Industria & formazione refrigerazione e condizionamento 1-2020

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INDUSTRIA

formazione

&

ORGANO UFFICIALE CENTRO STUDI GALILEO

LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE • N. 435

Parlamento Europeo, Commissione Europea, AREA, ATF e CSG insieme per affrontare i cambiamenti climatici (vedi pag. 5 e 7)

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Sommario Direttore Responsabile Enrico Buoni Responsabile di Redazione M.C. Guaschino Comitato Scientifico Marco Buoni, Marcello Collantin, Pierfrancesco Fantoni, Marco Carlo Masoero, Alfredo Sacchi, Madi Sakande, Stefano Sarti Redazione e Amministrazione Centro Studi Galileo srl via Alessandria, 26 15033 Casale Monferrato AL tel. 0142/452403 fax 0142/909841 Pubblicità tel. 0142/452403 E-mail: info@industriaeformazione.it www.industriaeformazione.it www.centrogalileo.it continuamente aggiornati www.EUenergycentre.org per l’attività in U.K. e India www.associazioneATF.org per l’attività dell’Associazione dei Tecnici del Freddo (ATF) La rivista viene inviata a: 1) installatori, manutentori, riparatori, produttori e progettisti di: A) impianti frigoriferi industriali, commerciali e domestici; B) impianti di condizionamento e pompe di calore. 2) Utilizzatori, produttori e rivenditori di componenti per la refrigerazione. 3) Produttori e concessionari di gelati e surgelati.

Foto di copertina: da destra Carlo Fidanza, Parlamentare europeo e Presidente ai Convegni Internazionali CSG-Nazioni Unite dal 2010, Bente Tranholm-Schwarz Commissione europea DG Clima, Marco Buoni, Presidente AREA

N. 435 – Periodico mensile Autorizzazione del Tribunale di Casale Monferrato n. 123 del 13.6.1977 Spedizione in a. p. - 70% Filiale di Alessandria Abbonamento annuo (10 numeri) € 36,00 da versare sul ccp 10763159 intestato a Industria & Formazione Estero € 91,00 - una copia € 3,60 arretrati € 5,00

7 Editoriale

La Commissione Europea e la politica europea puntano sul Green Deal M. Buoni – Presidente AREA Air Conditioning and Refrigeration European Association, Segretario Generale ATF, Direttore Centro Studi Galileo

10 Italia e Somalia si incontrano sul Bosforo: “Train-the-Trainers” CSG-Nazioni Unite UNIDO. S. Romanò, A. Sistri – Centro Studi Galileo

12 In vigore il Decreto Sanzioni

M. Boscain – Docente Centro Studi Galileo

13 Nuova rubrica: approfondiamo il Decreto F-Gas e la Banca Dati 15 Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo 22 Contiamo sul freddo! Il settore HVACR a un bivio

A. Voigt – Direttore Generale di European Partnership for Energy and the Environment EPEE

25 Norme di sicurezza e componenti per i refrigeranti infiammabili W. Zaremski – Presidente Asercom

34 Principi di base del condizionamento dell’aria

Installazione del climatizzatore split su linee frigorifere già predisposte: accorgimenti e precauzioni da adottare P. Fantoni – 209ª lezione

36 Le pompe di calore per la riduzione dell’inquinamento termo-chimico A.Sacchi -– Politecnico di Torino

40 Manuale sull’uso degli F-Gas e le alternative 15ª parte: Differenze di progettazione K. Kelly, M. Cook – Business Edge

43 Vecchi refrigeranti e nuovi refrigeranti nella refrigerazione commerciale: basta sostituire una C con la H P. Fantoni – 229ª lezione

46 Ultime notizie

Da DG CLIMA, due webinar sulle verifiche indipendenti ai report annuali sugli F-Gas – Decreto Sanzioni F-Gas – Disponibile il video del webinar “2020: divieto di utilizzo dei refrigeranti ad alto GWP per la manutenzione, soluzioni” del Centro Studi Galileo – AREA e CSG protagonisti ad AHR EXPO e ASHRAE a Orlando, USA, per il progetto REAL Alternatives 4 LIFE – La Commissione UE presenta il Green Deal Europeo: nuovi obiettivi in materia ambientale ed energetica – Disponibile in italiano il documento di AREA sui nuovi divieti in vigore dal 1° Gennaio 2020 – Individuate bombole di gas contraffatte – Nel 2019 Italia verso calo 1% emissioni gas serra, cambia il mix elettrico – Italia e Somalia si incontrano a Istanbul, UNIDO e CSG insieme per la formazione F-Gas e Real Alternatives di 12 tecnici dalla Somalia: dall’8 al 15 Gennaio a Istanbul – Gli USA potrebbero non essere più i primi consumatori di aria condizionata al mondo – A Madrid la COP 25 sui cambiamenti climatici: Nuovi obiettivi nel segno dell’accordo di Parigi – News da Chemours: guida alle normative sui refrigeranti in Nord America

49 Glossario dei termini della refrigerazione e del condizionamento (Parte centonovantatreesima) – A cura di P. Fantoni

INDUSTRIA&formazione / 5


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NUMERO 1 / FEBBRAIO 2020

EDITORIALE

La Commissione Europea e la politica europea puntano sul Green Deal

Marco BUONI Presidente AREA Air Conditioning and Refrigeration European Association, 26 Associazioni europee 22 Stati 110.000 frigoristi Direttore Centro Studi Galileo Segretario generale ATF Associazione dei Tecnici italiani del Freddo

Parte la nuova revisione della regolamentazione F-Gas Esattamente, avete letto bene, parte nuovamente la revisione della regolamentazione F-gas, dopo la 842/2006, la 517/2014, l’eliminazione graduale dei refrigeranti ad alto potere di riscaldamento globale GWP, la banca dati online, l’eliminazione di alcuni refrigeranti ad alto GWP e le apparecchiature che le contengono, ecco che si incomincerà a discutere presto di nuove misure. Contemporaneamente è molto chiara la direzione politica assunta dalla nuova commissaria Ursula von der Leyen, il Green Deal Europeo nei primi 100 giorni di governo dell’Europa, 1000 miliardi di Euro, stanziati per creare un volano di crescita economica sostenibile e duratura. Dal sito della commissione, leggiamo quanto segue: Gli europei vogliono un’azione concreta in materia di cambiamenti climatici e vogliono che sia l’Europa a

Per ottobre l’Associazione europea AREA ha indetto un evento esclusivo con la partecipazione delle maggiori istituzioni e associazioni europee per presentare la sua Vision 2025, che determinerà le future direzioni da seguire in ambito ambientale, lavorativo, con aumento del personale e delle loro capacità, economico e normativo. Nella foto da sinistra, l’autore dell’articolo Presidente di AREA, Andrea Voigt Direttore generale di EPEE, Bente Tranholm-Schwarz commissione europea Deputy Head Unit DG Clima, Olivier Janin Segretario generale di AREA.

indicare il cammino da seguire. Diventare il primo continente a impatto climatico zero costituisce contemporaneamente la sfida e l’opportunità più grandi del nostro tempo. La normativa europea sul clima sancirà per la prima volta nella legge l’obiettivo della neutralità climatica dell’UE entro il 2050. Ciò significa emettere meno biossido di carbonio ed eliminare dall’atmosfera quello emesso. Per farlo è necessario estendere ad altri settori il sistema di scambio di quote di emissione che già aiuta l’UE a ridurre le emissioni dei settori energetico e industriale. Lo sviluppo di fonti di energia più pulite e di tecnologie verdi ci consentirebbe di produrre, viaggiare, consumare e vivere rispettando di più l’ambiente. Occorre sviluppare un’economia realmente circolare e proteggere la biodiversità. In particolare, il Green Deal europeo prevede un percorso per una transizione giusta e socialmente equa. È concepito in modo da non lasciare indietro nessun individuo e nessuna regione in questa grande trasformazione. Il grande contributo a migliorare il settore: AREA, 26 Associazioni, 22 Nazioni, 110.000 Tecnici del freddo Gli F-gas, potentissimi gas serra e quindi dannosi per l’ambiente, lasciatemelo dire, sono stati con successo ridotti nel nostro mercato dalla precedente legislazione europea. Per questo motivo il progetto andrà sicuramente avanti e fino al 2030 il phase down, eliminazione graduale, sarà portato a termine sempre con successo e sarà di esempio per altri settori in Europa e in altri paesi del mondo. Quanto sta succedendo però potrebbe pure andare oltre. ATF ha infatti creato un questionario, inviato a tutti i tecnici collegati ATF e Centro Studi Galileo, per conoscere le loro INDUSTRIA&formazione / 7


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Le Nazioni Unite e il loro ruolo Visti nel nostro settore della refrigerazione, condizionamento e pompe di calore: • il trend mondiale nel cambio dei refrigeranti, il Kigali Amendment e gli impegni presi dalla maggior parte dei paesi mondiali e dalle industrie • la vendita degli impianti legati al nostro settore, che nei prossimi anni subirà una previsione di vendita verticale (vedi figura 1) • il necessario aumento di competenza e di qualità di sistemi e impianti Il Centro Studi Galileo, grazie alla 8 / INDUSTRIA&formazione

Stima delle unità RAC installate entro l’anno 2050

Milioni di unità

opinioni su quanto è avvenuto dalla regolamentazione 842/2006 ad oggi (ormai 14 anni fa) e che cosa si aspettano che migliori o che venga modificato in futuro. Come potreste aver letto nell’ultimo numero della newsletter di AREA, disponibile nella sezione del sito ATF dedicata ai soci, DG CLIMA ha infatti indetto un bando di gara per la Valutazione e l’Accertamento d’Impatto e la modifica del regolamento UE sugli FGas. Si tratta del primo passo verso il processo di revisione della regolamentazione, che dovrà essere legalmente completato entro la fine del 2022. Conseguentemente alle ambizioni ambientali della nuova Commissione Europea e dello European Green Deal, DG CLIMA ha deciso di accelerare il processo di revisione in merito agli F-GAS, e di anticiparne l’inizio. Al momento, è plausibile che la revisione inizierà formalmente nel periodo estivo. AREA si preparerà per la revisione. ATF ha deciso di raccogliere le opinioni e i suggerimenti sull’impatto della corrente regolamentazione F-Gas, nell’ottica della futura revisione. Abbiamo per questo motivo iniziato un sondaggio nazionale consultabile al seguente link bit.ly/sondaggioFgas. Tutto questo verrà consolidato in un rapporto che servirà come base per dettare la posizione preliminare di AREA sulla revisione della Regolamentazione F-Gas, rapporto che sarà redatto dal Working Group Refrigeranti prima dell’avvio formale del processo di revisione. I soci dell’Associazione Tecnici del Freddo – ATF possono scaricare dalla sezione Newsletter del sito una versione tradotta in Italiano della Newsletter di AREA.

(Fonte Rocky Mountain Institute)

LBNL report 2015

GCI report 2011

IEA report 2018

Grafico della crescita di apparecchiature di refrigerazione e condizionamento, proiezione dagli studi del Lawrence Berkeley National Laboratory (LBNL), la Green Cooling Initiative (GCI), e l’ International Energy Agency (IEA): Nel 2050 in 2/3 delle case della popolazione mondiale ci sarà almeno un condizionatore. Cina, India e Indonesia da sole avranno la metà del totale.

stretta collaborazione con le Nazioni Unite, continua la sua campagna italiana, europea e mondiale di formazione e informazione. Sono molti i corsi svolti negli ultimi mesi, tra cui all’interno del progetto finanziato dalla Commissione europea tramite il fondo LIFE, Real Alternatives, i corsi per Greci e Ciprioti e da ultimo un corso per 12 Somali tenutosi, vista la giustificata, impossibilità di farli arrivare in Italia, in terra turca grazie nuovamente alla collaborazione con le associazioni mondiali del settore ed in questo caso le associazioni turche Sosiad e Iskav con cui era stato già firmato un memorandum di intenti nel 2017 appunto per attuare questo tipo di attività in maniera congiunta (vedi articolo successivo). La profonda collaborazione con UNEP è stata difatti pure suggellata da un accordo di intenti per aumentare la formazione, aiutare i paesi ad istituire associazioni nazionali e uno schema di certificazione per accrescere le competenze. Perché questo aumento di impianti RAC nel mondo (dall’Agenzia Internazionale per l’Energia)? Una emergente “classe media” significa che le richieste di aria condizionata e delle persone che rendono possibile l’AC stanno crescendo considerevolmente. La classe media a livello mondiale è quasi raddoppiata

nell’ultimo decennio, con una stima di 3,2 miliardi di persone entro il 2020 e 4,9 miliardi entro il 2030. Con la ricchezza arriva il desiderio di maggiori comodità, tra cui l’Aria Condizionata. Teniamo pure conto delle temperature più elevate a livello globale e di una forte domanda di prodotti purtroppo con un maggiore consumo di energia. L’Agenzia internazionale dell’energia (AIE) prevede che il numero di condizionatori d’aria negli edifici triplicherà da 1,6 miliardi di oggi a 5,6 miliardi, valore da capogiro, entro il 2050. Incoraggiando il ridotto consumo di energia e la necessità di una nuova infrastruttura energetica, l’AIE sta promuovendo standard obbligatori che potrebbero raddoppiare l’efficienza energetica media delle unità in tutto il mondo. Secondo il dott. Fatih Birol dell’AIE, “Stabilire standard di efficienza più elevati per il raffreddamento è uno dei passi più semplici che i governi possono adottare per ridurre la necessità di nuove centrali elettriche, ridurre le emissioni e, allo stesso tempo, ridurre i costi”. Infine, per supportare la domanda, il personale HVAC deve migliorarsi e entusiasmarsi a trovare nuove soluzioni. Dai progettisti e produttori, agli appaltatori e ai tecnici, l’industria richiede un esercito di persone competenti e impegnate per essere amministratori di energia e mantenere fresco il nostro mondo.


SISTEMI DI RECUPERO E RICICLO SISTEMI DI RECUPERO E RICICLO RECYCLING AND RECOVERY SYSTEMS RECYCLING RECOVERY SYSTEMS F-GAS REGULATION -AND PHASE DOWN Dal 2018 in poi, il regolamento 517/2014) F-GAS REGULATION - PHASE (EU DOWN

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sui gas fluorurati prevede massicci tagli alle di HFC nell’UE. Dalquantità 2018 indisponibili poi, il regolamento (EU 517/2014) sui gas fluorurati prevede massicci tagli alle From 2018 onwards, EUnell’UE. F-Gas Regulation quantità disponibili di the HFC (EU 517/2014) creates massive cuts in the2018 available quantities HFCsRegulation in the EU. From onwards, the EUofF-Gas (EU 517/2014) creates massive cuts in the available quantities of HFCs in the EU. SPY Gruppo manometrico a diagnosi visiva conSPY refrigerante Gruppo manometrico riciclato a diagnosi visiva con refrigerante SPY riciclato Manifold with visual diagnosis SPYrecycled with Manifold refrigerant with visual diagnosis with recycled refrigerant

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Più alto è il GWP del refrigerante, più sarà soggetto alla Phase-down (riduzione graduale) dell’HFC, con conseguenti aumenti dei prezzi e potenziale carenza. Più alto è il GWP del refrigerante, più sarà soggetto HFO puri, CO2, idrocarburi, ammoniaca, HFC riciclati o rigenerati alla Phase-down (riduzione graduale) dell’HFC, con conseguenti non rientrano nella Phase-down (riduzione graduale). aumenti dei prezzi e potenziale carenza. L’HFC riciclato e rigenerato - anche con GWP> 2500 - può ancora HFO puri, CO2, idrocarburi, ammoniaca, HFC riciclati o rigenerati essere utilizzato per il servizio fino al 2030. non rientrano nella Phase-down (riduzione graduale). L’HFC riciclato e rigenerato - anche con GWP> 2500 - può ancora essere utilizzato per il servizio fino al 2030.

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The higher the GWP of the refrigerant, the more it will come under pressure by the HFC phase-down, leading to likely price increases and potential shortages. The higher the GWP of the refrigerant, the more it will come under Pure HFOs, CO2, hydrocarbons, ammonia, reclaimed or recycled pressure by the HFC phase-down, leading to likely price increases HFCs etc. do not fall under the phase-down. and potential shortages. Recycled and reclaimed HFCs – even with a GWP > 2500 - can still Pure HFOs, CO2, hydrocarbons, ammonia, reclaimed or recycled be used for service until 2030. HFCs etc. do not fall under the phase-down. Recycled and reclaimed HFCs – even with a GWP > 2500 - can still be used for service until 2030.


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Italia e Somalia si incontrano sul Bosforo: “Train-the-Trainers” CSG-Nazioni Unite UNIDO

Silvia ROMANÒ Head of International Affairs Centro Studi Galileo

Alberto SISTRI Events and Communication Manager Centro Studi Galileo

10 / INDUSTRIA&formazione

Otto giorni di formazione specializzata che verte su F-Gas e Real Alternatives per dodici Tecnici del Freddo somali: questo l’ultimo impegno internazionale del Centro Studi Galileo, commissionato da UNIDO (United Nations Industrial Development Organization) ed erogato presso la sede di ISKAV, partner turco del progetto. Il Centro Studi Galileo è stato ancora una volta protagonista a livello internazionale con un corso di formazione legato al progetto Train-The-Trainers. Dall’8 al 15 Gennaio 2020, presso le strutture del partner turco ISKAV, il docente Gianfranco Cattabriga ha curato passo a passo il percorso formativo di dodici Tecnici del Freddo somali, seguendo un intenso programma da otto giorni dedicato a F-Gas e refrigeranti naturali ed alternativi (ampiamente trattati dal progetto europeo Real Alternatives 4 LIFE), durante i quali i partecipanti hanno potuto sia assistere a lezioni teoriche che testare le proprie competenze durante le numerose dimostrazioni pratiche, soste-

nendo infine una serie di esami e prendendo inoltre parte a visite guidate all’interno di aziende specializzate. Il progetto è stato promosso e commissionato da UNIDO – United Nations Industrial Development Organization, agenzia delle Nazioni Unite che ha come scopo principale la crescita industriale inclusiva e sostenibile dei paesi membri ONU, in particolar modo di quelli in via di sviluppo, all’interno delle economie emergenti e in transizione, il tutto nel rispetto dei principali accordi mondiali in materia ambientale. La prima parte di corso, incentrata sugli F-Gas, ha incluso non solo una vasta preparazione teorica, ma anche un graduale approfondimento operativo, verificato successivamente tramite una serie di prove pratiche. Successivamente, i Tecnici si sono messi alla prova ed hanno dimostrato un grande interesse per l’utilizzo dei refrigeranti naturali ed alternativi a basso GWP, in particolar modo la CO2, in linea con la direzione maggiormente rispettosa dell’ambiente in-


NUMERO 1 / FEBBRAIO 2020

PROGRAMMA DEL CORSO Parte 1ª – F-Gas Primo giorno: Principi della Termodinamica; Unità di misura; Calore; Temperatura; Energia e potenziale refrigerante; Pressione; Stati della materia e i suoi cambiamenti; Calore sensibile e latente; Saturazione; Sovrariscaldamento, sottoraffreddamento; Entalpia; Codici dei refriferanti; HFC refrigeranti; Leggi e regolamentazioni. Secondo giorno: Ciclo di raffreddamento; I componenti del Sistema di raffreddamento; Selezione dei componenti; Equipaggiamento addizionale; Tubazioni frigorifere; Lubrificanti; Test di pressione; Vuoto, Carica; Recupero; Individuazione delle perdite; Avvio dell’impianto; Valutazione della performance. Terzo giorno: Manutenzione; Risoluzione dei problemi; Impianto ambientale; Retrofit, Drop-in; F-Gas phase-off; Tubo di rame; Connessione tubistica in rame; Brasatura e saldatura; Certificato di partecipazione. Quarto giorno: Dibattito finale e introduzione all’esame F-Gas; Esame F-Gas: teoria; Esame F-Gas: pratica. Parte 2ª – Refrigeranti naturali, HC

trapresa tanto dall’Unione Europea che dalle Nazioni Unite; è stata prestata particolare attenzione alle caratteristiche di infiammabilità e ai possibili effetti collaterali, attuando le dovute precauzioni per la salute, oltre che alla strumentazione e alle procedure operative necessarie Da ultimo, l’attenzione dei partecipanti si è spostata sull’utilizzo come refrigerante dell’Ammoniaca (R-717), in particolar modo sulla sua pericolosità e sulla compatibilità tra refrigeranti e materiali. Oltre a completare il programma del corso, c’è stato tempo per alcuni brevi approfondimenti fuori programma, in particolar modo l’efficienza energetica ed il trasporto refrigerato. Come sempre, il Centro Studi Galileo ha garantito i migliori strumenti didattici ai partecipanti, non solo in termini di strutture e materiali, grazie anche alla collaborazione dell’Istituto ISKAV, che si è rivelato ancora una volta uno dei più competenti e disponibili partner internazionali del Centro, ma anche in termini di capitale umano, sfruttando e valorizzando l’esperienza e le competenze del docente. I Tecnici, al completamento del corso, non solo hanno visto crescere le proprie competenze professionali, ma faranno ritorno in Somalia tanto con la Certificazione Europea F-Gas (che oltre ad essere obbligatoria nell’Unione è anche riconosciuta a livello

