Amor cortese

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Appunti di Mara Torricelli

Buona fortuna! di Edmund Blair Leighton, 1900: una rappresentazione del tardo vittoriano di una dama che concede il suo "favore" a un cavaliere in assetto di battaglia (da Wikipedia)

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Ariosto: “Cortesi donne ebbe l’antiqua etade, che le virtù, non le ricchezze, amaron”

L' amor “cortese”…. ….è un termine creato dal critico francese Gaston Paris nel 1883 per indicare la concezione filosofica, letteraria e sentimentale del concetto dell'amore, all'epoca del trobar dei poeti nelle corti provenzali, e si basa sul concetto che solo chi ama possiede un cuore nobile.(Wikipedia)

L’amor cortese è strettamente imparentato con il termine fin'amor e s’incentra sulla cortesia che ne è la sua essenza. I poeti adottano la terminologia del feudalesimo, dichiarandosi vassalli della donna. Poiché a quel tempo il matrimonio aveva poco a che fare con l'amore, l'amor cortese era anche un modo per i nobili di esprimere l'amore non trovato nel loro matrimonio. Gli "amanti" nel contesto dell'amor cortese non facevano riferimento al sesso, ma piuttosto all'agire emotivo(Wikipedia). Questi "amanti" avevano brevi appuntamenti in segreto, che si intensificavano mentalmente, ma mai fisicamente.

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Le regole dell'amor cortese vennero codificate in quell'opera più influente del tardo secolo XII che è il De amore di Andrea Cappellano, dove si legge per es. che...

 "il matrimonio non è una vera scusa per non amare",  "colui che non è geloso non può amare",  "nessuno può essere legato a un doppio amore"  "quando si rende pubblico un amore raramente dura".

In effetti, tutto nasce in ambito medievale: i cavalieri, che fino ad un certo punto sono stati solo l’esercito del Signore, con il tempo acquistano forza politica ed economica. Basta ricordare che essi, per ogni azione vittoriosa, erano date come ricompensa terre che acquisiscono come proprietari. Ad un certo punto, accade che si trovassero ad avere più terre dei feudatari. Famoso è il caso di Guglielmo IX d’Aquitania, che possedeva terre che andavano dal mare della Manica alla Francia del sud, più del re di Francia. Essi, però, non avevano voce in “politica”, in quanto non erano nobili e non “esistevano” come ceto sociale.

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Fu così che essi “si inventarono” una “classe sociale” con regole e precetti precisi. Essi così, poterono affermare che la loro non era nobiltà di sangue….ma d’ANIMO. E così si dettero anche delle leggi….

In campo civile essi erano:  leali  difensori dei più deboli (molti di loro, infatti, faranno parte delle Crociate)  amanti del bello (in particolare il bello corrisponde all’amore, e, quindi alla donna amata)  colti; molti di loro furono POETI= sono i TROVATORI, che in Provenza hanno prodotto moltissime poesie d’amore. In campo militare essi erano:  coraggiosi  leali (si battevano sempre ad armi pari)  difensori dei deboli e gli indifesi  bravissimi con le armi; caratterizzati da una solida armatura di ferro

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Al centro degli ideali cavallereschi c’è L’AMORE. L’amore per una donna poteva far sperimentare tutti i valori sopra citati. Gli elementi caratterizzanti L'AMOR CORTESE sono:  Il culto della donna, vista dall'amante come un essere sublime, irraggiungibile. In certi casi anche divino.  L'inferiorità dell'uomo rispetto alla donna amata, l'amante si sottomette completamente e obbedisce alle volontà della donna. Tale rapporto fra i due sessi è definito "servizio d'amore". L'amante presenta il suo omaggio alla donna e resta in umile adorazione di fronte a lei. Si tratta di un "amore-vassallaggio" in cui il rapporto tra l'uomo e la donna è simile a quello intercorrente tra il vassallo e il suo signore.

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L'amore inappagato, cioè l'amante non chiede nulla in cambio dei suoi

servigi. Non è chiaro se si trattasse solo di amore spirituale e platonico. L’amante non chiede niente alla sua donna, solo uno sguardo….basta questo per rischiarare la sua giornata. La negazione dello SGUARDO portava a sofferenze profonde nell’amante. Nelle poesie è taciuto anche il nome della donna, dal momento che le donne, oggetto di culto, erano sempre spose di un altro, non era rispettoso fare il loro nome. Anzi spesso si dovevano usare perifrasi, metafore e allegorie per non far riconoscere al lettore la donna in questione (da questo il nome di TROVATORI: da troubar clous= cantare chiuso=difficile). L'amore è adultero, quindi, e si svolge al di fuori del vincolo coniugale: si riteneva che, nel matrimonio, non potesse esistere veramente "amor fino". Il matrimonio, infatti, spesso era un contratto, stipulato per ragioni dinastiche o economiche. Il carattere adultero dell'amore esige dunque il segreto, che tuteli l'onore della donna: per questo il suo nome non viene mai pronunciato dai poeti.  La gioia, o meglio una forma di ebbrezza ed esaltazione, di pienezza vitale, formata dall'amore impossibile, che però genera insieme anche sofferenza, tormento.

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La citazione. Boccaccio: “…mi si disdice l’essere villana verso di chi a me è stato cortese.”

L’

amor cortese si realizza attraverso degli stadi precisi:

1. Attrazione per la donna, di solito tramite gli occhi/sguardo 2. Adorazione della donna da lontano. 3. Dichiarazione di devozione passionale. 4. Rifiuto da parte della donna virtuosa. 5. Rinnovato corteggiamento con giuramento di virtù ed eterna fedeltà. 6. Lamenti per l'approssimarsi della morte, dovuti al desiderio insoddisfatto (e altre manifestazioni fisiche del mal d'amore). 7. Gesta eroiche di valore che vincono la ritrosia della donna. 8. Consumazione dell'amore segreto. 9. Avventure infinite e sotterfugi per evitare di essere scoperti. Le regole dell'amor cortese vennero codificate in quell'opera altamente influente del tardo secolo XII che è il DE AMORE di Andrea Cappellano1, dove si legge - "il matrimonio non è una vera scusa per non amare", - "colui che non è geloso non può amare", - "nessuno può essere legato a un doppio amore" e - "quando si rende pubblico un amore raramente dura".

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Si rimanda ad altri Appunti, per Andrea Cappellano e il De Amore, sulla cavalleria, sulla Gentilezza ecc

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