4+2 CENTRO CULTURALE ALDO MORO
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PAOLO VENTI Una mostra eterogenea e ricca, che ci mette di fronte a sei vie di ricerca, in quel grande laboratorio di arte che è il centro Europa, quel crocevia di esperienze contro cui la storia a volte si è accanita ma che nell’arte ha trovato a volte il solo modo per resistere, andare oltre. In questa idea dell’andare oltre, del progettare o pensare oltre il presente, ci piace trovare l’elemento unificante, in questa oscillazione fra denuncia vibrante di un disagio e progettazione di utopie, richiamo alla tradizione e apertura al nuovo. Bartosz Frączek Le opere di Bartosz Frączek caratterizzate da una colorazione vigorosa, si presentano come un collage di immagini in cui il dato figurativo si affianca e convive con quello simbolico, a volte araldico, a volte storico. Gli sfondi, di volta in volta caratterizzati da una piastrellatura decorativa, da architetture reali e oniriche al tempo stesso consentono di accampare in primo piano un teatro di simboli, animali, figure. In equilibrio fra decorativismo, tradizione liberty, quadro propone un dialogo serrato fra antico e moderno (angeli romanici reggitorcia accanto a insegne di autobus). Vi è uno sforzo interessante che mira a catturare lo spirito del luogo (Budapest, Berlino, Lubecca, Kiel) attraverso un collage di scorci, mappe, dettagli, ricordi, a volte evocando solitudini urbane o alludendo a quegli accadimenti che hanno impregnato di sé lo spazio. Su tutto si stende come un velo un certo gusto decorativo e iconografico “slavo”, fatto di colori vivi, gusto per il dettaglio, oggetti ripetuti fino a farne decorazione. Un influsso della Secessione, a cui pure si è fatto cenno, emerge chiaro nella serie di figure femminili stilizzate. Jarosław Kweclich Paesaggi di grande forza espressiva, caratterizzati da una colorazione potente che attraverso pennellate rapide e “sporche” riesce a restituire il senso di un dramma. I cieli si caricano all’inverosimile di vapori quasi solidi nella loro matericità, mentre un nero quasi uniforme restituisce la concretezza e il mistero della terra. La luce crea contrasti suggestivi, apre linee di fuga o sentieri vibranti di metallo fuso. Nelle ultime opere la ricerca raggiunge l’eleganza assoluta, e il chiaroscuro trova il suo ambito di elezione nella superficie del mare, nel gioco innocuo o terribile delle onde. A volte il mistero si cerca nella storia, nelle profondità delle epoche più arcaiche dove una grotta, un fuoco, una fiera evocano ricordi ancestrali. Le pennellate anche in questi casi hanno un’imprecisione visionaria, parlano di ricordi arcaici o di incubi profondi dell’anima. Anche nei quadri più figurativi (un mulino, una chiesa) la cifra è la stessa: certe masse opache in controluce, quasi uniformi nei colori, a dialogare con un reale che la luce per un attimo rivela nelle tinte e nei contorni. Adam Wsiołkowski La pittura di Adam Wsiołkowski si colloca al confine fra pittura astratta, geometrica e i recenti esperimenti di elaborazione grafica. Si tratta di studiate geometrie in cui si gioca un sistema artificiale di illuminazioni, in contrasti espliciti di luci e ombre, fino a creare spazialità irreali, fantascientifiche. Le improvvise illuminazione rivelano qua e là disegni sottostanti, filigrane, oppure disegnano per un attimo profili umani, sagome riconoscibili ma ormai assorbite e stravolte dall’ambiente alieno. Il lavoro procede anche in un altro senso, ovvero lungo la linea pure moderna e sperimentale della serialità. I lavori sono riproposti in una serie poten-