Quinto giorno: Refrigeranti infiammabili; Legislazione e convenzioni; Usare refrigeranti infiammabili; Maneggiare in sicurezza refrigeranti infiammabili; Manutenzione; Lubrificanti; Vuoto, Carica, Recupero; Individuare le perdite. Refrigeranti naturali, HC + R717 Sesto giorno: Esame Real alternatives– teoria; Esame Real alternatives pratica; L’ammoniaca come refrigerante; Applicazione; I component dei sistemi di raffreddamento; Individuazione delle perdite; Maneggiare in sicurezza l’R717; Verifica dei rischi: Test di auto valutazione. Refrigeranti naturali, CO2 Settimo giorno: Refrigeranti naturali; CO2 fluido refrigerante; Entalpia; Punto critico e punto triplo; CO2 fluido refrigerante; Differenze nel design dei sistemi; Differenze nel design dei compressori; Ciclo subcritico; Spiegazione delle operazioni subcritiche; Sistema a cascata R744; Visita a uno stabilimento a CO2 e dimostrazioni pratiche; L’R744 come una pompa di refrigerante secondario; Spiegazione delle operazioni transcritiche; Sistemi transcritici; Booster dei sistemi transcritici; Lavorare in sicurezza con l’R744; Recupero; Individuazione delle perdite; Aumento della resilienza e riduzione del rischio perdite. Ottavo giorno: Installazione e messa in moto dei sistemi R744; Assistenza e manutenzione dei sistemi a R744; Rischi dell’R744; Esame Real Alternatives: teoria; Esame Real alternatives: pratica.

internazionale come un livello minimo di competenze di alto profilo per quanto concerne l’utilizzo degli FGas), quanto con i Certificati Real Alternatives su refrigeranti infiammabili, anidride carbonica ed ammoniaca, qualifica anche in questo caso riconosciuta internazionalmente, in particolar modo grazie alla visibilità garantita da istituzioni quali le Nazione Unite e la Commissione Europea. Così come nel corso degli otto giorni di lezione, durante i quali hanno mostrato grande disponibilità a collaborare e a supportarsi vicendevolmente,

i Tecnici hanno espresso la disponibilità a trasmettere quanto appreso ad altri esperti del settore HVAC/R nazionale. Ancora una volta, l’esperienza del Centro Studi Galileo ha portato a una proficua collaborazione con le Nazioni Unite, in particolar modo con UNIDO, dando modo ai partecipanti di accrescere il proprio bagaglio di competenze ed esperienze fondamentali, per perfezionare la propria industria locale del Freddo, conducendola verso un futuro sempre più sostenibile. INDUSTRIA&formazione / 11


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LA RIVISTA PER ILIlTECNICO REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE classicoDELLA gruppo manometrico svizzero

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che al proprio interno ci sia personale formato, che l’azienda abbia tutta la strumentazione necessaria per minimizzare le perLe nuove pompe per la BOSCAIN condensa REFCO Marco dite e di adottare procedure che rispettino gli obblighi di legge. Docente Centro Studi Galileo con una maggior multifunzionalità. Se l’obiettivo principale è dunque quello di minimizzare le perCon l’entrata in REF-LOCATOR vigore il 17 gennaio 2020 dite in atmosfera di questi prodotti, si può capire l’entità della Un prodotto per tutte le applicazioni. del decreto sanzioni, decretodilegislativo 163 sanzione rivolta a chi rilascia intenzionalmente in atmosfera gas Cercafughe alto livello del 5 dicembre 2019, si completa il quadro fluorurati ad effetto serra, che va da 20.000 a 100.000 euro e normativo in ambito F-gas che contempla a l’entità delle sanzioni per quelle persone e quelle ditte restie a livello europeo il Regolamento 517/2014 e a livello nazionale il certificarsi. Infatti le attività svolte senza essere in possesso dei REF-VAC DPR 146/2018. certificati corrispondenti è punita con una sanzione amminiVacuometro elettronico Connessione USB Modalità silenziosa LED diagnostico Tutta la normativa è stata elaborata vista l’urgenza di prendere strativa che va dai 10.000 ai 100.000 euro. Pesante è anche la Passa in rassegna la storia Connessione USB OCTA-WIRELESS Configura la prestazione Assicura la corretta Modalità silenziosa LED diagnostico seri provvedimenti in ambito ambientale. I gas fluorurati ad ef- sanzione per il mancato inserimento degli interventi in Banca operativa pompa Passa indella rassegna la storia prestazione installazione Assicura lainiziale correttae della Configura pompa in lafunzione Bilancia elettronica della pompa fetto serra,assiste che sono oggetto normativa, sono molto più Dati: si va dai 1000 ai 15.000 euro. pompa in funzione installazione iniziale e dellaoperativa della della capacità dell’unità nella diagnosi ENVIRO-DUO/-OS: Ora anche dell’unitàrispetto assiste diagnosi responsabile dell’effetto serra: la AC della capacità dannosi al nella principale Sicuramente obblighi normativi eHY-EX-6 le sanzioni legate alla manapplicabile per R32 gli e R1234yf Combi AC CO2. Quest’ultima, derivante dai prodotti della combustione, cata ottemperanza degli stessi devono essere considerati tra Set espansore idraulico completo permane in atmosfera per un periodo di circa 100 anni. I gas gli oneri legati all’attività aziendale. D’altra parte tuttavia si ENVIRO-DUO/-OS fluorurati invece hanno un potenziale di riscaldamento globale l’annosa legata all’impunità delle persone e Unitàchiude di recupero per questione tutti i refrigeranti di uso migliaia di volte superiore alla CO2 e rimangono in atmosfera delle ditte checomune continuavano a svolgere l’attività senza certifiper un periodo di circa 400 anni. carsi e dunque offrendo prestazioni a prezzi inferiori acompleta quelli di Per la gamma di Sensore digitale Applicazione universale Fusibile da 10A Sensore digitale Applicazione universale Fusibile da 10A Solamente a partire da queste considerazioni è possibile valuattività in regola con la legge. Gli organi preposti ai controlli Esclusivo sensore digitale Da 6.000 Btu/H integrato sostituibile prodotti REFCO Vi preghiamo Esclusivo sensore digitale Da 6.000 Btu/H integrato sostituibile di livello dell’acqua 120.000 Btu/H Fusibile tare l’entitàadelle sanzioni.Tutta la normativa ha l’obiettivo di evi- sono il Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente di livello dell’acqua a 120.000 Btu/H Fusibileininvetro vetro Gobi II di contattare il Vostro (da(da 1,75kW a 35kW) 5 5x 20 1,75kW a 35kW) x 20mm mmdada10A 10A tare il rilascio in atmosfera del sostituibile refrigerante. La formazione (CCTA), l’ISPRA Istituto Superiore Per la Ricerca Ambientale elocale. distributore HVAC/R sostituibileinstallato installato richiesta per il rilascio del patentino f-gas è rivolta infatti alla col’ARPA Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente. in infabbrica fabbrica noscenza della dannosità dei prodotti e alle corrette pratiche di Eludere quest’ultima diventa oggi troppo rischioso e sul mer- Ltd. REFCO Manufacturing REFCO Manufacturing Ltd. DIGIMON-SE patent pending REFCO Manufacturing utilizzo degli stessi al fine di minimizzare le perdite. Stesso obiet- cato rimarranno solamente le ditte che seriamente hanno de- Ltd. 6285 Hitzkirch Switzerland Gruppo manometrico 6285 Hitzkirch - Switzerland 6285 Hitzkirch - Switzerland certificazione dell’azienda: si tratta infatti di dimostrare ciso di operare nel settore. digitaletivo a 2ha e la 4 vie www.refco.ch www.refco.ch www.refco.ch

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NUMERO 1 / FEBBRAIO 2020

NUOVA RUBRICA: APPROFONDIAMO IL DECRETO F-GAS E LA BANCA DATI ■ CONDIZIONI IN CUI CONTINUARE A USARE REFRIGERANTI AD ALTO GWP IN MODESTE QUANTITÀ Faccio assistenza ad impianti con modeste quantità di R404A (da Kg. 0,100 a circa 3 Kg): da quello che ho letto sulla normativa mi è sembrato di capire che per questi volumi (che non superano le 40 Ton/CO2) è consentito ancora l’utilizzo di gas vergine, è corretto questo? Dal 1° gennaio 2020 è vietato l’uso dei gas ad effetto serra con potenziale di riscaldamento globale pari o superiore a 2500 per l’assistenza e la manutenzione delle apparecchiature di refrigerazione con dimensioni del carico di refrigerazione pari o superiori a 40 tonnellate di CO2 equivalente (art.13 Reg 517/2014). Dunque per le predette attività è consentito l’utilizzo di 404A vergine per apparecchiature con dimensioni di carico inferiori a 40 ton. Il divieto di cui sopra non è applicabile ai refrigeranti rigenerati o riciclati con potenziale di riscaldamento globale pari o superiore a 2500 alle condizioni elencate ai punti a) e b) dell’art. 13 par 3 del Reg. 517/2014

■ REGISTRAZIONE IN BANCA DATI PER IL CONTROLLO DELLE PERDITE Il controllo delle perdite entro un mese dalla riparazione va registrato in Banca Dati L’attività di controllo delle perdite è soggetto alla normativa f-gas: significa che chi esercita questa attività deve essere in possesso del patentino f-gas e della certificazione f-gas dell’azienda. Deve quindi anche registrare sempre l’attività in Banca Dati. E’ doveroso precisare che, così come definito dall’art.3 par. 3 del Regolamento 517/2014, a seguito di una riparazione, il controllo delle perdite entro un mese dalla riparazione è dovuto se l’apparecchiatura è soggetta a controlli delle perdite, dunque per le apparecchiature con un contenuto di refrigerante superiore a 5 tonnellate di CO2 equivalente, oppure 10 tonnellate di CO2 equivalente per le apparecchiature ermeticamente sigillate. Per “entro un mese” si intende in qualsiasi momento successivo alla riparazione ma non superiore al mese. Quindi anche il tempo di un caffè e ritornare in 1 ora è consentito. In sede di mantenimento annuale della certificazione F-gas dell’impresa, gli enti certificatori richiedono esempi di intervento scaricati dal sito della Banca Dati, ma non si riesce a capire dove sia possibile reperirli Da dicembre 2019 è possibile ottenere il documento, da presentare agli Organismi di certificazione in sede di verifica annuale per il mantenimento della certificazione, nel quale sono riepilogati gli interventi svolti dall’impresa secondo quanto previsto dagli schemi di accreditamento per

il rilascio delle certificazioni approvati tra il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ed Accredia. L’impresa può scaricare anche il riepilogo delle persone certificate che, per suo conto, hanno svolto gli interventi. 1) Per scaricare il documento le persone abilitate alla comunicazione interventi devono: – accedere all’area riservata utilizzando il link https://interventi.fgas.it (accessibile anche dalla Banca Dati FGas) utilizzando le credenziali già in loro possesso; – selezionare l’impresa per conto della quale intendono ottenere il riepilogo; – cliccare sul profilo dell’impresa selezionata, utilizzando il bottone in alto a destra posta accanto alla ragione sociale; – nella sezione “Riepilogo interventi svolti” cliccare sul bottone “Riepilogo interventi svolti”. 2) Il file di riepilogo degli interventi, disponibile nella voce Archivio, è stato integrato e contiene i dettagli sulle quantità di F-Gas aggiunto e recuperato nonché sul personale certificato che ha eseguito l’intervento. 3) Le imprese certificate, dopo aver comunicato l’intervento, possono notificare il rapporto di intervento contemporaneamente a più operatori; 4) Gli operatori possono verificare le informazioni relative alle apparecchiature con un solo click. Infatti, nella notifica del rapporto di intervento è inserito un link che consente al destinatario – precedentemente registrato all’area riservata operatori – di associare l’intervento e l’apparecchiatura senza dover inserire i dati specifici. Posso inserire gli interventi in Banca Dati avendo personale certificato F-gas, ma senza avere la certificazione aziendale? Qualora la tipologia di intervento non preveda la certificazione dell’azienda (ad esempio nel caso di interventi su apparecchiature frigorifere montate su autocarri o riparazioni effettuate nel luogo di produzione) sicuramente sì. Qualora invece la tipologia di intervento preveda la certificazione aziendale viene subito evidenziata la mancanza di certificazione. Infatti il primo passo per poter inserire gli interventi in Banca dati è quello di abilitarsi all’inserimento degli interventi. Questa operazione, che è propedeutica all’inserimento degli interventi, è da effettuarsi sul sito fgas con la firma digitale scegliendo l’opzione “Richiesta abilitazione per comunicazione interventi” e successivamente, nella sezione anagrafica, scegliendo l’opzione “impresa soggetta ad obbligo di certificazione”. Immettendo poi i dati della ditta (senza certificazione aziendale) diventa palese la discordanza. La Banca Dati infatti si interfaccia con il registro telematico nazionale dove sono costantemente aggiornati i certificati fgas e risulta immediatamente la mancanza del requisito.

INDUSTRIA&formazione / 13


SISTEMI PER LA GESTIONE E IL TRATTAMENTO DELLA CONDENSA E STRUMENTI DI MISURA HVAC/R

Il Gruppo Sauermann è leader mondiale nella produzione di mini-pompe a pistone per lo scarico della condensa dai sistemi di climatizzazione, riscaldamento e refrigerazione. Per i mesi autunnali ed invernali, il marchio Sauermann propone una precisa gamma di pompe centrifughe e a pistone con serbatoio, come la Si-82 e la Si-60, ideali per la gestione e lo smaltimento di ogni tipo di condensa nelle caldaie a condensazione a gas. Oggi Sauermann fa il suo ingresso anche nel mondo degli strumenti di misura aggiungendo alla propria offerta una gamma di manifold digitali wireless, supportata anche dal lancio di Si-Manifold, un’applicazione gratuita per smarphone e tablet. L’altra anima del Gruppo, il marchio Kimo, propone una vasta offerta di strumentazione per la misura di diversi parametri, offrendo soluzioni innovative e dando un servizio di consulenza pre-acquisto e di assistenza post-vendita. Di questi strumenti fa parte la gamma Kigaz, una selezione di analizzatori di combustione per l’analisi di fumi, pressione e temperatura nell’ambito del riscaldamento civile ed industriale.

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SIGILLATURA DI CIRCUITI REFRIGERANTI SENZA FIAMMA Un utensile pneumatico per crimpatura e sigillatura Nessuna generazione di calore durante il montaggio Bassa percentuale di perdite rispetto alla brasatura e alla saldatura a ultrasuoni Quasi esente da manutenzione

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NUMERO 1 / FEBBRAIO 2020

Tecnici di 3 generazioni in 45 anni di corsi con una media di oltre 3.000 allievi all’anno si sono specializzati al CSG

DAL NUMERO PRECEDENTE CONTINUA L’ELENCO DEI TECNICI SPECIALIZZATI NEGLI ULTIMI CORSI NELLE VARIE REGIONI ITALIANE

Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo Gli attestati dei corsi, i più richiesti dalle aziende, sono altresì utili per la formazione dei dipendenti prevista dal DLGS 81/2008 (Ex Legge 626) e dalla certificazione di qualità.

Video su www.youtube.com ricerca “Centro Studi Galileo” Foto su www.centrogalileo.it e www.facebook.com/centrogalileo TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI A CASALE MONFERRATO

L’elenco in continuo aggiornamento di tutti i nominativi, divisi per provincia, dei tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studio Galileo si può trovare su www.centrogalileo.it (alla voce Corsi > organizzazione)

Attollino Domenico SIRAM spa Milano Lucarella Francesco Paolo SIRAM spa Milano

Tullo Vincenzo TECNOFORNO snc Cerignola

Lillo Marco CENTRO COTER srl Bitonto

Colantuono Giuseppe SIRAM spa Milano

TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI A VALLERMOSA

Madama Andrea CONFORTCLIMA DI MADAMA Carosino

Gravina Donato SIRAM spa Milano

Abis Gian Luca Terralba

Falchi Antonino AGENZIA LAORE SARDEGNA Cagliari Serventi Maurizio AGENZIA LAORE SARDEGNA Cagliari Mureddu Alessandro AM DI ALESSANDRO MUREDDU Tempio P.

Lisi Francesco Martina Franca Micoli Paolo Locorotondo Porcelli Marco Bisceglie Fornari Cataldo RELLA srl Grumo Appula Galena Andrea SIRAM spa Milano Baldassarre Luigi SIRAM spa Milano D’Ecclesiis Domenico SIRAM spa Milano

Il dott. Enrico Buoni, fondatore del Centro Studi Galileo, con un gruppo di studenti, intenti a mostrare gli attestati conseguiti in seguito al corso ad hoc di Tecniche Frigorifere commissionato dall’azienda SIRAM. Sono oltre 50 ogni anno i corsi ad hoc per le aziende con specifico programma customizzato. INDUSTRIA&formazione / 15


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Falera Luigi TECNOLOGIE srl Seste Simbula Alessio TECNOLOGIE srl Seste Tolu Diego Vallermosa

CORSO SULLA CERTIFICAZIONE AZIENDALE REG. 2067/2015 E DPR 146/2018 A CASALE MONFERRATO Al fine di conseguire il Patentino Frigoristi, il Centro Studi Galileo offre ai suoi allievi una formazione specialistica di natura sia pratica che teorica curata nei minimi dettagli grazie a docenti preparati e strumentazione tecnica all’avanguardia. L’attrezzatura corretta è fondamentale e obbligatoria, sottoposta a verifica al momento della certificazione aziendale oltre che a taratura periodica. Una lista completa è presente al CSG.

Celani Francesco Sassari

Cordedda Stefano Serramanna

Piga Marco Tempio Pausania

Todde Mario CERIT srl Cagliari

Picci Pierpaolo IRP IMPIANTI DI BODANO Quartu S. Elena

Pilia Pier Davide Muravera

Cinus Emanuele CINUS SERVIZI Cagliari

Loria Vittorio LORIA IMPIANTI snc Asuni

Fustaneo Roberto SASSU & MANNONI snc Badesi

2C TRASPORTI REFRIGERATI srl Calò Dario Orbassano 3R DI D’UFFIZI D’Uffizi Emiliano Roma AQUATECH DI JULIANO Juliano Luca Livorno Ferraris AURA COSTRUZIONI srl Balduzzi Renato Torino BANGRAZI STEFANO Cave BTE DI BUTACU TEODOR EUGEN Butacu Teodor Eugen Carmagnola CLIMA DI PARTI UGO Parti Ugo Prato DA RE ROBERTO Rosignano M.to DE MASI IMPIANTI srl De Masi Pietro Tortona

Un’intera classe di studenti, nella sede storica del Centro Studi Galileo, mostra gli attestati ottenuti al termine del corso, finalizzato a ottenere il PIF – Patentino Italiano Frigoristi, valido in tutti i 28 paesi europei. Il patentino, indispensabile per poter maneggiare le attrezzature e i gas, permetterà agli studenti di svolgere al meglio le attività richieste a un frigorista. 16 / INDUSTRIA&formazione

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LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

ELETTRONE DI TARTAGLIA Tartaglia Davide Torino

PROVENZANO TERMOIDRAULICA srl Provenzano Emanuele Lesa

EZ ENGINEERING srl Zorza Emanuele Cividate al Piano

SI SICUR IMPIANTI srl Capellupo Tommaso Galliate

GASTECH IMPIANTI DI CHIRICALLO Chiricallo Simone Genova

SIT IMMOBILIARE srls Treglia Marcello Verde Antimo Grosseto

GIMAR DI BURDISSO sas Burdisso Fabrizio Robassomero

SOLMAR IMP. ELETTRICI Agostinelli Martina Marchetti Roberto Barga

GRANDI MAGAZZINI GRAGNANO F.LLI BRANDAZZA snc Ziliani Giancarlo Marconi Massimo Gragnano T. GRUPPO CASTANO SERVICE srls Castano Patrick Romentino HC SERVICE srl Ilardo Gaetano Frugarolo MASSAZZA ANTONINO Casale M.to

In Armenia, un allievo del progetto Train-the-Trainers riceve dal docente Gianfranco Cattabriga l’attestato di partecipazione al termine del corso destinato a F-Gas e refrigeranti alternativi, realizzato dal Centro Studi Galileo in collaborazione con UNIDO. Il giorno successivo gli stessi hanno sostenuto l’esame Certificazione Europea Frigoristi PIF e l’esame del progetto internazionale Real Alternatives.

