativo e la continuità con il tempo, per cui viene meno l’orgoglio di rappre-
sentare i propri antenati. Si vive un presente senza passato. Negli ultimi due anni la cronaca salentina si colora di delitti in cui l’autore è un padre, dai casi di figlicidio alla vicenda di Brindisi. Qual è quindi il ruolo del padre oggi? Cosa ci si aspetta dalla figura paterna? Oggi siamo in una società che è stata definita senza padre in cui la figura paterna è stata demolita e ridicolizzata, praticamente abolita. Le radici di ciò risiedono nel fascismo. Il fascismo apparentemente era basato sull’autorità ed il suo superamento, in seguito alle seconda guerra mondiale, ha portato ad un rifiuto globale della stessa in ogni forma. I sessantottini, me compreso, in realtà hanno confuso l’autorità con l’autoritarismo e quindi hanno combattuto il principio dell’autorità senza il quale, in realtà, non si può formare la società. Oggi è necessario reintrodurlo basandolo
sulla consapevolezza che viene dalla ragione, ma soprattutto sul principio di responsabilità per cui se ti assumi le responsabilità sei autorevole. Perché nel Salento si assiste a questi delitti? Il Salento come tante terre, ha in sé un male oscuro che ogni tanto si manifesta. Questo male oscuro può produrre odio, sette sataniche, criminalità diffusa ed organizzata e poi anche episodi come il più recente di Brindisi. Non è facile individuare l’origine di questo male oscuro, qualcuno parlava di terra del rimorso e del senso di colpa, evidentemente è presente un’attrazione degli opposti proprio in queste terre baciate dalla fortuna da sempre considerate terre di briganti, soggette a vilipendio da parte del mondo intero senza possibilità di sanare tale immagine.
Omicidi colposi
23
Percosse
178
Lesioni dolose
711
Minacce
1207
Violenze sessuali
57
(valori assoluti) - LECCE Fonte ISTAT, 2010
Due Master universitari
SUL RECUPERO DELLE DEVIANZE E PROFESSIONALITÀ DEL CRIMINOLOGO l Master Universitario di II Livello in Educatore professionale e Probation officer operatori nei percorsi di prevenzione, trattamento e recupero delle devianze nella società dell’Università di della Calabria forma un nuovo modello di educatore professionale che agisce a tutto tondo nelle istituzioni di prevenzione, trattamento e recupero, rispondendo ai bisogni imposti dalla società. In una parola questo tipo di educatore professionale e di Probation officer deve formare ai presupposti della democrazia ed al suo esercizio concreto e sociale. Il Master Universitario in Scienze Forensi “CriminologiaInvestigazioneSecurity-Intelligence” dell’Università di Roma “Sapienza” è un Master di eccellenza, finalizzato alla formazione teorica e professionale propria del Criminologo, inteso come figura professionale in grado di fornire competenze interdisciplinari e multidisciplinari che portano ad una visione complessiva ed integrata dell’evento criminoso.
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Progetto umanizzazione delle cure
DIRITTO ALLA CURA E ALLA PERSONA AIASU è attualmente impegnata, insieme con tutti coloro che ne condividono gli ideali e gli scopi, a favorire, nel contesto culturale della società attuale, un progetto di umanizzazione che in tutti i settori possa sostenere una nuova centralità dell’uomo in un periodo in cui, per vari processi in atto, l’uomo la sta perdendo per confondersi in valori e meccanismi sociali e culturali che non gli appartengono né gli competono. Il primo ambito in cui ci si sperimenta è quello della medicina sostenendo la: Dichiarazione per il diritto alla cura e alla persona e per l’umanizzazione delle cure mediche, chirurgiche e psicologiche Per sostenere la dichiarazione si può telefonare allo 06.88327350; inviare una mail all’indirizzo: info@aiasu.it oppure firmando online sul sito internet: www.aiasu.it
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