zialmente infinita di variazioni cromatiche, viraggi che sondano ulteriori possibilità: un filtro nasconde alcune cose, ne rivela altre, la stessa immagine suscita emozioni opposte solo per il fatto di alterarne artificialmente la gamma cromatica. Marcin Kowalik Marcin Kowalik sperimenta sulla tela le possibilità di disorientare lo spettatore attuando alterazioni percettive, creando prospettive inusuali, alterando la gamma cromatica. Questo sembra essere in tutte le opere la finalità dell’artista che sperimenta una vasta gamma di terreni artistici. Dalla sperimentazione nel campo della geometria spaziale, con l’intrecciarsi di solidi al limite dell’illusione ottica, al trompe l’oeil di certi lavori che sondano l’illusione tridimensionale, a opere in cui l’accavallarsi di piani spaziali, quasi quinte di teatro, creano spazialità nuove, di grande suggestione (il mondo visto dalle radici, per fare un esempio). Lo spazio viene letteralmente invaso da questa ricerca, le tre dimensioni vengono dilatate in una sperimentazione che attira lo spettatore e lo chiama a collaborare in questo gioco. Creare mondi nuovi, in fondo, un gioco non da poco! A volte dietro le tele vi è un ammiccamento a certo Magritte, altre volte la geometria crea i nostri spazi-non spazi (interni di vagoni, per esempio), abitati da persone senza volto, quasi una denuncia dell’inabilitabilità del nostro mondo, geometrizzato per davvero. Csaba Attila Györi La ricerca di Csaba Attila Györi si muove fra due pulsioni per certi versi opposte e complementari. Da un lato è una ricerca sulla forma, sulla linea che la materia pu assumere quando occupa lo spazio. Masse di metallo lucido che entrano in relazione, si appoggiano una sull’altra, pesano e incombono, si sostengono a vicenda lungo linee di forza pulite, elegantissime. La collocazione della scultura negli spazi urbani, nei parchi, sembra contagiare di questa eleganza ogni cosa, il paesaggio stesso, perché diventa sintesi di una misura, di una perfezione che è nelle cose (e l’utilizzo di superfici a volte specchiate, in cui il circostante si riflette, non fa che esplicitare questa osmosi). A volte la monumentalità stessa, la grandezza delle opere, impone come paradigma le geometrie artistiche agli spazi circostanti. Si creano una serie di tensioni suggestive, una grammatica fatta di verticalità, onde sinuose, punte, gocce, superfici lucide e ruvide che ci traghetta all’altra anima di Csaba Attila Györi, quella che definirei più concettuale. Opere che diventano denunce (Infanzia violata) o evocazioni (Ricordi d’infanzia), utilizzando magari quella suggestiva e non usuale risorsa scultorea che è la goccia, la colata, il liquido (informe, in un mondo di forme come la scultura da sempre è stata). Alexandra Mureşan Sperimentazione minimalista per certi versi quella di Alexandra Mureşan, fatta di poche cose, pochi materiali. Rete e vetro, essenzialmente, cioè due entità per tanti versi polari, opposte: la rete è fissità, contenitore, filtro, geometria, laddove il vetro fuso è possibilità, fluidità, movimento, mancanza di forma. Dalla dialettica fra questi due ingredienti (del resto archetipici, originari, sia sul piano concettuale che storico, magari anche psicologico e psicanalitico) nascono opere elegantissime e raffinate che parlano di una osmosi profonda fra le cose: il vetro, percolato fra le maglie della rete, con i suoi filamenti diventa a sua volta sostegno della rete, e l’intersezione fra le due materie può parlarci dell’eterno divenire del mondo (Panta rhei è il titolo di un’opera), raccontarci in modo drammatico storie dolorose (dove la rete diventa prigionia, il vetro rosso quasi sangue rappreso) o sogni di libertà (la rete sarà allora come un’ala libera, il vetro un mare in cui leggera vola, sostenuta da invisibili filamenti).