MENDOZA IMPIANTI Mendoza Vergara Angel Ramon Voghera NOVA ELETTRA snc Contin Isabella Vercelli

PODDA GIOVANNI Genova PROJECT COMPANY srl Tagliabue Pietro Monza

TECNO AMBIENTE srl Boero Sergio Genova TECNO IMPIANTI DI TURCO MARILÙ Pastore Valter Volvera TECNO REDIS DI RIZZI Lerede Carmelo Turi UGOTECH Giammarchi Ugo Samarate

La nutrita platea del Workshop dedicato ai Refrigeranti Naturali, in particolare CO2, che il Centro Studi Galileo ha organizzato a Zagabria, capitale della Croazia. Molte delle attività didattiche del Centro Studi si svolgono all’estero, a conferma dell’elevatissima qualità dell’attività didattica e formativa che viene portata avanti sin dal 1975 e che entra quindi nel 2020 nel 45° anno. 18 / INDUSTRIA&formazione


NUMERO 1 / FEBBRAIO 2020

FENIM srl Barboni Nicholas Nerviano FONDI srl De Luca Cristian Silvestrini Tiziano Frascati GUIRRERI ALESSANDRO CALOGERO Sciacca LUPPINO SALVATORE Rizziconi METICS srl Fogagnolo Patrick Bolzano Una lezione sui refrigeranti infiammabili alternativi (idrocarburi e R32) e sull’anidride carbonica, corsi che fanno parte di uno study visit, organizzato nell’ambito del progetto Train-the-Trainers di Real Alternatives, da parte di una delegazione di tecnici greci e ciprioti all’interno del laboratorio presente nella sede di Casale Monferrato. Sono ormai 18 le Nazioni che hanno aderito al progetto di formazione e di crescita nell’uso dei refrigeranti alternativi che è appoggiato dalla Commissione Europea e dalle Nazioni Unite.

CORSO SUGLI IMPIANTI A CO2 A BRUGINE

CLIVET spa Abitani Andrea Feltrin Giacomo Lazzarato Sandro Simoni Federico Villapaiera Feltre INTERMARINE MANUTENZIONI srl Busetti Guido D’Onofrio Gianclaudio Trieste

CORSO PATENTINO PER LA CONDUZIONE DEGLI IMPIANTI TERMICI A ROMA

BARRETTA GABRIELE Roma CASCONE TOMMASO IMP. EL. Cascone Tommaso Angri

CENTOQUATTRO scarl De Carlo Danilo Munteanu Catalin Vasile Rovigo CENTOTRE scarl Lleshaj Saimir Monti Nicola Milillo Marco Rovigo CM CONFORMITÀ DI CARMINATI MAURO Carminati Mauro Presezzo

NT GRUPPO IMPIANTI srl Crepaldi Michael Desenzano del Garda RAVIZZA CORRADO Ravizza Marco Noto SACCIR spa Filippi Patrizio Roma SIELTECNO srl Bove Ciro Pomigliano Arco SOF SERV. OSP. FIORENTINI spa Brunella Edmundo Firenze

LIDL ITALIA srl Marzano Roberto Arcole LIDL SERVIZI IMMOBILIARI srl Carluccio Gabriele Irsara Harald Macchia Michele Arcole STAR SERVICE COOP. SOC.LE Padovani Alessio Frosinone VINANTE RICCARDO Padova

Una classe di studenti alle prese con la prova scritta prevista per il conseguimento del PIF – Patentino Frigoristi. Oltre alle prove e alle lezioni pratiche, i docenti del Centro Studi Galileo garantiscono agli allievi una precisa preparazione teorica, fondamentale per completare con successo il percorso di formazione, molte volte mancante a seguito delle mansioni più pratiche che svolgono i tecnici del freddo sul campo. INDUSTRIA&formazione / 19


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

GIMAR DI BURDISSO sas Burdisso Fabrizio Robassomero I DOLCI DELL’ISOLA Menzio Giacomo Isolabella IMA spa Grioni Raoul Alessandro Principato Trosso Luca Trezzano S/N INCARDONA CLAUDIO Mascali

Sotto la supervisione degli esperti docenti Marino Bassi e Renzo Casamassima, uno dei tecnici della delegazione greco-cipriota in visita al Centro Studi Galileo prende parte a una delle prove pratiche previste. Avvertenze: Bombola di colore rosso indicante l’infiammabilità, dispositivo di controllo delle perdite a pavimento vista la maggior densità degli idrocarburi, ventilatore ATEX sul retro per evitare accumuli e disperdere il gas infiammabile, braccialetto antistatico per disperdere l’elettricità e molti altri accorgimenti specifici per l’infiammabilità.

SPORTER SSD arl Masala Francesco Sassari

GA IMPIANTI ELETTRICI Alushaj Gerci Imperia

GALLI ANDREA Barsotti Cristiano San Giuliano Terme

MARIEL srl Lotumolo Marco Soriani Roberto Gattico MARKI sa Foresti Andrea 6600 Locarno MASTER FIRE srl Sannino Andrea Castenedolo

STANHOME spa Mililli Riccardo Roma TANCRÈ LA PORTA DOMENICO Isola Capo Rizzuto ZEPHYRO spa Esposito Giovanni Battista Milano

CORSO TECNICHE FRIGORIFERE A CASALE MONFERRATO

BERTACCINI & GROSSETTI srl Mazzolini Luca Castel San Giovanni CARETTO FRANCESCO Genova CLIMACENTO srl Rossi Fulvio Cormano 20 / INDUSTRIA&formazione

Una delegazione di tecnici somali mostra gli Attestati Real Alternatives conseguiti dopo aver preso parte a un corso sugli F-Gas e i refrigeranti alternativi a Istanbul, in Turchia, commissionato da UNIDO e svolto presso la sede del partner turco ISKAV. Il Centro Studi Galileo svolge numerose attività in ambito internazionale, spesso collaborando direttamente con le Nazioni Unite.


NUMERO 1 / FEBBRAIO 2020

Uno studente, nel laboratorio della sede CSG di Motta di Livenza, Treviso, alle prese con la prova di brasatura, una delle principali tecniche di saldatura che gli allievi del Centro Studi Galileo possono imparare durante i numerosi corsi di formazione, svolti in tutte le quindici sedi del centro e capillarmente diffuse sul territorio nazionale. La brasatura è il miglior metodo per evitare le perdite. In 2 sedi CSG è inoltre presente un nuovo dispositivo all’avanguardia di brasatura Ossigeno-Idrogeno ad elettrolisi OHM.

Gianfranco Cattabriga, docente del Centro Studi Galileo, supervisiona una “donna nella refrigerazione” in una delle numerose prove pratiche che la delegazione di tecnici del freddo somali ha svolto durante un corso su F-Gas e Real Alternatives. Il corso, tenutosi presso la sede del partner turco ISKAV, a Istanbul, è stato commissionato da UNIDO, agenzia delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale, e ha avuto una durata comprensiva di 8 giorni.

MERCURIO srl Brognara Antonio Pisogne

ORASESTA spa Nicolini Matteo Milano

RAR SAS DI STOPPA Bousry Amine Pinerolo

TECHNOGEL spa Nespoli Fabio Grassobbio

MR GRANDI IMPIANTI snc Boninsegna Matteo Caresanablot

PROVENZANO TERMOIDRAULICA srl Provenzano Emanuele Lesa

SELLA GIUSEPPE ONDA spa Brotto Nicola Mussolente

CORSO MANUTENZIONE AVANZATA A MILANO

BERTACCINI & GROSSETTI srl Bertaccini Nicolò Castel San Giovanni CORBANESE IMPIANTI srl Soligon Stefano Dall’Acqua Valerio Conegliano EDILCO srl Salandri Valter Castel San Giovanni NIVA srl Minafra Donato Melegnano RENOVA srl Nena Marco Milano

I corsi formativi del Centro Studi Galileo si svolgono in quindici sedi distribuite su tutto il territorio italiano e in quasi ogni regione. Nella foto, un gruppo di allievi mostra l’attestato di partecipazione dopo aver completato con successo un corso dedicato alle tecniche di Brasatura presso la sede di Roma.

SABI srl Meazza Stefano Cinisello B.mo

INDUSTRIA&formazione / 21


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Contiamo sul freddo! Il settore HVACR ad un bivio

Andrea VOIGT Director General of the European Partnership for Energy and the Environment (EPEE)

La domanda riguardante i benefici offerti dal raffreddamento è destinata a crescere nei prossimi decenni. I leader politici possono scegliere tra due opzioni: lasciare che si concretizzino le potenzialità che può offrire il raffreddamento in qualità di “facilitatore” per la transizione energetica verso un’Europa neutrale oppure lasciarsi sfuggire questa grande opportunità e correre il rischio di aumentare la domanda e le emissioni energetiche, mettendo a repentaglio la qualità della vita di tutti gli europei.

Articolo tratto dal 18° Convegno Europeo Richiedere atti e video 22 / INDUSTRIA&formazione

Il raffreddamento è una parte intrinseca della nostra vita quotidiana: rende le nostre città vivibili, mantiene i nostri alimenti freschi e sicuri, contribuisce ad un’assistenza sanitaria migliore e ci aiuta a tenere il passo con la digitalizzazione. In breve, è un elemento essenziale per garantire la qualità della vita per tutti gli europei ma anche una necessità con un impatto sulla sostenibilità e per il successo di molti altri settori. La domanda di raffreddamento è destinata a crescere in modo significativo nei prossimi decenni con il riscaldamento del clima - e ancora di più alla luce di diverse tendenze che incideranno direttamente sulla necessità di raffreddamento, come ad esempio: una popolazione anziana particolarmente vulnerabile al calore ; crescente urbanizzazione che aumenta la necessità di raffreddamento ma anche il rischio di isole di calore nelle città; una crescente enfasi sul benessere supportato da un ambiente interno sano; l’accelerazione della digitalizzazione che richiede infrastrutture adeguate. Tale crescente domanda di raffreddamento, tuttavia, potrebbe influire sul consumo energetico e sulle emissioni se non adeguatamente trattata. Questo è un fattore critico in un momento in cui gli obiettivi energetici e climatici dell’Unione europea si basano su una trasformazione totale del proprio sistema energetico, mentre i leader politici sono divisi tra la necessità di raggiungere questi obiettivi e la pressione derivante da un crescente divario tra i ricchi e poveri, oltre al nazionalismo in crescita. Un esempio di questo sono i gilet gialli in Francia. In altre parole, è un momento in cui una transizione energetica equa, rapida e attraente per TUTTI gli europei è più necessaria che mai. Il raffreddamento si trova all’incrocio tra efficienza energetica e transizione

verso energie rinnovabili. Entrambi questi concetti sono strettamente correlati l’uno con l’altro in quanto una transizione completa verso le energie rinnovabili sarà possibile solo se la domanda di energia viene ridotta fin dall’inizio. Ridurre al minimo il carico di raffreddamento svolge un ruolo essenziale in questo contesto, ad esempio attraverso un adeguato isolamento, vetri, ombreggiature e la progettazione degli edifici. Basandosi su tali miglioramenti, il raffreddamento, per sua stessa natura, ha un enorme potenziale per incidere sia sull’efficienza energetica sia sulle energie rinnovabili, promuovendo un approccio sistemico, ad esempio basato su: • ispezioni regolari, manutenzione e controllo sistematico delle apparecchiature di raffreddamento che consentono notevoli risparmi di energia e di costi; • Sinergie tra raffreddamento e riscaldamento in cui il calore rigettato dai sistemi di raffreddamento viene recuperato anziché essere sprecato, contribuendo così a soddisfare la richiesta di riscaldamento; • possibilità di immagazzinare energia termica e di fornire flessibilità alla rete, contribuendo così a stabilizzare le fluttuazioni nell’approvvigionamento delle energie rinnovabili; • Tecnologie e sistemi innovativi come le pompe di calore o la loro combinazione con il solare fotovoltaico, alta efficienza del carico parziale poiché le apparecchiature di raffreddamento funzionano quasi al 100% della loro capacità, refrigeranti con un potenziale GWP molto basso, automazione degli edifici e sistemi di controllo, ecc. Queste e molte altre soluzioni sono già disponibili e in attesa di essere implementate per garantire che il raffreddamento continui a migliorare la salute, il benessere e la produttività


NUMERO 1 / FEBBRAIO 2020

per tutti gli europei - contribuendo in modo tangibile e pragmatico al conseguimento degli obiettivi climatici ed energetici dell’UE , piuttosto che metterli a repentaglio. Per far sì che ciò accada e tradurre in pratica questo significativo potenziale, l’EPEE, che rappresenta l’industria del riscaldamento e del raffreddamento in Europa, ha una serie di raccomandazioni pratiche: 1. SFRUTTARE APPIENO IL POTENZIALE DEI SISTEMI TECNICI DI COSTRUZIONE Con la modifica alla direttiva sul rendimento energetico degli edifici (EPBD), l’UE si è dotata di un quadro giuridico per continuare a spingere gli sforzi a livello nazionale al fine di sfruttare l’enorme potenziale esistente in termini di miglioramento dell’efficienza nel settore dell’edilizia. I sistemi di riscaldamento, raffreddamento, ventilazione e refrigerazione (HVACR) svolgono un ruolo chiave nell’aiutare l’UE a ridurre il consumo energetico, ma anche a ottimizzare la produzione di energia. Le opportunità per tradurre questo in realtà includono per esempio: • Programmi di ispezione regolari e strategie di ristrutturazione a livello di Stati membri dell’UE al fine di identificare inefficienze e guasti nei sistemi HVACR, rendendo questi sistemi più efficienti e riducendo il loro consumo di energia. Le strategie degli Stati membri dell’UE dovrebbero sia incentivare sia costringere il proprietario dell’edificio a realizzare le raccomandazioni di tali ispezioni, riparando e ristrutturando gli impianti, a seconda dei casi. • Sistemi di automazione e controllo degli edifici per ottimizzare le prestazioni energetiche dei sistemi tecnologici degli edifici negli edifici residenziali e non residenziali. Questo non richiede misure di ristrutturazione invasive, ripaga rapidamente e non ha controindicazioni. Gli studi dimostrano che il risparmio energetico può variare dal 23% al 49% a seconda del tipo di edificio e dei pacchetti di sensori e controlli di risparmio energetico utilizzati. • Norme europee per assicurare la

piena attuazione e applicazione della direttiva EPBD. Un approccio nazionale al processo di standardizzazione, come viene attualmente eseguito, non riflette il contesto economico in Europa e potrebbe, nel peggiore dei casi, compromettere completamente gli obiettivi della direttiva. • Sistemi alternativi ad alta efficienza nei progetti di ristrutturazione, tenendo conto dell’efficienza a condizioni di carico parziale che rappresentano oltre il 90% del tempo di funzionamento tipico dei sistemi HVAC. 2. SFRUTTARE IL POTENZIALE DELLE APPARECCHIATURE INTELLIGENTI PER FORNIRE FLESSIBILITÀ AL MERCATO DELL’ELETTRICITÀ Un’attrezzatura intelligente, pronta per la risposta alla domanda, è una grande opportunità per aumentare l’efficienza energetica degli edifici, sostenere la crescente diffusione di fonti di energia rinnovabile e, nel complesso, fornire alla rete una flessibilità allettante e conveniente. Tuttavia, mentre la tecnologia è già da oggi disponibile, sono necessarie azioni per rendere tali apparecchiature

accessibili al consumatore e premiare economicamente l’investimento in tali tecnologie. Pertanto, l’EPEE incoraggia gli Stati membri a implementare meccanismi di incentivazione per invogliare all’uso di elettrodomestici intelligenti, come sostenere la ricerca e lo sviluppo in tale area, o adattare gli accordi contrattuali tra gli utenti e i fornitori di servizi di pubblica utilità per includere prezzi dinamici o schemi di sconti quando gli utenti forniscono flessibilità al mercato dell’elettricità. Con l’aumento della variabilità dei prezzi dell’elettricità, l’adozione sul mercato di elettrodomestici intelligenti con un’interfaccia di flessibilità indiretta sarebbe più rapida. 3. UTILIZZARE SINERGIE TRA IL RISCALDAMENTO ED IL RAFFREDDAMENTO Il recupero dell’energia termica da fonti fredde aiuta a ottimizzare l’uso di energia e, di conseguenza, a ridurre le emissioni di CO2. È particolarmente rilevante per quei casi in cui sorgono sinergie tra riscaldamento e raffreddamento, vale a dire dove l’energia termica rimossa dalla fonte fredda viene recuperata e riutilizzata per altri scopi, come il riscaldamento. INDUSTRIA&formazione / 23


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

Per incentivare tale recupero di energia termica, sarà necessario valorizzare l’energia di riscaldamento generata da un sistema di raffreddamento attivo nel senso che può essere riutilizzato piuttosto che sprecato nell’atmosfera. L’EPEE incoraggia pertanto gli Stati membri a tener conto dell’enorme potenziale di recupero di energia termica da fonti fredde, soprattutto se si considera la domanda di energia per il riscaldamento. Considerare le sinergie tra riscaldamento e raffreddamento può dare un contributo significativo in tal senso.

successo continuo del regolamento. L’applicazione corretta è quindi più importante che mai, inclusa l’introduzione di multe e sanzioni dissuasive in caso di non conformità e controlli più severi alle frontiere dell’UE. Infatti, le importazioni illegali e la conseguente immissione sul mercato di tali refrigeranti non rappresentano solo un grande rischio per l’affidabilità e la sicurezza degli installatori e degli utenti, ma mettono a rischio anche il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di riduzione di CO2 equivalente stabiliti dal regolamento sugli F-gas .

4. ATTUARE PIENAMENTE E APPLICARE IL REGOLAMENTO SUGLI F-GAS

5. CONCLUSIONI

La riduzione graduale degli HFC ai sensi del regolamento UE sui gas fluorurati prevede la riduzione del consumo di HFC, espresso in CO2 equivalente, del 79% entro il 2030 al fine di garantire la transizione verso i refrigeranti con un potenziale di riscaldamento globale inferiore. Le attuali tendenze del mercato dimostrano che il regolamento sugli F-gas ha iniziato a raggiungere questo obiettivo, come ad esempio: • Nei supermercati non vengono praticamente più installate nuove apparecchiature con refrigeranti ad alto potenziale di riscaldamento globale come R-404A o R-507A e sono già in corso i retrofit delle apparecchiature esistenti; • Le piccole apparecchiature plug-in nelle applicazioni di refrigerazione commerciale utilizzano prevalentemente idrocarburi; • Il mercato dei piccoli condizionatori d’aria (dimensioni della carica fino a 3 kg) ha adottato l’R-32 come soluzione principale e anche i prodotti più grandi (tra 3 e 12 kg) sembrano iniziare a muoversi in questa direzione; • Nei refrigeratori, c’è una chiara tendenza verso l’uso di HFO e miscele di HFO. Mentre è incoraggiante vedere queste tendenze prendere piede, dimostrando che il regolamento sui gas fluorurati funziona, vi è tuttavia un crescente commercio illegale di refrigeranti che deve essere segnalato per garantire il 24 / INDUSTRIA&formazione

Come detto, il raffreddamento può dare un enorme contributo all’aumento dell’efficienza energetica e sostenere la transizione verso le

energie rinnovabili per un’Europa a emissioni zero. Data la prevista crescita della domanda in merito ai benefici offerti dal raffreddamento, il settore si trova oggi davanti ad un bivio: i leader politici possono scegliere di lasciare che si concretizzino le potenzialità che può offrire il raffreddamento - a sé stante e non solo come appendice del riscaldamento - o lasciarsi sfuggire questa grande opportunità e correre il rischio di aumentare la domanda e le emissioni di energia, mettendo a repentaglio la qualità della vita di tutti gli europei. Mentre le tecnologie sono facilmente disponibili e in attesa di essere implementate la UE ha costruito un solido quadro politico. È giunto il momento di implementarlo e considerare il raffreddamento come un tassello importante di tale quadro!

LA SETTIMANA EUROPEA HVACR E EUREKA 2019 AREA, Associazione Tecnici del Freddo, EPEE ed EVIA hanno unito gli sforzi per sottolineare l’importanza del settore Riscaldamento, Ventilazione, Aria Condizionata e Refrigerazione durante la prima “Settimana HVACR”, che si è svolta dal 6 al 12 giugno 2019. Le associazioni hanno ospitato due eventi importanti, ovvero la 18ª Conferenza Europea a Milano il 6-7 giugno, EUREKA 2019 a Bruges l’11 e il 12 giugno e anche EUREKA ROADSHOW a Madrid, nel mese di dicembre. “Vogliamo che la Settimana HVACR sia un punto culminante del calendario del nostro settore per gli anni a venire”, ha dichiarato Marco Buoni, Presidente di AREA. “Sei mesi dopo l’entrata in vigore dell’emendamento di Kigali, due settimane dopo le elezioni europee, e in un momento in cui il cambiamento climatico è una delle maggiori preoccupazioni per i cittadini di tutto il mondo, questo sarà il momento perfetto per il nostro settore per riunirsi, fermarsi e pensare su come può aiutare a rendere il mondo un posto migliore”. “Il raffreddamento e la ventilazione non sono un lusso ma una necessità”, ha dichiarato il direttore generale dell’EPEE, Andrea Voigt. “Il nostro settore contribuisce in modo significativo a una serie di obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), ma è lontano dall’ottenere l’attenzione che merita. Tecnologie e soluzioni sono già disponibili ma non ancora sufficientemente implementate. Ciò è ancora più preoccupante in quanto le attuali tendenze come l’urbanizzazione, l’invecchiamento della popolazione e un clima sempre più caldo alimenteranno la crescita del mercato e la domanda di energia”. Ecco perché nel 2020 EUREKA si concentrerà sul ruolo del raffreddamento e della ventilazione in vista degli SDG. L’evento esplorerà le opportunità per le tecnologie di raffreddamento e ventilazione sostenibili e il loro ruolo come parte della transizione verso città e regioni intelligenti e sostenibili, nonché le sfide più ampie che il settore sta affrontando come competenze, occupazione e partecipazione di genere.


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Norme di sicurezza e componenti per i refrigeranti infiammabili 1. SCOPO

Wolfgang ZAREMSKI Presidente ASERCOM

Lo scopo di queste linee guida è fornire un’interpretazione comune dei requisiti nell’applicazione di componenti nei sistemi frigoriferi ed aria condizionata che utilizzano refrigeranti infiammabili nell’ambito delle norme HVACR dell’UE. Poiché i refrigeranti infiammabili svolgono un ruolo importante nel phasedown delle emissioni in atmosfera correlate ai refrigeranti, queste linee guida faciliteranno la progettazione di sistemi a basso impatto ambientale.

sione di vapore sono utilizzati in un’ampia gamma di applicazioni, le quali possono essere progettate per funzionare in condizioni speciali. Le presenti linee guida riguardano esclusivamente le principali applicazioni fisse come da esempi negli Allegati 3-6: • Chillers • Sistemi A/C split e multi-split • Impianti per la refrigerazione commerciale con compressore incorporato o remoto • Unità rooftop 3. DEFINIZIONI

2. AMBITO Queste linee guida sono applicabili ai componenti di un sistema frigorifero od aria condizionata che utilizza refrigeranti infiammabili, vale a dire valvole, scambiatori di calore, compressori e altri dispositivi di controllo meccanici, elettronici ed elettromeccanici. Queste linee guida coprono solo i componenti di sistemi utilizzati in aree non pericolose, cioè in aree non ATEX; vedere Figura A1 dell’allegato 1. Va notato che i sistemi a compres-

Nella foto da sinistra Giovanni Dorin (Officine Mario Dorin), Wolfgang Zaremski (Presidente Asercom), Marco Buoni (Presidente AREA), allo stand Centro Studi Galileo-ATF presso la fiera Refrigera 2019.

Impianto di refrigerazione pompa di calore Combinazione di parti interconnesse contenenti refrigerante che costituiscono un circuito chiuso in cui il refrigerante viene fatto circolare per estrarre ed erogare calore (cioè raffreddamento e riscaldamento). Sistema a tenuta ermetica Sistema di refrigerazione in cui tutte le parti contenenti refrigerante sono messe a tenuta mediante saldatura, brasatura o analogo metodo ermetico e che può comprendere valvole e attacchi di servizio dotati di un sistema di chiusura che consente la riparazione o uno smaltimento adeguati e con un tasso di perdita testato inferiore a 3 grammi all’anno a una pressione pari ad almeno un quarto della pressione massima ammissibile. Nota 1: i giunti basati su forze meccaniche, che non possono essere utilizzati in modo improprio a causa dell’uso di uno strumento speciale (per es. colla), sono considerati un attacco permanente di natura simile. Nota 2: i sistemi a tenuta ermetica secondo la EN ISO 14903 sono equivalenti ai sistemi a tenuti ermetica secondo la EN 378-2:2016. INDUSTRIA&formazione / 25


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Componente Elemento funzionale individuale in un sistema di refrigerazione. Refrigerante Fluido utilizzato per il trasferimento di calore in un sistema di refrigerazione, che assorbe il calore dal fluido a bassa temperatura e a bassa pressione e respinge il calore a una temperatura più elevata e a una pressione più elevata, cosa che in genere comporta cambiamenti di fase del fluido. Refrigerante infiammabile Refrigerante con una classificazione di infiammabilità di classe 2L, classe 2 o classe 3, secondo ISO 817. Limite inferiore di infiammabilità LFL Concentrazione minima di refrigerante in grado di propagare una fiamma all’interno di una miscela di refrigerante e aria omogenea. Operatore La persona fisica o giuridica che esercita un effettivo potere sul funzionamento tecnico dei sistemi di refrigerazione. 4. QUADRI NORMATIVI E STANDARD, INTRODUZIONE L’analisi dei rischi è l’elemento centrale in tutte le norme e direttive in materia di sicurezza. Le norme sono frutto di esperienze e talvolta di valutazioni teoriche, anche se le procedure per condurre un’analisi specifica dei rischi non é contenuta nelle stesse. Questo si traduce in quadri normativi per le tutte condizioni di funzionamento, compreso la manutenzione e la progettazione. 4.1 Norme EN Le norme armonizzate sono il modo migliore per essere conforme alle direttive di sicurezza dell’UE, come la direttiva UE sulle attrezzature a pressione, la direttiva UE sulla bassa tensione e la direttiva sulle macchine. E’ tuttavia consentito ai produttori di sostituire in parte o del tutto gli standard con una propria valutazione dei rischi. Le norme di sicurezza vigenti per i sistemi di refrigerazione fissi possono essere raggruppate in base al seg26 / INDUSTRIA&formazione

mento di mercato al quale sono applicate. Lo standard orizzontale (noto anche come standard di sicurezza di gruppo) copre un’ampia gamma di prodotti, mentre lo standard verticale (noto anche come standard di sicurezza del prodotto) copre solo una specifica tipologia di prodotto. Vedere la Tabella 1. La norma internazionale ISO 5149 è una norma di sicurezza orizzontale, molto simile a EN 378. Negli ultimi anni, i testi sono migrati da ISO 5149 a EN 378, e viceversa. Analogamente, le norme internazionali della serie IEC 60335 sono paragonabili alle serie EN 60355. Le norme di sicurezza degli impianti di refrigerazione stabiliscono una serie di requisiti per gli impianti che utilizzano refrigeranti infiammabili. I requisiti possono essere classificati nel seguente modo: • Competenze delle persone che lavorano con il sistema. • Limiti delle dimensioni della carica per minimizzare l’impatto degli incidenti nel peggiore dei casi. • Eliminazione delle superfici calde, per prevenire l’innesco o la decomposizione del refrigerante fuoriuscito. • Eliminazione di fonti di innesco oltre alle superfici calde, per prevenire l’innesco del refrigerante fuoriuscito. Tabella 1: Temperature superficiali massime. Temperatura di Temperatura di superficie Refrigerante auto-innesco massima nelle (°C) norme EN (°C) 548 648 R-32 415 515 R-170 370 470 R-290 360 460 R-600a 305 405 R-1234yf 268 368 R-1234ze(E) 355 455 R-1270 I requisiti relativi alle competenze delle persone sono generalmente regolati dalla certificazione richiesta dal regolamento UE sui gas fluorurati. La direttiva sulla sicurezza dei lavoratori ATEX richiede anche un livello sufficiente di competenza quando si lavora con sostanze infiammabili,

quindi, anche se il regolamento UE sui gas fluorurati non copre tutte le sostanze infiammabili (per es. idrocarburi), vi è l’obbligo legale che il personale sia competente. La norma EN 13313:2010 descrive le competenze necessarie per il personale coinvolto nelle diverse fasi del ciclo di vita degli impianti di refrigerazione - dalla progettazione e messa in servizio, al funzionamento, alla manutenzione e alla disattivazione. Questa norma è in fase di aggiornamento perché rifletta anche le ultime modifiche al regolamento UE sui gas fluorurati e sarà pubblicata come norma internazionale ISO 22712. Nel frattempo, il miglior riferimento in materia di competenze sono le competenze stabilite nelle decisioni di esecuzione del regolamento UE sui gas fluorurati. I requisiti sulle competenze non sono direttamente correlati ai requisiti sui componenti. Le norme di sicurezza per gli impianti descrivono una serie di regole che limitano la carica di refrigerante e sono applicabili solamente entro i limiti di carica che esse stesse prescrivono. Le limitazioni possono variare, per esempio, in base all’architettura del sistema, all’ubicazione del sistema, all’accesso al sistema e talvolta anche al tipo di utilizzo del sistema. La Tabella 1 offre una panoramica delle norme europee di sicurezza per i sistemi di refrigerazione. I limiti di carica in esse contenute non impongono requisiti sui singoli componenti. Nelle norme europee sulla sicurezza dei sistemi, le disposizioni sulle superfici calde sono generalmente separate da quelle che regolano le altre fonti di innesco. Nelle norme EN, il requisito è che le superfici del sistema che possono entrare in contatto con il refrigerante fuoriuscito debbano essere 100 K inferiori alla temperatura di auto-innesco del refrigerante infiammabile (EN 378-2, EN 60335-2-11, EN 60335-224, EN 60335-2-40, EN 60335-2-89). Questo requisito è più stringente dei requisiti ATEX, che richiedono solo che la temperatura delle superfici sia inferiore alla temperatura di auto-innesco. Le temperature superficiali massime dei refrigeranti selezionati sono indicate nella Tabella 2. In pratica, sono


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Tabella 2: Norme europee di sicurezza per i sistemi di refrigerazione. EN 603352-11:2015

Sicurezza degli apparecchi elettrici d'uso domestico e similare. Parte 2: Norme particolari per asciugabiancheria a tamburo.

Attualmente, definisce le regole fino al limite massimo di 150 g di refrigerante infiammabile. Riprende IEC 60335-2-11:2008 con piccole modifiche relative alla legislazione UE. La politica generale è adottare la versione IEC più recente con modifiche di scarsa entità.

EN 603352-24:2010

Sicurezza degli apparecchi elettrici d'uso domestico e similare. Parte 2: Norme particolari per apparecchi di refrigerazione, apparecchi per gelati e produttori di ghiaccio.

Attualmente, definisce le regole fino al limite massimo di 150 g di refrigerante infiammabile. Riprende IEC 60335-2-24:2010 con piccole modifiche relative alla legislazione UE. La politica generale è adottare la versione IEC più recente con modifiche di scarsa entità.

EN 603352-40:2013

Sicurezza degli apparecchi elettrici d'uso domestico e similare. Parte 2: Norme particolari per le pompe di calore elettriche, per i condizionatori d’aria e i deumidificatori.

I limiti di carica dipendono dal tipo di refrigerante e dall’architettura del sistema. Derivato dalla versione 2002 di IEC 60335-2- 40 con modifiche. Proposte per l’aggiornamento alla versione 2018 sono attualmente in corso.

EN 603352-89:2017

Sicurezza degli apparecchi elettrici d'uso domestico e similare. Parte 2: Norme particolari per apparecchi per la refrigerazione commerciale comprendenti un'unità di condensazione del fluido frigorifero o un compressore, incorporato o remoto.

Riprende la versione del 2010 e l’emendamento 1 del 2012 di IEC 60335-2-89 2010 con piccole modifiche relative alla legislazione dell’UE. Attualmente, definisce le regole fino al limite massimo di 150 g di refrigerante infiammabile. È inoltre disponibile la nuova edizione della norma IEC, che definisce le regole per una quantità di carica più elevata ed è probabile che sarà integrata in EN 60335-2-89.

EN 378:2016

Impianti e pompe di calore. Requisiti per la sicurezza e l’ambiente.

Le limitazioni di carica dipendono dall’architettura del sistema, l’ubicazione del sistema, l’accesso al sistema e il tipo di utilizzo del sistema.

pochi i componenti che possono diventare sufficientemente caldi da rendere questo requisito rilevante. 4.2 Opzione della valutazione del rischio Nel sistema legislativo dell’UE, la sicurezza del prodotto è spesso dimostrata tramite la conformità a norme armonizzate. Attenendosi a una norma armonizzata, si dà al produttore il diritto di presumere la conformità alla legge secondo la quale lo standard è armonizzato. Sebbene le norme EN armonizzate siano il modo preferito per conformarsi alle leggi sulla sicurezza europee, è anche possibile seguire “specifiche diverse dalle norme armonizzate”; vedere Figura 1. Questa opzione è chiamata “valutazione del rischio”. Effettuare una “valutazione del rischio” da zero comporta tuttavia il pericolo di trascurare potenziali rischi e pertanto

l’approccio è in genere limitato a un singolo aspetto di un’applicazione. Spesso, la valutazione del rischio è basata sulla conformità a una norma non armonizzata, ossia una valutazione del rischio che dimostri che questa norma non armonizzata è appropriata per la gestione dei rischi nell’applicazione. Un esempio potrebbe essere la conformità alla recente norma IEC 60335-2-40, ancor prima che essa venga adottata dall’UE sotto forma di EN 60335-2-40 e la relativa armonizzazione. 5. REQUISITI PER I COMPONENTI Le norme non sono allineate, armonizzate o ben redatte “by default”. Ciò può creare confusione nei mercati, con una possibile reazione eccessiva in termini dei requisiti applicati ai componenti. Per esempio, un produttore di impianti non è in grado di interpretare

correttamente i requisiti relativi alle fonti di innesco in una norma. Potrebbe allora ricorrere a una specifica superiore, “sicura”, spesso con certificazione ATEX, che tuttavia non è necessaria. Questo naturalmente non è un modo consigliato di procedere. Un componente approvato per un refrigerante infiammabile è anche conforme ai requisiti “per refrigeranti non infiammabili”, ed inoltre (1) può appartenere alla categoria PED superiore; (2) deve garantire delle temperature superficiali più basse, al di sotto delle temperature di innesco prescritte, e se il caso; (3) deve assicurare tramite specifica progettazione o installazione, che non si tratta di una fonte di innesco.

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LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

ESR 1 xxxxxxx

ESR 1 xxxxxxx ESR 2 xxxxxxx

ESR 3 xxxxxxx

ESR 3 xxxxxxx ESR 4 xxxxxxx ESR 5 xxxxxxx ESR 6 xxxxxxx ESR 7 xxxxxxx

ESR 7 xxxxxxx

Figura 1: Sistema legislativo UE per i prodotti secondo la Guida Blu dell’UE.

I sistemi che utilizzano refrigeranti infiammabili possono usare componenti approvati per il refrigerante infiammabile specifico. Il produttore del sistema è tuttavia responsabile per la progettazione di un sistema sicuro e i sistemi devono essere progettati, installati e sottoposti a manutenzione in base ai requisiti delle norme di sicurezza e delle normative locali. 5.1 Norme EN Le norme sulla sicurezza europee per i sistemi frigoriferi definiscono i requisiti per prevenire l’innesco del refrigerante fuoriuscito. I requisiti delle norme sulla sicurezza dei sistemi specificamente rilevanti per i componenti sono i requisiti per le temperature massime delle superfici calde e i requisiti per evitare fonti di innesco. Per riassumere, le norme EN prevedono 3 diversi approcci per prevenire l’innesco di refrigerante fuoriuscito; vedere la Figura 2. Le norme europee sulla sicurezza dei sistemi frigoriferi stabiliscono una temperatura di superficie massima consentita dei componenti quando sono utilizzati in un’atmosfera infiammabile; vedere la Tabella 2 per le temperature specifiche. La maggior parte dei componenti non raggiunge queste tempe28 / INDUSTRIA&formazione

rature, ma nel caso dei riscaldatori elettrici è necessario utilizzare precauzioni speciali per limitare la temperatura massima o per assicurare che il refrigerante fuoriuscito non possa entrare in contatto con la superficie calda. L’obbligo di evitare fonti di accensione diverse dalle superfici calde è applicabile solo ai componenti (elettronici o elettromeccanici) che si suppone possano produrre scintille e che, a causa della loro posizione, possano entrare in contatto con il refrigerante fuoriuscito. Le norme prevedono procedure di verifica specifiche per determinare questa posizione. È possibile introdurre misure attenuanti, per esempio posizionare i controller elettronici in un quadro o simili, in modo che non possano entrare in contatto con il refrigerante fuoriuscito. Anche in questo caso, è responsabilità del fabbricante del sistema assicurarsi che il controller elettronico sia ubicato ove specificato dal produttore del componente. Nel caso in cui i componenti di un sistema frigorifero siano collocati dove possono entrare in contatto con il refrigerante fuoriuscito, seguendo il test previsto dalla norma sulla sicurezza del sistema pertinente, è necessario dimostrare che il componente non sia

una fonte di innesco. Come accennato in precedenza, le norme di sicurezza sui sistemi si riferiscono generalmente a specifiche clausole di EN 60079-15. Quando norme europee sulla sicurezza dei sistemi frigoriferi stabiliscono i requisiti per la prevenzione di altre fonti di innesco, queste norme si spingono sempre oltre i requisiti ATEX. Le norme sulla sicurezza dei sistemi presuppongono una nube di gas potenzialmente infiammabile più consistente rispetto a quella prevista da ATEX e, di conseguenza, richiedono requisiti di posizionamento più rigorosi. Questo significa anche che meno requisiti sono necessari per dimostrare che il sistema non presenta fonti di innesco (diverse dalle superfici calde). Per esempio, EN 60335-2-89 fa riferimento alle clausole EN6007915, uno standard armonizzato con ATEX, ma EN60335-2-89 non include le clausole 1-15. Tre aspetti previsti dalle norme sulla sicurezza dei sistemi sono meno stringenti di ATEX: • Lo scollegamento di prese o spine sui componenti non è generalmente considerato una normale operazione nelle norme sulla sicurezza dei sistemi. • Si ritiene che la maggior parte dei componenti sia protetta dagli impatti


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Requisiti e utilizzo del componente per prevenire l’innesco di atmosfere contenenti refrigerante

Funzionamento normale (zona non ATEX)

Dimostrare che il componente sotto tensione non possa entrare in contatto con il refrigerante fuoriuscito a una concentrazione LFL

Mantenere la temperatura della superficie 100 K al di sotto della temperatura di auto innesco e nessuna fonte di innesco, secondo la norma EN

Manutenzione

Mantenere la temperatura della superficie 100 K al di sotto della temperatura di auto innesco Approvazione ATEX del componente

Scollegare il componente dell’alimentazione oppure Approvazione ATEX del componente

Figura 2: Requisiti e uso dei componenti per i refrigeranti infiammabili.

e, anche se non lo è, la resistenza all’impatto richiesta è inferiore ai requisiti ATEX. • I componenti generalmente non hanno bisogno di protezione IP54 se sono montati in un involucro o alloggiamento. (Per ATEX, l’approvazione IP54 è uno dei requisiti obbligatori). 5.2 Requisiti delle direttive ATEX e PED Solo le attrezzature e i componenti che devono rimanere sotto tensione in una situazione di servizio, per esempio illuminazione di emergenza, allarmi, rilevatori di gas e ventilazione di emergenza nelle sale macchine, devono essere approvati per l’uso nella Zona 2 ATEX. Per la ventilazione, solo i componenti nel flusso d’aria interessato dalla perdita devono essere approvati. Vedere anche l’Allegato 1. È tuttavia prassi comune per i produttori di componenti utilizzare l’approvazione ATEX di tali componenti per dimostrare l’assenza di fonti di innesco. Questa approvazione va oltre i requisiti degli standard di sicurezza, ma può essere una soluzione pragmatica per alcuni prodotti, per esempio i termostati e i pressostati. La direttiva PED (vedere Allegato 2) classificherà il componente in base alla pressione, alle dimensioni