B A R T O S Z
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Nato nel 1974 a Częstochowa, ha studiato presso l'Istituto di Plastica, Universita Pedagogica a Częstochowa ( oggi Accademia di Jan Długosz). Diploma con lode presso lo studio di pittura di Prof. Wincenty Maszkowski. Dal 1999 legato all’Academia di Jan Dlugosz a Częstochowa. Il dottorato di ricerca alla Facolta di Pittura presso l'Academia delle Belle Arti a Cracovia 2009. Dottore presso la Facolta di Pittura, Academia di Jan Długosz a Częstochowa. Quattro volte assegnatario di borsa di studio del presidente di Czestochowa. Spesso premiato durante concorsi di pittura. Ha ideato e curato Biennale Internazionale di Miniatura. I suoi lavori si trovano nelle collezioni private nel Paese e all'estero.Ha preparato 69 mostre individuali e ha partecipato a oltre 180 mostre collettive in tutto il mondo. I suoi lavori stati esibiti anche durante fiera dell'arte Hanse Art (Lubeka, Oldenburg, Brema, Amburgo) Artevent (Antwerpia, Arnhem), Artistes Contemporaines (Losanna, Geneva). www.fraczek.art.pl
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Nato nel 1965 a Targu Mures, Romania Nazionalità: rumena/ ungherese Atelier: Baia Mare, Romania Tel: 004 0740679012 Studi: Accademia di Arti Visive “Ion Andreescu”, dipartimento di scultura,1997 Membro dell’Unione di Artisti della Romania Membro del Gruppo di Artisti di Budapest “Mednyanszky”, 2011 Curatore dell’esposizione: 2007–2013 “Identity”, Baia Mare/Romania Curatore dell’esposizione – “Noaptea Galeriilor”, Baia Mare-Millenium III, 2011 Curatore del Simposio Internazionale d’Arte, Coltau/Ro, 2011–2013 Curatore dell’Esposizione internazionale ”Contemporary Artists”- Baia Mare/Ro, 2011 e-mail: gyori_csaba@yahoo.com www.gyoricsaba.ro
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Nato nel 1981 a Zamość (Polonia) dove ha sostenuto l’esame di maturità in locale liceo artistico. Negli anni 2001–2006 ha studiato in atelier della pittura diretto da prof. Adam Wsiołkowski nella Accademia Di Belle Arti di Cracovia. Sotto l’occhio di detto profesore nel 2009 ottiene dottorato, ed ora è il suo assistente nel atelier. A parte occuparsi di pittura partecipa come organizzatore, curatore e tutor artistico nelle viarie iniziative culturali. È l’autore di seguenti cicli artistici: „Przestrzeń podróży” [Lo spazio del viaggio] (dal 2006); „Pejzaż w pudełku” [Passaggio nella scatola] (dal 2007); „Michał” [Michele] (dal 2007); „Nieznane królestwo” [Regno incognito] (dal 2008); „Back to Basics” (dal 2010); „Faza lustra” [la Fase dello specchio] (dal 2011). È in prima linea del plebiscito „Kompas Młodej Sztuki” del tabloid nazionale „Rzeczpospolita”. Ha partecipato nel incirca 40 mostre in Polonia e altri paesi del mondo. Ha avuto più di 30 mostre individuali, tra altro, a: Amburgo, Lipsia, Düsseldorf, Brussels, New York, Varsavia, Zamość e Cracovia (Museo Nazionale). È borsista del Ministero della Cultura Polacca, dei Sindaci di Zamość e di Cracovia e della fondazione Grazella. Nel 2008 era ospitato a Düsseldorf come vincitore della borsa di Ateliers Höherweg 271. Le sue opere si trovano nelle collezioni di Museo dell’Accademia di Belle Arti di Cracovia, nei musei regionali di Stalowa Wola e Chełm, ma anche nelle numerose collezioni private come per esempio Borowik Collection, Clifford Chance Collection. Ha fondato uno stipendio „Wiara w Malarstwo” [Fiducia nella Pittura] dedicato ai studenti dell’ultima classe del suo liceo artistico a Zamość. Attualmente vive e lavora a Cravcovia.
J A R O S Ł A W
K W E C L I C H
Nato il 27 agosto 1957 Częstochowa. Negli anni 1976-1981 studente presso l'Academia delle Belle Arti a Cracovia (Facolta di Pittura) dove si e diplomantopresso lo studio di pittura di Prof. Jan Szancenbach e pittura in architettura ed urbanistica di Professa Janina KraupeŚwiderska. Dal 1987 legato all'Academia di Jan Długosz a Częstochowa. Nel 2004 nominato il professore dell'Academia di Jan Długosz, fa il rettore nello studio di pittura alla Facolta dell Educazione Artistica. Nella sua creazione individuale si puoelencare pittura monumentale, vetrate e disegno. Il tema principaledelle sue opere di pittura e lacondizione umana e i problemi esistenziali – da dove veniamo, chi siamo e dove andiamo. E'l autore di tante mostre individuali ma anche partecipante di esposizioni collettive nel Paese e all'estero. i.e: – Mostra di pittura, Burggalerie Jever (Germania) 2010 – Mostra di Pittura, Polish Art Gallery, New York (Stati Uniti) 2010 – Nord Art 2010/2011/2013/2015, Kunst in Der CArlshutte (Germania) – Fourth Beijing International Art Biennale (Cina) 2010
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Studi 2013–2016 PHD – Università di Arte e Design, Cluj-Napoca, Romania 2012–2014 MFA – Università di Arte e Design, Facoltà di Arti Decorative e Design, Specializzazione: vetro, ceramica e metallo, Cluj-Napoca, Romania 2009–2012 BFA – Università di Arte e Design, Facoltà di Arti Decorative e Design, Specializzazione: vetro, ceramica e metallo, Cluj-Napoca, Romania 2004–2008 BA – Università di Babes-Bolyai, Facoltà di Storia e Filosofia, Dipartimento di Filosofia, Cluj-Napoca, Romania 2000–2004 Scuola Superiore di Belle Arti “Romulus Ladea”, Cluj-Napoca, Romania Mostre collettive 2015 Identităti, galleria UAP, Baia-Mare, Romania 2015 Cluj Calling Project, IAGA International Art Gallery Angels, Cluj-Napoca, Romania 2014 Biennale dell’Arte Decorativa, Palazzo del Parlamento, Bucharest, Romania 2014 artisti rumeni del vetro – ICOM meetings, Museo di Oltenia, Craiova, Romania 2014 esposizione del premio Stanislav Libensky, Dancing House, Praga, Repubblica Ceca 2013 Tra ceramica e tecnologia, galleria Galateea, Bucarest, Romania 2012 Ceramica ora, esposizione di gruppo, galleria Europe, Braşov, Romania 2011 Terra-Cruda Terra-Cotta, Media City, Manchester, Inghilterra Premi e Riconoscimenti 2013 Premio del Memoriale Jutta Cuny-Franz, Fondazione Jutta Cuny-Franz, Düsseldorf, Germania 2014 Premio per il Vetro, Biennale dell’Arte Decorativa, Bucarest m_alexandrina8@yahoo.com
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Nato a 1949 a Cracovia. Ha studiato in atelier di pittura nella Accademia Di Belle Arti di Cracovia fino a 1973, quando comincia ad insegnare nella detta Accademia. Ottenendo nel 1992 il titolo di professore e divine maestro nel attelier di pittura. Negli anni 2008–2012 viene scelto rettore del Accademia di Cracovia. Ha partecipato nel incirca 200 mostre in polonia e in tutto il mondo e nel più di 50 individuali che si terravano tra altro a: Varsavia, Poznan, New York, Parigi, Praha, Berlino, Norimberga, Essen e Kiev. Riconosciuto da numerosi premi nel concorsi di pittura, disegno e per i suoi poster, viene premiato due volte da Ministro della Cultura Polacco. Negli anni 1981–82 viene invitato a Stati Uniti dalla Fondazione Kościuszkowska ottenendo una borsa della Fondazione Ford & Rockefeller. I suoi lavori si possono vedere nelle collezioni di Musei Nazionali di Cracovia, Varsavia, Poznan e Kielce; nei Musei Regionali di Tarnow, Torun; Museo Storico di Citta di Cracovia, Museo di Università Iagellonica, Museo della Accademia di Belle Arti di Cracovia, Museo dei Poster a Wilanow; nelle collezioni di Centro del Arte “Studio” a Varsavia, Centro del Arte Contemporanea di Mazovia,,Elektrownia“ a Radom, The New York Public Library, Polish Institute of Arts & Sciences, The Kosciuszko Foundation – Nowy Jork; Museo Mondriaanhuis w Amersfort in Olanda; Museo Fundacion Antonio Perez a Cuenca in Spagna e numerose collezioni privati in Polonia e resto del mondo.