In ATEX, una regola empirica è che le perdite con una frequenza inferiore a una singolaperdita all’anno non sono abbastanza frequenti per giustificare la definizione di una zona ATEX e, quando si verifica una perdita, la norma ATEX EN 60079-10-1 di solito presume che il foro abbia una dimensione inferiore a 0,1 mm2 (per un tubo DN50). Per contro, la frequenza di grandi perdite nei sistemi di refrigerazione è molto inferiore a una perdita all’anno e le norme sulla sicurezza dei sistemi in genere presuppongono che il foro sia abbastanza grande da consentire la fuoriuscita dell’intera carica di refrigerante in soli 4 minuti. e al tipo di fluido. A seconda della categoria, è necessario applicare diverse requisiti di progettazione e certificazione dei materiali. 5.3 Opzione della valutazione del rischio A causa della tempistica dell’adozione delle norme, per esempio IEC rispetto

a EN, è senza dubbio ragionevole applicare lo standard più recente e più aggiornato ancora prima che la norma sia armonizzata nell’UE. A questo proposito, vale la pena ricordare che le recenti modifiche alle norme IEC per i refrigeranti A2L e le bozze delle norme EN possono essere applicate a componenti e sistemi, anche se questi standard non sono ancora disponibili sotto forma di norme EN armonizzate. Per esempio, per dimostrare che un componente non può innescare un refrigerante A2L o consentire temperature superficiali massime più elevate. Tuttavia, per utilizzare queste norme non ancora armonizzate è necessario effettuare una valutazione del rischio per dimostrare che i requisiti adottati sono appropriati per il componente specifico (o applicazione). 6. REQUISITI PER I COMPONENTI UTILIZZATI COME MISURA DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO I componenti che assicurano che le atmosfere infiammabili vengano rilevate e mitigate prima di raggiungere i livelli LFL in spazi occupati o nelle sale macchine sono tipicamente: INDUSTRIA&formazione / 29


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• Valvole di intercettazione, descritte in IEC 60335-2-40. • Rivelatori di gas, descritti in IEC 60335-2-40, EN 378 e ISO 5149. • Ventilatori e ventole di circolazione dell’aria. I requisiti specifici di questi componenti sono raramente diversi da quelli di altri componenti, come è possibile vedere nella Figura 2.Tuttavia, nella norma IEC 60335-2-40 si considera l’introduzione di requisiti speciali per le perdite dalla sede delle valvole di intercettazione nei sistemi di sezionamento o di partizione. ALLEGATO 1: Direttive ATEX Esistono due Direttive ATEX dell’UE: • La direttiva sulla sicurezza dei lavoratori ATEX 1999/92/CE si occupa della sicurezza e della salute dei lavoratori in atmosfere esplosive. • La Direttiva sulle apparecchiature ATEX 2014/34/UE si occupa delle apparecchiature destinate all’impiego in zone a rischio di esplosione. La Direttiva sulla sicurezza dei lavoratori ATEX è attuata attraverso la legislazione nazionale e in generale conformemente alla “Guida non vincolante alle buone prassi di attuazione della direttiva 1999/92/CE ‘ATEX’(atmosfere esplosive)”. Questa legislazione nazionale è rilevante per la manutenzione dei sistemi con refrigerante infiammabile, poiché errori nelle procedure possono portare alla formazione di un’atmosfera infiammabile. Si noti che ATEX considera esplosivi tutti i refrigeranti infiammabili, ovvero non esiste alcuna differenza tra i refrigeranti A2L e A3. La Direttiva sulle apparecchiature è una direttiva sulla sicurezza dei prodotti più tradizionale, e stabilisce i requisiti minimi per le apparecchiature che devono essere utilizzate in una zona ATEX. ATEX prevede tre zone per i gas (0, 1, 2). • La Zona 0 è un’area in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o spesso un’atmosfera esplosiva. • La Zona 1 è un’area in cui durante le normali attività è probabile la formazione di un’atmosfera esplosiva. • La Zona 2 è un’area in cui durante le normali attività non è probabile la for30 / INDUSTRIA&formazione

mazione di un'atmosfera esplosiva. È ovvio che la maggior parte dei sistemi frigoriferi non viene installata in una zona ATEX. Nel caso in cui un sistema con componenti nell’ambito di queste linee guida siano installati in una zona ATEX, per esempio un impianto petrolchimico, il costruttore del sistema deve assicurare un’approvazione ATEX del sistema. Tale sistema può anche contenere diversi componenti privi di approvazione ATEX, mentre altri componenti “critici” possono richiedere la certificazione; vedere la Figura A1. In generale, i sistemi di refrigerazione sono rigidi e le giunzioni utilizzate tra le parti contenenti il refrigerante sono di solito “durevolmente e tecnicamente a tenuta” secondo la definizione della norma EN 1127-1:2011. Questo significa che le giunzioni e i componenti non sono considerati in grado di generare un’atmosfera infiammabile e quindi la creazione di una zona ATEX non è necessaria e i sistemi frigoriferi non portano alla formazione di una zona ATEX. Nelle sale macchine, l’uso di rilevatori di gas consolida il concetto di “durevolmente e tecnicamente a tenuta” in quanto monitora i giunti per la loro tenuta. Se viene rilevata una perdita, questa sarà a un livello non superiore al 25% LFL, in cui tutti i componenti con fonti di innesco vengono arrestati in base agli standard di sicurezza. Esistono due particolari eccezioni nella definizione di una zona ATEX: 1. Quando il costruttore del sistema

definisce una parte dell’installazione come zona ATEX a causa dei requisiti del sito di installazione. Il costruttore del sistema e l’installatore sono tenuti a garantire che tutti i componenti in questa zona siano dotati della certificazione appropriata. Gli standard di sicurezza impongono che il condotto di scarico delle valvole di sicurezza dei sistemi di refrigerazione sia posizionato in un luogo sicuro. Alcuni produttori di sistemi definiscono questo luogo sicuro una zona ATEX 2. Installare componenti in quest’area non è tuttavia una procedura normale. 2. Se durante la manutenzione del sistema vi è il rischio di formazione di un’atmosfera infiammabile e questa situazione normalmente induce il personale di servizio a definire una zona ATEX 2. In questo caso, se le apparecchiature usate per la manutenzione e gli altri sistemi devono rimanere sotto tensione, devono essere approvati per la zona 2 ATEX. Gli esempi principali sono l’illuminazione di emergenza, gli allarmi, i sensori di gas e la ventilazione di emergenza nelle sale macchine. Una buona prassi per tutte le situazioni di servizio è che il personale utilizzi sensori di gas portatili, i quali devono essere approvati per la zona 2 ATEX. In altri casi, le norme sulla sicurezza dei sistemi prevedono concetti molto vicini a quelli di ATEX e talvolta fanno riferimento a clausole standard armonizzate con ATEX. Per esempio, le

Figura A1: Classificazione delle zone secondo ATEX.


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norme di sicurezza richiedono che tutti i componenti sotto tensione utilizzati in una sala macchine dopo il rilevamento di una perdita debbano essere privi di fonti di innesco. Un modo per assicurare questo requisito è la certificazione per la zona 2 ATEX, ma un’altra opzione è il rispetto delle clausole specifiche della norma EN 60079-15, armonizzata con lo standard delle apparecchiature ATEX. In pratica, questi componenti sono l’illuminazione di emergenza, gli allarmi, i rilevatori di gas e la ventilazione di emergenza in quanto devono rimanere sotto tensione per motivi di sicurezza. Questi sono anche i componenti che devono rimanere sotto tensione durante un intervento di manutenzione e includono i componenti che rafforzano il concetto di durevolmente e tecnicamente a tenuta. ALLEGATO 2: La Direttiva attrezzature a pressione UE (PED) La Direttiva europea sulle attrezzature a pressione (PED) stabilisce i requisiti per la verifica della resistenza alla pressione dei componenti in base alla categoria PED, che è una funzione delle dimensioni, della pressione mas-

Articolo 4 Paragrafo 3

sima ammissibile del componente e del gruppo di fluidi PED del refrigerante. Più alta è la categoria PED più alto sarà il rischio atteso e più stringenti saranno i requisiti per la verifica della progettazione e della produzione dei componenti. La direttiva ha 5 categorie: corretta prassi costruttiva, I, II, III e IV. La corretta prassi costruttiva copre un livello inferiore alla categoria I ed è anche nota come “a4p3” o articolo 4, paragrafo 3. I requisiti per la verifica della resistenza alla pressione dipendono direttamente dalla categoria PED. La Figura A2 illustra la modalità di assegnazione della categoria PED per il gruppo di fluidi PED 1 e 2 per componenti che sono più simili a tubazioni che a recipienti. In generale, è vantaggioso utilizzare a4p3 (articolo 4, paragrafo 3) “corretta prassi costruttiva” per assicurare la resistenza alla pressione dei componenti come alternativa ai requisiti più rigorosi delle categorie PED I, II, III e IV. I refrigeranti HFC tradizionali sono gas nel gruppo di fluidi PED 2, sostanze non pericolose, e la maggior parte dei refrigeranti infiammabili sono gas nel gruppo di fluidi PED 1, sostanze pericolose. Esiste tuttavia un’eccezione, R-1234ze(E), il quale è incluso nel gruppo di fluidi PED 2 nonostante la

sua classificazione di sicurezza A2L. Il motivo di questa eccezione è che il test di infiammabilità alla base della classificazione del gruppo di fluidi PED viene eseguito a 20 °C, mentre il test di infiammabilità alla base della classificazione di sicurezza A2L viene eseguito a 60 °C. R1234ze(E) non è infiammabile a 20 °C, ma è infiammabile a 60 °C. Esistono tre regole pratiche per una rapida stima dell’impatto del passaggio da un refrigerante non infiammabile a uno infiammabile: • Per i refrigeranti infiammabili e i componenti tubolari, l’uso di a4p3 è consentito solo fino a DN25, mentre per i refrigeranti non infiammabili, a4p3 può essere utilizzato fino a DN32, e talvolta per diametri superiori. • Per i refrigeranti infiammabili e componenti simili a recipienti (inclusi i compressori ermetici), l’uso di a4p3 è consentito solo fino a un volume (litri) x pressione (bar) pari a 25, mentre per i refrigeranti non infiammabili il limite è 50. • Per i recipienti veri e propri, la categoria PED è generalmente aumentata di 1. Le valvole di sicurezza sono sempre PED di categoria IV, indipendentemente dalle dimensioni del componente, dalla pressione e dall’infiammabilità del refrigerante.

Articolo 4 Paragrafo 3

Figura A2: Categorie PED per componenti tubolari per il gruppo di fluidi 1, cioè la maggior parte dei refrigeranti infiammabili (a sinistra) e il gruppo di fluidi 2, ovvero i refrigeranti HFC tradizionali e CO2 (a destra) INDUSTRIA&formazione / 31


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

ALLEGATO 3: Esempio di chiller con R290

ALLEGATO 4: Esempio di AC split e multi-split incluso i sistemi reversibili

La figura sopra mostra una tipica configurazione di chiller con R290 e questo allegato spiega brevemente le scelte progettuali per i componenti di un chiller specifico in termini di prevenzione dell’innesco nel caso di fuoriuscita di refrigerante. I componenti puramente meccanici non sono considerati potenziali fonti di innesco, ma per essere sicuri, è necessario che siano controllati a fronte delle potenziali fonti di innesco elencate nell’Allegato K della norma EN 378-2:2016. È possibile dimostrare che i componenti elettrici non sono fonti di innesco in vari modi, ma in questo caso specifico la scelta è stata: Dimostrare che il componente non può entrare in contatto con il refrigerante fuoriuscito

Assenza di fonte di innesco, secondo la norma EN

Controlli ● Inverter

● EXV Trasmettitore di temperatura** ● Compressori ● Resistenza del carter per compressori

Approvazione ATEX del componente

Pressostato Trasmettitore di pressione** ● Sensore gas ●

** I trasmettitori P e T sono spesso selezionati con approvazione ATEX in quanto questa è spesso la decisione commerciale più favorevole. In linea di massima, i trasmettitori non sono considerati fonti di innesco. La decisione di posizionare i controlli e gli inverter all’esterno della sala compressori è stata presa in parte per consentire un facile accesso da parte dei tecnici e in parte per evitare il rischio di innesco del refrigerante. Se l’inverter fosse stato installato sul compressore e il refrigerante usato fosse un refrigerante A2L, l’inverter sarebbe probabilmente stato approvato applicando una valutazione del rischio e, per esempio, IEC 60335-2-40.

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La figura sopra mostra una tipica configurazione di AC multi-split e questo allegato spiega brevemente le scelte progettuali per i componenti di un sistema specifico in termini di prevenzione dell’innesco nel caso di fuoriuscita di refrigerante. I requisiti in termini della progettazione del sistema e dell’installazione (dimensioni e posizionamento dell’evaporatore) assicurano che i componenti devono semplicemente seguire lo schema I componenti puramente meccanici non sono considerati potenziali fonti di innesco, ma per essere sicuri, è necessario che siano controllati a fronte delle potenziali fonti di innesco elencate nell’Allegato K della norma EN 378-2:2016. È possibile dimostrare che i componenti elettrici non sono fonti di innesco in vari modi, ma in questo caso specifico la scelta è stata: Dimostrare che il componente non può entrare in contatto con il refrigerante fuoriuscito

Assenza di fonte di innesco, secondo la norma EN

Controlli ● Inverter

● EXV Trasmettitore di temperatura** ● Compressori ● Resistenza del carter per compressori

Approvazione ATEX del componente

Pressostato Trasmettitore di pressione** ● Sensore gas ●

** I trasmettitori P e T sono spesso selezionati con approvazione ATEX in quanto questa è spesso la decisione commerciale più favorevole. In linea di massima, i trasmettitori non sono considerati fonti di innesco. La decisione di posizionare i controlli e gli inverter all’esterno dell’edificio è stata presa in parte per consentire un facile accesso da parte dei tecnici e in parte per evitare il rischio di innesco del refrigerante. Se l’inverter fosse stato installato sul compressore e il refrigerante usato fosse un refrigerante A2L, l’inverter sarebbe probabilmente stato approvato applicando una valutazione del rischio e, per esempio, IEC 60335-2-40.


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ALLEGATO 5: Esempio di un’applicazione per la refrigerazione commerciale con compressore incorporato o remoto

ALLEGATO 6: Apparecchiature rooftop Sezione trattamento aria

Descrizione di un tipico sistema con compressore incorporato Un tale apparecchio è progettato per funzionare indipendentemente e deve essere quindi dotato di tutti i sistemi di controllo e sicurezza necessari. In tali apparecchi, è possibile utilizzare diversi tipi di sistemi di evaporazione. Uno di questi sistemi è detto sistema protetto, con uno scambio indiretto. Un altro tipo di sistema, quello studiato in questo caso, è dotato di scambio diretto, ed è quindi il sistema più critico. Spazio refrigerato

Ventola

Riscaldatori Lampadine

Controllore e inverter

Evaporatore

Solenoide porta chiusa Resistenza defrost Switch porta Termostato Valvola di espansione

Trasmettitori di temperatura

Compressore

Pressione Switch

Controllo luci Controllo ventilatori

Valvola

Valvola defrost

Controllo temperatura

Condensatore

Alimentazione elettrica

Controllo defrost

Controllore perdite d’aria e refrigerante

Parti elettriche compressore Riscaldatore

Apparecchiatura integrata

La figura sopra illustra un tipico layout di apparecchio con compressore incorporato e questo allegato spiega brevemente le scelte progettuali dei componenti elettrici per un apparecchio specifico per prevenire l’innesco in caso di perdita di refrigerante infiammabile. Gli apparecchi autonomi, sia domestici sia commerciali, sono coperti dalla pertinente norma di sicurezza del prodotto come menzionato in precedenza in questo documento. Le due norme principali sono: EN 60335-2-24 che copre gli elettrodomestici e EN 60335-2-89 che copre le applicazioni commerciali (comprese le applicazioni con unità di condensazione remota). Altre norme simili, come EN 60335-2-11 e EN 60335-2-75 (che utilizza -24) stanno adottando gli stessi concetti e la stessa carica. Attualmente, tutte le norme limitano la carica di refrigerante infiammabile a 150 grammi, indipendentemente dalla classe di sicurezza a cui il refrigerante appartiene: A3, A2 o A2L. Si sta considerando un aumento del limite di carica per la norma EN 60335-2-89. Tutte le norme (EN 60335-2-11, -2-24, -2-75 e -2-89) richiedono che l’apparecchio sia progettato in modo da evitare qualsiasi rischio di incendio o esplosione in caso di perdita di refrigerante dal sistema di raffreddamento. I componenti devono essere posizionati in modo che non possano entrare in contatto con il refrigerante fuoriuscito e non contengano fonti di innesco.

La figura sopra mostra una tipica pompa e climatizzatore rooftop con serranda 2/3/4; in caso di utilizzo di refrigeranti A2L, l’unità rientra nella categoria dei sistemi canalizzati ed è quindi coperta da IEC60335-2-40:2018. Il requisito relativo ai limiti di carica, dimensioni della sala, rilevatore di perdite e modalità di funzionamento della ventola è coperto dallo standard. La norma armonizzata EN 60335-2-40 è in corso di revisione per l’allineamento con IEC60335-2-40. Vedere la sezione 5.4 per la valutazione del rischio. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Guida di buona pratica a carattere non vincolante in vista dell’attuazione della direttiva 1999/92/CE relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive, Direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione (Commissione europea), 2005, ISBN: 92-894-8721-6. Direttiva sulla sicurezza dei lavoratori ATEX: Direttiva 1999/92/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 1999, relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive (quindicesima direttiva particolare ai sensi dell’articolo 16, paragrafo 1, della direttiva 89/391/CEE). Direttiva sulle apparecchiature ATEX: Direttiva 2014/34/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, concernente l’armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative agli apparecchi e sistemi di protezione destinati a essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva (rifusione). Direttiva apparecchi a pressione, PED 2014/68/UE Direttiva 2014/68/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, concernente l’armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alla messa a disposizione sul mercato di attrezzature a pressione. Regolamento UE sui gas fluorurati: Regolamento (UE) n. 517/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, sui gas fluorurati a effetto serra e che abroga il regolamento (CE) n. 842/2006. EN 60079-10-1:2015 Atmosfere esplosive - Parte 10-1: Classificazione delle aree - Atmosfere di gas esplosivi (IEC 60079-10-1: 2015). EN 1127-1: 2011 Atmosfere esplosive - Prevenzione dell’esplosione e protezione contro l’esplosione, concetti fondamentali e metodologia. EN 13313: 2010 Impianti di refrigerazione e pompe di calore. Competenza del personale. EN 378-1:2016, EN 378-2:2016, EN 378-3:2016, EN 378-4:2016, Sistemi di refrigerazione e pompe di calore - Requisiti di sicurezza e ambientali. EN 60335-2-11:2016, Sicurezza degli apparecchi elettrici d'uso domestico e similare. Parte 2: Norme particolari per asciugabiancheria a tamburo. EN 60335-2-24:2010, Sicurezza degli apparecchi elettrici d'uso domestico e similare Parte 2: Norme particolari per apparecchi di refrigerazione, apparecchi per gelati e produttori di ghiaccio. EN 60335-2-40:2013 Sicurezza degli apparecchi elettrici d'uso domestico e similare. Parte 2: Norme particolari per le pompe di calore elettriche, per i condizionatori d’aria e i deumidificatori. EN 60335-2-89:2017, Sicurezza degli apparecchi elettrici d'uso domestico e similare.Parte 2: Norme particolari per apparecchi per la refrigerazione commerciale comprendenti un'unità di condensazione del fluido frigorifero o un compressore, incorporato o remoto.

INDUSTRIA&formazione / 33


LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

LEZIONE 209 > PRINCIPI DI BASE DEL CONDIZIONAMENTO DELL’ARIA

Installazione del climatizzatore split su linee frigorifere già predisposte: accorgimenti e precauzioni da adottare INTRODUZIONE

Pierfrancesco FANTONI

Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni di base semplificate per gli associati sul condizionamento dell’aria, così come da 20 anni sulla nostra stessa rivista il prof. Ing. Pierfrancesco Fantoni tiene le lezioni di base sulle tecniche frigorifere. Vedi www.centrogalileo.it. Il prof. Ing. Fantoni è inoltre coordinatore didattico e docente del Centro Studi Galileo presso le sedi dei corsi CSG in cui periodicamente vengono svolte decine di incontri su condizionamento, refrigerazione e energie alternative. In particolare sia nelle lezioni in aula sia nelle lezioni sulla rivista vengono spiegati in modo semplice e completo gli aspetti teorico-pratici degli impianti e dei loro componenti.