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Was born in 1974. He graduated from the Painting Departament, The Faculty of Art at the Pedagogical University in Częstochowa (Poland). Since 1999 he teach at Jan Długosz University in Częstochowa. He was gain a doctorate in art at Academy of Fine Arts in Cracow. He was given the President of Częstochowa Scholarship four times. Currently he works in the department of Drawing and Painting of Jan Długosz University in Częstochowa. He was the initiator and organizer of the International Biennial Of Miniature Art. His works are in collections all over the world. 180 collective, over 60 individual shows. In Poland, Belgium, Netherlands, Germany, U.S.A, Denmark, Sweden and Hungary. Member of D.F.E.W.A. in Stuttgart and Association of Polish Artists. www.fraczek.art.pl
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Born: 1965 Targu Mures, Romania Nationality: Romanian/ Hungarian Studio: Baia Mare, Romania Tel: 004 0740679012 Studies: Academy of Visual Arts “Ion Andreescu”,sculpture department,1997 Member of The Artist Union of Romania. Member of The Artist Group of Budapest “Mednyanszky”, 2011 Curator of exposition: 2007–2013 “Identity”, Baia Mare, Romania Curator of expozition – “Noaptea Galeriilor”, Baia Mare-Millenium III, 2011 Curator of International Art Symposium, Coltau/Ro, 2011–2013 Curator of International Exhibition ”Contemporary Artists” – Baia Mare/Ro, 2011 e-mail: gyori_csaba@yahoo.com www.gyoricsaba.ro
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Was born in 1981 in Zamość where he finished a secondary school of fine arts. In years 2001-2006 he studied at the painting department at the Academy of Fine Arts in Cracow in the studio of professor Adam Wsiołkowski. He also gained a doctorate under his supervision in 2009. He currently works as an assistant lecturer in his studio. Kowalik’s work includes painting, installation, objects and performance. He works as an organizer, curator and artistic supervisor. He is the author of painting cycles ‘The Space of Travel’ (since 2006), ‘Landscape in a Box’ (since 2007), ‘Michał’ (since 2007), ‘The Unknown Kingdom’ (since 2008), ‘Back to Basics’ (since 2010), ‘Mirror Phase’ (since 2011). He was ranked at the top of Kompas Młodej Sztuki (the Compass of Young Art). He has participated in about 40 exhibitions in Poland and abroad. He has had over 20 individual exhibitions in Hamburg, Leipzig, Düsseldorf, Dublin, Warsaw, Cracow (The National Museum) and other cities. He is a holder of scholarships of the Minister of Culture and National Heritage, the president of the city of Cracow and the President of the city of Zamość. In 2007 he participated in workshops for art curators – Crosskick Academie, Berlin organised by AdKV. In 2007/2008 he received a doctoral scholarship at the Academy of Fine Arts in Cracow. In 2008 he received a residence scholarship in Ateliers Höherweg 271 in Düsseldorf. He is also a holder of the Grazella Foundation scholarship. He gave guest lectures at the National College of ART and Design in Dublin (Ireland) and at the University of Ostrava (the Czech Republic). His works can be found in the collection of the Jan Matejko Academy of Fine Arts Museum in Krakow, Regional Museums in Stalowa Wola and Chełm (Poland), the Borowik Collection (http://www.borowikcollection.com/), the Clifford Chance Collection and many other small private collections all over the world. Kowalik is the founder of the ‘Wiara w Malarstwo’ (‘Faith in Painting’) scholarship that is dedicated to the students of the last grades of the secondary school of fine arts in Zamość, which he himself attended.
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Was born in 1957. The author of many individual exhibitions and the partic pant of numerous joint exhibitions in Poland and abroad. Apart from successful exhibitions, the prize winner in the competition ‘The Painting of the Year 2002‘ (ex aequo) organized by the magazine ‘Art & Business‘ (2003). Last most important exhibitions: – Exhibition PAY IT FORWARD to Gifted Kids - Casa Vernescu, Bucharest, Romania 2009 – International Exhibition: Artist-Mirror-Selfportrait, Cracow 2009 – International Exhibition: Artist-Mirror-Selfportrait ,Dniepropietrowsk, Ukraine 2010 – Nord Art 2010, Kunst in der Carlshutte, Germany, 2010 – Fourth Beijing International Art Biennale, China 2010 – Sonniges land – Kunstlerhaus, Graz, Austria 2010 – 3 rd International Festival of Culture – Barok, Brzeg, Poland
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Education 2013–2016 PHD – University of Art and Design, Cluj-Napoca, Romania 2012–2014 MFA – University of Art and Design, Faculty of Decorative Arts and Design, Specialization: glass, ceramic and metal, Cluj-Napoca, Romania 2009–2012 BFA – University of Art and Design, Faculty of Decorative Arts and Design, Specialization: glass, ceramic and metal, Cluj-Napoca, Romania 2004–2008 BA – Babes-Bolyai University, Faculty of History and Philosophy, Department of Philosophy, Cluj-Napoca, Romania 2000–2004 “Romulus Ladea” Fine Arts High School, Cluj-Napoca, Romania Group exhibitions 2015 Identităti, UAP Gallery, Baia-Mare, Romania 2015 Cluj Calling Project, IAGA International Art Gallery Angels, Cluj-Napoca, Romania 2014 Biennale dell’Arte Decorativa, Palace of Parliament, Bucharest, Romania 2014 Romanian glass artists – ICOM meetings, Museum of Oltenia, Craiova, Romania 2014 Stanislav Libensky Award exhibition, Dancing House, Prague, Czech Republic 2013 Between Ceramics & Technology, Galateea Gallery, Bucharest, Romania 2012 Ceramics Now Team Exhibition,Europe Gallery, Braşov, Romania 2011 Terra-Cruda Terra-Cotta, Media City, Manchester, England Recognitions and awards 2013 Jutta Cuny-Franz Memorial Award, Jutta Cuny-Franz Foundation, Dusseldorf, Germany 2014 The Award for Glass, Decorative Art Biennale, Bucharest m_alexandrina8@yahoo.com
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Born in Kraków in 1949. He studied at the Faculty of Painting of the Academy of Fine Arts in Kraków; graduated in 1973 and in the same year started teaching at the Academy where he obtained the title of professor in 1992. He runs a painting studio there; in the years 19962002 he was dean of the Faculty of Painting. In the years 2008-2012 he was Rector of the Academy of Fine Arts. He has participated in some 200 exhibitions in Poland and abroad. He has had over 50 individual exhibitions in Krakow, Warsaw, Poznan, Wroclaw, Berlin, New York, Prague, Paris, Nuremberg and Kiev. He has been awarded over 20 prizes in painting, drawing and poster competitions; he received an awards of the Polish Minister of Culture (1991, 2012) In the years 1981/82 he stayed in the USA as the Kosciuszko Foundation scholarship holder; he also received the Ford and Rockefeller Foundation grant there. His works can be found in the following collections: National Museum in Krakow, Warsaw, Poznan, Kielce, District Museums in Tarnów and Toruń; The Historical Museum of the City of Kraków; Academy of Fine Arts Museum in Kraków; Jagiellonian University Museum in Kraków; Chełmskie Museum in Chełm; The Wyczółkowski Museum in Bydgoszcz; The Museum of the City of Jaworzno; The North-Mazovian Museum in Łomża; The Poster Museum in Wilanów; “S. I. Witkiewicz Studio” Art Center in Warsaw; The Philharmonic Hall Collection in Bydgoszcz; The Mazovian Center of Contemporary Art “Elektrownia” in Radom; PrzemysłowoHandlowy Bank in Kraków; BWA Galleries in Poznań, Sieradz, Białystok; The Polish Painting Foundation in Lesko; The New York Public Library, Polish Institute of Arts and Sciences and the Kosciuszko Foundation – New York, Mondriaanhuis Museum in Amersfoort and private collections in Poland and abroad.
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PAOLO VENTI An assorted and rich exhibition, which put us in front of six ways of study, in this big laboratory of art that is the center of Europe, the intersection of experiences, with which the history argued sometimes but which found in art the only way of resistance, of thinking further. In this idea of walking further, of projecting or thinking further, we enjoy finding the unifying component, in this oscillation between trembling denunciation of an inconvenience and a designing of an utopia, the appeal to tradition and the openness to the future. Bartosz Frączek The works of Bartosz Frączek, characterised by the vigorous coloration, present themselves as a collage of the images where the figurative component comes alongside and cohabits with the symbolic one, sometimes heraldic, sometimes historical. The backgrounds, characterised sometimes by the decorative tiling with real or oneiric architectures which let the theater of symbols, animals and figures present in the first place. In the balance between decorative characters, Art Nouveau, a painting proposes a coherent dialog between antique and modern (romanesque angels carrying a torch near bus signs). There is an interesting effort which aims at catching the spirit of the place (Budapest, Berlin, Lubeck, Kiel) thanks to a collage of foreshortenings, maps, details, memories, sometimes recalling urban loneliness or referring to the events that saturated the space with themselves. A decorative and iconographic „Slavic” taste, made of vivid colours, taste for detail, objects that repeat in aim to make a decoration, extends like a veil over all this elements. The influence of the Secession, to which an allusion has been made, is obvious in the sequence of the stylized female figures. Jarosław Kweclich The landscapes with big expressive strength, characterised by intense coloring that thanks to fast and „dirty” brush strokes manage to restore the sense of drama. The skies fill unlikely with steam almost firm in their texture, whilst a black, nearly even, restores to the earth the concreteness and the mystery. In the most recent works, the research arrives to absolute elegance and the chiaroscuro effects find their area in the surface of the sea, in the innocuous and terrible game of the waves. Sometimes the mystery is being searched in the history, in the most archaic depths of the ages, where a cave, a fire, a fair recall the ancestral memories. The brush strokes, also in this case, have the visionary imprecision. They talk about the archaic memories or the profound nightmares of the soul. Also in the pictures more figurative (a mill, a church) the figure is the same: some opaque mass in reverse lighting, with almost monotone colour palette, converse with the reality, which light reveals for a moment in colours and outlines. Adam Wsiołkowski The painting of Adam Wsiołkowski lays on the borders of abstract painting, geometric painting and the recent experiments with geometric elaboration. It matters about studying geometry to invent an artificial system of illumination, with the explicit contrasts between light