È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONi Per informazioni: 0142.452403 corsi@centrogalileo.it

È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto. 34 / INDUSTRIA&formazione

Il successo di una buona installazione di uno split dipende non solo da una buona pianificazione esecutiva da eseguire prima di procedere alla realizzazione operativa, come abbiamo già visto negli articoli precedenti. Esistono anche delle importanti attenzioni che devono essere osservate nelle varie fasi operative che riguardano la realizzazione pratica del lavoro e che sono tipiche delle installazioni che avvengono quando le linee frigorifere sono già state predisposte da qualcun altro. CHI POSA E CHI INSTALLA È prassi abbastanza comune nella realizzazione di nuove unità abitative eseguire già la predisposizione per l’installazione del climatizzatore domestico. Ormai la climatizzazione degli ambienti domestici viene ritenuta una necessità imprescindibile, per cui spesso già in fase di costruzione delle opere murarie si procede alla posa delle tubazioni che collegano le due unità dello split. Questo viene fatto anche per evitare di dover procedere alla successiva rottura dei muri una volta che essi sono stati completati e tinteggiati definitivamente. L’idea, di per sè, trova un suo fondamento e, quindi, in linea di principio va sicuramente ritenuta accettabile. In qualche caso la posa delle unità dello split è immediatamente successiva, così come la chiusura del circuito, le necessarie operazioni preliminari al suo avvio, la messa in funzione finale. L’acquirente dell’unità abitativa si trova, così, con un’installazione già completa e funzionante. In altri casi, invece, si procede alla

sola predisposizione dei collegamenti e si lascia all’acquirente finale il compito di acquistare ed installare le unità ricorrendo all’opera di un installatore certificato. Questo, probabilmente, è il caso più delicato e che espone di più al verificarsi di qualche imprevisto realizzativo. Questo perchè, probabilmente, chi realizza solo le predisposizioni delle tubazioni frigorifere non sente su di sè la responsabilità che l’installazione finale funzioni nella maniera migliore ed anche perchè, verosimilmente, non si sente particolarmente motivato ad eseguire con la dovuta cura un lavoro che poi non vedrà nella sua realizzazione definitiva. Così, ad esempio, capita di vedere predisposizioni di collegamenti lasciate aperte (vedi figura 1) e che così restano anche per lungo tempo, fino a quando l’abitazione non viene venduta ed il novello proprietario decide di installare il climatizzatore. Il neo-proprietario verosimilmente non conosce chi ha eseguito le predisposizioni e quindi per l’installazione si rivolge ad un suo tecnico di fiducia, che nemmeno lui conosce la “storia” di quelle tubazioni. I COLLEGAMENTI MISTERIOSI Solitamente anche il tecnico installatore non sa quale cura è stata posta quando le tubazioni sono state posate, quale attenzione è stata riservata al fine di evitare che la sporcizia sia entrata al loro interno, come ad esempio trucioli di rame, residui di lavori murari, polvere e quant’altro. L’unica cosa che può ragionevolmente dedurre è che, avendo trovato le tubazioni non sigillate, sicuramente esse sono cariche di umidità. Il tecnico scrupoloso sa, quindi, che


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una delle operazioni fondamentali ed irrinunciabili prima di avviare il circuito è quella di tirare un buon vuoto per tempi molto prolungati. Ovviamente con un aggravio della tempistica lavorativa, fatto che va debitamente spiegato al cliente che, altrimenti, potrebbe essere indotto a pensare che il tecnico che ha scelto per il suo scopo si dilunghi in maniera eccessiva nel suo lavoro. Tuttavia questa attenzione, in questa situazione contingente, ancora non è sufficiente. La mancata sigillatura delle tubazioni e la loro prolungata esposizione agli agenti atmosferici, così come l’esecuzione delle opere di lavorazione e di posa delle tubazioni eseguite in maniera non professionale, impongono anche la necessità di estrarre il più possibile tutte le impurità che potrebbero trovarsi all’interno delle tubazioni frigorifere. Per fare questo è necessario soffiare con azoto le tubazioni, ad una pressione possibilmente elevata, per cercare di estrarre il più possibile tale materiale. Se si suppone, poi, all’interno la presenza di altre sostanze inquinanti potrebbe essere buona cosa procedere al lavaggio interno delle stesse impiegando gli opportuni fluidi disponibili in commercio. Anche in questo caso la tempistica lavorativa si allunga e, naturalmente, ne va data spiegazione al cliente, informandolo della necessità di operare con tale accuratezza per evitare spiacevoli inconvenienti dopo la fase di avviamento dell’apparecchiatura. Un’ulteriore precauzione da prendere, potrebbe anche essere quella di veri-

Figura 1 – Le frecce gialle indicano le tubazioni dei collegamenti frigoriferi di climatizzatori split non sigillate alle estremità e lasciate così esposte, al loro interno, agli agenti atmosferici.

ficare, prima di eseguire i collegamenti tra le tubazioni e le unità, se le tubazioni hanno problemi di tenuta. Prima di eseguire i collegamenti (perché così, in caso di perdite, non si cade in quello stato di incertezza e di dubbio irrisolvibile che nasce dalla difficoltà di attribuire la causa di quella perdita: dipende dalle cartelle o dalle brasature che ho realizzato io oppure la perdita è da attribuire a qualcos’altro?) meglio andare per gradi: prima si verifica che le linee frigorifere siano a tenuta, poi si verifica se anche il lavoro eseguito per l’installazione ha problemi. Se le tubazioni sono di breve lunghezza, generalmente sono costi-

tuite da un tratto unico di tubo, senza giunzioni, e quindi non dovrebbero presentare difetti di tenuta. Ma se le tubazioni sono piuttosto lunghe, sono posate sottotraccia e si intuisce che compiano parecchie curve, è possibile che per la loro realizzazione siano state eseguite delle giunzioni: ecco, allora, la necessità di eseguire una prova di tenuta su di esse, per eliminare qualsiasi dubbio. Ma tutto ciò non è sufficiente. Il caso è piuttosto raro, ma la prudenza non è mai troppa. Meglio pensarle tutte, piuttosto che trovarsi male, poi, a lavoro ultimato: verificare anche il diametro delle tubazioni, che sia adatto alle misure indicate dalla casa costruttrice dello split. L’INSTALLAZIONE FORZATA Infine, l’installatore, trovandosi già le predisposizioni dei collegamenti frigoriferi, giocoforza è obbligato a posizionare le due unità laddove non è stato lui a decidere. Nel caso in cui rilevasse un non buon posizionamento e se non risulta possibile adattare al meglio la collocazione delle due unità, di nuovo è buona cosa che informi il suo cliente e gli illustri i possibili inconvenienti a cui l’apparecchiatura potrebbe andare incontro durante il suo funzionamento. INDUSTRIA&formazione / 35


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Le pompe di calore per la riduzione dell’inquinamento termo-chimico

Alfredo SACCHI Politecnico di Torino

Introduzione E’ ormai da anni che si constata come il nostro Pianeta sia sempre più soggetto a cambiamenti climatici, non imputabili a cause cosmologiche; di qui gli effetti vengono ricercati nelle attività antropiche, che essendo moltissime e, ciascuna da sola, di relativo scarso peso, non sono complessivamente affrontabili con efficacia. L’effetto viene comunque rilevato attraverso i seguenti indicatori: 1) L’incremento della temperatura terrestre (vedi figura 1) con una crescita che diventa sempre più pronunciata negli ultimi anni, in particolare a partire dall’industrializzazione dell’attività umana; 2) Il rilevamento della riduzione dei ghiacciai delle montagne e delle calotte polari con conseguente innalzamento del livello dei mari; 3) La scoperta della presenza e della crescita del buco dell’ozono; 4) La scomparsa e la riduzione di speci animali ed ittiche o la migrazione di esse in territori diversi da quelli di origine, soppiantando le speci autoctone.

Figura 1 – Evoluzione della temperatura terrestre. (https://www.google.it/search?q=grafico+aumento+temperatura+terrestre)

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Fra le cause più importanti di tale degradamento ambientale, vanno annoverati i processi che coinvolgono il calore; essi appaiono i più significativi e determinanti, sia direttamente che attraverso i prodotti della combustione (gassosi, particolato, ecc.). Qualche piccolo intervento di settore viene attualmente messo in atto ed il risultato specifico è strumentalmente percepito: fra quelli noti uno importante è la riduzione dei gas fluorurati, con l’introduzione di fluidi a basso GWP e minimo ODP, l’isolamento termico degli edifici, ecc.. Fino a qualche anno addietro, veniva considerata la disponibilità indefinita di fonti energetiche fossili (petrolio, gas, carbone, combustibili nucleari, ecc..) e quindi senza limitazione del suo uso; oggi i limiti ai consumi sono determinati dal contenimento degli inquinamenti prodotti. Questi ultimi possono essere considerati come inquinamenti dovuti al calore ed ai prodotti di combustione, chimici e particolati. In questa breve esposizione, partendo dal presupposto che il mondo moderno non possa fare a meno di energia, verrà sottolineato come, ammesso di mantenere costante il soddisfacimento delle esigenze energetiche industriali e civili, si possa utilizzare l’universale principio enunciato da Carnot, per ridurre l’emissione di calore in ambiente. Il calore viene prodotto dalla combustione di sostanze fossili o nucleari con rilascio di inquinanti. Di conseguenza il legame fra i due aspetti dell’inquinamento appare assodato. Premessa L’energia pregiata è quella idealmente mutuamente convertibile (lavoro meccanico, energia elettrica, ecc.): non sono ancora noti eventuali sfruttamenti diretti dell’energia chimicamente posseduta dalla materia, ad


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IMPIANTO TERMOELETTRICO

POMPA DI CALORE

Figura 2 – Schema di collegamento impianto termoelettrico e pompa di calore.

eccezione di quella sviluppata nella combustione e che quindi passa attraverso il calore. Diverso comportamento si riscontra per il calore: se tutti conoscono la facilità di conversione da energia pregiata in calore (stufe elettriche, freni meccanici), tutti sono ugualmente coscienti che la conversione inversa non avviene o, se avviene, parecchia parte del calore rimane come tale. Pertanto il calore si comporta come una grandezza anomala rispetto alle energie pregiate ed il principio di equivalenza (“primo principio della termodinamica”) conviene sia riveduto, anche come vocabolo, per non ingenerare le confusioni che si riversano su corrispondenti valori economici. Il calore è sempre associato ad una temperatura: storicamente è stata sviluppata dapprima la branca della termometria dalla quale sono state sviluppate le tecniche calorimetriche con le relative misure (calorimetro di Junkers, bomba di Mahler, ecc..). Non è il caso di ricordare la storia dello sviluppo della termodinamica dalla calorimetria e da essa la termodinamica dei processi irreversibili. Il riferimento termico è la temperatura ambiente nell’istante in cui si effettuano i processi. In particolare, per i processi legati alla climatizzazione, siamo abituati a riferirci a temperature di qualche decina di gradi nell’intorno della temperatura ambiente: quaranta gradi sopra e sotto, essendo l’ambiente esterno mediamente a 10 gradi Celsius.

La pompa di calore Il massimo di efficienza di una macchina che elabora il calore, secondo Carnot, si ottiene quando non si hanno cambiamenti di temperatura che non siano dipendenti da variazione di volume (negli impianti, le perdite vanno ricercate nelle trasformazioni che non soddisfano tale concetto). In altre parole le variazioni di volume corrispondono a lavori e quindi energia pregiata. Gli impianti termoelettrici cercano di operare in modo che il calore degradi di temperatura producendo contemporaneamente lavoro e le pompe di calore, al contrario, che il calore sia elevato di temperatura a mezzo di lavoro. Associando i primi impianti con i secondi, si può ottenere lo schema di figura 2. Nella tabella 1 si raffrontano due soluzioni di impianti ideali, secondo

Carnot, ed una reale derivata da esperienze in campo. La soluzione 1 corrisponde a capacità termiche con temperatura costante, indipendente dalle erogazioni o dagli apporti di calore; nella soluzione 2 le capacità termiche, ad eccezione dell’ambiente, variano le temperature in relazione dello scambio, come fossero fluidi (ad esempio gas). Il terzo esempio si riferisce ai risultati di seguito descritti. Soluzione sperimentale Ci si riferisce ai risultati di una campagna sperimentale su casette unifamigliari riscaldate, fra l’altro, da pompe di calore (riferimento alla relazione Mutani G., Pascali F., Martino M., Nuvoli G. – Nearly Zero Energy Buildings: analysis on monitoring Energy consumption for residential buildings in Piedmont Region (IT)). Commento sui risultati dei rilievi sperimentali Il confronto si presenterebbe poco significativo a seguito della discordanza delle situazioni di riferimento in quanto: 1) Le pompe di calore, riscaldando anche l’acqua sanitaria, erogavano calore a temperatura superiore a quella strettamente necessaria per il riscaldamento degli ambienti abitati; 2) L’energia elettrica è stata considerata come prodotta con un coefficiente di 2,1 (rapporto fra Joule elettrici e Joule termici) mentre attualmente tale rapporto è ben superiore: secondo i produttori di energia elettrica non è molto distante dal doppio.

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3) I risultati esposti si riferiscono ad intere annualità nelle quali notevoli sono le fluttuazioni della temperatura esterna 4) Le case esaminate, pur essendo termicamente isolate, sono localizzate in zone poco riparate e quindi assoggettate a rigide temperature esterne e forse ad una ventilazione maggiore rispetto ai conglomerati urbani. Tuttavia i risultati sono apprezzabili a sostegno della tesi che qui si sostiene. Confronto fra valori teorici e reali Il parametro più significativo del confronto è rappresentato nell’ultima colonna della tabella 2. Tale grandezza indica il guadagno, in termini di quantità di calore, fra quello ottenuto per il riscaldamento e quello speso come combustibile nella centrale termoelettrica. Da un primo e grossolano esame appare che tale valore è sempre superiore a 2 che significa che il calore fornito è almeno doppio rispetto a quello speso. Un secondo aspetto è rappresentato dalla grossa differenza tra valori teorici e sperimentali, pur nella incertezza di valutazione di questi ultimi. Ciò spinge ad una indagine più accurata sulla base di riferimenti conformi fra le diverse soluzioni. Certamente il margine di guadagno fra teoria e pratica, mostra che i primi interventi migliorativi possono produrre i maggiori risultati. D’altra parte una valutazione, sulla base di dati di catalogo per apparecchi split, è fornita nella relazione Sacchi A. – Le pompe di calore: Attualità e convenienza – Industria & Formazione – Anno XLI - N.2 – 2016; in essa si mostra maggiore vicinanza ai risultati teorici testé calcolati. Indicazioni per un migliore utilizzo delle pompe di calore Gli impianti di riscaldamento vanno progettati per soddisfare le esigenze con la minima temperatura del calore erogato dalla pompa di calore (separazione fra il riscaldamento degli ambienti e quello dell’acqua sanitaria, riscaldamento a radiazione dal pavimento, ecc..), così come più alta possibile sia la temperatura dove la pompa preleva il calore (pozzi nel terreno o laghi invece che aria esterna). Per una maggiore efficienza della 38 / INDUSTRIA&formazione

Riduzione delle emissioni di CO2 da riscaldamento e raffreddamento negli edifici ETP 2010 dall’Agenzia Internazionale Energia

Figura 3 – Previsioni dello sviluppo futuro delle pompe di calore.

Tabella 1. Efficienza di cicli ideali con dati rilevati da Refutil 2015 (COP riscaldamento = Calore al condensatore/Lavoro di compressione) Temperatura di evaporazione -5 °C – Temperatura di condensazione +40 °C Tipo di fluido R717 - Ammoniaca R744 - Azoto R22 R134a

COP Calore Lavoro COP raffreddamento condensatore compressore riscaldamento 4,96 1284 215,3 5,96 3,02* 143,4 35,1 4,1 4,74 181 32,5 5,72 4,61 167,7 29,6 5,66

* Temperatura di evaporazione -5°C – Temperatura di condensazione +31°C

Tabella 2. Guadagno Termico GT = Q4 / Q1 per due cicli ideali di Carnot ed uno reale (simboli indicati nella figura 2) Q1 = 1000 MJ ; T1 = 1800 K ; T2 = 273 K ; T3 = 263 K ; T4 = 353 K Ciclo di Carnot fra capacità isoterme

Q4 = 3327 MJ

GT = 3,33

Ciclo di Carnot per gas sia di combustione che nella pompa di calore

Q4 = 4736 MJ

GT = 4,77

Impianto reale in villette sulla base dei rilievi effettuati (*)

Q4 = 2054 MJ

GT = 2,05

(*) Riscaldamento sia ambiente che acqua sanitaria; valori medi stagionali

pompa di calore, si sostiene sia da privilegiare il collegamento acqua-acqua piuttosto che aria-aria. Ciò è vero se ci si sofferma sulla sola pompa di calore; le considerazioni cambiano se si considera anche l’emissione termica dell’elemento radiante che eroga in ambiente il calore dell’acqua calda del

condensatore. Una particolare attenzione va rivolta al comfort ambientale (secondo i parametri di Fanger) più che alla semplice temperatura dell’aria. I pannelli fotovoltaici costituiscono un ecologico modo di produzione di elettricità direttamente utilizzabile soprattutto se si effettua uno scambio in loco


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con la rete elettrica. Poiché produzione ed utilizzo avvengono in periodi diversi della giornata, ciò permette una migliore distribuzione temporale di energia elettrica. In caso ciò sia difficoltoso, l’accumulo del calore prodotto dalla pompa nei periodi di sovrapproduzione può servire per gli altri periodi. L’inerzia termica del fabbricato costituisce una capacità termica che, se correttamente progettata, permette riscaldamenti intermittenti in relazione ai periodi di occupazione degli abitanti. Le pompe di calore provviste delle valvole per l’inversione del ciclo (scambio fra condensatore ed evaporatore) permettono il raffrescamento estivo degli ambienti, fornendo un servizio aggiuntivo senza costi impiantistici. Controlli automatici (telecomando, inverter, migliore gestione elettrica e gas) Gli sviluppi dell’energia elettrica permettono di predisporre sofisticati controlli automatici per la gestione personalizzata dell’impianto (programmazione dei periodi o delle temperature

di riscaldamento, nel caso sia stata effettuata una suddivisione per zone dell’abitazione, telecomando dell’attivazione del calore prodotto, ecc..). Gli inverter permettono funzionamenti continui e non intermittenti della potenza erogata. I fluidi utilizzati nelle pompe di calore, sono gli stessi studiati e distribuiti per gli impianti frigoriferi; forse qualche beneficio potrebbe essere ottenuto con fluidi più adatti alle temperature più elevate richieste. Costi gestione I raffronti energetici, favorevoli alle pompe di calore, possono essere alterati dal costo delle materie prime (energia elettrica – gas); la distorsione della conclusione deriva dalle accise diverse per ogni tipo di fonte e di contratto. Sviluppi futuri Le considerazioni esposte indicano che grande sarà lo sviluppo e la utilizzazione delle pompe di calore, sia per la maggiore efficienza termodinamica del processo della climatizzazione, sia

per la conseguente riduzione dell’inquinamento. Circa il primo aspetto si può fare riferimento alla figura 3 e all’articolo corrispondente. Circa il secondo aspetto si considera che una notevole spinta alla diffusione delle pompe di calore potrà avvenire se le autorità cittadine comprenderanno che l’inquinamento atmosferico derivato dal riscaldamento può essere drasticamente ridotto con le pompe di calore e forniranno incentivi per la trasformazione degli impianti in tale direzione. In tal caso si osserva che la pompa di calore non emette inquinanti sul posto in quanto la centrale termoelettrica funziona con una combustione controllata ed i prodotti della combustione sono emessi in atmosfera ad alta quota, ovvero raccolte in locali altamente confinati. La centrale generalmente è dislocata fuori dall’agglomerato urbano. La cogenerazione assolve al compito combinato di produzione di energia elettrica e calore (immesso nella rete di teleriscaldamento) con ulteriore vantaggio energetico.