and shade, to create unreal and science fiction spatiality. The unexpected lightings reveal here and there the underlying pictures, the filigrees or they picture for a moment the human profiles, the recognizable shapes which have already been absorbed and distorted by the alien ambient. The work is progressing also in another direction, that is along the pure modern and experimental line of the seriousness. The works are reproposed in a sequence of potentially endless chromatic variations, colour changes that survey further possibilities: a filter hides some things but discloses others, the same picture provokes opposite emotions only because of the artificial change of the colour palette. Marcin Kowalik Marcin Kowalik experiments on canvas with the possibilities to confuse the spectator realizing the perceptive alterations, creating the unusual prospectives and changing the colour palette. This seems to be the artist's aim, in all his works. He experiments a huge range of the artistic field. From the experimentation in the field of spatial geometry, with the twisting of the solids in the limits of the optical illusion, to the trompe-l'oeil of some works which reveal the tridimensional illusion, to the works where crossing of the spatial levels, almost the wings in the theatre, create the new spatiality, the spatiality with a great attraction (the world of the roots, for example). The space is literally invaded by this research, the three dimensions are extended to the experimentation that attracts the spectator and asks him to participate in the game. Creating new worlds, in the end, is quite a serious game! Sometimes behind the canvas there is a winking to some Magritte, other times the geometry creates our spaces-not spaces (insides of the wagons, for example), inhabited by the people without faces, nearly a denunciation of uninhabitableness of our world, truly geometrized. Csaba Attila Györi The study of Csaba Attila Györi moves between two leanings, in some ways opposite and complementary. On one hand this is a study that concerns a form, a line which the substance can assume when it occupies the space. The mass of shining metal that enter in relation, lay , weight, hang, support one another along the clean and elegant lines of strength. The placing of the sculpture in the urban space, in the parks, seems to contaminate with its elegancy all the other things, even the landscape, because it becomes the summary of the measure, of the perfection that characterises the things (the use of the surfaces sometimes mirrored, where the surroundings is reflected, makes this interchange explicit). Sometimes the monumentality, the greatness of the works, impose, as a paradigm, the artistic structures to the surrounding spaces. It creates the series of the suggestive tension, the grammar made of verticlity, the sinuous waves, points, drops, shiny and rough surfaces that takes us to the other soul of Csaba Attila Györi, the soul which is more conceptual. The works that become denunciations (The violated infancy) or evocations (The memories of the childhood) using the suggestive and common resource, such as a drop, a tap, a liquid (formless, in the world of forms such as the sculpture always present). Alexandra Mureşan The minimalist experimentation for some verses of Alexandra Mureşan, made of a few things, few materials. Fundamentally, wire and glass, two materials in many aspects opposite: the wire is steadiness, container, filter, geometry, while the glass is possibility, flexibility, movement, lack of shape. From the dialectics between these ingredients (archetypic, original, both on the conceptual and historical level, maybe also psychological and psychoanalytical) appear elegant and refined works that talk about the deep osmosis between things:
the glass, percolated between the knitting of the wire becomes a support for the wire, the intersection among the two materials can tell us about the constant becoming of the world (Panta rhei is the title of the work), tells us, in a dramatic way, the painful stories (where the wire becomes the prison, the red glass nearly the clotted blood ) or the dreams about liberty (the wire will be in that case as a free wing, the glass will be the sea above which it flies, sustained by the invisible filaments).
layout: Adam Wsiołkowski setting: Szymon Kiwerski