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Manuale sull’uso degli F-Gas e le alternative 15ª parte: Differenze di progettazione

Kelvin KELLY(nella foto) - Martin COOK BUSINESS EDGE

Tratto da “F-Gas Reference Manual”, l’intero manuale in lingua inglese può essere acquistato sul sito web www.businessedgeltd.co.uk

Caso di studio – Progetto di un piccolo impianto a idrocarburi per un supermercato britannico In Gran Bretagna in oltre 100 supermercati vengono usati semplici impianti ad idrocarburi di piccole dimensioni piuttosto che grandi impianti centralizzati. Di solito gli impianti sono armadi frigoriferi con condensatori ad acqua e impianti monoblocco per celle frigorifere sempre con condensatore ad acqua. Il glicole necessario ai frigoriferi e agli impianti monoblocco viene raffreddato da chiller posti all’esterno (vedi figura seguente). Anche i condizionatori ad aria di tipo split vengono impiegati. Essi sono progettati per funzionare con R1270. Essi hanno tutti una carica ridotta e, ad eccezione degli split per il condizionamento, sono testati e caricati in fabbrica. I tassi di perdita sono attorno all’1% della carica totale in un anno (negli impianti centralizzati tale tasso arriva al 100%). Questo quindi non provoca aumento dei consumi a causa di perdite di refrigerante. I sistemi semplici sono anche più resistenti - ad esempio sono meno inclini a subire modifiche ai set- point durante il servizio, fatto che porta ad un aumento significativo del consumo di energia. L’impiego dei refrigeranti HC ha incentivato l’impiego di apparecchiature più piccole con carica ridotta. Questo ha comportato una maggiore riduzione delle fughe.

Fasi della progettazione di un impianto funzionante con refrigerante infiammabile In caso di fuga si può creare un’atmosfera infiammabile nelle vicinanze del circuito. Una combustione può avvenire se esiste una sorgente d’accensione all’interno dell’area infiammabile. Si devono seguire le indicazioni ATEX1: • Per identificare l’ampiezza dell’area infiammabile in caso di fuga; • Per specificare le apparecchiature elettriche che si trovano comprese nella zona potenzialmente infiammaSemplice schema di un chiller e di apparecchiature raffreddate ad acqua bile in caso di fuga. Questa appendice offre maggiori dettagli riguardo le fasi della progettazione di impianti che utilizzano refrigeranti infiammabili. Le sorgenti d’accensione comprese nella zona potenzialmente infiammabile risultano pericolose in caso di fuga. Una parte fondamentale del processo inerente alla progettazione è assicurare che 1 ATEX 95 (94/9/EC - Apparecchiature) – ESP (Regonon possano esserci fonti di accensione all’interno delle zone potenzialmente inlamento Apparecchiature e sistemi di protezione idonei per uso in atmosfere potenzialmente esplosive). fiammabili. Questo obiettivo è raggiungibile assicurando che le fughe non si ve2 EN60079-10-1:2015 Atmosfere esplosive – Classirifichino in zone infiammabili oppure rimuovendo le fonti id accensione dalle zone ficazione delle aree – atmosfere di gas esplosivi, infiammabili. Ci si può riferire ai seguenti standard per avere informazioni più 3 EN60079-15:2010 Atmosfere esplosive – Protezione dettagliate: dell’apparecchiatura con tipo di protezione “n”, 9.1 4 EN60079-15:2010 Atmosfere esplosive – Prote• EN60079-10-1 Atmosfere esplosive – Classificazione dell’area – atmosfere zione dell’apparecchiatura con tipo di protezione “n”, di gas esplosive 10.1 e 24.3.1 • EN60335-2-89 Apparecchiature domestiche & apparecchiature simili di tipo 5 EN60079-15:2010 Atmosfere esplosive – Protezione elettrico – Sicurezza, Parte 2-89: Requisiti particolari per apparecchiature di dell’apparecchiatura con tipo di protezione “n” , 9.4 6 EN60079-14:2014 Atmosfere esplosive – Progettarefrigerazione commerciali con compressore e unità condensante adiacente zione, scelta e installazione di impianti elettrici. o remota 40 / INDUSTRIA&formazione


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• EN 389-2, Appendice I Test di simulazione delle perdite per refrigeranti infiammabili. Procedura di progettazione Di seguito viene riassunta la procedura di progettazione di impianti che impiegano refrigeranti infiammabili, che permette di assicurarne la loro sicurezza nel caso siano presenti fonti d’accensione, senza distinzione dell’entità della loro carica.

Fase 2.1

Identificare i punti di potenziali fughe.

Fase 2.2

Calcolare l’entità della perdita riferendosi sia a EN 378 o EN 60335, a seconda di quale sia applicabile al circuito.

Fase 2.3 Fase 1.1

Fase 1.2

Fase 1.3

Condurre il test per individuare la zona potenzialmente infiammabile (classificazione dell’area) per determinare l’estensione dell’area potenzialmente infiammabile in caso di fuga. Individuare le fonti d’accensione all’interno dell’area potenzialmente infiammabile.

Opzione 1

Spostare le fonti d’accensione all’esterno dell’area potenzialmente infiammabile. EN60079-14 (Atmosfere esplosive – Progettazione, scelta, installazione di impianti elettrici) richiede che, ove possibile, le apparecchiature elettriche siano collocate in aree non pericolose.

o Opzione 2

Sostituire le fonti d’accensione con opportuni dispositivi.

o Opzione 3

Aumentare la ventilazione e/o mantenere una ventilazione costante per ridurre l’estensione dell’area potenzialmente infiammabile.

Isolare le fonti d’accensione all’interno di dispositivi ermetici (di solito questo o richiede costi economici elevati nel Opzione 4 caso di piccoli impianti e risulta obiettivo difficile da raggiungere) Test di simulazione di una fuga Condurre la simulazione di una fuga per determinare l’estensione della potenziale zona infiammabile in caso di fuga. Tale test deve essere condotto da personale competente. Lo svolgimento deve essere conforme a quanto previsto da EN60079-10-1 Atmosfere esplosive – Classificazione delle aree – atmosfere di gas esplosivi. La seguente procedura riassume la procedura, ma per riferimenti più precisi occorre riferirsi alla normativa. Sia EN 378 che EN 60335 comprendono una descrizione sui test di simulazione delle fughe. Il test di simulazione della fuga deve essere condotto in un ambiente simile a quello in cui l’impianto deve essere installato. Durante il test si devono tenere in considerazione le dimensioni della stanza e le apparecchiature nelle vicinanze con particolare riguardo alle fonti di accensione.

Fase 2.4

Fase 2.5

Determinare se è presente circolazione d’aria. Se i ventilatori funzionano permanentemente allora possono girare durante il test. Se si arrestano quando il circuito frigorifero si ferma (ad esempio per raggiunta temperatura) non devono funzionare durante il test, cioè il test si deve basare sulle condizioni più sfavorevoli. Condurre il test di simulazione della fuga, misurando la concentrazione di HC laddove esistono sorgenti di accensione e nei dintorni dell’impianto per trovare l’estensione della potenziale zona infiammabile (classificazione dell’area). Registrare i risultati del test in un file tecnico.

Punti di potenziali fughe Di solito i punti di potenziali fughe risultano essere i giunti, curve maggiori di 90 gradi, tubi o componenti che possono venire danneggiati o qualsiasi altro punto debole dell’impianto. Occorre prestare attenzione che l’installazione della possibile sorgente della fuga (ad esempio il collegamento alla bombola di HC con il quale viene creata la fuga all’interno dell’area), la posizione dell’impianto di refrigerazione e le attrezzature di servizio non influenzino il risultato del test. Lo strumento per misurare la concentrazione di refrigerante deve essere in grado di fornire velocemente il cambiamento di concentrazione, nell’arco di 2-3 secondi. Un locale viene ritenuto potenzialmente infiammabile se la concentrazione supera il 50% del LFL in qualsiasi punto del locale stesso2. Viene usato il fattore 0,5 poiché una fuga di refrigerante infiammabile viene ritenuta come possibilità secondaria. Il test di simulazione delle fughe permette anche di definire l’area circostante l’impianto che deve essere libera da fonti di ignizione. Se una zona è potenzialmente infiammabile, oltre al luogo dove è sistemato l’impianto, è importante che le altre apparecchiature situate all’interno dell’area siano idonee per l’uso in un ambiente potenzialmente infiammabile. Apparecchiature elettriche Il test di simulazione delle fughe consente di stabilire se all’interno della zona potenzialmente infiammabile sono presenti fonti di accensione. Le apparecchiature elettriche comprese al suo interno non devono: • Produrre un arco o scintille (a meno che all’arco o alla scintilla non sia impedito di provocare un’accensione così come stabilisce IEC EN60079-15 Atmosfere esplosive – INDUSTRIA&formazione / 41


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Protezione delle apparecchiature con tipo di protezione “n”, clausole da 16 a 20); • Sviluppare una temperatura superficiale massima superiore a quella massima specifica della classe dell’apparecchiatura (a meno che non sia impedito a tale temperatura di provocare l’accensione così come stabilito da IEC EN60079-15, clausole da 16 a 20). Sorgenti d’accensione Le principali fonti di accensione presenti in un impianto di refrigerazione solitamente sono: • Interruttori o contattori; • Relè (ad esempio di controllo o per compressori monofase); • Pressostati; • Protettori termici; • Motori di ventole; • Termostati; • Pompe per condensa; • Microinterruttori (MCB); • Resistenze di sbrinamento se la loro temperatura superficiale può superare la temperatura di accensione del refrigerante diminuita di 100 °C, ad esempio 360 °C per gli HC (massima temperatura superficiale della resistenza, la massima temperatura superficiale della resistenza deve essere valutata mediante test condotto in ambiente di esercizio, supponendo che non sia intervenuto il finesbrinamento); • Superfici calde sopra i 360 °C Questo elenco non è esaustivo, ma include solamente i componenti elettrici più comuni che devono essere presi in considerazione. I seguenti dispositivi non sono generalmente ritenuti fonte di accensione: • Luci (l’interruttore, lo starter ed i terminali devono essere considerati anche per luci a bassa tensione di alimentazione), • Condensatori (si raccomanda di installare resistenze di scarica per ridurre al minimo il rischio causato dalle scariche durante l’utilizzo); • Bobine di elettrovalvole; • Connessioni elettriche (disconnessioni accidentali, per esempio durante il funzionamento, possono produrre scintille. Per minimizzare tale rischio si raccomanda di impiegare morsetti a pressare che non possono disconnettersi durante il funzionamento); • Fusibili (ritenuti dispositivi che non scintillano se sono non-ricalcabili, secondo quanto stabilito da IEC60269-3 (Fusibili a bassa tensione – Parte 3: requisiti supplementari per fusibili utilizzati da personale non addestrato (principalmente fusibili per apparecchiature domestiche e simili) – (Esempi: fusibili standard A-F), funzionanti all’interno del loro campo d’uso3). Gestire le sorgenti d’accensione Ci sono varie possibilità per gestire le sorgenti d’accensione all’interno di una zona potenzialmente infiammabile come mostrato nella fase 1.3. Nel caso si scelga l’opzione 2 (“apparecchiature adatte”) l’apparecchiatura deve rispettare IEC EN60079-15. Questo standard definisce la protezione di tipo “n” quella 42 / INDUSTRIA&formazione

che, in condizioni normali ed in certe condizioni specifiche non consuete, non è capace di accendere un’atmosfera esplosiva che la contiene. I dispositivi elettrici di comando che si trovano entro un’atmosfera potenzialmente infiammabile devono essere quindi di tipo “n” secondo quanto prescrive IEC EN6007915 Atmosfere esplosive – Protezione delle apparecchiature con protezione di tipo “n”. I dispositivi di tipo “n” devono essere testati da un organismo notificato e adeguatamente documentati. Le connessioni elettriche all’interno di una zona potenzialmente infiammabile risultano essere pericolose se disconnesse quando energizzate. Spine e prese, se collegate a una sola parte dell’apparecchiatura, devono essere protette meccanicamente per impedire una separazione involontaria o devono essere caratterizzate da una forza di separazione minima di 15 Nm. L’attrezzatura deve essere contrassegnata come segue4: ATTENZIONE – non scollegare se sotto tensione

I portafusibili devono essere interbloccati in modo tale che i fusibili possano essere rimossi o sostituiti solo con l’alimentazione scollegata o che sia riportata la seguente etichetta di avvertenza5: ATTENZIONE – Non rimuovere o sostituire il fusibile quando energizzato I conduttori singoli senza guaina non devono essere utilizzati per conduttori sotto tensione, a meno che non siano installati all’interno di quadri, involucri o sistemi di tubi6. Ventilatori. La ventilazione può escludere la necessità di modifiche ai dispositivi elettrici o scatole protettive se: • Le ventole del condensatore funzionano in permanenza (cioè non si fermano quando l’impianto si ferma perché in temperatura). Così però si aumentano i consumi dell’impianto; oppure • Un ventilatore supplementare può essere attivato quando le ventole del condensatore si fermano. Il flusso d’aria sufficiente è solitamente fornito da una piccola ventola piuttosto che quella utilizzata per il raffreddamento del condensatore. In questo modo la potenza elettrica richiesta di solito è inferiore rispetto a quella che prevede la ventola del condensatore sempre in funzione. Il flusso d’aria del ventilatore supplementare deve essere testato con una simulazione di perdita per garantire che il flusso d’aria sia sufficiente a disperdere il refrigerante HC. Si dovrebbe prestare particolare attenzione ai condensatori non efficienti o ai motori delle ventole guaste che riducono significativamente il flusso d’aria disponibile, specialmente se sono il metodo di protezione principale contro i pericoli di accensione.


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LEZIONE 229 > CONCETTI DI BASE SULLE TECNICHE FRIGORIFERE

Vecchi refrigeranti e nuovi refrigeranti nella refrigerazione commerciale: basta sostituire una C con la H Introduzione

Pierfrancesco FANTONI

Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni semplificate per i soci ATF del corso teorico-pratico di tecniche frigorifere curato dal prof. ing. Pierfrancesco Fantoni. In particolare con questo ciclo di lezioni di base abbiamo voluto, in questi 20 anni, presentare la didattica del prof. ing. Fantoni, che ha tenuto, su questa stessa linea, lezioni sulle tecniche della refrigerazione ed in particolare di specializzazione sulla termodinamica del circuito frigorifero. Visionare su www.centrogalileo.it ulteriori informazioni tecniche alle voci “articoli” e “organizzazione corsi”: 1) calendario corsi 2020, 2) programmi, 3) elenco tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo divisi per provincia, 4) esempi video-corsi, 5) foto attività didattica.

È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni: 0142.452403 corsi@centrogalileo.it È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto.

La velocità con cui cambiano le conoscenze sullo stato dell’arte ha portato nella refrigerazione commerciale, ma non solo in questa, ad uno sconvolgimento di quelle che pochi anni fa erano considerate delle certezze. È come se la storia, ogni tanto, tornasse indietro. La situazione attuale e le prospettive future nella refrigerazione commerciale «Il numero complessivo dei circuiti frigoriferi non cessa di crescere e la necessità di sostituire i vecchi refrigeranti non ha limitato la richiesta di costruire nuove macchine frigorifere contenenti un fluido adeguato. L’adozione di questo fluido condiziona, innanzitutto, la scelta dei componenti principali del circuito frigorifero: compressore, valvola di espansione, filtro essiccatore, ecc. Ma le conoscenze che si sono sviluppate in questi ultimi anni permettono di superare agevolmente il problema e di avere a disposizione fluidi frigoriferi capaci di conciliare gli indispensabili requisiti di natura termodinanmica con le esigenze dettate dalla salvaguardia ambientale. Per quanto riguarda la sostituzione in generale dei refrigeranti l’industria chimica preconizza l’utilizzo di fluidi frigoriferi o miscele frigorifere che non siano sottoposte alle regolamentazioni esistenti che ne limitano l’impiego. Ne consegue che è posizione di buon senso affidarsi a soluzioni che contemplano l’uso di fluidi frigoriferi caratterizzati da un potenziale di distruzione dell’ozono (ODP) nullo, poichè nessuna molecola che entra a far

parte della sua composizione chimica contiene cloro, e che contribuisce in maniera inferiore rispetto al passato ad incrementare l’effetto serra, presentando un valore di GWP inferiore anche di 20 volte rispetto ai fluidi frigoriferi fino ad oggi utilizzati, secondo quanto viene riportato nel rapporto su “Climate Change” preparato dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change). Però mentre in alcuni settori, come quello della refrigerazione domestica, si è già individuata con certezza la soluzione alternativa ai vecchi refrigeranti, nel campo della refrigerazione commerciale la situazione risulta essere un po’ più incerta perchè i possibili nuovi candidati sono in misura maggiore, ciascuno con i propri pregi e difetti. Nel campo delle basse temperature il fluido sostitutivo ideale non è ancora stato determinato in maniera definitiva, anche se vi è ormai la certezza che esso sicuramente consisterà in una miscela di refrigeranti. Nella gamma dei possibili candidati vi sono anche fluidi frigoriferi di tipo drop-in, ossia in grado di sostituire in maniera temporanea i vecchi fluidi perchè più ecologici rispetto ad essi, ma comunque non ancora pienamente rispettosi di quelli che dovranno essere i parametri ambientali da rispettare nel lungo periodo. » Un nuovo refrigerante «È ormai un dato di fatto che all’interno della Comunità Europea è cessata definitivamente la produzione dei CFC, ampiamente utilizzati nel settore della refrigerazione. In particolare nel campo della refrigerazione commerciale a bassa tempeINDUSTRIA&formazione / 43


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ratura (da -25°C a -40 °C circa) si è creata la domanda di un refrigerante alternativo, definitivo e con caratteristiche il più possibile simili a quello che va a sostituire. Tale gas esiste, è già disponibile in quantitativi industriali e si sta rapidamente diffondendo presso i principali costruttori di impianti di refrigerazione a bassa temperatura. Tale gas, però, deve competere con altre alternative che attualmente sono presenti sul mercato per cui non è ancora pienamente conosciuto dai frigoristi in quanto tende ad essere fagocitato dal gran numero di soluzioni alternative che il mercato oggi offre. Tale soluzione definitiva è rappresentata dall’R404A.» Che colpo di scena! Il lettore più attento avrà sicuramente notato che tutto quanto scritto nelle righe precedenti era virgolettato, dal principio alla fine. Infatti riporta degli stralci di articoli pubblicati da riviste specializzate del settore, uscite negli anni 1995-1996. Sono gli articoli che presentano la disponibilità del nuovo refrigerante R404A Stiamo parlando di circa 25 anni fa, ma queste parole possono essere trasportate pari-pari ai giorni nostri nel corso del tempo ed assumere significati quanto mai attuali. Basta “aggiornare” il riferimento alla tipologia di refrigeranti oggetto delle attenzioni dei Regolamenti dell’Unione Europea: 25 anni fa erano nell’occhio del ciclone i CFC e gli HCFC, ora lo sono gli HFC. In definitiva, basta sostituire alla prima C di CFC la lettera H. Poi, il clima di incertezza regnante, le varie e molteplici alternative, l’“ansia” dovuta alla ricerca di soluzioni “definitive” e gli spiragli ottimistici dettati dall’esistenza di soluzioni disponibili per risolvere il problema sono gli stessi di oggi. Venticinque anni fa l’R404A rappresentava il nuovo fluido frigorifero che permetteva la sostituzione del vecchio R502 ed il cui utilizzo garantiva, nel contempo, una migliore accettabilità ecologica. Oggi l’R404A è il fluido che tra i primi della famiglia degli HFC viene indivi44 / INDUSTRIA&formazione

duato come fluido da eliminare, o perlomeno limitare fortemente nell’uso, data la sua alta diffusione ed egemonia d’uso nel settore della refrigerazione commerciale e date le sue alte caratteristiche di inquinamento ambientale. Questi due aspetti lo rendono oggigiorno un fluido da dismettere con alta priorità e celerità.

tano ad un invecchiamento veloce e precoce delle cose: il problema di fondo, quello ambientale, resta, anche se in termini diversi e determina una “circolarità” della storia, che ripercorre sentieri già percorsi in passato. Forse, ma nessuno lo può sapere, tra altri venti anni ci ritroveremo allo stesso punto di oggi, con l’ansia di trovare quali sono i refrigeranti del futuro.

Corsi e ricorsi storici Le novità del nuovo anno Fa riflettere il fatto che nell’arco di soli venticinque anni un prodotto possa passare dall’essere considerato una soluzione di un problema importante a quello di costituire l’origine di un problema della stessa natura di quello precedente. La conoscenza continua, il progresso tecnologico, la ricerca scientifica por-

Con il 1° gennaio di quest’anno le disposizioni del Regolamento Europeo 517 del 2014 riguardanti i fluidi frigoriferi impiegati nella refrigerazione commerciale sono diventate esecutive. Nella tabella 1 sono riportati i divieti di immissione in commercio mentre nella tabella 2 i divieti di utilizzo.

Tabella 1 Divieti di immissione in commercio

Data del divieto

Frigoriferi e congelatori per uso commerciale (apparecchiature ermeticamente sigillate) contenenti HFC con potenziale di riscaldamento globale pari o superiore a 2 500

1° gennaio 2020

Apparecchiature fisse di refrigerazione contenenti HFC con potenziale di riscaldamento globale pari o superiore a 2 500, o il cui funzionamento dipende dai suddetti HFC, a eccezione delle apparecchiature concepite per raffreddare prodotti a temperature inferiori a – 50 °C

1° gennaio 2020

Tabella 2 Divieti di utilizzo

Data del divieto

È vietato l’uso dei gas fluorurati a effetto serra con potenziale di riscaldamento globale pari o superiore a 2 500 per l’assistenza o la manutenzione delle apparecchiature di refrigerazione con dimensioni del carico di refrigerazione pari o superiori a 40 tonnellate di CO2 equivalente. Fino al 1 gennaio 2030 tale divieto non si applica a: a) gas fluorurati a effetto serra rigenerati con potenziale di riscaldamento globale pari o superiore a 2 500 e utilizzati per la manutenzione o l’assistenza delle apparecchiature di refrigerazione esistenti. b) gas fluorurati a effetto serra riciclati con potenziale di riscaldamento globale pari o superiore a 2 500 e utilizzati per la manutenzione o la riparazione delle apparecchiature di refrigerazione esistenti, a condizione che siano stati recuperati da tali apparecchiature. Questi gas riciclati possono essere utilizzati esclusivamente dall’impresa che ha effettuato o per conto della quale è stato effettuato il recupero a titolo di manutenzione o assistenza.

1° gennaio 2020


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Figura 1 – Un’immagine che sintetizza il processo di progressiva eliminazione dell’R404A (da catologo Synecore)

Risulta abbastanza superfluo ricordare che l’R404A, avendo un valore di GWP pari a 3988, risulta essere pienamente rientrante in tali disposizioni

Figura 2 – Il contingentamento dei quantitativi di R404A prodotto ha portato ad un suo vertiginoso aumento del prezzo: c’è chi lo paragona, ormai, all’oro.

e che quindi dal 1 gennaio subisce un’ulteriore sostanziale limitazione nel suo utilizzo. Tale limitazione riguarda anche il settore della manutenzione e

riparazione di alcuni tipi di apparecchiature e impianti in quanto permette l’utilizzo solamente di gas riciclato o rigenerato.

Un gruppo di studenti del centro Studi Galileo mostra con soddisfazione gli attestati di partecipazione al PPIF, corso di preparazione all’ottenimento del Patentino Italiano Frigoristi, indispensabile per poter svolgere la professione.

Ultime informazioni su www.centrogalileo.it Continua a seguire Centro Studi Galileo su:

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> Da DG CLIMA, due webinar sulle verifiche indipendenti ai report annuali sugli F-Gas

DG CLIMA organizzerà a fine gennaio due webinar gratuiti a proposito delle verifiche indipendenti ai report annuali sugli F-Gas. I due webinar si svolgeranno: • Dalle 9.00 alle 11.00 di Giovedì 30 gennaio, dedicato ai produttori e importatori di HFC in grandi quantità. • Dalle 9.00 alle 11.00 di Venerdì 31 Gennaio, per gli importatori di equipaggiamento RAC. Nel corso dei due appuntamenti, che si terranno in lingua inglese, si parlerà di obblighi legali, guide pratiche, di come effettuare l’upload dei report delle verifiche, di come trovare un revisore e di come comportarsi se questi rileva eventuali problematiche. Per registrarsi ai due webinar, i partecipanti dovranno scrivere all’indirizzo f-gas@oeko.de, inserendo come oggetto della mail “bulk producer/importer” o “equipment importer”, a seconda del caso: verranno ricontattati per ricevere maggiori dettagli in merito ai due corsi.

la disciplina sanzionatoria per la violazione degli obblighi, di cui al regolamento (UE) n. 517/2014, e dei relativi regolamenti di esecuzione della Commissione europea, attuati con decreto del Presidente della Repubblica 16 novembre 2018, n. 146. Si evidenziano di seguito alcune delle violazioni contemplate dal Decreto Legislativo con riferimento agli obblighi connessi al Registro F-Gas e alla Banca Dati F-Gas di cui al DPR 146/2018, rimandando al provvedimento per i dettagli. L’articolo 6 stabilisce che le imprese certificate o, nel caso di imprese non soggette all’obbligo di certificazione, le persone fisiche certificate che non inseriscono nella Banca Dati di cui all’articolo 16 del decreto del Presidente della Repubblica n. 146 del 2018 le informazioni previste, entro trenta giorni dalla data dell’intervento, sono punite con la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000,00 euro a 15.000,00 euro.

Dal sito Fgas.it: Pubblicato il Decreto che stabilisce le sanzioni per le violazioni della disciplina F-Gas. Sulla Gazzetta Ufficiale del 2/1/2020 è stato pubblicato il Decreto Legislativo 5 dicembre 2019, n. 163 che reca 46 / INDUSTRIA&formazione

> AREA e CSG, protagonisti ad AHR EXPO e ASHRAE a Orlando, USA, per il progetto REAL Alternatives 4 LIFE

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> Disponibile il video del webinar “2020: divieto di utilizzo di refrigeranti ad alto GWP per la manutenzione, soluzioni”

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> Decreto sanzioni F-Gas

proibizione dei refrigeranti ad alto GWP in vigore dal 1° gennaio 2020. Miriam Solana Ciprès, HVAC/R Engineer di Carel: Retrofit di impianti a R-404A con refrigeranti a minor GWP: aggiornamento dei controllori elettronici ed accortezze per evitare problemi ed incrementare l’efficienza. Cenni sui sensori di leakage. È disponibile il video del webinar su www.industriaeformazione.it

Mercoledì 18 dicembre è andato in onda un nuovo webinar targato Centro Studi Galileo e Associazione dei Tecnici del Freddo sul tema “2020: divieto di utilizzo di refrigeranti con alto GWP per la manutenzione, soluzioni”. Hanno partecipato Edoardo Monfrinotti, Account and Business Development Manager di Chemours, e Miriam Solana Ciprès, Sales Area Manager di Carel. Relazioni dei Partner: Edoardo Monfrinotti, Account and Business Development Manager di Chemours: Le soluzioni Opteon™ per superare la

Il presidente di AREA, Marco Buoni, direttore del Centro Studi Galileo e segretario di ATF, l’Associazione Italiana dei Tecnici del Freddo, sarà organizzatore e speaker all’AHR Expo di Orlando, USA, che si svolgerà dal 3 al 5 febbraio 2020. Marco Buoni sarà protagonista, insieme a Raluca Sisiu, project Manager del progetto REAL Alternatives 4 LIFE, di un workshop destinato alle competenze di base necessarie per lavorare con i refrigeranti infiammabili. Il corso è stato organizzato dallo stesso REAL Alternatives 4 LIFE project, mettendo a frutto l’esperienza maturata durante i numerosissimi corsi svolti, anche sfruttando gli strumenti di e-learning. Al termine del workshop, che, oltre a spiegare come usare corsi e certificazioni per facilitare la transizione verso i nuovi refrigeranti, fornirà ai partecipanti numerose nozioni fondamentali per maneggiare in sicurezza i fluidi refrigeranti e verrà svolto un test teorico finalizzato al rilascio di un attestato di partecipazione. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it


NUMERO 1 / FEBBRAIO 2020

> La Commissione UE presenta il Green Deal Europeo: nuovi obiettivi in materia ambientale ed energetica

Freddo, questo bollettino tecnico è adesso disponibile anche in italiano. A questo link è possibile consultarlo e scaricarlo. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

tiva Europea che prevede tra le altre cose una serie di dati sull’azienda produttrice, quali ad esempio l’indirizzo e i numeri telefonici da contattare in caso di emergenza. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

> Individuate bombole di gas contraffatte

La Commissione Europea ha presentato ufficialmente la sua Comunicazione sul Green Deal europeo contenente un percorso iniziale di politiche e azioni chiave. Il testo fissa gli obiettivi che la nuova Commissione intende raggiungere, ma non ha un impatto legislativo formale. Il Green Deal rappresenta la visione della Commissione per la neutralità climatica in Europa nel 2050. Nella sua dichiarazione alla stampa, la Presidente Ursula von der Leyen ha voluto insistere sia sul potenziale di crescita economica del Green Deal sia sulla necessità di un’adeguata transizione per tutte le regioni e tutti i settori industriali dell’Unione Europea.

Alleghiamo la foto di una bombola di gas R404A, recante il marchio Honeywell, che ci è stata di recente segnalata come contraffatta. Non solo chi ha immesso la bombola sul mercato non è autorizzato in alcun modo a utilizzare il marchio dell’azienda, ma Honeywell ha da lungo tempo di-

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> Disponibile in italiano il documento di AREA sui nuovi divieti in vigore dal 1° gennaio 2020

Per tutti i Tecnici del Freddo che lavorano su impianti di refrigerazione, condizionamento e pompe di calore, l’Associazione di Categoria europea del settore HVACR AREA ha pubblicato un documento informativo sui divieti previsti dal Regolamento F-Gas. I divieti, che entrano in vigore a partire dal 1° gennaio 2020, riguardano sia i prodotti (in particolare la loro immissione sul mercato) e sia le attività di assistenza effettuate su apparecchiature di refrigerazione nuove ed esistenti. Queste nuove misure avranno importanti implicazioni per il settore del Freddo. Grazie al lavoro di traduzione dell’Associazione dei Tecnici del

smesso la commercializzazione di gas R404A, per cui non esiste alcuna garanzia di quale gas sia presente all’interno della bombola. L’etichetta stessa, inoltre, risulta posticcia e presenta numerose irregolarità, a partire dal riferimento al gas R404C e dal mancato rispetto del CLP, la norma-

> Nel 2019 Italia verso calo 1% emissioni gas serra, cambia il mix elettrico Il nostro Paese si prepara ad archiviare il 2019 con un calo delle emissioni di gas serra dell’1% circa, principalmente per effetto di un mix energetico meno carbon intensive dovuto alla sostituzione del carbone con il gas nella produzione di energia elettrica. Tuttavia, in assenza di una crescita più sostenuta delle fonti rinnovabili e dell’efficientamento energetico, ciò non basta a garantire il raggiungimento degli obiettivi del Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC) e la transizione verso un’economia low carbon. È quanto emerge dall’ultimo numero dell’Analisi del sistema energetico italiano dell’ENEA che evidenzia per i primi nove mesi dell’anno una riduzione del 3,5% della CO2 emessa dal settore elettrico per il maggior utilizzo – a parità di produzione – di gas (+15%), il minor uso di prodotti petroliferi (-10%) e, soprattutto, di carbone (-30%); nello stesso periodo, le emissioni nel settore dei trasporti e civile registrano invece un calo dello 0,5%. Complessivamente le emissioni si sono ridotte dello 0,8% in nove mesi, con la previsione di arrivare a oltre un 1% su base annua. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

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LA RIVISTA PER IL TECNICO DELLA REFRIGERAZIONE E DELLA CLIMATIZZAZIONE

> A Madrid la COP 25 sui cambiamenti climatici: nuovi obiettivi nel segno dell’accordo di Parigi Si è svolta dal 2 al 13 dicembre a Madrid la Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico COP 25. Con l’emergenza climatica globale che si sta intensificando e le emissioni di gas a effetto serra che continuano ad aumentare, le delegazioni dei governi partecipanti si propongono di intraprendere i successivi passi cruciali nel processo dell’ONU in materia di cambiamenti del clima. In seguito all’accordo sugli orientamenti attuativi dell’Accordo di Parigi al COP 24 in Po> Italia e Somalia, UNIDO e CSG insieme per la formazione F-Gas e Real Alternatives di 12 tecnici dalla Somalia: dall’8 al 15 gennaio ad Istanbul Il Centro Studi Galileo ha svolto a Istanbul, Turchia, un corso di formazione altamente specializzato destinato a dodici Tecnici del freddo somali, commissionato da UNIDO (United Nations Industrial Development Organization) ed erogato in collaborazione con il partner turco ISKAV (Istituto Leader per la ricerca e l’educazione su riscaldamento, raffreddamento e aria condizionata). Il corso, che si è svolto dall’8 al 15 Gennaio, ha visto i partecipanti destreggiarsi tra lezioni teoriche e esercitazioni pratiche sotto la guida del docente incaricato dal Centro Studi Galileo, ancora una volta Gianfranco Cattabriga, che ha seguito la formazione dei tecnici con un programma strutturato in due parti, incentrato sugli F-Gas e sui refrigeranti alternativi e naturali. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

> Gli USA potrebbero non essere più i primi consumatori di aria condizionata al mondo Negli Stati Uniti si consumano annualmente ben 400 terawatt-ore di elettricità per il condizionamento dell’aria, pari a circa l’1,5% di tutta l’energia elettrica utilizzata oggi a livello globale. La novità è che la situazione 48 / INDUSTRIA&formazione

sta cambiando rapidamente, poiché in altri paesi – che attualmente usano una quantità inferiore di elettricità per il raffrescamento dell’aria – sempre più persone acquistano condizionatori per le proprie abitazioni. Questo è quanto emerge da un nuovo studio dei ricercatori dell’Energy Institute at Haas dell’Università della California di Berkeley, secondo i quali il consumo elettrico mondiale potrebbe aumentare notevolmente. La ricerca ha fatto una classifica riguardo al cosiddetto “potenziale di condizionamento dell’aria” prendendo in considerazione 219 nazioni del mondo e 1.692 città. La conclusione è che India, Cina, Indonesia, Nigeria, Pakistan, Brasile, Bangladesh e le Filippine sono tutti paesi con un potenziale di condizionamento maggiore di quello degli Stati Uniti.

lonia lo scorso anno, un obiettivo chiave è quello di definire diverse questioni riguardanti la piena operatività dell’Accordo di Parigi sul Cambiamento Climatico. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it

> News da Chemours: guida alle normative sui refrigeranti in Nord America

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Chemours ha pubblicato un’utile scheda informativa focalizzata sullo stato delle norme riguardanti i refrigeranti in America del Nord sia a livello federale che statale. Dal punto di vista internazionale le normative di riferimento più importanti sono indubbiamente il Protocollo di Montreal e l’Emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal, ma negli Stati Uniti e in Canada sono state adottate altre misure per disciplinare l’utilizzo degli HFC. Il documento è disponibile gratuitamente per essere consultato e scaricato. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it


NUMERO 1 / FEBBRAIO 2020

GLOSSARIO DEI TERMINI DELLA REFRIGERAZIONE E DEL CONDIZIONAMENTO (Parte 193ª) Ventesimo anno

A cura dell’ing. Pierfrancesco FANTONI

AC: Alternating Current (corrente alternata). Corrente elettrica in cui il flusso di elettroni che la compone ha un verso che in maniera continua e periodica si alterna in avanti e indietro, a differenza della corrente continua ove tale flusso avviene sempre nel medesimo verso. Per ottenere questo flusso alternato è necessario invertire con periodicità le polarità della forza elettromotrice che rende possibile il movimento degli elettroni. In Italia questa polarità si inverte da positiva a negativa 50 volte in un secondo (corrente alternate a 50 hertz) mentre esistono altre nazioni, come ad esempio gli Stati Uniti, dove tale polarità si inverte 60 volte in un secondo (corrente a 60 hertz). Quando si installa un’apparecchiatura frigorifera elettrica è buona precauzione controllare quale risulta essere la sua frequenza nominale di funzionamento (50 o 60 hertz) nel caso in cui essa non sia stata prodotta in Italia. Congelatore a letto fluido: Macchina frigorifera che permette la congelazione delle derrate alimentari attraverso un flusso verticale di aria fredda che permette di mantenere in sospensione le derrate stesse mentre la loro temperatura viene abbassata. Nel contempo il letto fluido trasporta le derrate facendole spostare orizzontalmente in direzione dell’uscita del congelatore. In tale macchina è molto importante individuare la giusta velocità dell’aria, tale da permettere di mantenere in sospensione le derrate

senza farle fuoriuscire dal congelatore stesso. Sono macchine molto efficienti in quanto permettono di congelare velocemente i prodotti e di ridurne la loro disidratazione e, tra i congelatori ad aria, permettono di lavorare una maggiore quantità di derrate rispetto alle altre tipologie. Filtro dell’olio: Nei circuiti frigoriferi di certe dimensioni, per evitare che una quantità eccessiva d’olio lasci il compressore durante il suo funzionamento, viene prevista l’installazione di un separatore d’olio sulla linea di mandata del compressore, proprio per intercettare quella quantità d’olio che viene sospinta all’interno delle tubazioni frigorifere assieme al gas ad alta pressione durante la fase di scarico. L’olio che viene raccolto dal separatore viene inviato nuovamente nel carter del compressore, non prima di essere stato dovutamente trattato da un apposito filtro che viene installato sulla tubazione (uscente dal separatore) che collega quest’ultimo al compressore. Il compito di tale filtro è quello di fermare eventuali particelle solide (filtrazione meccanica) che potrebbero essere presenti all’interno dell’olio e che sono potenziali fonti di inconvenienti date le ridotte tolleranze esistenti tra alcuni dei componenti meccanici in movimento relativo tra loro all’interno di un compressore. Solitamente quando il filtro risulta completamente intasato dalla sporcizia e non viene sostituito si attiva un by-pass interno al filtro che permette ugualmente il ritorno dell’olio al compressore; questo per garantire che comunque esso risulti sempre lubrificato, anche se con un olio di qualità non ottimale. Ulteriore importante funzione del filtro è quella di togliere le tracce di umidità dall’olio, che soprattutto nei lubrificanti di natura sintetica possono facilmente portare a delle contaminazioni. Alcune tipologie di filtri dell’olio sono anche provviste di prese di pressione. Perforazione, fluidi di: Sono fluidi che vengono impiegati durante le operazioni di perforazione del suolo per creare gli alloggiamenti delle sonde per le pompe di calore geotermiche. Tali fluidi hanno il compito di lubrificare e raffreddare la trivella di perforazione evitandole di arrivare velocemente al punto di rottura

in seguito al rapido riscaldamento cui è soggetta durante l’uso, di convogliare all’esterno i frammenti di terra e roccia scavati dalla perforatrice, di sostenere le pareti del foro e di evitarne franamenti, di evitare che durante le operazioni di perforazione possano venire a contatto tra di loro più falde, di trasportare in superficie i detriti di perforazione. Normalmente i fluidi di perforazione maggiormente impiegati sono acqua, aria compressa e fanghi bentonitici, anche se possono essere impiegate altre tipologie di fluidi purchè contenenti additivi a base di composti totalmente biodegradabili. In linea generali il fluido di perforazione non deve comportare alcuna conseguenza negativa per il sottosuolo (da Bollettino Ufficiale Regione Lombardia) Refrigerazione commerciale: Settore della refrigerazione comprendente tutte le apparecchiature e gli impianti frigoriferi di dimensioni e caratteristiche standard che vengono utilizzati per la conservazione e la vendita delle derrate alimentari nei negozi, nei supermercati e ipermercati. Rientrano in tale categoria i banchi, le vetrine frigorifere, le isole, gli armadi, i murali sia a temperatura positiva che negativa. Per quanto riguarda la conservazione di cospicue quantità di alimenti la refrigerazione commerciale si serve di celle frigorifere a media e bassa temperatura. Lo sviluppo della refrigerazione commerciale ha permesso la distribuzione e la commercializzazione di prodotti deperibili anche a grandi distanze dal luogo della loro produzione nonché in periodi dell’anno non immediatamente susseguenti alla fase di produzione. Attraverso l’uso del freddo i prodotti vengono conservati in modo da evitarne il loro deterioramento e da preservarne le sostanze fisiche e nutritive. Inoltre la maggior parte delle apparecchiature impiegate in refrigerazione commerciale ha, come una delle caratteristiche principali, quella di permettere la visibilità dei prodotti in esse conservate all’esterno dello spazio raffreddato per permetterne un più facile acquisto da parte dei clienti, La nascita della refrigerazione commerciale è avvenuta negli Stati Uniti. Eʼ severamente vietato riprodurre anche parzialmente il presente glossario.

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